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'''INDIA - PAKISTAN'''

Sta gradualmente rischiarando il clima tra India e Pakistan, potenze nucleari divise da una decennale ostilità. Il presidente pakistano Pervez Musharraf ha detto oggi in un’intervista televisiva che, se si risolvesse la questione del Kashmir (territorio conteso tra i due Stati), il suo Paese potrebbe collaborare con l’India ad un patto di non aggressione, seguito da un graduale ridimensionamento dei rispettivi eserciti e dalla de-nuclearizzazione del sudest asiatico. “La nostra preoccupazione - ha affermato il leader politico, salito al potere con un golpe incruento nel 1999 - è la sicurezza; ribadiamo perciò che, se il problema viene risolto, India e Pakistan possono convenire su una graduale riduzione delle truppe e un patto di non aggressione”. A sbloccare la situazione era stata, il 28 aprile scorso, una telefonata tra il premier pakistano e il suo omologo indiano Atal Behari Vajpayee, primo colloquio diretto tra i due dopo 18 mesi di impasse. A questa conversazione ha fatto seguito l’annuncio di New Delhi relativo alla prossima nomina di un ambasciatore in Pakistan e del ripristino dei collegamenti aerei con il vicino Paese. Non sembrano invece placarsi le violenze che da anni insanguinano lo Stato indiano di Jammu e Kashmir, terreno della guerriglia separatista dalla fine degli anni Ottanta. Oggi un ordigno di fabbricazione artigianale è esploso in una stazione degli autobus di Doda (est di Jammu, capitale invernale del Kashmir), provocando la morte di una persona e il ferimento di altre diciassette. Dell’attentato sono sospetti i ribelli separatisti, che l’India accusa di essere appoggiati dal Pakistan, sebbene Islamabad respinga ogni accusa.


'''NUMEROSI CASI DI COLERA NELLA ZONA DI CONFINE TRA CONGO E UGANDA'''

Il colera si starebbe diffondendo nel distretto di Bundibugyo, al confine dell’Uganda con la Repubblica Democratica del Congo, ai piedi del massiccio del Ruwenzori, a ovest di Fort Portal: le autorità locali hanno ufficialmente comunicato che dall’inizio dell’anno a causa della malattia sono morte almeno 44 persone su un totale di oltre 600 casi segnalati. Le condizioni sanitarie della zona, difficilmente raggiungibile da Kampala anche a causa delle recenti piogge, erano già state definite critiche in passato in un rapporto di “Medici senza frontiere”; nel luglio scorso, secondo James Ndyeziika, vice direttore dei servizi sanitari locali, metà della popolazione era affetta da Aids. La situazione è resa ancora più complessa dal continuo afflusso di profughi dalla regione congolese dell’Ituri tormentata da continui scontri. Sembra che a fuggire verso Bundibugyo siano soprattutto famiglie di etnia Hema.


'''PARIGI'''

SPETTACOLO DI SATIRA SU BUSH: AGGREDITO IL DIRETTORE DELLA “COMEDIE ITALIENNE” - Uno spettacolo satirico contro guerra in Iraq e ''il beota Bush'' e' costato caro all'italiano Attilio Maggiulli, direttore del teatro parigino 'La Comedie Italienne': due sconosciuti l'hanno aggredito, picchiato e sfregiato. Maggiulli e' stato attaccato ieri mattina poco dopo le 11 mentre apriva il suo piccolo teatro in rue de la Gaite', a Montparnasse: gli aggressori - ben vestiti, sulla trentina, a viso scoperto - l'hanno spinto dentro la sala, l'hanno preso a botte e gli hanno tagliuzzato a piu' riprese la faccia con un temperino. ''Sei un amico degli arabi'', gli ha gridato uno. ''Puoi ringraziare quel coglione di Chirac'', gli ha detto l'altro. I due aggressori - che sembrano appartenere alla galassia dell'estrema destra - hanno anche imbrattato i muri della sala prima di darsi alla fuga. Sul perche' dell'attacco non sembrano esserci dubbi: nel suo teatro, specializzato in esuberanti rappresentazioni della Commedia dell'arte italiana e di Goldoni, Maggiulli ha proposto negli ultimi giorni uno spettacolo di dura satira intitolato ''George W. Bush o il cowboy triste di Dio''. Sulla facciata del teatro troneggia una foto afghana di Cartier-Bresson, con una suo lapidario giudizio: ''La guerra in Iraq fa vomitare''. Nella locandina Bush e' raffigurato come un teschio sormontato da un cappello.

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ROMA-
Un incendio di origine probabilmente dolosa si è sviluppato questa mattina intorno alle 6 all'ingresso dei Fori Imperiali sul lato di Via Cavour. Quattro automezzi dei vigili del fuoco hanno domato le fiamme sprogionate in un cantiere edile di restauro e consolidamento della Domus Tiberiana e del Bastione Farnesiano. I lavori erano in corso da luglio e ogni giorno nel cantiere lavorano una decina di operai. L'incendio ha interessato quattro baracche contenenti materiale e attrezzature per i lavori e anche alcuni reperti, di importanza minore, provenienti dalla scavo archeologico sulla via Nova.
Francesco D'Antoni, geometra responsabile dei lavori ha detto ai giornalisti di non aver subito mai attentati o minacce "e di non avere la minima idea - ha spiegato - di chi possa avere provocato l'incendio che "di certo non è ipotizzabile sia accidentale". Due baracche, in lamiera, contenevano la foresteria degli operai e attrezzature tecniche e burocratiche per i lavori del cantiere. A una distanza di circa 500 metri all'interno delle strutture della Domus Tiberiana erano state allestite altre due baracche, sempre in lamiera: "In queste ultime due baracche - ha proseguito il geometra - non arriva la corrente elettrica e quindi non è ipotizzabile un corto circuito".

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G.R. ORE 13,00

IRAQ

SCIITI PRONTI A PARTECIPARE A UN GOVERNO DI IRACHENI Il leader dello Sciri, Baqir Al-Hakim al quotidiano Al-Hayat - "Siamo disposti e pronti a partecipare al governo di transizione o a un governo provvisorio, purchè sia formato da iracheni". Lo ha annunciato oggi l'ayatollah Muhammad Baqir Al-Hakim, leader del Consiglio supremo della rivoluzione islamica in Iraq (Sciri), fra le principali fazioni sciite in Iraq, intervistato dal quotidiano arabo pubblicato a Londra Al-Hayat. "Il popolo iracheno - ha affermato Al-Hakim - vuole in questo momento soprattutto il ritiro degli americani. Questa è la richiesta avanzata anche a livello internazionale dai Paesi confinanti con l'Iraq. Riteniamo necessario l'avvio di un ampia discussione nel Paese, per giungere a un compromesso tra le parti". La direzione dello Sciri ha inoltre reso noto che l'obiettivo di Al-Hakim è quello di ritornare in Iraq per ricomporre le fratture esistenti tra i diversi movimenti sciiti del Paese.

SECONDO GARNER SEMBRA CHE IN IRAQ MANCHI SOLTANTO LA TELEVISIONE. Trasmissioni radio-tv non sono ancora riprese in tutto il paese Roma: in una cosa gli americani non sono ancora riusciti: a ridare a tutti gli iracheni la possibilità di guardare la Tv. E su questo il capo dell'amministrazione civile Usa generale Jay Garner, ammette francamente: non "abbiamo fatto un buon lavoro". Garner ammette infatti che sino ad oggi, le trasmissioni radio e TV sono riprese solo in limitate zone dell'Iraq. "Non abbiamo fatto un buon lavoro – ha detto - voglio che tutti possano guardare la tv.

PALESTINA

NO DI ISRAELE A OFFERTA SIRIANA PER RIPRESA NEGOZIATI PACE - "E' stato deciso di posporre la questione e di non affrontarla finche', nella ricomposizione dello scenario successiva alla guerra in Iraq, non sara' divenuta chiara la reale situazione locale e internazionale della Siria", hanno spiegato le fonti citate dal giornale israeliano. Quest'ultimo precisa inoltre che l'offerta affidata a Mahar Assad contemplava, contemporaneamente alle rinnovate trattative, l'adozione da parte di ambedue le parti di una serie di misure idonee a ricreare un vero clima di fiducia reciproca. I negoziati israelo-siriani, che vertono soprattutto sulla restituzione delle alture del Golan conquistate dalle truppe ebraiche durante la Guerra dei Sei Giorni nel '67, sono fermi dal gennaio 2000. Ancora ieri fonti governative a Damasco avevano ribadito la richiesta di una loro integrale restituzione.

ISRAELE, 14 ERGASTOLI PER IL BRACCIO DESTRO DI BARGHUTI - TEL AVIV- Quattordici ergastoli e altri 50 anni di reclusione sono stati comminati oggi dal tribunale distrettuale di Tel Aviv nei confronti di Nasser Aweis, un dirigente di Tanzim e delle Brigate dei martiri di al-Aqsa ritenuto il 'braccio destro di Marwan Barghuti, il segretario generale di al-Fatah in Cisgiordania. Lo stesso Barghuti si trova sotto processo nello stesso tribunale. Aweis ha mantenuto un totale distacco dal procedimento legale nei suoi confronti, non riconoscendo la autorita' dei giudici di Tel Aviv. Nella sentenza i giudici hanno espresso sdegno per le sue azioni condotte contro innocenti in maniera indiscriminata, senza rimorsi di coscienza, senza alcuna utilita', in contrasto ad ogni regola morale o umana.

INTANTO A NABLUS IN CISGIORDANIA E' STATA DEMOLITA LA CASA DI UN ATTIVISTA PALESTINESE - La casa di un attivista palestinese: Tarek Gudhat Hafez Agrivi, sospettato responsabile di un attentato compiuto presso Hebron il 17 gennaio e rivendicato da Hamas, e' stata demolita questa notte da soldati dell'esercito israeliano. Lo hanno riferito fonti dei militari israeliani.

COLLOQUI USA - RUSSIA

Il sottosegretario di stato americano John Bolton ha iniziato oggi a Mosca colloqui centrati soprattutto sulla non proliferazione delle armi di distruzione di massa con particolare riferimento alla situazione nella Corea del Nord e in Iran. Bolton ha incontrato stamane il ministro russo dell'energia atomica Aleksandr Rumyantsev e vedra' quindi, durante la sua missione che si concludera' domani, il viceminsitro agli esteri Georgy Mamedov con il quale discutera' anche la situazione in Iraq e le prospettive per la ratifica da parte del parlamento russo del Trattato di Mosca sulla riduzione degli armamenti nucleari offensivi.

INDIA - PAKISTAN

Sta gradualmente rischiarando il clima tra India e Pakistan, potenze nucleari divise da una decennale ostilità. Il presidente pakistano Pervez Musharraf ha detto oggi in un’intervista televisiva che, se si risolvesse la questione del Kashmir (territorio conteso tra i due Stati), il suo Paese potrebbe collaborare con l’India ad un patto di non aggressione, seguito da un graduale ridimensionamento dei rispettivi eserciti e dalla de-nuclearizzazione del sudest asiatico. “La nostra preoccupazione - ha affermato il leader politico, salito al potere con un golpe incruento nel 1999 - è la sicurezza; ribadiamo perciò che, se il problema viene risolto, India e Pakistan possono convenire su una graduale riduzione delle truppe e un patto di non aggressione”. A sbloccare la situazione era stata, il 28 aprile scorso, una telefonata tra il premier pakistano e il suo omologo indiano Atal Behari Vajpayee, primo colloquio diretto tra i due dopo 18 mesi di impasse. A questa conversazione ha fatto seguito l’annuncio di New Delhi relativo alla prossima nomina di un ambasciatore in Pakistan e del ripristino dei collegamenti aerei con il vicino Paese. Non sembrano invece placarsi le violenze che da anni insanguinano lo Stato indiano di Jammu e Kashmir, terreno della guerriglia separatista dalla fine degli anni Ottanta. Oggi un ordigno di fabbricazione artigianale è esploso in una stazione degli autobus di Doda (est di Jammu, capitale invernale del Kashmir), provocando la morte di una persona e il ferimento di altre diciassette. Dell’attentato sono sospetti i ribelli separatisti, che l’India accusa di essere appoggiati dal Pakistan, sebbene Islamabad respinga ogni accusa.

NUMEROSI CASI DI COLERA NELLA ZONA DI CONFINE TRA CONGO E UGANDA

Il colera si starebbe diffondendo nel distretto di Bundibugyo, al confine dell’Uganda con la Repubblica Democratica del Congo, ai piedi del massiccio del Ruwenzori, a ovest di Fort Portal: le autorità locali hanno ufficialmente comunicato che dall’inizio dell’anno a causa della malattia sono morte almeno 44 persone su un totale di oltre 600 casi segnalati. Le condizioni sanitarie della zona, difficilmente raggiungibile da Kampala anche a causa delle recenti piogge, erano già state definite critiche in passato in un rapporto di “Medici senza frontiere”; nel luglio scorso, secondo James Ndyeziika, vice direttore dei servizi sanitari locali, metà della popolazione era affetta da Aids. La situazione è resa ancora più complessa dal continuo afflusso di profughi dalla regione congolese dell’Ituri tormentata da continui scontri. Sembra che a fuggire verso Bundibugyo siano soprattutto famiglie di etnia Hema.

PARIGI

SPETTACOLO DI SATIRA SU BUSH: AGGREDITO IL DIRETTORE DELLA “COMEDIE ITALIENNE” - Uno spettacolo satirico contro guerra in Iraq e il beota Bush e' costato caro all'italiano Attilio Maggiulli, direttore del teatro parigino 'La Comedie Italienne': due sconosciuti l'hanno aggredito, picchiato e sfregiato. Maggiulli e' stato attaccato ieri mattina poco dopo le 11 mentre apriva il suo piccolo teatro in rue de la Gaite', a Montparnasse: gli aggressori - ben vestiti, sulla trentina, a viso scoperto - l'hanno spinto dentro la sala, l'hanno preso a botte e gli hanno tagliuzzato a piu' riprese la faccia con un temperino. Sei un amico degli arabi, gli ha gridato uno. Puoi ringraziare quel coglione di Chirac, gli ha detto l'altro. I due aggressori - che sembrano appartenere alla galassia dell'estrema destra - hanno anche imbrattato i muri della sala prima di darsi alla fuga. Sul perche' dell'attacco non sembrano esserci dubbi: nel suo teatro, specializzato in esuberanti rappresentazioni della Commedia dell'arte italiana e di Goldoni, Maggiulli ha proposto negli ultimi giorni uno spettacolo di dura satira intitolato George W. Bush o il cowboy triste di Dio. Sulla facciata del teatro troneggia una foto afghana di Cartier-Bresson, con una suo lapidario giudizio: La guerra in Iraq fa vomitare. Nella locandina Bush e' raffigurato come un teschio sormontato da un cappello.

IMMIGRAZIONE

61 migranti sono sbarcati in nottata, a Porto Empedocle (Agrigento), dopo essere stati intercettati ieri pomeriggio nel Canale di Sicilia. Il barcone in legno con gli immigrati, tra cui quattro donne ed un bambino, era stato avvistato dal motopesca Giuseppina che ha lanciato l' allarme-radio alla Capitaneria di porto. Due motovedette della Guardia costiera di Licata e Porto Empedocle ed un pattugliatore della Guardia di finanza hanno raggiunto a tarda sera l' imbarcazione che e' stata poi rimorchiata a Porto Empedocle. Le forze dell' ordine hanno fermato il presunto scafista; i migranti sono gia' stati trasferiti nel Centro di accoglienza per immigrati di Agrigento.

INCIDENTI STRADALI

39 morti sulle strade nel fine settimana Sono 39 le vittime degli incidenti stradali registrati tra venerdì 2 e domenica 4 maggio. Lo rende noto il dipartimento della pubblica sicurezza, sottolineando che gli incidenti mortali, sempre nell'ultimo fine settimana, sono stati 31. Tra venerdì 25 e domenica 27 aprile gli incidenti mortali erano stati 42 e le vittime 49.

ROMA- Un incendio di origine probabilmente dolosa si è sviluppato questa mattina intorno alle 6 all'ingresso dei Fori Imperiali sul lato di Via Cavour. Quattro automezzi dei vigili del fuoco hanno domato le fiamme sprogionate in un cantiere edile di restauro e consolidamento della Domus Tiberiana e del Bastione Farnesiano. I lavori erano in corso da luglio e ogni giorno nel cantiere lavorano una decina di operai. L'incendio ha interessato quattro baracche contenenti materiale e attrezzature per i lavori e anche alcuni reperti, di importanza minore, provenienti dalla scavo archeologico sulla via Nova. Francesco D'Antoni, geometra responsabile dei lavori ha detto ai giornalisti di non aver subito mai attentati o minacce "e di non avere la minima idea - ha spiegato - di chi possa avere provocato l'incendio che "di certo non è ipotizzabile sia accidentale". Due baracche, in lamiera, contenevano la foresteria degli operai e attrezzature tecniche e burocratiche per i lavori del cantiere. A una distanza di circa 500 metri all'interno delle strutture della Domus Tiberiana erano state allestite altre due baracche, sempre in lamiera: "In queste ultime due baracche - ha proseguito il geometra - non arriva la corrente elettrica e quindi non è ipotizzabile un corto circuito".

G.R. ore 9,30

PALESTINA - Mofaz e Sharon duri con Burns: niente cessate il fuoco

Secondo il ministro della Difesa israeliano, il generale con posizioni ultrareazionarie Shaul Mofaz, da quando Mahmoud Abbas noto come Abu Mazen si è insediato come primo ministro dell'Autorità Nazionale Palestinese, le violenze anti-israeliane da parte dei Palstinesi sono aumentate. "Dopo la nomina del governo di Abu Mazen", ha sottolineato Mofaz nella seduta settimanale del gabinetto di Ariel Sharon, "c'è stata una crescita significativa negli sforzi delle organizzazioni terroristiche per perpetrare attacchi contro di noi, nel tentativo di intralciare il processo per determinare un cambiamento nell'attuale situazione in Medio Oriente". In giornata Mofaz ha incontrato l'inviato speciale statunitense William Burns, cui ha fatto notare come l'attuale esecutivo palestinese "rappresenti per Israele una nuova realtà, nella quale sono presenti al contempo tanto opportunità quanto pericoli". Il generale ha aggiunto che il suo Paese non intende rinunciare alle misure di controllo e di sicurezza nel territori finchè Abu Mazen non avrà dimostrato concretamente di essere in grado di fermare i gruppi radicali. Burns invece ha detto che per incoraggiare le riforme in seno all'Anp, lo Stato israeliano dovrebbe impegnarsi ad alleggerire le conseguenze dei propri provvedimenti. "Finchè Israele sarà esposto alla violenza, e non assisterà a iniziative palestinesi contro il terrorismo, non avrà altra scelta se non continuare ad attivarsi per stroncare il terrorismo, e prevenirlo, esattamente come sta facendo adesso", ha ribattuto a sua volta il 'falco' israeliano. Parole che equivalgono a porre una pietra tombale sul percorso per arrivare ad un mini-stato palestinese; percorso conosciuto col nome di Road Map.

Intanto dal mondo laburista israeliano arriva la notizia delle dimissioni del leader dei laburisti israeliani Amran Mitzna. L'annuncio, è stato dato da lui stesso nel corso di una conferenza stampa a sorpresa.

  • Motivo: l'incapacità del proprio partito di raggiungere gli obiettivi che si era prefissato sia in politica estera che sociale. Prosegue intanto la ripresa del dialogo tra israeliani e palestinesi: il ministro della Difesa israeliano Mofaz ha fatto sapere che l'incontro tra il premier Sharon e il primo ministro palestinese Abu Mazen potrebbe avvenire la prossima settimana. L'incontro tra i due capi di governo israelo-palestinese potrebbe essere il passo decisivo per attivare il percorso del piano di pace a tappe tracciato dal Quartetto: Stati Uniti, Unione Europea, Russia e Nazioni Unite.

    La cosiddetta road map che sarà oggi oggetto di discussione di una sessione straordinaria della Knesset, il parlamento israeliano, e occuperà il dibattito del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, riunito per richiesta della Siria, unico paese arabo presente alla sessione, che ha richiesto espressamente di voler esaminare il progetto.

IRAQ – Sarà pronta entro la metà di maggio la nuova reggenza collettiva ad interim dell'Iraq, costituita da dirigenti locali: lo ha annunciato oggi Jay Garner, il generale americano a riposo nominato amministratore civile provvisorio del Paese arabo. "Per metà mese vedrete veramente l'inizio dell'attivita' di un embrione di un governo iracheno, con volti di iracheni che entreranno a farne parte e che saranno collegati alla coalizione", ha spiegato Garner. A detta del generale, la futura reggenza sarà composta da sette a nove persone e fungerà da ufficio di collegamento con le forze degli Stati Uniti; vi entreranno in parte ex oppositori in esilio ora rimpatriati, e in parte personalità mai allontanatesi dall'iraq e scelte in rappresentanza dei diversi gruppi e fazioni, sul piano etnico e religioso oltre che politico.

Prima missione d'attacco degli alpini in Afghanistan

Gli alpini della task force Nibbio in Afghanistan hanno effettuato oggi la loro prima operazione di combattimento: un intervento svolto congiuntamente con i soldati americani e in cui sono stati impiegati 16 elicotteri Chinook e Blackhawk, che trasportavano mortai da 120 millimetri. L'avioassalto è avvenuto nell'ambito dell'operazione Unified Venture, che si è svolta nella valle di Bermel. Centinaia le persone identificate; recita il comunicato conclusivo delle operazioni, e aggiunge che nessun problema hanno avuto i militari di Enduring Freedom, la coalizione internazionale cosiddetta antiterrorismo.

BRASILE – ARGENTINA – STESSA MONETA

“Le nostre valute hanno quasi lo stesso valore ed è quindi il momento giusto” ha detto il vice-ministro degli esteri argentino Martin Redrado in un’intervista al quotidiano ‘La Nacion’, annunciando che il suo Paese e il Brasile hanno intenzione di discutere il modo di allineare le loro monete come primo passo verso la creazione di una valuta unica. L’Argentina e il Brasile costituiscono il cuore del Mercosur, l’area commerciale a cui appartengono anche Paraguay e Uruguay e che ha come associati anche il Cile e la Bolivia. “potrebbe essere un passo decisivo per il Mercosur” ha detto alla ‘Nacion’ Marco Aurelio Garcia, consigliere del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva. Venerdì, il ‘real’ brasiliano veniva scambiato a 2.9 contro il dollaro americano e il peso argentino a 2.81. Il cambio di entrambe le valute potrebbe essere fissato per entrambe intorno a 3 contro un dollaro. Il prossimo presidente argentino sarà in carica solo il 25 maggio e quindi, come ha detto al giornale un funzionario governativo di Buenos Aires, “stiamo solo negoziando la politica del cambio tra noi, ma trattandosi di politica statale miriamo certo a un livello più alto.

GIORNALISMO

Continuano nel mondo le iniziative collegate alla 13esima "Giornata della Libertà d'informazione" celebrata sabato scorso per iniziativa dell'Unesco, l'organizzazione dell'Onu con sede a Parigi per l'istruzione, la cultura e la scienza, secondo i cui calcoli dal 1992 al 2002 sono stati uccisi in totale 523 giornalisti, 179 dei quali in guerra.

gror030505 (last edited 2008-06-26 10:01:20 by anonymous)