Palestina

QUATTRO INTERNAZIONALI ARRESTATI DURANTE UN CAMPEGGIO PACIFISTA

I quattro arrestati sono: Tobias Karlsson dalla Svezia, Tariq Loubani dal Canada, Bill Capowski da New York, Fredrick Lind dalla Danimarca I dettagli non sono ancora noti e nessuno dei pacifisti sta rispondendo al telefono, anche se abbiamo appena ricevuto il seguente messaggio sms :" "a salem, picchiati e aggrediti". Questo sembra indicare che i quattro sono trattenuti nella base militare di salem a nord di Jenin. Da quando e' iniziato il campeggio pacifista, lunedi' 7 luglio, gli attivisti sono stati oggetto di minacce e provocazioni da parte dei militari israeliani, da parte delle guardie di sicurezza private pesantemente armate che stanno lavorando per la compagnia israeliana che sta costruendo quel settore del Muro, e da parte dei coloni israeliani. Gli attivisti sono stati minacciati di violenze, di arresti e di essere spostati a forza dal campeggio. La risposta degli attivisti internazionale e' che la loro presenza era stata richiesta dalle persone del villaggio e che non riconoscevano l'autorita' israeliana sul territorio. Lunedi' i soldati sono venuti al campo per fotografare gli attivisti e gli abitanti del villaggio, e ieri le guardie armate hanno minacciato di distruggere il campo. Nonostante le provocazioni c'e' stato un costante ed entusiasta sostegno da parte della gente del villaggio di Arrabony. Uomini, donne e bambini sono stati presenti 24 ore su 24 al campeggio e stanno venendo ogni giorno in numeri maggiori. Le attivita' al campeggio includono sport, giochi, musica e molto altro. Durante lo scorso ano il governo israeliano ha costruito un enorm muro che sostiene dovrebbe essere per scopi di "sicurezza". Il muro pero' sta venendo costruito nella West Bank, distruggendo e confiscando i terreni piu' fertili ai palestinesi e di fatto annettendo a Israele insediamenti illegali e preziose risorse acquifere sotterranee. Decine di migliaia di frutta e olivi palestinesi sono gia' stati distrutti e i contadini non possono lavorare sulle terre di cui hanno vissuto per decenni. Il popolo palestinese ha realizzato manifestazioni e proteste contro questa distruzione e questa confisca di terre ma sono stati respinti con la violenza dall'esercito israeliano e dal silenzio della comunita' internazionale. Il campeggio pacifista di Arrabony e' uno dei 4 campeggi di protesta presenti nella cisgiordania.

Palestina

Iran

L'organizzazione studentesca iraniana dell'Ufficio per il consolidamento dell'unità, dopo aver cancellato la manifestazione prevista per oggi davanti agli uffici delle Nazioni Unite a Teheran, ha convocato una conferenza stampa, in cui ha definito inefficace la politica del governo Khatami, dicendo che le riforme "sono finite". Durante la conferenza, è stato sollecitato il rilascio degli studenti arrestati a seguito delle proteste del mese scorso. I responsabili dell'organizzazione hanno anche annunciato l'invio al segretario dell'Onu Kofi Annan di una denuncia relativa alle presunte violazioni dei diritti umani in Iran. Al termine della conferenza, tre membri del gruppo sono stati fermati da agenti dei servizi di sicurezza davanti ai giornalisti presenti in sala. Oggi, l'Università di Teheran è stata chiusa per prevenire incidenti, in occasione dell'anniversario della ricorrenza del 9 luglio, e le forze dell'ordine sono presenti in numero consistente nella zona dell'ateneo.

Iraq

Il Tavolo di solidarietà con le popolazioni dell'Iraq ha promosso una petizione popolare indirizzata al Presidente della Camera dei Deputati ai sensi dell'art. 109 del Regolamento della Camera. La petizione richiede al Parlamento Italiano che: sia revocata la partecipazione italiana, in qualsiasi forma, alla "Coalition Provisional Authority" sia richiamato in Italia il contingente militare attualmente di stanza in Iraq siano promosse iniziative di aiuto umanitario in esclusivo coordinamento con le Agenzie delle Nazioni Unite sino a che non sia stato formato un Governo iracheno legittimo e internazionalmente riconosciuto La partecipazione dell’Italia, sia a livello politico che di supporto funzionariale, alla "Coalition Provisional Authority" e l'invio di un contingente militare, inquadrato sotto comando britannico, con compiti di controllo territoriale nell'area di Nassiriya, di fatto ha trasformato il nostro paese in una "potenza occupante" verso cui presto si riverserà il malcontento della popolazione irachena che, in varie forme, sta manifestando già una crescente insofferenza per il protrarsi dell'occupazione militare senza alcuna previsione e certezza per il futuro. La petizione popolare proposta dalle Organizzazioni e Associazioni del Tavolo di Solidarietà con le popolazioni dell'Iraq, sarà diffusa nel periodo estivo in tutte le occasioni di incontro e dibattito del movimento pacifista. Sarà altresì possibile firmare la petizione on-line sul sito www.tavoloiraq.org, dal quale si potrà anche scaricare il modulo per raccogliere direttamente le firme che andranno inviate presso l'Ufficio di Coordinamento della Campagna, non oltre il 15 settembre 2003, in via Carlo Cattaneo 22B, 00185 Roma.

Bangladesh

E' salito a più di 600 il bilancio dei morti in Bangladesh nel naufragio di un traghetto a tre piani inabissatosi la notte scorsa poco dopo la partenza dalla capitale Dacca. Il nuovo bilancio è stato dato da fonti giornalistiche locali interpellate oggi dalla televisione indiana. A bordo dell'imbarcazione, rende noto la Cnn, si trovavano circa 800 passeggeri ed è ancora difficile valutare con esattezza il numero preciso delle persone che mancano all'appello, ha fatto presente il capo della Croce Rossa Internazionale in Bangladesh, Tony Maryon. Il traghetto diretto verso il sudest del paese, era partito dalla capitale Dacca ed aveva percorso un centinaio di chilometri, quando, all'altezza della città di Chandpur, si è rovesciato. Stando alle prime stime, sarebbero circa duecento i passeggeri che sono riusciti a mettersi in salvo nuotando fino alla riva, distante circa 100 metri o salendo sulle barche dei pescatori che sono andati a soccorrerli.

Pakistan

Un giornalista è stato condannato all’ergastolo nella provincia della Frontiera di nordovest (Nwfp) in base alla severa legge sulla blasfemia vigente nel Paese asiatico contro coloro che insultano il profeta Mohammed (Maometto). Munawar Mohsin, 40 anni, vice direttore del quotidiano ‘Frontier Post’, era agli arresti per aver pubblicato il 29 gennaio 2001 una lettera ritenuta blasfema. Firmata da un certo Ben Dzec e apparsa nella rubrica del giornale intitolata ‘Your views’ (‘Il vostro punto di vista’), la missiva conteneva affermazioni sul profeta Mohammed giudicate spregiative dalle autorità pakistane. Il giorno seguente alla pubblicazione, una folla indignata ha preso d’assalto la sede del quotidiano, provocando notevoli danni. I responsabili del giornale si sono scusati attraverso comunicati apparsi su altri giornali e per alcuni mesi il ‘Frontier Post’ ha sospeso le pubblicazioni, mentre Mohsin è stato arrestato all’indomani dell’uscita della lettera. Adesso il giornalista, condannato anche a 50mila rupie di multa, ha sette giorni per ricorrere in appello contro la sentenza presso l’alta corte provinciale. Gli altri due imputati, il direttore del ‘Frontier Post’ Aftab Ahmad e il responsabile del settore informatico Wajeehul Hassan, sono stati invece rilasciati. Introdotto nel 1986, il provvedimento sulla blasfemia consente di imprigionare il presunto trasgressore sulla base di dichiarazioni rese da qualsiasi cittadino, ma questo purtroppo favorisce l’utilizzo della legge come mezzo per risolvere dispute personali. Spesso è usata per colpire le minoranze. Nell’aprile 2000 il presidente pakistano Pervez Musharraf ha annunciato modifiche alla legge, per diminuire il rischio di distorsioni e abusi. Gli emendamenti sono stati tuttavia ritirati nel maggio successivo, a seguito della pressione popolare e di quella degli ulema, eruditi islamici. La pena massima per chi si macchia di blasfemia è la condanna a morte.

Corsica

Uno striscione lungo il muro al centro del paese, e la scritta: l'ospitalità non è un crimine. Così la corsica reagisce all'arresto di Frederic Paoli, consigliere comunale, accusato di aver aiutato Yves Colonna nella sua latitanza. Al di là della vicenda giudiziaria, la Corsica ripropone un'idea di solidarietà che la francia sembra aver dimenticato in questi ultimi mesi. Dichiarano una legge non scritta della corsica, quella dell'ospitalità, e rinfacciano alla francia una definizione di terra d'asilo che non rispetta. La legge può fare il suo corso, dicono, ma anche la solidarietà deve essere una regola. Le ultime vicende che hanno riportato la corsica agli onori della stampa, compreso il fallito rreferendum di domeniuca scorsa, hanno nuovamente posto l'accento su questa isola spesso dimenticata, anche nelle sue battaglie indipendentiste. E si scopre un mondo dove contano altre leggi e altre regole., I giornali francesi la considerano come terra di banditi d'altri tempi, di retaggi del passato quasi folkloristici, ma i corsi ci tengono a sottolineare che non si tratta di folklore, ma di etica. E questo non vale solo per i nazionalisti, come Yves Colonna, ma per tutti

Arese addio....

Un incontro a vuoto, quello di ieri tra il Lingotto, Fim, Fiom, Uilm e Rsu dell'Alfa Romeo di Arese. I sindacati volevano una conferma sul futuro produttivo dello stabilimento, ma non hanno ottenuto risposte positive. La Fiat ha confermato «un suo generico interesse per il piano industriale per la mobilità sostenibile proposto dalla Regione Lombardia, in attesa di conoscere la proposta». I sindacati hanno ribadito la contrarietà al piano Morchio e alla chiusura di Arese.

Milano 2

In questi giorni si sta decidendo il destino dell'area Falck di Sesto San Giovanni. La Falck era una gigantesca acciaieria di Milano e fa parte delle grandi aree dismesse della metropoli. I costruttori Pasini hanno chiesto un aumento dell'indice di edificabilità dell'area. Vorrebbero passare dall'attuale 0,5 ad uno 0,8. Occorre spiegare che l'indice di edificabilità dello 0,5 è già molto alto ed è stato utilizzato sia per la speculazione sulla'area Innocenti-Maserati di Lambrate che su quella dalla Raffineria FINA di Quarto Oggiaro. La giunta di centro-sinsitra si è opposta alla richiesta anche perchè i fratelli Pasini non hanno alcun piano credibile di riqualificazione della gigantesca area siderurgica dopo che Banca Intesa ha rifiutato di spostarvi la sua sede. Nell'area Falck ci sono anche degli immobili da salvaguardare per un possibile futuro museo del'industria. Quasi tutte le aree dismesse di Milano sono state "riqualificate" e cementificate. Dove sorgeva la Pirelli è stato costruito il Polo universitario della Bicocca ed il teatro dell'Arcimboldi. In una parte dell'area industriale della Bovisa è stato costruito il Politecnico anche se il progetto si è arenato per mancanza di fondi. In una parte dell'area Breda di Viale Sarca sorge un nuovo centro commerciale (Ipercoop). Stesso discorso vale per Quarto Oggiaro (Esselunga). Un gigantesco centro commerciale dovrebbe sorgere a Cinisello Balsamo. Nell'area Innocenti-Maserati di Lambrate sono stati costruiti complessi residenziali e centri di grande distribuzione. Nell'area del Portello (ex-Alfa Romeo) sorge la nuova Fiera di Milano. L'area Autobianchi di Desio sta venendo abbattuta e riqualificata per costruirvi il polo esterno della Fiera. Anche il Sieroterapico è stato recentemente acquistato. Pochissimi quindi gli spazi riutilizzati a scopo sociale e moltissimi gli spazi utilizzati per il grande commercio.

Milano

In attesa dell'assemblea di fabbrica convocata per oggi nello stabilimento di San Bovio, ieri una quarantina dei 573 lavoratrici e lavoratori della Postalmarket di Peschiera Borromeo ha presidiato l'ingresso di Palazzo Marino a Milano, mentre i rappresentanti sindacali incontravano consiglieri comunali di maggioranza e opposizione. «Scopo dell'incontro -ha spiegato Dora Maffezzoli, della segreteria regionale Filcams-Cgil - è di informare i consiglieri comunali della situazione dei lavoratori dell'azienda tessile di Peschiera Borromeo». Tutto questo all'antivigilia dell'incontro che domani alle 11 a Roma, presso il ministero delle Attività produttive, dovrebbe vedere, seduti allo stesso tavolo, i sindacati, i tre commissari che gestiscono l'azienda, i funzionari del ministero del Lavoro e di quello delle Attività produttive e il possibile acquirente, il gruppo friulano Bernardi. Sul tavolo l'approvazione di un piano che prevede il mantenimento di 150 lavoratori all'interno di Postalmarket, l'assorbimento di alcune decine di essi in alcune stock house e l'assorbimento dei restanti lavoratori in un centro commerciale (la cui realizzazione potrebbe richiedere un paio di anni) che il gruppo friulano vorrebbe costruire nelle vicinanze dello stabilimento di San Bovio, acquistando una cascina che è in vendita assieme a 200 mila metri quadrati di terreno. A destinazione agricola. Una prima area che era stata individuata, nel Parco agricolo Sudmilano, era stata bocciata dalla regione, che poi, lamentano i sindacati, si era chiusa nel silenzio nelle ultime settimane. Se il ministero dovesse dare l'ok al piano industriale di ristrutturazione potrebbero essere garantiti due o tre anni di cassa integrazione per quei lavoratori che attenderebbero l'apertura del centro commerciale per un loro reinserimento. «L'11 luglio - ricorda Maffezzoli - scade la procedura di cessione d'azienda, così come i tempi per definire la proposta di acquisto. Noi, nell'incontro di domani, puntiamo a una soluzione complessiva anche se articolata».

Migranti

Il 30 giugno 2003 sono stata nominata difensore di Hafid Abdelwahab, trattenuto nel Centro di permanenza temporanea di Bologna. Il 21 giugno 2003 all'interno del Centro Hafid ha subito accidentalmente un trauma distorsivo del ginocchio sinistro. Visitato al Pronto soccorso ortopedico dell'ospedale Malpighi di Bologna Hafid veniva dimesso e riportato presso il Cpt con la seguente diagnosi: «sospetta lesione legamento crociato anteriore ginocchio sinistro. Può deambulare con l'ausilio di 2 antibrachiali senza caricare a sinistra» e con la seguente indicazione terapeutica: «ginocchiera di cartone, rimozione e controllo il 3 luglio 2003 per valutazione del ginocchio in ambulatorio ortopedico Malpighi (attualmente paziente addolorato e ginocchio poco valutabile). Seleparina 0,4 fl s.c: 1 fl s.c. al di sotto del controllo medico. Esegua Rmn per studio meniscale e legamenti crociati collaterali». Nonostante le prescrizioni mediche, ad Hafid non sono stati forniti gli antibrachiali (stampelle) né altro idoneo strumento per la deambulazione, con la conseguenza che dal giorno dell'incidente egli è rimasto segregato e immobile nella sua stanza. La Croce rossa, che è responsabile della salute dei trattenuti all'interno del Centro, e che per quell'attività ha stipulato una convenzione di 2.596.663,81 euro, non solo non ha fornito al trattenuto gli strumenti consigliati, ma non ha neppure eseguito alcuna risonanza magnetica, come era indicato nel certificato medico del Pronto soccorso ortopedico dell'ospedale, né si è attivata presso l'ospedale perché venisse eseguita. Durante un incontro tra la sottoscritta ed Hafid, il 30 giugno 2003, questi ha riferito che, nonostante le sue richieste, la Croce rossa ha sistematicamente omesso di assisterlo, e che solo grazie all'aiuto di alcuni altri trattenuti egli poteva recarsi quotidianamente in bagno, trasportato di peso. Quando l'ho incontrato Hafid era 15 giorni che non si faceva una doccia e puzzava. Dal giorno dell'incidente ad allora, la Croce rossa aveva limitato il proprio intervento al trasporto del detenuto, in barella, due volte al giorno, in una stanzetta, dove gli veniva servito pranzo e cena; una volta al giorno, un medico della Croce rossa, gli praticava una puntura sulla pancia. In data 3 luglio 2003, quando il signor Abdelwahab è stato nuovamente visitato presso l'Ambulatorio ortopedia dell'ospedale Malpighi è stato dimesso (e riportato presso il Cpt) con la seguente diagnosi: «(omissis) Non ha eseguito Rmn come consigliato né ha deambulato con due antibrachiali. (omissis) Deve riabilitare il ginocchio attivamente e passivamente. Deve eseguire terapia Gr Seleparina come consigliato». Nella relazione del medico responsabile della Croce rossa all'interno del Cpt in data 3 luglio 2003, si legge: «al signor Abdelwahab è stata nuovamente consigliata Rmn ginocchio sinistro che si ribadisce non possibile effettuare dal trattenuto in qu esta struttura. Viene altresì consigliata terapia riabilitativa anch'essa impraticabile in loco». Contattata personalmente dalla sottoscritta, la Croce rossa ha confermato, da una parte, di non potere effettuare gli esami prescritti all'interno del Centro, dall'altra di non avere alcuna intenzione di prenotarli presso la struttura pubblica, così omettendo, ancora una volta, di adempiere ai propri compiti. Vista la documentata impossibilità per il trattenuto di eseguire presso il Cpt la terapia consigliata dalla struttura sanitaria e quindi la gravissima, concreta ed attuale lesione del suo diritto alla salute, il 4 luglio la sottoscritta ha richiesto alla Questura di Bologna di voler immediatamente provvedere alla liberazione del trattenuto ed a porre in essere ogni attività per la cessazione della restrizione della sua libertà personale, al fine di garantirgli l'esercizio del diritto alla salute e all'integrità fisica ed impedire l'ulteriore aggravarsi delle sue condizio ni psico-fisiche, segnalando che la mancata fornitura al trattenuto degli ausili necessari per la deambulazione, la mancata esecuzione degli esami prescritti sin dal 21 giugno 2003 e, per il futuro, della terapia consigliata sono circostanze idonee a produrre a suo carico lesioni personali e gravi ulteriori conseguenze. L'invito rivolto alla Questura rimaneva lettera morta, e il 7 luglio la sottoscritta riusciva ad avere un colloquio telefonico con il responsabile della questura di Bologna, Ufficio stranieri. A fronte della lamentata mancata esecuzione degli esami prescritti sin dal 21 giugno 2003 e della terapia consigliata, la sottoscritta si sentiva rispondere dalla responsabile dell'Ufficio stranieri con le seguenti parole: «avvocato, l'Ospedale ha solo consigliato quella terapia, e allora? I medici consigliano anche le terme». L'appuntamento richiesto veniva fissato al 14 luglio ore 9. Hafid non è stato curato come doveva per 18 giorni e questa mattina, alle 5, all'alba, è stato prelevato dalla sua stanza ed espulso dall'Italia.