GR ORE 9.30

migranti

Almeno 21 profughi sono annegati nel Golfo di Aden dopo essere stati costretti a gettarsi in acqua, sotto la minaccia delle armi, dai contrabbandieri che li trasportavano dal Corno d'Africa allo Yemen. Lo ha annunciato l'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), aggiungendo che un'ottantina di persone risultano ancora disperse. A bordo dell'imbarcazione - ha dichiarato all'agenzia Reuters Rupert Colville, portavoce dell'Unhcr - si trovavano oltre 150 profughi e solo 55 superstiti sono stati trovati. La maggioranza delle persone (a bordo) erano etiopici, tutte tranne 14. Le autorita' yemenite hanno finora recuperato 21 corpi, 19 di etiopici, due di somali,.Colvillei ha precisato che l'imbarcazione aveva lasciato un piccolo villaggio di pescatori in Somalia martedi' scorso. Due giorni dopo, i contrabbandieri hanno cominciato a picchiare i passeggeri e a costringerli a gettarsi in mare. . Il mese scorso, secondo l'Unhcr, 30 profughi somali sono stati costretti a gettarsi in mare mentre la loro imbarcazione si avvicinava alla costa dello Yemen. Solo 18 sono riusciti a raggiungere la riva. Molti abitanti del Corno d'Africa (soprattutto somali), in fuga dalla fame e dalla guerra civile, pagano passatori per essere trasportati nel Paese arabo.

Iraq

Gli Usa, dicono dei diplomatici da Palazzo di Vetro, presenteranno probabilmente già entro la fine della settimana una versione rivista della loro bozza di risoluzione sull'Iraq. al momento gli americani stanno esaminando gli emendamenti proposti da Francia, Russia, Siria, Cile e da altri paesi membri del Consiglio di Sicurezza. Dopo il vertice interlocutorio di Vienna, la situazione di stallo potrebbe venir superata quindi nei prossimi giorni. L'ambasciatore Usa all'Onu John Negroponte è cautamente ottimista. La nuova risoluzione Onu dovrebbe definire le modalità di partecipazione dell'Onu in Iraq e aprire la strada all'invio di una forza multinazionale nel paese per dare il cambio ad una parte degli effettivi militari Usa. Dall'incontro di Vienna sono emerse tuttavia forti divergenze sui tempi e i modi del possibile coinvolgimento della comunità internazionale nella vicenda irachena. La Francia ha chiesto un veloce ritorno alla sovranità del'Iraq e proposto che un governo legittimo sia istituito nel paese al massimo entro un mese. Per una transizione veloce - ma non così veloce - si schierano anche Russia e Cina mentre gli Usa - su questo Powell è stato chiarissimo - la richiesta francese non è "realistica". La Francia però continua a chiedere sensibili modifiche alla bozza di risoluzione Usa. L'ambasciatore francese a Washington Jean-David Levitte ha detto che Parigi punta a inserire almeno due punti alla bozza di risoluzione. Il trasferimento di sovranità agli iracheni piò anche essere una misura simbolica. "Per prima cosa - dice parlando alla televisione PBS - è necessario un simbolico trasferimento della sovranità in Iraq, che deve essere consegnata nelle mani del Consiglio Governativo. Poi, quanto prima possibile, sarà necessario dare potere ai singoli ministri, almeno quando saranno pronti ad assumersi queste responsabilità".

Palestina

L'esercito israeliano ha compiuto un'azione di rastrellamento in Cisgiordania arrestando nove palestinesi. Tra gli arrestati figura un importante militante di Hamas a Nablus, secondo l'esercito israeliano. La notizia è riferita dal sito online del quotidiano israeliano Ha'aretz che cita la radio dell'esercito L'esercito israeliano ha fatto ieri sera un'incursione a Rafah, nel sud della striscia di Gaza, dove ha distrutto due abitazioni, secondo fonti della sicurezza palestinese. Carri armati e bulldozer israeliani - hanno detto le fonti - sono entrati per diverse centinaia di metri in territorio autonomo palestinese, nei pressi della frontiera con l'Egitto

- Il Consiglio di sicurezza dell'Onu votera' oggi su una risoluzione presentata dai Paesi arabi in cui si chiede a Israele di non espellere Yasser Arafat e di garantire la sua incolumita'. Il voto e' fissato per meta' pomeriggio (la sera in Italia), ma gli Stati Uniti hanno gia' fatto sapere che metteranno il veto se non sara' reso meno sbilanciato contro Israele e non sara' inserita una condanna del terrorismo palestinese. Il testo e' stato messo a punto dal rappresentante del'Anp, Nasser al-Kidwa, e chiede che "Iraele, la potenza occupante, desista da qualsiasi atto di deportazione e faccia cessare qualsiasi minaccia all'incolunmita' del presidente eletto dell'Autorita' palestinese". La decisione di metterlo in votazione e' stata presa nella tarda serata di ieri, al termine di otto ore di discussione in Consiglio di sicurezza, su richiesta della Siria a nome dei Paesi arabi e dei non allineati. Alcuni emendamenti sono gia' stati fatti al testo (e' stata inserita la "forte preoccupazione" per l'aumento delle violenze), ma gli Usa li giudicano insufficienti e i Paesi arabi non sono disposti a ulteriori compromessi.

Il colonnello Jibril Rajoub, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente dell' Autorita' nazionale palestinese Yasser Arafat, ha proposto oggi ad Israele un cessate-il-fuoco nel corso di un' intervista alla radio pubblica israeliana. I dirigenti palestinesi - ha affermato Rajoub - sono pronti a proclamare ed a far rispettare un cessate-il-fuoco generale, ma deve essere reciproco. Israele deve fermare i suoi attacchi ed annullare il blocco dei Territori. L' ufficiale palestinese ha precisato che la tregua dovrebbe avare 'una durata indefinita' e dovrebbe consentire alle due parti di avviare una trattativa.

Curdi

Un tribunale di Ankara ha respinto la richiesta di scarcerazione per quattro ex parlamentari curdi in occasione di un riesame del loro caso, che viene seguito con attenzione dall'Unione europea, cui la Turchia vuole aderire. Leyla Zana, candidata al premio Nobel per la pace nel 1996, e' la piu' nota dei quattro, ai quali nel 1994 sono stati inflitti 15 anni di reclusione per legami con i ribelli curdi. Adducendo carenze di accesso ai testimoni denunciate dalla difesa e altre irregolarita', la Corte europea per i diritti umani ha stabilito nel 2001 che ai quattro era stato negato un processo equo e corretto. La Turchia ha approvato di recente un complesso di riforme caldeggiate dall'Ue, comprendenti una norma sulla possibilita' di un riesame giudiziario per sentenze contestate dalla Corte europea per i diritti umani. Una deputata del Parlamento europeo, che ha assistito all' udienza di ieri a Ankara, ha definito deplorevole la decisione di non scarcerare i quattro. Non ho udito nessuna spiegazione delle ragioni di questo, ha dichiarato l'europarlamentare britannica Emma Nicholson, liberaldemocratica. E' naturale che l'Unione europea si interessi a questo caso, in quanto esso tocca questioni relative ai diritti umani, alla liberta' di espressione e al sistema giudiziario, ha spiegato l'eurodeputata. Leyla Zana e gli altri tre furono arrestati all'acme degli scontri tra i guerriglieri separatisti del Partito dei lavoratori curdi (Pkk), di Abdullah Ocalan, e le forze di sicurezza. Tra gli anni '80 e '90, oltre 30.000 persone, per la maggior parte curdi, sono state uccise nelle violenze nel sudest del Paese, ma i combattimenti sono diminuiti di intensita' dopo la cattura, nel 1999, di Ocalan. Zana, che aveva suscitato scalpore pronunciando in curdo il giuramento di deputato, e gli altri tre furono estromessi dal Parlamento dopo essere stati accusati di legami con il Pkk. Il riesame del loro caso riprendera' il 17 ottobre prossimo.

Dax

La notte di domenica 16 marzo a Milano un'aggressione fascista uccide Dax e ferisce i due ragazzi che erano con lui in via Brioschi. Poche ore dopo i compagni accorsi all'ospedale San Paolo vengono inseguiti per le corsie del pronto soccorso e brutalmente caricati da polizia e carabinieri con manganelli e mazze da baseball. Le prognosi cliniche dei ragazzi aggrediti documenteranno numerosi arti e teste rotte, nasi da ricostruire e intere arcate dentali saltate.

Nel clima di intimidazioni e lanci ansa da regimeproseguito nella settimana successiva, le prime dichiarazioni della questura tendono a minimizzare l'accaduto ricostruendo scenari inverosimili nei quali i compagni accorsi all'ospedale tentavano di trafugare la salma obbligando la polizia a intervenire. Solo dopo le querele di undici ragazzi aggrediti da polizia e carabinieri e le dichiarazioni di lavoratori dell'ospedale e abitanti dei palazzi limitrofi (che hanno fornito riprese dell'accaduto), le dichiarazioni cambiano. Per documentare quanto accaduto il "Comitato di controinchiesta sui fatti del S. Paolo", ha lavorato ad una mostra per documentare le violenze della polizia.

Sei mesi dopo l'attenzione converge sulle aule dei tribunali. lunedì 15 settembre h 9.15, si svolgerà presso il tribunale dei minori di Milano (via leopardi, 12) la camera di consiglio a porte chiuse del più giovane della famiglia Morbi, colpevole dell'aggressione e dell'omicidio in via Brioschi. Giovedi 11 sono stati convocati e sentiti, come persone informate dei fatti, dal p.m. Gittardi, i primi due degli undici querelanti che hanno subito le cariche al San Paolo. Nei prossimi giorni verranno sentite altre sei persone. Si e' appreso oggi (venerdi 12), dopo altri due interrogatori, che per il momento sono state denunciate due persone per resistenza a pubblico ufficiale. Non passa inosservata la curiosa scelta: il primo era stato ricoverato in ospedale a seguito dell'accoltellamento in V. Brioschi, il secondo appariva nelle immagini che documentano l'aggressione a suo danno da parte delle forze dell'ordine, da lui accusati durante una conferenza stampa.

Martedi 16, ore 9.15 presso il tribunale dei minori verra' effettuata la seconda giornata di camera di consiglio Alle ore 18.00 presidio in Via Brioschi per ricordare Dax.

Consumi

Oggi sciopero degli acquisti per protestare contro il carovita e i continui aumenti che stanno impoverendo vasti strati della popolazione. L’Intesa dei consumatori per protestare contro il carovita e i continui aumenti che stanno impoverendo le famiglie italiane e fiaccando, complici anche altri fattori, l’economia del nostro Paese, indice il 3° sciopero degli acquisti, invitando i cittadini italiani stanchi di tante angherie, ad astenersi dal fare la spesa il giorno 16 settembre. Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori diffondono una guida pratica per i cittadini che intendono aderire allo sciopero e li invitano a partecipare alle manifestazioni che in molte province italiane stanno coinvolgendo moltissime associazioni (non solo dei consumatori), organizzazioni di pensionati, organizzazioni sindacali e personalità istituzionali. I vertici delle 4 sigle si ritroveranno in un presidio a piazza Montecitorio alle ore 10,30 per far sentire la propria voce ai rappresentanti delle Istituzioni.