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'''italia'''

liberato dopo 18 mesi di carcere un ragazzo di nazionalità Pakistana accusato dai ROS di appartenere ad una fantomatica cellula di al queida operante in Italia. L'inchiesta presentata dai ROS e dai servizi segreti italiani come brillante operazione volta a smantella il terrorismo internazionale e le presunte basi logistiche nel nostro paease si è oggi nelle aule di un tribunale rivelata assolutamente fittizia quindi priva di fondamento. a proposito di questa vicinda ascoltiamo lamcorrispondenzo di una avvocta del collegio difensivo (file audio CRISCI)

palestina

Un ragazzetto palestinese e' rimasto ucciso stanotte dagli esplosivi che stava maneggiando a Nablus, e un suo coetaneo e' rimasto ferito. Amjed Zakhara, 14 anni di eta', e' morto all'istante dell'esplosione, a quanto riferiscono i medici, senza avventurarsi sulla natura dell'esplosivo.

Secondo quanto scrive il quotidiano Ha'aretz, citando fonti palestinesi, sono in corso contatti fra esponenti dell'Anp e del governo israeliano per definire le modalità della liberazione dei militanti custoditi nelle prigioni israeliane. I palestinesi vorrebbero uno svuotamento completo delle carceri. Israele è disposta a liberare solo qualche centinaio di persone, che non si siano macchiate di atti sanguinosi. Una liberazione, anche parziale, dei prigionieri rafforzerebbe la posizione del capo del governo dell'Anp, Abu Mazen, nei confronti dei militanti. I contatti avvengono in preparazione dell'incontro di Abu Mazen col primo ministro israeliano Ariel Sharon. Prima annunciato per oggi o domani, il vertice dovrebbe tenersi invece domenica prossima, secondo quanto hanno detto alla radio israeliana funzionari dell'ufficio di Sharon. Successivamente, Abu Mazen, il 25 luglio, si recherà a Washington per essere ricevuto dal presidente da George W. Bush. Sharon sarà invece a Washington il 29 luglio, per una visita che era stata fissata a settembre, ma era stata rinviata per la situazione in Medio Oriente.

irak

La festività è stata abolita ma per le truppe Usa in Iraq oggi è ugualmente un giorno a rischio. Ricorre infatti oggi l'anniversario della rivoluzione baathista del 1968, una delle tre date a rischio segnalate dai servizi di intelligence Usa. La festività è stata cancellata domenica dall'appena insediato Consiglio governativo iracheno ma per i fedelissimi di Saddam potrebbe ugualmente rappresentare l'occasione per lanciare attacchi e agguati contro le truppe Usa. Nella capitale irachena la tensione è alle stelle e le truppe Usa sono in massima allerta. Il capo dell'amministrazione americana Paul Bremer ha attraversato questa mattina la città protetto da una scorta molto più nutrita del solito. Gli Usa in Iraq sono di fatto ancora in guerra. Abizaid, nel suo primo incontro con la stampa da quando guida il contingente angloamericano in Iraq, dice citato dalla Bbc: "penso che il modo più corretto per descrivere la situazione in termini militari sia dire che stiamo facendo fronte ad una vera e propria tattica di guerriglia organizzata". In sostanza, dice Abizaid con un'ammissione tutt'altro che formale, "siamo ancora in guerra. una guerra a bassa intensità ma sempre di guerra si tratta". Parlando di "guerriglia" Abizaid, inoltre, sembra prendere le distanze dallo stesso ministro della difesa Usa Rumsfeld che ancora solo la settimana scorsa si era rifiutato di usare il termine sostenendo che gli attacchi contro le truppe Usa - sporadici e disorganizzati - non dovevano impensierire. Per Abizaid, che non ha nascosto la sua apprensione per il morale delle truppe mentre si continua a rinviare il ritorno a casa per molti militari già pronti a partire da oltre due mesi, non solo è il caso di parlare di guerriglia ma è necessario riconoscere che la situazione è più critica di quanto non si sia detto sinora. La resistenza irachena, dice Abizaid, viene da esponenti di medio livello (quindi poco noti, poco prevedibili) del partito Baath da alcuni ex militari iracheni e da "significativi gruppi terroristici". Quanto al morale dei soldati e al loro ritorno a casa, Abizaid conferma di fatto che per la quarta volta la partenza è rinviata. Le truppe, dice, torneranno a settembre a patto, però, che siano pronti i rimpiazzi internazionali (cosa che non è affatto certa) .

ancora irak

Le aggressioni sessuali sono aumentate nella capitale irachena dalla caduta del regime di Saddam Hussein. Lo rivela un rapporto dell'organizzazione umanitaria Usa, Human Rights Watch (HRW) - rilanciato dal sito internet della BBC - sottolineando che poiche' le forze anglo-americane non riescono a garantire la sicurezza nella capitale irachena, le donne sono costrette a rimanere chiuse in casa, senza poter partecipare alla vita pubblica in una fase cruciale per il futuro del loro Paese. Le donne sono cosi' spaventate da non recarsi piu' ne' a scuola ne' al lavoro, aggiunge il rapporto. Inoltre, le autorita' di occupazione e la polizia irachena non indagano su aggressioni e stupri, anche quando vengono denunciati. Per la prima volta dalla fine delle guerra, si registrano anche casi di rapimenti di donne e ragazze, anche in pieno giorno. Il rapporto chiede che le autorita' Usa istituiscano un'unita' speciale per indagare sui casi di aggressione sessuale e stupri fin quando la polizia irachena non sara' in grado di assumersi la responsabilita' di questi casi.

pakistan

Una bomba di limitato potenziale e' esplosa la notte scorsa all'esterno del reparto di Chirurgia nell'Ospedale Civile di Hyderabad, circa 160 chilomdtri a nord di Karachi, nalla provincia meridionale pakistana del Sindh. Lo hanno riferito fonti di polizia, secondo cui sono rimaste ferite almeno undici persone. Per il momento non risultano rivendicazioni, anche se gli inquirenti propendono per attribuire l'attentato, uno dei tanti compiuti negli ultimi tempi in tale zona, a uno dei gruppi integralistici islamici che si oppongono all'appogggio accordato dal governo del Pakistan alla lotta contro il terrorismo guidata dagli Stati Uniti. Dodici persone sono rimaste ferite dall'esplosione di una bomba piazzata in un ospedale di Hyderabad, 100 km a est del porto pachistano di Karachi. Lo si e' appreso da fonti della polizia secondo la quale l'ordigno era stato nascosto in una borsa posta sotto il bancone della sala d'attesa del reparto chirurgia dell'ospedale Liaqat National. L'attentato di Hyderabad e' il secondo nella provincia del Sind in una settimana: venerdi' scorso due persone erano state uccise dall'esplosione di una bomba a Karachi.

russia

Due agenti di polizia sono rimasti uccisi per lo scoppio di un'autobomba a Khasavyurt in Daghestan, al confine con la Cecenia. Lo rendono noto fonti ufficiali citate dall'agenzia Interfax. L'auto riempita di esplosivo era parcheggiata davanti alla centrale di polizia. La polizia daghestana ha successivamente precisato che i morti non sono agenti ma una donna e un bambino che passavano davanti alla centrale di polizia nel momento dell'esplosione. L'autobomba e' saltata in aria intorno alle 10:00 ora locale (08:00 italiane).

ORE 19,30

CECENIA

ESPLOSIONE IN DAGESTAN, 4 MORTI

E' di almeno 4 morti e 18 feriti il bilancio dell'esplosione provocata da una bomba avvenuta questa mattina a Khasavyurt, una città della regione russa del Dagestan, nei pressi del confine ceceno. Lo ha riferito il servizio stampa del ministero degli Interni regionale, precisando che oltre ai due passanti - una donna e una bambina di 5 anni - nella deflagrazione sono morti anche due agenti di polizia fra i quali il capo del dipartimento di polizia della città che fornisce protezione alle compagnie private e a quelle di Stato. Il ministero ha reso noto inoltre che 18 persone, rimaste ferite nell'attentato, sono state ricoverate in ospedale, tre delle quali in condizioni critiche. L'ordigno era attaccato ad un motorino parcheggiato di fronte ad una stazione di polizia della città, ha riferito la stessa fonte. Secondo il ministro degli Interni del Dagestan, Adilgirei Magomed-Tagirov, l'attentato è opera dei militanti islamici del Dagestan e della vicina repubblica della Cecenia e può essere messo in connessione con le esplosioni di luglio a Mosca attribuite da responsabili russi a kamikaze cecene.

CORSICA/ ASSEMBLEA TERRITORIALE, NAZIONALISTI CORSI SI RITIRANO

  • Gli otto nazionalisti eletti in Corsica hanno annunciato oggi la decisione di abbandonare l'assemblea territoriale fino alle prossime elezioni che si svolgeranno nel marzo del 2004. Si tratta di "ritiro" - hanno spiegato - e non di "rinuncia". Il loro gesto, giunto al termine di una manifestazione di protesta ad Ajaccio e a due settimane dall'arresto di Yvan Colonna, presunto assassino del prefetto Erignac, è arrivato all'inizio della seduta plenaria dell'Assemblea della Corsica. La notizia - si legge su Le Monde - ha colto di sorpresa l'emiciclo, nel momento in cui il presidente della commissione per gli Affari Europei dell'Assemblea, Jean-Guy Talamoni, ha annunciato che gli otto nazionalisti non avrebbero partecipato all'ordine del giorno. Il ritiro sarebbe il frutto della protesta contro l'atteggiamento del ministro dell'Interno Nicolas Sarkozy, il suo comportamento nella vicenda dell'arresto di Yvan Colonna e lo svolgimento del processo Erignac. "Tenuto conto dell'estrema gravità della situazione e dell'importanza per il popolo corso - si legge in una nota del responsabile della Nazione Corsa, Paul Quastana - ritengo che gli otto nazionalisti eletti non possano più soggiornare in questo emiciclo e continuare a lavorare su un ordine del giorno necessariamente sfalsato in rapporto alle necessità attuali". La motivazione del ritiro, invece, non sarebbe legata alla vittoria del "no" nel recente referendum sulla riforma istituzionale nell'isola; la popolazione ha bocciato la riforma amministrativa pensata dal ministro Sarkozy. "I nazionalisti - si chiarisce ancora nella nota - non hanno scelto di organizzare lo scrutinio".

IRAQ

  • CAPO TRUPPE USA AMMETTE: SIAMO ANCORA IN GUERRA

Gli Usa in Iraq sono di fatto ancora in guerra. La fase principale delle ostilità venne dichiarata con enfasi chiusa da Bush il primo maggio ma mentre il bilancio dei morti Usa raggiunge quello della prima guerra del Golfo, il capo delle truppe Usa in Iraq John Abizaid denuncia: siamo ancora in guerra. In una conferenza stampa presso il comando centrale Usa, Abizaid, nel suo primo incontro con la stampa da quando guida il contingente alleato in Iraq, dice citato dalla Bbc: "penso che il modo più corretto per descrivere la situazione in termini militari sia dire che stiamo facendo fronte ad una vera e propria tattica di guerriglia organizzata". In sostanza, dice Abizaid con un'ammissione tutt'altro che formale, "siamo ancora in guerra. una guerra a bassa intensità ma sempre di guerra si tratta"

italia

liberato dopo 18 mesi di carcere un ragazzo di nazionalità Pakistana accusato dai ROS di appartenere ad una fantomatica cellula di al queida operante in Italia. L'inchiesta presentata dai ROS e dai servizi segreti italiani come brillante operazione volta a smantella il terrorismo internazionale e le presunte basi logistiche nel nostro paease si è oggi nelle aule di un tribunale rivelata assolutamente fittizia quindi priva di fondamento. a proposito di questa vicinda ascoltiamo lamcorrispondenzo di una avvocta del collegio difensivo (file audio CRISCI)

gror030717 (last edited 2008-06-26 10:05:33 by anonymous)