GR ORE 9.30

Esteri

Arabia Saudita

Sarebbero almeno tre le vittime certe delle esplosioni nella capitale saudita e non meno di 50 i feriti.Nonostante l’impegno dei mezzi d’informazione occidentali – in prima fila la rete televisiva statunitense Cnn che è riuscita a ‘rubare’ qualche fuggevole immagine forse con un videotelefono satellitare – alcune ore dopo le esplosioni, che si sono verificate intorno alle 23.15, le notizie da Riad restano comunque scarse, imprecise, incomplete. Gli ospedali dicono di aver ricevuto “ dalla direzione istruzioni di non fornire notizie per ragioni di sicurezza”. Al centro della valle Hanifa, Riad – in arabo vuol dire “ giardini” – conta circa tre milioni di abitanti e vi risiedono alcune decine di migliaia di cittadini statunitensi. Nell’intera Arabia Saudita - il Paese petrolifero per eccellenza - ci sono una quindicina di insediamenti o installazioni militari statunitensi, inclusa quella di ‘al Khobar’, vicino Dharan, conosciuta anche come ‘Khobar Towers’, dove nel giugno 1996 una bomba in un’autocisterna di carburante provocò la morte di 19 americani e il ferimento di altre 400 persone. Fu l’attentato più grave contro gli Usa ma non l’unico dopo la guerra del Golfo del 1991. Altri cinque americani erano morti in un altro attentato a Riad nel novembre 1995. La settimana scorsa, secondo il sito Internet di un’agenzia di stampa araba, la polizia della capitale saudita aveva sequestrato grandi quantitativi di esplosivi, armi e denaro e aveva cominciato la caccia a “19 terroristi, 17 dei quali sauditi”, che stavano preparando azioni terroristiche. A un’altra agenzia araba 'on-line' sarebbe giunta la scorsa settimana una ‘e-mail’ di tale Thabet ibn Qais, ritenuto neo-portavoce di ‘al Qaeda’, la rete terroristica di Osama bin Laden, in cui si affermava che “un attacco contro l’America era inevitabile”. All’inizio di maggio, il Dipartimento di Stato americano aveva sconsigliato ai cittadini statunitensi qualsiasi viaggio non essenziale in Arabia Saudita. Conclusa la guerra in Iraq, si è parlato insistentemente di un completo ritiro delle forze statunitensi dal territorio saudita, una delle richieste più pressanti formulate in passato da 'al Qaeda'

Palestina

Prosegue la missione in Medioriente del segretario di Stato americano Colin Powell, che ieri a Gerusalemme ha avuto un faccia a faccia con il ministro degli Esteri israeliano Silvan Shalom. Oggi Powell incontrerà il premier israeliano Ariel Sharon e quindi quello palestinese Abu Mazen, per discutere della Road Map, il percorso di pace ipotizzato da Stati Uniti, Russia, Unione europea e Onu. "C'è oramai un consenso diffuso sul progetto", ha spiegato Powell ed ha aggiunto che è arrivato il momento di "cominciare a lavorare". Un israeliano è morto in un agguato sulla strada che conduce a Ofra, un insediamento ebraico alle porte di Ramallah in Cisgiordania. Nelle prime del mattino un palestinese è stato ucciso dai soldati israeliani mentre tentava di superare un reticolato di sicurezza a Gaza. probabilmente non sapeva che La chiusura dei Territori è stata revocata stamane all'alba "nel tentativo di facilitare la missione del segretario di stato Colin Powell". Lo ha riferito la radio militare israeliana. Secondo l' emittente, il ministro della difesa Shaul Mofaz si accinge ad informare Powell che di conseguenza migliaia di pendolari palestinesi saranno da oggi nuovamente ammessi a lavorare in Israele. Mofaz informerà inoltre il segretario di stato americano che Israele è disposto a rilasciare un certo numero di palestinesi, detenuti per aver preso parte attiva nella Intifada. E sempre questa mattina alcuni razzi palestinesi, sono stati sparati dal nord della striscia di Gaza. Colpita la cittadina israeliana di Sderot, nel deserto del Neghev e un vicino kibbutz. Al momento non ci sono ancora notizie di evenutali vittime.

Nato

Si riunisce, oggi a Mosca, il consiglio Nato-Russia per discutere di cooperazione, strutture della sicurezza europea e del dopoguerra iracheno. E' la prima volta che Mosca ospita un consiglio atlantico ed il partenariato tra la Nato e la Russia non è più un 19+1 ma si trasforma in un vero vertice a venti. A proposito della ricostruzione dell'Iraq, il ministro degli esteri russo Ivanov e quello francese, De Villepin, hanno chiesto un controllo "internazionale" sul petrolio iracheno e la gestione dell'Onu sulla transizione politica.

Corea

La Corea del Nord ha annunciato oggi l’abbandono di un accordo del 1992 con la Corea del Sud per la denuclearizzazione della penisola coreana. In un comunicato diffuso dall’agenzia statale Kcna, Pyongyang ha fatto ricadere la colpa di questa decisione sugli Usa, sostenendo di aver bisogno di tutti gli strumenti in suo possesso per respingere eventuali attacchi militari statunitensi. Nel documento si accusano inoltre gli Stati Uniti di “aver ignorato la dichiarazione congiunta delle due Coree per la denuclearizzazione della penisola”. L’annuncio è stato diffuso da Pyongyang prima dell’incontro tra il presidente sudcoreano Roh Moo Hyun e del suo omologo statunitense George W. Bush a Washington, previsto per domani pomeriggio. Parlando alla Società Coreana di New York durante la sua visita di questi giorni negli Stati Uniti, Roh ha comunque affrontato la questione ‘Corea del Nord’, affermando che lo sviluppo di programmi nucleari nordcoreani potrebbe rappresentare un serio pericolo per la stabilità dell’intera regione asiatica. Il leader sudcoreano ha quindi sollecitato Pyongyang ad abbandonare al più presto ogni progetto di questo tipo.

Australia

I bambini e gli adolescenti rinchiusi nei campi di detenzione per richiedenti asilo in Australia, per lo piu' situati nell'entroterra desertico del continente, hanno il tasso piu' alto di malattie mentali mai registrato nella letteratura medica moderna. Uno studio condotto dal Collegio australiano e neozelandese degli psichiatri, dall'universita' del Nuovo Galles del sud e da psichiatri di Sydney, ripreso oggi dalla stampa, rivela che ciascuno dei 20 minorenni esaminati soffre di almeno un tipo di disturbo psichiatrico, nel piu' della meta' dei casi di grave depressione e di disturbi da stress post-traumatico. Il documento riferisce anche che diversi bambini, alcuni di appena tre anni, hanno osservato adulti che si automutilavano o si ferivano con oggetti taglienti e sono stati testimoni di violenti disordini di massa entro i campi. In molti casi sono stati rinchiusi in isolamento nelle loro stanze, hanno assistito a perquisizioni delle camere e a scontri violenti fra agenti di detenzione e richiedenti asilo. Risultato: un'elevata incidenza di malattie mentali, che hanno raggiunto un tasso finora mai registrato fra i minori. Lo studio e' stato condotto da 12 psichiatri attraverso colloqui telefonici segreti con bambini e adolescenti fra 3 e 19 anni. Fra i minori interrogati, tutti avevano assistito a tentativi di suicidio o automutilazione e il 95% erano stati testimoni di aggressioni fisiche. Quasi il 40 e' stato aggredito da agenti di detenzione, un quarto ha detto di essere stato rinchiuso in isolamento e circa il 10% ha denunciato molestie sessuali. Secondo uno degli autori, il docente della Scuola di psichiatria dell'Universita' del Nuovo Galles del sud, Zachary Steel, i risultati mostrano che i bambini detenuti vivono in un vero proprio incubo. Tutti i bambini che abbiamo valutato hanno assistito ad almeno un incidente, in cui un detenuto e' corso nel recinto principale con un rasoio e si e' inferto ripetutamente tagli sul corpo... uno dei bambini e' stato anche raggiunto da schizzi di sangue, ha detto il prof. Steel. La risposta e' ovvia. Questi campi non sono un posto per i bambini e le prove che abbiamo raccolto lo dimostrano in modo incontestabile, ha aggiunto. La ricerca segue di diversi mesi il riconoscimento, da parte del ministro per l'Immigrazione Philip Ruddock, che il sistema di detenzione delle famiglie necessita di modifiche. Lo scorso dicembre Ruddock aveva anche annunciato un programma pilota per fornire alloggi alternativi alle madri con bambini nell'attesa che fossero esaminate le loro richieste di asilo. Ciononostante, oltre 100 minori restano in detenzione.