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'''Fiat'''

Non vedo alternative alla convocazione a settembre di una vertenza nazionale sul caso Fiat, non escludendo il ricorso a tutte le opportune forme di lotta". Lo ha annunciato oggi il segretario generale della Fiom Cgil, Gianni Rinaldini, a conclusione dell'incontro con gli operai dello stabilimento di Termini Imerese. Alla base dell'iniziativa secondo il sindacalista deve esserci "una piattaforma che veda in cima alla lista delle rivendicazioni il nodo degli investimenti e il cosiddetto Tmc2, la nuova metrica del lavoro". La vicenda Fiat, ha detto Rinaldini, deve "diventare - una questione nazionale, e noi ci stiamo attrezzando, anche studiando scrupolosamente i bilanci del Lingotto". Ma, ha avvertito il leader della Fiom, "e' necessario pure che, dopo tanto silenzio, si attivino il Polo e il centrosinistra. O si fa esplodere in questo modo la questione, oppure si accetta di fare finta di niente, assecondando il processo di progressiva distruzione dell'azienda per conto di General Motors".
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GR Ore 19.30

Brasile

Il 23 luglio 1993, oltre 70 ragazzi e adolescenti dormivano nei pressi della Chiesa della Candelaria nel pieno centro di Rio de Janeiro quando furono sorpresi da una ‘mineira’, come venivano chiamate le brutali operazioni della polizia carioca. L’episodio è tristemente passato alla storia del Brasile come il ‘Massacro della Candelaria’ entrando a tutti gli effetti nel calendario come uno dei giorni più bui nel lungo elenco di violazioni dei diritti umani e crimini contro i minori perpetrati nel Paese. Otto bambini vennero uccisi a sangue freddo e decine di altri rimasero feriti. Degli otto poliziotti processati per il crimine solo tre stanno attualmente scontando la pena comminatagli: l’ex agente Marcos Vinicius Emmanuel, condannato a complessivi 300 anni di reclusione in regime di isolamento; Marcos Aurelio Dias Alcantara, condannato a 204 anni e Nelson Liveira dos Santos Cunha, condannato a 18. Non è escluso che grazie alla buona condotta usufruiscano di sconti della pena. Tre poliziotti sono stati assolti, uno non è mai stato giudicato, l’ultimo, Mauricio da Conceição, conosciuto come ‘Venerdì 13’, è stato assassinato prima di salire sul banco degli imputati. Come riportato dall’agenzia ‘Adital’ per ricordare la strage della Candelaria l’artista Yvonne Bezerra de Mello, distintasi per la sua lotta a favore dei bambini di strada anche attraverso il ‘Projecto Uerê’, guiderà oggi una manifestazione alla quale parteciperà, tra gli altri, anche Wagner dos Santos, uno dei sopravvissuti e testimone oculare del massacro, attualmente residente in Svizzera sotto stretta protezione dopo aver ricevuto minacce di morte. “Sarà una piccola dimostrazione, una cosa molto semplice perché non c’è nulla da festeggiare” ha precisato la de Mello. Secondo lei, a dieci anni dai fatti della Candelaria, nulla è cambiato per i ‘meninhos da rua’ di Rio. “Se girate per le strade di Rio vedrete che i bambini di strada sono numerosi come dieci anni fa: non esistono progetti per la loro assistenza”.

Iraq

  • I corpi dei figli di Saddam Hussein sono stati identificati con certezza grazie alle radiografie delle arcate dentarie. Lo ha annunciato il generale Usa Ricardo Sanchez in una conferenza stampa a Baghdad. Secondo l'ufficiale, anche quattro esponenti del deposto governo iracheno, detenuti dagli americani, hanno riconosciuto i corpi di Qusay e Ouday Hussein. Non è escluso tuttavia che le forze di occupazione, per fugare i dubbi del pubblico, decidano di pubblicare le immagini delle due salme, massacrate dai colpi e dal fuoco.

I vicini della villa, dove i figli di Saddam Hussein sono stati uccisi ieri, hanno affermato di non aver notato nulla di diverso nelle abitudini dei proprietari rispetto al passato. La villa era proprietà dell'uomo d'affari Nawaf al-Zeidane, considerata una personalità vicina al passato regime. Tuttavia, non si esclude che possa essere stato proprio lui a informare gli americani dell'indentità dei suoi ospiti. Zeidane, ieri, prima dell'attacco all'edificio, sarebbe stato fatto uscire dai militari Usa con i suoi familiari, e da allora risulta introvabile. Potrebbe essere sotto protezione statunitense. Uno dei corpi trovati semicarbonizzati nella villa, dopo la battaglia di sei ore, è probabilmente quella del figlio quattordicenne di Qusay Hussein, che non abbandonava mai il padre. Circola la voce che le forze di occupazione fossero pronte ad entrare in azione a Mosul da quattro-cinque giorni, e che la Casa Bianca, sin dal momento dell'incontro Bush-Blair, fosse in spasmodica attesa.

Bush non si smentisce

  • Il presidente americano George W.Bush si è detto "soddisfatto" alla notizia della morte dei due figli di Saddam Hussein. L'infelice espressione non è stata mitigata dall'aggiunta di Bush, secondo cui "l'uscita di scena" dei due super-ricercati dovrebbe servire a rassicurare gli iracheni che il regime di Saddam «se n'è andato e non tornerà più».

Sentimenti analoghi sono stati espressi dal ministro degli Esteri britannico Jack Straw, che ha parlato di "psicopatici che hanno ucciso un gran numero di persone", dal segretario di Stato Colin Powell che si è definito compiaciuto che "due membri brutali del regime non costituiscano più una minaccia", dal senatore americano Kit Bond, "immaginatevi come deve sentirsi adesso Saddam Hussein, sapendo che gli abbiamo ucciso i due figli e siamo sulle sue tracce: i suoi giorni sono contati", dal senatore Usa John McCain, "gli iracheni ora possono celebrare", e da altre personalità statunitensi. Tutta gente che ha perso un'ottima occasione per tacere.

L'operazione è iniziata alle 10 del mattino ora locale, quando un interprete ha chiesto agli occupanti della villetta di aprire la porta per permettere ai militari di perquisire l'abitazione. Non ricevendo alcuna risposta, alle 10.10 un plotone è penetrato all'interno della villetta, appurando che "gli obbiettivi", armati di fucili d'assalto, erano barricati al secondo piano dell'edificio. Nel corso del successivo conflitto a fuoco, tre militari sono rimasti feriti mentre si trovavano sulle scale ed un quarto all'esterno della casa. Cinque minuti dopo è iniziato lo sgombero dei feriti, mentre il responsabile sul campo ha deciso di sospendere l'attacco in atesa di rendere sicura la zona ed ottenere l'appoggio l'aereo. Alle 12, dopo aver lanciato diverse granate contro l'abitazione, è iniziato il secondo attacco, sospeso subito dopo che gli iracheni hanno risposto al fuoco dei militari che si trovavano all'interno della casa. Scartata la possibilità dell'intervento degli aerei d'assalto A-10 per evitare danni collaterali alla zona, densamente popolata, sono intervenuti gli elicotteri: in questa fase, iniziata alle 13, sarebero rimasti uccisi tre dei ricercati. Il terzo ed ultimo attacco della fanteria è avvenuto alle 13.21: questa volta i militari non hanno ricevuto colpi mentre si trovavano sulle scale e sono potuti accedere al secondo piano, dove sono stati affrontati dall'iracheno superstite, subito ucciso. I corpi degli iracheni sono poi stati imemdiatamente protati via per gli esami autoptici e l'identificazione, mentre un plotone del genio ha iniziato a esaminare l'abitazione ed a riparare i danni. Alla domanda se la morte dei due figli di Saddam potese essere considerata "un fallimento" e sul perché alcune decisioni anche politicamente rilevanti fossero state lasciate alla discrezione dell'ufficiale che comandava l'operazione, Sanchez ha ribadito che la missione affidata alla 101esima era del tipo "cattura o uccidi": "Il comandante ha preso le giuste decisioni".

Iraq

  • Secondo il ministro della giustizia britannico, Lord Peter Goldsmith, gli Stati Uniti si sono impegnati a non chiedere la pena di morte per i due cittadini britannici detenuti nella base di Guantanamo, a Cuba. Lord Goldsmith ha avuto al riguardo una serie di incontri a Washington con responsabili statunitensi con i quali ha esaminato la situazione di Moazzan Begg, 35 anni, e Feroz Abbasi, 23. In una dichiarazione resa a Washington, Lord Goldsmith ha detto che sua intenzione era assicurarsi che i prigionieri britannici avessero, se incriminati, "processi equi conformi ai principi giuridici universalmente riconosciuti, ovunque fossero celebrati", e che "fosse confermata la nostra opposizione alla pena di morte". Il premier britannico Tony Blair ha acconsentito a far giudicare i due prigionieri da tribunali militari americani (come avverrà per gli altri sospetti terroristi detenuti), sempre che non venissero contraddette le norme giuridiche britanniche e che non venissero chieste condanne a morte.

Iraq

Il capo della delegazione di Amnesty International attualmente in missione in Iraq, Mahmoud Ben Romdhane, ha detto che dopo oltre cento giorni di occupazione la promessa di portare i diritti umani a tutti gli iracheni deve essere ancora rispettata. Lo riferisce la stessa organizzazione per i diritti umani in un comunicato. Descrivendo i contenuti di un memorandum sulle preoccupazioni riguardanti il rispetto della legge e dell'ordine, Ben Romdhane ha affermato: "Il popolo iracheno ha sofferto troppo a lungo. E' una vergogna dover sentire ancora di persone detenute in condizioni inumane, senza che le loro famiglie sappiano dove sono finite e senza che abbiano accesso a un giudice o a un avvocato, spesso per settimane". Secondo le testimonianze di ex detenuti raccolte da Amnesty, i prigionieri della coalizione venivano tenuti in tende in condizioni climatiche estreme e non avevano sufficiente acqua da bere o per lavarsi. Erano costretti a usare trincee all'aperto come servizi igienici e non veniva loro fornito ricambio, anche a due mesi di distanza dall'arresto. L'organizzazione ha indagato su una serie di casi di detenzione illegale, in cui le forze della coalizione hanno subordinato all'autorizzazione di un proprio alto ufficiale l'esecuzione degli ordini di scarcerazione emessi dai giudici inquirenti iracheni. "Si tratta di una flagrante violazione della legge", ha accusato il delegato di Amnesty, Curt Goering. L'organizzazione per i diritti umani ha ricevuto denunce di torture e maltrattamenti da parte delle forze della coalizione. I metodi comprendono la privazione del sonno, l'obbligo di rimanere a lungo in posizioni dolorose, spesso combinato alla diffusione di musica ad alto volume, l'incappucciamento e l'esposizione a luce intensa. "Molti dei soldati della Coalizione e dei membri della polizia militare incaricati di far rispettare la legge non hanno le conoscenze e gli strumenti di base per essere impegnati in attività di polizia civile o per sapere quale è la legge che si suppone debbano far applicare", ha aggiunto Goering. Le persone intervistate da Amnesty hanno denunciato che i soldati hanno devastato proprietà private come automobili e arredamenti anche quando i proprietari avevano loro fornito le chiavi. In molti casi è stata segnalata anche la confisca di beni e danaro a seguito di arresti, così come la loro mancata restituzione al momento della scarcerazione. In un caso, le autorità statunitensi hanno ammesso che alcuni militari avevano commesso un reato, prelevando tre milioni di dinari (circa 2.000 dollari) da un'abitazione. Il risarcimento, a loro dire, sarebbe stato lungo e difficile perché non vi era modo di capire dove fosse stazionata la divisione accusata di quel reato. Amnesty ha anche documentato diversi casi di uccisioni di manifestanti iracheni da parte di soldati statunitensi in circostanze controverse. "Se è vero che le forze della coalizione sono impegnate in situazioni complesse, esse devono comunque rispettare gli standard internazionali", si legge nel comunicato. Il 26 giugno il dodicenne Mohammad al-Kubaisi è stato colpito dalle truppe Usa mentre queste stavano perlustrando la zona intorno alla sua abitazione. "Quella sera, come al solito, il ragazzo stava portando in terrazza la biancheria da letto quando un soldato ha aperto il fuoco dalla casa di fronte. I vicini hanno tentato di caricarlo su un'auto per trasportarlo al vicino ospedale ma sono stati bloccati da un mezzo militare americano. I soldati li hanno costretti a sdraiarsi a terra e dopo quindici minuti li hanno obbligati a tornare a casa perché era scattato il coprifuoco. A quel punto Mohammad era già morto". "A seguito delle riforme introdotte dalle potenze occupanti, i tribunali iracheni non hanno più giurisdizione sul personale della Coalizione in relazione a questioni di natura civile e penale. Data la natura delle accuse che stanno emergendo, le autorità provvisorie della coalizione devono chiarire urgentemente quali sono i meccanismi disciplinari e penali adottati per chiamare le forze della Coalizione, e le stesse Autorità provvisorie, a rispondere del proprio operato", ha proseguito Ben Romdhane. Nel suo memorandum, Amnesty International manifesta comunque apprezzamento per alcune delle misure assunte dai governi di Stati Uniti e Regno Unito nell'ambito dell'amministrazione dei poteri provvisori, come la sospensione della pena di morte e l'abolizione dei tribunali speciali rivoluzionari e di quelli per la sicurezza nazionale, noti per la clamorosa irregolarità dei loro processi.

Iraq-onu

La Russia chiede che le Nazioni Unite abbiano un ruolo maggiore e più netto in Iraq anche per consentire il ripristino della sovranità nel paese. Per questo, potrebbe essere "necessaria" una nuova risoluzione Onu. Il vice ministro degli Esteri russo Yuri Fedotov, all'indomani della riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sull'Iraq, sottolinea: "eventualmente, potrebbe essere necessaria una nuova risoluzione che stabilisca un calendario preciso" che definisca le tappe per il ritorno dell'Iraq alla sovranità e l'autogoverno

Missione italiana

  • L'Ulivo si appresta a fare opposizione sul decreto che finanzia la missione italiana in Iraq e rifinanzia altre missioni umanitarie in cui sono impegnati i nostri militari nel mondo, chiedendo contemporaneamente di stralciare la parte riguardante l'Iraq dal resto: sarebbe questa l'intesa raggiunta nel centro-sinistra per cercare di tenere insieme le diverse posizioni al riguardo.

M.O

E' stato di nuovo rinviato il rilascio dei prigionieri di Hamas e della Jihad detenuti nelle carceri israeliane: lo ha deciso il comitato ministeriale per la sicurezza del governo israeliano, riunito questa mattina a Gerusalemme. Come riferisce il quotidiano isrealiano Ha'aretz, l'unica dichiarazione ufficiale rilasciata alla fine della riunione è che ogni decisione in merito alle scarcerazioni verrà presa in una successiva riunione che dovrebbe tenersi fra due settimane. In giornata è previsto un incontro tra Avi Dichter, responsabile dello Shin Bet, i servizi interni israeliani, ed il ministro dell'Anp per gli Affari dei prigionieri, Hisham Abd al-Raziq. Rimangono dunque validi nel frattempo i criteri già approvati dal governo israeliano per il rilascio dei detenuti: il non essersi macchiati di reati di sangue e la non appartenenza alle organizzazioni estremiste, il che permetterebbe la scarcerazione di circa 450 prigionieri arrestati per reati amministrativi sui circa 7mila detenuti in Israele.

Le organizzazioni estremiste hanno tuttavia fatto del rilascio dei propri militanti una delle condizioni per il rispetto del cessate il fuoco di tre mesi firmato con l'Anp: di qui che il premier palestinese Abu Mazen abbia insistito per un gesto anche dimostrativo, come il rilascio di quei detenuti di Hamas e della Jihad in carcere da prima degli accordi del 1993, un compromesso che sembrava essere stato raggiunto nei giorni passati ma rimasto lettera morta. Israele ha fatto parziale marcia indietro e sebbene abbia promesso il rilascio di circa un centinaio di detenuti in più rispetto ai primi accordi, ha subordinato ogni altra scarcerazione allo smantellamento dei gruppi estremisti. Secondo l'Anp sarebbero almeno 2.500 i detenuti che rientrano nei criteri di scarcerazione isrealiani, e la dirigenza palestinese ha chiesto di poter partecipare al processo di selezione dei prigionieri, una possibilità che il governo israeliano aveva in un primo tempo offerto e poi a quanto sembra ritirato. Ora il compito di sbloccare lo stallo diplomatico fra le parti spetterà alla Casa Bianca, che riceverà venerdì Abu Mazen; quattro giorni dopo sarà la volta del premier palestinese Ariel Sharon, al quale da Washington sono già arrivati inviti ad una maggiore flessibilità per non correre il rischio di far fallire la Road Map.

Il premier palestinese Abu Mazen dovrà affrontare un voto di fiducia al suo ritorno da Washington, dove venerdì incontrerà il presidente degli Stati Uniti George W. Bush: lo ha reso noto il ministro dell'Informazione dell'Anp, Nabil Amr. L'Assemblea legislativa palestinese si riunirà "per discutere i progressi politici effettuati finora e dcidere se concedere la fiducia" al premier, ha spiegato Amr, il quale ha reso nota anche l'agenda di Abu Mazen a Washington. Il premier insisterà con Bush per il rilascio dei prigionieri palestinesi e la revoca delle restrizioni al movimento imposte ai palestinesi, compresa la fine dell'isolamento del presidente dell'Anp Yasser Arafat, virtualmente confonato da mesi nel suo quartier generale di Ramallah.

Nell'incontro di Bush verranno inoltre discusse la sospensione delle atività edilizie negli insediamenti isrealiani e della costruzione del muro elettronico di separazione lungo la Linea Verde, criticato anche da Washington ma ritenuto dal governo israeliano necessario per la sicurezza. La mancanza di risultati in merito all'applicazione ulteriore degli accordi della Road Map, nonostante il cessate il fuoco firmato dalle milizie estremiste, causerebbe ad Abu Mazen "difficoltà nelle strade palestinesi", come ha spiegato Amr, e nell'ambito dell'Assemblea. Abu Mazen si è già scontrato duramente con il Comitato Centrale di al-Fatah, presieduto da Arafat, che lo ha criticato rimproveradogli un'eccessiva 'morbidezza' nei confronti di Israele: il premier aveva avanzato le sue dimissioni dall'organo collegiale, respinte all'unanimità

Paesi Baschi

Il progetto di Statuto Politico che il lehendakaro (presidente regionale) basco Juan José Ibarretxe presenterà al Parlamento dei Paesi Baschi nel prossimo mese di settembre prevede la creazione di una "Comunità libera associata di Euskadi" nella quale esiste la possibilità di una "separazione" dei Paesi Baschi rispetto allo Stato spagnolo. Come riferisce il quotidiano spagnolo El Mundo, nel preambolo del documento si legge che "il popolo basco ha diritto a decidere del proprio futuro, in conformità con il diritto di autodeterminazione dei popoli". Il progetto di nuovo Statuto si articola in sette sezioni che vanno dall'autogoverno alla riforma dell'attuale quadro di relazioni con Madrid, passando per i poteri della "comunità libera associata", le relazioni con l'Unione Europea e gli altri interlocutori esteri e le garanzie di autogoverno. Il testo sottolinea come le istituzioni basche "hanno il potere di regolamentare e gestire la realizzazione delle consultazioni democratiche con i cittadini baschi per mezzo dei referendum". Il documento, redatto come un testo costituzionale, puntualizza oltrettutto che l'articolo 155 della Costituzione spagnola, che prevede la sospensione dei poteri locali in quelle regioni che agiscano "contro l'interesse nazionale", non ha motivo di essere applicato. Ibarretxe ha precisato che il testo pubblicato dalla stampa è "solo una delle bozze" sulla quale si sta lavorando, e che il testo definitivo sarà presentato come previsto a settembre: fino a quel momento, ha concluso, "nessuno si faccia prendere dal nervosismo".

Quattro ex dirigenti del Grapo (Gruppi di resistenza antifascista primo ottobre) e del Partito Comunista spagnolo ricostituito (Pcer), due organizzazioni terroristiche di estrema sinistra spagnole, sono stati condannati dal Tribunale Correzionale di Parigi a 10 anni di carcere per associazione a banda terroristica. Come riporta il quotidiano spagnolo El Mundo, fra i condannati figurano Manuel Perez Martinez, dirigente storico del Pcer, e il capo del "Commando centrale" dei Grapo, Fernando Silva Sande. Altre tre persone sono state condannate a pene minori. I sette attivisti erano stati arrestati a Parigi nel 2000: l'accusa aveva chiesto dieci anni per tutti gli imputati, considerati compionenti di "un'organizzazione terroristica che non ha alcuna componente ideologica". I Grapo sono stati fondati nel 1975, come ala militare dell'allora clandestino partito comunista, ed hanno al loro attivo oltre 90 omicidi e numerosi attentati dinamitardi; il Pcer, separatosi dal Pce all'inizio degli anni Settanta, ne costituisce l'ala politica. 349 4597846

Belgio

  • Avviate le procedure per abrogare la legge belga di competenza universale, in base alla quale sono arrivate a Bruxelles denunce per crimini contro l'umanita' all'indirizzo di capi di Stato e di governo di varie parti del mondo, dal premier israeliano Ariel Sharon al presidente americano George W. Bush. Il neoministro della Giustizia, Laurette Onkelinx, oggi ha presentato davanti alla competente commissione della Camera il progetto di legge adottato la scorsa settimana dal governo belga. E' stato questo, infatti, il primo atto formale del nuovo esecutivo, dopo che la legge aveva deteriorato le relazioni sia con gli Stati Uniti sia con Israele. La legge, che risale al 1993, e' destinata ad essere sostituita da una nuova normativa che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe evitare strumentalizzazioni politiche e permettere soltanto di avviare azioni giudiziarie su questioni che abbiano un legame con il Belgio. In sostanza, in futuro l'azione giudiziaria sara' possibile solo se l'autore dei presunti crimini e' belga oppure ha la sua residenza in Belgio, se la vittima e' di nazionalita' belga o vi risiede legalmente da almeno tre anni. Ma in quest'ultimo caso, sono state previste comunque molte restrizioni. Non ci sara', ad esempio, un'azione giudiziaria se esiste la possibilita' di trasferire la denuncia davanti ad una giurisdizione internazionale, verso tribunali di paesi dove i fatti sono stati commessi o quei paesi d'origine del presunto autore del crimine. La proposta di legge dice inoltre che la giustizia belga rispettera' le immunita' accordate a dirigenti stranieri, ai diplomatici e ai membri delle forze armate straniere invitate in Belgio. La normativa prevede anche che le denunce in corso - richieste di incriminazione nei mesi scorsi avevano riguardato Sharon, Bush, ma anche Tony Blair e Colin Powell - saranno annullate ad eccezione di quelle riferite al Ruanda, al Ciad e al Guatemala. Nei giorni scorsi Amnesty International si era invece espressa contro la decisione del governo belga definendola uno schiaffo alle vittime

Italia

Palermo

Riprendono le azioni di lotta per il diritto alla casa: è in corso l'occupazione dell'assessorato al patrimonio del comune di Palermo

Il comitato di lotta per la casa 12 LUGLIO, nel pomeriggio di oggi, ha occupato l’assessorato al patrimonio del comune di Palermo; l’occupazione è ancora in corso. I funzionari dell’assessorato hanno minacciato di ricorrere alla polizia che al momento – ore 16:50 – non è ancora giunta. Le famiglie del comitato di lotta per la casa chiedono un incontro con l’assessore al patrimonio, che non viene concesso. La richiesta dell’incontro è motivata dal grave passo indietro compiuto da comune e prefettura sulla disponibilità di alloggi requisiti alla mafia da mettere a disposizione delle famiglie senza casa: da alcune decine a sole due abitazioni. Di fronte a tali inaccettabili manovre, che giungono dopo più di un anno di lotta e che si rimangiano quanto dovuto dalle istituzion i nei confronti di chi vive in condizioni precarie, il comitato ha deciso di tornare in azione.

Fiat

Assemblea oggi a termini imerese, per discutere le nuove proposte fiat, che sarnnooperative da settembre. Gli operari attualemnte sono in cassa integrazione, e ciò rende anche difficile coordinarsi e decidere le forme di lotta e opposizione, Ma , assicurano, a settembre nessuno sarà passivo ad aspettare la fine della fabbrica

Noborder camp

Mercoledì 23 Luglio alle ore 11.30 un gruppo di 50 attivisti provenienti dal campeggio internazionale antirazzista di Frassanito hanno occupato la Direzione Provinciale del Lavoro di Lecce. Lo scopo di questa di iniziativa è di sensibilizzare l'opinione pubblica pugliese sui diritti calpestati dei lavoratori migranti in agircoltura. In Puglia, come in Campania ed in altre regioni del sud, i flussi di ingresso regolari per lavoro dipendente sono stati negli ultimi anni praticamente nulli. Questo è dovuto all' ipocrisia del Governo, delle strutture Territoriali del Lavoro e delle Organizzazioni di categoria che fingono di non vedere migliaia e migliaia di immigrati che lavorano in agricoltura con bassissimi salari perchè ricattati dalla loro condizione di clandestinità. Noi rivendichiamo il diritto alla libera circolazione, alla regolarizzazione eal riconoscilento dei diritti sindacali per tutti queste lavoratrici e lavoratori.

Legambiente

Due settimane fa era stata presa di mira la base Usa di appoggio a sommergibili a propulsione nucleare di Santo Stefano alla Maddalena, oggi Goletta Verde di Legambiente e' partita all' assalto del Poligono interforze di Salto di Quirra, per ribadire il fermo no al nucleare e al deposito di scorie radioattive in Sardegna. La motivazione del nuovo blitz - hanno spiegato gli attivistiè quella di restituire alla fruibilita' comune i 16 ettari di territori e spiagge occupati dal Poligono e permettere di far luce sulle cause che hanno determinato un' elevata incidenza di tumori tra la popolazione.Nessuna indagine di tipo epidemiologico e' stata avviata dopo l' allarme lanciato due anni fa dai medici di base sull' inquietante percentuale di tumori rilevati tra gli abitanti di Quirra e Escalaplano. A Quirra, su 150 abitanti, 12 sono stati colpiti da tumori al sistema emolinfopoietico e 2 persone sono morte; nel paese confinante Escalaplano sono 14 gli ammalati di tumore alla tiroide e 12 i bambini affetti da gravi malformazioni genetiche.

Migranti

  • Ci sono anche due donne ed una bambina di pochi mesi nel gruppo di 38 migranti giunto oggi pomeriggio a Lampedusa. Gli stranieri, somali e palestinesi, a bordo di un gommone, erano stati intercettati nelle prime ore della mattinata nel Canale di Sicilia, dopo l'allarme lanciato dal comandante di un peschereccio. A un primo conteggio erano risultati 35, ma una verifica dopo l'approdo ha constatato che sono in tre piu'. Il gommone e' stato raggiunto da una motovedetta della Guardia costiera, che ha preso a bordo gli extracomunitari e li ha condotti a Lampedusa, dove sono stati alloggiati nel centro di accoglienza. Accertamenti sono in corso nel tentativo di identificare gli scafisti della traversata. (

Carcere

Un detenuto si e' tolto la vita nel carcere di Buoncammino a Cagliari la notte tra domenica e lunedi'. Il giovane, un cagliaritano di 27 anni, ha inalato il gas di una bomboletta da campeggio che utilizzava per cucinare. E' stato notato da due compagni di cella sulla branda ormai privo di sensi. Sono scattati immediatamente i soccorsi ma per il giovane non c'era piu' niente da fare. Non si conoscono i motivi del suicidio e sulla vicenda viene mantenuto il piu' assoluto riserbo.

Rapporto povertà

Dopo aver rubato un portafogli con dentro 120 euro in contanti, lo ha restituito mettendolo nella cassetta della posta del proprietario, ovviamente senza soldi ma con i documenti di identita' che vi erano contenuti. In allegato un biglietto: "Scusami, l'ho fatto per fame. Quando potro' ti restituiro' i soldi", si legge. Vittima del furto un 26enne di Merate (Lc) che sabato sera con la fidanzata si era recato ad Arcore (Mi) per una passeggiata. Entrati in una gelateria neppure il tempo di appoggiare il portafogli sul bancone che era sparito. Subito dopo il giovane aveva segnalato l'accaduto ai Carabinieri. Questa mattina, nel ritirare la corrispondenza, lo ha ritrovato nella cassetta delle lettere con quel biglietto scritto a mano e non firmato.

gror030723 (last edited 2008-06-26 09:54:34 by anonymous)