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Inserisci una descrizione per gror030407 == ORE 19.30 ==

'''proposta sommario'''

'''ESTERI'''

'''Iraq, operazioni militari'''

'''Iraq, diplomazia'''

'''Iraq, visti da fuori- Egitto''' (audio)

'''Iraq, ONU'''

'''Brasile'''

'''Palestina'''

'''ITALIA'''

'''Processo alberto''' (audio)

'''processo esso''' (audio)

'''scorie nucleari''' (audio)

'''conferenza sulle mine''' (audio)



= ore 17 =

'''iraq'''

Da fonti statunitense pare che le forze americane hanno preso il controllo di tre palazzi presidenziali a Baghdad. Sotto controllo Usa anche altri due palazzi presidenziali: uno sempre al centro della capitale, un terzo vicino all'aeroporto, che si trova a 20 km dal centro.

Nella presa dei due complessi nel centro della città le forze americane hanno incontrato una forte resistenza irakena. Molti sono gli irakeni morti sul campo, gli organi stampa occidentali non sanno ipotizzare quanti siano gli ierakeni civili e militari che sono morti, mentre pare che siano soltanto due i marines deceduti.

Nel terzo palazzo non c'è stata alcuna resistenza. Secondo l'operatore video della SkyNews, il primo ad aver filmato l'interno del palazzo presidenziale, il palazzo sembra abbandonato già da molto tempo.


Uno dei grandi quesiti ancora irrisolti della guerra in Iraq riguarda il numero totale delle vittime e dei feriti. Sia tra i militari sia tra la popolazione civile, le cifre sono le più disparate e quindi le meno attendibili. La Croce Rossa Internazionale ha affermato che durante i più violenti bombardamenti riceveva una media di 100 feriti ogni ora. Ma sul fronte dei dati, l'organizzazione internazionale si ferma qui. Tanto che nel suo ultimo rapporto (pubblicato stamani) non si azzarda a presentare una lista ufficiale di morti e feriti. La mancanza di informazioni sicure ha fatto si che scoppiasse una seconda guerra tra le forze in campo, quella propagandistica sui caduti. Gli americani sostengono di avere ucciso, nella sola giornata di domenica 6 aprile, oltre 2mila soldati iracheni e di avere perso, nel corso di tutta la guerra, 80 soldati. Sul fronte britannico, i caduti di Sua Maestà la Regaina ammonterebbero invece a 27. Dall'altro lato della barricata, gli iracheni avevano dichiarato che in seguito alla battaglia per la difesa dell'aeroporto Saddam Hussein di Baghdad sarebbero stati oltre 300 i cadaveri dei soldati statunitensi e britannici stesi sulla pista di decollo. Notizie sui propri militari gli iracheni invece non ne rilasciano. Il governo di Baghdad si è espresso solo sui civili e ha dichiarato che sarebbero 1.252 le vittime e 5.103 i feriti.


Il ministro dell'informazione iracheno Mohammad Said al Sahaf è apparso davanti ai giornalisti e ha negato che gli americani siano entrati a Bagdad con 65 carri armati: "posso dirvi che gli infedeli americani non sono presenti a Bagdad", ha detto.
"Gli americani si stanno suicidando sulle mura di Bagdad", ha ribadito il ministro dell'informazione al Sahaf, che ha duramente attaccato l'emittente Tv al al Jazira, affermando che "fa propaganda per gli americani". L'emittente quatariota, ha detto al Sahaf "ha diffuso informazioni secondo cui il ministero dell'informazione e l'hotel Rashid erano in mano agli americani, come se sostenesse tali illazioni".

Ma oltre alle ingiurie del Ministro della informazione irakena Al Jazira si è anche dovuta ripare dal fuoco americano. Una troupe televisiva dell'emittente del Qatarè stata presa di mira dai soldati americani sulla strada per l'aeroporto di Baghdad, ha riferito l'emittente stessa precisando che nessuno dei membri della troupe è rimasto ferito. L'emittente ha inoltre mostrato le immagini dell'auto dei giornalisti, visibilmente dannegiata, con numerosi vetri infranti e con diversi fori di proiettili, anche sul parabrezza. Sulle fiancate dell'auto era ben visibile il logo 'Al Jazeera', mentre sul cofano anteriore era altrettanto visibile la scritta 'Tv' .


'''onu'''


"Mi aspetto che l'Onu abbia un ruolo nel dopoguerra". Con queste parole il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, si è rivolto ai giornalisti prima di recarsi dinanzi al consiglio di sicurezza convocato per discutere la situazione irachena.
"L'Onu è fonte di legittimità - ha detto Annan - E legittimità internazionale ora è necessaria all'Iraq e al resto del mondo".
Il segretario generale ha poi sottolineato che "ogni crisi è diversa dall'altra: l'Iraq non è Timor Est, l'Iraq non è il Kosovo".
La seduta si terrà nell'ufficio di Annan e sarà informale.


'''Medioriente'''



Avvio tortuoso per la visita di Joschka Fischer in Medio Oriente. Con un minimo preavviso, infatti, il ministro della Giustizia israeliano, Yosef Lapid ha deciso di cancellare il suo incontro con il capo della diplomazia tedesca, come ha reso noto un suo portavoce. Lapid aveva chiesto a Fischer di incontrarlo nel suo ufficio di Gerusalemme est, il settore occupato da Israele durante la guerra del 1967 e poi rivendicato dai palestinesi come futura capitale. Quando Fischer si è opposto alla sede dell'incontro, Lapid ha cancellato la riunione, come ha spiegato il suo portavoce Tzahi Moshe. "La Germania non può stabilire dove inizia e termina la sovranità di Israele a Gerusalemme" ha dichiarato Moshe. L'ambasciata tedesca sostiene di non essere stata informata di alcuna modifica sull'agenda e che l'incontro è ancora previsto per domani in un hotel di Gerusalemme est. Nabil Abu Rdeneh, assistente di Arafat, ha confermato che il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese riceverà Fischer nella giornta di mercoledì. Fischer ha poi previsto una serie di incontri con il primo ministro israeliano Ariel Sharon e con il neo-primo ministro palestinese Mahmoud Abbas, meglio noto come Abu Mazen, che riceverà ufficialmente l'incarico nei prossimi giorni. Al centro dei colloqui, la 'tabella di marcia' per la pace in Medio Oriente concepita dal 'Quartetto' (Stati Uniti, Unione Europea, Nazioni Unite e Russia). Per Arafat, quello con Fischer sarà il primo di una serie d'incontri con politici europei. La settimana prossima, infatti ha previsto una visita nella regione anche il primo ministro svedese Goran Persson. Oltre a lui, Arafat incontrerà nei prossimi giorni anche il ministro degli Esteri dell'Ue, Javier Solana, come ha annunciato Abu Rdeneh. "Si tratta dell'inizio di un nuovo movimento europeo e la prova che la causa palestinese è ancora centrale nella zona" ha dichiarato il consigliere di Arafat.

'''Brasile'''

I ‘senza terra’ hanno dato “due o tre mesi di tempo” al presidente brasiliano Luis Ignacio ‘Lula’ da Silva per imprimere una svolta significativa alla politica del Paese latino-americano. In un’intervista rilasciata al ‘Jornal do Brasil’, il dirigente nazionale del Movimento dei Lavoratori Senza Terra (Mst), Joao Pedro Stédile, ha dichiarato: “Il tempo sta passando e restano solo due o tre mesi perché l’esecutivo ci faccia capire dove intende andare”. Il capo del movimento contadino, che tra l’altro è laureato in economia all’università del Messico, ha poi affermato che “non esiste più l’entusiasmo popolare dei primi giorni di gennaio”, quando è salito al potere ‘Lula’, già operaio e leader sindacale. “La gente ha votato per il cambiamento – ha proseguito Stédile – ma l’élite brasiliana non ha alcuna intenzione di perdere i propri privilegi economici”. Anche come risposta indiretta a queste critiche, ieri il capo di gabinetto dell’esecutivo, José Dirceu, ha dichiarato che, nei primi 100 giorni del suo mandato, il presidente ha già conseguito il risultato principale, ovvero allontanare la crisi economica e riconquistare credibilità a livello internazionale.


'''ITALIA'''

'''Processi genova'''

Si è svolta oggi l’udienza al tribunale del riesame che deve decidere sulle misure cautelari nei confronti di alberto, il nostro compagno ancora detenuto in carcere da oltre quattro mesi per i fatti relativi alle maniofestazioni di genova del liùuglio 2001.
E’ attesa nei prossimi giorni, forse addirittura domani, la sentenza.
Riocordiamo che alberto, assieme a jimmy, è tra gli ultimi ancora in carcere. Le recenti sentenze del tribunale del riesame hanno concesso gli arresti domiciliari ai suoi coimputati.



'''Processo esso'''


Con la condanna a tre mesi di reclusione si è concluso oggi il processo a carico dei cinque
'disobbedienti' accusati di aver preso d'assalto, la sera del 21 marzo scorso, il distributore della Esso,
in via delle Sette Chiese, nei pressi di piazza dei Navigatori, a Roma, nell'ambito di una iniziativa di
protesta organizzata per dire no alla guerra in Iraq.
La sentenza è stata emessa dal giudice del tribunale della Capitale, in composizione monocratica,
Luciano Imperiali, al termine di una breve camera di consiglio.

Gli imputati, che hanno chiesto e ottenuto di essere giudicati con il rito abbreviato, sono stati riconosciuti colpevoli di furto e danneggiamento aggravati "per aver agito con violenza sulle cose e su cose esposte per necessita' e consuetudine a pubblico uso". Il giudice Imperiali ha inflitto loro anche 100 euro di multa a testa ma, stando a quanto riferito dal'avvocato Marco Lucentini, difensore dei cinque 'disobbbedienti', ha riconosciuto la prevalenza sulle aggravanti contestate delle attenuanti previste dall'articolo 61 (1 e 4) e 62 bis del codice penale. cioe' quelle di avere agito per motivi di particolare valore morale e sociale e la lievita' del danno economico subito dal gestore del distributore. Il tribunale ha stabilito, inoltre, la sospensione condizionale della pena e la non menzione per tre imputati, in quanto incensurati, al contrario degli altri due.


'''Scorie nucleari'''

Partito questa notte il carico delle scorie nucleari da Saluggia (Vercelli) alla centrale inglese di Sellafield per il riprocessamento. Greenpeace denuncia che sono transitati diversi treni merci ad alta velocita' in entrambe le direzioni nelle stesse ore in cui e' passato il treno delle scorie, nonostante che la circolazione dovesse essere interdetta, secondo quanto comunicato dagli organizzatori del trasporto. Una delegazione di Greenpeace, presente sul posto, ne ha potuto documentare il passaggio, con delle riprese video. ''E' inaccettabile sempre, e in particolare in questi tempi di guerra, che circolino carichi nucleari, e in piu' vengano disattese le piu' elementari norme di sicurezza - afferma Domitilla Senni, direttore generale di Greenpeace di questo chiediamo spiegazioni al Governo, alle Ferrovie dello Stato e alla Sogin'' .Per Greenpeace l'atteggiamento del governo e' irresponsabile perche' oltre a rappresentare un serissimo pericolo per l'ambiente, mette a rischio l'incolumita' delle persone: i comuni italiani attraversati dalla ferrovia Torino-Modane sono circa 25 ed in alcuni casi, come a Borgone, i binari passano a circa 3 metri dalle case.

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=== G.R. 13.00 ===


GUERRA IRAQ

BAGHDAD, TANK USA PENETRANO IN PALAZZO SADDAM = (AGI/REUTERS) - Baghdad, 7 apr. - Fonti giornalistiche hanno confermato di aver visto dal non lontano hotel 'Palestine' gli iracheni incendiare una trincea precedentemente riempita di petrolio, cosi' da creare una cortina fumogena davanti al palazzo nella speranza di rallentare l'avanzata degli avversari: tutto vano, giacche' questi hanno sfondato l'estrema linea di difesa e, preceduti da due tank, vi hanno fatto irruzione. Le fiamme proiettate in aria dal petrolio hanno investito le palme che costeggiano la riva occidentale del Tigri, appiccando il fuoco anche a esse in una scena spettrale. Gli americani sparano senza posa sui nemici che ancora resistono loro

Bassora quasi tutta presa, sacche di resistenza
I britannici affermano di avere in mano la maggior parte della città di Bassora (sud dell'Iraq), ma che vi sono ancora sacche di resistenza.


Arbil, 11:07
Iraq, 100 militari iracheni si arrendono a milizie curde.
Un centinaio di effettivi dell'esercito iracheno, tra cui sette ufficiali superiori, sembra si siano arresi stamane alle milizie curde del Pdk che da Arbil avanzano verso Mossul, nel nord dell'Iraq, secondo quanto riferisce la Kurdistan Tv, citata dall'agenzia iraniana Irna. La resa, secondo la fonte, è avvenuta nell'area di Pir Dawud, che insieme alle altre località vicine di Zorgezraw, Sheikh Shirvan e Herveh, è caduta nelle ultime ore nelle mani del Pdk. Gli stessi guerriglieri, secondo la fonte, si sono impadroniti di un carro armato e nove veicoli militari iracheni.

La televisione satellitare Sky News ha mostrato oggi immagini dell'interno del Palazzo presidenziale di Saddam Hussein, sulle rive del fiume Tigri a Baghdad, dove hanno stabilito postazioni soldati americani. MA LA STRUTTURA SEMBRA DISABITATA, SOLO SETTE SOLDATI A GUARDIA. Il corrispondente di Sky ha osservato che non ci sono molti mobili e che la struttura sembra essere disabitata da tempo.

AMBASCIATORE MOSCA, NESSUNA ARMA DISTRUZIONE DI MASSA - MOSCA, 7 APR - L'ambasciatore iracheno a Mosca, Abbas Khalaf, ha oggi affermato che e' ora dimostrato che ''in Iraq non ci sono armi di distruzione di massa'', ragione principale presunta per giustificare la guerra scatenata dagli anglo-americani. ''La guerra ha dimostrato che in Iraq non ci sono armi di distruzioni di massa e tutti possono convincersene'', ha detto l'ambasciatore citato dall'agenzia Itar-Tass. Finora nessun deposito di armi chimiche e biologiche, la cui esistenza era sostenuta prima della guerra dagli inglesi e dagli americani, e' stato ritrovato in Iraq.

GOVERNO DI OCCUPAZIONE IN IRAQ

LEADER OPPOSIZIONE, GLI USA POTREBBERO DOVER RESTARE 2 ANNI = Washington - Anche a guerra conclusa, le forze di occupazione statunitensi potrebbero dover rimanere in Iraq per un periodo di almeno due anno, prima che si possano tenere regolari elezioni e che s'insedi a tutti gli effetti un governo democratico autenticamente locale: e'ì l'opinione espressa durante un'intervista per il network televisivo 'Cbs' da Ahmed Chalabi, leader del Congresso Nazionale Iracheno, la principale delle forze di opposizione in esilio al regime di Saddam Hussein. "Non sono pronto per indicare uno scadenzario", ha dichiarato Chalabi, "ma ci aspettiamo che una nuova Costituzione sia ratificata nel giro di due anni". L'intervista era stata registrata giovedi' in un complesso fortificato situato un'impervia zona tra le montagne del Kurdistan iracheno.

TERZO VERTICE DI GUERRA USA-GB, MA SI PARLA DI DOPOGUERRA - Consulto di guerra oggi a Belfast, in Irlanda del Nord, fra George W. Bush e Tony Blair, ma per parlare di dopoguerra. Il presidente americano e il primo ministro britannico si incontrano nel pomeriggio nei pressi di Belfast per concordare le tappe che dovrebbero portare a un governo provvisorio formato da iracheni. I due sono in disaccordo sul ruolo dell'Onu nella formazione del governo di transizione, che secondo quanto dichiarato dalla Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Condoleezza Rice, dovrebbe restare esclusa in quanto gli Stati Uniti ''hanno dato il loro sangue'' per l'Iraq e hanno diritto a mentenere la leadership nel dopoguerra. Secondo 'Newsweek', Bush e Blair avrebbero invece gia' concordato, fin dall'incontro di Camp David del 27 marzo, che il governo ad interim sara' guidato da iracheni ''dell'interno'' e non ''da esuli''. Il Pentagono, invece, sostiene gli esuli, guidati dall'avvocato Ahmed Chalabi.

ANNAN CONVOCA CONSIGLIO SICUREZZA ONU - Il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, ha convocato per oggi alle 11 (le 17 italiane) il Consiglio di Sicurezza per discutere dell'Iraq. ''Sara' un incontro informale del segretario generale con i 15 membri del Consiglio'', ha indicato la presidenza messicana del Consiglio.

CENTO MOJAHEDDIN DEL POPOLO TORNATI IN IRAN - TEHERAN - Un centinaio di appartenenti ai Mojaheddin del popolo, la principale organizzazione armata dell'opposizione iraniana, sostenuta dall'Iraq e dichiarata terrorista dagli Usa e dalla Ue, sono rientrati in Iran e si sono arresi. Lo ha detto il ministro dei servizi segreti iraniano Ali Younesi, citato dall'agenzia Irna. Il ministro ha detto che questi rientri sono avvenuti nell'ultimo mese, ma ha negato che le forze anglo-americane abbiano attaccato i campi militari dei Mojaheddin in territorio iracheno. Younessi ha detto che i membri dell'organizzazione che decidono di abbandonarla e rientrare in Iran, ''se non hanno denunce pendenti contro di loro, potranno avere una vita normale nel Paese''

COMUNICAZIONE E GUERRA

Baghdad, 10:41
Iraq, soldati Usa sparano su troupe tv Al Jazeera.
Una troupe televisiva dell'emittente del Qatar Al Jazeera è stata presa di mira dai soldati americani sulla strada per l'aeroporto di Baghdad, ha riferito l'emittente stessa precisando che nessuno dei membri della troupe è rimasto ferito. L'emittente ha inoltre mostrato le immagini dell'auto dei giornalisti, visibilmente dannegiata, con numerosi vetri infranti e con diversi fori di proiettili, anche sul parabrezza. Sulle fiancate dell'auto era ben visibile il logo 'Al Jazeera', mentre sul cofano anteriore era altrettanto visibile la scritta 'Tv'

Baghdad, 09:52
Iraq, impedito ai giornalisti di uscire dall'Hotel Palestine
Ai giornalisti che si trovano all'hotel Palestine di Baghdad viene impedito di uscire dall'albergo. Lo ha detto la Cnn facendo vedere un gruppo di giornalisti assiepati davanti all'albergo. Nell'hotel Palestine si trova la maggior parte dei giornalisti stranieri che ancora lavorano a Baghdad.


RISVOLTI ECONOMICI DELLA GUERRA

Londra, 11:22
Petrolio, prezzo crolla a 23,65 dollari al barile: -4,1%
Apertura in forte ribasso per il greggio di riferimento europeo: il contratto del Brent per consegna a maggio viene scambiato attualmente sull'International Petroleum Exchange di Londra a quota 23,65 dollari al barile, il 4,1% in meno rispetto ai 24,68 dollari segnati in chiusura di venerdì scorso.

Milano, 10:17
Sviluppi guerra fanno correre le Borse europee
Rally in avvio per i listini europei. In un clima di ottimismo per l'attacco anglo-americano a Baghdad e per l'ingresso a Bassora il mercato prova ad anticipare il rally atteso alla fine della guerra. In luce in particolare Nokia (+3,5%) dopo che l'amministratore delegato ha detto in un'intervista che il conflitto in Iraq non ha avuto effetti sui ricavi. A Parigi balzo di Suez (+9,1%) colosso mondiale del settore dell'acqua e del gruppo assicurativo Axa (+8,2%). Corrono comunque tutti i titoli delle assicurazioni: l'eurostoxx settoriale guadagna il 4,86% mentre a Londra Prudential sale del 3,5%. Di seguito l'andamento dei principali indici europei.

 
GUERRA E AMBIENTE

WWF, CONFLITTO MINACCIA ANCHE PARADISO UCCELLI - Il delta mesopotamico iracheno, alla confluenza dei fiumi Tigri ed Eufrate, con le relative zone umide, e' una delle 238 aree individuate dal Wwf Internazionale come le piu' ricche di biodiversita' al mondo. In Iraq vivono sedici specie di uccelli minacciati o a rischio di estinzione, nonche' tre specie endemiche uniche di uccelli delle zone umide. E' quanto sostiene l'associazione nel dossier ''La guerra e' contro il Pianeta vivente'', in cui sottolinea anche i rischi per l'ambiente del conflitto in Iraq, rischi da tener presente al momento di avviare la ricostruzione del Paese. ''Gli ornitologi - osserva Gianfranco Bologna, segretario aggiunto del Wwf - hanno individuato complessivamente in Iraq 42 Iba (Important Bird Areas), le aree di maggiore importanza per la presenza di specie di uccelli, la maggior parte delle quali riguarda le zone umide del Sud e quindi gli straordinari ambienti palustri della Mesopotamia. Si tratta di aree che necessitano di azioni prioritarie per la conservazione a livello internazionale''. Secondo le analisi dell'Unep (il Programma Ambientale delle Nazioni Unite) le gia' minacciate aree palustri mesopotamiche sono ulteriormenete diminuite in superficie negli ultimi anni: dal 2000 al 2002 si sono ridotte del 30%, passando da 1.084 kmq a 759 kmq. Con un simile tasso di declino, questi ambienti preziosi per centinaia di specie di uccelli potrebbero scomparire nell'arco dei prossimi cinque anni.

20.000 BOMBE CHIMICHE IN ADRIATICO - ''I residuati di origine militare affondati nei mari italiani sono in numero tale da costituire un pericolo non solo per l'ambiente ma anche per i pescatori che perlustrano i fondali''. Lo denuncia l'Icram (l' Istituto centrale di ricerca sul mare) nel rapporto 'Residuati bellici affondati in Adriatico'. Solo per il basso Adriatico, sono piu' di 200 i casi documentati di pescatori intossicati e ustionati dalle esalazioni sprigionatesi da armi chimiche salpate con le reti. Grazie al programma Acab (Armi chimiche affondate e benthos) dell'Icram tra il 1997 e il 1999 sono state redatte mappe di quattro aree del basso adriatico vaste decine di miglia quadrate, dove si ritiene siano presenti, sottolinea il rapporto, ''almeno ventimila residui bellici a carica chimica''. In particolare, al largo di Molfetta sono stati individuati 11 ordigni all'iprite corrosi. Nel dicembre del 1943, infatti, a Bari affondo' sotto i bombardamenti tedeschi la nave Usa John Harvey, con almeno 15.000 bombe d'aereo all'iprite nelle sue stive, alle quali vanno aggiunte migliaia di ordigni inesplosi abbandonati dopo la guerra. Le immagini riprese con il Rov (remotely operated vehicle, una specie di robot comandato a distanza) e i campioni d'acqua, sedimento e pesce sono stati analizzati nei laboratori dell'Icram e dell'universita' di Siena e di Bari: in alcuni pesci esaminati, ad esempio triglie, sono state riscontrate lesioni cutanee ed epatiche, con tenori di arsenico in muscoli e branchie significativamente maggiori rispetto ai pesci non contaminati''Il progetto e' volto ad approfondire gli aspetti degli effetti sugli ecosistemi marini degli ordigni bellici, sia convenzionali che a carica chimica dell'Adriatico, Isole Tremiti in particolare'', sottolinea Ezio Amato, ricercatore dell'Istituto, titolare del progetto Acab. ''Le acque del mondo sono piene di ordigni bellici, per anni il mare e' stato utilizzato come pattumiera bellica. La cosa preoccupante e' che si tratta di un inquinamento traslato nel tempo, gli ordigni negli anni subiscono l'azione corrosiva dell'acqua di mare e cominciano a rilasciare sostanze tossiche''. Si tratta di rischi anche per i pescatori: lo scorso anno ad Anzio una bomba di 250 kg. fu tirata su dall'ancora di un traghetto. ''Su qualunque carta nautica vi sono le aree indicate come punti di affondamento dei residuati bellici - continua Amato - Pianosa e' stata scelta perche' riserva integrale e perche' l'area marina e' stata utilizzata come zona di discarica e per esercitazioni militari. Gli sminatori della marina sono gia' intervenuti a terra, ma i fondali sono contaminati con armi a carica convenzionale.


ALTRE NOTIZIE

BRASILE - IL MOVIMENTO DEI SENZA TERRA ha dato “due o tre mesi di tempo” al presidente brasiliano Luis Ignacio ‘Lula’ da Silva per imprimere una svolta significativa alla politica del Paese latino-americano. In un’intervista rilasciata al ‘Jornal do Brasil’, il dirigente nazionale del Movimento dei Lavoratori Senza Terra (Mst), Joao Pedro Stédile, ha dichiarato: “Il tempo sta passando e restano solo due o tre mesi perché l’esecutivo ci faccia capire dove intende andare”. Il capo del movimento contadino, che tra l’altro è laureato in economia all’università del Messico, ha poi affermato che “non esiste più l’entusiasmo popolare dei primi giorni di gennaio”, quando è salito al potere ‘Lula’, già operaio e leader sindacale. “La gente ha votato per il cambiamento – ha proseguito Stédile – ma l’élite brasiliana non ha alcuna intenzione di perdere i propri privilegi economici”. Anche come risposta indiretta a queste critiche, ieri il capo di gabinetto dell’esecutivo, José Dirceu, ha dichiarato che, nei primi 100 giorni del suo mandato, il presidente ha già conseguito il risultato principale, ovvero allontanare la crisi economica e riconquistare credibilità a livello internazionale.

COREA DEL NORD - Qualunque intervento del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sarà considerato un “preludio alla guerra”: con questa affermazione ieri il ministero degli esteri della Corea del Nord, attraverso l’agenzia di stampa nazionale Knca, ha ribadito l’opposizione di Pyongyang alla riunione prevista al Palazzo di Vetro per mercoledì prossimo per una decisione sulla crisi nucleare nordcoreana. Pyongyang ha, inoltre, polemizzato contro Washington, che preme per una risoluzione negativa del Consiglio contro il Paese coreano accusato di avere ripreso la produzione di armi nucleari, sostenendo che qualunque soluzione multilaterale adottata a livello delle Nazioni Unite sarebbe comunque inutile; "La lezione che arriva dall'Iraq è che soltanto una potente forza deterrente può tenere testa ad un paese come gli Stati Uniti in possesso di armi ultramoderne e ultra sofisticate” ha affermato ieri un portavoce del ministero nordcoreano. Non è chiaro, a questo punto, se il governo di Kim Jong Il continuerà a richiedere agli americani la sottoscrizione di un ‘trattato di non aggressione’, avendo provocatoriamente lasciato intendere che questo non impedirebbe comunque agli Usa di attaccare. Ma notizie di oggi sembrano indicare una tiepida disponibilità del regime comunista ad accettare una soluzione multilaterale se ci sarà un intervento a suo favore della Repubblica popolare cinese. Infatti, l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap rivela che ci sarebbero stati nelle scorse ore colloqui tra alti rappresentanti delle forze armate nordcoreani e cinesi.

BIRMANIA - L’organizzazione non governativa (Ong) ‘Gruppo rifugiati internazionali (Ri)’, con sede a Washington, negli Stati Uniti, ha accusato l’esercito birmano di sistematiche violenze contro le donne di numerose minoranze etniche. “Le violazioni sono continue e ripetute, commesse in totale impunità da ufficiali e da soldati semplici”, ha affermato il portavoce di Ri, Veronika Martin. La rappresentante dell’Ong ha presentato un rapporto contenente interviste realizzate con donne birmane alla frontiera tra il Paese e la Thailandia. Nel dossier si afferma che tre quarti delle intervistate ha dichiarato di conoscere almeno una donna che ha subìto violenza. Ri ha confermato 43 casi commessi su donne di etnia Karen, Karenni, Mon, Tavoyan e Shan. Le autorità birmane hanno smentito il rapporto, anche se in precedenza eguale denuncia era stata fatta da un’altra Ong che dichiarava azioni simili contro donne di etnia Shan. Il gruppo rifugiati internazionali ha chiesto all’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Acnur), di condannare le violazioni e tutti gli episodi di discrimazione contro le donne in Birmania nella risoluzione annuale sul Paese asiatico. L’Ong americana ha anche preannunciato una nuova e più approfondita indagine sul fenomeno. L’organizzazione ha anche chiesto al governo Tailandese di definire ulteriori protezioni per le rifugiate birmane fuggite a causa delle violenze subite nel proprio Paese e di rispettare i diritti delle donne, dei bambini come stabiliscono le convenzioni internazionali.

NOTIZIE DALL’INTERNO
Questa mattina il Tribunale di Roma emetterà la sentenza per i cinque disobbedienti fermati qualche settimana fa durante un’azione di boicottaggio di un distributore della Esso. Alle ore 14,00 a Piazzale Clodio il Movimento delle/dei disobbedienti terrà una Conferenza Stampa al termine dell’udienza e ricorda che l’11 di aprile ci sarà una giornata mondiale di mobilitazione contro la Esso.
NAPOLI, DISOCCUPATI SUL TORRIONE DEL MASCHIO ANGIOINO = Due disoccupati aderenti alla lista Lsd, sono saliti questa mattina su un torrione del Maschio Angioino a Napoli. Davanti all'ingresso del castello intanto, una cinquantina di senza lavoro sta manifestando urlando slogan. In mattinata una delegazione era stata ricevuta nella sede del Comune, in palazzo san Giacomo. Disagi anche in periferia, nel quartiere di Ponticelli, dove i dipendenti della ditta ''Bacino Napoli 5'', per la raccolta dei rifiuti, hanno bloccato l'ingresso della propria azienda impedendo l'entrata e l'uscita degli automezzi.

 
EVADONO IN 5 DA CARCERE RIMINI, TRA LORO RAPINATORI VILLE DIVELGONO SBARRE E FUGGONO DA FINESTRA (ANSA) - RIMINI, 7 APR - Cinque detenuti, sono evasi dal carcere di Rimini la scorsa notte. Alcuni degli evasi erano stati arrestati tra febbraio e marzo dalle Squadre mobili delle Questure di Rimini e Forli'. Secondo le prime indiscrezioni i detenuti, che erano tutti rinchiusi nella stessa cella, hanno divelto le sbarre della finestra usando un peso di ferro sottratto in palestra. Una volta nel cortile, hanno raggiunto il lato del carcere che fiancheggia l' autostrada A 14, hanno tagliato la rete di recinzione e sono fuggiti, probabilmente con l' aiuto di alcuni complici che li attendevano a bordo di auto. Le ricerche sono scattate subito, ma per ora senza esito positivo. All' interno del carcere e' in corso il sopralluogo della Polizia Scientifica della Questura di Rimini.


 





ORE 19.30

proposta sommario

ESTERI

Iraq, operazioni militari

Iraq, diplomazia

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Iraq, ONU

Brasile

Palestina

ITALIA

Processo alberto (audio)

processo esso (audio)

scorie nucleari (audio)

conferenza sulle mine (audio)

ore 17

iraq

Da fonti statunitense pare che le forze americane hanno preso il controllo di tre palazzi presidenziali a Baghdad. Sotto controllo Usa anche altri due palazzi presidenziali: uno sempre al centro della capitale, un terzo vicino all'aeroporto, che si trova a 20 km dal centro.

Nella presa dei due complessi nel centro della città le forze americane hanno incontrato una forte resistenza irakena. Molti sono gli irakeni morti sul campo, gli organi stampa occidentali non sanno ipotizzare quanti siano gli ierakeni civili e militari che sono morti, mentre pare che siano soltanto due i marines deceduti.

Nel terzo palazzo non c'è stata alcuna resistenza. Secondo l'operatore video della SkyNews, il primo ad aver filmato l'interno del palazzo presidenziale, il palazzo sembra abbandonato già da molto tempo.

Uno dei grandi quesiti ancora irrisolti della guerra in Iraq riguarda il numero totale delle vittime e dei feriti. Sia tra i militari sia tra la popolazione civile, le cifre sono le più disparate e quindi le meno attendibili. La Croce Rossa Internazionale ha affermato che durante i più violenti bombardamenti riceveva una media di 100 feriti ogni ora. Ma sul fronte dei dati, l'organizzazione internazionale si ferma qui. Tanto che nel suo ultimo rapporto (pubblicato stamani) non si azzarda a presentare una lista ufficiale di morti e feriti. La mancanza di informazioni sicure ha fatto si che scoppiasse una seconda guerra tra le forze in campo, quella propagandistica sui caduti. Gli americani sostengono di avere ucciso, nella sola giornata di domenica 6 aprile, oltre 2mila soldati iracheni e di avere perso, nel corso di tutta la guerra, 80 soldati. Sul fronte britannico, i caduti di Sua Maestà la Regaina ammonterebbero invece a 27. Dall'altro lato della barricata, gli iracheni avevano dichiarato che in seguito alla battaglia per la difesa dell'aeroporto Saddam Hussein di Baghdad sarebbero stati oltre 300 i cadaveri dei soldati statunitensi e britannici stesi sulla pista di decollo. Notizie sui propri militari gli iracheni invece non ne rilasciano. Il governo di Baghdad si è espresso solo sui civili e ha dichiarato che sarebbero 1.252 le vittime e 5.103 i feriti.

Il ministro dell'informazione iracheno Mohammad Said al Sahaf è apparso davanti ai giornalisti e ha negato che gli americani siano entrati a Bagdad con 65 carri armati: "posso dirvi che gli infedeli americani non sono presenti a Bagdad", ha detto. "Gli americani si stanno suicidando sulle mura di Bagdad", ha ribadito il ministro dell'informazione al Sahaf, che ha duramente attaccato l'emittente Tv al al Jazira, affermando che "fa propaganda per gli americani". L'emittente quatariota, ha detto al Sahaf "ha diffuso informazioni secondo cui il ministero dell'informazione e l'hotel Rashid erano in mano agli americani, come se sostenesse tali illazioni".

Ma oltre alle ingiurie del Ministro della informazione irakena Al Jazira si è anche dovuta ripare dal fuoco americano. Una troupe televisiva dell'emittente del Qatarè stata presa di mira dai soldati americani sulla strada per l'aeroporto di Baghdad, ha riferito l'emittente stessa precisando che nessuno dei membri della troupe è rimasto ferito. L'emittente ha inoltre mostrato le immagini dell'auto dei giornalisti, visibilmente dannegiata, con numerosi vetri infranti e con diversi fori di proiettili, anche sul parabrezza. Sulle fiancate dell'auto era ben visibile il logo 'Al Jazeera', mentre sul cofano anteriore era altrettanto visibile la scritta 'Tv' .

onu

"Mi aspetto che l'Onu abbia un ruolo nel dopoguerra". Con queste parole il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, si è rivolto ai giornalisti prima di recarsi dinanzi al consiglio di sicurezza convocato per discutere la situazione irachena. "L'Onu è fonte di legittimità - ha detto Annan - E legittimità internazionale ora è necessaria all'Iraq e al resto del mondo". Il segretario generale ha poi sottolineato che "ogni crisi è diversa dall'altra: l'Iraq non è Timor Est, l'Iraq non è il Kosovo". La seduta si terrà nell'ufficio di Annan e sarà informale.

Medioriente

Avvio tortuoso per la visita di Joschka Fischer in Medio Oriente. Con un minimo preavviso, infatti, il ministro della Giustizia israeliano, Yosef Lapid ha deciso di cancellare il suo incontro con il capo della diplomazia tedesca, come ha reso noto un suo portavoce. Lapid aveva chiesto a Fischer di incontrarlo nel suo ufficio di Gerusalemme est, il settore occupato da Israele durante la guerra del 1967 e poi rivendicato dai palestinesi come futura capitale. Quando Fischer si è opposto alla sede dell'incontro, Lapid ha cancellato la riunione, come ha spiegato il suo portavoce Tzahi Moshe. "La Germania non può stabilire dove inizia e termina la sovranità di Israele a Gerusalemme" ha dichiarato Moshe. L'ambasciata tedesca sostiene di non essere stata informata di alcuna modifica sull'agenda e che l'incontro è ancora previsto per domani in un hotel di Gerusalemme est. Nabil Abu Rdeneh, assistente di Arafat, ha confermato che il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese riceverà Fischer nella giornta di mercoledì. Fischer ha poi previsto una serie di incontri con il primo ministro israeliano Ariel Sharon e con il neo-primo ministro palestinese Mahmoud Abbas, meglio noto come Abu Mazen, che riceverà ufficialmente l'incarico nei prossimi giorni. Al centro dei colloqui, la 'tabella di marcia' per la pace in Medio Oriente concepita dal 'Quartetto' (Stati Uniti, Unione Europea, Nazioni Unite e Russia). Per Arafat, quello con Fischer sarà il primo di una serie d'incontri con politici europei. La settimana prossima, infatti ha previsto una visita nella regione anche il primo ministro svedese Goran Persson. Oltre a lui, Arafat incontrerà nei prossimi giorni anche il ministro degli Esteri dell'Ue, Javier Solana, come ha annunciato Abu Rdeneh. "Si tratta dell'inizio di un nuovo movimento europeo e la prova che la causa palestinese è ancora centrale nella zona" ha dichiarato il consigliere di Arafat.

Brasile

I ‘senza terra’ hanno dato “due o tre mesi di tempo” al presidente brasiliano Luis Ignacio ‘Lula’ da Silva per imprimere una svolta significativa alla politica del Paese latino-americano. In un’intervista rilasciata al ‘Jornal do Brasil’, il dirigente nazionale del Movimento dei Lavoratori Senza Terra (Mst), Joao Pedro Stédile, ha dichiarato: “Il tempo sta passando e restano solo due o tre mesi perché l’esecutivo ci faccia capire dove intende andare”. Il capo del movimento contadino, che tra l’altro è laureato in economia all’università del Messico, ha poi affermato che “non esiste più l’entusiasmo popolare dei primi giorni di gennaio”, quando è salito al potere ‘Lula’, già operaio e leader sindacale. “La gente ha votato per il cambiamento – ha proseguito Stédile – ma l’élite brasiliana non ha alcuna intenzione di perdere i propri privilegi economici”. Anche come risposta indiretta a queste critiche, ieri il capo di gabinetto dell’esecutivo, José Dirceu, ha dichiarato che, nei primi 100 giorni del suo mandato, il presidente ha già conseguito il risultato principale, ovvero allontanare la crisi economica e riconquistare credibilità a livello internazionale.

ITALIA

Processi genova

Si è svolta oggi l’udienza al tribunale del riesame che deve decidere sulle misure cautelari nei confronti di alberto, il nostro compagno ancora detenuto in carcere da oltre quattro mesi per i fatti relativi alle maniofestazioni di genova del liùuglio 2001. E’ attesa nei prossimi giorni, forse addirittura domani, la sentenza. Riocordiamo che alberto, assieme a jimmy, è tra gli ultimi ancora in carcere. Le recenti sentenze del tribunale del riesame hanno concesso gli arresti domiciliari ai suoi coimputati.

Processo esso

Con la condanna a tre mesi di reclusione si è concluso oggi il processo a carico dei cinque 'disobbedienti' accusati di aver preso d'assalto, la sera del 21 marzo scorso, il distributore della Esso, in via delle Sette Chiese, nei pressi di piazza dei Navigatori, a Roma, nell'ambito di una iniziativa di protesta organizzata per dire no alla guerra in Iraq. La sentenza è stata emessa dal giudice del tribunale della Capitale, in composizione monocratica, Luciano Imperiali, al termine di una breve camera di consiglio.

Gli imputati, che hanno chiesto e ottenuto di essere giudicati con il rito abbreviato, sono stati riconosciuti colpevoli di furto e danneggiamento aggravati "per aver agito con violenza sulle cose e su cose esposte per necessita' e consuetudine a pubblico uso". Il giudice Imperiali ha inflitto loro anche 100 euro di multa a testa ma, stando a quanto riferito dal'avvocato Marco Lucentini, difensore dei cinque 'disobbbedienti', ha riconosciuto la prevalenza sulle aggravanti contestate delle attenuanti previste dall'articolo 61 (1 e 4) e 62 bis del codice penale. cioe' quelle di avere agito per motivi di particolare valore morale e sociale e la lievita' del danno economico subito dal gestore del distributore. Il tribunale ha stabilito, inoltre, la sospensione condizionale della pena e la non menzione per tre imputati, in quanto incensurati, al contrario degli altri due.

Scorie nucleari

Partito questa notte il carico delle scorie nucleari da Saluggia (Vercelli) alla centrale inglese di Sellafield per il riprocessamento. Greenpeace denuncia che sono transitati diversi treni merci ad alta velocita' in entrambe le direzioni nelle stesse ore in cui e' passato il treno delle scorie, nonostante che la circolazione dovesse essere interdetta, secondo quanto comunicato dagli organizzatori del trasporto. Una delegazione di Greenpeace, presente sul posto, ne ha potuto documentare il passaggio, con delle riprese video. E' inaccettabile sempre, e in particolare in questi tempi di guerra, che circolino carichi nucleari, e in piu' vengano disattese le piu' elementari norme di sicurezza - afferma Domitilla Senni, direttore generale di Greenpeace di questo chiediamo spiegazioni al Governo, alle Ferrovie dello Stato e alla Sogin .Per Greenpeace l'atteggiamento del governo e' irresponsabile perche' oltre a rappresentare un serissimo pericolo per l'ambiente, mette a rischio l'incolumita' delle persone: i comuni italiani attraversati dalla ferrovia Torino-Modane sono circa 25 ed in alcuni casi, come a Borgone, i binari passano a circa 3 metri dalle case.

G.R. 9,30

Dall'alba sono in corso combattimenti alla periferia di Baghdad. E mentre le truppe angloamericane stringono lentamente la morsa sulla capitale e completano la conquista di Bassora, George W. Bush e Tony Blair si vedono oggi a Belfast per parlare di dopoguerra. Al centro del terzo vertice di guerra ci sono la ricostruzione, il governo provvisorio ed il ruolo dell'Onu, punto, questo, sul quale i due alla vigilia sembrano in disaccordo

ANNAN CONVOCA CONSIGLIO SICUREZZA ONU - Il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, ha convocato per oggi alle 11 (le 17 italiane) il Consiglio di Sicurezza per discutere dell'Iraq. Sara' un incontro informale del segretario generale con i 15 membri del Consiglio, ha indicato la presidenza messicana del Consiglio. * SI INCONTRANO I PAESI DEL GOLFO - Riunione straordinaria oggi dei ministri degli Esteri del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Ccg) per discutere della guerra in Iraq.

Baghdad, 08:39 Iraq, iracheni fanno esplodere due ponti nella capitale. Le forze irachene hanno fatto esplodere due ponti a Baghdad per tentare di ritardare l'invasione della città da parte degli americani, ha detto un generale Usa.

BAGHDAD, TANK USA PENETRANO IN PALAZZO SADDAM = (AGI/REUTERS) - Baghdad, 7 apr. - Fonti giornalistiche hanno confermato di aver visto dal non lontano hotel 'Palestine' gli iracheni incendiare una trincea precedentemente riempita di petrolio, cosi' da creare una cortina fumogena davanti al palazzo nella speranza di rallentare l'avanzata degli avversari: tutto vano, giacche' questi hanno sfondato l'estrema linea di difesa e, preceduti da due tank, vi hanno fatto irruzione. Le fiamme proiettate in aria dal petrolio hanno investito le palme che costeggiano la riva occidentale del Tigri, appiccando il fuoco anche a esse in una scena spettrale. Gli americani sparano senza posa sui nemici che ancora resistono loro

Baghdad, 08:41 Iraq, al Sahaf nega presenza di americani in città Il ministro dell'informazione iracheno Mohammad Said al Sahaf è apparso davanti ai giornalisti e ha negato che gli americani siano entrati a Baghdad con 65 carri armati: "posso dirvi che gli infedeli americani non sono presenti a Baghdad", ha detto.

ANCHE INVIATO BBC FERITO DA 'FUOCO AMICO' IN KURDISTAN = - Londra, 7 apr. - C'e' anche un inviato speciale della Bbc', John Simpson, tra i feriti nel bombardamento compiuto ieri per errore nel Kurdistan iracheno da un caccia F-15E americano contro un convoglio, nel quale viaggiavano unita' delle forze speciali Usa insieme a guerriglieri 'peshmerga' curdi. Era stato lo stesso Simpson a rendere noto l'episodio, costato la vita a un numero di persone ancora imprecisato, da dieci a diciotto a seconda delle versioni, nonche' il ferimento di altre 45. Tra queste lui stesso, raggiunto da una scheggia di bomba a una gamba, ma senza subire lesioni di particolare gravita'. Assai peggio e' andata a un interprete curdo che lavorava insieme al giornalista per il network pubblico britannico, Kamaran Abdurazaq Muhamed: l'onda d'urto ha letteralmente troncato ambedue le gambe del poveretto, che e' deceduto dissanguato piu' tardi.

Washington, 08:36 Iraq, Pentagono: non è ancora battaglia per Baghdad L'operazione in atto da parte delle forze americane dentro Baghdad è una "dimostrazione di forza" che manda al regime iracheno un messaggio di potenza ma non è ancora la tanto annunciata "battaglia per Baghdad", ha detto oggi un portavoce del Pentagono. "Questa è una dimostrazione di forza, un'operazione il cui scopo è mandare un messaggio forte al regime che noi possiamo andare dove vogliamo quando vogliamo", ha affermato la fonte. "Ma chiamare quella in atto la 'battaglia per Baghdad' è un'iperbole non adatta a questo punto", ha precisato.

Baghdad, 08:00 Iraq, sono tre i palazzi presidenziali presi dagli Usa Le forze americane hanno preso il controllo di tre palazzi presidenziali a Baghdad, ha detto un responsabile militare statunitense.

Baghdad, 07:54 Iraq, marines si tolgono le tute antigas: non c’è pericolo. I marines americani in Iraq hanno avuto il permesso di togliersi le tute protettive e le maschere antigas perché non vi sono segnali di pericolo di attacchi con armi chimiche o biologiche.

FRONTE NORD Mosul, 07:12 Iraq, pioggia di bombe alleate sulla città. Dalle 7,40 di oggi ora locale, le 5,40 ora italiane, Mosul si trova di nuovo sotto un intenso bombardamento da parte degli aerei alleati. Lo ha reso noto l'emittente satellitare pan-araba 'al-Jazeera', che ha trasmesso immagini di enormi colonne di fumo nero mentre si levavano al cielo dalle zone colpite. Secondo fonti giornalistiche presenti sul posto, gli attacchi alla principale città del nord iracheno si sono susseguiti a intermittenza per tutta la notte.

FRONTE SUD BASSORA As Sayliyah, 08:38 Iraq, Gb: Bassora quasi tutta presa, sacche di resistenza I britannici affermano di avere in mano la maggior parte della città di Bassora (sud dell'Iraq), ma che vi sono ancora sacche di resistenza.

Karbala, 21:57 Iraq, portavoce Usa: città sotto controllo Le truppe statunitensi hanno ucciso circa 400 iracheni nelle ultime 48 ore di scontri accaniti che hanno consentito loro di assumere il controllo di Karbala, città dell'Iraq centrale. Lo ha detto oggi un portavoce della 101/a divisione aviotrasportata. Il controllo della città, un centinaio di chilometri a sudovest della capitale, era fondamentale per proteggere l'avanzata verso Baghdad delle truppe alleate. "Tutte le strade qui portano a Baghdad e ora possiamo usarle", ha aggiunto Holden, "sono sicure, il pericolo di imboscate è minimo". La caduta di Karbala è costata solo negli ultimi due giorni decine di vittime tra i feddayn, le milizie comandante dal primogenito di Saddam Hussein, Uday, mentre gli americani hanno avuto una perdita.

ALTRE NOTIZIE

DA Mosca, 07:09 Rogo in scuola: muoiono 21 bimbi e un insegnante E' di 22 morti, quasi tutti bambini, il bilancio di un incendio in una scuola della Siberia orientale. Secondo fonti del ministero russo per le emergenze, nel rogo hanno perso la vita 21 alunni e un insegnante.

POLMONITE: SI AGGRAVA BILANCIO IN CINA, 53 LE VITTIME = (AGI/REUTERS) - Pechino, 7 apr. - Si e' ulteriormente aggravato in Cina il bilancio dell'epidemia di polmonite atipica che da settimane, sta infuriando nel Paese, specie nelle zone meridionali. Secondo quanto riferito dal ministero della Sanita', citato dalla televisione di Stato, il numero dei morti accertati a causa della misteriosa malattia e' salito a 53; i casi di contagio ammontano adesso ad almeno 1.268, 21 dei quali localizzati durante le ultime 24 ore nella sola provincia del Guangdong, la piu' colpita con ben 43 decessi finora certificati dalle autorita', che pure sostengono di aver ormai posto la situazione "sotto effettivo controllo".

20.000 BOMBE CHIMICHE IN ADRIATICO - ROMA, 4 APR - I residuati di origine militare affondati nei mari italiani sono in numero tale da costituire un pericolo non solo per l'ambiente ma anche per i pescatori che perlustrano i fondali. Lo denuncia l'Icram (l' Istituto centrale di ricerca sul mare) nel rapporto 'Residuati bellici affondati in Adriatico'. Solo per il basso Adriatico, sono piu' di 200 i casi documentati di pescatori intossicati e ustionati dalle esalazioni sprigionatesi da armi chimiche salpate con le reti. Grazie al programma Acab (Armi chimiche affondate e benthos) dell'Icram tra il 1997 e il 1999 sono state redatte mappe di quattro aree del basso adriatico vaste decine di miglia quadrate, dove si ritiene siano presenti, sottolinea il rapporto, almeno ventimila residui bellici a carica chimica. In particolare, al largo di Molfetta sono stati individuati 11 ordigni all'iprite corrosi. Nel dicembre del 1943, infatti, a Bari affondo' sotto i bombardamenti tedeschi la nave Usa John Harvey, con almeno 15.000 bombe d'aereo all'iprite nelle sue stive, alle quali vanno aggiunte migliaia di ordigni inesplosi abbandonati dopo la guerra. Le immagini riprese con il Rov (remotely operated vehicle, una specie di robot comandato a distanza) e i campioni d'acqua, sedimento e pesce sono stati analizzati nei laboratori dell'Icram e dell'universita' di Siena e di Bari: in alcuni pesci esaminati, ad esempio triglie, sono state riscontrate lesioni cutanee ed epatiche, con tenori di arsenico in muscoli e branchie significativamente maggiori rispetto ai pesci non contaminati.

G.R. 13.00

GUERRA IRAQ

BAGHDAD, TANK USA PENETRANO IN PALAZZO SADDAM = (AGI/REUTERS) - Baghdad, 7 apr. - Fonti giornalistiche hanno confermato di aver visto dal non lontano hotel 'Palestine' gli iracheni incendiare una trincea precedentemente riempita di petrolio, cosi' da creare una cortina fumogena davanti al palazzo nella speranza di rallentare l'avanzata degli avversari: tutto vano, giacche' questi hanno sfondato l'estrema linea di difesa e, preceduti da due tank, vi hanno fatto irruzione. Le fiamme proiettate in aria dal petrolio hanno investito le palme che costeggiano la riva occidentale del Tigri, appiccando il fuoco anche a esse in una scena spettrale. Gli americani sparano senza posa sui nemici che ancora resistono loro

Bassora quasi tutta presa, sacche di resistenza I britannici affermano di avere in mano la maggior parte della città di Bassora (sud dell'Iraq), ma che vi sono ancora sacche di resistenza.

Arbil, 11:07 Iraq, 100 militari iracheni si arrendono a milizie curde. Un centinaio di effettivi dell'esercito iracheno, tra cui sette ufficiali superiori, sembra si siano arresi stamane alle milizie curde del Pdk che da Arbil avanzano verso Mossul, nel nord dell'Iraq, secondo quanto riferisce la Kurdistan Tv, citata dall'agenzia iraniana Irna. La resa, secondo la fonte, è avvenuta nell'area di Pir Dawud, che insieme alle altre località vicine di Zorgezraw, Sheikh Shirvan e Herveh, è caduta nelle ultime ore nelle mani del Pdk. Gli stessi guerriglieri, secondo la fonte, si sono impadroniti di un carro armato e nove veicoli militari iracheni.

La televisione satellitare Sky News ha mostrato oggi immagini dell'interno del Palazzo presidenziale di Saddam Hussein, sulle rive del fiume Tigri a Baghdad, dove hanno stabilito postazioni soldati americani. MA LA STRUTTURA SEMBRA DISABITATA, SOLO SETTE SOLDATI A GUARDIA. Il corrispondente di Sky ha osservato che non ci sono molti mobili e che la struttura sembra essere disabitata da tempo.

AMBASCIATORE MOSCA, NESSUNA ARMA DISTRUZIONE DI MASSA - MOSCA, 7 APR - L'ambasciatore iracheno a Mosca, Abbas Khalaf, ha oggi affermato che e' ora dimostrato che in Iraq non ci sono armi di distruzione di massa, ragione principale presunta per giustificare la guerra scatenata dagli anglo-americani. La guerra ha dimostrato che in Iraq non ci sono armi di distruzioni di massa e tutti possono convincersene, ha detto l'ambasciatore citato dall'agenzia Itar-Tass. Finora nessun deposito di armi chimiche e biologiche, la cui esistenza era sostenuta prima della guerra dagli inglesi e dagli americani, e' stato ritrovato in Iraq.

GOVERNO DI OCCUPAZIONE IN IRAQ

LEADER OPPOSIZIONE, GLI USA POTREBBERO DOVER RESTARE 2 ANNI = Washington - Anche a guerra conclusa, le forze di occupazione statunitensi potrebbero dover rimanere in Iraq per un periodo di almeno due anno, prima che si possano tenere regolari elezioni e che s'insedi a tutti gli effetti un governo democratico autenticamente locale: e'ì l'opinione espressa durante un'intervista per il network televisivo 'Cbs' da Ahmed Chalabi, leader del Congresso Nazionale Iracheno, la principale delle forze di opposizione in esilio al regime di Saddam Hussein. "Non sono pronto per indicare uno scadenzario", ha dichiarato Chalabi, "ma ci aspettiamo che una nuova Costituzione sia ratificata nel giro di due anni". L'intervista era stata registrata giovedi' in un complesso fortificato situato un'impervia zona tra le montagne del Kurdistan iracheno.

TERZO VERTICE DI GUERRA USA-GB, MA SI PARLA DI DOPOGUERRA - Consulto di guerra oggi a Belfast, in Irlanda del Nord, fra George W. Bush e Tony Blair, ma per parlare di dopoguerra. Il presidente americano e il primo ministro britannico si incontrano nel pomeriggio nei pressi di Belfast per concordare le tappe che dovrebbero portare a un governo provvisorio formato da iracheni. I due sono in disaccordo sul ruolo dell'Onu nella formazione del governo di transizione, che secondo quanto dichiarato dalla Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Condoleezza Rice, dovrebbe restare esclusa in quanto gli Stati Uniti hanno dato il loro sangue per l'Iraq e hanno diritto a mentenere la leadership nel dopoguerra. Secondo 'Newsweek', Bush e Blair avrebbero invece gia' concordato, fin dall'incontro di Camp David del 27 marzo, che il governo ad interim sara' guidato da iracheni dell'interno e non da esuli. Il Pentagono, invece, sostiene gli esuli, guidati dall'avvocato Ahmed Chalabi.

ANNAN CONVOCA CONSIGLIO SICUREZZA ONU - Il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, ha convocato per oggi alle 11 (le 17 italiane) il Consiglio di Sicurezza per discutere dell'Iraq. Sara' un incontro informale del segretario generale con i 15 membri del Consiglio, ha indicato la presidenza messicana del Consiglio.

CENTO MOJAHEDDIN DEL POPOLO TORNATI IN IRAN - TEHERAN - Un centinaio di appartenenti ai Mojaheddin del popolo, la principale organizzazione armata dell'opposizione iraniana, sostenuta dall'Iraq e dichiarata terrorista dagli Usa e dalla Ue, sono rientrati in Iran e si sono arresi. Lo ha detto il ministro dei servizi segreti iraniano Ali Younesi, citato dall'agenzia Irna. Il ministro ha detto che questi rientri sono avvenuti nell'ultimo mese, ma ha negato che le forze anglo-americane abbiano attaccato i campi militari dei Mojaheddin in territorio iracheno. Younessi ha detto che i membri dell'organizzazione che decidono di abbandonarla e rientrare in Iran, se non hanno denunce pendenti contro di loro, potranno avere una vita normale nel Paese

COMUNICAZIONE E GUERRA

Baghdad, 10:41 Iraq, soldati Usa sparano su troupe tv Al Jazeera. Una troupe televisiva dell'emittente del Qatar Al Jazeera è stata presa di mira dai soldati americani sulla strada per l'aeroporto di Baghdad, ha riferito l'emittente stessa precisando che nessuno dei membri della troupe è rimasto ferito. L'emittente ha inoltre mostrato le immagini dell'auto dei giornalisti, visibilmente dannegiata, con numerosi vetri infranti e con diversi fori di proiettili, anche sul parabrezza. Sulle fiancate dell'auto era ben visibile il logo 'Al Jazeera', mentre sul cofano anteriore era altrettanto visibile la scritta 'Tv'

Baghdad, 09:52 Iraq, impedito ai giornalisti di uscire dall'Hotel Palestine Ai giornalisti che si trovano all'hotel Palestine di Baghdad viene impedito di uscire dall'albergo. Lo ha detto la Cnn facendo vedere un gruppo di giornalisti assiepati davanti all'albergo. Nell'hotel Palestine si trova la maggior parte dei giornalisti stranieri che ancora lavorano a Baghdad.

RISVOLTI ECONOMICI DELLA GUERRA

Londra, 11:22 Petrolio, prezzo crolla a 23,65 dollari al barile: -4,1% Apertura in forte ribasso per il greggio di riferimento europeo: il contratto del Brent per consegna a maggio viene scambiato attualmente sull'International Petroleum Exchange di Londra a quota 23,65 dollari al barile, il 4,1% in meno rispetto ai 24,68 dollari segnati in chiusura di venerdì scorso.

Milano, 10:17 Sviluppi guerra fanno correre le Borse europee Rally in avvio per i listini europei. In un clima di ottimismo per l'attacco anglo-americano a Baghdad e per l'ingresso a Bassora il mercato prova ad anticipare il rally atteso alla fine della guerra. In luce in particolare Nokia (+3,5%) dopo che l'amministratore delegato ha detto in un'intervista che il conflitto in Iraq non ha avuto effetti sui ricavi. A Parigi balzo di Suez (+9,1%) colosso mondiale del settore dell'acqua e del gruppo assicurativo Axa (+8,2%). Corrono comunque tutti i titoli delle assicurazioni: l'eurostoxx settoriale guadagna il 4,86% mentre a Londra Prudential sale del 3,5%. Di seguito l'andamento dei principali indici europei.

GUERRA E AMBIENTE

WWF, CONFLITTO MINACCIA ANCHE PARADISO UCCELLI - Il delta mesopotamico iracheno, alla confluenza dei fiumi Tigri ed Eufrate, con le relative zone umide, e' una delle 238 aree individuate dal Wwf Internazionale come le piu' ricche di biodiversita' al mondo. In Iraq vivono sedici specie di uccelli minacciati o a rischio di estinzione, nonche' tre specie endemiche uniche di uccelli delle zone umide. E' quanto sostiene l'associazione nel dossier La guerra e' contro il Pianeta vivente, in cui sottolinea anche i rischi per l'ambiente del conflitto in Iraq, rischi da tener presente al momento di avviare la ricostruzione del Paese. Gli ornitologi - osserva Gianfranco Bologna, segretario aggiunto del Wwf - hanno individuato complessivamente in Iraq 42 Iba (Important Bird Areas), le aree di maggiore importanza per la presenza di specie di uccelli, la maggior parte delle quali riguarda le zone umide del Sud e quindi gli straordinari ambienti palustri della Mesopotamia. Si tratta di aree che necessitano di azioni prioritarie per la conservazione a livello internazionale. Secondo le analisi dell'Unep (il Programma Ambientale delle Nazioni Unite) le gia' minacciate aree palustri mesopotamiche sono ulteriormenete diminuite in superficie negli ultimi anni: dal 2000 al 2002 si sono ridotte del 30%, passando da 1.084 kmq a 759 kmq. Con un simile tasso di declino, questi ambienti preziosi per centinaia di specie di uccelli potrebbero scomparire nell'arco dei prossimi cinque anni.

20.000 BOMBE CHIMICHE IN ADRIATICO - I residuati di origine militare affondati nei mari italiani sono in numero tale da costituire un pericolo non solo per l'ambiente ma anche per i pescatori che perlustrano i fondali. Lo denuncia l'Icram (l' Istituto centrale di ricerca sul mare) nel rapporto 'Residuati bellici affondati in Adriatico'. Solo per il basso Adriatico, sono piu' di 200 i casi documentati di pescatori intossicati e ustionati dalle esalazioni sprigionatesi da armi chimiche salpate con le reti. Grazie al programma Acab (Armi chimiche affondate e benthos) dell'Icram tra il 1997 e il 1999 sono state redatte mappe di quattro aree del basso adriatico vaste decine di miglia quadrate, dove si ritiene siano presenti, sottolinea il rapporto, almeno ventimila residui bellici a carica chimica. In particolare, al largo di Molfetta sono stati individuati 11 ordigni all'iprite corrosi. Nel dicembre del 1943, infatti, a Bari affondo' sotto i bombardamenti tedeschi la nave Usa John Harvey, con almeno 15.000 bombe d'aereo all'iprite nelle sue stive, alle quali vanno aggiunte migliaia di ordigni inesplosi abbandonati dopo la guerra. Le immagini riprese con il Rov (remotely operated vehicle, una specie di robot comandato a distanza) e i campioni d'acqua, sedimento e pesce sono stati analizzati nei laboratori dell'Icram e dell'universita' di Siena e di Bari: in alcuni pesci esaminati, ad esempio triglie, sono state riscontrate lesioni cutanee ed epatiche, con tenori di arsenico in muscoli e branchie significativamente maggiori rispetto ai pesci non contaminatiIl progetto e' volto ad approfondire gli aspetti degli effetti sugli ecosistemi marini degli ordigni bellici, sia convenzionali che a carica chimica dell'Adriatico, Isole Tremiti in particolare, sottolinea Ezio Amato, ricercatore dell'Istituto, titolare del progetto Acab. Le acque del mondo sono piene di ordigni bellici, per anni il mare e' stato utilizzato come pattumiera bellica. La cosa preoccupante e' che si tratta di un inquinamento traslato nel tempo, gli ordigni negli anni subiscono l'azione corrosiva dell'acqua di mare e cominciano a rilasciare sostanze tossiche. Si tratta di rischi anche per i pescatori: lo scorso anno ad Anzio una bomba di 250 kg. fu tirata su dall'ancora di un traghetto. Su qualunque carta nautica vi sono le aree indicate come punti di affondamento dei residuati bellici - continua Amato - Pianosa e' stata scelta perche' riserva integrale e perche' l'area marina e' stata utilizzata come zona di discarica e per esercitazioni militari. Gli sminatori della marina sono gia' intervenuti a terra, ma i fondali sono contaminati con armi a carica convenzionale.

ALTRE NOTIZIE

BRASILE - IL MOVIMENTO DEI SENZA TERRA ha dato “due o tre mesi di tempo” al presidente brasiliano Luis Ignacio ‘Lula’ da Silva per imprimere una svolta significativa alla politica del Paese latino-americano. In un’intervista rilasciata al ‘Jornal do Brasil’, il dirigente nazionale del Movimento dei Lavoratori Senza Terra (Mst), Joao Pedro Stédile, ha dichiarato: “Il tempo sta passando e restano solo due o tre mesi perché l’esecutivo ci faccia capire dove intende andare”. Il capo del movimento contadino, che tra l’altro è laureato in economia all’università del Messico, ha poi affermato che “non esiste più l’entusiasmo popolare dei primi giorni di gennaio”, quando è salito al potere ‘Lula’, già operaio e leader sindacale. “La gente ha votato per il cambiamento – ha proseguito Stédile – ma l’élite brasiliana non ha alcuna intenzione di perdere i propri privilegi economici”. Anche come risposta indiretta a queste critiche, ieri il capo di gabinetto dell’esecutivo, José Dirceu, ha dichiarato che, nei primi 100 giorni del suo mandato, il presidente ha già conseguito il risultato principale, ovvero allontanare la crisi economica e riconquistare credibilità a livello internazionale.

COREA DEL NORD - Qualunque intervento del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sarà considerato un “preludio alla guerra”: con questa affermazione ieri il ministero degli esteri della Corea del Nord, attraverso l’agenzia di stampa nazionale Knca, ha ribadito l’opposizione di Pyongyang alla riunione prevista al Palazzo di Vetro per mercoledì prossimo per una decisione sulla crisi nucleare nordcoreana. Pyongyang ha, inoltre, polemizzato contro Washington, che preme per una risoluzione negativa del Consiglio contro il Paese coreano accusato di avere ripreso la produzione di armi nucleari, sostenendo che qualunque soluzione multilaterale adottata a livello delle Nazioni Unite sarebbe comunque inutile; "La lezione che arriva dall'Iraq è che soltanto una potente forza deterrente può tenere testa ad un paese come gli Stati Uniti in possesso di armi ultramoderne e ultra sofisticate” ha affermato ieri un portavoce del ministero nordcoreano. Non è chiaro, a questo punto, se il governo di Kim Jong Il continuerà a richiedere agli americani la sottoscrizione di un ‘trattato di non aggressione’, avendo provocatoriamente lasciato intendere che questo non impedirebbe comunque agli Usa di attaccare. Ma notizie di oggi sembrano indicare una tiepida disponibilità del regime comunista ad accettare una soluzione multilaterale se ci sarà un intervento a suo favore della Repubblica popolare cinese. Infatti, l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap rivela che ci sarebbero stati nelle scorse ore colloqui tra alti rappresentanti delle forze armate nordcoreani e cinesi.

BIRMANIA - L’organizzazione non governativa (Ong) ‘Gruppo rifugiati internazionali (Ri)’, con sede a Washington, negli Stati Uniti, ha accusato l’esercito birmano di sistematiche violenze contro le donne di numerose minoranze etniche. “Le violazioni sono continue e ripetute, commesse in totale impunità da ufficiali e da soldati semplici”, ha affermato il portavoce di Ri, Veronika Martin. La rappresentante dell’Ong ha presentato un rapporto contenente interviste realizzate con donne birmane alla frontiera tra il Paese e la Thailandia. Nel dossier si afferma che tre quarti delle intervistate ha dichiarato di conoscere almeno una donna che ha subìto violenza. Ri ha confermato 43 casi commessi su donne di etnia Karen, Karenni, Mon, Tavoyan e Shan. Le autorità birmane hanno smentito il rapporto, anche se in precedenza eguale denuncia era stata fatta da un’altra Ong che dichiarava azioni simili contro donne di etnia Shan. Il gruppo rifugiati internazionali ha chiesto all’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Acnur), di condannare le violazioni e tutti gli episodi di discrimazione contro le donne in Birmania nella risoluzione annuale sul Paese asiatico. L’Ong americana ha anche preannunciato una nuova e più approfondita indagine sul fenomeno. L’organizzazione ha anche chiesto al governo Tailandese di definire ulteriori protezioni per le rifugiate birmane fuggite a causa delle violenze subite nel proprio Paese e di rispettare i diritti delle donne, dei bambini come stabiliscono le convenzioni internazionali.

NOTIZIE DALL’INTERNO Questa mattina il Tribunale di Roma emetterà la sentenza per i cinque disobbedienti fermati qualche settimana fa durante un’azione di boicottaggio di un distributore della Esso. Alle ore 14,00 a Piazzale Clodio il Movimento delle/dei disobbedienti terrà una Conferenza Stampa al termine dell’udienza e ricorda che l’11 di aprile ci sarà una giornata mondiale di mobilitazione contro la Esso. NAPOLI, DISOCCUPATI SUL TORRIONE DEL MASCHIO ANGIOINO = Due disoccupati aderenti alla lista Lsd, sono saliti questa mattina su un torrione del Maschio Angioino a Napoli. Davanti all'ingresso del castello intanto, una cinquantina di senza lavoro sta manifestando urlando slogan. In mattinata una delegazione era stata ricevuta nella sede del Comune, in palazzo san Giacomo. Disagi anche in periferia, nel quartiere di Ponticelli, dove i dipendenti della ditta Bacino Napoli 5, per la raccolta dei rifiuti, hanno bloccato l'ingresso della propria azienda impedendo l'entrata e l'uscita degli automezzi.

EVADONO IN 5 DA CARCERE RIMINI, TRA LORO RAPINATORI VILLE DIVELGONO SBARRE E FUGGONO DA FINESTRA (ANSA) - RIMINI, 7 APR - Cinque detenuti, sono evasi dal carcere di Rimini la scorsa notte. Alcuni degli evasi erano stati arrestati tra febbraio e marzo dalle Squadre mobili delle Questure di Rimini e Forli'. Secondo le prime indiscrezioni i detenuti, che erano tutti rinchiusi nella stessa cella, hanno divelto le sbarre della finestra usando un peso di ferro sottratto in palestra. Una volta nel cortile, hanno raggiunto il lato del carcere che fiancheggia l' autostrada A 14, hanno tagliato la rete di recinzione e sono fuggiti, probabilmente con l' aiuto di alcuni complici che li attendevano a bordo di auto. Le ricerche sono scattate subito, ma per ora senza esito positivo. All' interno del carcere e' in corso il sopralluogo della Polizia Scientifica della Questura di Rimini.

gror030407 (last edited 2008-06-26 09:49:46 by anonymous)