GR ORE 19.00

Sommario

Iraq

Sanzioni

La germania risponde positivamente alle richieste della Francia di intyerropmpere le sanzioni contro l'iraq. Nessuna pregiudiziale da parte del governo tedesco sulla sospensione delle sanzioni dell'Onu nei confronti dell'Iraq. Ci si trova di fronte ad un periodo di intense discussioni e l'esecutivo di Berlino ?perto a qualunque suggerimento: compresa la proposta francese di una sospensione immediata dell'embargo, ha sottolineato una portavoce del Ministero degli Esteri tedesco. Le proposte su un'eventuale sospensione delle sanzioni erano gi?state discusse al vertice di Atene e prima ancora Al vertice tripartito franco-russo-tedesco di San Pietroburgo, ha spiegato il portavoce del governo Thomas Steg, e quindi l'esecutivo rosso-verde guidato da Gerhard Schroeder non si ?etto sorpreso dal suggerimento francese. Tuttavia in nessuno dei due vertici si ?arlato in dettaglio di una posizione comune. La proposta francese non deve essere valutata quindi come una divergenza fra i due governi, ma solamente come una differente base di partenza per le discussioni che continueranno a New York nell'ambito del Consiglio di Sicurezza, ha concluso il portavoce. Mgi 1328

Lo sblocco delle sanzioni, porterebbe anche ad altre questioni riguardanti l'iraq. Una guerra del grano e' quella infatti che potrebbe scoppiare tra Stati Uniti e Australia, per imporsi come primo fornitore in Iraq. L' Australia, che dopo la prima guerra del Golfo si e' appunto ritagliata questo ruolo, approfittando dell' interruzione dei rapporti Iraq-Usa, e' preoccupata che gli agricoltori americani tornino a farsi avanti nella fase di ricostruzione del post-Saddam. Ne da' notizia Usa Today, sottolineando che lo scorso anno i coltivatori di grano australiani si sono assicurati 484 milioni di dollari dalle vendite in Iraq nell' ambito del programma oil-for-food, mentre gli agricoltori Usa non hanno visto neanche un soldo. Tra i due Paesi, come riporta il quotidiano, gia' ci sono stati passi ufficiali sulla questione. L' Australia ha fatto un altola' al governo Usa perche' non riprenda le vendite a credito agevolato verso l' Iraq che nella meta' degli anni '80 rappresentavano un redditizio business e assicuravano la copertura del 40% del fabbisogno di grano iracheno. Ma le associazioni degli agricoltori Usa sono gia' in fermento per riprendersi il mercato iracheno, che del resto fa gola anche ad altri Paesi. Vogliamo ricucire i nostri rapporti con i mugnai, con i panificatori, con i consumatori e rientrare in quel mercato che ci e' stato precluso per ragioni politiche - dichiara Dawn Forsyte, della Us Wheat Associates. Da parte sua, il Dipartimento dell' Agricoltura Usa e' intenzionato a verificare l' eventuale ripristino del programma di agevolazioni finanziarie che ha lasciato in rosso l' amministrazione Usa per 2 miliardi di dollari nel momento in cui, allo scoppio della prima guerra del Golfo, saltarono molti pagamenti dovuti. La controversia relativa a un ritorno del grano Usa sul mercato iracheno non e' comunque confinata solo alle vendite commerciali. Alcuni esponenti del Congresso americano hanno infatti gia' osservato che l' attivazione da parte del Dipartimento dell' Agricoltura Usa di tempestive donazioni umanitarie in cibo, minaccia di deprimere, anziche' spingere, i prezzi del grano nazionale. Inoltre, alcuni gruppi umanitari sottolineano che l' attenzione sull' Iraq distoglie da altre aree nel mondo afflitte dal problema della denutrizione. Anche l' Iraq e' comunque affamato di grano, dopo anni di sanzioni commerciali e razionamento alimentare e si calcola che oltre un terzo dei bambini nel sud e centro del Paese soffrono di malnutrizione. Pertanto, l' amministrazione Bush ha impegnato 600.000 tonnellate di cibo, come parte di un piu' vasto progetto di assistenza. Il mercato iracheno e' inoltre cresciuto negli anni '90 e ci attendiamo che il trend continui, dichiara a Usa Today il portavoce dell' ambasciata australiana Matt Francis. E per ribadire che non intende cedere il business alla concorrenza, l' Australia ha annunciato di aver gia' pronto un milione di tonnellate di grano da inviare in Iraq

Vertice Opec

si apre domani a vienna il vertice dell'opec. saròà probabilemnte assente il rappresentante dell'iraq, visto che quello ufficile è attualemnte sulla lista dei ricercati. Gli stati uniti avrebbero preferito vedere il seggio vacante, ma l'autoproclamatosi goevrnatore dell'iraq, il vice di chalabi, insiste per essere presente. Il vertice opec arriva in una situazione estremamente confusa, con una presenza americana nell'aerea che sembra voler dominare tutto, dal piano militare al piano politico a quello economico. L'opec ruischia così di divenatre un organismo inutile, se sarà monopolizzato dagli usa. Una novità però potrebbe essere rappresentata dall'aumentata presenza della russia. Andrea Fumagalli

Palestina (audio)

C'e' l'accordo tra Abu Mazen e Yasser Arafat sulla costituzione del governo palestinese. Come aveva chiesto Arafat, Mohammed Dahlan non sara' ministro dell'Interno, ma capo dei servizi di sicurezza. Le funzioni di ministro dell'Interno andranno allo stesso Abu Mazen. Lo ha detto il segretario presidenziale Tayeb Abdelrahim, secondo il quale Arafat e il premier designato hanno finalmente trovato un accordo che pone fine alla disputa sulla leadership all'interno dell'Anp, principale ostacolo all'adozione di un nuovo piano di pace per il Medio Oriente. "Arafat e Abu Mazem hanno colmato le differenze" ha detto Tayeb Abdul-Rahim, uno dei consiglieri del presidente dell'Anp, a ternmine di una mediazione dell'ultim'ora condotta da un inviato egiziano.

Javier Solana e' soddisfatto per l'accordo raggiunto da Abu Mazen e Yasser Arafat sulla formazione del nuovo governo palestiense e si e' impegnato a dare il sostegno dell'Unione europea all'esecutivo dell'Anp. "Aiuteremo Abu Mazen tanto nel processo di riforme interne che nella messa in atto della mappa del Quartetto" ha detto il portavoce del responsabile per la politica estera e la sicurezza dell'Ue. Sia Solana che l'inviato speciale dell'Unione per il Medio Oriente, Miguel Angel Moratinos, sono stati in "costante contatto" con il presidente e il premier palestinese per "sollecitarli a trovare un accordo perche' serve con urgenza un governo riformatore". Per araft, che da tempo è contestato da diverse fazioni che lo accusato di essere troppo accondiscendente con israele, la nomina e l'accettazione di un governo ancora più a destra avrebbe rappresentato la definitiva sconfitta dell'ANP come referente nei territor.

corea

Si ?oncluso il primo giorno di colloqui tra Corea del Nord, Stati Uniti e Cina con le parti che hanno sostanzialmente ribadito le loro posizioni e punti di vista. All?incontro hanno preso parte l?americano James Kelly, sottosegretario agli esteri per gli affari asiatici, e il suo omologo cinese Fun Ying, insieme al direttore generale dell?ufficio della diplomazia nordcoreana che si occupa dei rapporti con gli Stati Uniti, Lin Gun. Pyongyang sostiene che la ripresa del suo programma nucleare, motivo della crisi che la contrappone alla comunit?nternazionale e soprattutto agli Usa, ?otivata dalla necessit?i avere un deterrente contro una possibile minaccia proveniente da Washington che all?inizio del 2002 l?ha inserita nel cosiddetto ?Asse del male? con Iraq e Iran. La Repubblica popolare di Corea vuole, dunque, maggiori garanzie di sicurezza e la fine delle sanzioni che, seguite alla sua decisione di uscire dal Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp), hanno interrotto l?approvvigionamento di greggio da parte di Usa, Unione Europea e Giappone. La Casa Bianca, invece, pretende la fine immediata di qualsiasi attivit?egata al nucleare condotta da Pyongyang e il rientro incondizionato nel Tnp. Inoltre, non ?isposta a cedere al regime comunista di Kim John Il e firmare un ?patto di non aggressione?. Alla Cina, vecchio alleato della Corea del Nord, il ruolo di mediare tra i due perch?i vengano incontro. Alcune preoccupazioni su un possibile fallimento del vertice se Usa e Corea del Nord non ammorbidiranno subito le loro posizioni ?tata espressa oggi dal vice ministro degli esteri russo Aleksander Losyukov durante una visita ufficiale a Tokyo. Oltre alla Cina, anche Russia, Giappone e Corea del Sud, sono stati i Paesi dell?area che pi?? sono impegnati a convincere Pyongyang ad interrompere il braccio di ferro con Washington durato sei mesi e a sedersi intorno ad un tavolo negoziale. Proprio per questo alcuni analisti vedono positivamente l?avvio dei colloqui malgrado i primissimi risultati non siano troppo incoraggianti.

cina

Leggere stralci lettera

ITALIA

Sismi

n Iraq l'Italia ha combattuto una guerra: quella degli agenti del Sismi, il servizio segreto militare, infiltrati per ventidue giorni nelle aree metropolitane di Bassora, Baghdad e Kirkuk per condurre operazioni di intelligence in appoggio alle forze militari angloamericane. E' lo scoop pubblicato oggi dal quotidiano La Repubblica che riferisce di aver saputo da fonti "italiane e statunitensi" che il Sismi ha effettuato in Iraq "attivit?ul terreno, di ricognizione e individuazione di obiettivi militari, di ricerca e di localizzazione dei dignitari del regime e di antiterrorismo su singoli sospettati". Secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro le operazioni sono state "coordinate con il Comando alleato, cui veniva indirizzato il flusso di informazioni raccolte". Si tratta di "tre divisioni del Sismi e una rete di 'fonti dirette' che si ?ndata infittendo nelle settimane predecenti il conflitto. Con il 'reclutamento' di alti ufficiali dell'esercito iracheno e del partito Baath persuasi dal Sismi alla diserzione". Secondo Repubblica "la guerra del nostro servizio segreto in Iraq ?cominciata nelle ultime settimane del dicembre scorso. Nicol??ollari, direttore del Sismi, ha ricevuto allora da governo il via libera ad avviare in Iraq la pi??ponente operazione di intelligence e coinvolgimento militare sul terreno che il servizio abbia conosciuto nella sua storia recente".

Action (audio)

Occupato oggi un altro palazzo a Roma, in v+centro storico. Un azione che si ricollega a una polirtica contro il caro affitti

25 aprile (audio)

Polemiche, discussioni, scelte provocatorie da parte del governo: la guerra all'iraq rimette in discussione la stessa parola liberazione. A quasi sessantanni di distanza da quel 25 aprile, scompaiono i testimoni diretti, e la storia si riscrive. E allora, per tenere viva quella memoria, che non può essere sepolta dal primo cabarettista di governo, noi scegliamo di dare ancora la porola a loro, ai partigiani che l'hanno vissurta. Massimo rendina, dell'ANPI

termini imerese (audio)

Le migliaia di schede elettorali consegnate al prefetto di Palermo nel dicembre scorso dalle donne di Termini Imerese, nel pieno dello scontro per la vertenza Fiat, saranno richieste indietro per un atto di fiducia nei confronti del centrosinistra e del candidato alla presidenza della provincia, Luigi Cocilovo. Lo ha annunciato oggi Silvana Bova, leader delle donne termitane, nel corso di un faccia a faccia che si e' svolto nella Casa dell'Ospitalita', tra Cocilovo e gli esponenti della Rsu di SicilFiat. Avevamo deciso di non votare per nessuno - ha detto Bova - Ma ora vogliamo provare a ridare fiducia. Anche perche', come donne ci riteniamo un valore aggiunto al centrosinistra. E parole di apprezzamento per Cocilovo sono arrivate anche dagli esponenti del consiglio di fabbrica, che hanno puntato l'indice contro il presidente in carica, Francesco Musotto. Durante i lunghi mesi dello scontro con l'azienda - hanno contestato i rappresentanti dei lavoratori - Musotto non e' venuto una sola volta a Termini, per incontrarci'

GR ORE 17.00

Palestina

C'e' l'accordo tra Abu Mazen e Yasser Arafat sulla costituzione del governo palestinese. Come aveva chiesto Arafat, Mohammed Dahlan non sara' ministro dell'Interno, ma capo dei servizi di sicurezza. Le funzioni di ministro dell'Interno andranno allo stesso Abu Mazen. Lo ha detto il segretario presidenziale Tayeb Abdelrahim, secondo il quale Arafat e il premier designato hanno finalmente trovato un accordo che pone fine alla disputa sulla leadership all'interno dell'Anp, principale ostacolo all'adozione di un nuovo piano di pace per il Medio Oriente. "Arafat e Abu Mazem hanno colmato le differenze" ha detto Tayeb Abdul-Rahim, uno dei consiglieri del presidente dell'Anp, a ternmine di una mediazione dell'ultim'ora condotta da un inviato egiziano.

  • Il capo dei servizi di sicurezza egiziani Omar Suleimann era giunto stamane a Ramallah (Cisgiordania) per cercare di sbloccare le trattative sulla formazione del nuovo governo palestinese, incontrandto anche il premier incaricato Mahmud Abbas (Abu Mazen), dopo un primo colloquio con il presidente Yasser Arafat. Dopo aver visto Abu Mazen, Suleiman e' tornato a incontrare una seconda volta Arafat.

Curdi

Una commissione guidata da un rappresentante americano sovrintendera' al ritorno delle decine di migliaia di curdi e di turcomanni alle proprieta' che hanno dovuto abbandonare in seguito alla politica di arabizzazione delle aree di Mosul e Kirkuk, in Nord Iraq per evitare che il processo avvenga nell'illegalita' e con violenza. Lo ha dichiarato alla stampa il leader dell'Unione patriottica del Kurdistan (Upk), Jalal Talabani dopo l'incontro di ieri a Suleymania tra l'amministratore civile americano, Jay Garner, lo stesso Talabani e Massud Barzani, leader dell'altro gruppo curdo nordiracheno, il Partito democratico del Kurdistan (Kdp). Garner si e' spostato questa mattina in elicottero a Erbil, feudo del Pdk ed a Mosul, la piu' grande citta' (1,5 milioni di abitanti in maggioranza arabi) del Nord Iraq. Una commissione formata da tutte le parti in causa e presieduta dagli Usa sara' formata per organizzare il ritorno delle persone nelle loro case in maniera organizzata e non caotica - ha detto Talabani. Dalla sola citta' di Kirkuk sono emigrati negli ultimi 20 anni circa 200 mila curdi ed almeno altrettanti turcomanni che il regime di Saddam Hussein forzavano o incoraggiavano a emigrare, sia con incentivi, sia con le intimidazioni e con la forza. Molti di essi, sia curdi sia turcomanni, dopo la caduta di Saddam Hussein, intendono ora ritornare alle loro case riprendendole agli arabi che nel frattempo Saddam aveva incentivato ad immigrare in Nord Iraq, anche in quei casi di compravendite volontarie, anche se incentivate. Il processo di ritorno dei curdi e dei turcomanni puo' percio' creare frizioni, illegalita' e violenze, di cui si e' avuta qualche importante avvisaglia nelle scorse settimane, a Kirkuk, a Mosul e nelle aree circostanti, dove i peshmerga curdi del Pdk e dell'Upk, hanno indotto alcune migliaia di arabi a lasciare le loro case ed a costruire tendopoli nelle campagne.

Sanzioni

La germania risponde positivamente alle richieste della Francia di intyerropmpere le sanzioni contro l'iraq. Nessuna pregiudiziale da parte del governo tedesco sulla sospensione delle sanzioni dell'Onu nei confronti dell'Iraq. Ci si trova di fronte ad un periodo di intense discussioni e l'esecutivo di Berlino ?perto a qualunque suggerimento: compresa la proposta francese di una sospensione immediata dell'embargo, ha sottolineato una portavoce del Ministero degli Esteri tedesco. Le proposte su un'eventuale sospensione delle sanzioni erano gi?state discusse al vertice di Atene e prima ancora Al vertice tripartito franco-russo-tedesco di San Pietroburgo, ha spiegato il portavoce del governo Thomas Steg, e quindi l'esecutivo rosso-verde guidato da Gerhard Schroeder non si ?etto sorpreso dal suggerimento francese. Tuttavia in nessuno dei due vertici si ?arlato in dettaglio di una posizione comune. La proposta francese non deve essere valutata quindi come una divergenza fra i due governi, ma solamente come una differente base di partenza per le discussioni che continueranno a New York nell'ambito del Consiglio di Sicurezza, ha concluso il portavoce. Mgi 1328

Lo sblocco delle sanzioni, porterebbe anche ad altre questioni riguardanti l'iraq. Una guerra del grano e' quella infatti che potrebbe scoppiare tra Stati Uniti e Australia, per imporsi come primo fornitore in Iraq. L' Australia, che dopo la prima guerra del Golfo si e' appunto ritagliata questo ruolo, approfittando dell' interruzione dei rapporti Iraq-Usa, e' preoccupata che gli agricoltori americani tornino a farsi avanti nella fase di ricostruzione del post-Saddam. Ne da' notizia Usa Today, sottolineando che lo scorso anno i coltivatori di grano australiani si sono assicurati 484 milioni di dollari dalle vendite in Iraq nell' ambito del programma oil-for-food, mentre gli agricoltori Usa non hanno visto neanche un soldo. Tra i due Paesi, come riporta il quotidiano, gia' ci sono stati passi ufficiali sulla questione. L' Australia ha fatto un altola' al governo Usa perche' non riprenda le vendite a credito agevolato verso l' Iraq che nella meta' degli anni '80 rappresentavano un redditizio business e assicuravano la copertura del 40% del fabbisogno di grano iracheno. Ma le associazioni degli agricoltori Usa sono gia' in fermento per riprendersi il mercato iracheno, che del resto fa gola anche ad altri Paesi. Vogliamo ricucire i nostri rapporti con i mugnai, con i panificatori, con i consumatori e rientrare in quel mercato che ci e' stato precluso per ragioni politiche - dichiara Dawn Forsyte, della Us Wheat Associates. Da parte sua, il Dipartimento dell' Agricoltura Usa e' intenzionato a verificare l' eventuale ripristino del programma di agevolazioni finanziarie che ha lasciato in rosso l' amministrazione Usa per 2 miliardi di dollari nel momento in cui, allo scoppio della prima guerra del Golfo, saltarono molti pagamenti dovuti. La controversia relativa a un ritorno del grano Usa sul mercato iracheno non e' comunque confinata solo alle vendite commerciali. Alcuni esponenti del Congresso americano hanno infatti gia' osservato che l' attivazione da parte del Dipartimento dell' Agricoltura Usa di tempestive donazioni umanitarie in cibo, minaccia di deprimere, anziche' spingere, i prezzi del grano nazionale. Inoltre, alcuni gruppi umanitari sottolineano che l' attenzione sull' Iraq distoglie da altre aree nel mondo afflitte dal problema della denutrizione. Anche l' Iraq e' comunque affamato di grano, dopo anni di sanzioni commerciali e razionamento alimentare e si calcola che oltre un terzo dei bambini nel sud e centro del Paese soffrono di malnutrizione. Pertanto, l' amministrazione Bush ha impegnato 600.000 tonnellate di cibo, come parte di un piu' vasto progetto di assistenza. Il mercato iracheno e' inoltre cresciuto negli anni '90 e ci attendiamo che il trend continui, dichiara a Usa Today il portavoce dell' ambasciata australiana Matt Francis. E per ribadire che non intende cedere il business alla concorrenza, l' Australia ha annunciato di aver gia' pronto un milione di tonnellate di grano da inviare in Iraq

Afganistan

Continuano ad uccidere le mine lasciate dopo ogni guerra su territori già distrutti Tre militari afghani sono morti ed altri sei sono rimasti feriti a causa dello scoppio di una mina nella provincia orientale di Nangarhar. Lo ha riferito l'agenzia Afghan islami press, basata in Pakistan, precisando che i militari stavano viaggiando da Dawlat Zai verso il capoluogo provinciale di Jalalabad, quando il camion su cui si trovavano e' finito su una mina, a soli 10 chilometri dalla citta'. Secondo i dati delle Nazioni Unite, le mine uccidono o feriscono in Afghanistan tra le 150 e le 300 persone ogni mese. La maggior parte di questi ordigni venne interrata ai tempi dell'invasione sovietica, alla fine degli anni Ottanta. All'inizio della settimana una squadra di sminatori e' stata attaccata da ignoti, che hanno ferito due specialisti afghani.

Italia

Le migliaia di schede elettorali consegnate al prefetto di Palermo nel dicembre scorso dalle donne di Termini Imerese, nel pieno dello scontro per la vertenza Fiat, saranno richieste indietro per un atto di fiducia nei confronti del centrosinistra e del candidato alla presidenza della provincia, Luigi Cocilovo. Lo ha annunciato oggi Silvana Bova, leader delle donne termitane, nel corso di un faccia a faccia che si e' svolto nella Casa dell'Ospitalita', tra Cocilovo e gli esponenti della Rsu di SicilFiat. Avevamo deciso di non votare per nessuno - ha detto Bova - Ma ora vogliamo provare a ridare fiducia. Anche perche', come donne ci riteniamo un valore aggiunto al centrosinistra. E parole di apprezzamento per Cocilovo sono arrivate anche dagli esponenti del consiglio di fabbrica, che hanno puntato l'indice contro il presidente in carica, Francesco Musotto. Durante i lunghi mesi dello scontro con l'azienda - hanno contestato i rappresentanti dei lavoratori - Musotto non e' venuto una sola volta a Termini, per incontrarci'

G.R. ore 13.00

GUERRA

Da Washington, Il presidente degli Stati Uniti George W.Bush non ha piani per fare un'altra guerra, dopo quella appena vinta in Iraq. Questo è quanto afferma: "Non ho in mente specifiche operazioni in questo momento. Non posso pensare in questo momento di una specifica situazione o di uno specifico incidente che richiederebbe un intervento militare", ha detto in una tavola rotonda con giornalisti di riviste americane, di cui Newsweek ha fornito estratti. Il presidente Bush rispondeva a domande sulle ipotesi che la Siria e poi l'Iran potessero essere i prossimi bersagli di una campagna militare degli Stati Uniti contro i Paesi che appoggiano il terrorismo. Bush non s'è mostrato preoccupato per le manifestazioni degli sciiti in Iraq, per la creazione di uno stato islamico e per la sollecita partenza dal Paese delle forze americane.

GLI USA "RIVEDREMO RAPPORTI CON LA FRANCIA"

Kerbala, 23 apr - Migliaia di sciiti iracheni in pellegrinaggio nella citta' santa di Kerbala, nel centro dell'Iraq, partecipano oggi a una manifestazione antiamericana. Ne' America ne' Saddam, si', si' all'islam, ripetono i manifestanti che sono stati invitati a manifestare a partire dalle 11 ora locale (07,00 Gmt) sulla grande spianata del mausoleo dell'imam Hussein. Tuttavia questa mattina la folla sulla spianata e' meno numerosa di ieri, quando l'affluenza aveva raggiunto punte eccezionali, secondo lo sceicco Raed Haidari, uno degli organizzatori del pellegrinaggio. (Afp-Internazionale)

PALESTINA

I colloqui con Yasser Arafat per la formazione di un nuovo governo palestinese sono falliti e Abu Mazen non ha intenzione di riprenderli. Lo afferma una fonte vicina al primo ministro palestinese incaricato Abu Mazen, citata dalla radio israeliana.

A quanto riferisce oggi il sito del quotidiano israeliano Ha'aretz, al centro dello scontro fra il presidente palestinese Arafat e il primo ministro incaricato vi sono il progetto di Abu Mazen di smantellare la Brigata dei Martiri di al Aqsa, un gruppo legato a Fatah responsabile di numerosi attentati suicidi, e le sue intenzioni nei confronti di Hamas e della Jihad Islamica. Secondo fonti palestinesi, la disputa fra i due non e' incentrata solo sulla figura di Mohammed Dahlan, l'ex capo della sicurezza preventiva di Gaza che Abu Mazen vorrebbe al governo, quanto sull'intera politica di sicurezza palestinese. Inoltre Abu Mazen non vuole dover chiedere l'approvazione di Arafat per ognuna delle sue decisioni. Gia' questa mattina vi erano poche speranze che Abu Mazen e Arafat giungessero ad un accordo entro stasera, quando scadra' il tempo limite per presentare la lista dei ministri al Consiglio Legislativo Palestinese. Secondo Ha'aretz, malgrado la scelta di Abu Mazen sia stata ratificata da un'ampia maggioranza dei deputati palestinesi, e' probabile che il suo governo non verra' approvato se prima non sara' stato raggiunto un accordo fra il premier incaricato e Arafat.

MO, Abu Mazen: nuovo governo, si tratta sino alla mezzanotte

Il premier incaricato Mahmud Abbas (Abu Mazen) ha annunciato stamane che le trattative per la formazione del nuovo governo palestinese - al centro di un braccio di ferro con il presidente Yasser Arafat - proseguiranno sino alla scadenza del suo mandato esplorativo, alla mezzanotte locale di oggi (le 23:00 italiane). Lo hanno riferito fonti giornalistiche palestinesi. In un comunicato diffuso a Ramallah (Cisgiordania), l'ufficio del premier incaricato ha affermato che "gli sforzi per un compromesso proseguiranno sino alla scadenza del termine legale" e che "il dialogo proseguirà con tutte le diverse fazioni".

Dopo che Abu Mazen aveva annunciato ieri l'interruzione delle trattative con gli emissari di Arafat per arrivare a un'intesa sulla lista dei ministri del nuovo governo, il comunicato di oggi viene interpretato dagli osservatori come uno spiraglio lasciato aperto per un difficile compromesso dell'ultima ora.

Citato stamane dal quotidiano palestinese 'Al Quds', il portavoce di Arafat, Nabil Abu Rudeinah, ha affermato che, se Abu Mazen non riuscirà a formare il governo, "il presidente affiderà l'incarico a un'altra persona".

Nel tentativo di sbloccare la situazione, il capo dei servizi di sicurezza egiziani Omar Suleiman è intanto giunto stamane a Ramallah, dove è ora a colloquio con Arafat. (Red)

CINA

NIGERIA L'opposizione nigeriana ha respinto la rielezione del presidente uscente Olusegun Obasanjo alla massima carica della Stato qualche minuto prima che il risultato delle elezioni venisse comunicato ufficialmente. La decisione è stata presa da tutti i partiti dell'opposizione al termine di una riunione avuta in serata con i rappresentanti della Commissione nazionale elettorale indipendente (Inec). Gli schieramenti della minoranza si sono "rifiutati di controfirmare i risultati in quanto essi non riflettono la volont popolare", ha detto in nottata Don Etiebet, presidente del principale partito d'opposizione: l'Anpp (All Nigeria people's party). Secondo i dati diffusi dalla Inec al termine dello scrutinio di tutti i 774 seggi del Paese Obasanjo è stato rieletto con il 61,94 per cento dei voti espressi (24.456.140) contro il 32,19 per cento delle preferenze (12.720.029 voti) ottenuti dal suo principale rivale, Muhammadu Buhari, candidato dall'Anpp. Le dichiarazioni rilasciare nelle ultime ore dall'opposizione rischiano di surriscaldare un clima già estremamente teso e sono state lette da alcuni commentatori politici come il preludio di un possibile ritorno alllo scontro politico violento degli anni passati. Prima di queste elezioni, infatti, l'ultima chiamata al voto effettuata da un governo civile fu quella del 1983. Un appuntamento segnato da pesanti brogli e che, proprio per questo, qualche mese più tardi, portò primo di una serie di colpi di mano guidati dai militari e conclusisi solo nel 1999 con l'elezione di Obasanjo alla guida del Paese africano.

Zimbabwe

SCIOPERO PER AUMENTO PREZZI BENZINA, ARRESTI Quattro leader sindacali sono stati arrestati per avere promosso uno sciopero nazionale di tre giorni in Zimbabwe. L?astensione dal lavoro, indetta da oggi a venerd?5 aprile, ?tata organizzata per protestare contro l?aumento di oltre il 300 per cento del prezzo della benzina. Peter Munyukwi, segretario dello ?Zimbabwe Congress of Trade Unions? (Zctu) e gli attivisti Percy Mcijo, Mandlenkosi Sibanda e Reason Ngwenya sono stati fermati dalla polizia per avere distribuito volantini che invitavano la popolazione a incrociare le braccia. La scorsa settimana Amos Midzi, ministro per l?Energia, aveva decretato rilevanti aumenti del prezzo della benzina. Un litro di ?verde? era passato da 176.53 a 500 dollari zimbabwani (1000 Zwd equivalgono a 1.12 Euro); la benzina normale era salita da 145 a 450 Zwd, mentre il balzo del diesel era stato pi??ontenuto?: da 119.43 a 200 Zwd. In risposta a questa politica, definita dai leader sindacali ?devastante per gli standard di vita degli abitanti del Paese?, lo Zctu ha promosso uno sciopero generale di tre gioni sostenedo che adesso per molti lavoratori il costo dei trasporti per recarsi al lavoro sar?aggiore del guadagno di una giornata lavorativa. Lovemore Matombo, presidente del Congresso dei sindacati, ha detto che ?se il governo non abbasser?ubito il prezzo della benzina, lo sciopero potr?ontinuare fino a una data indefinita?. Da parte sua, l?esecutivo ha dichiarato che la drastica politica di aumenti era necessaria per incentivare l?importazione di petrolio, risorsa ormai divenuta scarsa in Zimbabwe dopo il blocco dei rifornimenti libici dello scorso anno.[

Italia

FRASCATI - morti bianche

G.R. 9,30

GUERRA Da Washington, Il presidente degli Stati Uniti George W.Bush non ha piani per fare un'altra guerra, dopo quella appena vinta in Iraq. Questo è quanto afferma: "Non ho in mente specifiche operazioni in questo momento. Non posso pensare in questo momento di una specifica situazione o di uno specifico incidente che richiederebbe un intervento militare", ha detto in una tavola rotonda con giornalisti di riviste americane, di cui Newsweek ha fornito estratti. Il presidente Bush rispondeva a domande sulle ipotesi che la Siria e poi l'Iran potessero essere i prossimi bersagli di una campagna militare degli Stati Uniti contro i Paesi che appoggiano il terrorismo. Bush non s'è mostrato preoccupato per le manifestazioni degli sciiti in Iraq, per la creazione di uno stato islamico e per la sollecita partenza dal Paese delle forze americane.

CINA - Pechino, cominciato vertice Usa-Cina-Nordcorea sul disarmo nucleare I negoziati multilaterali a tre, Corea del nord, Stati Uniti e Cina, sulla crisi nucleare nordcoreana sono cominciati stamani a Pechino. Lo hanno reso noto fonti diplomatiche citate dall'agenzia di stampa giapponese 'Kyodo', precisando che i colloqui si svolgono alla residenza di Stato cinese per gli ospiti 'Diaoyutai'. Le delegazioni sono guidate per gli Stati Uniti dal segretario di stato aggiunto James Kelly, per la Corea del nord dal vice direttore generale del ministero degli esteri Ri Gun e per la Cina dal direttore generale del ministero degli Esteri Fu Ying.

NIGERIA L'opposizione nigeriana ha respinto la rielezione del presidente uscente Olusegun Obasanjo alla massima carica della Stato qualche minuto prima che il risultato delle elezioni venisse comunicato ufficialmente. La decisione è stata presa da tutti i partiti dell'opposizione al termine di una riunione avuta in serata con i rappresentanti della Commissione nazionale elettorale indipendente (Inec). Gli schieramenti della minoranza si sono "rifiutati di controfirmare i risultati in quanto essi non riflettono la volont popolare", ha detto in nottata Don Etiebet, presidente del principale partito d'opposizione: l'Anpp (All Nigeria people's party). Secondo i dati diffusi dalla Inec al termine dello scrutinio di tutti i 774 seggi del Paese Obasanjo è stato rieletto con il 61,94 per cento dei voti espressi (24.456.140) contro il 32,19 per cento delle preferenze (12.720.029 voti) ottenuti dal suo principale rivale, Muhammadu Buhari, candidato dall'Anpp. Le dichiarazioni rilasciare nelle ultime ore dall'opposizione rischiano di surriscaldare un clima già estremamente teso e sono state lette da alcuni commentatori politici come il preludio di un possibile ritorno alllo scontro politico violento degli anni passati. Prima di queste elezioni, infatti, l'ultima chiamata al voto effettuata da un governo civile fu quella del 1983. Un appuntamento segnato da pesanti brogli e che, proprio per questo, qualche mese più tardi, portò primo di una serie di colpi di mano guidati dai militari e conclusisi solo nel 1999 con l'elezione di Obasanjo alla guida del Paese africano.

IRAQ: NEGROPONTE, LAVOREREMO CON FRANCIA PER SOSPENSIONE SANZIONI New York, - Ora dobbiamo lavorare con Francia ed altri paesi per stabilire come e quanto velocemente potremo raggiungere il nostro obiettivo. Cosi' l'ambasciatore degli Stati Uniti all'Onu, John Negroponte, ha commentando la nuova posizione assunta da Parigi in favore della sospensione immediata delle sanzioni. Tuttavia Washington fa sapere che rigetta con nervosismo la richiesta francese di far ritornare gli ispettori dell’ONU in Iraq. Ed anche sulla sospensione delle sanzioni, Waschington preme perché si deceda subito la revoca senza aspettare, come vuole la maggior parte dei paesi dell’ONU, la elezione di un governo legale in Iraq.

E a proposito di ispettori, Hans Blix, denuncia che gli USA hanno cercato di ostacolarlo: “ci hanno screditato per influenzare consiglio sicurezza” - Gli Stati Uniti ci tenevano molto a spostare in loro favore i voti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Risponde cosi' l'ex capo degli ispettori delle Nazioni Unite in Iraq, Hans Blix, alle accuse lanciate dagli Stati Uniti contro gli ispettori che, secondo l'amministrazione americana, avrebbero deliberatamente soppresso informazioni su un areo da ricognizione iracheno ed una bomba a grappolo. E, in un'intervista alla Bbc riportata oggi da La Stampa, Blix insiste: A loro pareva che queste storie sarebbero state loro utili e le hanno rese note.

PALESTINA –

A quanto riferisce oggi il sito del quotidiano israeliano Ha'aretz, al centro dello scontro fra il presidente palestinese Arafat e il primo ministro incaricato vi sono il progetto di Abu Mazen di smantellare la Brigata dei Martiri di al Aqsa, un gruppo legato a Fatah responsabile di numerosi attentati suicidi, e le sue intenzioni nei confronti di Hamas e della Jihad Islamica. Secondo fonti palestinesi, la disputa fra i due non e' incentrata solo sulla figura di Mohammed Dahlan, l'ex capo della sicurezza preventiva di Gaza che Abu Mazen vorrebbe al governo, quanto sull'intera politica di sicurezza palestinese. Inoltre Abu Mazen non vuole dover chiedere l'approvazione di Arafat per ognuna delle sue decisioni. Gia' questa mattina vi erano poche speranze che Abu Mazen e Arafat giungessero ad un accordo entro stasera, quando scadra' il tempo limite per presentare la lista dei ministri al Consiglio Legislativo Palestinese. Secondo Ha'aretz, malgrado la scelta di Abu Mazen sia stata ratificata da un'ampia maggioranza dei deputati palestinesi, e' probabile che il suo governo non verra' approvato se prima non sara' stato raggiunto un accordo fra il premier incaricato e Arafat.

BANGLADESH - Sale a 132 il bilancio provvisorio delle vittime del naufragio dei due traghetti affondati ieri in Bangladesh. 127 sono state recuperate dal ‘M.V. Mitali’ che si era rovesciato durante una tempesta mentre navigava con 400 persone a bordo sul fiume Buriganga nei pressi di Alipur (distretto di Narayanganj), non lontano dalla capitale Dacca. Secondo le autoritࠬocali, mancherebbero all’appello 200 persone. Le altre cinque vittime sono state recuperate dal ‘ML Majlishpur’, il secondo traghetto travolto dalle tempeste mentre navigava sulle acque del fiume Meghna, circa 150 chilometri a nordest di Dacca (nel distretto di Brahmanbaria). Sul Majlishpur viaggiavano un centinaio di passeggeri, 50 sono dati per dispersi.

INDIA – NEW DALI - 23 aprile 2003 Sono almeno 30 i morti e circa 300 i feriti causati dal passaggio ieri sera di un violento ciclone nello stato indiano dell'Assam (nord est), secondo quanto ha reso noto la polizia. La maggior parte delle vittime sono state causate dal crollo di abitazioni durante la tempesta che ha seppellito intere famiglie. La zona più colpita è stata quella del distretto di Dhubri, a circa 300 km dalla capitale dello stato che confina con il Bangladesh, Guwahati.