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=== 19.30 ===
'''Iraq: scontri con decine di morti, brucia un oleodotto '''

Il comando centrale delle forze di occupazione in Iraq ha reso noto che militari americani hanno ucciso 27 iracheni che hanno attaccato nell'area di Balad, a nord-est di Baghdad, una colonna di carri armati in transito, utilizzando dei lanciarazzi. Sempre lo stesso comando centrale ha annunciato che nel raid americano contro un campo militare iracheno, definito centro di addestramento per terroristi, nel nord-ovest del Paese, sono stati uccisi una settantina di iracheni. Inoltre, le forze di occupazione Usa hanno riferito dell'arresto di 74 presunti simpatizzanti di Al Qaeda vicino a Kirkuk. Nel Kurdistan iracheno, sino a qualche mese fa, operavano dei gruppi islamici curdi accusati di legami con Osama bin-Laden, ma durante l'aggressione all'Iraq, sono stati massacrati dai bombardamenti Usa e dall'intervento dei Peshmerga di Jalal Talabani.

Un combattente arabo, detenuto dagli americani nel campo di prigionia nei pressi dell'aeroporto internazionale di Baghdad, è stato ucciso, mentre tentava di fuggire. Nella città di Mosul, ci sono stati nuovi scontri a fuoco che hanno visto fronteggiarsi iracheni e soldati statunitensi. Sull'oleodotto che dall'Iraq trasporta il petrolio in Turchia, all'altezza di Makhul, a circa 200 chilometri a nord della capitale irachena, sono divampati dei violenti incendi, dopo che degli sconosciuti hanno gravemente danneggiato l'oleodotto facendo uso di cariche di esplosivo.


'''Azione dei gruppi curdo iracheni all'insegna dell'unità '''

Le due organizzazioni curde che controllano l'Iraq settentrionale hanno deciso di unificare i rispettivi organismi amministrativi regionali, dopo una riunione tra Massoud Barzani, del Partito democratico, e Jalal Talabani, dell'Unione patriottica. I due gruppi politici assumeranno un atteggiamento unitario circa le proposte sul futuro dell'Iraq. L'accordo tra Barzani e Talabani rafforza ulteriormente la posizione dei curdi, che godono di una larga fiducia americana, a livello iracheno, dando corpo piano piano a una regione autonoma, il cui distacco dall'Iraq forse non sarà mai decretato pubblicamente, ma avverrà nei fatti. Si sta lentamente cristallizzando l'incubo turco di un focolare nazionale curdo ai confini della Turchia.


'''ITALIA - MOSCHEE'''

La sezione italiana della Lega Mondiale Musulmana ha sospeso dall'attività l'imam della moschea di Roma, Abdel Samie Mohammad Ibrahim Maoussa. "E' stato sostituito da un altro Imam", ha affermato il rappresentante della Lega Musulmana mondiale, Mario Scialoja. Il tradizionale sermone del lunedì, dunque, sarà affidato a un altro Imam egiziano di nome Sheikh Sami.

La decisione arriva dopo le polemiche innescate dalla omelia di venerdì scorso "di aperto sostegno alla guerra santa", secondo il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu che aveva chiesto chiarimenti ai massimi responsabili della Moschea oltre ad aver sottolineato la necessità di "liberare le moschee italiane dai predicatori di violenza".

Sheikh Sami è stato per molto tempo Imam della piccola moschea di Viale Marconi a Roma, dopo essere stato Imam presso la Moschea di Roma quest'estate quando la guida storica del centro islamico di Monte Antenne, Sheikh Mahmoud, ha terminato la sua missione a Roma dopo circa 8 anni di permanenza in Italia. .

Sami risiede in Italia da circa 15 anni e a differenza di Moussa parla bene l'Italiano. Quest'ultimo punto è stato di fondamentale importanza per la sua scelta, alla luce di quanto dichiarato ieri dal ministro Pisanu durante un convegno a Venezia: il ministro ha detto di ritenere indispensabile che tutti gli Imam delle moschee italiane parlino in italiano e siano integrati nella nostra società.

L'Imam Sami è molto apprezzato dalla comunità islamica romana. E' famoso per aver aperto una scuola di Corano e di lingua araba nella piccola moschea di viale Marconi a Roma, e per essere solito commuoversi durante la lettura del Corano.


=== GR ore 17.00 ===

'''Iraq'''



 in Iraq si torna a combattere. Nelle ultime ore, in scontri tra militari Usa e miliziani circa 100 irakeni i avrebbero perso la vita. Sei militari americani sono rimasti feriti.
Le truppe Usa in nottata sono state impegnate in una dura battaglia da miliziani iracheni presso un campo di addestramento a nord di Baghdad. Secondo le prime notizie almeno 70 iracheni, riferisce la Bbc, sono stati uccisi nello scontro. E l'operazione, aggiungono fonti militari Usa, potrebbe non essere ancora conclusa. La battaglia, che si è consumata a Duluiyah, presso quello che i militari americani preferiscono definire un "campo di terroristi", è iniziata ieri con un attacco aereo per poi continuare con durissimi scontri sul terreno.
Il campo, secondo fonti Usa, era presidiato da ex membri della Guardia Repubblicana, e da "altri elementi sovversivi". Anche se non si pronuncia ancora sul possibile bilancio delle vittime, il Pentagono ammette che a Nord di Baghdad si è effettivamente combattuta una dura battaglia. Molti iracheni, dice il generale Richard B. Myers, sono stati uccisi; altri - circa quattrocento - sono stati arrestati. E tra gli uomini impegnati nel combattimento ci sarebbero stati anche dei "miliziani stranieri" .
Un altro scontro è infuriato invece a Balad, sempre a Nord di Baghdad. In questa circostanza sono stati uccisi, dice il comando centrale Usa, 27 iracheni. Sempre secondo il comando centrale Usa, la battaglia è iniziata con una prima imboscata di un "gruppo organizzato" iracheno nei pressi di Balad, ad una settantina di chilometri a Nord della capitale irachena Baghdad. Gli americani avrebbero subito risposto al fuoco uccidendo quattro assalitori.
Quando il resto dei miliziani iracheni ha preso la fuga, gli Usa hanno scatenato la caccia all'uomo e con l'appoggio di veicoli da combattimento Bradley e di elicotteri Apache hanno poi sferrato l'offensiva nella dura battaglia successiva, uccidendo altri 23 iracheni.

'''Unione europea'''

Champagne in aula a tutti i padri costituenti della nuova Europa subito dopo l'approvazione del testo della bozza della futura costituzione europea.
Il presidente della convenzione Valery Giscard d'Estaing ha annunciato che presenterà il documento ai leader europei nel corso del vertice di Salonicco, in programma il 20 giugno.
"Andrò dai capi di Stato e di governo al Consiglio europeo di Salonicco a presentare a vostro nome il nostro comune lavoro, come fondamento del futuro trattato che istituirà una Costituzione dell'Europa. Mi permetterò di fare loro una sola raccomandazione, conoscendone la suscettibilità: più vicini resterete al nostro testo, sul quale abbiamo cosi lungamente discusso e riflettuto, meno difficile sarà il vostro compito"
 La Convenzione europea ha terminato verso le 13.30 a Bruxelles la sua ultima seduta plenaria con queste parole del presidente Valery Giscard d'Estaing, e con un riconoscimento pressochè unanime del successo del proprio lavoro, insieme all'auspicio di vederlo tradotto nelle decisioni della prossima Conferenza
intergovernativa.

'''venezuela'''

La tensione è nell’aria oggi a Caracas dove l’opposizione ha convocato una nuova manifestazione contro il governo in uno dei quartieri-roccaforte del presidente Hugo Chavez. Con il cosiddetto ‘Petarazo’ – dal nome del sobborgo Petare, nell’est della capitale venezuelana, dove si terrà la dimostrazione – il Coordinamento Democratico intende protestare contro un discusso progetto di legge sul sistema radiotelevisivo al vaglio dell’Assemblea nazionale. Gli oppositori di Chavez sostengono che la mobilitazione servirà a dimostrare che il capo dello Stato sta perdendo seguaci nei quartieri poveri, soprattutto in vista dell’atteso referendum revocatorio del mandato presidenziale che, almeno sulla carta, dovrebbe porre fine alla profonda crisi socio-politica in corso nel Paese sudamericano dal dicembre scorso. Da parte sua, il ministro dell’interno, il generale a riposo Lucas Rincón ha tentato invano di convincere i promotori dell’iniziativa a spostarla in un “luogo meno pericoloso”, paventando il rischio che degeneri in violenze. In un breve intervento televisivo ieri sera Rincón ha mostrato alle telecamere un bisturi che – ha detto – gli è stato consegnato da alcuni abitanti di Petare. Questi avrebero avvertito che simili oggetti – distribuiti da ignoti alla popolazione - potrebbero essere utilizzati oggi come ‘armi bianche’. Il ministro ha ricordato gli incidenti del 24 maggio scorso quando una persona è rimasta uccisa e altre 22 sono state ferite durante una protesta indetta dall’opposizione. Ha quindi sollecitato i militanti dell’opposizione a comportarsi “in maniera civile” e i sostenitori di Chavez “a tenersi a distanza” dalla manifestazione. Ben diversa l’esortazione rivolta ai ‘chavisti’ dal deputato della maggioranza Iris Varela che ha lanciato la proposta di una contro-manifestazione da tenersi nella Redoma di Petare, ad appena 500 metri dal luogo scelto dall’opposizione per scendere in piazza. Dopo sette mesi di difficili negoziati, con la facilitazione dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa), il 29 maggio governo e opposizione hanno raggiunto un accordo sulla convocazione del referendum revocatorio, inteso come “una soluzione elettorale, costituzionale, pacifica e democratica” alla crisi. L’iter di realizzazione del referendum si prospetta comunque lungo e in ogni caso, in base alla Costituzione, la consultazione non potrà tenersi prima del 19 agosto, giorno in cui sarà trascorsa la prima metà del mandato di Chavez.

'''Colombia'''

Con una decina di giorni di ritardo sul programma i paramilitari del Blocco centrale Bolívar (Bcb) hanno finalmente consegnato ieri ad una commissione composta da rappresentanti del governo e del’Unicef una quarantina di ‘bambini-soldato’. Si tratta del primo gesto concreto mirato ad avviare il processo di pace da parte delle cosiddette ‘autodifese civili’ dopo il cessate-il-fuoco unilaterale indetto dai paramilitari nel dicembre scorso. L’esecutivo del presidente Alvaro Uribe ha confermato che il gruppo di giovani combattenti – tutti di età compresa tra i 14 e i 17 anni – è stato preso in custodia dalle autorità. Il Bcb, forte di 5.500 uomini, è considerato il secondo fronte paramilitare del Paese dopo le Auc (Autodifese unite della Colombia) di Carlos Castaño Gil. Entrambe le fazioni hanno avviato nei mesi scorsi ‘colloqui esplorativi’ con il governo: l’agenda del dialogo, che punta al disarmo totale delle milizie paramilitari, contempla in primo luogo la liberazione degli ostaggi in mano ai paramilitari, la fine del reclutamento dei minori da parte del gruppo armato e il rientro degli sfollati a causa della violenza ai loro villaggi d’origine. Si tratta di un negoziato senza precedenti, dal momento che il governo colombiano finora non aveva mai preso in considerazione l’avvio di una trattativa con i rivali ‘storici’ della guerriglia, accusati di massacri e altre vessazioni contro i civili. A preoccupare maggiormente la società civile e le organizzazioni a difesa dei diritti umani è il timore che una volta ‘pacificati’ i paramilitari possano essere inseriti nelle file delle forze armate regolari.

'''Italia, migranti'''

Erano 105 i migranti a bordo dell'imbarcazione avvistata in tarda mattinata nel Canale di Sicilia da un diportista al largo di Lampedusa. Sono approdati sull'isola alle 15.30, trainati da una motovedetta della Guardia Costiera. Nel gruppo di extracomunitari, la maggiore parte dei quali hanno dichiarato di essere originari della Palestina e dell'Iraq, ci sono pure alcune donne. Con l'ultimo arrivo, sono circa 600 gli stranieri sbarcati a Lampedusa da ieri sera: in meno di 24 ore, sono state cinque i barconi segnalati in navigazione verso Lampedusa da aerei e unita' navali della Marina militari, da pescherecci e da gitanti, e raggiunge dalle motovedette che le hanno scortate fin nel porto dell'isola. Il centro di accoglienza di Lampedusa non fa in tempo a svuotarsi del tutto a causa dei continui arrivi. Con navi militari, erano appena partiti verso altre strutture di permanenza temporanea in Calabria e Puglia 360 immigrati. Le 105 persone appena giunte riportano la situazione in emergenza visto che il centro lampedusano puo' accoglierne poco meno di 200.
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'''TERZA NOTTE DI MANIFESTAZIONI CONTRO IL REGIME'''

 Diverse centinaia di manifestanti hanno urlato "a morte" il capo supremo dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, mentre migliaia di altre persone hanno assistito alle manifestazioni nelle prime ore di oggi a Teheran, nel terzo giorno di protesta contro il regime, malgrado le minacce dei falchi del regime. Queste tre notti di manifestazioni costituiscono la più larga ondata di opposizione pubblica contro i dirigenti iraniani da mesi. Alle manifestazioni partecipano centinaia di giovani iraniani, di cui alcuni ancora adolescenti. I manifestanti hanno scandito slogan come "Khamenei il traditore deve essere impiccato", "Con le armi, con i carri e con il fuoco, i mullah devono essere ammazzati" e "gli studenti prigionieri devono essere liberati" hanno riferito alcuni testimoni.

Le manifestazioni si sono concentrate in due quartieri della capitale, intorno all'Università di Teheran e vicino all'Hotel Intercontinental. Prima che i manifestanti si disperdessero, la polizia ha impedito a una ventina di sostenitori dell'ayatollah Khamenei di scontrarsi con gli studenti. Migliaia di persone hanno assistito alle manifestazioni, talvolta applaudendo gli oppositori e accodandosi ai loro canti. Abitanti della zona vicino all'ospedale universitario hanno lasciato le loro porte aperte in modo che i manifestanti potessero trovarvi rapidamente rifugio in caso di necessità.

'''ITALIA - MOSCHEE'''

La sezione italiana della Lega Mondiale Musulmana ha sospeso dall'attività l'imam della moschea di Roma, Abdel Samie Mohammad Ibrahim Maoussa. "E' stato sostituito da un altro Imam", ha affermato il rappresentante della Lega Musulmana mondiale, Mario Scialoja.
Il tradizionale sermone del lunedì, dunque, sarà affidato a un altro Imam egiziano di nome Sheikh Sami.

La decisione arriva dopo le polemiche innescate dalla omelia di venerdì scorso "di aperto sostegno alla guerra santa", secondo il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu che aveva chiesto chiarimenti ai massimi responsabili della Moschea oltre ad aver sottolineato la necessità di "liberare le moschee italiane dai predicatori di violenza".

Sheikh Sami è stato per molto tempo Imam della piccola moschea di Viale Marconi a Roma, dopo essere stato Imam presso la Moschea di Roma quest'estate quando la guida storica del centro islamico di Monte Antenne, Sheikh Mahmoud, ha terminato la sua missione a Roma dopo circa 8 anni di permanenza in Italia.
.
 
Sami risiede in Italia da circa 15 anni e a differenza di Moussa
parla bene l'Italiano. Quest'ultimo punto è stato di fondamentale
importanza per la sua scelta, alla luce di quanto dichiarato ieri
dal ministro Pisanu durante un convegno a Venezia: il ministro ha
detto di ritenere indispensabile che tutti gli Imam delle moschee
italiane parlino in italiano e siano integrati nella nostra società.
 
 

L'Imam Sami è molto apprezzato dalla comunità islamica romana. E' famoso per aver aperto una scuola di Corano e di lingua araba
nella piccola moschea di viale Marconi a Roma, e per essere
solito commuoversi durante la lettura del Corano. *

19.30

Iraq: scontri con decine di morti, brucia un oleodotto

Il comando centrale delle forze di occupazione in Iraq ha reso noto che militari americani hanno ucciso 27 iracheni che hanno attaccato nell'area di Balad, a nord-est di Baghdad, una colonna di carri armati in transito, utilizzando dei lanciarazzi. Sempre lo stesso comando centrale ha annunciato che nel raid americano contro un campo militare iracheno, definito centro di addestramento per terroristi, nel nord-ovest del Paese, sono stati uccisi una settantina di iracheni. Inoltre, le forze di occupazione Usa hanno riferito dell'arresto di 74 presunti simpatizzanti di Al Qaeda vicino a Kirkuk. Nel Kurdistan iracheno, sino a qualche mese fa, operavano dei gruppi islamici curdi accusati di legami con Osama bin-Laden, ma durante l'aggressione all'Iraq, sono stati massacrati dai bombardamenti Usa e dall'intervento dei Peshmerga di Jalal Talabani.

Un combattente arabo, detenuto dagli americani nel campo di prigionia nei pressi dell'aeroporto internazionale di Baghdad, è stato ucciso, mentre tentava di fuggire. Nella città di Mosul, ci sono stati nuovi scontri a fuoco che hanno visto fronteggiarsi iracheni e soldati statunitensi. Sull'oleodotto che dall'Iraq trasporta il petrolio in Turchia, all'altezza di Makhul, a circa 200 chilometri a nord della capitale irachena, sono divampati dei violenti incendi, dopo che degli sconosciuti hanno gravemente danneggiato l'oleodotto facendo uso di cariche di esplosivo.

Azione dei gruppi curdo iracheni all'insegna dell'unità

Le due organizzazioni curde che controllano l'Iraq settentrionale hanno deciso di unificare i rispettivi organismi amministrativi regionali, dopo una riunione tra Massoud Barzani, del Partito democratico, e Jalal Talabani, dell'Unione patriottica. I due gruppi politici assumeranno un atteggiamento unitario circa le proposte sul futuro dell'Iraq. L'accordo tra Barzani e Talabani rafforza ulteriormente la posizione dei curdi, che godono di una larga fiducia americana, a livello iracheno, dando corpo piano piano a una regione autonoma, il cui distacco dall'Iraq forse non sarà mai decretato pubblicamente, ma avverrà nei fatti. Si sta lentamente cristallizzando l'incubo turco di un focolare nazionale curdo ai confini della Turchia.

ITALIA - MOSCHEE

La sezione italiana della Lega Mondiale Musulmana ha sospeso dall'attività l'imam della moschea di Roma, Abdel Samie Mohammad Ibrahim Maoussa. "E' stato sostituito da un altro Imam", ha affermato il rappresentante della Lega Musulmana mondiale, Mario Scialoja. Il tradizionale sermone del lunedì, dunque, sarà affidato a un altro Imam egiziano di nome Sheikh Sami.

La decisione arriva dopo le polemiche innescate dalla omelia di venerdì scorso "di aperto sostegno alla guerra santa", secondo il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu che aveva chiesto chiarimenti ai massimi responsabili della Moschea oltre ad aver sottolineato la necessità di "liberare le moschee italiane dai predicatori di violenza".

Sheikh Sami è stato per molto tempo Imam della piccola moschea di Viale Marconi a Roma, dopo essere stato Imam presso la Moschea di Roma quest'estate quando la guida storica del centro islamico di Monte Antenne, Sheikh Mahmoud, ha terminato la sua missione a Roma dopo circa 8 anni di permanenza in Italia. .

Sami risiede in Italia da circa 15 anni e a differenza di Moussa parla bene l'Italiano. Quest'ultimo punto è stato di fondamentale importanza per la sua scelta, alla luce di quanto dichiarato ieri dal ministro Pisanu durante un convegno a Venezia: il ministro ha detto di ritenere indispensabile che tutti gli Imam delle moschee italiane parlino in italiano e siano integrati nella nostra società.

L'Imam Sami è molto apprezzato dalla comunità islamica romana. E' famoso per aver aperto una scuola di Corano e di lingua araba nella piccola moschea di viale Marconi a Roma, e per essere solito commuoversi durante la lettura del Corano.

GR ore 17.00

Iraq

  • in Iraq si torna a combattere. Nelle ultime ore, in scontri tra militari Usa e miliziani circa 100 irakeni i avrebbero perso la vita. Sei militari americani sono rimasti feriti.

Le truppe Usa in nottata sono state impegnate in una dura battaglia da miliziani iracheni presso un campo di addestramento a nord di Baghdad. Secondo le prime notizie almeno 70 iracheni, riferisce la Bbc, sono stati uccisi nello scontro. E l'operazione, aggiungono fonti militari Usa, potrebbe non essere ancora conclusa. La battaglia, che si è consumata a Duluiyah, presso quello che i militari americani preferiscono definire un "campo di terroristi", è iniziata ieri con un attacco aereo per poi continuare con durissimi scontri sul terreno. Il campo, secondo fonti Usa, era presidiato da ex membri della Guardia Repubblicana, e da "altri elementi sovversivi". Anche se non si pronuncia ancora sul possibile bilancio delle vittime, il Pentagono ammette che a Nord di Baghdad si è effettivamente combattuta una dura battaglia. Molti iracheni, dice il generale Richard B. Myers, sono stati uccisi; altri - circa quattrocento - sono stati arrestati. E tra gli uomini impegnati nel combattimento ci sarebbero stati anche dei "miliziani stranieri" . Un altro scontro è infuriato invece a Balad, sempre a Nord di Baghdad. In questa circostanza sono stati uccisi, dice il comando centrale Usa, 27 iracheni. Sempre secondo il comando centrale Usa, la battaglia è iniziata con una prima imboscata di un "gruppo organizzato" iracheno nei pressi di Balad, ad una settantina di chilometri a Nord della capitale irachena Baghdad. Gli americani avrebbero subito risposto al fuoco uccidendo quattro assalitori. Quando il resto dei miliziani iracheni ha preso la fuga, gli Usa hanno scatenato la caccia all'uomo e con l'appoggio di veicoli da combattimento Bradley e di elicotteri Apache hanno poi sferrato l'offensiva nella dura battaglia successiva, uccidendo altri 23 iracheni.

Unione europea

Champagne in aula a tutti i padri costituenti della nuova Europa subito dopo l'approvazione del testo della bozza della futura costituzione europea. Il presidente della convenzione Valery Giscard d'Estaing ha annunciato che presenterà il documento ai leader europei nel corso del vertice di Salonicco, in programma il 20 giugno. "Andrò dai capi di Stato e di governo al Consiglio europeo di Salonicco a presentare a vostro nome il nostro comune lavoro, come fondamento del futuro trattato che istituirà una Costituzione dell'Europa. Mi permetterò di fare loro una sola raccomandazione, conoscendone la suscettibilità: più vicini resterete al nostro testo, sul quale abbiamo cosi lungamente discusso e riflettuto, meno difficile sarà il vostro compito"

  • La Convenzione europea ha terminato verso le 13.30 a Bruxelles la sua ultima seduta plenaria con queste parole del presidente Valery Giscard d'Estaing, e con un riconoscimento pressochè unanime del successo del proprio lavoro, insieme all'auspicio di vederlo tradotto nelle decisioni della prossima Conferenza

intergovernativa.

venezuela

La tensione è nell’aria oggi a Caracas dove l’opposizione ha convocato una nuova manifestazione contro il governo in uno dei quartieri-roccaforte del presidente Hugo Chavez. Con il cosiddetto ‘Petarazo’ – dal nome del sobborgo Petare, nell’est della capitale venezuelana, dove si terrà la dimostrazione – il Coordinamento Democratico intende protestare contro un discusso progetto di legge sul sistema radiotelevisivo al vaglio dell’Assemblea nazionale. Gli oppositori di Chavez sostengono che la mobilitazione servirà a dimostrare che il capo dello Stato sta perdendo seguaci nei quartieri poveri, soprattutto in vista dell’atteso referendum revocatorio del mandato presidenziale che, almeno sulla carta, dovrebbe porre fine alla profonda crisi socio-politica in corso nel Paese sudamericano dal dicembre scorso. Da parte sua, il ministro dell’interno, il generale a riposo Lucas Rincón ha tentato invano di convincere i promotori dell’iniziativa a spostarla in un “luogo meno pericoloso”, paventando il rischio che degeneri in violenze. In un breve intervento televisivo ieri sera Rincón ha mostrato alle telecamere un bisturi che – ha detto – gli è stato consegnato da alcuni abitanti di Petare. Questi avrebero avvertito che simili oggetti – distribuiti da ignoti alla popolazione - potrebbero essere utilizzati oggi come ‘armi bianche’. Il ministro ha ricordato gli incidenti del 24 maggio scorso quando una persona è rimasta uccisa e altre 22 sono state ferite durante una protesta indetta dall’opposizione. Ha quindi sollecitato i militanti dell’opposizione a comportarsi “in maniera civile” e i sostenitori di Chavez “a tenersi a distanza” dalla manifestazione. Ben diversa l’esortazione rivolta ai ‘chavisti’ dal deputato della maggioranza Iris Varela che ha lanciato la proposta di una contro-manifestazione da tenersi nella Redoma di Petare, ad appena 500 metri dal luogo scelto dall’opposizione per scendere in piazza. Dopo sette mesi di difficili negoziati, con la facilitazione dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa), il 29 maggio governo e opposizione hanno raggiunto un accordo sulla convocazione del referendum revocatorio, inteso come “una soluzione elettorale, costituzionale, pacifica e democratica” alla crisi. L’iter di realizzazione del referendum si prospetta comunque lungo e in ogni caso, in base alla Costituzione, la consultazione non potrà tenersi prima del 19 agosto, giorno in cui sarà trascorsa la prima metà del mandato di Chavez.

Colombia

Con una decina di giorni di ritardo sul programma i paramilitari del Blocco centrale Bolívar (Bcb) hanno finalmente consegnato ieri ad una commissione composta da rappresentanti del governo e del’Unicef una quarantina di ‘bambini-soldato’. Si tratta del primo gesto concreto mirato ad avviare il processo di pace da parte delle cosiddette ‘autodifese civili’ dopo il cessate-il-fuoco unilaterale indetto dai paramilitari nel dicembre scorso. L’esecutivo del presidente Alvaro Uribe ha confermato che il gruppo di giovani combattenti – tutti di età compresa tra i 14 e i 17 anni – è stato preso in custodia dalle autorità. Il Bcb, forte di 5.500 uomini, è considerato il secondo fronte paramilitare del Paese dopo le Auc (Autodifese unite della Colombia) di Carlos Castaño Gil. Entrambe le fazioni hanno avviato nei mesi scorsi ‘colloqui esplorativi’ con il governo: l’agenda del dialogo, che punta al disarmo totale delle milizie paramilitari, contempla in primo luogo la liberazione degli ostaggi in mano ai paramilitari, la fine del reclutamento dei minori da parte del gruppo armato e il rientro degli sfollati a causa della violenza ai loro villaggi d’origine. Si tratta di un negoziato senza precedenti, dal momento che il governo colombiano finora non aveva mai preso in considerazione l’avvio di una trattativa con i rivali ‘storici’ della guerriglia, accusati di massacri e altre vessazioni contro i civili. A preoccupare maggiormente la società civile e le organizzazioni a difesa dei diritti umani è il timore che una volta ‘pacificati’ i paramilitari possano essere inseriti nelle file delle forze armate regolari.

Italia, migranti

Erano 105 i migranti a bordo dell'imbarcazione avvistata in tarda mattinata nel Canale di Sicilia da un diportista al largo di Lampedusa. Sono approdati sull'isola alle 15.30, trainati da una motovedetta della Guardia Costiera. Nel gruppo di extracomunitari, la maggiore parte dei quali hanno dichiarato di essere originari della Palestina e dell'Iraq, ci sono pure alcune donne. Con l'ultimo arrivo, sono circa 600 gli stranieri sbarcati a Lampedusa da ieri sera: in meno di 24 ore, sono state cinque i barconi segnalati in navigazione verso Lampedusa da aerei e unita' navali della Marina militari, da pescherecci e da gitanti, e raggiunge dalle motovedette che le hanno scortate fin nel porto dell'isola. Il centro di accoglienza di Lampedusa non fa in tempo a svuotarsi del tutto a causa dei continui arrivi. Con navi militari, erano appena partiti verso altre strutture di permanenza temporanea in Calabria e Puglia 360 immigrati. Le 105 persone appena giunte riportano la situazione in emergenza visto che il centro lampedusano puo' accoglierne poco meno di 200.

ORE 13,00

Corea del Nord. Il consigliere di Rumsfeld: ci vogliono bombardamenti mirati

Bombardare gli impianti nucleari nordcoreani se le pressioni diplomatiche su Pyongyang perchè abbandoni i suoi piani di armamento dovessero fallire. E' questa la proposta avanzata durante una conferenza da Richard Perle, il consigliere capo del segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld, e uno degli architetti della strategia che ha portato alla guerra in Iraq. Lo riporta il sito Internet dell'Atlanta Journal-Constitution.

  • Secondo Perle l'approccio migliore alla questione Nord Corea è quello di isolare il regime comunista in maniera assoluta, in modo da convincere Pyongyang a rinunciare volontariamente alla costruzione di missili nucleari. Ma, aggiunge lo stesso consigliere, il successo di questa tattica è un'incognita. In alternativa, "nessuno dovrebbe escludere un attacco chirurgico come quello visto nel 1981, quando Israele distrusse il reattore Osirik in Iraq". Quell'attacco venne condannato dalla maggioranza della comunità internazionale, ma ora è giudicato come l'azione che ha bloccato le ambizioni nucleari di Saddam Hussein per un decennio. Secondo Perle, gli attacchi chirurgici sarebbero giustificati dal fatto che "se la Corea del Nord ha armi nucleari e se al Qaida intende acquistare un ordigno, allora un accordo in questo senso potrebbe essere stretto. E noi non possiamo permetterlo".

Iraq. Raid Usa in campo addestramento terroristi: 70 morti

Un reparto di soldati americani ha ucciso oggi almeno settanta uomini in un campo di addestramento per terroristi in Iraq. Lo ha detto un portavoce militare Usa. Nell'operazione e' rimasto ferito non gravemente un soldato americano. Ha partecipato al raid la 101/ma divisione aerotrasportata. Gli americani avevano detto in precedenza che l'attacco al campo, che si trova 150 km a nordovest di Baghdad, fa parte di uno sforzo continuo teso a sgominare i fedeli del partito Baath, gruppi paramilitari ed elementi sovversivi. L'operazione, coordinata da terra e dal cielo, era iniziata ieri mattina con un bombardamento e rientra nella campagna 'Peninsula strike', cui partecipano 4.000 uomini. Comandanti Usa hanno detto che i sostenitori di Saddam Hussein sono i responsabili di una serie di micidiali attacchi contro le truppe americane nelle ultime settimane.

Soldati americani hanno ucciso oggi 27 iracheni che avevano attaccato una colonna di carri armati nella localita' di Balad (nord-est di Baghdad).

Alcuni incendi sono divampati su un oleodotto iracheno nella zona di Makhul, 200 km a nord di Baghdad, in seguito all'esplosione di alcune bombe. Lo hanno riferito gli abitanti del luogo.

Le esportazioni di greggio iracheno sono finite nel mirino dei miliziani. L'oleodotto che collega gli impianti estrattivi del nord con la Turchia è stato messo fuori uso con due attenatti dinamitardi. Vicino Baihi, lungo la strada che collega Baghdad a Mosul e che corre parallela all'oleodotto, si sono sviluppati due violenti incendi.

Secondo alcuni testimoni, l'attentato, che viene a 24 ore dalla sigla dei primi contratti del dopoguerra per l'estrazione del petrolio, è stato compiuto da iracheni.

Il primo contingente italiano per l'Iraq, composto di 150 uomini delle quattro armi, è giunto stamane all'aeroporto di Kuwait city, accolto dall'ambasciatore italiano Vincenzo Prati e dal colonnello De Miceli. I 150 militari hanno avuto "una magnifica accoglienza" ha dichiarato l'ambasciatore Prati, nel campo americano vicino, dove hanno fatto colazione con i soldati Usa prima di ripartire verso Nassiriya.

Il contingente italiano, che opera nell'ambito di un mandato Onu in una missione chiamata 'Antica Babilonia', è guidato dal colonnello Vecciarelli e dovrà assumere i suoi compiti di pace nella parte meridionale dell'Iraq.

Liberia. Cominciata l'evacuazione di americani ed europei

Americani ed europei stanno cominciando ad abbandonare Monrovia, la capitale della Liberia stretta d'assedio dai ribelli.

Decine di soldati francesi si sono schierati davanti al complesso dove hanno sede gli uffici di rappresentanza dell'Unione Europea in Liberia per avviare l'evacuazione dei cittadini stranieri dalla capitale, Monrovia, sempre più pericolosa dopo essere stata riconquistata dai ribelli del Lurd, che intendono rovesciare il regime del presidente Charles Taylor, ex 'signore della guerra'. (AGI)

Nella sede comunitaria si erano già radunati circa 120 europei di diverse nazionalità nonchè il personale delle Nazioni Unite, pronto anch'esso a partire. Le milizie del Lurd (acronimo di 'Liberiani Uniti per la Riconciliazione e la Democrazia), principale formazione armata di opposizione, erano riuscite a irrompere a Monrovia venerdì in seguito ad aspri combattimenti. Attualmente è in vigore una tregua provvisoria, in attesa che scada l'ultimatum di tre giorni impartito dai guerriglieri a Taylor perchè si dimetta.

CUBA: CASTRO AVVERTE UE, LA MOBILITAZIONE E' SOLO ALL'INIZIO

Nuovo monito di Fidel Castro all'Unione europea: la mobilitazione di piazza e' soltanto l'inizio di quella che sara' "una risposta adeguata" alle sanzioni politiche imposte dall'Ue a Cuba. Ieri il 'lider maximo', insieme con il fratello Raul, ha guidato due enormi cortei di protesta davanti alle ambasciate di Spagna e d'Italia all'Avana e lanciato invettive contro Jose Maria Aznar e Silvio Berlusconi, che a suo avviso sono stati gli ispiratori della denuncia Ue di una nuova campagna di repressione della dissidenza interna cubana. "La dichiarazione, la sanzione e la punizione dell'Unione europea ci pongono di fronte alla necessita' di dare inizio a una risposta adeguata", ha affermato Castro nel discorso di chiusura del III Congresso internazionale per la Cultura e lo Sviluppo. "Non e' nostra abitudine preoccuparci troppo di accordi o decisioni politiche contro la nostra rivoluzione, non e' piu' nostro compito, pero' quanto accaduto e' un fatto molto grave", ha aggiunto. Quando si tratta di Cuba, ha affermato Castro nel discorso di oltre tre ore, la Commissione Onu per i diritti umani "vota come una mafia". L'Europa, ha proseguito il leader cubano, "deve tenere la bocca chiusa", perche' questa entita' "comunitaria e assoggettata alla Nato" si e' trasformata in "alleato militare della superpotenza assurta a padrona del mondo". L'allusione agli Stati Uniti, che raramente cita espicitamente.

Immigrazione. Sbarcati a Lampedusa nelle ultime ore quasi 500 clandestini

Sono giunte intorno alla mezzanotte a Lampedusa le ultime due imbarcazioni cariche di clandestini avvistate a largo dell'isola. Si tratta di un vecchio barcone con 167 immigrati, tra i quali 14 donne e 8 bambini, e di un gommone con altri 26 extracomunitari, tutti originari del centro e del nord Africa. In precedenza erano state trainate in porto altre due barche, con 260 magrebini a bordo.

Complessivamente nelle ultime ore sono sbarcati sull' isola 453 clandestini, tutti trasferiti nel centro di prima accoglienza dove si trovavano già altri 112 immigrati. Alle operazioni di soccorso in mare delle imbarcazioni, oltre a un aereo Atlantic e alla nave Urania della Marina Militare, hanno partecipato - secondo quanto ha reso noto la Capitaneria di porto di Lampedusa - 4 motovedette della Guardia costiera, una della Polizia e un pattugliatore della Guardia di Finanza.

Adesso a Lampedusa è di nuovo emergenza: il centro di accoglienza dove sono ospitati gli immigrati dispone infatti di soli 190 posti letto, a fronte delle oltre 500 persone che attualmente si trovano nella struttura che sorge a poca distanza dall'aeroporto.

TERZA NOTTE DI MANIFESTAZIONI CONTRO IL REGIME

  • Diverse centinaia di manifestanti hanno urlato "a morte" il capo supremo dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, mentre migliaia di altre persone hanno assistito alle manifestazioni nelle prime ore di oggi a Teheran, nel terzo giorno di protesta contro il regime, malgrado le minacce dei falchi del regime. Queste tre notti di manifestazioni costituiscono la più larga ondata di opposizione pubblica contro i dirigenti iraniani da mesi. Alle manifestazioni partecipano centinaia di giovani iraniani, di cui alcuni ancora adolescenti. I manifestanti hanno scandito slogan come "Khamenei il traditore deve essere impiccato", "Con le armi, con i carri e con il fuoco, i mullah devono essere ammazzati" e "gli studenti prigionieri devono essere liberati" hanno riferito alcuni testimoni.

Le manifestazioni si sono concentrate in due quartieri della capitale, intorno all'Università di Teheran e vicino all'Hotel Intercontinental. Prima che i manifestanti si disperdessero, la polizia ha impedito a una ventina di sostenitori dell'ayatollah Khamenei di scontrarsi con gli studenti. Migliaia di persone hanno assistito alle manifestazioni, talvolta applaudendo gli oppositori e accodandosi ai loro canti. Abitanti della zona vicino all'ospedale universitario hanno lasciato le loro porte aperte in modo che i manifestanti potessero trovarvi rapidamente rifugio in caso di necessità.

ITALIA - MOSCHEE

La sezione italiana della Lega Mondiale Musulmana ha sospeso dall'attività l'imam della moschea di Roma, Abdel Samie Mohammad Ibrahim Maoussa. "E' stato sostituito da un altro Imam", ha affermato il rappresentante della Lega Musulmana mondiale, Mario Scialoja. Il tradizionale sermone del lunedì, dunque, sarà affidato a un altro Imam egiziano di nome Sheikh Sami.

La decisione arriva dopo le polemiche innescate dalla omelia di venerdì scorso "di aperto sostegno alla guerra santa", secondo il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu che aveva chiesto chiarimenti ai massimi responsabili della Moschea oltre ad aver sottolineato la necessità di "liberare le moschee italiane dai predicatori di violenza".

Sheikh Sami è stato per molto tempo Imam della piccola moschea di Viale Marconi a Roma, dopo essere stato Imam presso la Moschea di Roma quest'estate quando la guida storica del centro islamico di Monte Antenne, Sheikh Mahmoud, ha terminato la sua missione a Roma dopo circa 8 anni di permanenza in Italia. .

Sami risiede in Italia da circa 15 anni e a differenza di Moussa parla bene l'Italiano. Quest'ultimo punto è stato di fondamentale importanza per la sua scelta, alla luce di quanto dichiarato ieri dal ministro Pisanu durante un convegno a Venezia: il ministro ha detto di ritenere indispensabile che tutti gli Imam delle moschee italiane parlino in italiano e siano integrati nella nostra società.

L'Imam Sami è molto apprezzato dalla comunità islamica romana. E' famoso per aver aperto una scuola di Corano e di lingua araba nella piccola moschea di viale Marconi a Roma, e per essere solito commuoversi durante la lettura del Corano. *

Mediaset. Berlusconi indagato per frode fiscale

I magistrati milanesi che da tempo indagano sulla compravendita di diritti televisivi e cinematografici inviano una richiesta di rogatoria negli Stati Uniti al ministero della Giustizia. Dal documento emerge che il premier è indagato per presunta frode fiscale.

Il nome del premier figura nell' elenco delle persone coinvolte a vario titolo nell' inchiesta Mediaset condotta dalla Procura di Milano e relativa alla compravendita di diritti televisivi e cinematografici. La circostanza emerge da una richiesta di rogatoria negli Stati Uniti trasmessa nei giorni scorsi dai pm milanesi Fabio De Pasquale e Alfredo Robledo al ministero della Giustizia per il suo normale iter. Nell' inchiesta sono da tempo indagati altri dirigenti di Mediaset.

gror030613 (last edited 2008-06-26 09:50:07 by anonymous)