Gr Ore 10.30

Palestina

Tre bambini palestinesi che si erano messi a giocare davanti all'ingresso di un insediamento ebraico della Cisgiordania sono stati arrestati da una pattuagli israeliana e portati via ammanettati e bendati. Lo hanno riferito testimoni palestinesi stando ai quali l'incidente e' avvenuto davanti all'insediamento di Yitzhar, una colonia conosciuta per le sue spiccate tendenze politiche di destra. I suoi abitanti hanno spesso problemi con i palestinesi che vivono nel vicino villaggio di Aurif. I bambini, stando ai testimoni, hanno tra i 10 e gli 11 anni. Fonti dell'esercito israeliani hanno confermato l'arresto di tre giovani palestinesi, ora sotto inchiesta per atti ostili nei confronti delle forze armate israeliane. Dal settembre 2000, quando nei territori dell'Autonomia e' esplosa la seconda Intifada, le forze di sicurezza israeliane hanno arrestato centinaia di minori per il loro ruolo attivo nella rivolta contro l'occupazione israeliana.

Afganistan

Per i dieci mesi trascorsi, innocente, nella progione militare di Guantanamo, Mohammed Sanghir, pachistano di 51 anni, ha chiesto agli Stati Uniti un risarcimento di 10,4 milioni di dollari. Sanghir, arrestato in Afghanistan come presunto terrorista, è stato interrogato a lungo senza che emergesse nulla nei suoi confronti. Nel novembre scorso è stato liberato. "Mi hanno detto soltanto: 'Sei innocente', senza pronunciare una parola di scusa". Nel corso della detenzione, ha subìto a suo dire trattamenti "inumani" e che hanno violato le sue convinzioni religiose. Gli erano stati promessi duemila dollari di risarcimento, ma prima di caricarlo su un aereo diretto in Pakistan, gliene hanno dati soltanto cento. Ha inoltrato la sua richiesta di risarcimento tramite l'ambasciata Usa a Islamabad. Se non riceverà risposta entro quattro settimane, farà causa al dipartimento di Stato, quello della Giustizia e quello della Difesa americani. Chiede 10 milioni di dollari per lo "stress mentale" cui è stato sottoposto, e 400mila dollari per le spese e i danni subìti dalla famiglia durante la sua detenzione.

Iraq

Il ministero della Difesa di Londra ha fatto il nome dell'informatore che ha passato alla Bbc le rivelazioni sui dossier "fasulli" relativi al riarmo di Saddam Hussein. Dalle sue confidenze è nato uno scandalo senza precedenti nel mondo dell'informazione britannico. Il governo del premier Tony Blair è stato costretto ad ammettere di aver commesso "leggerezze" nella "interpretazione" dei dossier, e fra Bbc e governo è in atto una vera e propria faida. La persona in questione sarebbe David Kelly, consigliere del governo britannico sulle questioni relative agli armamenti ed ex ispettore dell'Onu in Iraq. Fu lui ad avere un "incontro non autorizzato" col corrispondente militare della Bbc Andrew Gilligan, col quale ha aperto un sacco che nelle intenzioni di Downing Street era destinato a restare ermeticamente chiuso. E' emerso così, fra l'altro, che il fascio di documenti sventolato da Blair per "dimostrare" il riarmo di Saddam era frutto di una ricerca eseguita dieci anni fa da uno studente americano e disponibile su internet, che altri documenti erano stati opportunamente "aggiustati", e che i presunti traffici di materiale nucleare col Niger erano basati su informazioni che i servizi di sicurezza da tempo sapevano essere false. La Bbc si è rifiutata di confermare l'identità del proprio informatore. In precedenza, l'emittente aveva detto che non lavorava per il mistero della Difesa, del quale Kelly risulta invece collaboratore.

Africa

Continua la missione in Africa del presidente americano George Bush. Nel suo terzo giorno di consultazioni Bush è oggi in Botswana, dove al primo punto dell 'agenda c'è il problema dell'Aids.

L'offerta di 15 miliardii di dollari, soggetta oltretutto a ricatti di tipo diplomatico e militare, vedi gli accordi bilaterali per la corte penale internazionale, è una cifra irrosoria paragonata a quanto incassano le industrie farmaceutiche con i loro brevetti. Del resto, tutto il viaggio di Bush si basa sulla finzione. Non a caso i gruppi di opposizione contestano la sua presenza, sapendo bene che è solo una facciata per conquistare l'elettorato afro americano nelle prossinùme consultazioni.

Filippine

Si aggrava il bilancio dell'attacco compiuto in un mercato nel sud delle Filippine. Le ultime notizie parlano di almeno sei morti e 14 feriti. Teatro dell'attacco, la città meridionale di Koronadal, nella provincia di Cotabato: "Si è trattato di una fortissima esplosione. Abbiamo inviato soldati nella zona", ha reso noto il portavoce dell'esercito di Manila, Colonnello Daniel Lucero. L'alto ufficiale ha poi aggiunto che l'ordigno si trovava dietro la postazione di un videogame. "Ci sono molti bambini tra i feriti e alcuni sono anche rimasti uccisi". Nessun gruppo ha finora rivendicato l'azione.

Colombia

Le Forze Armate colombiane hanno dato prova di rispettare i diritti umani e di aver ridotto i legami con i gruppi paramilitari: è quanto attestato dal Dipartimento di Stato Usa, al termine della visita in Colombia di tre parlamentari statunitensi, Tom Davis, Mark Souder e John Boozman, secondo i quali “sebbene vi siano ancora rapporti impropri tra elementi militari e paramilitari, non si tratta di un problema generalizzato”. Una valutazione, questa, ampiamente contestata dall’organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani Human rights watch (Hrw), secondo la quale i rapporti tra regolari e ‘autodifese’ sono tutt’altro che recisi. Hrw sostiene infatti che in vaste regioni del Paese la ‘strana alleanza’ è “forte come sempre”. “Nel dipartimento di Chocó, per esempio – ha riferito il direttore esecutivo di Hrw per le Americhe, José Miguel Vivanco - i residenti della comunità di Jiguamandó riportano che i soldati della Brigata 17 pattugliano la regione assieme ad unità paramilitari”. Sta di fatto che grazie alla ‘certificazione di buona condotta’ del Dipartimento di Stato Usa Bogotá riceverà da Washington 31,6 milioni di dollari per il 2003, denaro che il governo colombiano dovrà investire in programmi di formazione e abilitazione tecnica per le forze armate. Questa somma non rientra negli aiuti militari alla Colombia che Washington ha congelato lo scorso 1 luglio a causa del rifiuto di Bogotá di sottoscrivere un’intesa per esentare i militari statunitensi da eventuali processi presso la Corte penale internazionale

Bovè

Il presidente Jacques Chirac ha accordato due mesi di riduzione della pena al leader no global José Bové a titolo individuale, che si aggiungono ai due mesi di riduzione della pena di cui beneficerà a titolo di una grazia collettiva accordata in occasione della festa nazionale, ha annunciato oggi la Cancelleria. "Per decreto del Presidente della repubblica, una grazia parziale di due mesi è accordato a José Bové, attualmente detenuto nella prigione di Villeneuve-les-Maguelonne", scrive la Cancelleria. Questa misura di grazia si aggiunge quindi ai due mesi di riduzione della pena di cui beneficia Bové con la grazia collettiva concessa in occasione della festa nazionale del 14 luglio che celebra la rivoluzione francese del 1789. Incarcerato il 22 giugno scorso, il portavoce della Confederazione contadina, 50 anni, sconta una pena di 10 mesi di detenzione per la distruzione di piante di Ogm nel sud della Francia.