palestina L'esercito israeliano ha arrestato 160 palestinesi in due diverse retate scattate questa mattina all'alba ad Hebron, in Cisgiordania. Secondo quanto riportato dalla radio israeliana, tra gli arrestati vi sono diversi membri di Hamas accusati dagli israeliani di aver partecipato ai recenti attacchi. Ad Hebron sono state arrestate 130 persone, ma fra queste, secondo quanto riporta Haaretz, non compaiono i maggiori ricercati per azioni di lotta armata dagli israeliani. La retata si e' trasformata in una vera caccia all'uomo nella casbah di Nablus, dove sono stati arrestati una trentina di palestinesi. L'esercito ha detto che l'operazione era tesa a sventare azioni gia' preparate da Hamas, e che la maggior parte dei fermati verra' presto rilasciata. Intanto, sempre Haaretz, conferma che i leader di Hamas e della Jihad dovranno presto recarsi al Cairo per dare la loro riposta alla richiesta di cessate il fuoco mediata dagli egiziani. E fonti palestinesi assicurano che Hamas e gli altri gruppi militanti sono sul punto di annunciare uno stop degli attacchi. Altre 19 persone sono state arrestate in varie localita' della Cisgiordania. L'esercito israeliano e' entrato in azione anche a Jenin, dove e' stata abbattuta la casa di Jalal Mahmid, cinvolto, secondo le autorita' militari, in una azione suicida. Intanto i coloni israeliani sono tornati su una collina in Cisgiordania dove meno di una settimana fa l'esercito aveva smantellato un insediamento illegale. Ironicamente, ha riferito radio Israele, i coloni hanno dato all'insediamento il nome di Ariel Sharon. "Givat Ariel", la collina di Ariel, fino ad ora e' solo una roulotte: una risposta alla decisione del governo di sgomberare Mitzpe Yitzhar, uno dei quattro avamposti illegali dei coloni intorno all'insediamento di Yitzhar. Proprio Sharon e' stato per decenni il propulsore della politica degli insediamenti nei territori palestinesi e il suo motto "occupiamo le colline", coniato nel 1998, e' diventato il grido di battaglia dei coloni. L'acordo per il ritiro di Israele da Gaza e il passaggio di consegne nella gestione della sicurezza all'Autorita' palestinese e' stato raggiunto durante la notte. Secondo fonti dello stato ebraico, il ministro della Difesa israeliano, Amos Guilad, e quello dell'Interno palestinese, Mohammed Dahlan, hanno stabilito che il ritiro delle truppe iniziera' quando il premier dell'Anp, Abu Mazen, avra' concretizzato il cessate il fuoco con le fazioni estremistiche palestinesi contrarie a ogni accordo con Israele. Secondo fonti dell'Anp, questa intesa - sotto forma di un accordo per il cessate il fuoco unilaterale e provvisorio - sara' annunciata "nelle prossime 48 ore" al Cairo, dato che il governo egiziano ha svolto un importante ruolo di mediazione tra il governo palestinese e le milizie islamiche.

Quindi sembra ormai essere in dirittura d'arrivo l'accordo sul cessate il fuoco da parte di tutte le fazioni palestinesi nei confronti di Israele. Secondo il quotidiano Ha'aretz, che cita fonti diplomatiche egiziane, il responsabile di Hamas a Damasco (Khaled Mashal) e il leader della Jihad Islamica (Ramadan Shalah) sono volati al Cairo per stabilire gli ultimi dettagli sulle modalità e la durata del cessate il fuoco. Secondo un leader di un gruppo armato palestinese, Hamas accetterebbe solo una tregua di tre mesi. Mentre per quanto riguarda la Jihad, i suoi leader stanno cercando di convincere i membri dell'organizzazione ad accettare almeno un accordo limitato nel tempo. Gli egiziani sono più ottimisti sulla lieta conclusione della trattativa, i palestinesi un po' meno. Quello che pare chiaro, però, e che per la conclusione della vicenda bisognerà attendere giorni se non ore. Uno dei leader di Hamas, Mahmoud Zahar, ha fatto sapere che "la decisione verrà presa molto presto". "Stiamo cercando di convincere la gente di Hamas e della Jihad di interrompere la resistenza per un po' di tempo, in modo da permettere qualche progresso nel piano di pace", ha dichiarato il ministro degli Esteri egiziano, Ahmed Maher, che poi ha confessato esserci ancora alcuni problemi con Hamas.

iraq Piu' passano i giorni senza che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna trovino le armi proibite di Saddam Hussein, e piu' diventa plausibile che Baghdad veramente le abbia distrutte dopo la prima Guerra del Golfo. Cosi' Hans Blix, l'ex capo degli ispettori dell'Onu costretti a lasciare l'Iraq dall'attacco angloamericano, e' tornato ad attaccare gli Stati Uniti sulla questione degli arsenali delle armi di distruzione di massa. E' in un certo senso affascinante che si possa avere la certezza al 100 per cento del fatto che le armi esistano, ma pari a zero riguardo alla loro collocazione ha detto, durante una conferenza al Council on Foreing Relations di New York, Blix che ha guidato la missione dell'Onu dal novembre del 2002 al marzo del 2003, e, durante questi mesi, e' stato piu' volte accusato dagli esponenti dell'amministrazione statunitense di non essere in grado di trovare prove concrete dell'esistenza delle armi. Tre mesi e mezzo per una nuova ispezione sono un periodo troppo breve per dichiarare il lavoro concluso - ha continuato il diplomatico svedese che il 30 giugno lascera' definitivamente il suo incarico all'Onu ed, ha annunciato, intende scrivere un libro sulla vicenda - specialmente quando ora e' il governo statunitense a dire, 'dovete avere un po' di pazienza, sapete che queste cose richiedono tempo. Sto semplicemente dicendo - ha concluso - che piu' a lungo ci troviamo in questa situazione in cui non si trova niente, piu' dobbiamo chiederci se sia plausibile che le armi siano state distrutte nel 1991.

europa A Bruxells è in dirittura d'arrivo l'iter di una legge sulla discriminazione sessuale sui media, nella pubblicità e nelle assicurazioni. Il testo prevede l'eliminazione degli stereotipi sulle donne e gli uomini nei programmi televisivi e nelle pubblicità, vietando quelli che "non rispettano la dignità umana". Ma, come scrive il Financial Times, vieta alle compagnie di assicurazione di utilizzare il genere sessuale come base per calcolare i premi e le pensioni. Si tratta di una legge che ha l'ambizione di regolare le discriminazioni sessuali al di fuori della sfera lavorativa, dove sono state già regolate in passato. Relatrice è la greca Anna Diamantopoulou, commissaria agli Affari Sociali. Ma l'opera di lobby da parte soprattutto delle compagnie di assicurazione è fortissima, tanto che la legge è stata già moderata e probabilmente verrà ulteriormente annacquata in sede di esame in Commissione. I maggiori effetti si avranno proprio a livello assicurativo. Le donne, ad esempio, smetteranno di pagare più degli uomini l'Rc auto, mentre smetteranno di pagare di meno le assicurazioni sanitarie. Per quanto riguarda le pensioni integrative, al momento gli uomini pagano di più a causa della loro aspettativa di vita minore.