gr ore 19.00

Palestina

Il primo ministro palestinese Mahmoud Abbas, alias Abu Mazen, sè stato ricevuto oggi dal presidente degli Stati Uniti George W. Bush. Lo storico viaggio del premier palestinese arrivato ieri negli Stati Uniti è iniziato con una serie di incontri con esponenti istituzionali americani e con alcuni gruppi di pressione. Abu Mazen ha avuto modo di parlare davanti a varie commissioni parlamentari e di intrattenere un colloquio con il consigliere per la sicurezza Nazionale Usa Condoleeza Rice. Il premier palestinese ha poi incontrato anche alcune organizzazioni ebraiche americane, alle quali ha illustrato il contenuto della 'road map', il piano di pace per il Medio Oriente elaborato dalla diplomazia di Usa, Russia, Unione Europea e Onu, spronando al contempo Israele a rispettarlo. "L’approccio israeliano al piano di pace" ha sottolineato Abu Mazen al Consiglio per le Relazioni Internazionali, "denota una caratteristica esitazione nell’attuarlo. Senza mosse coraggiose", ha aggiunto, "non ce la faremo". Negli altri colloqui e interventi il primo ministro palestinese ha in qualche modo anticipato i temi che esporrà a Bush in giornata: il congelamento degli insediamenti ebraici; l'interruzione dei lavori per il cosiddetto 'muro di sicurezza', la recinzione con cui Israele intende separare fisicamente i propri territori dalla Cisgiordania; il ritiro delle truppe di occupazione dalle aree autonome e infine il rilascio di migliaia, e non centinaia come ha finora indicato Ariel Sharon, di palestinesi detenuti delle carceri israeliane per terrorismo.

Questa mattina intanto Israele ha annunciato nuove misure per favorire il processo di pace. Lo ha comunicato l’ufficio del primo ministro israeliano Ariel Sharon, che il 29 luglio a sua volta incontrerà Bush, precisando che l’iniziativa comprende anche lo smantellamento di tre posti di blocco in Cisgiordania e il ritiro da altre due città della stessa zona, con il conseguente trasferimento del controllo della sicurezza ai palestinesi . Il pacchetto di impegni che Israele ha dichiarato di volersi assumere include anche la riapertura delle strade cisgiordane al traffico locale, il trasferimento all’autorità palestinese di circa 72 milioni di shekel (parti a circa un milione e mezzo di euro) di tasse, precedentemente congelate. Secondo fonti di stampa israeliana, i posti di blocco che saranno rimossi si trovano sulla strada tra Gerusalemme e Ramallah, tra questa città e Nablus e infine tra Betlemme ed Hebron. Il più importante è il famigerato check-point Surda, all’ingresso nord di Ramallah, che ha comportato gravissime limitazioni alla libertà di movimenti dei palestinesi. Stallo invece per quello che riguarda la liberazione dei palestinesi, una delle questioni centrali di questa fase del processo di pace, prevista anche nell’agenda dell’incontro di oggi tra Bush e Mazen. La versione on-line del quotidiano Ha’aretz riferisce che per ora il governo israeliano ha stabilito di posticipare qualsiasi decisione sui detenuti palestinesi accusati di terrorismo al rientro del premier Sharon dal suo viaggio negli Usa. Ma le parole sono una cosa, e i fatti evidentemnete un'altra. ancora oggi, un bambino palestinese è stato uccso dall'esercito israeliano, che non ha potuto fare a meno di assumersi la respondabilità di quanto avvenuto. Troppo piccolo infatti il bambino, e troppi i testimoni, per poter parlare di persona ostile, come pure spesso lì'esercito ha fatto per dare giustificazione ai suoi omicidi. Mahmud Qabha, è stato ucciso a un posto di blocco israeliano, nel nord della Cisgiordania. Il responsabile dell'accaduto sarebbe una mitragliatrice di un blindato israeliano, da cui sarebbero partiti "accidentalmente" svariati colpi che, oltre a uccidere il bambino, hanno ferito le due sorelle, di cui una di sei anni versa in gravissime condizioni. I bambini sono stati raggiunti dai proiettili, mentre erano a bordo della macchina del padre.

IRAQ

Les corps de Oudaï et Qoussaï, les deux fils du président irakien déchu Saddam Hussein, ont subi "une reconstruction faciale" avant d'être montrés vendredi aux journalistes, a indiqué un responsable militaire américain."Les deux corps ont subi une reconstruction faciale au mastic pour les faire ressembler autant que possible à leur apparence de leur vivant", a précisé un officiel américain à un pool de correspondants à l'aéroport de Bagdad où sont gardés les dépouilles des deux fils de Saddam Hussein.Les photos diffusées jeudi soir montraient les visages des deux hommes ensanglantés.

Il religioso sciita Moqtada Sadr rilancia: via le truppe di occupazione americane dalla città santa di Najaf e via l'illegittimo Consiglio di governo transitorio. Lo ha chiesto davanti a diecimila fedeli radunatisi per la preghiera del venerdì. Intanto, i corpi dei figli di Saddam Hussein sono stati mostrati da funzionari americani ad alcuni giornalisti stranieri in un obitorio improvvisato presso l'aeroporto di Baghdad.

Il vicegovernatore di Mosul, Ibrahim Arafat, in un'intervista a un quotidiano turco, ha detto che "secondo gli americani Saddam e a Mosul: anch'io lo ritengo molto probabile, si nasconde dando danaro alle tribù". Il ministero degli Esteri francese Dominique de Villepin ha respinto la richiesta statunitense di inviare truppe francesi in Iraq: "Solo le Nazioni Unite possono fornire le garanzie necessarie, affinché tutta la comunità internazionale partecipi alla ricostruzione".

Liberia

Il presidente americano George W. Bush ha ordinato al Pentagono di schierare un’“appropriata forza militare” al largo della costa della Liberia, devastata dalla guerra civile, per sostenere lo schieramento della forza di peackeeping dell’Africa Occidentale, quando questo inizierà. Lo ha affermato il portavoce della Casa Bianca Scott McClellan in un comunicato diffusonel pomeriggio alle agenzie, precisando che “il ruolo degli Stati Uniti sarà limitato nel tempo e nel mandato mentre la forza multinazionale delle Nazioni Unite si assumerà la responsabilità della missione di peacekeeping e gli Usa provvederanno alla gestione della transizione politica in Liberia”. La nota della Casa Bianca non specifica quale forza militare sia stata mobilitata. Un portavoce del Pentagono aveva confermato ieri che la nave d’assalto anfibia ‘Iwo Jima’, alla testa di una flotta di tre navi, con a bordo circa 2.300 marines, era entrata nelle acque del Mar Mediterrano per un possibile impiego in Liberia. L’ordine di Bush, tuttavia, non scioglie i dubbi sul reale intervento diretto delle forze Usa per fermare i furiosi combattimenti nella capitale, proseguiti anche oggi. Poche ore fa, il capo di Stato maggiore Usa, generale Dick Myers, ha escluso un intervento militare degli Stati Uniti: “Se ci sarà un intervento, sarà di lungo termine”. E ieri medici senz afrontioere ha diffuso il prorpio raporto sulla situazione in Liberia, analizzat non soltanto attraverso gli avvenimenti di queste ultime settimane, ma nell'arco di dieci anni, quelli della presidenza Taylor, di sanguinosi scontri e di eliminazione dei diritti più elementari.

Violenze arbitrarie, rapine, abusi sessuali, reclutamento forzato, allontanamento dai propri cari: sono queste le storie raccontate dai liberiani che Medici Senza Frontiere ha voluto raccogliere in un rapporto di 28 pagine (rapporto integrale in inglese - sintesti rapporto in italiano), intitolato "Una popolazione intrappolata in un vortice di violenza e fuga" e presentato oggi in contemporanea in diversi Paesi. Le testimonianze si riferiscono a più di 10 anni di guerra civile.

Argentina

L'Argentina ha fatto un nuovo passo per finirla con essere il paradiso planetario dei militari della ultima dittatura: Il giudice federale Rodolfo Canicola Corral ha ordinato la detenzione di 45 militari e un civile per il giudice Grazon, tra loro c'è Antonio Domingo Bussi e l'angelo Astiz.Il giudice Garzon avra 40 gioni dopo l'incarcerazione degli accusati chiedere la loro estradizione.La magistratura e il ministero della Difesa aspettano che gli accusati si presentino ma fino alla chiusure di Pag12 nessun indiziato si era presentato, riccordiamo che secondo la legge spagnola se l'accusato collabora puo essere in libertà durante il processo. Il decreto 1581/01 firmato dall'ex presidente Fernando de la Rua che impediva estradizione per i militari della dittatura non ne impediva la detenzione come ha dichiarato il giudice Corral. Pur se il governo di Nestor Kishner ha elaborato un progetto per abolire questa norma ancora non lo ha fatto.Il presidente ha dichiarato che preferirebbe che i processi siano svolti in Argentina ma per adesso le leggi di Punto Final y Obedienza Civil non lo permettono, la sua dichiarazione lascia comunque aperta la possibilità di abolire anche queste leggi annunciandone l'incostituzionalità, facendo sì che sia l'Argentina il posto dove fare giustizia.

BOLIVIA

È sfociata in un grave episodio di violenza una manifestazione pacifica indetta ieri da un gruppo di contadini boliviani nella zona rurale di Santa Rosa per sollecitare il governo ad ascoltare le proprie rivendicazioni. I manifestanti avevano deciso di chiudere le valvole dell’oleodotto della multinazionale ‘Transredes’ (Enron-Shell) per richiamare l’attenzione delle autorità sulle principali necessità della popolazione locale, tra cui la costruzione di una strada. Per fermarli sono stati inviati nella zona circa 500 uomini, tra militari e poliziotti, che non hanno esitato a sparare sulla folla. “Stavamo aspettando che qualcuno si facesse vivo per parlare con noi – ha raccontato un dimostrante al’agenzia Adital – e invece li hanno mandati ad ucciderci”. Luis Zelaya Marquez, 32 anni, è stato raggiunto da un proiettele esploso da un militare, mentre suo fratello Pablo è rimasto gravemente ferito. Da parte sua il ministro della difesa Freddy Teodovich ha dichiarato che la chiusura delle valvole era assolutamente “ingiustificabile”.

Guatemala

Nelle ultime ore il presidente Alfonso Portillo si è rivolto al Paese in un breve messaggio televisivo annunciando di aver ordinato ad esercito e polizia a scendere in strada per garantire la sicurezza. “Non permetteremo ad alcuna forza politica di turbare l’ordine costituzionale, di attentare all’ordine pubblico o all’incolumintà dei nostri cittadini” ha precisato il capo dello Stato, aggiungendo: “lascerò l’incarico il 14 gennaio 2004 al nuovo presidente che sarà eletto nelle libere elezioni del prossimo 9 novembre”. Sta di fatto che nella giornata di ieri, quando circa 10mila dimostranti hanno occupato per ore il centro della capitale, le forze dell’ordine non sono intervenute. Circa duecento manifestanti armati, col volto coperto, hanno tentato di fare irruzione nelle sedi della Corte Costituzionale e della Corte suprema di giustizia per protestare contro la sospensione dell’iscrizione di Ríos Montt nelle liste elettorali. Tra loro presunti esponenti del Consiglio Nazionale della Gioventù (Conjuve), organizzazione presieduta dal nipote dell’anziano ex generale, Juan Pablo. Nella zona meridionale della capitale una folla composta da giovani appartenenti a bande giovanili, le ‘maras’, ed ex combattenti delle disciolte Pattuglie di autodifesa civili (Pac), ha tenuto in ostaggio per dieci ore circa 300 impiegati del ‘Centro imprenditoriale’, la locale Confindustria. Disordini sono accaduti anche nel quartiere meridionale di La Cañada, dove risiedono diversi esponenti dell’opposizione politica

Ancora Guatemal Intanto da Parigi Reporters senza frontiere ha denunciato le violenze dei manifestanti simpatizzanti dell' exdittatore e candidato alla presidenza del Guatemala Jose Efrain Rios Montt contro giornalisti e particolarmente contro Hector Ramirez morto ieri di infarto mentre era inseguito dai manifestanti che chiedevano che fosse accettata la candidatura del ex dittatore. Durante la manifestazione altri tre giornalisti sono riusciti a scappare dopo essere stati bagnati di benzina. Sempre la RSF ha dichiarato che altri giornalisti sono stati aggrediti da altri manifestanti a volto coperto con armi da fuoco e coltelli.

paris

La police genevoise publie depuis mercredi sur son site internet une quarantaine de photographies de casseurs ou de pilleurs présumés, prises lors des troubles qui se sont déroulés à Genève en marge des manifestations contre le sommet du G8 à Evian, début juin.La population est invitée à l'aider à identifier ces personnes, le plus souvent masquées. Selon Stéphane Esposito, juge d'instruction chargé de l'enquête pénale sur les émeutes, cette diffusion sur l'internet a porté ses premiers fruits."Six ou sept signalements me sont parvenus, dont deux ou trois se sont avérés exacts", a indiqué vendredi le magistrat à l'agence de presse suisse Vendredi après-midi, la police genevoise a annoncé avoir interpellé deux personnes, à la suite des témoignages recueillis. Il s'agit de deux Suisses, âgés de 21 ans et 23 ans, domiciliés à Genève, qui ont reconnu avoir commis des délits pendant les manifestations.Le fait de publier sur la "toile" des images de personnes présumées innocentes jusqu'à leur condamnation par un tribunal ne gêne pas M.Esposito, selon lequel le principe de l'Etat de droit qui veut que les individus ayant commis des délits ne restent pas impunis, prime sur la présomption d'innocence.Le magistrat assume d'autant plus ce choix qu'à ses yeux, des charges suffisantes pèsent sur les personnes recherchées par la justice genevoise. Si ces personnes étaient arrêtées aujourd'hui, elles seraient immédiatement inculpées, a affirmé M.Esposito.Les débordements de début juin à Genève ont conduit à ce jour au dépôt de quelque 180 plaintes pénales. Une quarantaine de personnes impliquées dans des incidents violents qui s'étaient produits à Genève et à Lausanne, en marge des manifestations anti-G8, ont été inculpées, dont une quinzaine avaient été placées en détention.Elles sont poursuivies pour émeute, violences contre des fonctionnaires, dommages à la propriété, vols ou recels.En outre, sept mineurs avaient été déférés devant le Tribunal de la jeunesse à Genève qui siège à huis clos.

italia

palermo (audio)

Questa mattina decine di famiglie del Comitato di Lotta per la Casa "12 Luglio" di Palermo ha occupato gli uffici dell'Assessorato alla Casa in via Maqueda. Da una finestra sono volate giù carpette e scartoffie burocratiche che hanno mandato in tilt il traffico cittadino. La reazione poliziesca è stata dura e immediata: c'è stata una semi-carica all'interno dell'ufficio in seguito alla quale gli occupanti sono stati sgomberati. Due coppie di coniugi che insieme ad altri occupavano l'atrio dello stabile a pian terreno sono state portate in Questura allorchè si sono qualificate come aderenti al Comitato. Tutti gli altri sono stati identificati. Ieri sera, cumuli di immondizia hanno accolto i consiglieri comunali che uscivano da Palazzo delle Aquile dopo una seduta del Consiglio. Come a dire che il comportamento istituzionale è paragonabile solo all'olezzo dei rifiuti in questa calda estate palermitana. Dopo un anno di lotta condotta in maniera rigorosamente autogestionaria, con le famiglie protagoniste in prima persona in questa vertenza che sembrava concludersi al meglio, Prefettura e Comune si sono improvvisamente tirati indietro adducendo scuse insostenibili: gli appartamenti confiscati ai mafiosi da poter utilizzare ora sono molto meno di quanto si era detto. Improvvisamente, la graduatoria interna stilata dallo stesso Comitato e concordata con la controparte sembra essere carta straccia. Il nervosismo di chi nei palazzi del potere si rende conto di avere a che fare con persone determinate ad ottenere ciò che vogliono e che non si lasciano cooptare o corrompere da soggetti più o meno interessati, è palpabile. D'altro canto donne, uomini e anziani che chiedono il loro diritto a una vita dignitosa non possono e non vogliono più aspettare. E ne hanno ragione.

Campi rom (audio)

L'estate dei campi attrezzati, dei campi di soparvvivenza, campi di trekking...e poi c'è l'altra estate , quella dei campi rom, che si preferisce non vedere. Sgomberi in questi giorni a roma, ma anche continui attacchi da parte dei soliti noti, fascisti per cultura o per ignoranza, o per entrambe le cose. Al campo rom di Villa troini ieri è stata lanciata una bottiglia incendiaria: nessun danno, data l'ora ancora presta, ma solo paura e rabbia

Campeggio no border (audio)

Assemblea oggi al campeggio antirazzista di Frassanito, per decidere le mobilitazioni della giornata di domani. Intanto continuano però anche le attività di discussione e i tavoli di lavoro, ma soprattutto il lavoro di sensibilizzazione nel teritorio, dove spesso la gente non conosce neanche ciò che si nasconde dentro le mura dei cpt.

‘’’parlamento’’’

L'Ulivo chiederà in parlamento le dimissioni del Guardasigilli. I gruppi parlamentari dell'Ulivo, al termine di una consultazione fra i rispettivi presidenti, hanno deciso di presentare alla Camera e al Senato, in identico testo, una mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Roberto Castelli, a seguito della sua interpretazione della legge sulle immunità. Il ministro sostiene che la legge, appena approvata, sospende non solo i processi, ma anche le indagini per le 5 piú alte cariche dello Stato. Insorgono i pubblici ministeri che chiedono l'intervento della Corte Costituzionale. Per i tempi tecnici molto probabilmente la mozione non riuscirà ad essere votata prima della ripresa dei lavori parlamentari

Il centrosinistra resta in ogni caso in attesa della convocazione in Parlamento del Guardasigilli, convocazione alla quale lui stesso si è reso disponibile con il presidente del Senato Marcello Pera. Anche l’Udc non sarà morbida con l’atteggiamento giustizialista di Castelli: “Questa volta non finisce a taralluccie vino" ha dichiarato Francesco D'Onofrio, capogruppo dell'UDC, che si è schierato in blocco contro la Lega rinnovando le tensioni della mai conclusa verifica.

ORE 10,00

IRAQ

FIGLI SADDAM: HO DECISO IO, RUMSFELD - La decisione di diffondere le foto dei cadaveri dei figli dell'ex presidente iracheno Saddam Hussein, Uday e Qusay, e' stata presa personalmente dal segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld. Lo ha indicato lo stesso Rumsfeld in un briefing al Pentagono. Secondo il capo del Pentagono si e' trattato di un caso simile a quello dell'ex dittatore rumeno Nicolae Ceausescu. Finche' non hanno visto il corpo (i rumeni) non ci hanno creduto, non hanno capito che la minaccia e la paura erano davvero scomparse, ha detto. La decisione se pubblicare o meno le foto e' stata lungamente discussa al Pentagono (ed e' oggetto di dibattito sui media americani): da una parte, c'e' il desiderio di convincere gli iracheni che Uday e Qusay sono davvero morti; dall'altra, c'e' il timore di suscitare reazioni negative, per la crudezza delle immagini.

TRE MILITARI USA UCCISI NEL NORD

Tre soldati americani sono stati uccisi in un attacco nel nord dell'Iraq. Lo ha reso noto l'esercito Usa. L'attacco in cui sono stati uccisi i tre soldati, appartenenti alla 101/a divisione aviotrasportata, e' avvenuto stamani, secondo quanto indicato da un portavoce militare americano. I soldati sono stati presi di mira con armi di piccolo calibro e granate Rpg, ha aggiunto il portavoce, senza precisare il luogo esatto dell'attacco.

IMMUNITÀ AI CITTADINI USA: PRETORIA NON CEDE ALLE LUSINGHE DI WASHINGTON

Nonostante il taglio di oltre sette milioni di dollari di aiuti destinati alle spese militari, il Sudafrica per ora non cede alle pressioni degli Stati Uniti: Pretoria non intende firmare l’accordo bilaterale per l’immunità di cittadini americani di fronte alla Corte penale internazionale (Cpi). Lo ha annunciato ieri un comunicato dell’esecutivo presieduto da Thabo Mbeki: "Il governo sudafricano – si legge nella nota – comunicherà nei modi appropriati agli Stati Uniti che non accetterà tale accordo". La posizione del Sudafrica sulla questione "testimonia l’impegno negli obiettivi umanitari della Corte penale internazionale e gli obblighi internazionali del Paese", aggiunge il documento. Gli Stati Uniti hanno già sottoscritto una trentina di accordi bilaterali – soprattutto con Paesi fortemente indebitati del sud del mondo – per ottenere l’immunità dei propri cittadini e soldati in caso di accuse da parte della Cpi, che persegue i crimini relativi a violazioni dei diritti umani. All’inizio di luglio Washington aveva deciso la sospensione di aiuti militari per un valore di 47 milioni di dollari a 35 Paesi che si rifiutavano di sottoscrivere questo tipo di accordo, che – di fatto – annulla il mandato della Corte con sede all’Aja, approvata dallo Statuto di Roma nel 1998. L’ambasciata americana a Pretoria ha precisato che gli aiuti sospesi dagli Usa nei confronti del Sudafrica ammontano a 7, 2 milioni di dollari. Una cifra enorme, che non è bastata a Washington per ‘comprare’ il governo di Mbeki, fermo sui proprio principi.

OGGI ABU MAZEN INCONTRA BUSH, SPRONARE ISRAELE SUL PIANO DI PACE

Attentato Eta in Navarra, due feriti

Due persone sono rimaste lievemente ferite per un attentato dinamitardo fatto, questa mattina, a Estella, nella Navarra. Lo hanno riferito i media spagnoli. Uno sconosciuto, che diceva di parlare a nome dell'organizzazione indipendentista dell' Eta ha rivendicato, con una telefonata, l' attentato, che ha avuto come bersaglio il palazzo che ospita il tribunale di Estella.

Lo scoppio è avvenuto intorno alle 6. La telefonata che annunciava come imminente l'attentato "firmato" dall'Eta è stata fatta dieci minuti prima che l'ordigno scoppiasse. Martedì scorso gli indipendentisti baschi avevano compiuto, quasi contemporaneamente, nelle località turistiche di Alicante e Benidorm, due attentati che avevano fatto una decine di feriti, due dei quali gravi.

GIAPPONE: SUICIDI, RECORD NEL 2002 PER CRISI ECONOMICA

Il 2002 e' stato un anno nero in Giappone per il numero di suicidi: 32.143 persone si sono tolte la vita - terzo peggior record della storia dopo i 33.048 suicidi nel 1999 - e di queste 7.940, triste primato assoluto, lo hanno fatto per disperazione davanti alla crisi economica che ha spinto il tasso di disoccupazione ai livelli peggiori del dopoguerra. I dati, contenuti in un 'Libro bianco sui suicidi' reso noto dalla polizia, dimostrano inoltre che quasi la meta' delle persone che si sono uccise erano senza lavoro e la maggioranza aveva oltre 40 anni di eta'. Per quasi la meta', 14.815 persone, il motivo determinante della decisione sono state ragioni di salute.

E' il quinto anno consecutivo che i suicidi in Giappone superano le 30.000 unita'. Un numero che pone il Sol Levante ai primi posti nel mondo per il tasso di suicidi. Finora reticenti a qualsiasi forma di intervento, in linea con l'agnosticismo religioso e culturale nei confronti della vita, tipico della tradizione giapponese tanto da rendere il tema quasi un tabu' a livello di opinione pubblica, le autorita' si sono negli ultimi tempi allarmate per le dimensioni del fenomeno e hanno cominciato ad adottare misure di prevenzione con l'istituzione di centri di consulenza e con campagne di sensibilizzazione sulla preziosita' della vita.

Un compito non facile, che deve superare una mentalita' radicata favorevole al suicidio come una via onorevole per sfuggire al fallimento o trarre d'impaccio familiari, amici o conoscenti. Stando ai dati del 2002, la grande maggioranza dei suicidi sono uomini, 23.080 contro 9.063 donne, e la classe di eta' piu' colpita sono gli over 60, con 11.119 vittime.

Istat, retribuzioni più lente della inflazione

Le retribuzioni sono cresciute meno della inflazione a giugno. Secondo i dati resi noti questa mattina dall'Istat, le retribuzioni contrattuali orarie sono aumentate in un anno dell'1,7 per cento (+0,1 per cento rispetto a maggio), mentre nello stesso periodo l'inflazione cresceva del 2,6 per cento. Contemporaneamente l'Istituto centrale di statistica ha reso noti anche i dati relativi alle ore di sciopero nei primi sei mesi dell'anno. Secondo questi dati le ore perse per conflitti da lavoro sono state 6,1 milioni, il 73,7 per cento in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno precendente.

Se però non si tiene conto delle ore perse per scioperi "politici" (quelli, cioè, che non sono direttamente legati al rapporto di lavoro), l'Istat rileva un aumento delle ore di sciopero del 62 per cento rispetto all'anno precedente. Nel 2002, infatti, c'erano stati molti scioperi legati alle proteste per la modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

gror030725 (last edited 2008-06-26 09:59:21 by anonymous)