bUONGIORNO A TUTTI/E

gR APERTO ALLE 8.58 DA SANDRO. BUON LAVORO.

GR FLASH ORE 9.30 MONDO

PALESTINA - NABLUS, 3 OTT - Un palestinese e' stato ucciso stamani da colpi d'arma da fuoco sparati da soldati israeliani a Jenine, nel nord della Cisgiordania. Lo hanno indicato responsabili della sicurezza palestinesi, secondo i quali Ahmed Stity, di 45 anni, e' stato colpito da un proiettile al capo, mentre si trovava in un mercato ortofrutticolo. Sale cosi' a 2.544 il numero delle vittime della seconda intifada cominciata nel settembre del 2000: 1.878 sono palestinesi e 615 israeliane.

FILIPPINE - La polizia locale ne è certa: è stato un attentato suicida quello che ieri ha causato la morte di un soldato statunitense e di due civili filippini a Zamboanga. Una delle vittime civili è stata vista armeggiare con qualcosa che trasportava su una motocicletta immediatamente prima dell'esplosione. Nell'esplosione, davanti all'ingresso di un bar-karaoke poco distante dal comando meridionale dell'esercito filippino a Zamboanga, è rimasto gravemente ferito un altro soldato americano, trasferito alla base di Okinawa, in Giappone. Secondo un portavoce dell'esercito statunitense, un gruppo di militari americani che stava facendo rientro al quartier generale si era fermato a comprare da mangiare in un locale a poca distanza dall'ingresso della base di Zamboanga, quando è avvenuta l'esplosione.

COSTA D'AVORIO - Abidjan, 2 ottobre 2002 Esponenti delle forze militari Usa inviate in Costa d'Avorio per proteggere i residenti stranieri dopo il tentato colpo di stato del 19 settembre hanno confermato la conquista da parte dei ribelli di una terza città nella regione settentrionale del Paese. La città di Seguela, a 250 chilometri da Abidjan, è stata occupata da truppe ribelli che hanno sopraffatto la guarnigione lealista e la polizia locale. I ribelli hanno già il controllo delle città di Korhogo e Boauke, e sembra si stiano organizzando per puntare sulla stessa Abidjan, capitale commerciale della Costa d'Avorio.

PERU' - Continua a slittare, per mancanza di soldi, l’apertura del maxi processo contro l’ex assessore presidenziale Vladimiro Montesinos e quasi un migliaio di suoi presunti complici indagati per corruzione. Le udienze avrebbero dovuto prendere il via inizialmente nella prima settimana di ottobre presso il Teatro Felipe Pardo y Aliaga, situato al centro di Lima, con una capacità di oltre 1.000 posti. Ora però la Corte Suprema insiste perché sia ospitato nella Base Navale di El Callao, dove Montesinos è recluso. Nei confronti dell’ex braccio destro del destituito presidente Alberto Fujimori - riparato in Giappone nel novembre 2000 - sono stati avviati oltre 60 procedimenti giudiziari, a fronte di quasi un centinaio di capi di imputazione. All’inizio di luglio, è stata emessa la prima sentenza contro l’ex capo ‘de facto’ dei Servizi segreti (Sin): Montesinos è stato condannato in primo grado a 9 anni e 4 mesi di detenzione, oltre a 10 milioni di nuovi soles di ammenda (pari a circa 2 milioni e mezzo di dollari), per usurpazione di funzioni e reati contro la pubblica amministrazione. Montesinos è accusato, tra l’altro, di narcotraffico e violazioni dei diritti umani, in relazione con due massacri perpetrati dal famigerato ‘Grupo Colina’, l’eccidio di 15 civili uccisi a Barrios Altos nel 1991 e la strage di 9 studenti e un professore dell’Università Enrique Guzman y Balle, meglio conosciuta come La Cantuta, perpetrata a Lima nel 1992. Per questi reati è stato incriminato dal Congresso lo stesso Fujimori