GR ORE 9.30

Palestina

"L' attentato contro Al Rantisi è stato un errore". Lo ha detto questa mattina il premio Nobel israeliano Shimon Peres parlando alla radio di Gerusalemme. "In un momento come questo e dopo i vertici di Sharm El Sheikh ed Aqaba mi sarei chiesto innanzitutto qual è l'obiettivo primario di questi giorni, rispondendo che la priorità è oggi quella di far decollare il processo di pace. Per farlo bisogna quindi sapersi comportare con forte controllo", ha affermato Peres, ricordando che "Sharon stesso ha definito più volte la politica di contenimento uno strumento di forza e sicurezza". "Non dico con questo che si debba fermare la lotta al terrorismo - ha aggiunto il leader storico dei laburisti israeliani - ma bisogna riflettere bene contro chi e quando agire". "E' necessario domandarsi cosa è bene per il Paese e se questi sistemi portino davvero dei frutti. Io ritengo che in questo momento siano sbagliati e che andare verso la pace sia l'unica alternativa che abbiamo, per la quale bisogna dimostrare di camminare in linea retta e con grande controllo".

Palestina

Silvio Berlusconi ha avuto una conversazione telefonica con il premier palestinese Abu Mazen e lo ha invitato a venire in Italia. Il premier palestinese avrebbe accettato l'invito del Presidente del Consiglio di recarsi in tempi brevissimi a Roma. Berlusconi ha dato incarico al console italiano a Gerusalemme, Gianni Ghisi, di lavorare per preparare questo incontro. Tra l'altro, e' stato ricordato, il primo ministro palestinese era gia' stato invitato in Italia sin dai tempi del suo insediamento. Secondo quanto si e' appreso da fonti diplomatiche, l'invito ad Abu Mazen sarebbe quello di spostarsi a Roma entro la fine di giugno. Da quando e' diventato primo ministro dell'Autorita' Nazionale Palestinese Abu Mazen non si e' mai allontanato dall'area se si eccettua il vertice di Aqaba. La telefonata tra i due primi ministri e' avvenuta oggi dal Cairo, terza ed ultima tappa del tour di Silvio Berlusconi tra Israele, Giordania ed Egitto. Ieri, prima di raggiungere il Cairo, Berlusconi ha fatto una sosta in Giordania dove ha incontrato Re Abdallah II.

Iraq

Nel corso di un mese di guerra i civili iracheni uccisi dai bombardamenti e nel corso degli scontri sono stati almeno 3.240. 1.896 di essi sarebbero rimasti uccisi nella capitale irachena Baghdad. questo il primo risultato di un'inchiesta condotta per cinque settimane dall'Associated Press. Il bilancio potrebbe però essere ancora approssimato per difetto. Questo bilancio è il primo a tenere conto dei morti civili in tutto l'Iraq, da Mosul a Bassora. Precedenti bilanci hanno sinora messo a fuoco quasi esclusivamente la situazione di Baghdad. I 3.240 civili uccisi tra il 20 marzo e il 20 aprile rappresentano in ogni caso un bilancio superiore a quello della prima guerra del Golfo del 1991. allora l'Iraq aveva denunciato la morte di 2.278 civili.

Osa

Rafforzare la democrazia ed estenderla a Cuba; combattere il terrorismo in Colombia; frenare la fuga di capitali dall'Argentina: questi le priorità fissate dai 34 Paesi dell'Organizzazione degli Stati americani (Osa) nel corso della XXIII assemblea generale dell'organismo, conclusa ieri a Santiago del Cile. È stato il segretario di Stato americano Colin Powell a richiamare l'attenzione dei partecipanti sulla situazione dell'isola caraibica sollecitandoli a fare pressione sul governo di Fidel Castro. "La gente di Cuba sta confidando sempre di più nell'Osa affinché l'aiuti nella difesa delle sue libertà fondamentali contro i soprusi dell'unica dittatura del nostro emisfero - ha detto Powell - il mio governo intende lavorare con i partner dell'Osa per individuare strade che accelerino l'inevitabile transizione democratica di Cuba.le dittature non possono opporsi alla forza della libertà". Powell ha poi menzionato il caso di Haiti, il Paese più povero della regione, paralizzato da una lunga crisi politica che ha spinto i 'donors' a congelare milioni di dollari di aiuti. Il segretario di Stato ha esortato il governo del presidente Jean-Bertrand Aristide a creare, "entro il prossimo settembre", le condizioni per una soluzione elettorale del conflitto in corso con l'opposizione. In caso contrario, ha aggiunto Powell, "rivaluteremo il ruolo dell'Osa ad Haiti". Da parte sua, il ministro degli esteri colombiano Carolina Barco ha sottolineato l'importanza di combattere efficacemente con iniziative multilaterali il narcotraffico e il terrorismo, le piaghe che più affliggono il suo Paese, devastato da quarant'anni di conflitto interno. Il suo omologo peruviano Allan Wagner ha invece messo in luce quella che a suo dire è la principale minaccia alla democrazia per l'intera regione: la povertà. Una preoccupazione condivisa anche dal ministro degli esteri argentino Rafael Biella che ha individuato nelle "crescenti difficoltà d'accesso ai mercati dei Paesi sviluppati" e nel "peso del debito" i principali ostacoli alla governabilità democratica dei Paesi latinoamericani.

Alitalia

Nulla di fatto per la vertenza assistenti di volo Alitalia. La trattativa riaperta ieri in sede governativa con sindacati e azienda non ha infatti raggiunto alcun punto di mediazione e le parti si sono lasciate senza un accordo. La trattativa fra Governo, azienda e sindacati era ripresa ieri pomeriggio al ministero delle Infrastrutture, guidata dal viceministro Mario Tassone che, dopo un precedente via libera di Palazzo Chigi, aveva tentato di trovare l'assenso delle parti su un'ipotesi di accordo che prevedeva la sospensione della misura di riduzione degli organici di cabina sui voli internazionali a fronte di una prosecuzione, solo in via sperimentale, della misura sulle tratte nazionali. Nonostante gli sforzi del Governo, il viceministro Tassone non e' neppure riuscito a far sedere al tavolo le due parti con le quali ha trattato separatamente, senza tuttavia riuscire a trovare uno sbocco per le sue proposte. E' da vedere questa mattina quale sara' la reazione degli assistenti di volo che nei giorni scorsi avevano dato luogo a forme di manifestazioni irregolari, presentando a centinaia certificati di malattia per non lavorare