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''' OGM e greenpeace '''

 Il gigante dell'agrochimica Monsanto ha ricevuto il
rating piu' basso, tripla C, sul fronte ambientale e della gestione
strategica, da Innovest, una societa' di consulenza alla quale Greenpeace ha
commissionato una ricerca, resa nota oggi a New York.
Il rapporto, che arriva a pochi giorni dalla riunione generale
annuale della Monsanto, mette in guardia gli azionisti ed i potenziali
investitori sul "rischio al di sopra della media" a cui vanno incontro e
prevede che la Monsanto "avra' probabilmente una performance inferiore nel
mercato a medio-lungo termine".
Monsanto ha sofferto perdite per 1,7 miliardi di dollari nel 2002 e non e'
riuscita ad entrare in nuovi mercati per i suoi controversi prodotti
geneticamente modificati. Eppure la Monsanto continua a perseguire la sua
politica incosciente scommettendo su una diffusa accettazione degli Ogm.
"Sebbene le perdite dello scorso anno abbiano portato ad un cambio nella
dirigenza dell'azienda, non hanno mutato affatto la strategia. Se la
Monsanto non intraprende dei passi per mitigare i rischi, ulteriori perdite
per gli investitori sono prevedibili" afferma Frank Dixon , direttore della
Innovest. "Il rischio di forti perdite dovute all'inquinamento genetico o a
fallimenti tecnologici insieme al rifiuto evidente del mercato degli Ogm non
fanno della Monsanto un buon investimento"
Gli Ogm costituiscono uno dei prodotti che hanno incontrato piu' di ogni
altro il rifiuto dei consumatori ed i Paesi che sono i maggiori importatori
di cibo (Cina, Giappone e Corea) hanno seguito di recente l'approccio
restrittivo dell'Unione Europea. Negli Usa, piu' del 90% dei consumatori
chiede ora l'etichettatura degli Ogm e molti rifiuterebbero questi prodotti
se fosse data loro la scelta. Ad aggravare la situazione, Innovest
sottolinea il mancato ottenimento di autorizzazioni alla commercializzazione
di alcune varieta' ogm.
Il rapporto della Innovest sui rischi associati ad un investimento nella
Monsanto dedica particolare attenzione all'inevitabilita' della
contaminazione genetica. Riferendosi al caso Starlink, nel quale la Aventis
ha perso 1 miliardo di dollari, Innovest stima la perdita potenziale per uno
scenario simile in 3,83 dollari per azione (attualmente il titolo e' quotato
sui 16 euro).
"L'agrochimica rimane il business principale della Monsanto, ma il calo di
vendite di Round-up ed altri pesticidi non selettivi del 24% registrato lo
scorso anno ha lasciato la societa' sempre piu' vulnerabile. La Monsanto si
sta scavando la fossa con le proprie mani insistendo a proporre gli Ogm"
afferma Luca Colombo, responsabile campagna Ogm di Greenpeace.

ore 13.00

unione europea

Sono ripresi con un giallo che potrebbe trasformarsi in caso diplomatico i lavori della seconda giornata del vertice Ue di Atene. I leader comunitari tengono una riunione congiunta a 40 con tutti i Paesi europei non membri e non candidati all'Ue ma partecipanti alla Conferenza europea. Prima, però, la presidenza greca ha diffuso a nome del vertice una dichiarazione sull'Iraq, nella quale riafferma l'esigenza di dare un ruolo centrale all'Onu nel dopo Saddam. "Non ne abbiamo parlato al tavolo comune" dei capi di Stato e di governo dei Quindici, precisa il premier italiano Silvio Berlusconi. Che aggiunge: non può esserci "una dichiarazione di alcuni Paesi che possa passare dal Consiglio europeo. Non mi sembra la procedura corretta".

La dichiarazione sull' Iraq è stata presentata ieri da quattro Paesi: Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna. Ma oggi è stata presentata come dichiarazione della presidenza greca.

Il presidente del Consiglio ribadisce quindi che, in vista del semestre di presidenza di turno dell'Ue (1 luglio 2003), "l'Italia non avanza nessuna proposta" sulle istituzioni comuni come l'ONU, "avendo la responsabilità di trovare una soluzione finale". Cosi l'Italia di fatto, in quanto a fedele sudditanza agli USA scavalca i cobelligeranti Gran Bretagna e l'alleata Spagna. Una dichiarazione di principi subito 'ritoccata' di fronte all'opinione che vorrebbe il Consiglio europeo trasformato nell'unico organo esecutivo dell'Unione: "Esiste un'altra tesi - spiega ai giornalisti Berlusconi - per cui il Consiglio dovrebbe assegnare a ogni capo di governo una competenza che oggi è assegnata ai vari commissari. In questo modo il Consiglio sarebbe un vero consiglio dei ministri, che dovrebbe riunirsi con regolarità ogni 15 giorni".

Ma la leggerezza italiana ad abolire possibili strategie comuni destrutturando le istituzioni comunitarie si è manifestata durante tutta la giornata di ieri sottoforma di consapevole parodia: Ieri ad Atene era circolata la voce di un'intesa sorprendente fra alcuni capi di Stato e di governo per abolire la Commissione europea, trasferendo i suoi poteri al Consiglio: "Una proposta paradossale - taglia corto Berlusconi - Una risposta a una proposta altrettanto paradossale (abolire il Consiglio, ndr) avanzata da Jacques Chirac".

OGM e greenpeace

  • Il gigante dell'agrochimica Monsanto ha ricevuto il

rating piu' basso, tripla C, sul fronte ambientale e della gestione strategica, da Innovest, una societa' di consulenza alla quale Greenpeace ha commissionato una ricerca, resa nota oggi a New York. Il rapporto, che arriva a pochi giorni dalla riunione generale annuale della Monsanto, mette in guardia gli azionisti ed i potenziali investitori sul "rischio al di sopra della media" a cui vanno incontro e prevede che la Monsanto "avra' probabilmente una performance inferiore nel mercato a medio-lungo termine". Monsanto ha sofferto perdite per 1,7 miliardi di dollari nel 2002 e non e' riuscita ad entrare in nuovi mercati per i suoi controversi prodotti geneticamente modificati. Eppure la Monsanto continua a perseguire la sua politica incosciente scommettendo su una diffusa accettazione degli Ogm. "Sebbene le perdite dello scorso anno abbiano portato ad un cambio nella dirigenza dell'azienda, non hanno mutato affatto la strategia. Se la Monsanto non intraprende dei passi per mitigare i rischi, ulteriori perdite per gli investitori sono prevedibili" afferma Frank Dixon , direttore della Innovest. "Il rischio di forti perdite dovute all'inquinamento genetico o a fallimenti tecnologici insieme al rifiuto evidente del mercato degli Ogm non fanno della Monsanto un buon investimento" Gli Ogm costituiscono uno dei prodotti che hanno incontrato piu' di ogni altro il rifiuto dei consumatori ed i Paesi che sono i maggiori importatori di cibo (Cina, Giappone e Corea) hanno seguito di recente l'approccio restrittivo dell'Unione Europea. Negli Usa, piu' del 90% dei consumatori chiede ora l'etichettatura degli Ogm e molti rifiuterebbero questi prodotti se fosse data loro la scelta. Ad aggravare la situazione, Innovest sottolinea il mancato ottenimento di autorizzazioni alla commercializzazione di alcune varieta' ogm. Il rapporto della Innovest sui rischi associati ad un investimento nella Monsanto dedica particolare attenzione all'inevitabilita' della contaminazione genetica. Riferendosi al caso Starlink, nel quale la Aventis ha perso 1 miliardo di dollari, Innovest stima la perdita potenziale per uno scenario simile in 3,83 dollari per azione (attualmente il titolo e' quotato sui 16 euro). "L'agrochimica rimane il business principale della Monsanto, ma il calo di vendite di Round-up ed altri pesticidi non selettivi del 24% registrato lo scorso anno ha lasciato la societa' sempre piu' vulnerabile. La Monsanto si sta scavando la fossa con le proprie mani insistendo a proporre gli Ogm" afferma Luca Colombo, responsabile campagna Ogm di Greenpeace.

GR ORE 9.30

ESTERI

Iraq

Il generale Tommy Franks, capo delle operazioni militari in Iraq, sposterà prossimamente il quartier generale, ora a Doha, nel Qatar, per trasferirsi in Iraq. Lo ha annunciato ieri il generale Stanley McChrystal nel corso di una conferenza stampa al Pentagono.

  • "Se il quartier generale sarà situato proprio a Baghdad non lo posso dire. Ma ora, poiché siamo in una fase di transizione, il generale Franks trasferirà probabilmente il quartier generale in Iraq" ha dichiarato McChrystal. Il generale McChrystal ha poi affermato che, anche se la guerra è praticamente terminata, rimangono città che non sono state ancora raggiunte dagli americani, specialmente a nord di Tikrit, la città natale di Saddam Hussein. Una parte delle truppe potrebbe tuttavia tornare in patria, ha annunciato.

In Iraq, comunque, i combattimenti non sono finiti. Focolai di resistenza sono presenti in alcune aree, soprattutto al nord.

Siria

L'esercito americano è pronto a lanciare un'operazione di commando in territorio siriano se Saddam Hussein dovesse essere localizzato in Siria. Lo scrive il quotidiano londinese Times. Sebbene le truppe che cercano in Iraq i gerarchi del deposto regime abbiano ricevuto l'ordine di rispettare la frontiera siriana, per Saddam Hussein verrebbe fatta un'eccezione, scrive il giornale citando una fonte americana di alto livello presso il Comando centrale (Centcom) in Qatar. Se le forze speciali americane impegnate nell'ovest dell'Iraq avessero "prove credibili" sulla localizzazione dell'ex dittatore, hanno l'autorizzazione del comando ad entrare in Siria. Per giustificare l'azione, scrive il giornale, il comando americano invocherebbe un controverso diritto previsto dalla legge internazionale, in base al quale i militari che inseguono un sospettato di terrorismo avrebbero diritto a entrare in un paese straniero senza autorizzazione. Il segretario di stato americano Collin Powell ha annunciato oggi l'intenzione di recarsi a Damasco per discutere con il presidente siriano Bahsar Assad le tensioni sorte tra i due Paesi in seguito alla guerra in Iraq. In un'intervista alla televisione dell'agenzia di stampa Associated Press, Powell ha rivelato di aver avviato uno scambio diplomatico molto intenso con le autorita' di Damasco Gli esperti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite s'incontreranno oggi per discutere la bozza di risoluzione proposta dalla Siria, che chiede la liberazione dalle armi di distruzione di massa del Medio Oriente. Se gli esperti non raggiungeranno un accordo, la bozza tornerà al Consiglio di sicurezza. Lo ha spiegato l'ambasciatore messicano presso l'Onu, Adolfo Aguilar Zinser. La Siria ha proposto la risoluzione per liberarsi dall'accusa di avere programmi per la costruzione di armi chimiche e batteriologiche, ma anche per mettere in imbarazzo gli Stati Uniti, il cui principale alleato nella regione, Israele, è ampiamente sospettato di detenere armi nucleari.

Afganistan

Il comando strategico e il controllo dell’Isaf, la forza militare internazionale di peacekeeping composta da 4500 uomini di 29 Paesi, in estate passeranno alla Nato. E' questa la prima volta che l'Alleanza Atlantica assumerà il comando di una missione in un'area esterna al suo normale territorio d'azione; e lo fa su richiesta dell'Olanda e della Germania che hanno guidato l'Isaf finora nella sua attività mirata a garantire sicurezza al governo afgano a Kabul e nei dintorni. Superata, a quanto pare, qualche perplessità espressa sulle rpime dalla Francia che sembrva obiettare a un'influenza troppo americana sulla Nato. E' anche questo un aspetto della trasformazione che l'Alleanza, a cui aderiscono oggi 19 Paesi, sta di fatto gradualmente subendo rispetto agli scopi per cui nacque nel 1949. In Afghanistan agisce anche un'altra forza militare di coalizione di oltre undicimila uomini guidata dagli Stati Uniti e impegnata nella caccia ai talebani e agli uomini di al Qaida in varie zone del Paese.

Australia

È stato ufficialmente chiuso oggi il controverso centro di detenzione per richiedenti asilo di Woomera (Australia meridionale), già teatro di frequenti rivendicazioni e disordini messi in atto dai profughi, esasperati dalle pesanti condizioni di vita e dalle lungaggini burocratiche. Una delle più gravi forme di protesta è avvenuta un anno fa, proprio nel periodo di Pasqua, quando centinaia di attivisti giunti da ogni parte del Paese hanno abbattuto parte del recinto ed aiutato a fuggire una cinquantina di richiedenti asilo. Alcuni reclusi nel centro di Woomera, che finora ha ospitato circa 1.400 ‘boat-people’ (in prevalenza afgani, iracheni e iraniani), sono arrivati in passato a cucirsi la bocca con del filo per protestare contro il governo australiano, mentre altri hanno scelto il suicidio. Mentre Woomera chiude, si temono nuove proteste in un altro campo di detenzione nel sud dell’Australia, quello di Port Augusta. Trecento poliziotti sono stati inviati sul posto per evitare che, in vista della Pasqua, gli ‘ospiti’ tentino di emulare la fuga attuata lo scorso anno dai residenti di Woomera. La legge australiana prevede che le migliaia di clandestini che con sempre maggiore frequenza approdano sulle coste del Paese vengano rinchiusi in centri di raccolta per il periodo necessario a istruire una pratica che porterà alla concessione dell’asilo o all’espulsione. Di fatto i richiedenti asilo arrivano ad attendere anche 3 o 4 anni prima di vedere espletata la loro pratica e, nel frattempo, vengono lasciati in questi edifici sperduti nel deserto dai quali è proibito fuggire.

Italia

Giovedi' 17 aprile ci sara’ la decisione del gip sulla richiesta di archiviazione per legittima difesa per il carabiniere accusato dell’omicidio di Carlo Giuliani. La prima udienza era stata il 18 febbraio, ma era durata solo un quarto d' ora ed e' stata rinviata al 17 aprile, per impedimento di uno degli avvocati, l' udienza del Gip Elena Daloiso sulla richiesta di archiviazione, formulata dal pm Silvio Franz, nei confronti dei due carabinieri indagati per la morte di Carlo Giuliani, avvenuta in piazza Alimonda il 20 luglio del 2001 durante gli scontri del G8. L' udienza si e' tenuta in una delle aule del settimo piano di palazzo di giustizia. Erano assenti i due carabinieri indagati Mario Placanica, accusato di aver sparato a Carlo Giuliani, e Filippo Cavataio, autista del defender sul quale i militari si trovavano. In aula erano presenti i difensori dei due carabinieri, l' avvocato Giuseppe Gallo per Placanica e Umberto Pruzzo per Cavataio, e i legali della parte civile, cioe' la famiglia Giuliani, Giuliano Pisapia e Sara Pinton. Per quanto riguarda il terzo militare che si trovava sul defender, Dario Raffone, la sua posizione e' gia' stata archiviata I consulenti nominati dal PM S. Franz sostengono che Placanica non aveva scelta e avrebbe sparato perché esposto a pericolo “grave ed imminente”. Placanica avrebbe inoltre sparato in aria; il proiettile esploso dalla sua pistola sarebbe poi stato deviato da un calcinaccio prima di colpire Carlo Giuliani. Diametralmente opposte le conclusioni a cui giungono i consulenti nominati dalla parte civile, secondo i quali il calcinaccio non devia il proiettile, anzi colpisce proprio il Defender, lasciandovi un’evidente ammaccatura. Quindi secondo G. Pisapia, legale della famiglia Giuliani, Placanica spara ad altezza uomo. Quello che si vuole è un processo, un dibattimento, che renda possibile discutere delle diverse ipotesi della parte civile, delle contraddizioni di Placanica negli interrogatori. Un processo con periti al di sopra delle parti, dove anche la parte civile abbia la possibilità di poter interrogare e controinterrogare i testimoni, soprattutto Placanica e gli altri occupanti del Defender come l’autista Cavataio. Solo un dibattimento processuale garantisce quel meccanismo di esame e controesame di testimoni, parti e periti, che può portare all’attento esame di tutte le ipotesi, e all’emersione di nuove ipotesi.

gror030417 (last edited 2008-06-26 09:56:34 by anonymous)