GR ORE 13.00

Dibattito in parlamento

Ha aperto il suo inetrvento chiedendo almeno tremila uomini il ministro degli esteri Franco frattini

L'intervento d'emergenza dell'Italia prevede come prima priorità l'aiuto medico-sanitario in tempi brevi, anche attraverso ospedali da campo in diversi punti della regione, ha detto Frattini, precisando che l'obiettivo è quello che il "dopo-guerra non faccia altre vittime" e si possano evitare epidemie e malnutrizioni.

L'intervento italiano sarà multidimensionale e mirerà ad aiuti umanitari e opere di intervento urgente per ripristinare la funzionalità delle infrastrutture e dei servizi che possono migliorare la condizione di vita presente del prossimo futuro in Iraq.

"Trai 2.500 e i tre mila soldati italiani in Iraq" Saranno tra i 2.500 e i tre mila i soldati italiani che saranno inviati in Iraq. soldati che serviranno, secondo frattini, per difendere l'operato delle forze impegnate negli aiuti umanitari. Unità del Genio ferrovieri, unità per il disinquinamento batteriologico e chimico e per la bonifica dagli ordigni, unità della Marina Militare con elicotteri e cacciamine per lo sminamento, oltre a carabinieri che avranno compito di tutela e di polizia militare. Sono queste alcune delle componenti militari della missione italiana in Iraq annunciate in Senato da Frattini.

.L'intervento italiano in Iraq e, dunque, l'invio dei militari, "non era stato assolutamente deciso in precedenza". Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, smentisce cos?conversando con i giornalisti alla Camera, le ipotesi di stampa che accreditano un "patto con Bush" sottoscritto prima del conflitto in merito all'invio delle forze militari italiane. Nessun patto, ma neppure "nessuna lista della spesa degli Stati Uniti. Certo - ha spiegato - loro sanno quali sono i nostri punti di eccellenza (dagli sminatori ai reparti Nbc), ma non c'?tata fatta nessuna richiesta". Il ministro ha spiegato che ?tata data "la disponibilit?italiana sulle cose che siamo in grado di fare bene, ma solo perch?i siamo messi una mano sulla coscienza perch?on possiamo lasciare il popolo iracheno in queste condizioni". E prima del conflitto, ribadisce, "abbiamo solo avuto delle riflessioni sul supporto logistico da dare

E' un'ipocrisia folle perche' si vogliono inviare truppe di supporto a quelle di occupazione. Franco Giordano, capogruppo del Prc alla Camera, bolla cosi' l'intervento del ministro degli Esteri Franco Frattini che ha chiesto l'invio di truppe italiane di scorta agli aiuti umanitari in Iraq. Il Prc intende depositare una mozione per il no alla richiesta del Governo sulla quale spera, come dice Giordano, nella convergenza di tutti i parlamentari dell'opposizione che si sono schierati contro la guerra. Con l'invio di nostre truppe - osserva Giordano - siamo a un coinvolgimento totale nella guerra. Gli aiuti umanitari possono essere fatti solo dalle Nazioni Unite e quando gli eserciti si sono ritirati, altrimenti l'Iraq non e' una terra che potra' essere gestita dagli iracheni in autonomia, ma solo una colonia

Aiuti umanitari due

In Iraq, dice il responsabile britannico per la ricostruzione, non c'?lcuna crisi umanitaria. Secondo il generale Tim Cross, che dovrebbe collaborare col generale americano Garner nella gestione della transizione in Iraq, rispetto ad altre situazioni del passato la situazione nel Paese non ?oi particolarmente preoccupante. Alla Bbc, Cross dice: "dal punto di vista umanitario in Iraq non c'?lcuna crisi almeno nel senso tradizionale del termine e se paragoniamo la situazione irachena con quella di molte altre zone del mondo": Il generale Cross evidenza soperattutto un elemento: in Iraq il numero di profughi ?elativamente basso e questa "?na buona notizia". Quanto ai beni essenziali - acqua, elettricit? medicinali - secondo Cross questi non scarseggiano o non scarseggiano in modo preoccupante. L'ottimismo di Cross non ?er??ndiviso da David Wimhurst, dell'ufficio umanitario per l'Iraq delle Nazioni Unite. "Sul piano sanitario c'?ndubbiamente una vera e propria crisi. E lo stesso si pu??re anche per quanto riguarda l'acqua e l'energia elettrica. Sono pericoli gravi per la salute pubblica". Wimhurst aggiunge: "se le infrastrutture non saranno ripristinate rapidamente la crisi ?estinata a farsi pi??ave".

Futuro governo

Presso la base aerea di Tallil, nei pressi dell'antico centro di Ur dei Caldei, ?niziato il vertice tra gli inviati Usa e gli esponenti dei diversi gruppi dell'opposizione irachena. Mentre nella vicina Nasiriyah continuano le proteste di migliaia di sciiti contro il vertice, i delegati curdi, sunniti e sciiti giunti a Ur hanno iniziato a incontrare gli inviati americani. Non lontano dal grande Ziggurat di Ur, la piramide terrazzata assiro-babilonese che svetta nel luogo dove sarebbe nato il patriarca Abramo, un centinaio di delegati iracheni hanno iniziato i loro incontro con la delegazione alleata. Ospite e grande regista dei lavori: Zalmay Khalilzad, inviato speciale della Casa Bianca, l'uomo che ha coordinato sinora i rapporti con l'opposizione in esilio (come gi?ece ai tempi della guerra in Aghfanistan. A introdurre l'incontro, come ha confermato ieri mattina il segretario di Stato Usa Colin Powell, sara' Jay Garner, il generale in pensione che guida l'Ufficio per la Ricostruzione e l'Assistenza Umanitaria (ORHA), l'organizzazione che dovr?traghettare l'Iraq verso la democrazia fino alla formazione di un governo civile iracheno. E la prima fase, cio' di cui si discutera' domani, e' proprio la formazione di una "IIA" Interim Iraqi Authority, che dovra' reggere il paese fino alle elezioni

manifestazioni

Migliaia di persone si sono radunate questa mattina a Nasiriya per protestare contro l'incontro che si terr?ggi nella citt?rachena tra i rappresentanti dei movimenti politici della resistenza e gli americani. Secondo un comunicato ripreso dall'agenzia stampa saudita SPA, si sarebbero radunati nella piazza principale di Nasiriya circa ventimila manifestanti. La protesta ha avuto luogo davanti all'ex sede del Partito Baath, dove i manifestanti scandivano lo slogan 'no all'America, no a Saddam", oppure "si alla libert?si alla pace". La protesta ?tata guidata da alcuni Imam locali, secondo i quali il popolo iracheno pu??sere rappresentato solo dal clero sciita islamico della citt?anta di Najaf. Mac

Bagdad

L'hotel 'Palestine' di Baghdad e' stato perquisito dai marines a caccia di armi. Le porte dele camere di alcuni giornalisti che alloggiano nell'albergo, come qella di un inviato della radio canadese, sono state sfondate a calci dai soldati che hanno anche chiuso tutte le vie di accesso all'edificio. Davanti all'hotel, che conta 18 piani, si sono radunati anche questa mattina circa 200 manifestanti contrari alla presenza delle truppe statunitensi nel Paese. "Via gli americani" e "Liberta', non occupazione" erano gli slogan intornati dalla piccola folla Incursione questa mattina di marines americani nell'Hotel Palestine a Baghdad. L'albergo, dove sono ospitati le centinaia di giornalisti, secondo i militari americani sarebbe stato utilizzato per proteggere gruppi di fedeli a Saddam. Nel raid sono stati fermati almeno quattro iracheni che non avevano regolari documenti di identificazione. Altri sospetti sono interrogati in una stanza dell'albergo. Tra questi anche anche un cameraman televisivo. Fonti militari rivelano che secondo informazioni di intelligence, all'interno del Palestine si nasconderebbero miliziani paramilitari iracheni (o stranieri). Così è stata decisa l'irruzione. I militari si sono introdotti all'improvviso nell'albergo e hanno iniziato una perquisizione a tappeto stanza per stanza. Le perquisizioni si sono concentrate ai piani 16 e 17 dell'albergo, che ospitano un gran numero di giornalisti stranieri (anche italiani). Senza tanti complimenti i marine hanno sorpreso molti giornalisti ancora a letto e gli hanno intimato di alzarsi puntandogli contro i fucili mitragliatori M-16. I marines hanno controllato le credenziali dei giornalisti, li hanno perquisiti e li hanno interrogati. Il sergente Jose Guillen, conferma l'operazione e precisa che "non ci sono stati colpi di arma da fuoco". Una producer della Cnn, Linda Roth, dice che i marine sono entrati anche nella sua stanza senza fornire spiegazioni. I marine, dice la Roth, erano apparentemente in "cerca di qualcuno".

Siria

Il ministro degli Esteri turco Abullah Gul ha affermato oggi a Lussemburgo che il suo paese non ha "alcuna prova" del possesso da parte della Siria di armi di distruzione di massa e ha lanciato un appello alla "saggezza" a tutti i paesi coinvolti in Medio Oriente. "Finora non abbiamo prove. Ma forse gli americani ne hanno", ha dichiarato Gul durante una conferenza stampa alla fine di un incontro tripartito con la presidenza greca dell'Unione europea e con la Commissione europea

Les principaux journaux am?cains pressaient mardi l'administration du pr?dent George W. Bush d'?ter de menacer militairement la Syrie, m? si Damas aide des terroristes et d?ent des armes interdites.Les quotidiens New York Times et Los Angeles Times laissent entendre tous les deux que Washington est assez occup?vec l'Irak pour s'embarrasser ?enacer la Syrie, et que les Etats-Unis risquaient de s'imposer dans le monde arabe avec une image de bellig?nt."Washington renforcerait les pires craintes du monde arabe s'il adoptait maintenant une approche militaire bellig?nte vis-?is de chaque pays de la r?on qu'il n'aime pas", ?it le New York Times.Le Los Angeles Times estime pour sa part que des sanctions diplomatiques et ?nomiques seraient une meilleure fa? de traiter avec Damas."A moins que quelqu'un ne montre que ce pays est un vrai danger pour (les Etats-Unis), cette approche reste la meilleure option - et la meilleure fa? d'?ter de renforcer l'impression de beaucoup dans le monde que (les Etats-Unis) sont une puissance imp?aliste qui essaie de remodeler le Moyen-Orient sous la menace d'un fusil", ?it le journal.Le quotidien ?nomique Wall Street Journal estime de son c??que la victoire de Washington sur Saddam Hussein devrait rendre une attaque inutile car la Syrie, comme la Cor?du Nord, auront retenu la le?."Un des avantages d'avoir lib? Bagdad, c'est que nous pourrons peut-?e am?orer l'attitude de ces pays sans avoir ?ous battre", note le journal. "L'exemple irakien, selon lui, pourrait les amener ?epenser quels sont les co??et les avantages d'apporter un soutien ?a terreur et autre chaos".

Devolution

Umberto Bossi vuole fare una dedica precisa dopo l'ok di Montecitorio al ddl che porta il suo nome: "La devoluzione - dice il leader del Carroccio alla Padania - e' dedicata a tutti coloro che sono stati processati per la liberta', per le proprie idee e tra questi ci sono anche molti dirigenti e militanti leghisti che hanno subito decine di procedimenti penali. Questo deve essere un monito chiaro a ricordarsi come la sinistra predica bene, ma razzola molto male quando parla di federalismo e di liberta'. Fu sotto il loro governo che la magistratura si scateno' contro gli uomini della liberta'".

Congo

Prosegue il lavor?diplomatico per la pacificazione della Repubblica democratica del Congo mentre giungono informazioni sempre pi??eoccupanti sul nuovo focolaio apertosi nel fine settimana nel Sud Kivu, la zona sud orientale del Paese, dove ?n corso una campagna militare congiunta dei ribelli della Coalizione democratica congolese (Rcd-Goma) e dell'esercito ruandese (Apr). Ieri nella capitale congolese Kinshasa si ?volta la prima riunione del cosiddetto 'Comitato di sostegno' dove sono riuniti intorno ad un tavolo i pi??ti rappresentanti di tutti i protagonisti della crisi congolese - governo ufficiale, opposizione armata e non armata e societ?ivile - ai quali ?tato affidato il compito di definire i termini di applicazione degli accordi siglati a Sun City (Sudafrica) sulla futura gestione del potere in ex Zaire e che hanno coronato uno sforzo diplomatico (conosciuto col nome di 'dialogo intracongolese') durato quasi un anno e mezzo. La riunione di ieri ?tata aperta dal presidente congolese Koseph Kabila e ha visto la partecipazione di tutti i principali gruppi ribelli attivi nel Paese: gli uomini del Movimento di liberazione del Congo (Mlc) di Jean Pierre Bemba, quelli dello Rcd-Ml, della Rcd-N e i partigiani congolesi della zona sud orientale del Paese Mayi Mayi. Unici grandi assenti i rappresentanti della filoruandese Coalizione democratica congolese (Rcd-Goma), il pi??portante movimento ribelle dell'intero ex Zaire che controlla e da anni amministra, in via semi ufficiale ormai, i territori del sud est del Congo. Secondo quanto riportano fonti della MISNA i rappresentanti della Rcd-Goma avrebbero ritenuto insufficienti le misure di sicurezza Kinshasa. La riunione del 'Comitato di sostegno' si ?omunque svolta regolarmente; un incontro a porte chiuse da cui ?merso pochissimo se non la volont?i creare una tabella di marcia che prevede incontri molto frequenti. Intanto dal Sud Kivu, proprio la zona sotto il controllo della Rcd-Goma, ancora questa mattina sono arrivate testimonianze della violenta operazione lanciata da ribelli e soldati ruandesi dell'Apr sulle tracce degli miliziani di Mudundu 40, il gruppo armato che la scorsa settimana ha attaccato alcune postazioni della Rcd-Goma nella citt?i Bukavu, capoluogo del Sud Kivu. Rastrellamenti compiuti casa per casa nella zona di Walungu e Burhale (una settantina di chilometri a sud ovest di Bukavu) e che, stando alle drammatiche testimonianze raccolte, interessano tutti gli uomini "superiori ai 5 anni di et?

Palestina

Un miliziano di Ezzedin El Qassam, il braccio armato del movimento integralista di Hamas, è riuscito a infiltrarsi stamane nella zona industriale del valico di Karni, tra la Striscia di Gaza e Israele, dove ha ucciso due civili israeliani e ne ha feriti altri tre prima di essere ucciso a sua volta. Lo hanno riferito fonti giornalistiche palestinesi.

Le fonti hanno precisato che il miliziano, Mohamed Yunis (18 anni), è riuscito a infiltrarsi nell'area del valico di Karni dove avviene lo scambio di prodotti israeliani e palestinesi, aprendo il fuoco con un fucile mitragliatore e lanciando bombe a mano contro gli addetti israeliani.

GR ORE 9.30

Iraq

Ci saranno anche rappresentanti del Kurdistan al vertice delle forze dell'opposizione irachena in programma per oggi a Nassiriya, in Iraq meridionale: lo ha confermato all'Ansa Fauzi Atrushy, portavoce del Partito democratico del Kurdistan (Pdk) del leader Massud Barzani. Il nostro partito sara' rappresentato da Hoshyar Zibari che e' un membro del direttivo - ha riferito Atrushy - e siamo certi anche sulla presenza di rappresentanti dell'Unione patriottica (Upk), il secondo partito che amministra la regione curda guidato da Jalal Talabani. Atrushy ha escluso invece la presenza al vertice dello stesso Barzani: Quello di Nassiriya sara' solo un incontro e non una conferenza - ha spiegato - e questo vuol dire che non potra' assumere nessuna decisione. Resta tuttavia importante perche' per la prima volta l'opposizione interna potra' confrontare le proprie idee con i rappresentanti dell'opposizione che hanno invece sempre vissuto all'estero. Secondo il portavoce del Pdk l'incontro potra' essere inoltre decisivo per riportare l'ordine e la sicurezza nelle citta' del paese perche' l'obiettivo di tutti e' un Iraq unito e in pace. Alla riunione di Nassiriya, che e' stata patrocinata dagli Usa, sara' presente anche Jay Garner, il generale in pensione americano a capo dell'Ufficio della ricostruzione e dell'assistenza umanitaria (Orha), l'organismo che dovra' amministrare l'Iraq fino alla formazione di un governo civile iracheno. Non partecipera' invece lo Sciri, il principale gruppo dell'opposizione sciita, con base in Iraq; mentre Ahmed Chalabi, l'esponente dell'opposizione in esilio sostenuto dal Pentagono come futuro capo del governo iracheno, inviera' un suo rappresentante.

Governi amici

Una squadra composta da 12 esperti australiani partira' la settimana prossima per l'Iraq per unirsi alla ricerca di armi di distruzioni di massa, la cui esistenza non e' stata ancora provata. Il ministro della difesa Robert Hill ha inoltre anticipato che il governo ha deciso di inviare personale dell'aeronautica per controllare il traffico aereo all'aeroporto di Baghdad. L'australia ha dato il suo contributo alla campagna angloamericana in Iraq dispiegando 2.000 uomini, diversi caccia F-18 e due fregate nella zona del Golfo Persico. Il 2 maggio il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ricevera' il primo ministro John Howard nel suo ranch, in Texas, per discutere temi legati alla ricostruzione dell'Iraq

Governi nemici

Il Canada ha in serbo un altro "no" per la Casa Bianca, dopo quello, pesantissimo, contro la guerra in Iraq. Gli Stati Uniti, che ora puntano il dito sulla Siria, accusata di proteggere i leader iracheni in fuga e di essere in possesso di armi chimiche, non potranno, neppure questa volta, contare sul fedele alleato canadese. Il primo ministro Jean Chretien storce il naso all'idea che Damasco possa essere la prossima candidata per un cambio forzato di regime, "all'americana". Chretien ne ha parlato a margine della sua visita ai Caraibi. Il primo ministro canadese ha sottolineato che per dirimere questioni di questa natura c'?l Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. "La nostra posizione? La stessa che abbiamo tenuto sulla crisi in Iraq" ha sbottato Chretien, che ha difeso con forza per settimane il suo fermo no alla guerra, senza un parere positivo dell'Onu. L'opposizione di Ottawa ?ondata sul principio del rispetto della legalit?nternazionale e di autodeterminazione dei popoli. "Ci sono molti governi che non mi piacciono al mondo e che condanno per le loro politiche inumane e anti democratiche - ha a pi??prese ribadito Chretien - ma questo non vuol dire che quei governi possano essere rovesciati con la forza dall'esercito di un altro Stato".

Fuoco amico

Sono tre i soldati statunitensi morti nelle ultime ventiquattr'ore in due differenti incidenti, a Baghdad. Due militari, appartenenti al Quinto Corpo, sono stati uccisi dall'esplosione di una granata, mentre svolgevano lavoro di manutenzione su un veicolo a un posto di controllo a sud della capitale irachena. La conferma che non si e' trattato di "fuoco ostile" e' arrivata da un comunicato del Comando Centrale, diffuso a Baghdad. Un terzo militare e' invece rimasto ucciso mentre scaricava delle armi, nelle vicinanze dell'aeroporto internazionale di Baghdad

Palestina

Un palestinese e' stato ucciso in nottata da una cannonata sparata da un carro armato israeliano a Rafah, nel sud della striscia di Gaza, secondo quanto si e' appreso da fonti mediche palestinesi.quando un carro armato israeliano ha aperto il fuoco contro due palestinesi il cui comportamento e' apparso sospetto ai militari La vittima, Abdu el Hamid Abu al Aich, 32 anni, abitava nel quartiere di Tal al Sultan. La sua morte, secondo un bilancio stabilito dall'Afp, porta a 3.514 il numero delle persone uccise dall'inizio della Nuova Intifada (28 settembre 2000), di cui 2.375 palestinesei e 721 israeliani.

Vertice Atene

Brasile

Si intensificano in Brasile le occupazioni di ?fazendas? nell?ambito della campagna contro il latifondo lanciata all?inizio di aprile dal Movimento dei contadini Senza Terra (Mst). L?iniziativa, mirata a sensibilizzare la popolazione brasiliana sulla lotta per il possesso della terra e il sempre pi??ssiccio esodo dei contadini dalle campagne, culminer?ioved?rossimo, Giornata internazionale della Riforma agraria. In questa data si commemorer?nche il settimo anniversario del massacro di Eldorado dos Caraj? dall?omonima localit?el Par?ove il 17 aprile 1996 la polizia militare uccise 19 ?Sem Terra? e ne fer?n centinaio.