ORE 10,00
IRAQ
- Le foto dei cadaveri dei figli di Saddam Hussein, Uday e Qusay, sono state consegnate alle agenzie di stampa. Lo annunciano fonti militari americane, citate da giornalisti presenti al Pentagono. Le fonti militari precisano che la diffusione delle foto non e' opera del Pentagono, ma dell'Amministrazione provvisoria civile americana dell'Iraq, di cui e' a capo Paul Bremer. Con questa puntualizzazione, i militari paiono prendere le distanze da una decisione che non condividono a pieno. Al Pentagono, c'e' chi ricorda le proteste che seguirono la pubblicazione, da parte degli iracheni, delle foto di soldati americani uccisi a Nassiriya il 23 marzo e di soldati fatti prigionieri.
FIGLI SADDAM: HO DECISO IO, RUMSFELD - La decisione di diffondere le foto dei cadaveri dei figli dell'ex presidente iracheno Saddam Hussein, Uday e Qusay, e' stata presa personalmente dal segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld. Lo ha indicato lo stesso Rumsfeld in un briefing al Pentagono. Secondo il capo del Pentagono si e' trattato di un caso simile a quello dell'ex dittatore rumeno Nicolae Ceausescu. Finche' non hanno visto il corpo (i rumeni) non ci hanno creduto, non hanno capito che la minaccia e la paura erano davvero scomparse, ha detto. La decisione se pubblicare o meno le foto e' stata lungamente discussa al Pentagono (ed e' oggetto di dibattito sui media americani): da una parte, c'e' il desiderio di convincere gli iracheni che Uday e Qusay sono davvero morti; dall'altra, c'e' il timore di suscitare reazioni negative, per la crudezza delle immagini.
TRE MILITARI USA UCCISI NEL NORD
Tre soldati americani sono stati uccisi in un attacco nel nord dell'Iraq. Lo ha reso noto l'esercito Usa. L'attacco in cui sono stati uccisi i tre soldati, appartenenti alla 101/a divisione aviotrasportata, e' avvenuto stamani, secondo quanto indicato da un portavoce militare americano. I soldati sono stati presi di mira con armi di piccolo calibro e granate Rpg, ha aggiunto il portavoce, senza precisare il luogo esatto dell'attacco.