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'''Gr serale lun 05 mag 03'''

'''Sommario'''

'''Esteri'''

'''Iraq''' - Sara' un consiglio composto da nove persone a guidare provvisoriamente l'Iraq nei prossimi mesi. Lo ha annunciato il capo dell'Ufficio americano per la ricostruzione e l'assistenza umanitaria (Ohra), il generale a riposo Garner - I militari britannici hanno fatto irruzione oggi negli uffici della televisione Al Jazeera a Bassora. Subito dopo, nei pressi della sede, si sono sentiti alcuni spari che avrebbero provocato la morte di una donna e il ferimento grave di un uomo - L'amministrazione Bush - rivela oggi Usa Today - sta per presentare alle Nazioni Unite una bozza di risoluzione in chi chiederà la revoca delle sanzioni all'Iraq e l'abolizione, entro un mese, del programma Oil for Food - Le Organizzazioni non governative italiane gia' al lavoro in Iraq hanno ribadito oggi che non collaboreranno in alcun modo con il governo italiano e con il contingente militare in partenza

'''Sindrome del golfo''' - Con una sentenza che farà storia, un soldato britannico ha vinto la causa intentata per avere contratto, in seguito alla somministrazione di un cocktail di farmaci, la cosiddetta "sindrome del Golfo"

'''Palestina''' - L'inviato statunitense in Medio Oriente Burns ha incontrato oggi a Ramallah il premier palestinese Abu Mazen.
Ieri aveva incontrato il premier israeliano Sharon. Burns sta ricordando ad entrambi gli interlocutori l'importanza di passi comuni nella direzione della pace: da parte palestinese la lotta al terrore, da parte israeliana il ritiro dai Territori occupati dall'inizio dell'intifada Al Aqsa e l'appoggio allo sviluppo di uno stato democratico palestinese.

'''Italia'''

'''ART.18''' - EPIFANI PROPORRA' IL SI' AL DIRETTIVO CGIL DI DOMANI

'''Immigrati e "terrorismo"''' - La seconda corte d'assise di Roma ha ammesso come teste Osama Bin Laden nel processo a carico di dodici immigrati imputati per reati che vanno, a seconda delle posizioni, dall'associazione eversiva alla violazione della legge sulle armi, alla ricettazione di documenti contraffati. Il nome di Bin Laden e' stato inserito nella lista dei testimoni dall'avvocato Simonetta Crisci, che assiste alcuni degli imputati.

'''G8''': archiviato il caso Placanica in base alla legittima difesa





'''Iraq'''

Sara' un consiglio composto da nove persone a guidare provvisoriamente l'Iraq nei prossimi mesi. Lo ha annunciato il capo dell'Ufficio americano per la ricostruzione e l'assistenza umanitaria (Ohra), il generale a riposo Garner, precisando che Paul Bremer, l'ex capo dell'ufficio antiterrorismo del dipartimento di Stato americano incaricato di seguire gli aspetti politici della ricostruzione, sara' a Baghdad a meta' della settimana. "Credo che ci saranno sette, otto o nove dirigenti che lavoreranno uniti per dare vita a una leadership del Paese, ha detto Garner, precisando di non sapere ancora come questa dirigenza funzionera' nello specifico, ma annunciando che dovrebbe essere operativa a partire dalla meta' del mese. Per quella data ci sara' l'inizio di un nucleo di un governo iracheno, con un volto iracheno che trattera' con la coalizione, ha annunciato.

I militari britannici hanno fatto irruzione oggi negli uffici della televisione Al Jazeera a Bassora, nel sud dell'Iraq. Lo ha reso noto la stessa emittente del Qatar, precisando che l'uomo a guardia dell'ufficio e' stato malmenato e ferito dalle forze britanniche. Subito dopo si sono sentiti alcuni spari nei pressi della sede di Al Jazeera, che avrebbero provocato la morte di una donna e il ferimento grave di un uomo.

L'amministrazione Bush - rivela oggi Usa Today - sta per presentare alle Nazioni Unite una bozza di risoluzione in chi chiederà la revoca delle sanzioni all'Iraq e l'abolizione, entro un mese, del programma Oil for Food. Si tratta di una mossa destinata a riaprire contrasti e polemiche all'interno del Consiglio di Sicurezza Onu.
Dopo alcune esitazioni, scrive il quotidiano americano, il presidente Bush si sarebbe deciso a sposare la linea 'dura' invocata dal Pentagono e a chiedere subito al consiglio di Sicurezza Onu la revoca delle sanzioni e la fine del programma Oil for Food per reimmettere così sul mercato le riserve petrolifere irachene. Nel braccio di ferro tutto politico sulla questione, sembra aver perso quindi il segretario di stato Usa Powell, che aveva suggerito la possibilità di giungere ad una revoca progressiva e per tappe delle sanzioni tramite tutta una serie di distinte e cadenzate risoluzioni Onu. Con l'abolizione immediata delle sanzioni, l'Onu non avrebbe in pratica più alcuna significativa voce in capitolo nella gestione del petrolio iracheno. Ma questa è una soluzione che almeno due membri permanenti del Consiglio di Sicurezza - Francia e Russia - non sembrano disposti ad avallare. Non c'è alcun dubbio, in ogni caso, che gli Usa con questa mossa vogliano accelerare i tempi e chiudere una volta per tutte la partita 'petrolio'. Non a caso nei giorni scorsi, gli Usa hanno nominato un'autorità incaricata di gestire il petrolio iracheno. L'ufficio per la ricostruzione e l'assistenza umanitaria, guidato dal generale statunitense in pensione, ha nominato infatti due iracheni e uno statunitense a capo del ministero del Petrolio. Il primo dirigente del ministero sarà Thamer Abbas al-Ghadban, ex direttore generale del Dipartimento studi e pianificazione dello stesso ministero. Il suo vice sarà Fadhil Othman, un ex manager petrolifero che ha passato gli ultimi anni in esilio. Ma il vero uomo forte all'interno dell'autorità incaricata di gestire il tesoro del petrolio iracheno, sarà un ex dirigente della Shell. Capo del Board dei consiglieri del ministero sarà infatti Philip J. Carrol, un dirigente dell'anglo-olandese Shell in pensione.
"Se l'embargo dell'Onu si trascinera' troppo a lungo dovremo trovare un altra strada per uscire da questo sistema" ha spiegato un autorevole funzionario dell'Amministrazione al quotidiano finanziario, anticipando che un gruppo di lavoro di giuristi presieduti dal Consiglio di sicurezza nazionale sta valutando nei dettagli l'ipotesi unilaterale, prima di raccomandarne l'adozione al Presidente Bush. Di fatto nelle ultime settimane gli Stati Uniti hanno gia' ignorato le prcedure dell'embargo, esportando in Iraq materiali che sarebbero stati invece soggetti al nulla osta della Commissione sulle sanzioni all'Iraq del Consiglio di sicurezza, l'organismo a cui e' affidato il compito di autorizzare qualsiasi esportazione o importazione, ma anche fornitura di servizi, nell'ambito del programma oil-for-food esteso fino a giugno.

'''Aiuti umanitari'''

Le Organizzazioni non governative italiane gia' al lavoro in Iraq hanno ribadito oggi che non collaboreranno in alcun modo con il governo italiano e con il contingente militare in partenza e si limiteranno, come gia' fanno con gli americani e gli inglesi, a fornire informazioni per non sovrapporsi negli interventi. L'occasione per ribadire il no e' stato l'incontro che si e' tenuto a Baghdad tra le associazioni che aderiscono al 'Tavolo di solidarieta' per le popolazioni irachene' (una trentina tra cui 'Un ponte per...', 'Ics'; 'Terres des Hommes'; 'Intersos'; Gvc; Cosv) e l'incaricato d'affari dell'ambasciata italiana, De Martino. La riunione, secondo quanto ha raccontato il presidente di 'Un ponte per...' Fabio Alberti, era stata convocata dallo stesso De Martino. All'incaricato d'affari, le Ong italiane hanno illustrato i progetti su cui stanno attualmente lavorando (rifornimento di ossigeno agli ospedali, l'assistenza alle strutture per anziani, la potabilizzazione delle acque per gli ospedali di Baghdad e Bassora) e ribadito la volonta' di non collaborare con quelle che loro definiscono forze occupanti. L'ambasciata ci ha chiesto di collaborare - ha detto Fabio Alberti - e noi abbiamo confermato che saremo disponibili ad informare gli italiani, cosi' come facciamo gia' con gli americani, su quali sono i nostri interventi in corso, in modo da non sovrapporsi. Quanto ad una collaborazione fattiva, cio' sara' possibile soltanto quando sara' ripristinata la legalita' e cioe' un governo legittimo riconosciuto dalle Nazioni Unite e il coordinamento degli aiuti umanitari sempre da parte delle Nazioni Unite. A De Martino le Ong hanno anche espresso nuovamente la loro contrarieta' alla realizzazione di un ospedale da campo a Baghdad da parte della Croce Rossa. Quello che serve sono medicinali e assistenza - ha aggiunto Alberti - non posti letto. La capitale irachena e' piena di ospedali, non ne servono altri.

'''Sindrome del golfo'''

Con una sentenza che farà storia, un soldato britannico ha vinto la causa intentata per avere contratto, in seguito alla somministrazione di un cocktail di farmaci, la cosiddetta "sindrome del Golfo". Il tribunale per le pensioni di guerra ha stabilito un nesso di causalità tra i medicinali che l'esercito lo aveva costretto ad assumere e l'osteoporosi di cui il geniere Alez Izett si è ammalato. La sentenza risale a dicembre, ma è stata resa nota solo adesso, una volta finita la guerra in Iraq. Fino a oggi, sia il ministero della Difesa britannico sia il Pentagono si sono sempre rifiutati di riconoscere l'esistenza della sindrome, denunciata invece da molti reduci della guerra in Iraq del 1991. Centinaia di soldati tornati dal fronte hanno sofferto di affaticamento cronico, problemi psicologici, difficoltà respiratorie o eruzioni cutanee; qualcuno si è ammalato di tumore. Alcuni di questi sintomi ha avuto Izett che, pur non essendo poi partito per il Golfo, era stato immunizzato con una serie di antidoti. Oltre a soffrire di osteoporosi, il militare ha anche tentato due volte il suicidio. "Il tribunale ha accertato che il ricorrente era stato vaccinato con un miscuglio di sostanze prima del previsto utilizzo nella Guerra del Golfo", si legge nella sentenza, "la miscela ha provocato l'osteoporosi". Per Izett, la decisione del tribunale è una vittoria per tutti i reduci del Golfo che si sono ammalati. "Ho avuto gli stessi sintomi di soldati che davvero sono stati nel Golfo e a cui sono state fatte le stesse punure", ha spiegato in un'intervista alla Bbc, "credo che questo verdetto sia un grandissimo passo avanti per altri reduci". Non è dello stesso avviso il governo britannico che ritiene di avere perso la causa su basi legali e non mediche. "Non c'è nessuna prova che sostenga, dal punto di vista medico, che le iniezioni abbiano danneggiato qualcuno", ha commentato il vice ministro della Difesa britannico Moon. Al contrario, ha proseguito, il tribunale "ha solo affermato che non possiamo provare che le malattie non sono dovute alle iniezioni".


'''Palestina'''

L'inviato statunitense in Medio Oriente Burns ha incontrato oggi a Ramallah il premier palestinese Abu Mazen, e come si prevedeva, l'inviato statunitense per il Medio Oriente non ha visto il presidente palestinese Arafat, che Washington ormai da un anno completamente emarginato dalla scena diplomatica. Ufficialmente, sono stati "problemi di agenda" a impedire l'incontro tra Burns e Arafat, ma il vice di Powell ha trovato il tempo per vedere anche il ministro degli Esteri Nabil Shaat e il negoziatore capo dei palestinesi Saeb Erekat. . La conversazione - a quanto viene riferito - si è concentrata sul processo di pace proposto dal Quartetto, formato da Russia, Stati Uniti, Unione Europea e Nazioni Unite. Secondo quanto emerso, l'inviato di Bush avrebbe ricordato al primo ministro palestinese la priorità di smantellare l'infrastruttura dei gruppi armati illegali sia in Cisgiordania che a Gaza. L'incontro è stato preceduto da un colloquio tenuto questa mattina tra Burns e Abu Ala, speaker del Consiglio legislativo palestinese (il parlamento). Ieri Burns aveva incontrato il premier israeliano Sharon, il quale gli aveva chiesto di fare pressioni sui palestinesi perché questi smantellino le infrastrutture dei terroristiche. L'inviato americano sta ricordando ad entrambi gli interlocutori l'importanza di passi comuni nella direzione della pace: da parte palestinese la lotta al terrore, da parte israeliana il ritiro dai Territori occupati dall'inizio dell'intifada Al Aqsa e l'appoggio allo sviluppo di uno stato democratico palestinese. Fonti del governo israeliano, raccolte dal quotidiano israeliano Ha'aretz, fanno sapere che i due premier (Abu Mazen e Sharon) potrebbero incontrarsi per la prima volta entro la fine della settimana, probabilmente dopo il ritorno del segretario di Stato Usa Powell nella regione (è appena stato in Siria). La radio israeliana ha quindi diffuso questa mattina la notizia che l'intellettuale palestinese Sari Nusseibeh avrebbe avuto l'intenzione di lanciare un nuovo piano di pace formulato assieme all'ex capo dei servizi israeliani interni (Shin Beth) Ami Ayalon, ma che forti pressioni da parte di Arafat avrebbero persuaso Nusseibeh a posticipare la presentazione dell'iniziativa.

I soldati israeliani hanno demolito la casa di un attivista di Hamas nei pressi di Hebron, in Cisgiordania. Secondo fonti della sicurezza israeliana, il 17 gennaio scorso l' uomo partecipo' a un attacco contro l'insediamento ebraico di Kiryat Arba, conclusosi con la morte di un israeliano e il ferimento di altri tre. Dopo l'attacco l'attivista cadde sotto i colpi dei militari israeliani insieme a un compagno. A partire da oggi e fino a giovedi, l'accesso allo stato ebraico sara' interdetto ai palestinesi per paura di attentati in coincidenza con le manifestazioni indette per la giornata dei caduti e la festa dell'indipendenza.


'''ART.18'''

La Cgil e' arrivata alla discussione sul referendum estensivo dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Secondo quanto emerso nel corso della riunione della segreteria di oggi, il segretario generale Epifani presentera' domani al direttivo Cgil una relazione nella quale sara' argomentata l'indicazione di votare il si' al referendum. Epifani ricordera' anche i punti che distinguono la posizione del sindacato di corso d'Italia: la convinzione che una nuova legge fosse la via maestra per affrontare la questione dell'estensione dell'art. 18 e che questa consultazione referendaria crei divisioni tra i lavoratori.
Il voto conclusivo del direttivo e' previsto per dopodomani.

'''Immigrati e "terrorismo"'''

La seconda corte d'assise di Roma, presieduta da Mario Lucio D'Andria, ha ammesso come teste Osama Bin Laden nel processo a carico di dodici immigrati imputati per reati che vanno, a seconda delle posizioni, dall'associazione eversiva alla violazione della legge sulle armi, alla ricettazione di documenti contraffati. Il nome di Bin Laden e' stato inserito nella lista dei testimoni dall'avvocato Simonetta Crisci, che assiste il pakistano Ahmad Naseer accusato, assieme all'algerino Chihab Goumri e al tunisino Abdelmoname ben Khalifa Mansour, di essere "in collegamento con il gruppo terroristico Al Qaeda "Soltanto colui che e' indicato come capo internazionale di Al Qaeda - ha spiegato la penalista in aula - ci potra' dire quale ruolo avevano gli imputati nell'associazione. Non e' una provocazione la mia, ma e' un modo per dimostrare che se vogliamo provare la partecipazione di un soggetto ad Al Qaeda dobbiamo trovare una persona non imputata in questo processo che ce la confermi". I giudici, che hanno ammesso anche tutti gli altri testimoni dell'accusa e della difesa, hanno acconsentito all'acquisizione delle trascrizioni delle intercettazioni disposte dalla Procura all'interno del centro di preghiera "Al Harmini" di via Gioberti, a Roma, riservandosi di disporre una relativa perizia se lo riteranno opportuno. La Corte ha respinto, invece, per l'attuale mancanza di una cognizione piena degli atti, la richiesta di proscioglimento dal capo di imputazione, contestato ai 9 marocchini, sulla detenzione di 4 chili e 400 grammi di ferricianuro di potassio avanzata dalla difesa e che aveva fatto riferimento alla pronuncia della Cassazione secondo cui la sostanza non sarebbe qualificabile come aggressivo chimico.


'''G8'''

E' stato archiviato il procedimento a carico di Mario Placanica, il carabiniere indagato di omicidio volontario per la morte di Carlo Giuliani, avvenuta il 20 luglio del 2001, in piazza Alimonda, durante le giornate del g8. Lo ha deciso il Gup Elena Daloiso, su richiesta del pubblico ministero Silvio Franz che aveva chiesto l'archiviazione per legittima difesa.
L'ordinanza firmata dal gup ha prosciolto Placanica e il collega Filippo Cavataio, che stava al posto di guida del Defender, da qualsiasi addebito. "Il materiale e gli accertamenti - scrive il giudice - hanno consentito di ritenere provato che il Carabiniere Placanica ha agito in presenza di causa di giustificazione che esclude la punibilità del fatto; e che non vi sono elementi che consentono di ravvisare responsabilità del carabiniere Cavataio nella morte di Carlo Giuliani".
Il giudice ha ordinato la restituzione ai due carabinieri delle armi e delle munizioni poste sotto sequestro e ai familiari di Carlo Giuliani degli effetti personali del giovane.
Amareggiato Giuliano Giuliani, il padre di Carlo: "Non chiedevamo la condanna di Placanica, ma che si andasse a un dibattimento. Invece con l'archiviazione ho il sospetto che si voglia nascondere la verità". Giuliani non sembra però rassegnato alla notizia giunta da Genova. Infatti dice: "A questo punto faremo tutti i passi previsti dalla legge".
Il portavoce del Social Forum Vittorio Agnoletto parla di "decisione gravissima, con la quale lo Stato si autoassolve da ogni responsabilità". Agnoletto annuncia che in occasione del secondo anniversario della morte di Carlo Giuliani, il movimento "ricostruirà in modo pubblico e con tutta la documentazione attualmente disponibile la verità di quanto accaduto in piazza Alimonda". "E' evidente - spiega - che non c'è la volontà di ricercare la verità con l'obiettivo di una vera giustizia. D'altra parte non possiamo dimenticare che solo qualche giorno dopo l'omicidio di Carlo un importante esponente della procura di Genova già parlava di legittima difesa e le stesse parole erano state utilizzate da esponenti del governo fino al presidente del Consiglio che voleva addirittura offrire una vacanza omaggio a Placanica".

Gr serale lun 05 mag 03

Sommario

Esteri

Iraq - Sara' un consiglio composto da nove persone a guidare provvisoriamente l'Iraq nei prossimi mesi. Lo ha annunciato il capo dell'Ufficio americano per la ricostruzione e l'assistenza umanitaria (Ohra), il generale a riposo Garner - I militari britannici hanno fatto irruzione oggi negli uffici della televisione Al Jazeera a Bassora. Subito dopo, nei pressi della sede, si sono sentiti alcuni spari che avrebbero provocato la morte di una donna e il ferimento grave di un uomo - L'amministrazione Bush - rivela oggi Usa Today - sta per presentare alle Nazioni Unite una bozza di risoluzione in chi chiederà la revoca delle sanzioni all'Iraq e l'abolizione, entro un mese, del programma Oil for Food - Le Organizzazioni non governative italiane gia' al lavoro in Iraq hanno ribadito oggi che non collaboreranno in alcun modo con il governo italiano e con il contingente militare in partenza

Sindrome del golfo - Con una sentenza che farà storia, un soldato britannico ha vinto la causa intentata per avere contratto, in seguito alla somministrazione di un cocktail di farmaci, la cosiddetta "sindrome del Golfo"

Palestina - L'inviato statunitense in Medio Oriente Burns ha incontrato oggi a Ramallah il premier palestinese Abu Mazen. Ieri aveva incontrato il premier israeliano Sharon. Burns sta ricordando ad entrambi gli interlocutori l'importanza di passi comuni nella direzione della pace: da parte palestinese la lotta al terrore, da parte israeliana il ritiro dai Territori occupati dall'inizio dell'intifada Al Aqsa e l'appoggio allo sviluppo di uno stato democratico palestinese.

Italia

ART.18 - EPIFANI PROPORRA' IL SI' AL DIRETTIVO CGIL DI DOMANI

Immigrati e "terrorismo" - La seconda corte d'assise di Roma ha ammesso come teste Osama Bin Laden nel processo a carico di dodici immigrati imputati per reati che vanno, a seconda delle posizioni, dall'associazione eversiva alla violazione della legge sulle armi, alla ricettazione di documenti contraffati. Il nome di Bin Laden e' stato inserito nella lista dei testimoni dall'avvocato Simonetta Crisci, che assiste alcuni degli imputati.

G8: archiviato il caso Placanica in base alla legittima difesa

Iraq

Sara' un consiglio composto da nove persone a guidare provvisoriamente l'Iraq nei prossimi mesi. Lo ha annunciato il capo dell'Ufficio americano per la ricostruzione e l'assistenza umanitaria (Ohra), il generale a riposo Garner, precisando che Paul Bremer, l'ex capo dell'ufficio antiterrorismo del dipartimento di Stato americano incaricato di seguire gli aspetti politici della ricostruzione, sara' a Baghdad a meta' della settimana. "Credo che ci saranno sette, otto o nove dirigenti che lavoreranno uniti per dare vita a una leadership del Paese, ha detto Garner, precisando di non sapere ancora come questa dirigenza funzionera' nello specifico, ma annunciando che dovrebbe essere operativa a partire dalla meta' del mese. Per quella data ci sara' l'inizio di un nucleo di un governo iracheno, con un volto iracheno che trattera' con la coalizione, ha annunciato.

I militari britannici hanno fatto irruzione oggi negli uffici della televisione Al Jazeera a Bassora, nel sud dell'Iraq. Lo ha reso noto la stessa emittente del Qatar, precisando che l'uomo a guardia dell'ufficio e' stato malmenato e ferito dalle forze britanniche. Subito dopo si sono sentiti alcuni spari nei pressi della sede di Al Jazeera, che avrebbero provocato la morte di una donna e il ferimento grave di un uomo.

L'amministrazione Bush - rivela oggi Usa Today - sta per presentare alle Nazioni Unite una bozza di risoluzione in chi chiederà la revoca delle sanzioni all'Iraq e l'abolizione, entro un mese, del programma Oil for Food. Si tratta di una mossa destinata a riaprire contrasti e polemiche all'interno del Consiglio di Sicurezza Onu. Dopo alcune esitazioni, scrive il quotidiano americano, il presidente Bush si sarebbe deciso a sposare la linea 'dura' invocata dal Pentagono e a chiedere subito al consiglio di Sicurezza Onu la revoca delle sanzioni e la fine del programma Oil for Food per reimmettere così sul mercato le riserve petrolifere irachene. Nel braccio di ferro tutto politico sulla questione, sembra aver perso quindi il segretario di stato Usa Powell, che aveva suggerito la possibilità di giungere ad una revoca progressiva e per tappe delle sanzioni tramite tutta una serie di distinte e cadenzate risoluzioni Onu. Con l'abolizione immediata delle sanzioni, l'Onu non avrebbe in pratica più alcuna significativa voce in capitolo nella gestione del petrolio iracheno. Ma questa è una soluzione che almeno due membri permanenti del Consiglio di Sicurezza - Francia e Russia - non sembrano disposti ad avallare. Non c'è alcun dubbio, in ogni caso, che gli Usa con questa mossa vogliano accelerare i tempi e chiudere una volta per tutte la partita 'petrolio'. Non a caso nei giorni scorsi, gli Usa hanno nominato un'autorità incaricata di gestire il petrolio iracheno. L'ufficio per la ricostruzione e l'assistenza umanitaria, guidato dal generale statunitense in pensione, ha nominato infatti due iracheni e uno statunitense a capo del ministero del Petrolio. Il primo dirigente del ministero sarà Thamer Abbas al-Ghadban, ex direttore generale del Dipartimento studi e pianificazione dello stesso ministero. Il suo vice sarà Fadhil Othman, un ex manager petrolifero che ha passato gli ultimi anni in esilio. Ma il vero uomo forte all'interno dell'autorità incaricata di gestire il tesoro del petrolio iracheno, sarà un ex dirigente della Shell. Capo del Board dei consiglieri del ministero sarà infatti Philip J. Carrol, un dirigente dell'anglo-olandese Shell in pensione. "Se l'embargo dell'Onu si trascinera' troppo a lungo dovremo trovare un altra strada per uscire da questo sistema" ha spiegato un autorevole funzionario dell'Amministrazione al quotidiano finanziario, anticipando che un gruppo di lavoro di giuristi presieduti dal Consiglio di sicurezza nazionale sta valutando nei dettagli l'ipotesi unilaterale, prima di raccomandarne l'adozione al Presidente Bush. Di fatto nelle ultime settimane gli Stati Uniti hanno gia' ignorato le prcedure dell'embargo, esportando in Iraq materiali che sarebbero stati invece soggetti al nulla osta della Commissione sulle sanzioni all'Iraq del Consiglio di sicurezza, l'organismo a cui e' affidato il compito di autorizzare qualsiasi esportazione o importazione, ma anche fornitura di servizi, nell'ambito del programma oil-for-food esteso fino a giugno.

Aiuti umanitari

Le Organizzazioni non governative italiane gia' al lavoro in Iraq hanno ribadito oggi che non collaboreranno in alcun modo con il governo italiano e con il contingente militare in partenza e si limiteranno, come gia' fanno con gli americani e gli inglesi, a fornire informazioni per non sovrapporsi negli interventi. L'occasione per ribadire il no e' stato l'incontro che si e' tenuto a Baghdad tra le associazioni che aderiscono al 'Tavolo di solidarieta' per le popolazioni irachene' (una trentina tra cui 'Un ponte per...', 'Ics'; 'Terres des Hommes'; 'Intersos'; Gvc; Cosv) e l'incaricato d'affari dell'ambasciata italiana, De Martino. La riunione, secondo quanto ha raccontato il presidente di 'Un ponte per...' Fabio Alberti, era stata convocata dallo stesso De Martino. All'incaricato d'affari, le Ong italiane hanno illustrato i progetti su cui stanno attualmente lavorando (rifornimento di ossigeno agli ospedali, l'assistenza alle strutture per anziani, la potabilizzazione delle acque per gli ospedali di Baghdad e Bassora) e ribadito la volonta' di non collaborare con quelle che loro definiscono forze occupanti. L'ambasciata ci ha chiesto di collaborare - ha detto Fabio Alberti - e noi abbiamo confermato che saremo disponibili ad informare gli italiani, cosi' come facciamo gia' con gli americani, su quali sono i nostri interventi in corso, in modo da non sovrapporsi. Quanto ad una collaborazione fattiva, cio' sara' possibile soltanto quando sara' ripristinata la legalita' e cioe' un governo legittimo riconosciuto dalle Nazioni Unite e il coordinamento degli aiuti umanitari sempre da parte delle Nazioni Unite. A De Martino le Ong hanno anche espresso nuovamente la loro contrarieta' alla realizzazione di un ospedale da campo a Baghdad da parte della Croce Rossa. Quello che serve sono medicinali e assistenza - ha aggiunto Alberti - non posti letto. La capitale irachena e' piena di ospedali, non ne servono altri.

Sindrome del golfo

Con una sentenza che farà storia, un soldato britannico ha vinto la causa intentata per avere contratto, in seguito alla somministrazione di un cocktail di farmaci, la cosiddetta "sindrome del Golfo". Il tribunale per le pensioni di guerra ha stabilito un nesso di causalità tra i medicinali che l'esercito lo aveva costretto ad assumere e l'osteoporosi di cui il geniere Alez Izett si è ammalato. La sentenza risale a dicembre, ma è stata resa nota solo adesso, una volta finita la guerra in Iraq. Fino a oggi, sia il ministero della Difesa britannico sia il Pentagono si sono sempre rifiutati di riconoscere l'esistenza della sindrome, denunciata invece da molti reduci della guerra in Iraq del 1991. Centinaia di soldati tornati dal fronte hanno sofferto di affaticamento cronico, problemi psicologici, difficoltà respiratorie o eruzioni cutanee; qualcuno si è ammalato di tumore. Alcuni di questi sintomi ha avuto Izett che, pur non essendo poi partito per il Golfo, era stato immunizzato con una serie di antidoti. Oltre a soffrire di osteoporosi, il militare ha anche tentato due volte il suicidio. "Il tribunale ha accertato che il ricorrente era stato vaccinato con un miscuglio di sostanze prima del previsto utilizzo nella Guerra del Golfo", si legge nella sentenza, "la miscela ha provocato l'osteoporosi". Per Izett, la decisione del tribunale è una vittoria per tutti i reduci del Golfo che si sono ammalati. "Ho avuto gli stessi sintomi di soldati che davvero sono stati nel Golfo e a cui sono state fatte le stesse punure", ha spiegato in un'intervista alla Bbc, "credo che questo verdetto sia un grandissimo passo avanti per altri reduci". Non è dello stesso avviso il governo britannico che ritiene di avere perso la causa su basi legali e non mediche. "Non c'è nessuna prova che sostenga, dal punto di vista medico, che le iniezioni abbiano danneggiato qualcuno", ha commentato il vice ministro della Difesa britannico Moon. Al contrario, ha proseguito, il tribunale "ha solo affermato che non possiamo provare che le malattie non sono dovute alle iniezioni".

Palestina

L'inviato statunitense in Medio Oriente Burns ha incontrato oggi a Ramallah il premier palestinese Abu Mazen, e come si prevedeva, l'inviato statunitense per il Medio Oriente non ha visto il presidente palestinese Arafat, che Washington ormai da un anno completamente emarginato dalla scena diplomatica. Ufficialmente, sono stati "problemi di agenda" a impedire l'incontro tra Burns e Arafat, ma il vice di Powell ha trovato il tempo per vedere anche il ministro degli Esteri Nabil Shaat e il negoziatore capo dei palestinesi Saeb Erekat. . La conversazione - a quanto viene riferito - si è concentrata sul processo di pace proposto dal Quartetto, formato da Russia, Stati Uniti, Unione Europea e Nazioni Unite. Secondo quanto emerso, l'inviato di Bush avrebbe ricordato al primo ministro palestinese la priorità di smantellare l'infrastruttura dei gruppi armati illegali sia in Cisgiordania che a Gaza. L'incontro è stato preceduto da un colloquio tenuto questa mattina tra Burns e Abu Ala, speaker del Consiglio legislativo palestinese (il parlamento). Ieri Burns aveva incontrato il premier israeliano Sharon, il quale gli aveva chiesto di fare pressioni sui palestinesi perché questi smantellino le infrastrutture dei terroristiche. L'inviato americano sta ricordando ad entrambi gli interlocutori l'importanza di passi comuni nella direzione della pace: da parte palestinese la lotta al terrore, da parte israeliana il ritiro dai Territori occupati dall'inizio dell'intifada Al Aqsa e l'appoggio allo sviluppo di uno stato democratico palestinese. Fonti del governo israeliano, raccolte dal quotidiano israeliano Ha'aretz, fanno sapere che i due premier (Abu Mazen e Sharon) potrebbero incontrarsi per la prima volta entro la fine della settimana, probabilmente dopo il ritorno del segretario di Stato Usa Powell nella regione (è appena stato in Siria). La radio israeliana ha quindi diffuso questa mattina la notizia che l'intellettuale palestinese Sari Nusseibeh avrebbe avuto l'intenzione di lanciare un nuovo piano di pace formulato assieme all'ex capo dei servizi israeliani interni (Shin Beth) Ami Ayalon, ma che forti pressioni da parte di Arafat avrebbero persuaso Nusseibeh a posticipare la presentazione dell'iniziativa.

I soldati israeliani hanno demolito la casa di un attivista di Hamas nei pressi di Hebron, in Cisgiordania. Secondo fonti della sicurezza israeliana, il 17 gennaio scorso l' uomo partecipo' a un attacco contro l'insediamento ebraico di Kiryat Arba, conclusosi con la morte di un israeliano e il ferimento di altri tre. Dopo l'attacco l'attivista cadde sotto i colpi dei militari israeliani insieme a un compagno. A partire da oggi e fino a giovedi, l'accesso allo stato ebraico sara' interdetto ai palestinesi per paura di attentati in coincidenza con le manifestazioni indette per la giornata dei caduti e la festa dell'indipendenza.

ART.18

La Cgil e' arrivata alla discussione sul referendum estensivo dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Secondo quanto emerso nel corso della riunione della segreteria di oggi, il segretario generale Epifani presentera' domani al direttivo Cgil una relazione nella quale sara' argomentata l'indicazione di votare il si' al referendum. Epifani ricordera' anche i punti che distinguono la posizione del sindacato di corso d'Italia: la convinzione che una nuova legge fosse la via maestra per affrontare la questione dell'estensione dell'art. 18 e che questa consultazione referendaria crei divisioni tra i lavoratori. Il voto conclusivo del direttivo e' previsto per dopodomani.

Immigrati e "terrorismo"

La seconda corte d'assise di Roma, presieduta da Mario Lucio D'Andria, ha ammesso come teste Osama Bin Laden nel processo a carico di dodici immigrati imputati per reati che vanno, a seconda delle posizioni, dall'associazione eversiva alla violazione della legge sulle armi, alla ricettazione di documenti contraffati. Il nome di Bin Laden e' stato inserito nella lista dei testimoni dall'avvocato Simonetta Crisci, che assiste il pakistano Ahmad Naseer accusato, assieme all'algerino Chihab Goumri e al tunisino Abdelmoname ben Khalifa Mansour, di essere "in collegamento con il gruppo terroristico Al Qaeda "Soltanto colui che e' indicato come capo internazionale di Al Qaeda - ha spiegato la penalista in aula - ci potra' dire quale ruolo avevano gli imputati nell'associazione. Non e' una provocazione la mia, ma e' un modo per dimostrare che se vogliamo provare la partecipazione di un soggetto ad Al Qaeda dobbiamo trovare una persona non imputata in questo processo che ce la confermi". I giudici, che hanno ammesso anche tutti gli altri testimoni dell'accusa e della difesa, hanno acconsentito all'acquisizione delle trascrizioni delle intercettazioni disposte dalla Procura all'interno del centro di preghiera "Al Harmini" di via Gioberti, a Roma, riservandosi di disporre una relativa perizia se lo riteranno opportuno. La Corte ha respinto, invece, per l'attuale mancanza di una cognizione piena degli atti, la richiesta di proscioglimento dal capo di imputazione, contestato ai 9 marocchini, sulla detenzione di 4 chili e 400 grammi di ferricianuro di potassio avanzata dalla difesa e che aveva fatto riferimento alla pronuncia della Cassazione secondo cui la sostanza non sarebbe qualificabile come aggressivo chimico.

G8

E' stato archiviato il procedimento a carico di Mario Placanica, il carabiniere indagato di omicidio volontario per la morte di Carlo Giuliani, avvenuta il 20 luglio del 2001, in piazza Alimonda, durante le giornate del g8. Lo ha deciso il Gup Elena Daloiso, su richiesta del pubblico ministero Silvio Franz che aveva chiesto l'archiviazione per legittima difesa. L'ordinanza firmata dal gup ha prosciolto Placanica e il collega Filippo Cavataio, che stava al posto di guida del Defender, da qualsiasi addebito. "Il materiale e gli accertamenti - scrive il giudice - hanno consentito di ritenere provato che il Carabiniere Placanica ha agito in presenza di causa di giustificazione che esclude la punibilità del fatto; e che non vi sono elementi che consentono di ravvisare responsabilità del carabiniere Cavataio nella morte di Carlo Giuliani". Il giudice ha ordinato la restituzione ai due carabinieri delle armi e delle munizioni poste sotto sequestro e ai familiari di Carlo Giuliani degli effetti personali del giovane. Amareggiato Giuliano Giuliani, il padre di Carlo: "Non chiedevamo la condanna di Placanica, ma che si andasse a un dibattimento. Invece con l'archiviazione ho il sospetto che si voglia nascondere la verità". Giuliani non sembra però rassegnato alla notizia giunta da Genova. Infatti dice: "A questo punto faremo tutti i passi previsti dalla legge". Il portavoce del Social Forum Vittorio Agnoletto parla di "decisione gravissima, con la quale lo Stato si autoassolve da ogni responsabilità". Agnoletto annuncia che in occasione del secondo anniversario della morte di Carlo Giuliani, il movimento "ricostruirà in modo pubblico e con tutta la documentazione attualmente disponibile la verità di quanto accaduto in piazza Alimonda". "E' evidente - spiega - che non c'è la volontà di ricercare la verità con l'obiettivo di una vera giustizia. D'altra parte non possiamo dimenticare che solo qualche giorno dopo l'omicidio di Carlo un importante esponente della procura di Genova già parlava di legittima difesa e le stesse parole erano state utilizzate da esponenti del governo fino al presidente del Consiglio che voleva addirittura offrire una vacanza omaggio a Placanica".

Proposta sommario

Italia

Processo cosenza c'è il volantino, va riscritto, e poi fare telefonata

processo migranti fare intervista a simonetta

processo berlusconi solo la storia del tipo che lo insulta, secondo me è grave

napoli rifiuti e inceneritore

Ong italiane in iraq fare intervista a un ponte per

Esteri

Palestina, questioni di governo se è il caso, fare intervista a ivan bonfanti

Iraq bastano credo le notizie di agenzia

Embargo fare intervista a valter peruzzi

GR ORE 17.00

Articolo 18:

Non sarà solo una ratifica. Il Direttivo della Cgil (che si apre domani) deciderà mercoledì l'orientamento di voto favorevole nei confronti del referendum estensivo dell'art.18, ma è chiamato a un dibattito non di rito. La posizione che, presumibilmente, Guglielmo Epifani illustrerà al massimo organismo dirigente della confederazione ricalca le indicazioni giunte dalla maggior parte della categorie: di fronte a un referendum che la maggioranza della Cgil non voleva e che però c'è, non si può non votare sì. Il fronte del sì racchiude una categoria, la Fiom, convinta della necessità di un impegno diretto anche nella campagna. E altre organizzazioni esplicitamente critiche nei confronti del quesito ma piegate alla necesità contingente. Si presenteranno al Direttivo sulla linea del sì 'sopravvenuto' settori fondamentali per il peso interno alla Cgil: in primo luogo la Funzione Pubblica, categoria che racchiude il maggior numero di iscritti attivi. Proprio oggi il direttivo della funzione pubblica Cgil si e' espresso a larghissima maggioranza per un' indicazione favorevole al referendum sull' estensione dell' art. 18. I voti a favore dell' ordine del giorno che da' indicazione per il si' - ha riferito il segretario nazionale, Carlo Bodda - sono stati 125, mentre tre persone si sono astenute e 4 hanno votato un documento diverso che indicava la liberta' di voto. La funzione pubblica comunque ribadisce che non promuovera' comitati per il si' e non fara' campagna elettorale diretta per il voto. Ma anche gli agroalimentari della Flai, i lavoratori dell'energia della Fnle e i chimici della Filcea. Tutti con un ordine del giorno o con un documento frutto di un dibattito interno che da mesi ha visto la Cgil, partendo dal basso, alle prese con una decisione spinosa. Il dibattito è aperto sugli aspetti 'collaterali' del sì, a partire dall'impegno della Cgil, peraltro improbabile, nella campagna referendaria. Ma sull'orientamento di fondo i numeri parlano chiaro e spiegano meglio di ogni analisi perché Epifani abbia deciso di far seguire alla critica (intatta) per un "referendum sbagliato" la decisione di propendere per un voto a favore del quesito: è l'analisi condivisa dalla maggior parte delle categorie. Incluso il pronunciamento esplicito per lo strumento legislativo come via maestra per estendere diritti e tutele. Sono ufficialmente senza una posizione definita i pensionati dello Spi, preponderanti per numero di iscritti. Ma la segretaria generale di categoria, Betty Leone, è uscita allo scoperto con un'intervista a favore del sì, sia pur critico, spostando ancora di più la bilancia interna. Sulla quale pesano anche i pronunciamenti delle strutture territoriali. Sul fronte opposto, invece, il Comitato delle imprese per il no ha illustrato questa mattina, presso la sede della Confagricoltura a Roma, la propria campagna in vista del referendum sull'estensione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Il comitato - del quale fanno parte Associazione generale cooperative italiane, Casartigianti, Cna, Coldiretti, Compagnia delle opere, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confetra, Confindustria, Confinterim - lancia l'appello per "un'astensione motivata e militante", ha spiegato Luciano Petracchi, presidente di Confartigianato, "una risposta giusta a una domanda sbagliata, un duplice no, al referendum come tale e ai contenuti del quesito referendario". La campagna delle 'imprese per il no' sara' basata sull'affissione di manifesti. I prototipi presentati questa mattina prevedono brevi messaggi, su campo rosso, che richiamano l'attenzione del pubblico sulla parola 'no'. Saranno utilizzati oltre 10.500 impianti di affissione, nei 101 capoluoghi di provincia italiani, per un investimento complessivo di circa 1.300.000 euro.

Processo Berlusconi

Udienza oggi con la presenza del presidente del consiglio, in veste di imputato che ha deciso di rilasciare dichiarazioni spontaneee. Berlusconi non ha detto nulla in merito alle accuse che gli sono imputate, mentre ha ribadito il suo assoluto rispetto per lo stato. Un rispetto che si è tradotto nell'aver fatto favori a Bettino Craxi, come ha dichiarato, per intervenire in situazioni non gradite all'allora presidente del consiglio e suo referente politico in alcune situazioni, vedi la legge sulle frequenze televisive. Conclusa la sua dichiarazione, mentre stava uscendo, nel corridoio un cittadino si è avvicinato a Berlusconi e gli ha urlato: "fatti processare, buffone, farai la fine di Ceausescu". Mentre l'uomo continuava ad urlare, il presidente del Consiglio si è fermato e rivolto ai carabinieri ha detto: "prendete le generalità di quell'uomo, identificatelo". I militari sono subito intervenuti e l'uomo è stato accompagnato nella caserma interna al palazzo di giustizia per essere identificato. La presidenza del Consiglio, secondo quanto si è appreso, ha deciso di denunciare per ingiurie l'uomo.

Osama bin laden

La seconda corte d'assise di Roma, presieduta da Mario Lucio D'Andria, ha ammesso come teste Osama Bin Laden nel processo a carico di dodici immigrati imputati per reati che vanno, a seconda delle posizioni, dall'associazione eversiva alla violazione della legge sulle armi, alla ricettazione di documenti contraffati. Il nome di Bin Laden e' stato inserito nella lista dei testimoni dall'avvocato Simonetta Crisci, che assiste il pakistano Ahmad Naseer accusato, assieme all'algerino Chihab Goumri e al tunisino Abdelmoname ben Khalifa Mansour, di essere "in collegamento con il gruppo terroristico Al Qaeda "Soltanto colui che e' indicato come capo internazionale di Al Qaeda - ha spiegato la penalista in aula - ci potra' dire quale ruolo avevano gli imputati nell'associazione. Non e' una provocazione la mia, ma e' un modo per dimostrare che se vogliamo provare la partecipazione di un soggetto ad Al Qaeda dobbiamo trovare una persona non imputata in questo processo che ce la confermi". I giudici, che hanno ammesso anche tutti gli altri testimoni dell'accusa e della difesa, hanno acconsentito all'acquisizione delle trascrizioni delle intercettazioni disposte dalla Procura all'interno del centro di preghiera "Al Harmini" di via Gioberti, a Roma, riservandosi di disporre una relativa perizia se lo riteranno opportuno. La Corte ha respinto, invece, per l'attuale mancanza di una cognizione piena degli atti, la richiesta di proscioglimento dal capo di imputazione, contestato ai 9 marocchini, sulla detenzione di 4 chili e 400 grammi di ferricianuro di potassio avanzata dalla difesa e che aveva fatto riferimento alla pronuncia della Cassazione secondo cui la sostanza non sarebbe qualificabile come aggressivo chimico.

Governo revisionista

Martedi' 6 maggio 2003, alle ore 17,30, il presidente del Senato Marcello Pera partecipera' alla Conferenza del professor Ernst Nolte su "La filosofia europea e il futuro dell'Europa", presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani. Si tratta della terza conferenza del ciclo su "La filosofia dell'Europa". La figura di Nolte, ben nota negli ambienti del revisionismo storico, e per essere uno dei teorici preferiti della destra

Zorzi

Anche di Delfo Zorzi si e' occupato il ministro della Giustizia Roberto Castelli che oggi si trova a Parigi per partecipare al vertice sulla sicurezza e la giustizia. In un colloquio con il procuratore generale giapponese, il guardasigilli ha appunto affrontato il caso di Delfo Zorzi, condannato in contumacia all'ergastolo per la strage di piazza Fontana e da anni residente in Giappone. "Il procuratore generale giapponese mi ha confermato ancora oggi che Zorzi e' un cittadino giapponese - afferma Castelli -. La legislazione giapponese non prevede l'estradizione dei suoi cittadini. Non e' mai accaduto dal dopoguerra in poi e quindi bisognerebbe che venisse tolta la cittadinanza giapponese a Zorzi", ha spiegato ancora ai giornalisti il guardasigilli che ha aggiunto: "Pero' non e' mai accaduto che a un cittadino a cui e' stata data la cittadinanza giapponese venisse poi tolta". Il procuratore generale "mi ha ribadito che ci sarebbe bisogno di elementi nuovi che al momento, francamente, noi non sappiamo fornire". Castelli ha anche sottolineato: "Noi stiamo traducendo tutti gli atti del processo che avevamo gia' tradotto in inglese e che ora ci hanno chiesto in lingua giapponese. E' un lavoro lunghissimo e costosissimo che dimostra che il governo italiano sta facendo tutto per poter arrivare all'estradizione di Zorzi". La situazione "e' questa, in Giappone ci sono delle normative precise".

Iraq

Sara' un consiglio composto da nove persone a guidare provvisoriamente l'Iraq nei prossimi mesi. Lo ha annunciato il capo dell'Ufficio americano per la ricostruzione e l'assistenza umanitaria (Ohra), il generale a riposo Jay Garner, precisando che Paul Bremer, l'ex capo dell'ufficio antiterrorismo del dipartimento di Stato americano incaricato di seguire gli aspetti politici della ricostruzione, sara' a Baghdad a meta' della settimana. Credo che ci saranno sette, otto o nove dirigenti che lavoreranno uniti per dare vita a una leadership del Paese, ha detto Garner, precisando di non sapere ancora come questa dirigenza funzionera' nello specifico, ma annunciando che dovrebbe essere operativa a partire dalla meta' del mese. Per quella data ci sara' l'inizio di un nucleo di un governo iracheno, con un volto iracheno che trattera' con la coalizione, ha annunciato. Intanto gli eserciti inglese e americano continuano a comportarsi come loro solito, e come si richiede ad un esercito di occupazione: i militari britannici hanno fatto irruzione oggi negli uffici della televisione Al Jazeera a Bassora, nel sud dell'Iraq. Lo ha reso noto la stessa emittente del Qatar, precisando che l'uomo a guardia dell'ufficio e' stato malmenato e ferito dalle forze britanniche. Subito dopo si sono sentiti alcuni spari nei pressi della sede di Al Jazeera, che avrebbero provocato la morte di una donna e il ferimento grave di un uomo.

Embargo

L'amministrazione Bush - rivela oggi Usa Today - sta per presentare alle Nazioni Unite una bozza di risoluzione in chi chiederà la revoca delle sanzioni all'Iraq e l'abolizione, entro un mese, del programma Oil for Food. Si tratta di una mossa destinata a riaprire contrasti e polemiche all'interno del Consiglio di Sicurezza Onu.

  • Dopo alcune esitazioni, scrive il quotidiano americano, il presidente Bush si sarebbe deciso a sposare la linea 'dura' invocata dal Pentagono e a chiedere subito al consiglio di Sicurezza Onu la revoca delle sanzioni e la fine del programma Oil for Food per reimmettere così sul mercato le riserve petrolifere irachene. Nel braccio di ferro tutto politico sulla questione, sembra aver perso quindi il segretario di stato Usa Powell, che aveva suggerito la possibilità di giungere ad una revoca progressiva e per tappe delle sanzioni tramite tutta una serie di distinte e cadenzate risoluzioni Onu. Con l'abolizione immediata delle sanzioni, l'Onu non avrebbe in pratica più alcuna significativa voce in capitolo nella gestione del petrolio iracheno. Ma questa è una soluzione che almeno due membri permanenti del Consiglio di Sicurezza - Francia e Russia - non sembrano disposti ad avallare. Non c'è alcun dubbio, in ogni caso, che gli Usa con questa mossa vogliano accelerare i tempi e chiudere una volta per tutte la partita 'petrolio'. Non a caso nei giorni scorsi, gli Usa hanno nominato un'autorità incaricata di gestire il petrolio iracheno. L'ufficio per la ricostruzione e l'assistenza umanitaria, guidato dal generale statunitense in pensione, ha nominato infatti due iracheni e uno statunitense a capo del ministero del Petrolio. Il primo dirigente del ministero sarà Thamer Abbas al-Ghadban, ex direttore generale del Dipartimento studi e pianificazione dello stesso ministero. Il suo vice sarà Fadhil Othman, un ex manager petrolifero che ha passato gli ultimi anni in esilio. Ma il vero uomo forte all'interno dell'autorità incaricata di gestire il tesoro del petrolio iracheno, sarà un ex dirigente della Schell. Capo del Board dei consiglieri del ministero sarà infatti Philip J. Carrol, un dirigente dell'anglo-olandese Shell in pensione.

Se l'embargo dell'Onu si trascinera' troppo a lungo dovremo trovare un altra strada per uscire da questo sistema -ha spiegato un autorevole funzionario dell'Amministrazione al quotidiano finanziario, anticipando che un gruppo di lavoro di giuristi presieduti dal Consiglio di sicurezza nazionale sta valutando nei dettagli l'ipotesi unilaterale, prima di raccomandarne l'adozione al Presidente Bush. Di fatto nelle ultime settimane gli Stati Uniti hanno gia' ignorato le prcedure dell'embargo, esportando in Iraq materiali che sarebbero stati invece soggetti al nulla osta della Commissione sulle sanzioni all'Iraq del Consiglio di sicurezza, l'organismo a cui e' affidato il compito di autorizzare qualsiasi esportazione o importazione, ma anche fornitura di servizi, nell'ambito del programma oil-for-food esteso fino a giugno.

Aiuti umanitari

  • Le Organizzazioni non governative italiane gia' al lavoro in Iraq hanno ribadito oggi che non collaboreranno in alcun modo con il governo italiano e con il contingente militare in partenza e si limiteranno, come gia' fanno con gli americani e gli inglesi, a fornire informazioni per non sovrapporsi negli interventi. L'occasione per ribadire il no e' stato l'incontro che si e' tenuto a Baghdad tra le associazioni che aderiscono al 'Tavolo di solidarieta' per le popolazioni irachene' (una trentina tra cui 'Un ponte per...', 'Ics'; 'Terres des Hommes'; 'Intersos'; Gvc; Cosv) e l'incaricato d'affari dell'ambasciata italiana, Gian Ludovico De Martino. La riunione, secondo quanto ha raccontato il presidente di 'Un ponte per...' Fabio Alberti, era stata convocata dallo stesso De Martino. All'incaricato d'affari, le Ong italiane hanno illustrato i progetti su cui stanno attualmente lavorando (rifornimento di ossigeno agli ospedali, l'assistenza alle strutture per anziani, la potabilizzazione delle acque per gli ospedali di Baghdad e Bassora) e ribadito la volonta' di non collaborare con quelle che loro definiscono forze occupanti. L'ambasciata ci ha chiesto di collaborare - ha detto Fabio Alberti - e noi abbiamo confermato che saremo disponibili ad informare gli italiani, cosi' come facciamo gia' con gli americani, su quali sono i nostri interventi in corso, in modo da non sovrapporsi. Quanto ad una collaborazione fattiva, cio' sara' possibile soltanto quando sara' ripristinata la legalita' e cioe' un governo legittimo riconosciuto dalle Nazioni Unite e il coordinamento degli aiuti umanitari sempre da parte delle Nazioni Unite. A De Martino le Ong hanno anche espresso nuovamente la loro contrarieta' alla realizzazione di un ospedale da campo a Baghdad da parte della Croce Rossa. Quello che serve sono medicinali e assistenza - ha aggiunto Alberti - non posti letto. La capitale irachena e' piena di ospedali, non ne servono altri.

Palestina

L'inviato statunitense in Medio Oriente, William Burns, ha incontrato oggi a Ramallah il premier palestinese Abu Mazen, e come si prevedeva, l'inviato statunitense per il Medio Oriente non ha visto il presidente palestinese Yasser Arafat, che Washington ormai da un anno completamente emarginato dalla scena diplomatica. Ufficialmente, sono stati "problemi di agenda" a impedire l'incontro tra Burns e Arafat, ma il vice di Powell ha trovato il tempo per vedere anche il ministro degli Esteri Nabil Shaat e il negoziatore capo dei palestinesi Saeb Erekat. . La conversazione - a quanto viene riferito - si è concentrata sul processo di pace proposto dal Quartetto, formato da Russia, Stati Uniti, Unione Europea e Nazioni Unite. Secondo quanto emerso, l'inviato di Bush avrebbe ricordato al primo ministro palestinese la priorità di smantellare l'infrastruttura dei gruppi armati illegali sia in Cisgiordania che a Gaza. L'incontro è stato preceduto da un colloquio tenuto questa mattina tra Burns e Abu Ala, speaker del Consiglio legislativo palestinese (il parlamento ndr.) Ieri Burns aveva incontrato il premier israeliano Ariel Sharon, il quale gli aveva chiesto di fare pressioni sui palestinesi perché questi smantellino le infrastrutture dei terroristiche. L'inviato americano sta ricordando ad entrambi gli interlocutori l'importanza di passi comuni nella direzione della pace: da parte palestinese la lotta al terrore, da parte israeliana il ritiro dai Territori occupati dall'inizio dell'intifada Al Aqsa e l'appoggio allo sviluppo di uno stato democratico palestinese. Fonti del governo israeliano, raccolte dal quotidiano israeliano Ha'aretz, fanno sapere che i due premier (Abu Mazen e Sharon) potrebbero incontrarsi per la prima volta entro la fine della settimana, probabilmente dopo il ritorno del segretario di Stato Usa, Colin Powell, nella regione (è appena stato in Siria). La radio israeliana ha quindi diffuso questa mattina la notizia che l'intellettuale palestinese Sari Nusseibeh avrebbe avuto l'intenzione di lanciare un nuovo piano di pace formulato assieme all'ex capo dei servizi israeliani interni (Shin Beth) Ami Ayalon, ma che forti pressioni da parte di Arafat avrebbero persuaso Nusseibeh a posticipare la presentazione dell'iniziativa.

I soldati israeliani hanno demolito la casa di un attivista di Hamas nei pressi di Hebron, in Cisgiordania. Secondo fonti della sicurezza israeliana, il 17 gennaio scorso l'estremista palestinese, Tareq Gudhat Hafez Agrivi, partecipo' a un attacco contro l'insediamento ebraico di Kiryat Arba, conclusosi con la morte di un israeliano e il ferimento di altri tre. Dopo l'attacco l'attivista cadde sotto i colpi dei militari israeliani insieme a un compagno. A partire da oggi e fino a giovedi, l'accesso allo stato ebraico sara' interdetto ai palestinesi per paura di attentati in coincidenza con le manifestazioni indette per la giornata dei caduti e la festa dell'indipendenza.

Sindrome del golfo

Con una sentenza che farà storia, un soldato britannico ha vinto la causa intentata per avere contratto, in seguito alla somministrazione di un cocktail di farmaci, la cosiddetta "sindrome del Golfo". Il tribunale per le pensioni di guerra ha stabilito un nesso di causalità tra i medicinali che l'esercito lo aveva costretto ad assumere e l'osteoporosi di cui il geniere Alez Izett si è ammalato. La sentenza risale a dicembre, ma è stata resa nota solo adesso, una volta finita la guerra in Iraq. Fino a oggi, sia il ministero della Difesa britannico sia il Pentagono si sono sempre rifiutati di riconoscere l'esistenza della sindrome, denunciata invece da molti reduci della guerra in Iraq del 1991. Centinaia di soldati tornati dal fronte hanno sofferto di affaticamento cronico, problemi psicologici, difficoltà respiratorie o eruzioni cutanee; qualcuno si è ammalato di tumore. Alcuni di questi sintomi ha avuto Izett che, pur non essendo poi partito per il Golfo, era stato immunizzato con una serie di antidoti. Oltre a soffrire di osteoporosi, il militare ha anche tentato due volte il suicidio. "Il tribunale ha accertato che il ricorrente era stato vaccinato con un miscuglio di sostanze prima del previsto utilizzo nella Guerra del Golfo", si legge nella sentenza, "la miscela ha provocato l'osteoporosi". Per Izett, la decisione del tribunale è una vittoria per tutti i reduci del Golfo che si sono ammalati. "Ho avuto gli stessi sintomi di soldati che davvero sono stati nel Golfo e a cui sono state fatte le stesse punure", ha spiegato in un'intervista alla Bbc, "credo che questo verdetto sia un grandissimo passo avanti per altri reduci". Non è dello stesso avviso il governo britannico che ritiene di avere perso la causa su basi legali e non mediche. "Non c'è nessuna prova che sostenga, dal punto di vista medico, che le iniezioni abbiano danneggiato qualcuno", ha commentato il vice ministro della Difesa britannico Lewis Moon. Al contrario, ha proseguito Moon, il tribunale "ha solo affermato che non possiamo provare che le malattie non sono dovute alle iniezioni".

G.R. ORE 13,00

IRAQ

SCIITI PRONTI A PARTECIPARE A UN GOVERNO DI IRACHENI Il leader dello Sciri, Baqir Al-Hakim al quotidiano Al-Hayat - "Siamo disposti e pronti a partecipare al governo di transizione o a un governo provvisorio, purchè sia formato da iracheni". Lo ha annunciato oggi l'ayatollah Muhammad Baqir Al-Hakim, leader del Consiglio supremo della rivoluzione islamica in Iraq (Sciri), fra le principali fazioni sciite in Iraq, intervistato dal quotidiano arabo pubblicato a Londra Al-Hayat. "Il popolo iracheno - ha affermato Al-Hakim - vuole in questo momento soprattutto il ritiro degli americani. Questa è la richiesta avanzata anche a livello internazionale dai Paesi confinanti con l'Iraq. Riteniamo necessario l'avvio di un ampia discussione nel Paese, per giungere a un compromesso tra le parti". La direzione dello Sciri ha inoltre reso noto che l'obiettivo di Al-Hakim è quello di ritornare in Iraq per ricomporre le fratture esistenti tra i diversi movimenti sciiti del Paese.

SECONDO GARNER SEMBRA CHE IN IRAQ MANCHI SOLTANTO LA TELEVISIONE. Trasmissioni radio-tv non sono ancora riprese in tutto il paese Roma: in una cosa gli americani non sono ancora riusciti: a ridare a tutti gli iracheni la possibilità di guardare la Tv. E su questo il capo dell'amministrazione civile Usa generale Jay Garner, ammette francamente: non "abbiamo fatto un buon lavoro". Garner ammette infatti che sino ad oggi, le trasmissioni radio e TV sono riprese solo in limitate zone dell'Iraq. "Non abbiamo fatto un buon lavoro – ha detto - voglio che tutti possano guardare la tv.

PALESTINA

NO DI ISRAELE A OFFERTA SIRIANA PER RIPRESA NEGOZIATI PACE - "E' stato deciso di posporre la questione e di non affrontarla finche', nella ricomposizione dello scenario successiva alla guerra in Iraq, non sara' divenuta chiara la reale situazione locale e internazionale della Siria", hanno spiegato le fonti citate dal giornale israeliano. Quest'ultimo precisa inoltre che l'offerta affidata a Mahar Assad contemplava, contemporaneamente alle rinnovate trattative, l'adozione da parte di ambedue le parti di una serie di misure idonee a ricreare un vero clima di fiducia reciproca. I negoziati israelo-siriani, che vertono soprattutto sulla restituzione delle alture del Golan conquistate dalle truppe ebraiche durante la Guerra dei Sei Giorni nel '67, sono fermi dal gennaio 2000. Ancora ieri fonti governative a Damasco avevano ribadito la richiesta di una loro integrale restituzione.

ISRAELE, 14 ERGASTOLI PER IL BRACCIO DESTRO DI BARGHUTI - TEL AVIV- Quattordici ergastoli e altri 50 anni di reclusione sono stati comminati oggi dal tribunale distrettuale di Tel Aviv nei confronti di Nasser Aweis, un dirigente di Tanzim e delle Brigate dei martiri di al-Aqsa ritenuto il 'braccio destro di Marwan Barghuti, il segretario generale di al-Fatah in Cisgiordania. Lo stesso Barghuti si trova sotto processo nello stesso tribunale. Aweis ha mantenuto un totale distacco dal procedimento legale nei suoi confronti, non riconoscendo la autorita' dei giudici di Tel Aviv. Nella sentenza i giudici hanno espresso sdegno per le sue azioni condotte contro innocenti in maniera indiscriminata, senza rimorsi di coscienza, senza alcuna utilita', in contrasto ad ogni regola morale o umana.

INTANTO A NABLUS IN CISGIORDANIA E' STATA DEMOLITA LA CASA DI UN ATTIVISTA PALESTINESE - La casa di un attivista palestinese: Tarek Gudhat Hafez Agrivi, sospettato responsabile di un attentato compiuto presso Hebron il 17 gennaio e rivendicato da Hamas, e' stata demolita questa notte da soldati dell'esercito israeliano. Lo hanno riferito fonti dei militari israeliani.

COLLOQUI USA - RUSSIA

Il sottosegretario di stato americano John Bolton ha iniziato oggi a Mosca colloqui centrati soprattutto sulla non proliferazione delle armi di distruzione di massa con particolare riferimento alla situazione nella Corea del Nord e in Iran. Bolton ha incontrato stamane il ministro russo dell'energia atomica Aleksandr Rumyantsev e vedra' quindi, durante la sua missione che si concludera' domani, il viceminsitro agli esteri Georgy Mamedov con il quale discutera' anche la situazione in Iraq e le prospettive per la ratifica da parte del parlamento russo del Trattato di Mosca sulla riduzione degli armamenti nucleari offensivi.

INDIA - PAKISTAN

Sta gradualmente rischiarando il clima tra India e Pakistan, potenze nucleari divise da una decennale ostilità. Il presidente pakistano Pervez Musharraf ha detto oggi in un’intervista televisiva che, se si risolvesse la questione del Kashmir (territorio conteso tra i due Stati), il suo Paese potrebbe collaborare con l’India ad un patto di non aggressione, seguito da un graduale ridimensionamento dei rispettivi eserciti e dalla de-nuclearizzazione del sudest asiatico. “La nostra preoccupazione - ha affermato il leader politico, salito al potere con un golpe incruento nel 1999 - è la sicurezza; ribadiamo perciò che, se il problema viene risolto, India e Pakistan possono convenire su una graduale riduzione delle truppe e un patto di non aggressione”. A sbloccare la situazione era stata, il 28 aprile scorso, una telefonata tra il premier pakistano e il suo omologo indiano Atal Behari Vajpayee, primo colloquio diretto tra i due dopo 18 mesi di impasse. A questa conversazione ha fatto seguito l’annuncio di New Delhi relativo alla prossima nomina di un ambasciatore in Pakistan e del ripristino dei collegamenti aerei con il vicino Paese. Non sembrano invece placarsi le violenze che da anni insanguinano lo Stato indiano di Jammu e Kashmir, terreno della guerriglia separatista dalla fine degli anni Ottanta. Oggi un ordigno di fabbricazione artigianale è esploso in una stazione degli autobus di Doda (est di Jammu, capitale invernale del Kashmir), provocando la morte di una persona e il ferimento di altre diciassette. Dell’attentato sono sospetti i ribelli separatisti, che l’India accusa di essere appoggiati dal Pakistan, sebbene Islamabad respinga ogni accusa.

NUMEROSI CASI DI COLERA NELLA ZONA DI CONFINE TRA CONGO E UGANDA

Il colera si starebbe diffondendo nel distretto di Bundibugyo, al confine dell’Uganda con la Repubblica Democratica del Congo, ai piedi del massiccio del Ruwenzori, a ovest di Fort Portal: le autorità locali hanno ufficialmente comunicato che dall’inizio dell’anno a causa della malattia sono morte almeno 44 persone su un totale di oltre 600 casi segnalati. Le condizioni sanitarie della zona, difficilmente raggiungibile da Kampala anche a causa delle recenti piogge, erano già state definite critiche in passato in un rapporto di “Medici senza frontiere”; nel luglio scorso, secondo James Ndyeziika, vice direttore dei servizi sanitari locali, metà della popolazione era affetta da Aids. La situazione è resa ancora più complessa dal continuo afflusso di profughi dalla regione congolese dell’Ituri tormentata da continui scontri. Sembra che a fuggire verso Bundibugyo siano soprattutto famiglie di etnia Hema.

PARIGI

SPETTACOLO DI SATIRA SU BUSH: AGGREDITO IL DIRETTORE DELLA “COMEDIE ITALIENNE” - Uno spettacolo satirico contro guerra in Iraq e il beota Bush e' costato caro all'italiano Attilio Maggiulli, direttore del teatro parigino 'La Comedie Italienne': due sconosciuti l'hanno aggredito, picchiato e sfregiato. Maggiulli e' stato attaccato ieri mattina poco dopo le 11 mentre apriva il suo piccolo teatro in rue de la Gaite', a Montparnasse: gli aggressori - ben vestiti, sulla trentina, a viso scoperto - l'hanno spinto dentro la sala, l'hanno preso a botte e gli hanno tagliuzzato a piu' riprese la faccia con un temperino. Sei un amico degli arabi, gli ha gridato uno. Puoi ringraziare quel coglione di Chirac, gli ha detto l'altro. I due aggressori - che sembrano appartenere alla galassia dell'estrema destra - hanno anche imbrattato i muri della sala prima di darsi alla fuga. Sul perche' dell'attacco non sembrano esserci dubbi: nel suo teatro, specializzato in esuberanti rappresentazioni della Commedia dell'arte italiana e di Goldoni, Maggiulli ha proposto negli ultimi giorni uno spettacolo di dura satira intitolato George W. Bush o il cowboy triste di Dio. Sulla facciata del teatro troneggia una foto afghana di Cartier-Bresson, con una suo lapidario giudizio: La guerra in Iraq fa vomitare. Nella locandina Bush e' raffigurato come un teschio sormontato da un cappello.

IMMIGRAZIONE

61 migranti sono sbarcati in nottata, a Porto Empedocle (Agrigento), dopo essere stati intercettati ieri pomeriggio nel Canale di Sicilia. Il barcone in legno con gli immigrati, tra cui quattro donne ed un bambino, era stato avvistato dal motopesca Giuseppina che ha lanciato l' allarme-radio alla Capitaneria di porto. Due motovedette della Guardia costiera di Licata e Porto Empedocle ed un pattugliatore della Guardia di finanza hanno raggiunto a tarda sera l' imbarcazione che e' stata poi rimorchiata a Porto Empedocle. Le forze dell' ordine hanno fermato il presunto scafista; i migranti sono gia' stati trasferiti nel Centro di accoglienza per immigrati di Agrigento.

INCIDENTI STRADALI

39 morti sulle strade nel fine settimana Sono 39 le vittime degli incidenti stradali registrati tra venerdì 2 e domenica 4 maggio. Lo rende noto il dipartimento della pubblica sicurezza, sottolineando che gli incidenti mortali, sempre nell'ultimo fine settimana, sono stati 31. Tra venerdì 25 e domenica 27 aprile gli incidenti mortali erano stati 42 e le vittime 49.

ROMA- Un incendio di origine probabilmente dolosa si è sviluppato questa mattina intorno alle 6 all'ingresso dei Fori Imperiali sul lato di Via Cavour. Quattro automezzi dei vigili del fuoco hanno domato le fiamme sprogionate in un cantiere edile di restauro e consolidamento della Domus Tiberiana e del Bastione Farnesiano. I lavori erano in corso da luglio e ogni giorno nel cantiere lavorano una decina di operai. L'incendio ha interessato quattro baracche contenenti materiale e attrezzature per i lavori e anche alcuni reperti, di importanza minore, provenienti dalla scavo archeologico sulla via Nova. Francesco D'Antoni, geometra responsabile dei lavori ha detto ai giornalisti di non aver subito mai attentati o minacce "e di non avere la minima idea - ha spiegato - di chi possa avere provocato l'incendio che "di certo non è ipotizzabile sia accidentale". Due baracche, in lamiera, contenevano la foresteria degli operai e attrezzature tecniche e burocratiche per i lavori del cantiere. A una distanza di circa 500 metri all'interno delle strutture della Domus Tiberiana erano state allestite altre due baracche, sempre in lamiera: "In queste ultime due baracche - ha proseguito il geometra - non arriva la corrente elettrica e quindi non è ipotizzabile un corto circuito".

G.R. ore 9,30

PALESTINA - Mofaz e Sharon duri con Burns: niente cessate il fuoco

Secondo il ministro della Difesa israeliano, il generale con posizioni ultrareazionarie Shaul Mofaz, da quando Mahmoud Abbas noto come Abu Mazen si è insediato come primo ministro dell'Autorità Nazionale Palestinese, le violenze anti-israeliane da parte dei Palstinesi sono aumentate. "Dopo la nomina del governo di Abu Mazen", ha sottolineato Mofaz nella seduta settimanale del gabinetto di Ariel Sharon, "c'è stata una crescita significativa negli sforzi delle organizzazioni terroristiche per perpetrare attacchi contro di noi, nel tentativo di intralciare il processo per determinare un cambiamento nell'attuale situazione in Medio Oriente". In giornata Mofaz ha incontrato l'inviato speciale statunitense William Burns, cui ha fatto notare come l'attuale esecutivo palestinese "rappresenti per Israele una nuova realtà, nella quale sono presenti al contempo tanto opportunità quanto pericoli". Il generale ha aggiunto che il suo Paese non intende rinunciare alle misure di controllo e di sicurezza nel territori finchè Abu Mazen non avrà dimostrato concretamente di essere in grado di fermare i gruppi radicali. Burns invece ha detto che per incoraggiare le riforme in seno all'Anp, lo Stato israeliano dovrebbe impegnarsi ad alleggerire le conseguenze dei propri provvedimenti. "Finchè Israele sarà esposto alla violenza, e non assisterà a iniziative palestinesi contro il terrorismo, non avrà altra scelta se non continuare ad attivarsi per stroncare il terrorismo, e prevenirlo, esattamente come sta facendo adesso", ha ribattuto a sua volta il 'falco' israeliano. Parole che equivalgono a porre una pietra tombale sul percorso per arrivare ad un mini-stato palestinese; percorso conosciuto col nome di Road Map.

Intanto dal mondo laburista israeliano arriva la notizia delle dimissioni del leader dei laburisti israeliani Amran Mitzna. L'annuncio, è stato dato da lui stesso nel corso di una conferenza stampa a sorpresa.

  • Motivo: l'incapacità del proprio partito di raggiungere gli obiettivi che si era prefissato sia in politica estera che sociale. Prosegue intanto la ripresa del dialogo tra israeliani e palestinesi: il ministro della Difesa israeliano Mofaz ha fatto sapere che l'incontro tra il premier Sharon e il primo ministro palestinese Abu Mazen potrebbe avvenire la prossima settimana. L'incontro tra i due capi di governo israelo-palestinese potrebbe essere il passo decisivo per attivare il percorso del piano di pace a tappe tracciato dal Quartetto: Stati Uniti, Unione Europea, Russia e Nazioni Unite.

    La cosiddetta road map che sarà oggi oggetto di discussione di una sessione straordinaria della Knesset, il parlamento israeliano, e occuperà il dibattito del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, riunito per richiesta della Siria, unico paese arabo presente alla sessione, che ha richiesto espressamente di voler esaminare il progetto.

IRAQ – Sarà pronta entro la metà di maggio la nuova reggenza collettiva ad interim dell'Iraq, costituita da dirigenti locali: lo ha annunciato oggi Jay Garner, il generale americano a riposo nominato amministratore civile provvisorio del Paese arabo. "Per metà mese vedrete veramente l'inizio dell'attivita' di un embrione di un governo iracheno, con volti di iracheni che entreranno a farne parte e che saranno collegati alla coalizione", ha spiegato Garner. A detta del generale, la futura reggenza sarà composta da sette a nove persone e fungerà da ufficio di collegamento con le forze degli Stati Uniti; vi entreranno in parte ex oppositori in esilio ora rimpatriati, e in parte personalità mai allontanatesi dall'iraq e scelte in rappresentanza dei diversi gruppi e fazioni, sul piano etnico e religioso oltre che politico.

Prima missione d'attacco degli alpini in Afghanistan

Gli alpini della task force Nibbio in Afghanistan hanno effettuato oggi la loro prima operazione di combattimento: un intervento svolto congiuntamente con i soldati americani e in cui sono stati impiegati 16 elicotteri Chinook e Blackhawk, che trasportavano mortai da 120 millimetri. L'avioassalto è avvenuto nell'ambito dell'operazione Unified Venture, che si è svolta nella valle di Bermel. Centinaia le persone identificate; recita il comunicato conclusivo delle operazioni, e aggiunge che nessun problema hanno avuto i militari di Enduring Freedom, la coalizione internazionale cosiddetta antiterrorismo.

BRASILE – ARGENTINA – STESSA MONETA

“Le nostre valute hanno quasi lo stesso valore ed è quindi il momento giusto” ha detto il vice-ministro degli esteri argentino Martin Redrado in un’intervista al quotidiano ‘La Nacion’, annunciando che il suo Paese e il Brasile hanno intenzione di discutere il modo di allineare le loro monete come primo passo verso la creazione di una valuta unica. L’Argentina e il Brasile costituiscono il cuore del Mercosur, l’area commerciale a cui appartengono anche Paraguay e Uruguay e che ha come associati anche il Cile e la Bolivia. “potrebbe essere un passo decisivo per il Mercosur” ha detto alla ‘Nacion’ Marco Aurelio Garcia, consigliere del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva. Venerdì, il ‘real’ brasiliano veniva scambiato a 2.9 contro il dollaro americano e il peso argentino a 2.81. Il cambio di entrambe le valute potrebbe essere fissato per entrambe intorno a 3 contro un dollaro. Il prossimo presidente argentino sarà in carica solo il 25 maggio e quindi, come ha detto al giornale un funzionario governativo di Buenos Aires, “stiamo solo negoziando la politica del cambio tra noi, ma trattandosi di politica statale miriamo certo a un livello più alto.

GIORNALISMO

Continuano nel mondo le iniziative collegate alla 13esima "Giornata della Libertà d'informazione" celebrata sabato scorso per iniziativa dell'Unesco, l'organizzazione dell'Onu con sede a Parigi per l'istruzione, la cultura e la scienza, secondo i cui calcoli dal 1992 al 2002 sono stati uccisi in totale 523 giornalisti, 179 dei quali in guerra.

gror030505 (last edited 2008-06-26 10:01:20 by anonymous)