buon di apre dani

G.R. ore 9.30

esteri

Iraq, migliaia di sciiti in piazza nella capitale

Diverse migliaia di sciiti hanno cominciato a manifestare oggi nel centro di Baghdad per esigere "un nuovo congresso delle forze politiche" che decida dell'avvenire politico dell'Iraq. "Vogliamo un nuovo congresso nazionale", hanno scandito i manifestanti che erano guidati da decine di religiosi che rappresentano la Hawza, l'assemblea dei religiosi sciiti della città santa di Najaf. Questa dimostrazione di forza degli sciiti coincide con una riunione convocata dagli Usa con la partecipazione di centinaia di dirigenti dell'ex opposizione in esilio e di personalità del paese per preparare il dopo-Saddam. La riunione convocata per le 9:00 locali (le 7:00 in Italia) non è ancora cominciata. (Red) Baghdad, 09:29 Iraq, in 200 alla riunione sul dopo-Saddam

E' cominciata con circa due ore di ritardo la riunione di esponenti politici iracheni convocata dall'amministratore americano Jay Garner a Baghdad per esaminare le prospettive del dopo Saddam. Gli intervenuti, circa 200 rispetto a 300-400 attesi, hanno cominciato i lavori con la lettura del Corano intorno alle 11:00 locali (le 9:00 in Italia. Sono presenti rappresentanti dal Congresso nazionale iracheno (ma non è stato visto il suo leader Ahmad Chalabi) e del Consiglio supremo islamico della rivoluzione in Iraq (Sciri) che durante il regime di Saddam Hussein ha avuto le sue basi in Iran. (Red)

Argentina: presidenziali, due peronisti al ballottaggio (ANSA) - BUENOS AIRES, 28 APR - Due peronisti, l'ex presidente Menem e il governatore di Santa Cruz Kirchner andranno al ballottaggio per le presidenziali in Argentina. IL ballottaggio si svolgera' il 18 maggio prossimo. Sulla base delle schede dell'86,44% dei seggi, Menem ha ottenuto il 23,87% dei voti e Kirchner il 21,78%, ampiamente davanti a due ex radicali di destra e di sinistra, Ricardo Lopez Murphy (16,83%) e Elisa Carrio' (14,44%), e ad un terzo peronista, Adolfo Rodriguez Saa (13,93%).

Asuncion, 08:52 Paraguay, Duarte si conferma e vince le elezioni

Nicanor Duarte Frutos ha vinto le elezioni in Paraguay e si appresta a diventare il prossimo presidente del piccolo Stato sudamericano. A scrutinio delle schede pressocchè concluso, infatti il vantaggio dell'ex ministro dell'istruzione è tale da assicurare al suo Partito Colorado la continuità al potere. Avvocato, 46 anni, candidato del partito che da 56 anni domina la scena politica nazionale, Duarte ha visto confermare dai risultati delle urne i dati usciti dai primi exit poll (per lui, quando erano scrutinati oltre l'80 % delle schede, quasi 487.000 voti, pari al 37,6%). La legge elettorale paraguayana non prevede il secondo turno e dunque il suo vantaggio di 15 punti sui rivali gli è sufficiente ad assicurarsi la vittoria.

Il secondo arrivato, l'eterno candidato dell'opposizione, il vice-presidente Julio Cesar Franco (23% del consenso), del Partito Liberal Radical e il banchiere cattolico Pedro Fadul Niella (il 22%), un outsider che ha fondato il movimento "Patria Querida", hanno già riconosciuto la sconfitta. (Red)

Yemen. Elezioni tra le violenze: 15 feriti, tre seggi chiusi

San'a, 28 aprile 2003

Incidenti con sparatorie e almeno 15 feriti hanno marcato le prime elezioni legislative in Yemen dopo sei anni. Tre seggi elettorali sono stati chiusi per gli incidenti, mentre l'eccesso di affluenza ha costretto a ritardare di due ore la chiusura in alcune zone.

Circa 175 osservatori internazionali e migliaia di controllori yemeniti hanno controllato la regolarità del voto.

Abdul al-Janadi, capo della Suprema Commissione per le Elezioni, ha detto che i risultati saranno annunciati entro 72 ore, cioè tre giorni.

I candidati sono 1.200 e si contendono 301 seggi nel parlamento nelle prime elezioni negli ultimi sei anni. I partiti politici presenti sono ventidue, ma ci sono anche candidati indipendenti. Tra i candidati anche dodici donne.

italia

fallito referendum liguria

Scuola, niente quorum A vuoto la consultazione sulla legge che finanzia i buoni per le famiglie. I "sì" sono il 94,3% Solo un ligure su quattro vota al referendum

Genova Manca il quorum, fallisce il referendum regionale per l'abrogazione della legge sui buoni scuola. L'affluenza si è fermata a quota 24,47%, meno della metà del quorum necessario. I votanti si sono espressi al 94,3% per l'abrogazione, ma la legge che concede contributi a chi iscrive i figli alle scuole private resterà in vigore

1° maggio Palermo

Primo Maggio a Palermo

1° MAGGIO 2003

No alla Guerra Infinita! Autodeterminazione dei Popoli! Contro la Precarietà del Lavoro e dell'Esistenza! Contro il Razzismo della Bossi-Fini! Per la Libera circolazione di tutte le Persone!

PROGRAMMA Ore 11.00 Biciclettata antimilitarista da Piazza Bologni. Ore 17.00 Mayday Parade da Piazza Politeama a Piazza Bologni. Ore 22.00 Concerti.

Per tutta la giornata, a Piazza Bologni: Libri, Cibo e prodotti del commercio Equo e Solidale, Spettacoli di strada e Dibattiti.

PALERMO INTERNAZIONALISTA E INTERETNICA PRECARIATO SOCIALE IN MOVIMENTO

Alle precarie e ai precari, a tutto l'attivismo sociale, sindacale, metropolitano, agli insubordinati e ai parasubordinati, ai milioni di migranti e ai milioni di manifestanti, ai ciclisti della città e ai contorsionisti della flessibilità.

mayday 003 Assemblea transcittadina, metropolitana, europrecaria GIO 3 APRILE 003, ORE 21:30 Preokkupati, viale monza 251, M1 precotto mailing lists: chainworkers@inventati.org, esa@inventati.org e-mail: chainworkers@ecn.org infoline 320 0838107, 02 58365759 (pomeriggi)

il Neoliberismo Ardente - Ieri Ha Reso Tutte € Tutti Precari - Oggi Uccide X $ua £ogika di GueRRa Spegnamolo nell'Oceano Pacifico della Mayday Parade 003

PREAPPELLO MAYDAY 003: la parade del precariato europeo Blair, Aznar, Berlusconi: che cosa hanno in comune? Sono tutti e tre alleati di Bush nella guerra d'aggressione contro l'Iraq e le persone che vi abitano. Una guerra per il controllo del mondo che spenga sul nascere il progetto di un’Europa sociale, costruita dal basso dai nuovi movimenti transnazionali per la democrazia globale.

La triade degli atlantisti a oltranza va in guerra con Bush per difendere il neoliberismo autoritario e menzognero, che manipola la realtà attraverso il controllo diretto di tutti i media televisivi e l’oscuramento di tutte le immagini di sofferenza e offesa arrecate in Mesopotamia (Mr B assicura la copertura in Italia, Rupert Murdoch garantisce l'informazione globale di regime).

Bush e i suoi fedeli neoliberisti che lo seguono in una guerra preventiva folle e sventurata, sono gli stessi vogliono ridurre in servitu' perenne i corpi e le vite delle persone che lavorano, a partire dalle donne, dai migranti, dai marginalizzati, dai piu' giovani, dai piu' deboli. Bush e i tre giulivi alleati che liquidano le regole del diritto internazionale, sono gli stessi che vogliono annullare ogni diritto sindacale e vincolo sociale esistente.

E' l'Europa neoliberista stupida e servile quella che affianca l'America ultraliberista e ipermilitarista. Dà carta bianca di distruzione permanente all'America patrizia e WASP che detiene l'industria mondiale delle armi e del petrolio. L'America feudalizzata dalle miriadi di Wal-Mart e McDonald's che degradano il territorio e sfruttano il precariato sociale diffuso, il precariato dei neri, dei latinos, dei bianchi poveri, delle mille etnie sospinte dal bisogno e assoggettate dalla necessità. E’ lo stesso precariato che oggi si aggira per le metropoli europee e asiatiche, fatto da lavoratori temporanei e semilegali, ricattabili a piacere e licenziabili a volontà, sfruttabili fino all’ultimo istante di vita, umiliabili in un delirio di ignorante prevaricazione e crudele offesa.

Coloro che oggi sono precarizzati ed esclusi al Nord, sono quelli che vengono massacrati e affamati al Sud. E i sinistri stragisti del triangolo delle Azzorre sperimentano oggi sui civili la nuova «flessibilità» militare di Rumsfeld e dei suoi gerarchi, perché vogliono asservire il lavoro «flessibile» e dominare i corpi «senza valore» degli uni e degli altri. L'elite globale euramericana non distingue piu' fra pubblico e privato, fra ricchezza e privilegio, fra lavoro e servitu', fra libertà e morte. Al Nord le elite globali che dominano la finanza, la tecnologia, il consumo, i media inghiottono il lavoro, il tempo, la vita degli esseri umani; al Sud inghiottono le loro vite e i loro corpi, li smerciano, li violentano.

Ma l'Europa, l'America Latina, la Terra intera hanno dato vita in questi anni e in questi mesi a un nuovo continente: l'Oceano Pacifico dei milioni di individui in rete mobilitati per un progetto piu' forte di ogni militarismo ipertecnologico e di ogni fondamentalismo cristiano o musulmano. E' il progetto di una democrazia sociale globale che promuova e difenda i diritti di tutte e di tutti, dove la guerra sia bandita per sempre dalle relazioni fra collettività eco/sociali ed etno/politiche.

Il movimento globale di Seattle e di Porto Alegre, di Genova e di Firenze, che oggi si oppone all'invasione dell’Iraq, ha fatto emergere e diffondere in Europa un nuovo soggetto politico capace di riedificare attraverso l'agitazione, l'attivismo, la partecipazione reticolari l'architettura morente dell'Europa dei banchieri e dei tecnocrati. Questo nuovo soggetto politico è il precariato sociale e la sue armi sono il mediattivismo e il conflitto. Sono i milioni di donne e di uomini che in Italia e in Europa lavorano a futuro indeterminato e a salario incerto, che sgobbano di notte e di giorno, di sabato e di domenica pure, che non possiedono piu’ né vita né affetti, ormai dati interamente in pegno alle imprese in cambio di assenza di protezioni sociali, in cambio di mancato accesso a casa, sanità, istruzione, libertà d’informazione, in cambio di aria minerale, acqua naturale, traffico fatale.

Il precariato sta al postfordismo come il proletariato stava al fordismo: i precari sono il gruppo sociale prodotto dalla trasformazione neoliberista dell’economia. E’ la massa critica che emerge dal perenne vortice della globalizzazione multinazionale, mentre si sventrano le fabbriche e i quartieri popolari e si erigono uffici direzionali e centri commerciali. E’ il terziariato degli ipermercati e delle catene commerciali, dei servizi alle imprese e alle persone; è il cognitariato della tecnologia dell’informazione e dell’industria della comunicazione: siamo ormai quasi tutti precari, o scientemente vampirizzati o perfidamente ingannati dall’ideologia della flessibilità.

E' al precariato, questo nuovo e cruciale soggetto sociale, che il MayDay 003 vuole dare voce ed energia. E per questo che ti chiediamo di unirti, di allearsi, di riunirci insieme all’eurosocialattivismo che mette già ora in rete l@s herman@s di ChainWorkers, Strikers, Critical Mass, Equilibrio Precario, la rete europea *esa* (euro social activism) che ci lega ad Aarrg!, YoMango (Barcellona), CGT réstauration rapide (Parigi), McWorkers Resistance (Glasgow), il Bulk e le numerose realtà autogestite di Milano, Roma, Bologna, Bergamo, Brescia, Laveno, Abbiategrasso, Novara, Pavia, nonché la CUB e le altre organizzazioni del sindacalismo di base, i movimenti di giovani comunisti, di giovani anarchici, di cattolici non catodici e democratici metodici. Indymedia accompagna e supporta la comunicazione del progetto MayDay, dando anche vita all'Indymedia Center che connetterà i mayday europei e planetari da Piazza Castello, dove probabilmente ci concluderà la MayDay Parade quest'anno.

Abbiamo oggi un compito storico: abbattere il governo di Mr B e nominarlo nel consiglio di Teleprigione, così come i compagni catalani, baschi e castigliani hano il dovere di rispedire Aznar a organizzare festini di matrimonio. La questione del lavoro è quella che Mr B e il Senor A soffrono di piu’ insieme alla questione della pace.

Con il referendum sull’art.18 (SI CLARO QUE SI SI VOTA SI) abbiamo un’occasione irripetibile per mettere nero su bianco che questo governo liberfascista è in minoranza e se ne deve andare, magari in esilio. Ma che sia chiaro a tutti, il precariato sociale che si mobilita intorno al SI, lo fa perché è la prima tappa per affermare nuovi diritti europei sulle condizioni di lavoro e di vita e per assicurarsi nuovi diritti di conflitto, contratto, rappresentanza sindacale.

La delega 848 sui contratti a tempo né pieno né determinato, del lavoro di chi non è né autonomo né dipendente, aumenta ancor di piu’ la precarietà; già oggi molti dei nuovi poveri creati dal neoliberismo italico, sono lavoratori precari. Rischiamo ulteriore disfacimento e imbarbarimento della società italiana. Noi che animiamo il MayDay vogliamo una radicale semplificazione dei contratti di lavoro: o autonomo o dipendente, o a tempo parziale o a tempo pieno, o a tempo determinato o a tempo indeterminato. E BASTA! Non ce la facciamo piu’ a essere co.co.co. in formazione lavoro come apprendisti per un’agenzia interinale che ha dato il subappalto a una cooperativa di servizi. CAPITO? Non ce la facciamo piu’ a non riuscire ad arrivare a fine mese e a non sapere quando saremo finamente pagati. CAPITO? Non ce la facciamo piu’ a vederci rifiutato l’affitto o il conto in banca, la carta di credito o il mutuo perché non siamo assunti. Ma soprattutto abbiamo bisogno di più tempo, l'unica risorsa oggi veramente scarsa, tempo per amare e sentire, per lottare e cooperare, tempo per partecipare e progettare, tempo per dare tempo alla vita, alla libertà, alla diversità, alla solidarietà.