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GR ORE 13,30

UNICEF

""UNICEF""

Ogni anno 3.500 bambini nel mondo industrializzato muoiono per maltrattamenti:

  • A denunciare la triste situazione è l'Unicef, presentando a Ginevra un rapporto elaborato dal Centro di Ricerca Innocenti a Firenze.

Il rapporto, che vuole tracciare un quadro comparativo degli abusi fisici subiti dai bambini nel mondo cosiddetto industrializzato, rivela che Messico, Portogallo e Stati Uniti hanno tassi altissimi di mortalità infantile a seguito di maltrattamenti, da 10 a 15 volte maggiori rispetto la media dei Paesi con la migliore situazione. L'Italia, invece, insieme a un ristretto gruppo di paesi, ha un'incidenza molto bassa di maltrattamenti sui bambini. L'Unicef sostiene che la povertà, lo stress, l'abuso di alcool e di stupefacenti sono tra i fattori più strettamente e coerentemente correlati alla violenza e alla trascuratezza nei confronti dei bambini.

Gran Bretagna. Primo effetto del caso Kelly: Labour perde un collegio considerato sicuro

Nel primo voto popolare del Regno Unito successivo alle polemiche sulla partecipazione britannica alla guerra in Iraq al fianco degli Usa, considerato altresì un vero e proprio test sulla popolarità di Tony Blair in seguito al caso Kelly, il premier ha subito pagato lo scotto dello scandalo: in elezioni suppletive svoltesi ieri, il Partito Laburista ha infatti perduto un importante seggio in quello che era da sempre considerato un suo feudo, il collegio di Brent East nel nord di Londra. Per 1.118 voti l'ha spuntata su Robert Evans, candidato governativo, Sarah Teather del Partito Liberaldemocratico, all'opposizione: cioé della formazione politica d'oltre Manica che si è battuta con più chiarezza contro il coinvolgimento della Gran Bretagna nel conflitto.

Era da quindici anni che il Labour non perdeva una consultazione suppletiva; il seggio di Brent East era diventato vacante a giugno in seguito al decesso per cancro del deputato laburista Paul Daisley, che solo due anni fa aveva sbaragliato un lotto di sette concorrenti aggiudicandoseolo con ben il 63,2 per cento dei suffragi. Insomma, alla prima vera prova delle urne Blair ha dovuto constatare che in termini di consenso non è stata per nulla scevra di conseguenze, anzi, la vicenda relativa ai dossier presuntamente 'gonfiati' sugli arsenali di sterminio di Saddam Hussein: vicenda culminata nel suicidio del ricercatore David Kelly, già consulente del ministero della Difesa e additato dall'esecutivo come la 'talpa' che (per ammissione a posteriori degli interessati) permise al network pubblico 'Bbc' di svelare le manipolazioni sulle armi di Saddam, costate il posto al pur potentissimo addetto stampa del premier, Alistair Campbell.

IRAQdal news wire di Indymedia

15 ATTACCHI AL GIORNO della RESISTENZA

ORMAI AMMONTANO A 15 GLI ATTACCHI GIORNALIERI CONTRO GLI OCCUPANTI. IERI MOLTEPLICI ASSALTI A CONVOGLI USA, SABOTAGGIO OLEODOTTO E MANIFESTAZIONE proSADDAM

Secondo le valutazioni che sono filtrate dagli ambienti delle truppe di occupazione inglesi, la media degli attacchi contro i convogli militari USA nella capitale iraqena e in altre regioni vicine, ammontano ormai a ben 15 al giorno.

Da quando il deposto leader iraqeno ha lanciato, dagli schermi della TV Al Arabyia, la sfida a stringere il cappio intorno al collo delle truppe straniere occupanti, é aimentata la frequenza e la complessitá delle azioni offensive della resistenza. É in atto il passaggio dall'operazione di nuclei isolati a quelle di commandos che attaccano con RPG.

Ieri, ha sorpreso sia il numero degli attacchi che i danni causati, e i soldati USA hanno impedito alla stampa e agli operatori di cinegiornali di avvicinarsi alle carcasse fumanti dei mezzi militari distrutti. Hanno anche sparato contro un giornalista. Se si considerano gli 8000 cittadini iraqeni arrestati con accuse di terrorismo, la attuale recrudescenza degli attacchi testimonia della radicalitá e della vastitá del rigetto della popolazione al disegno di normalizzazione neocoloniale.

Ieri é stata una giornata nera per gli occupanti, che hanno assistito persino ad una manifestazzione proSaddam animata da giovanissimi. E poi il sabotaggio all'oleodotto ha provocato un incendio di vaste proporzioni, la fumata negra era visibile a molti kilometri di distanza.

Intanto oggi In Irak:

MOSUL - Fuoco amico sull'ambasciatore italiano in Iraq Pietro Cordone: l'auto su cui viaggiava il diplomatico è stata colpita per errore da un soldato americano a un posto di blocco sulla strada tra Mosul e Tikrit. Cordone è rimasto illeso mentre è morto l'interprete iracheno con cui il diplomatico viaggiava.

L'incidente in cui è rimasto coinvolto Cordone risale a ieri pomeriggio. A quanto si apprende, mentre l'auto sulla quale viaggiava Cordone era nelle vicinanze del posto di blocco, è partito un colpo di arma da fuoco, in circostanze non ancora del tutto chiarite, che ha ucciso l'interprete che si trovava con il diplomatico italiano. Le autorità civili americane hanno espresso, al più alto livello, il loro rincrescimento per l'accaduto.

Noto arabista ed esperto in affari mediorientali, l'ambasciatore Pietro Cordone ha l'incarico di consigliere per gli affari culturali presso il governo provvisorio iracheno - composto da 14 funzionari, 13 dei quali statunitensi - nominato dalle forze della coalizione per ricostituire l'infrastruttura statale dell'Iraq e ripristinare il patrimonio culturale e archeologico danneggiato dai saccheggi seguiti alla caduta di Saddam.

Intanto l'ex ministro della Difesa iracheno Sultan Hashim Ahmed si è arreso stamane alle forze americane. A darne notizia è stato Dawood Bagistani, un operatore umanitario iracheno che ha svolto le funzioni di mediatore tra gli alleati e lo stesso Ahmed. Stamane l'ex ministro è stato preso in consegna coi suoi familiari da militari statunitesi nella loro abitazuone di Mosul, 400 chilometri a nord della capitale dell'Iraq. "Penso che adesso sia in viaggio per Baghdad", ha dichiarato il mediatore puntualizzando che "con gli americani ho messo in chiaro che noi non siamo informatori, e che non abbiamo venduto loro Sultan Hashim, il quale merita apprezzamento e rispetto".

PALESTIA

GOVERNO PALESTINESE PRONTO TRA UNA SETTIMANA

Sarà varato la prossima settimana il nuovo governo palestinese e verrà nominato in modo congiunto dal presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Yasser Arafat e dal primo ministro incaricato Abu Ala (Ahmed Qrei). Lo ha detto ieri un responsabile della leadership di Ramallah. All’interno del nuovo esecutivo – che sostituisce il gabinetto guidato da Abu Mazen, il premier dimessosi nelle scorse settimane per contrasti con Arafat – sembra probabile che troveranno posto anche un sostenitore del movimento integralista Hamas e un esponente riformista appoggiato dagli Usa. Il nuovo governo sarà composto da 24 ministri. Abu Ala oggi sta continuando le consultazioni con le diverse formazioni palestinesi in vista dell’assegnazione delle poltrone ministeriali. “Voglio un governo – ha detto il premier incaricato – che goda dell’appoggio del popolo e della dirigenza palestinese”. Al Fatah, la componente maggioritaria dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina che fa capo ad Arafat, ha deciso che la nomina dell’esecutivo venga affidata, oltre che al premier, all’anziano leader con la kefia. Gli Stati Uniti avevano ripetutamente chiesto ad Arafat di farsi da parte, mentre Israele – che ha già deliberato in linea di principio l’espulsione del presidente palestinese – ha fatto sapere che non intende discutere di pace con un governo creato dallo stesso Arafat.

tre soldati israeliani sono rimasti ferite a Jenin

notizie presse dal sito di Reppublica:

Tre soldati israeliani sono rimasti feriti in un'imboscata tesa loro durante un pattugliamento nella città cisgiordana di Jenin, che resta per il secondo giorno consecutivo sotto regime di coprifuoco mentre ingenti reparti militari proseguono perlustrazioni ed arresti.

In mattinata - aggiunge un portavoce militare a Tel Aviv - un palestinese armato è stato colpito dal fuoco dei militari. Fonti palestinesi parlano di due feriti, fra cui un ragazzo di 12 anni colpito da una pallottola mentre si trovava sulla porta di casa.

Ieri una unità della brigata Golani ha scoperto a Jenin una jeep che stava per essere inviata dalla Jihad islamica in Israele con una potente carica di esplosivo. L'automezzo è stato fatto esplodere a distanza.

Berlusconi e il "Piano Marshall"

Sulla questione mediorientale è tornato a pronunciarsi Silvio Berlusconi durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi. Ha annunciato che il cosiddetto Piano Marshall per la ricostruzione della Palestina sarà varato sabato prossimo a Dubai in occasione di una riunione dei paesi del G8 che sarà presieduta dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti.

Rispondendo ad una domanda sul ruolo del presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Yasser Arafat, il premier ha detto che lLa situazione in Mediooriente è "assolutamente critica e difficile" e quindi la presidenza italiana della Ue continuerà "sulla strada sempre praticata di insistere affinché Israele possa avere un comportamento saggio e di grande, grande, grande pazienza".

Euskalerria

SOS ITOIZ

Questa mattina ale 9.30 4 furgoni dei antidisturbi sono entrati a Artozki, ma solo per tagliare la luce e vedera la situazione, si è trattato solo di un falso alarme.Riccordiamo che lo scorso lunedi è scaduto il tempo legale per la demolizione e lo sgombero delle case, mentre alcune persone salivano sui tetti per guardare cosa succedeva altretanti si sono diretti alla piazza per manifestare.

italia

G8/ DE GENNARO E IL SUO VICE, DUE VERSIONI SULLA DIAZ

  • Due versioni contrastanti dello stesso fatto. Due racconti diversi dell'irruzione della polizia nella scuola Diaz avvenuta la notte tra il 21 e il 22 luglio el 2001 a Genova durante il G8. Le riporta il 'Corriere della sera' pubblicando i verbali d'interrogatorio di Gianni De Gennaro, capo della Polizia, e Ansoino Andreassi, all'epoca capo vicario della Ps (rimosso proprio dopo i fatti genovesi). I due furono ascoltati dai magistrati liguri il 17 diicembre del 2002 durante le indagini sulle violenze commesse nel complesso scolastico ospitato dal Gsf. "Non ci fu nessun ordine dall'alto" disse De Gennaro. "Ci fu una spinta alla repressione" affermò invece Andreassi". Il primo, ricostruendo le dinamiche di quelle ore sostiene che l'unico mutamento dell'ordine pubblico che ci fu riguardò "l'impegno meno esposto dei carabinieri dopo i fatti di piazza Alimonda (la morte di Carlo Giuliani, ndr)". Nel suo interrogatorio De Gennaro ridimensionò anche il ruolo avuto dal prefetto Arnaldo La Barbera, arrivato a Genova dopo le manifestazioni dei giorni precedenti. "A valutare come utile la sua presenza - disse De Gennaro ai magistrati - contribuiva la percezione dei fatti che si aveva a Roma. Secondo Valerio Donnini, capo delle squadre antisommossa l'arrivo di La Barbera invece "ci fece capire che stava per succedere qualcosa di grosso". Dell'irruzione nella scuola De Genaro disse: "Mi avvertì il questore di Genova mentre ero in macchina e mi disse della perquisizione. (...) chiamai La Barbera e gli esternai le mie preoccupazioni chiedendogli se fosse il caso di eseguirla. Mi rispose di si e allora gli chiesi di eseguirla personalmente. Maggiori dettagli li ho ricevuto da La Barbera e in particolare che vi fosse la possibilità di catturare manifestanti violenti". Di tenore opposto le parole di Ansoino Andreassi che ai magistrati affermò. "Il 21 non si era verificata alcuna situazione nuova e sconvolgente che richiedesse l'invio di La Barbera (...) l'accentuazione del momento repressivo in quel contesto voleva semplicemente dire 'andarsi a cercare nuove rogne'.(...) Ciò che voglio dire è che ho subìto la impostazione di una diversa politica d'intervento che io, presente sul campo, non condividevo affatto

gror030919 (last edited 2008-06-26 09:48:23 by anonymous)