aprono macedonio e kilia

gRor mattina

palestina

Ariel Sharon varcherà oggi pomeriggio il portone d'ingresso della Casa Bianca per l'atteso colloquio con il presidente Usa George W. Bush. Sul piatto, la spinosa questione mediorientale e le prossime mosse israeliane, e palestinesi, per l'applicazione della road map. Tra i nodi più spinosi quello del muro di separazione che Israele continua a costruire. Secondo fonti israeliane, il primo ministro israeliano intenderebbe annunciare a Bush che è pronto a rimandare per un periodo illimitato di tempo la costruzione del muro di separazione fra Israele e Cisgiordania nella zona del grande insediamento ebraico di Ariel. Si tratta della parte più problematica della contestatissima barriera di cemento e filo spinato, poiché si trova nel cuore della Cisgiordania. Sharon sarebbe invece intenzionato a far procedere i lavori nella parte meridionale del muro. La costruzione della parte orientale della barriera di separazione (quella progettata nella valle del Giordano e anche attorno a Gerusalemme, sulla quale sono state espresse diverse obiezioni dall'amministrazione Bush prenderebbe comunque più tempo in quanto il progetto è stato per ora solo definito sulle mappe. Come è prevedibile, durante l'incontro si discuterà anche di tutti gli altri nodi irrisolti nella realizzazione della Road Map voluta dal Quartetto (Stati Uniti, Unione Europea, Russia e Onu). La visita del premier israeliano segue infatti di pochi giorni quella dell'omologo palestinese Abu Mazen, che ha messo in luce le questioni che richiedono una soluzione più urgente: la permanenza israeliana Territori, la mancata liberazione di prigionieri palestinesi in attesa di processo, gli avamposti ebraici illegali e la discussa costruzione del muro di separazione fra Israele e Cisgiordania. L'arrivo di Sharon negli States è stato accompagnato del resto dall'annuncio di nuove concessioni da parte israeliana. La più importante è stata comunicata da fonti diplomatiche al seguito del premier, che hanno assicurato l'intenzione del governo israeliano di rilasciare 540 prigionieri palestinesi nel corso della settimana, fra cui 210 attivisti di Hamas e della Jihad Islamica, 210 esponenti di Fatah e 120 palestinesi detenuti per reati comuni.

irak

I telefoni cellulari, che avevano cominciato a suonare a Baghdad per la prima volta una settimana fa, ora tacciono di nuovo per ordine della coalizione che comanda nel paese. Lo ha reso noto un portavoce della stessa coalizione anglo-americana. I telefonini erano vietati sotto Saddam Hussein. Erano apparsi nei giorni scorsi grazie all'iniziativa di due societa' specializzate, una del Bahrein e l'altra del Kuwait. Gli anglo-americani avevano lanciato una offerta di appalti per il settore della telefonia mobile a cui numerose societa' erano interessate. Per questo sono intervenuti bloccando l'attivita' delle due ditte arabe, che agivano al di fuori di tale offerta. E' prevista la concessione di tre licenze per lo sfruttamento delle reti di cellulari in Iraq. Da alcune ore pochi chilometri a sud-est di Bassora e' in fiamme un oleodotto, probabilmente in seguito a un attacco a colpi di lanciagranate compiuto da sconosciuti. Lo ha reso noto il capo dei locali vigili del fuoco, Nasser Shakr, secondo cui non si tratta comunque di una delle condotte essenziali per il passaggio del greggio pompato dai ricchi pozzi dell'Iraq meridionale. "Un incendio del genere non puo' svilupparsi per cause naturali, penso che qualcuno lo abbia bombardato", ha dichiarato Shakr. La tesi del labnciagranate e' stata accreditata da un testimone oculare, il quale ha raccontato di averlo visto brandito da due uomini armati vicino all'oleodotto, quando gia' le fiamme si erano sviluppate. Un'alta colonna di denso fumo nero e' visibile sopra la zona. Il rogo era scoppiato intorno alle 4 del mattino ora locale, ma secondo il capo dei pompieri dovrebbe essere riportato sotto controllo entro la mezzanotte di oggi; atteso un bulldozer per intensificare le operazioni di spegnimento.

usa

Il padre di un giovane australiano sospettato di essere un appartenente ad al queida e detenuto da 19 mesi nella basa militare di Guantanamo si e' fatto rinchiudere in una gabbia di ferro in una strada di New York per attirare l' attenzione attorno alla vicenda del figlio. Non tratterei neppure un cane come stanno trttando lui, ha detto Terry Hicks. Ho bisogno urgente di potergli parlare - ha aggiunto - e la mia preincipale preoccupazione e' la sua condizione psicologica. Il giovane, David Hicks, 27 anni, e' stato fatto prigioniero mentre combatteva a fianco dei talebani in Afghanistan nel novembre del 2001. Il presidente della Federazione internazionale dei diritti dell' uomo, Michael Ratner, ha accusato di governo australiano di non volersi occupare del caso di David Hicks.