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'''Istat, retribuzioni più lente della inflazione'''

 
Le retribuzioni sono cresciute meno della inflazione a giugno. Secondo i dati resi noti questa mattina dall'Istat, le retribuzioni contrattuali orarie sono aumentate in un anno dell'1,7 per cento (+0,1 per cento rispetto a maggio), mentre nello stesso periodo l'inflazione cresceva del 2,6 per cento.
Contemporaneamente l'Istituto centrale di statistica ha reso noti anche i dati relativi alle ore di sciopero nei primi sei mesi dell'anno. Secondo questi dati le ore perse per conflitti da lavoro sono state 6,1 milioni, il 73,7 per cento in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precendente.

Se però non si tiene conto delle ore perse per scioperi "politici" (quelli, cioè, che non sono direttamente legati al rapporto di lavoro), l'Istat rileva un aumento delle ore di sciopero del 62 per cento rispetto all'anno precedente. Nel 2002, infatti, c'erano stati molti scioperi legati alle proteste per la modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
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ORE 10,00

IRAQ

  • Le foto dei cadaveri dei figli di Saddam Hussein, Uday e Qusay, sono state consegnate alle agenzie di stampa. Lo annunciano fonti militari americane, citate da giornalisti presenti al Pentagono. Le fonti militari precisano che la diffusione delle foto non e' opera del Pentagono, ma dell'Amministrazione provvisoria civile americana dell'Iraq, di cui e' a capo Paul Bremer. Con questa puntualizzazione, i militari paiono prendere le distanze da una decisione che non condividono a pieno. Al Pentagono, c'e' chi ricorda le proteste che seguirono la pubblicazione, da parte degli iracheni, delle foto di soldati americani uccisi a Nassiriya il 23 marzo e di soldati fatti prigionieri.

FIGLI SADDAM: HO DECISO IO, RUMSFELD - La decisione di diffondere le foto dei cadaveri dei figli dell'ex presidente iracheno Saddam Hussein, Uday e Qusay, e' stata presa personalmente dal segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld. Lo ha indicato lo stesso Rumsfeld in un briefing al Pentagono. Secondo il capo del Pentagono si e' trattato di un caso simile a quello dell'ex dittatore rumeno Nicolae Ceausescu. Finche' non hanno visto il corpo (i rumeni) non ci hanno creduto, non hanno capito che la minaccia e la paura erano davvero scomparse, ha detto. La decisione se pubblicare o meno le foto e' stata lungamente discussa al Pentagono (ed e' oggetto di dibattito sui media americani): da una parte, c'e' il desiderio di convincere gli iracheni che Uday e Qusay sono davvero morti; dall'altra, c'e' il timore di suscitare reazioni negative, per la crudezza delle immagini.

TRE MILITARI USA UCCISI NEL NORD

Tre soldati americani sono stati uccisi in un attacco nel nord dell'Iraq. Lo ha reso noto l'esercito Usa. L'attacco in cui sono stati uccisi i tre soldati, appartenenti alla 101/a divisione aviotrasportata, e' avvenuto stamani, secondo quanto indicato da un portavoce militare americano. I soldati sono stati presi di mira con armi di piccolo calibro e granate Rpg, ha aggiunto il portavoce, senza precisare il luogo esatto dell'attacco.

IMMUNITÀ AI CITTADINI USA: PRETORIA NON CEDE ALLE LUSINGHE DI WASHINGTON

Nonostante il taglio di oltre sette milioni di dollari di aiuti destinati alle spese militari, il Sudafrica per ora non cede alle pressioni degli Stati Uniti: Pretoria non intende firmare l’accordo bilaterale per l’immunità di cittadini americani di fronte alla Corte penale internazionale (Cpi). Lo ha annunciato ieri un comunicato dell’esecutivo presieduto da Thabo Mbeki: "Il governo sudafricano – si legge nella nota – comunicherà nei modi appropriati agli Stati Uniti che non accetterà tale accordo". La posizione del Sudafrica sulla questione "testimonia l’impegno negli obiettivi umanitari della Corte penale internazionale e gli obblighi internazionali del Paese", aggiunge il documento. Gli Stati Uniti hanno già sottoscritto una trentina di accordi bilaterali – soprattutto con Paesi fortemente indebitati del sud del mondo – per ottenere l’immunità dei propri cittadini e soldati in caso di accuse da parte della Cpi, che persegue i crimini relativi a violazioni dei diritti umani. All’inizio di luglio Washington aveva deciso la sospensione di aiuti militari per un valore di 47 milioni di dollari a 35 Paesi che si rifiutavano di sottoscrivere questo tipo di accordo, che – di fatto – annulla il mandato della Corte con sede all’Aja, approvata dallo Statuto di Roma nel 1998. L’ambasciata americana a Pretoria ha precisato che gli aiuti sospesi dagli Usa nei confronti del Sudafrica ammontano a 7, 2 milioni di dollari. Una cifra enorme, che non è bastata a Washington per ‘comprare’ il governo di Mbeki, fermo sui proprio principi.

OGGI ABU MAZEN INCONTRA BUSH, SPRONARE ISRAELE SUL PIANO DI PACE

  • Il primo ministro palestinese Mahmoud Abbas, alias Abu Mazen, sarà ricevuto oggi dal presidente degli Stati Uniti George W. Bush. Lo storico viaggio del premier palestinese arrivato ieri negli Stati Uniti è iniziato con una serie di incontri con esponenti istituzionali americani e con alcuni gruppi di pressione. Abu Mazen ha avuto modo di parlare davanti a varie commissioni parlamentari e di intrattenere un colloquio con il consigliere per la sicurezza Nazionale Usa Condoleeza Rice. Il premier palestinese ha poi incontrato anche alcune organizzazioni ebraiche americane, alle quali ha illustrato il contenuto della 'road map', il piano di pace per il Medio Oriente elaborato dalla diplomazia di Usa, Russia, Unione Europea e Onu, spronando al contempo Israele a rispettarlo. "L’approccio israeliano al piano di pace" ha sottolineato Abu Mazen al Consiglio per le Relazioni Internazionali, "denota una caratteristica esitazione nell’attuarlo. Senza mosse coraggiose", ha aggiunto, "non ce la faremo". Negli altri colloqui e interventi il primo ministro palestinese ha in qualche modo anticipato i temi che esporrà a Bush in giornata: il congelamento degli insediamenti ebraici; l'interruzione dei lavori per il cosiddetto 'muro di sicurezza', la recinzione con cui Israele intende separare fisicamente i propri territori dalla Cisgiordania; il ritiro delle truppe di occupazione dalle aree autonome e infine il rilascio di migliaia, e non centinaia come ha finora indicato Ariel Sharon, di palestinesi detenuti delle carceri israeliane per terrorismo

Attentato Eta in Navarra, due feriti

Due persone sono rimaste lievemente ferite per un attentato dinamitardo fatto, questa mattina, a Estella, nella Navarra. Lo hanno riferito i media spagnoli. Uno sconosciuto, che diceva di parlare a nome dell'organizzazione indipendentista dell' Eta ha rivendicato, con una telefonata, l' attentato, che ha avuto come bersaglio il palazzo che ospita il tribunale di Estella.

Lo scoppio è avvenuto intorno alle 6. La telefonata che annunciava come imminente l'attentato "firmato" dall'Eta è stata fatta dieci minuti prima che l'ordigno scoppiasse. Martedì scorso gli indipendentisti baschi avevano compiuto, quasi contemporaneamente, nelle località turistiche di Alicante e Benidorm, due attentati che avevano fatto una decine di feriti, due dei quali gravi.

Istat, retribuzioni più lente della inflazione

Le retribuzioni sono cresciute meno della inflazione a giugno. Secondo i dati resi noti questa mattina dall'Istat, le retribuzioni contrattuali orarie sono aumentate in un anno dell'1,7 per cento (+0,1 per cento rispetto a maggio), mentre nello stesso periodo l'inflazione cresceva del 2,6 per cento. Contemporaneamente l'Istituto centrale di statistica ha reso noti anche i dati relativi alle ore di sciopero nei primi sei mesi dell'anno. Secondo questi dati le ore perse per conflitti da lavoro sono state 6,1 milioni, il 73,7 per cento in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precendente.

Se però non si tiene conto delle ore perse per scioperi "politici" (quelli, cioè, che non sono direttamente legati al rapporto di lavoro), l'Istat rileva un aumento delle ore di sciopero del 62 per cento rispetto all'anno precedente. Nel 2002, infatti, c'erano stati molti scioperi legati alle proteste per la modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

gror030725 (last edited 2008-06-26 09:59:21 by anonymous)