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= GR ORE 13.00 =

'''Palestina'''

L'Alta corte israeliana ha dato il via libera alla deportazione a Gaza di due parenti di kamikaze. La sentenza, decisa all'unanimita' dai nove giudici, e' valida per soli due anni, al termine dei quali i due, Kifah e Anitsar Ajuri, fratello e sorella, potranno tornare in Cisgiordania. Secondo l'accusa la donna cuci' la cintura da kamikaze usata da un altro fratello in un attentato suicida. Il tribunale ha invece deciso che una terza persona, parente di un altro terrorista, non potra' essere deportato, in quanto i suoi legami con il terrorismo non sono sufficientemente provati.
Secondo l'avvocata Lea Zemerl, difensore degli imputati, ci sono però elementi importanti nella sentenza, in quanto riconosce che non si puo' espellere una persona solo per creare un deterrente'' nel resto del popolo palestinese. La Corte suprema ha anche stabilito che le espulsioni ''sono solo un'ultima risorsa'' e che le forze armate israeliane non potranno ordinarle se prima non avranno esaurito altri sistemi punitivi. ''La Corte Suprema - secondo Zemel - ha chiarito all'esercito che non tutti i provvedimenti che sono efficaci sono al tempo stesso legali''

E intanto l'esercito israeliano continua la sua pratica di omicidi e distruzioni nel territorio palestinese. Anche oggi, sono già almeno cinque i morti palestinesi uccisi dai soldati israeliani, sotto il pretesto di essere attentatori.
Un palestinese e' stato ucciso durante la notte nella Striscia di Gaza dopo aver lanciato bombe a mano contro tank israeliani. Secondo fonti palestinesi, i tank hanno poi aperto il fuoco contro il vicino abitato di Deir el Ballah, danneggiando numerose case.
Due palestinesi sono stati uccisi stamattina da un colpo di cannone sparato da una carro armato israeliano nel villaggio di Burin, nei presi di Nablus in Cisgiordania. Lo hanno detto responsabili della sicurezza palerstinese. Le vittime sono Hussein Najah, di 21 anni, e Baher Rahid, di 23. Le fonti hanno detto che i due giovani non erano conosciuti come membri di una qualche organizzazione e di non sapere al momento il motivo per cui i soldati israeliani abiano sparato contro di loro.
E ancora, un bulldozer abbatte la parete di una casa e una famiglia resta sotto le macerie. E' accaduto a Rafah, nel sud della striscia di Gaza, durante un'operazione dell'esercito israeliano che cercava di localizzare un tunnel utilizzato per il contrabbando di armi con l'Egitto. Secondo fonti israeliane, i feriti sono una decina. Intanto la polizia municipale di Gerusalemme si trova alle prese con una decina di coloni che ha occupato una casa nell'abitato di Khaber al Mukaber, a Gerusalemme Est, sostenendo di averla comprata. I vicini, tutti palestinesi, hanno invece sporto denuncia alle autorita' per occupazione abusiva. I coloni affermano che l'abitazione e' stata comprata dall'associazione "Elad" (acronimo di "Verso la citta' di David") cosi' come altre nel quartiere di Siloe e nella citta' vecchia di Gerusalemme.
Sul fronte degli accordi,il ministro della difesa israeliano Benyamin Ben Eliezer ha rivelato oggi che a Betlemme (Cisgiordania) viene costituita una nuova forza palestinese incaricata di impedire attentati anti israeliani. ''Tutto cio' rappresenta uno sviluppo positivo'', ha detto il ministro. In precedenza la radio militare israeliana aveva affermato che a Betlemme, su ordine del ministro palestinese degli interni Abdel Razak Yahya, viene costituito un nuovo servizio di sicurezza preventiva, denominato 'La forza centrale'. Finora a Betlemme e' stato dislocato un centinaio di agenti ''che dipendono direttamente da Yahya'' e che sono incaricati di mantenere l'ordine pubblico, secondo la emittente israeliana. La radio militare ha aggiunto che il ministro Yahya e' in questi giorni oggetto di aspre critiche da parte del movimento islamico Hamas.

I principali gruppi radicali palestinesi hanno respinto oggi l'appello del ministro dell'Interno palestinese Abdel Razzak al-Yahya a porre fine a ogni forma di violenza contro Israele. Le Brigate dei martiri di Al Qqsa (legato al partito dle presidente palestinese Yasser Arafat, Al Fatah), il Fronte popolare di liberazione della Palestina (Fplp) e gli integralisti di Hamas e della Jihad islamica hano detto che gli attacchi continueranno. ''Non ci sara' nessuna fine della resistenza fino alla fine dell'occupazione'' israeliana, ha detto un leader delle Brigate di al Aqsa. Dichiarazioni simili sono state fatte dagli altri tre gruppi. Ieri Yahya, in dichiarazioni all'agenzia britannica Reuters, aveva esortato i palestinesi a abbandonare la violenza contro gli israeliani e a lottare contro l'occupazione con la resistenza civile. Oggi intanto le Brigate di al Aqsa e un altro gruppo radicale laico, il Fronte democratico di liberazione della Palestina (Fdlp) hanno rivendicato con un comunicato congiunto pervenuto all'agenzia France Presse l'attacco a un convoglio militare israeliano fatto ieri nei pressi di Kissufim, al valico tra il territorio israeliano e la striscia di Gaza. Nell'attacco un militante palestinese era stato ucciso dai soldati.

'''Johannesburg'''

''Il summit mondiale degli accordi vergognosi non dello sviluppo sostenibile''. E' critico il WWF sui risultati raggiunti a Johannesburg. Il vertice, sottolinea il WWF ''ha completamente mancato l'obiettivo di avviare le azioni necessarie per ridurre la produzione e il consumo che stanno impoverendo il nostro pianeta e i popoli che ci vivono''. ''Sebbene il summit abbia avuto alcuni risultati positivi - ha spiegato l'associazione - nel suo complesso non ha prodotto gli impegni che noi ed altri ritenevamo necessari per raggiungere lo sviluppo sostenibile. Il Piano d'azione, infatti, manca evidentemente di chiari obiettivi e scadenze su diversi temi cruciali: non assicura che le popolazioni possano avere accesso all'energia pulita; si promette l'accesso all'acqua purificata per i poveri, ma poi non protegge i fiumi da cui quell'acqua proviene; non si e' voluta confermare la supremazia dei bisogni dei poveri e dell'ambiente sull'agenda del libero commercio. Infine, il Piano e' piu' debole di accordi precedenti sul controllo delle sostanze chimiche che minacciano la natura e la nostra salute''
Due annunci importanti però sono venuti nella giornata di oggi, ed entrambi riguradano il Protocollo di Kyoto.

 Dopo l'annuncio di quattro giorni fa a Johannesburg con il quale il ministro per lo Sviluppo russo sottolineava che Mosca non aveva piu' interesse ad aderire, oggi a Johannesburg il primo ministro Mikhail Kasyanov fa marcia indietro e assicura che presto in calce al documento ci sara' anche la firma del Cremlino. "La Russia ha sottoscritto il protocollo sull'emissione dei gas serra - dice in occasione del vertice sullo sviluppo sostenibile - e ora stiamo preparando la ratifica che, prevediamo, avverra' in tempi brevi".

Pechino ha annunciato di aver ratificato il protocollo di Kyoto sulle emissioni di gas serra. In quelita' di Paese in via di sviluppo, la Cina non era vincolata ad alcun obiettivo nel programma di riduzione delle emissioni di biossido di carbonio, ma con questa mossa ha voluto anticipare i tempi e misurarsi al pari con le altre nazioni industrializzate. L'annuncio e' stato dato durante il Vertice sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg dal premier Zhu Rongji. "Grazie alle riforme e all'apertura - ha detto il primo ministro cinese ai delegati - negli ultimni dieci anni la Cina ha raggiunto un tasso annuale di crescita del prodotto interno lordo del 9,3 per cento e l'aumento troppo rapido della popolazione e' ora sotto controllo".

L'Iraq e' pronto a collaborare con l'Onu per un un accordo globale che metta fine alla contrapposizione con gli Usa, ma anche a difendersi da un attacco americano. Lo ha detto oggi il vicepremier Tareq Aziz dopo un colloquio con il segretario generale dell'Onu Kofi Annan a Johannesburg in Sudafrica. ''Come ho detto al segretario generale, se qualcuno ha una soluzione magica, cosi' che tutte queste questioni possano essere risolte insieme, con equita' e ragionevolezza, noi siamo pronti a trovare una tale soluzione e siamo pronti a cooperare con le Nazioni Unite'', ha detto Aziz - secondo quanto ha riferito l'agenzia britannica Reuters - dopo l'incontro con Annan in margine al vertice Onu sulla Terra. Ma il vicepremier ha avvertito: ''C'e' una crisi. Noi prendiamo molto sul serio le minacce (americane). Noi ci prepariamo a difendere il nostro Paese'', ha riferito l'agenzia francese France Presse. ''La questione (del ritorno degli ispettori Onu sul disarmo) non e' il solo problema. Le sanzioni, l'aggressione continua, le minacce di guerra: tutte questi problemi sono sul tavolo'', ha detto Aziz, secondo la France Presse.


L'instance suprême de la CPI se réunit pour la première fois
 
 
La mise en place du premier tribunal international compétent pour juger les auteurs des crimes de guerre les plus graves se poursuit malgré l'opposition des Etats-Unis, avec l'ouverture mardi au siège de l'ONU à New York de la première Assemblée des Etats parties au statut de la Cour pénale internationale (CPI). La première réunion de cette Assemblée, l'instance suprême de la CPI qui sera appelée à sièger au moins une fois par an pour en superviser les travaux et le fonctionnement, "est une rencontre historique, un évènement en lui-même hautement significatif", a déclaré Richard Dicker, le directeur du programme justice internationale de l'association Human Rights Watch. Cette rencontre, a ajouté le responsable de cette organisation américaine de défense des droits de l'Homme, "devrait clairement exposer les mensonges et la désinformation des Etats-Unis qui diabolisent la Cour en la représentant comme un tribunal de crapules". Le président Georges W. Bush a, dans une décision sans précédent diplomatique, retiré en mai la signature que les Etats-Unis avaient apposé au traité de Rome mettant en place la CPI, compétente pour juger les crimes les plus graves comme le génocide, les crimes contre l'humanité ou les crimes de guerre. Depuis, Washington, affirmant redouter des "poursuites politiquement motivées", a entrepris une intense campagne diplomatique pour obtenir que les ressortisants américains bénéficient systématiquement de l'immunité face à cette juridiction dont la création a été saluée à travers le monde comme la plus grande avancée pour la défense des droits de l'Homme faite depuis un demi siècle. L'agenda de la première Assemblée des Etats parties, qui doit officiellement adopter l'ensemble des documents mis au point par les groupes de travail préparatoire, sera dominé par la procédure de désignation des 18 juges que comptera la CPI, selon des diplomates et représentants d'organisations non gouvernementales. Les ONG, qui ont joué un rôle moteur dans la mise en place de la CPI, veulent que les juges soient élus en fonction de leur compétence et que soient évités les soutiens croisés qui marquent d'ordinaire les élections dans les instances multilatérales. L'article 36 du Statut définit les qualifications requises pour les juges ainsi que la composition de la Cour qui devra équitablement représenter les principaux systèmes juridiques et les différentes régions géographiques du monde ainsi que l'équilibre des sexes. L'adoption du budget - de l'ordre, pour le premier exercice, de 35 millions de dollars à la charge des Etats ayant ratifié le traité - ne devrait en revanche pas faire de difficulté. Même si elle ne figure pas officiellement à l'ordre du jour, l'offensive lancée par Washington qui, faute d'avoir obtenu une immunité globale permanente pour ses ressortissants, cherche à parvenir au même résultat par le biais d'accords bilatéraux, devrait être abondamment discutée. La légalité de tels accords - sur lesquels l'Union européenne s'est donné samedi un mois pour trouver une position commune acceptable par Washington - devrait constituer le point principal des débats, au moins dans les couloirs. Les Etats-Unis en tous les cas ne devraient pas être présents: seuls en effet les Etats signataires du Statut - qualité perdue par Washington en mai - peuvent avoir des observateurs à l'Assemblée.

 

aperto da paoletta e danielina alle 9.20. Inserite notizie!!!!!

GR ORE 9.30

ESTERI

Palestina

L'Alta corte israeliana ha dato il via libera alla deportazione a Gaza di due parenti di kamikaze. La sentenza, decisa all'unanimita' dai nove giudici, e' valida per soli due anni, al termine dei quali i due, Kifah e Anitsar Ajuri, fratello e sorella, potranno tornare in Cisgiordania. Secondo l'accusa la donna cuci' la cintura da kamikaze usata da un altro fratello in un attentato suicida. Il tribunale ha invece deciso che una terza persona, parente di un altro terrorista, non potra' essere deportato, in quanto i suoi legami con il terrorismo non sono sufficientemente provati.

Continuiamo a pensare che la decisione di espellere due palestinesi dalla Cisgiordania a Gaza sia in contrasto con il diritto internazionale. Lo ha affermato l'avvocatessa Lea Zemel, commentando la sentenza della Corte suprema israeliana che ha autorizzato oggi l'espulsione di due familiari di un militante palestinese coinvolto in un attentato kamikaze. Zemel ha difeso Kifah Ajuri (che sara' espulso assieme alla sorella, Intissar) e Nasser Assida, che potra' invece restare in Cisgiordania. Secondo Zemel, la Corte suprema ha dapprima definito Gaza e la Cisgiordania una unica entita' territoriale, e quindi ha stabilito che lo spostamento di due persone di alcune decine di chilometri al suo interno non rappresenta una espulsione. Tuttavia, secondo Zemel, la Corte suprema ha accolto anche alcune tesi della difesa. Ad esempio, che non si puo' espellere una persona solo per creare un deterrente nel resto del popolo palestinese. La Corte suprema ha anche stabilito che le espulsioni sono solo un'ultima risorsa e che le forze armate israeliane non potranno ordinarle se prima non avranno esaurito altri sistemi punitivi. La Corte Suprema - secondo Zemel - ha chiarito all'esercito che non tutti i provvedimenti che sono efficaci sono al tempo stesso legali. E intanto l'esercito israeliano continua la sua pratica di omicidi e distruzioni nel territorio palestinese. Anche oggi, sono già almeno cinque i morti palestinesi uccisi dai soldati israeliani, sotto il pretesto di essere attentatori. Un palestinese e' stato ucciso durante la notte nella Striscia di Gaza dopo aver lanciato bombe a mano contro tank israeliani. Secondo fonti palestinesi, i tank hanno poi aperto il fuoco contro il vicino abitato di Deir el Ballah, danneggiando numerose case. Due palestinesi sono stati uccisi stamattina da un colpo di cannone sparato da una carro armato israeliano nel villaggio di Burin, nei presi di Nablus in Cisgiordania. Lo hanno detto responsabili della sicurezza palerstinese. Le vittime sono Hussein Najah, di 21 anni, e Baher Rahid, di 23. Le fonti hanno detto che i due giovani non erano conosciuti come membri di una qualche organizzazione e di non sapere al momento il motivo per cui i soldati israeliani abiano sparato contro di loro. E ancora, un bulldozer abbatte la parete di una casa e una famiglia resta sotto le macerie. E' accaduto a Rafah, nel sud della striscia di Gaza, durante un'operazione dell'esercito israeliano che cercava di localizzare un tunnel utilizzato per il contrabbando di armi con l'Egitto. Secondo fonti israeliane, i feriti sono una decina. Intanto la polizia municipale di Gerusalemme si trova alle prese con una decina di coloni che ha occupato una casa nell'abitato di Khaber al Mukaber, a Gerusalemme Est, sostenendo di averla comprata. I vicini, tutti palestinesi, hanno invece sporto denuncia alle autorita' per occupazione abusiva. I coloni affermano che l'abitazione e' stata comprata dall'associazione "Elad" (acronimo di "Verso la citta' di David") cosi' come altre nel quartiere di Siloe e nella citta' vecchia di Gerusalemme

Johannesburg

Le sommet de la Terre dans la dernière ligne droite

Les ministres ont levé hier soir le dernier obstacle majeur sur la question de l'accès à l'énergie des plus pauvres, mais l'accord global sur le Plan d'action, le principal document discuté à Johannesburg, reste suspendu à un dernier point sur la santé des femmes qui doit être discuté ce mardi. Le texte sur l'énergie finalement adopté lundi après des heures de discussions entre délégués stremati, prévoit d'"accroître substantiellement et de façon urgente" la part des sources d'énergie renouvelables dans la consommation mondiale. Il ne fixe ni pourcentage ni échéance pour y parvenir. Le texte ne reprend aucun des chiffres de la proposition initiale européenne, qui si augurava un objectif de 15% d'ici 2010 d'énergies renouvelables (solaire, éolien, hydroélectricité) dans la consommation énergétique mondiale. L'Europe s'est scontrata contro un mur des Etats-Unis qui jugeaient ce double objectif irréaliste, et de l'OPEP qui entendait défendre son pétrole. Le chapitre de l'énergie était le dernier "gros morceau" des discussions pour un Plan d'action en faveur de la réduction de la pauvreté et d'une croissance respectueuse des ressources planétaires. Toutefois, un dernier litige sur l'accès à la santé peut encore retarder un accord global sur le Plan d'action. Le Canada a demandé que les pays rééxaminent un paragraphe extrêmement sensible, car touchant aux droits des femmes, à la contraception et à l'avortement. Selon Ottawa, ce paragraphe a été adopté à la sauvette à Bali, lors de la dernière réunion de préparation du sommet en juin. Il prévoit de "renforcer les moyens dont disposent les système de santé publique pour fournir à tous des services sanitaires de base efficaces (...) en respectant les législations nationales et les valeurs culturelles et religieuses", ce qui, selon les ONG ouvre la voie à toutes les dérives.

E nel corso del primo giorno del summit dei capi di stato, l'attenzione è stata incentrata sul previsto attacco americano all'iraq. E' stato il ministro degli esteri iracheno a denunciare il pericolo di una nuova aggressione, e a chiedere alla comunità internazionale di mobilitarsi.Aziz ha dichiarato ieri al vertice che l'Iraq e' disponibile a far tornare gli ispettori in Iraq nel quadro di un accordo complessivo. Gli Stati Uniti hanno espresso scetticismo sulla disponibilita' di Baghdad. Oggi Aziz si incontrerà con il segretario generale dell'Onu Kofi Annan, che ha più volte espresso la sua disapprovazione.

Brasile

BRAZIL, 3 SET 2002 (1:27)


PARTITO IN TUTTO IL PAESE IL PLEBISCITO CONTRO L’ALCA

Il motto “Sì alla sovranità, no all’Alca” fa da traino alla campagna lanciata in Brasile dalla Chiesa cattolica e da sindacati e movimenti sociali contro l’Area di libero commercio delle Americhe (Alca). Si tratta di una iniziativa fortemente voluta dal governo statunitense e che potrebbe diventare realtà entro il 2005 ma che suscita molte perplessità e polemiche nei Paesi dell’America latina. Il dubbio, molto radicato, è che l’Alca finisca per trasformare l’intero continente in un sub mercato degli Stati Uniti, regalando definitivamente a Washington le chiavi del totale controllo economico e politico. Per una settimana, fino al prossimo 7 settembre, in tutto il Brasile si svolgerà un plebiscito sull’argomento, il cui esito verrà annunciato ufficialmente il giorno 17. La relativa documentazione verrà poi presentata al Congresso nazionale, al Tribunale superiore di giustizia e al governo. Possono partecipare alla consultazione tutti coloro che hanno compiuto il sedicesimo anno d’età. Gli organizzatori si attendono un’adesione massiccia, almeno doppia rispetto a quella registrata nel 2000 in occasione del plebiscito sul debito estero.

Olanda

Hollande (PS): le gouvernement veut "remettre en cause les 35 jeures"

Le Premier secrétaire du PS, François Hollande, estime que le décret pour l'assouplissement des heures supplémentaires annoncé par le ministre des affaires sociales François Fillon permettrait au gouvernement de "passer en force" pour "remettre en cause les 35 heures". "Une arme est donnée pour utiliser un contingent d'heures supplémentaires, ce qui reviendra finalement à faire travailler davantage sans forcément gagner plus", a dit M. Hollande sur LCI, affirmant qu'"il y a là un risque de déstabilisation d'une certaine situation sociale dans beaucoup d'entreprises". Il a regretté aussi que le gouvernement, qui veut se donner une image de "chantre du dialogue social", passe par un décret plutôt que de discuter "branche par branche".

GR ORE 13.00

Palestina

L'Alta corte israeliana ha dato il via libera alla deportazione a Gaza di due parenti di kamikaze. La sentenza, decisa all'unanimita' dai nove giudici, e' valida per soli due anni, al termine dei quali i due, Kifah e Anitsar Ajuri, fratello e sorella, potranno tornare in Cisgiordania. Secondo l'accusa la donna cuci' la cintura da kamikaze usata da un altro fratello in un attentato suicida. Il tribunale ha invece deciso che una terza persona, parente di un altro terrorista, non potra' essere deportato, in quanto i suoi legami con il terrorismo non sono sufficientemente provati. Secondo l'avvocata Lea Zemerl, difensore degli imputati, ci sono però elementi importanti nella sentenza, in quanto riconosce che non si puo' espellere una persona solo per creare un deterrente nel resto del popolo palestinese. La Corte suprema ha anche stabilito che le espulsioni sono solo un'ultima risorsa e che le forze armate israeliane non potranno ordinarle se prima non avranno esaurito altri sistemi punitivi. La Corte Suprema - secondo Zemel - ha chiarito all'esercito che non tutti i provvedimenti che sono efficaci sono al tempo stesso legali

E intanto l'esercito israeliano continua la sua pratica di omicidi e distruzioni nel territorio palestinese. Anche oggi, sono già almeno cinque i morti palestinesi uccisi dai soldati israeliani, sotto il pretesto di essere attentatori. Un palestinese e' stato ucciso durante la notte nella Striscia di Gaza dopo aver lanciato bombe a mano contro tank israeliani. Secondo fonti palestinesi, i tank hanno poi aperto il fuoco contro il vicino abitato di Deir el Ballah, danneggiando numerose case. Due palestinesi sono stati uccisi stamattina da un colpo di cannone sparato da una carro armato israeliano nel villaggio di Burin, nei presi di Nablus in Cisgiordania. Lo hanno detto responsabili della sicurezza palerstinese. Le vittime sono Hussein Najah, di 21 anni, e Baher Rahid, di 23. Le fonti hanno detto che i due giovani non erano conosciuti come membri di una qualche organizzazione e di non sapere al momento il motivo per cui i soldati israeliani abiano sparato contro di loro. E ancora, un bulldozer abbatte la parete di una casa e una famiglia resta sotto le macerie. E' accaduto a Rafah, nel sud della striscia di Gaza, durante un'operazione dell'esercito israeliano che cercava di localizzare un tunnel utilizzato per il contrabbando di armi con l'Egitto. Secondo fonti israeliane, i feriti sono una decina. Intanto la polizia municipale di Gerusalemme si trova alle prese con una decina di coloni che ha occupato una casa nell'abitato di Khaber al Mukaber, a Gerusalemme Est, sostenendo di averla comprata. I vicini, tutti palestinesi, hanno invece sporto denuncia alle autorita' per occupazione abusiva. I coloni affermano che l'abitazione e' stata comprata dall'associazione "Elad" (acronimo di "Verso la citta' di David") cosi' come altre nel quartiere di Siloe e nella citta' vecchia di Gerusalemme. Sul fronte degli accordi,il ministro della difesa israeliano Benyamin Ben Eliezer ha rivelato oggi che a Betlemme (Cisgiordania) viene costituita una nuova forza palestinese incaricata di impedire attentati anti israeliani. Tutto cio' rappresenta uno sviluppo positivo, ha detto il ministro. In precedenza la radio militare israeliana aveva affermato che a Betlemme, su ordine del ministro palestinese degli interni Abdel Razak Yahya, viene costituito un nuovo servizio di sicurezza preventiva, denominato 'La forza centrale'. Finora a Betlemme e' stato dislocato un centinaio di agenti che dipendono direttamente da Yahya e che sono incaricati di mantenere l'ordine pubblico, secondo la emittente israeliana. La radio militare ha aggiunto che il ministro Yahya e' in questi giorni oggetto di aspre critiche da parte del movimento islamico Hamas.

I principali gruppi radicali palestinesi hanno respinto oggi l'appello del ministro dell'Interno palestinese Abdel Razzak al-Yahya a porre fine a ogni forma di violenza contro Israele. Le Brigate dei martiri di Al Qqsa (legato al partito dle presidente palestinese Yasser Arafat, Al Fatah), il Fronte popolare di liberazione della Palestina (Fplp) e gli integralisti di Hamas e della Jihad islamica hano detto che gli attacchi continueranno. Non ci sara' nessuna fine della resistenza fino alla fine dell'occupazione israeliana, ha detto un leader delle Brigate di al Aqsa. Dichiarazioni simili sono state fatte dagli altri tre gruppi. Ieri Yahya, in dichiarazioni all'agenzia britannica Reuters, aveva esortato i palestinesi a abbandonare la violenza contro gli israeliani e a lottare contro l'occupazione con la resistenza civile. Oggi intanto le Brigate di al Aqsa e un altro gruppo radicale laico, il Fronte democratico di liberazione della Palestina (Fdlp) hanno rivendicato con un comunicato congiunto pervenuto all'agenzia France Presse l'attacco a un convoglio militare israeliano fatto ieri nei pressi di Kissufim, al valico tra il territorio israeliano e la striscia di Gaza. Nell'attacco un militante palestinese era stato ucciso dai soldati.

Johannesburg

Il summit mondiale degli accordi vergognosi non dello sviluppo sostenibile. E' critico il WWF sui risultati raggiunti a Johannesburg. Il vertice, sottolinea il WWF ha completamente mancato l'obiettivo di avviare le azioni necessarie per ridurre la produzione e il consumo che stanno impoverendo il nostro pianeta e i popoli che ci vivono. Sebbene il summit abbia avuto alcuni risultati positivi - ha spiegato l'associazione - nel suo complesso non ha prodotto gli impegni che noi ed altri ritenevamo necessari per raggiungere lo sviluppo sostenibile. Il Piano d'azione, infatti, manca evidentemente di chiari obiettivi e scadenze su diversi temi cruciali: non assicura che le popolazioni possano avere accesso all'energia pulita; si promette l'accesso all'acqua purificata per i poveri, ma poi non protegge i fiumi da cui quell'acqua proviene; non si e' voluta confermare la supremazia dei bisogni dei poveri e dell'ambiente sull'agenda del libero commercio. Infine, il Piano e' piu' debole di accordi precedenti sul controllo delle sostanze chimiche che minacciano la natura e la nostra salute Due annunci importanti però sono venuti nella giornata di oggi, ed entrambi riguradano il Protocollo di Kyoto.

  • Dopo l'annuncio di quattro giorni fa a Johannesburg con il quale il ministro per lo Sviluppo russo sottolineava che Mosca non aveva piu' interesse ad aderire, oggi a Johannesburg il primo ministro Mikhail Kasyanov fa marcia indietro e assicura che presto in calce al documento ci sara' anche la firma del Cremlino. "La Russia ha sottoscritto il protocollo sull'emissione dei gas serra - dice in occasione del vertice sullo sviluppo sostenibile - e ora stiamo preparando la ratifica che, prevediamo, avverra' in tempi brevi".

Pechino ha annunciato di aver ratificato il protocollo di Kyoto sulle emissioni di gas serra. In quelita' di Paese in via di sviluppo, la Cina non era vincolata ad alcun obiettivo nel programma di riduzione delle emissioni di biossido di carbonio, ma con questa mossa ha voluto anticipare i tempi e misurarsi al pari con le altre nazioni industrializzate. L'annuncio e' stato dato durante il Vertice sullo sviluppo sostenibile di Johannesburg dal premier Zhu Rongji. "Grazie alle riforme e all'apertura - ha detto il primo ministro cinese ai delegati - negli ultimni dieci anni la Cina ha raggiunto un tasso annuale di crescita del prodotto interno lordo del 9,3 per cento e l'aumento troppo rapido della popolazione e' ora sotto controllo".

L'Iraq e' pronto a collaborare con l'Onu per un un accordo globale che metta fine alla contrapposizione con gli Usa, ma anche a difendersi da un attacco americano. Lo ha detto oggi il vicepremier Tareq Aziz dopo un colloquio con il segretario generale dell'Onu Kofi Annan a Johannesburg in Sudafrica. Come ho detto al segretario generale, se qualcuno ha una soluzione magica, cosi' che tutte queste questioni possano essere risolte insieme, con equita' e ragionevolezza, noi siamo pronti a trovare una tale soluzione e siamo pronti a cooperare con le Nazioni Unite, ha detto Aziz - secondo quanto ha riferito l'agenzia britannica Reuters - dopo l'incontro con Annan in margine al vertice Onu sulla Terra. Ma il vicepremier ha avvertito: C'e' una crisi. Noi prendiamo molto sul serio le minacce (americane). Noi ci prepariamo a difendere il nostro Paese, ha riferito l'agenzia francese France Presse. La questione (del ritorno degli ispettori Onu sul disarmo) non e' il solo problema. Le sanzioni, l'aggressione continua, le minacce di guerra: tutte questi problemi sono sul tavolo, ha detto Aziz, secondo la France Presse.

L'instance suprême de la CPI se réunit pour la première fois

La mise en place du premier tribunal international compétent pour juger les auteurs des crimes de guerre les plus graves se poursuit malgré l'opposition des Etats-Unis, avec l'ouverture mardi au siège de l'ONU à New York de la première Assemblée des Etats parties au statut de la Cour pénale internationale (CPI). La première réunion de cette Assemblée, l'instance suprême de la CPI qui sera appelée à sièger au moins une fois par an pour en superviser les travaux et le fonctionnement, "est une rencontre historique, un évènement en lui-même hautement significatif", a déclaré Richard Dicker, le directeur du programme justice internationale de l'association Human Rights Watch. Cette rencontre, a ajouté le responsable de cette organisation américaine de défense des droits de l'Homme, "devrait clairement exposer les mensonges et la désinformation des Etats-Unis qui diabolisent la Cour en la représentant comme un tribunal de crapules". Le président Georges W. Bush a, dans une décision sans précédent diplomatique, retiré en mai la signature que les Etats-Unis avaient apposé au traité de Rome mettant en place la CPI, compétente pour juger les crimes les plus graves comme le génocide, les crimes contre l'humanité ou les crimes de guerre. Depuis, Washington, affirmant redouter des "poursuites politiquement motivées", a entrepris une intense campagne diplomatique pour obtenir que les ressortisants américains bénéficient systématiquement de l'immunité face à cette juridiction dont la création a été saluée à travers le monde comme la plus grande avancée pour la défense des droits de l'Homme faite depuis un demi siècle. L'agenda de la première Assemblée des Etats parties, qui doit officiellement adopter l'ensemble des documents mis au point par les groupes de travail préparatoire, sera dominé par la procédure de désignation des 18 juges que comptera la CPI, selon des diplomates et représentants d'organisations non gouvernementales. Les ONG, qui ont joué un rôle moteur dans la mise en place de la CPI, veulent que les juges soient élus en fonction de leur compétence et que soient évités les soutiens croisés qui marquent d'ordinaire les élections dans les instances multilatérales. L'article 36 du Statut définit les qualifications requises pour les juges ainsi que la composition de la Cour qui devra équitablement représenter les principaux systèmes juridiques et les différentes régions géographiques du monde ainsi que l'équilibre des sexes. L'adoption du budget - de l'ordre, pour le premier exercice, de 35 millions de dollars à la charge des Etats ayant ratifié le traité - ne devrait en revanche pas faire de difficulté. Même si elle ne figure pas officiellement à l'ordre du jour, l'offensive lancée par Washington qui, faute d'avoir obtenu une immunité globale permanente pour ses ressortissants, cherche à parvenir au même résultat par le biais d'accords bilatéraux, devrait être abondamment discutée. La légalité de tels accords - sur lesquels l'Union européenne s'est donné samedi un mois pour trouver une position commune acceptable par Washington - devrait constituer le point principal des débats, au moins dans les couloirs. Les Etats-Unis en tous les cas ne devraient pas être présents: seuls en effet les Etats signataires du Statut - qualité perdue par Washington en mai - peuvent avoir des observateurs à l'Assemblée.

gror030902 (last edited 2008-06-26 09:55:22 by anonymous)