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  === ORE 13.00 ===

'''esteri'''
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L'acordo per il ritiro di Israele da Gaza e il passaggio di consegne nella gestione della sicurezza all'Autorita' palestinese e' stato raggiunto durante la notte. Secondo fonti dello stato ebraico, il ministro della Difesa israeliano, Amos Guilad, e quello dell'Interno palestinese, Mohammed Dahlan, hanno stabilito che il ritiro delle truppe iniziera' quando il premier dell'Anp, Abu Mazen, avra' concretizzato il cessate il fuoco con le fazioni estremistiche palestinesi contrarie a ogni accordo con Israele. Secondo fonti dell'Anp, questa intesa - sotto forma di un accordo per il cessate il fuoco unilaterale e provvisorio - sara' annunciata "nelle prossime 48 ore" al Cairo, dato che il governo egiziano ha svolto un importante ruolo di mediazione tra il governo palestinese e le milizie islamiche.

Il primo ministro palestinese Abu Mazen avrebbe chiesto all'Unione Europea di inserire il Movimento della resistenza islamica (Hamas) nella lista delle organizzazioni terroriste, un passo che porterebbe al blocco delle donazioni destinate a questa formazione da parte delle banche europee. L'indiscrezione e' stata riportata dalla radio israeliana che l'attribuisce a fonti dell'Autorita' nazionale palestinese. I vertici di Hamas, preoccupati per l'eventuale blocco delle donazioni sarebbero propensi a accettare una tregua unilaterale, necessaria per favorire l'applicazione della roadmap, il piano di pace messo a punto dal Quartetto (Onu, Ue, Usa e Russia).
Javier Sancho, portavoce di Miguel Angel Moratinos, l'inviato speciale dell'Ue in Medio Oriente, ha negato che Abu Mazen abbia chiesto a Bruxelles di includere Hamas nella lista delle organizzazioni terroriste. Il tema, ha specificato, e' stato portato all'attenzione delle "alte istanze politiche" ed e' stato preso in esame durante il recente consiglio europeo di Salonicco, ma non e' stata presa alcuna decisione. "Smentisco - ha detto - che il primo ministro Abu Mazen abbia formulato una petizione del genere all'Unione Europea"

'''Iraq'''


Sei soldati iracheni sono stati uccisi dalla forze statunitensi in Iraq, secondo quanto ha riportato l'emittente araba al-Jazeera. Secondo la televisione, infatti, nell'attacco a Ramadi, a circa 100 chilometri a nord da Baghdad, i militari americani, rispondendo al fuoco di aggressori che li hanno attaccati con lancia razzi, hanno ucciso cinque iracheni. Il sesto iracheno e' stato ucciso, come e' stato riportato anche da altre fonti, in un altro attacco subito dalle forze statunitensi a Fallujah. Secondo al Jazeera, pero', l'uomo, di 30 anni, e' stato ucciso non durante l'attacco ma nella caccia all'uomo scattata subito dopo per catturare gli aggressori


'''Hans Blix'''
A pochi giorni dalla scadenza del suo mandato alla guida del Unmovic - l'agenzia Onu per le ispezioni sulle armi chimiche e biologiche - Hans Blix continua a togliersi sassolini nelle scarpe. Parlando a palazzo di Vetro, Blix rinnova le sue critiche agli americani. Le loro accuse all'Iraq - dice oggi - non si basavano su alcuna prova. "Trovo molto curioso - dice il diplomatico svedese - che si si possa essere convinti al 100% dell'esistenza di armi di distruzione di massa quando per quanto riguarda la loro localizzazione le conoscenze appurate stanno allo 0%". Così, dice adesso Blix dopo due mesi di inutili ricerche delle famose armi di Saddam, sembra chiaro che se "noi siamo stati più prudenti nelle nostre stime" è vero che i fatti ci stanno dando ragione. "quel che è accaduto ha mostrato che la nostra valutazione era molto saggia". Blix, che negli ultimi tempi in diverse occasioni aveva dichirato il suo stupore e la sua delusione per la povertà delle indicazioni di intelligence fornitegli dai servizi Usa, ha anche espresso delle valutazioni molto negative sulle notizie fornite agli alleati dalle fonti dell'opposizione irachena. sinora, ha aggiunto Blix, "non si sono rivelate fonti credibili". Una settimana fa, Blix in un'intervista al Guardian, aveva usato parole durissime contro quelli che aveva definito i suoi "detrattori" americani. Sono, aveva detto, dei "bastardi".

'''Iran'''

E' morta la donna iraniana che la settimana scorsa si era data fuoco davanti all'ambasciata francese a Londra per protestare contro gli arresti dei Mujaheddin del Popolo avvenuti in Francia. La notizia è sul sito internet della BBC. Neda Hassani, 25 anni, è morta in ospedale per le ustioni riportate nella clamorosa protesta. La donna viveva in Canada ed era in visita a Londra

'''Chile'''

Una donna ha tentato di assestare un ceffone al volto dell'ex dittatore cileno Augusto Pinochet, in vacanza nel nord del Cile, e quando la polizia l'ha trascinata via lei gli ha gridato ''assassino!'', accusandolo di aver ordinato l'assassinato di suo fratello dopo il golpe militare del 1973. La donna, secondo alcune testimonianze, avrebbe avvicinato l'anziano ex dittatore, oggi 87/enne, fingendosi una fan. Ma quando ha alzato la mano nel tentativo di schiaffeggiarlo e' stata bloccata da una delle guardie del corpo di Pinochet e portata via dai poliziotti Sono circa 3.000 le persone - per lo piu' militanti e simpatizzanti di sinistra - uccise o rapite per scomparire nel nulla dai militari durante il regime di Pinochet, rimasto in carica dal 1973 al 1990 e accusato di numerose violazioni dei diritti umani. Ma un tribunale cileno lo scorso anno ha dichiarato Pinochet non in grado di subire un processo per via delle cattive condizioni di salute


'''Arresti francia'''

Il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, a Napoli per partecipare ad un convegno sulla lotta al racket, ha risposto a margine dell'incontro, alle domande dei giornalisti sul rischio terrorismo e sull'inchiesta avviata a Napoli dalla Procura su una presunta associazione clandestina contigua alle nuove Brigate Rosse. ''Mi sembra corretto non dire nulla a proposito -ha detto Mantovano- uno degli elementi per il successo di questa inchiesta e' la massima riservatezza sugli elementi che la fondano. Parlare oggi ad indagini in corso mi sembra fuori luogo''. Secondo Mantovano, ''il terrorismo, qualunque sia la sua fonte, il terreno operativo e i suoi militanti, e' il nemico principale del mondo occidentale, dell'Europa e dell'Italia. Un nemico feroce che colpisce non le idee ma le persone che le portano''


'''arresti milano'''


Sei persone sono state arrestate dalla Guardia di Finanza di Milano nell'ambito di una inchiesta su presunti fiancheggiatori di Al Qaeda. Sono in corso anche una quarantina di perquisizioni. L'operazione e' coordinata dal sostituto procuratore di Milano Luigi Orsi. Una settima persona e' latitante.
Tra gli arrestati c'e' anche l'imam della moschea di Gallarate, Mohamed El Mahfoudi, di Agadir (Marocco). L'accusa nei suoi confronti e' di traffico di documenti falsi per agevolare l'immigrazione clandestina. Anche la moschea di Gallarate e' stata perquisita
Le tre cooperative e una societa' perquisite oggi al centro dell'inchiesta hanno sede a Varese, Lainate e Novara (e non in altre localita'), secondo quanto si e' appreso dagli investigatori. Queste cooperative sarebbero servite anche come luogo di propaganda. Il gruppo per finanziarsi avrebbe venduto a immigrati clandestini permessi di soggiorno falsi per somme varianti fra i 2.000 e i 3.000 euro ciascuno. Nell'ordinanza di custodia cautelare, si e' saputo, viene riportata anche una intercettazione in cui si parla del ventesimo dirottatore dell'attacco agli Usa dell' 11 settembre, arrestato negli Stati Uniti


=== GR ore 9.30 ===

'''palestina'''

L'esercito israeliano ha arrestato 160 palestinesi in due diverse retate scattate questa mattina all'alba ad Hebron, in Cisgiordania. Secondo quanto riportato dalla radio israeliana, tra gli arrestati vi sono diversi membri di Hamas accusati dagli israeliani di aver partecipato ai recenti attacchi. Ad Hebron sono state arrestate 130 persone, ma fra queste, secondo quanto riporta Haaretz, non compaiono i maggiori ricercati per azioni di lotta armata dagli israeliani. La retata si e' trasformata in una vera caccia all'uomo nella casbah di Nablus, dove sono stati arrestati una trentina di palestinesi. L'esercito ha detto che l'operazione era tesa a sventare azioni gia' preparate da Hamas, e che la maggior parte dei fermati verra' presto rilasciata. Intanto, sempre Haaretz, conferma che i leader di Hamas e della Jihad dovranno presto recarsi al Cairo per dare la loro riposta alla richiesta di cessate il fuoco mediata dagli egiziani. E fonti palestinesi assicurano che Hamas e gli altri gruppi militanti sono sul punto di annunciare uno stop degli attacchi.
Altre 19 persone sono state arrestate in varie localita' della Cisgiordania. L'esercito israeliano e' entrato in azione anche a Jenin, dove e' stata abbattuta la casa di Jalal Mahmid, cinvolto, secondo le autorita' militari, in una azione suicida. Intanto i coloni israeliani sono tornati su una collina in Cisgiordania dove meno di una settimana fa l'esercito aveva smantellato un insediamento illegale. Ironicamente, ha riferito radio Israele, i coloni hanno dato all'insediamento il nome di Ariel Sharon. "Givat Ariel", la collina di Ariel, fino ad ora e' solo una roulotte: una risposta alla decisione del governo di sgomberare Mitzpe Yitzhar, uno dei quattro avamposti illegali dei coloni intorno all'insediamento di Yitzhar. Proprio Sharon e' stato per decenni il propulsore della politica degli insediamenti nei territori palestinesi e il suo motto "occupiamo le colline", coniato nel 1998, e' diventato il grido di battaglia dei coloni.

ORE 13.00

esteri

palestina

L'esercito israeliano ha arrestato 160 palestinesi in due diverse retate scattate questa mattina all'alba ad Hebron, in Cisgiordania. Secondo quanto riportato dalla radio israeliana, tra gli arrestati vi sono diversi membri di Hamas accusati dagli israeliani di aver partecipato ai recenti attacchi. Ad Hebron sono state arrestate 130 persone, ma fra queste, secondo quanto riporta Haaretz, non compaiono i maggiori ricercati per azioni di lotta armata dagli israeliani. La retata si e' trasformata in una vera caccia all'uomo nella casbah di Nablus, dove sono stati arrestati una trentina di palestinesi. L'esercito ha detto che l'operazione era tesa a sventare azioni gia' preparate da Hamas, e che la maggior parte dei fermati verra' presto rilasciata. Intanto, sempre Haaretz, conferma che i leader di Hamas e della Jihad dovranno presto recarsi al Cairo per dare la loro riposta alla richiesta di cessate il fuoco mediata dagli egiziani. E fonti palestinesi assicurano che Hamas e gli altri gruppi militanti sono sul punto di annunciare uno stop degli attacchi. Altre 19 persone sono state arrestate in varie localita' della Cisgiordania. L'esercito israeliano e' entrato in azione anche a Jenin, dove e' stata abbattuta la casa di Jalal Mahmid, cinvolto, secondo le autorita' militari, in una azione suicida. Intanto i coloni israeliani sono tornati su una collina in Cisgiordania dove meno di una settimana fa l'esercito aveva smantellato un insediamento illegale. Ironicamente, ha riferito radio Israele, i coloni hanno dato all'insediamento il nome di Ariel Sharon. "Givat Ariel", la collina di Ariel, fino ad ora e' solo una roulotte: una risposta alla decisione del governo di sgomberare Mitzpe Yitzhar, uno dei quattro avamposti illegali dei coloni intorno all'insediamento di Yitzhar. Proprio Sharon e' stato per decenni il propulsore della politica degli insediamenti nei territori palestinesi e il suo motto "occupiamo le colline", coniato nel 1998, e' diventato il grido di battaglia dei coloni.

L'acordo per il ritiro di Israele da Gaza e il passaggio di consegne nella gestione della sicurezza all'Autorita' palestinese e' stato raggiunto durante la notte. Secondo fonti dello stato ebraico, il ministro della Difesa israeliano, Amos Guilad, e quello dell'Interno palestinese, Mohammed Dahlan, hanno stabilito che il ritiro delle truppe iniziera' quando il premier dell'Anp, Abu Mazen, avra' concretizzato il cessate il fuoco con le fazioni estremistiche palestinesi contrarie a ogni accordo con Israele. Secondo fonti dell'Anp, questa intesa - sotto forma di un accordo per il cessate il fuoco unilaterale e provvisorio - sara' annunciata "nelle prossime 48 ore" al Cairo, dato che il governo egiziano ha svolto un importante ruolo di mediazione tra il governo palestinese e le milizie islamiche.

Il primo ministro palestinese Abu Mazen avrebbe chiesto all'Unione Europea di inserire il Movimento della resistenza islamica (Hamas) nella lista delle organizzazioni terroriste, un passo che porterebbe al blocco delle donazioni destinate a questa formazione da parte delle banche europee. L'indiscrezione e' stata riportata dalla radio israeliana che l'attribuisce a fonti dell'Autorita' nazionale palestinese. I vertici di Hamas, preoccupati per l'eventuale blocco delle donazioni sarebbero propensi a accettare una tregua unilaterale, necessaria per favorire l'applicazione della roadmap, il piano di pace messo a punto dal Quartetto (Onu, Ue, Usa e Russia). Javier Sancho, portavoce di Miguel Angel Moratinos, l'inviato speciale dell'Ue in Medio Oriente, ha negato che Abu Mazen abbia chiesto a Bruxelles di includere Hamas nella lista delle organizzazioni terroriste. Il tema, ha specificato, e' stato portato all'attenzione delle "alte istanze politiche" ed e' stato preso in esame durante il recente consiglio europeo di Salonicco, ma non e' stata presa alcuna decisione. "Smentisco - ha detto - che il primo ministro Abu Mazen abbia formulato una petizione del genere all'Unione Europea"

Iraq

Sei soldati iracheni sono stati uccisi dalla forze statunitensi in Iraq, secondo quanto ha riportato l'emittente araba al-Jazeera. Secondo la televisione, infatti, nell'attacco a Ramadi, a circa 100 chilometri a nord da Baghdad, i militari americani, rispondendo al fuoco di aggressori che li hanno attaccati con lancia razzi, hanno ucciso cinque iracheni. Il sesto iracheno e' stato ucciso, come e' stato riportato anche da altre fonti, in un altro attacco subito dalle forze statunitensi a Fallujah. Secondo al Jazeera, pero', l'uomo, di 30 anni, e' stato ucciso non durante l'attacco ma nella caccia all'uomo scattata subito dopo per catturare gli aggressori

Hans Blix A pochi giorni dalla scadenza del suo mandato alla guida del Unmovic - l'agenzia Onu per le ispezioni sulle armi chimiche e biologiche - Hans Blix continua a togliersi sassolini nelle scarpe. Parlando a palazzo di Vetro, Blix rinnova le sue critiche agli americani. Le loro accuse all'Iraq - dice oggi - non si basavano su alcuna prova. "Trovo molto curioso - dice il diplomatico svedese - che si si possa essere convinti al 100% dell'esistenza di armi di distruzione di massa quando per quanto riguarda la loro localizzazione le conoscenze appurate stanno allo 0%". Così, dice adesso Blix dopo due mesi di inutili ricerche delle famose armi di Saddam, sembra chiaro che se "noi siamo stati più prudenti nelle nostre stime" è vero che i fatti ci stanno dando ragione. "quel che è accaduto ha mostrato che la nostra valutazione era molto saggia". Blix, che negli ultimi tempi in diverse occasioni aveva dichirato il suo stupore e la sua delusione per la povertà delle indicazioni di intelligence fornitegli dai servizi Usa, ha anche espresso delle valutazioni molto negative sulle notizie fornite agli alleati dalle fonti dell'opposizione irachena. sinora, ha aggiunto Blix, "non si sono rivelate fonti credibili". Una settimana fa, Blix in un'intervista al Guardian, aveva usato parole durissime contro quelli che aveva definito i suoi "detrattori" americani. Sono, aveva detto, dei "bastardi".

Iran

E' morta la donna iraniana che la settimana scorsa si era data fuoco davanti all'ambasciata francese a Londra per protestare contro gli arresti dei Mujaheddin del Popolo avvenuti in Francia. La notizia è sul sito internet della BBC. Neda Hassani, 25 anni, è morta in ospedale per le ustioni riportate nella clamorosa protesta. La donna viveva in Canada ed era in visita a Londra

Chile

Una donna ha tentato di assestare un ceffone al volto dell'ex dittatore cileno Augusto Pinochet, in vacanza nel nord del Cile, e quando la polizia l'ha trascinata via lei gli ha gridato assassino!, accusandolo di aver ordinato l'assassinato di suo fratello dopo il golpe militare del 1973. La donna, secondo alcune testimonianze, avrebbe avvicinato l'anziano ex dittatore, oggi 87/enne, fingendosi una fan. Ma quando ha alzato la mano nel tentativo di schiaffeggiarlo e' stata bloccata da una delle guardie del corpo di Pinochet e portata via dai poliziotti Sono circa 3.000 le persone - per lo piu' militanti e simpatizzanti di sinistra - uccise o rapite per scomparire nel nulla dai militari durante il regime di Pinochet, rimasto in carica dal 1973 al 1990 e accusato di numerose violazioni dei diritti umani. Ma un tribunale cileno lo scorso anno ha dichiarato Pinochet non in grado di subire un processo per via delle cattive condizioni di salute

Arresti francia

Il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, a Napoli per partecipare ad un convegno sulla lotta al racket, ha risposto a margine dell'incontro, alle domande dei giornalisti sul rischio terrorismo e sull'inchiesta avviata a Napoli dalla Procura su una presunta associazione clandestina contigua alle nuove Brigate Rosse. Mi sembra corretto non dire nulla a proposito -ha detto Mantovano- uno degli elementi per il successo di questa inchiesta e' la massima riservatezza sugli elementi che la fondano. Parlare oggi ad indagini in corso mi sembra fuori luogo. Secondo Mantovano, il terrorismo, qualunque sia la sua fonte, il terreno operativo e i suoi militanti, e' il nemico principale del mondo occidentale, dell'Europa e dell'Italia. Un nemico feroce che colpisce non le idee ma le persone che le portano

arresti milano

Sei persone sono state arrestate dalla Guardia di Finanza di Milano nell'ambito di una inchiesta su presunti fiancheggiatori di Al Qaeda. Sono in corso anche una quarantina di perquisizioni. L'operazione e' coordinata dal sostituto procuratore di Milano Luigi Orsi. Una settima persona e' latitante. Tra gli arrestati c'e' anche l'imam della moschea di Gallarate, Mohamed El Mahfoudi, di Agadir (Marocco). L'accusa nei suoi confronti e' di traffico di documenti falsi per agevolare l'immigrazione clandestina. Anche la moschea di Gallarate e' stata perquisita Le tre cooperative e una societa' perquisite oggi al centro dell'inchiesta hanno sede a Varese, Lainate e Novara (e non in altre localita'), secondo quanto si e' appreso dagli investigatori. Queste cooperative sarebbero servite anche come luogo di propaganda. Il gruppo per finanziarsi avrebbe venduto a immigrati clandestini permessi di soggiorno falsi per somme varianti fra i 2.000 e i 3.000 euro ciascuno. Nell'ordinanza di custodia cautelare, si e' saputo, viene riportata anche una intercettazione in cui si parla del ventesimo dirottatore dell'attacco agli Usa dell' 11 settembre, arrestato negli Stati Uniti

GR ore 9.30

palestina

L'esercito israeliano ha arrestato 160 palestinesi in due diverse retate scattate questa mattina all'alba ad Hebron, in Cisgiordania. Secondo quanto riportato dalla radio israeliana, tra gli arrestati vi sono diversi membri di Hamas accusati dagli israeliani di aver partecipato ai recenti attacchi. Ad Hebron sono state arrestate 130 persone, ma fra queste, secondo quanto riporta Haaretz, non compaiono i maggiori ricercati per azioni di lotta armata dagli israeliani. La retata si e' trasformata in una vera caccia all'uomo nella casbah di Nablus, dove sono stati arrestati una trentina di palestinesi. L'esercito ha detto che l'operazione era tesa a sventare azioni gia' preparate da Hamas, e che la maggior parte dei fermati verra' presto rilasciata. Intanto, sempre Haaretz, conferma che i leader di Hamas e della Jihad dovranno presto recarsi al Cairo per dare la loro riposta alla richiesta di cessate il fuoco mediata dagli egiziani. E fonti palestinesi assicurano che Hamas e gli altri gruppi militanti sono sul punto di annunciare uno stop degli attacchi. Altre 19 persone sono state arrestate in varie localita' della Cisgiordania. L'esercito israeliano e' entrato in azione anche a Jenin, dove e' stata abbattuta la casa di Jalal Mahmid, cinvolto, secondo le autorita' militari, in una azione suicida. Intanto i coloni israeliani sono tornati su una collina in Cisgiordania dove meno di una settimana fa l'esercito aveva smantellato un insediamento illegale. Ironicamente, ha riferito radio Israele, i coloni hanno dato all'insediamento il nome di Ariel Sharon. "Givat Ariel", la collina di Ariel, fino ad ora e' solo una roulotte: una risposta alla decisione del governo di sgomberare Mitzpe Yitzhar, uno dei quattro avamposti illegali dei coloni intorno all'insediamento di Yitzhar. Proprio Sharon e' stato per decenni il propulsore della politica degli insediamenti nei territori palestinesi e il suo motto "occupiamo le colline", coniato nel 1998, e' diventato il grido di battaglia dei coloni.

L'acordo per il ritiro di Israele da Gaza e il passaggio di consegne nella gestione della sicurezza all'Autorita' palestinese e' stato raggiunto durante la notte. Secondo fonti dello stato ebraico, il ministro della Difesa israeliano, Amos Guilad, e quello dell'Interno palestinese, Mohammed Dahlan, hanno stabilito che il ritiro delle truppe iniziera' quando il premier dell'Anp, Abu Mazen, avra' concretizzato il cessate il fuoco con le fazioni estremistiche palestinesi contrarie a ogni accordo con Israele. Secondo fonti dell'Anp, questa intesa - sotto forma di un accordo per il cessate il fuoco unilaterale e provvisorio - sara' annunciata "nelle prossime 48 ore" al Cairo, dato che il governo egiziano ha svolto un importante ruolo di mediazione tra il governo palestinese e le milizie islamiche.

Quindi sembra ormai essere in dirittura d'arrivo l'accordo sul cessate il fuoco da parte di tutte le fazioni palestinesi nei confronti di Israele. Secondo il quotidiano Ha'aretz, che cita fonti diplomatiche egiziane, il responsabile di Hamas a Damasco (Khaled Mashal) e il leader della Jihad Islamica (Ramadan Shalah) sono volati al Cairo per stabilire gli ultimi dettagli sulle modalità e la durata del cessate il fuoco. Secondo un leader di un gruppo armato palestinese, Hamas accetterebbe solo una tregua di tre mesi. Mentre per quanto riguarda la Jihad, i suoi leader stanno cercando di convincere i membri dell'organizzazione ad accettare almeno un accordo limitato nel tempo. Gli egiziani sono più ottimisti sulla lieta conclusione della trattativa, i palestinesi un po' meno. Quello che pare chiaro, però, e che per la conclusione della vicenda bisognerà attendere giorni se non ore. Uno dei leader di Hamas, Mahmoud Zahar, ha fatto sapere che "la decisione verrà presa molto presto". "Stiamo cercando di convincere la gente di Hamas e della Jihad di interrompere la resistenza per un po' di tempo, in modo da permettere qualche progresso nel piano di pace", ha dichiarato il ministro degli Esteri egiziano, Ahmed Maher, che poi ha confessato esserci ancora alcuni problemi con Hamas.

iraq

Piu' passano i giorni senza che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna trovino le armi proibite di Saddam Hussein, e piu' diventa plausibile che Baghdad veramente le abbia distrutte dopo la prima Guerra del Golfo. Cosi' Hans Blix, l'ex capo degli ispettori dell'Onu costretti a lasciare l'Iraq dall'attacco angloamericano, e' tornato ad attaccare gli Stati Uniti sulla questione degli arsenali delle armi di distruzione di massa. E' in un certo senso affascinante che si possa avere la certezza al 100 per cento del fatto che le armi esistano, ma pari a zero riguardo alla loro collocazione ha detto, durante una conferenza al Council on Foreing Relations di New York, Blix che ha guidato la missione dell'Onu dal novembre del 2002 al marzo del 2003, e, durante questi mesi, e' stato piu' volte accusato dagli esponenti dell'amministrazione statunitense di non essere in grado di trovare prove concrete dell'esistenza delle armi. Tre mesi e mezzo per una nuova ispezione sono un periodo troppo breve per dichiarare il lavoro concluso - ha continuato il diplomatico svedese che il 30 giugno lascera' definitivamente il suo incarico all'Onu ed, ha annunciato, intende scrivere un libro sulla vicenda - specialmente quando ora e' il governo statunitense a dire, 'dovete avere un po' di pazienza, sapete che queste cose richiedono tempo. Sto semplicemente dicendo - ha concluso - che piu' a lungo ci troviamo in questa situazione in cui non si trova niente, piu' dobbiamo chiederci se sia plausibile che le armi siano state distrutte nel 1991.

marocco

Il giornalista franco-marocchino Ali Lamrabet ha interrotto lo sciopero della fame che aveva iniziato lo scorso 6 maggio. Ad annunciarlo è stato il principe Moulay Hicham, cugino dell’attuale re del Marocco Mohammed VI, e terzo nella linea di successione la trono. Direttore dei due giornali satirici 'Demain magazine', in lingua francese, e 'Doumane', in arabo Lamrabet è stato condannato in appello il 17 giugno a tre anni di reclusione e a una multa di 2mila euro per "oltraggio alla persona del re", per "attentato alla monarchia" e all’ "integrità" del Paese. Il giornalista aveva intrapreso il digiuno ad oltranza per protestare contro la chiusura dei due giornali ma le sue condizioni si salute si erano velocemente aggravate essendo sofferente di diabete. A convincerlo a rinunciare è stato il principe Hicham, conosciuto con l’appellativo di ‘il rosso’ per le sue posizioni critiche contro il governo, che ha incontrato Lamrabet in carcere ricordandogli che sarebbe stato più utile alla sua causa da vivo che da morto. Lamrabet ha ricevuto in prigione anche la visita del sindacato nazionale dei giornalisti marocchini e del Consiglio consultivo reale sui diritti umani. Solidarietà è stata espressa al giornalista dai rappresentanti di ‘Reporter senza frontiere’ e di organizzazioni per la tutela dei diritti umani. A Lamrabet è stata contesta la pubblicazione di alcune vignette e articoli satirici sui reali marocchini e la diffusione di un estratto di un’intervista rilasciata a un giornale spagnolo dallo storico e attivista repubblicano marocchino Abdallah Zaazaa in cui si caldeggiava l’avvio del referendum per l’autoderminazione del popolo Sarawi.

europa

A Bruxells è in dirittura d'arrivo l'iter di una legge sulla discriminazione sessuale sui media, nella pubblicità e nelle assicurazioni. Il testo prevede l'eliminazione degli stereotipi sulle donne e gli uomini nei programmi televisivi e nelle pubblicità, vietando quelli che "non rispettano la dignità umana". Ma, come scrive il Financial Times, vieta alle compagnie di assicurazione di utilizzare il genere sessuale come base per calcolare i premi e le pensioni. Si tratta di una legge che ha l'ambizione di regolare le discriminazioni sessuali al di fuori della sfera lavorativa, dove sono state già regolate in passato. Relatrice è la greca Anna Diamantopoulou, commissaria agli Affari Sociali. Ma l'opera di lobby da parte soprattutto delle compagnie di assicurazione è fortissima, tanto che la legge è stata già moderata e probabilmente verrà ulteriormente annacquata in sede di esame in Commissione. I maggiori effetti si avranno proprio a livello assicurativo. Le donne, ad esempio, smetteranno di pagare più degli uomini l'Rc auto, mentre smetteranno di pagare di meno le assicurazioni sanitarie. Per quanto riguarda le pensioni integrative, al momento gli uomini pagano di più a causa della loro aspettativa di vita minore.

gror030624 (last edited 2008-06-26 09:58:59 by anonymous)