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 '''GONAIVES: GRUPPO ARMATO PRENDE D’ASSALTO STAZIONE DELLA POLIZIA''' '''CASA: FORMIGONI, FUORI LUOGO ACCUSE RAZZISMO A REGOLAMENTO'''
In merito alle 'crepe' all'interno della maggioranza durante la votazione del regolamento, Formigoni precisa: ''si tratta di atti di governo che la maggioranza ha valutato e deciso. Il voto ha rispecchiato il pieno sostegno di tutte le forze''. Ai sindacati che si sentono 'traditi' dalla nuova legge regionale e che chiedono un incontro urgente, il presidente lombardo risponde: ''ho sempre accettato di incontrarli e parlare. Non ci sara' difficolta' anche questa volta. Va comunque tenuto presente che il potere di fare le leggi e' del Consiglio regionale''.

ROMA: INCENDIO BARACCA, DONNA USTIONATA

 Roma, 6 feb. - Una donna romena di 51 anni, B. G., e' rimasta ustionata la scorsa notte in un incendio nella sua baracca in lungotevere di Pietra Papa a San Paolo, causato dallo scoppio da una bombola da campeggio usata per cucinare. B. G. e' stata ricoverata all'ospedale Sant'Eugenio con 25 giorni di prognosi per ustioni di primo e secondo grado con ustioni al volto, alle braccia e al torace. A soccorrere la donna e' stato un conoscente e connazionale che l'ha tirata fuori dalla baracca in fiamme e l'ha accompagnata a ponte Marconi dove B. G. e' stata poi caricata su un'ambulanza. La baracca e' andata completamente distrutta.
Roma, 6 feb. - (Adnkronos) - Una donna romena di 51 anni, B. G., e' rimasta ustionata la scorsa notte in un incendio nella sua baracca in lungotevere di Pietra Papa a San Paolo, causato dallo scoppio da una bombola da campeggio usata per cucinare. B. G. e' stata ricoverata all'ospedale Sant'Eugenio con 25 giorni di prognosi per ustioni di primo e secondo grado con ustioni al volto, alle braccia e al torace. A soccorrere la donna e' stato un conoscente e connazionale che l'ha tirata fuori dalla baracca in fiamme e l'ha accompagnata a ponte Marconi dove B. G. e' stata poi caricata su un'ambulanza. La baracca e' andata completamente distrutta.


'''RUSSIA'''
 ATTENTATO METRO DI MOSCA, DECINE DI MORTI
Un attentato dinamitardo, forse suicida, in una vettura del metro al centro di Mosca, ha provocato decine di morti e oltre 100 feriti e il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto a tutto il mondo di unirsi nella guerra contro il terrorismo, ''questa peste del xxi secolo''. Le fonti ufficiali parlano di almeno 30 morti e 70 feriti, mentre secondo fonti ospedaliere e dei soccorritori i morti sarebbero almeno 40 e forse 50 mentre numerosi feriti versano in gravi condizioni. L'esplosione e' avvenuta alle 08:40 (06:40 italiane) in un'ora di punta, devastando la seconda vettura del convoglio in corsa dove si trovavano circa 1.500 persone. Inizialmente, anche sulla base del denso fumo levatosi dal treno, si era parlato di un incendio sviluppatosi dopo l'esplosione, ma testimoni oculari hanno detto che non ci sarebbero state fiamme. Il presidente Vladimir Putin, subito informato, ha detto che solo un'alleanza con le altre nazioni caucasiche e con il resto del mondo puo' consentire una vittoria contro il terrorismo. La linea del metro fra Pavelevskaia e Avtozavodkaia dove e' avvenuta l'esplosione e' completamente bloccata e 700 persone che si trovavano sulle altre vetture del convoglio sono state evacuate dai vigili del fuoco e riportate in superficie. Il convoglio colpito e' stato trasportato alla stazione di Avtozavodskaia. Per tutta la mattina ambulanze hanno continuato ad arrivano sul posto da tutte le parti della citta'. Secondo il portavoce della polizia Kirill Mazurin non v'e' dubbio che si sia trattato di un attentato terroristico ma non si conferma ufficialmente l'ipotesi, avanzata da alcune fonti della polizia, secondo cui si sarebbe trattato di un'azione kamikaze. Secondo l'Fsb i terroristi suicidi sarebbero addestrati da Al Qaida e da altre organizzaizoni internazionali. Questo attentato e' l'ennesimo nella capitale dopo che la guerriglia cecena aveva annunciato lo scorso anno l'estensione della guerra a tutto il territorio della Federazione di fronte al rifiuto delle autorita' russe a qualsiasi negoziato di pace con i ribelli e di fronte a quello che viene definito ''il genocidio del popolo ceceno''. L'attentato fa seguito all'azione di una donna kamikaze poco lontano dalla Duma di Mosca lo scorso dicembre che causo' 6 morti e 14 feriti. Lo scorso luglio 15 persone erano morte e 39 erano rimaste ferite in seguito all'azione di due donne kamikaze fattesi esplodere ad un festival rock alla periferia della capitale. Nell'ottobre del 2002 un commando ceceno aveva preso in ostaggio al teatro Dubrovka di Mosca 800 persone gran parte delle quali erano poi state liberate con un blitz delle forze speciali. Ma 130 ostaggi erano morti, quasi tutti apparentemente per l'uso di un gas paralizzante usato per mettere fuori gioco i terroristi. Non si parla ancora esplicitamente di guerriglia cecena, anche se questa e' automaticamente la principale sospetta. Il comandante militare ribelle Shamil Basayev ha rivendicato i principali attentati terroristici in Cecenia e nel resto della Russia che dalla fine del 2002 hanno fatto centinaia di vittime. Ed e' in corso uno scontro in seno alla guerriglia fra Basayev e l'ala politica del governo di Aslan Maskhadov che ha ripetutamente denunciato e vietato qualsiasi atto terroristico contro la popolazione civile. Maskhadov aveva sospeso Basayev da comandante di tutta la guerriglia dopo il sequestro al teatro Dubrovka da lui organizzato. Alla sospensione non era seguita una rottura, ma recentemente Basayev aveva duramente criticato il ministro degli esteri ribelli Ilyas Akhmadov che aveva, al pari di Maskhadov condannato gli attacchi contro civili. Akhmadov nei giorni scorsi aveva reagito affermando che Basayev con le sue azioni mette in pericolo la sopravvivenza stessa del popolo ceceno dando il destro alle autorita' russe di accusare la resistenza di essere un'organizzazione terroristica.

'''PALESTINA'''

M.O./PRESTO NOTI NOMI ATTENTATORI DEI 3 DIPLOMATICI USA A GAZA

Lo ha annunciato una fonte della sicurezza palestinese alla Kuna Roma, 6 feb. - Saranno presto resi noti i nomi dei responsabili dell 'attentato compiuto lo scorso 15 ottobre al valico di Eretz nel quale hanno perso la vita tre responsabili della sicurezza dell'ambasciata americana in Israele. Lo ha annunciato una fonte della sicurezza palestinese a Gaza, all' agenzia araba Kuna. Secondo la fonte, al massimo entro domani verranno diffusi i nomi dei responsabili dell'attentato che sarebbero già stati individuati. Le persone accusate di questo attentato verranno giudicate da un tribunale palestinese e saranno confrontati con le prove raccolte dalla polizia a loro carico. Nei giorni scorsi l'amministrazione americana aveva annunciato l'istituzione di una taglia sulla testa dei responsabili della morte dei tre americani di 5 milioni di dollari. L'Autorità Nazionale palestinese aveva formato una commissione di inchiesta per scoprire i responsabili dell'attentato.


'''IMMIGRAZIONE'''
SPAGNA: L'AVVOCATURA RICORRE CONTRO LA LEGGE SULL'IMMIGRAZIONE
Roma, 6 feb - Il Consiglio generale dell'avvocatura spagnola ha invitato il difensore civico Enrique Mugica a presentare un ricorso di incostituzionalita' contro diversi articoli della legge sull'immigrazione, modificata dal governo di centro destra nel 2003. Uno degli aspetti piu' contestati della nuova normativa riguarda la gestione da parte delle forze di polizia e dell'amministrazione pubblica dei dati personali dei cittadini stranieri ''irregolari''. Nel mirino del Consiglio generale ci sono anche le disposizioni riguardanti le condizioni dei centri di internamento degli ''irregolari'', le procedure di regolarizzazione, l'espulsione degli stranieri.



 '''GONAIVES: GRUPPO ARMATO PRENDE D’ASSALTO STAZIONE DELLA POLIZIA'''
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Gravi disordini ieri a Gonaives, 90 chilometri a nordovest di Pourt-au-Prince, capitale dell’isola caraibica di Haiti, quando un gruppo di uomini armati, oppositori del presidente Jean-Bertrand Aristide, hanno dato alle fiamme diversi edifici, incluso la casa del sindaco e una stazione della polizia, ingaggiando una strenuo conflitto a fuoco con gli agenti per le vie della città. Durante la sparatoria sono riamaste uccise 4 persone. Il gruppo di aggressori appartiene al ‘Fronte di Resistenza di Gonaives’ – che in passato si faceva chiamare ‘Esercito cannibale’ – una formazione fino a poco tempo fa vicina la presidente Aristide, ma che ha preso le distanze dal governo dopo l’assassinio del suo leader, Amiot Metayer, trovato morto in circostanze poco chiare a settembre dello scorso anno. I seguaci di Metayer accusano il governo di essere implicato nell’omicidio. Prima di avventarsi contro la stazione della polizia, gli uomini del ‘Fronte di Resistenza di Gonaives’ hanno assalito l’abitazione privata del sindaco Stephan Moise, appiccando il fuoco alla casa e poi anche alla stazione di benzina di proprietà del primo cittadino. Gli aggressori hanno urlato per tutto il tempo frasi contro il presidente Jean-Bertrand Aristide, incolpandolo della crisi sociale e politica in cui versa la piccola nazionale caraibica e intimandogli di lasciare il potere. Nelle ultime settimane si sono intensificate le manifestazioni anti-governative ad Haiti, il Paese più povero del continente americano, soprattutto nella capitale Port-au-Prince. Quasi ogni giorno migliaia di dimostranti, molti dei quali appartenenti all’opposizione politica e ad una coalizione di organizzazioni della società civile, sono scesi nelle strade a chiedere le dimissioni del presidente, il cui mandato scade tra due anni. Gravi disordini ieri a Gonaives, 90 chilometri a nordovest di Pourt-au-Prince, capitale dell’isola caraibica di Haiti, quando un gruppo di uomini armati, oppositori del presidente Jean-Bertrand Aristide, hanno dato alle fiamme diversi edifici, incluso la casa del sindaco e una stazione della polizia, ingaggiando una strenuo conflitto a fuoco con gli agenti per le vie della città. Durante la sparatoria sono riamaste uccise 4 persone. Il gruppo di aggressori appartiene al ‘Fronte di Resistenza di Gonaives’ – che in passato si faceva chiamare ‘Esercito cannibale’ – una formazione fino a poco tempo fa vicina la presidente Aristide, ma che ha preso le distanze dal governo dopo l’assassinio del suo leader, Amiot Metayer, trovato morto in circostanze poco chiare a settembre dello scorso anno. I seguaci di Metayer accusano il governo di essere implicato nell’omicidio. Prima di avventarsi contro la stazione della polizia, gli uomini del ‘Fronte di Resistenza di Gonaives’ hanno assalito l’abitazione privata del sindaco Stephan Moise, appiccando il fuoco alla casa e poi anche alla stazione di benzina di proprietà del primo cittadino. Gli aggressori hanno urlato per tutto il tempo frasi contro il presidente Jean-Bertrand Aristide, incolpandolo della crisi sociale e politica in cui versa la piccola nazionale caraibica e intimandogli di lasciare il potere. Nelle ultime settimane si sono intensificate le manifestazioni anti-governative ad Haiti, il Paese più povero del continente americano, soprattutto nella capitale Port-au-Prince. Quasi ogni giorno migliaia di dimostranti, molti dei quali appartenenti all’opposizione politica e ad una coalizione di organizzazioni della società civile, sono scesi nelle strade a chiedere le dimissioni del presidente, il cui mandato scade tra due anni.

GR ORE 13.00

ACCIAIERIE TERNI: IN 25 MILA AL CORTEO

Venticinquemila persone hanno preso parte alla manifestazione di Terni in difesa dei posti di lavoro alle Acciaierie. La stima e' ritenuta attendibile sia dalla Questura che dagli organizzatori. La giornata di sciopero generale cittadino è iniziata verso le 9.00, nel cuore di Terni, all'insegna di striscioni e slogans contro la multinazionale tedesca ed in paricolar modo, contro i suoi vertici. Alla protesta si sono uniti anche studenti universitari della sezione distaccata dell'ateneo perugino che dopo aver vestito tute bianche hanno affisso sulla facciata di palazzo Spada sede del Comune, un grosso telo, con il marchio della Thyssen Krupp trasforamato in teschio, sanguinante. E a Torino i lavoratori dello stabilimento torinese della Acciai Speciali Terni (Ast) di Torino, del gruppo Thyssen Krupp, hanno scioperato oggi otto ore per dire no alla chiusura di Terni e chiedere il mantenimento dei livelli occupazionali in Italia. Un corteo e' partito alle 9 da corso Regina Margherita, dove ha sede lo stabilimento, e ha raggiunto il Comune di Torino dove una delegazione di sindacati ed Rsu e' stata ricevuta dal sindaco Sergio Chiamparino. La protesta si e' svolta in concomitanza con lo sciopero generale della provincia di Terni.

SCIOPERI: FERMO DI 8 ORE NEI GRANDI CANTIERI A TORINO

  • I grandi cantieri di Torino - piu' di 3.000 fra Alta Velocita', Giochi Olimpici e Metropolitana - sono in gran parte fermi oggi per lo sciopero generale di otto ore della provincia, indetto dai sindacati di categoria Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil contro gli infortuni e gli incidenti mortali e il lavoro nero. Un migliaio di lavoratori ha partecipato al corteo che ha raggiunto piazza Castello, davanti alla Prefettura, dove hanno parlato i segretari generali nazionali Franco Martini (Fillea), Domenico Pesenti (Filca) e Franco Marabottini (Feneal). Secondo i sindacati, l'adesione e' stata del 100% nei cantieri della Metropolitana Linea 3 e dell'80% in quelli della Metropolitana Centro, dell'80% nei cantieri dell'Alta velocita', del 60% in quelli del Passante Ferroviario. Negli ultimi due anni - hanno denunciato i sindacalisti - il lavoro e' aumentato con un incremento parallelo degli infortuni. Questo nonostante la crescita abbia interessato soprattutto il settore pubblico, dove le attivita' lavorative dovrebbero svolgersi in maniera piu' sicura e regolare. I sindacati chiedono alle istituzioni e alle imprese di adoperarsi per garantire la sicurezza nei cantieri, oltre all'applicazione del documento unico di regolarita' contributiva per favorire l'emersione del sommerso. Timori riguardano anche i cantieri per le Olimpiadi del 2006 che saranno aperti in primavera.

CASA: FORMIGONI, FUORI LUOGO ACCUSE RAZZISMO A REGOLAMENTO In merito alle 'crepe' all'interno della maggioranza durante la votazione del regolamento, Formigoni precisa: si tratta di atti di governo che la maggioranza ha valutato e deciso. Il voto ha rispecchiato il pieno sostegno di tutte le forze. Ai sindacati che si sentono 'traditi' dalla nuova legge regionale e che chiedono un incontro urgente, il presidente lombardo risponde: ho sempre accettato di incontrarli e parlare. Non ci sara' difficolta' anche questa volta. Va comunque tenuto presente che il potere di fare le leggi e' del Consiglio regionale.

ROMA: INCENDIO BARACCA, DONNA USTIONATA

  • Roma, 6 feb. - Una donna romena di 51 anni, B. G., e' rimasta ustionata la scorsa notte in un incendio nella sua baracca in lungotevere di Pietra Papa a San Paolo, causato dallo scoppio da una bombola da campeggio usata per cucinare. B. G. e' stata ricoverata all'ospedale Sant'Eugenio con 25 giorni di prognosi per ustioni di primo e secondo grado con ustioni al volto, alle braccia e al torace. A soccorrere la donna e' stato un conoscente e connazionale che l'ha tirata fuori dalla baracca in fiamme e l'ha accompagnata a ponte Marconi dove B. G. e' stata poi caricata su un'ambulanza. La baracca e' andata completamente distrutta.

Roma, 6 feb. - (Adnkronos) - Una donna romena di 51 anni, B. G., e' rimasta ustionata la scorsa notte in un incendio nella sua baracca in lungotevere di Pietra Papa a San Paolo, causato dallo scoppio da una bombola da campeggio usata per cucinare. B. G. e' stata ricoverata all'ospedale Sant'Eugenio con 25 giorni di prognosi per ustioni di primo e secondo grado con ustioni al volto, alle braccia e al torace. A soccorrere la donna e' stato un conoscente e connazionale che l'ha tirata fuori dalla baracca in fiamme e l'ha accompagnata a ponte Marconi dove B. G. e' stata poi caricata su un'ambulanza. La baracca e' andata completamente distrutta.

RUSSIA

  • ATTENTATO METRO DI MOSCA, DECINE DI MORTI

Un attentato dinamitardo, forse suicida, in una vettura del metro al centro di Mosca, ha provocato decine di morti e oltre 100 feriti e il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto a tutto il mondo di unirsi nella guerra contro il terrorismo, questa peste del xxi secolo. Le fonti ufficiali parlano di almeno 30 morti e 70 feriti, mentre secondo fonti ospedaliere e dei soccorritori i morti sarebbero almeno 40 e forse 50 mentre numerosi feriti versano in gravi condizioni. L'esplosione e' avvenuta alle 08:40 (06:40 italiane) in un'ora di punta, devastando la seconda vettura del convoglio in corsa dove si trovavano circa 1.500 persone. Inizialmente, anche sulla base del denso fumo levatosi dal treno, si era parlato di un incendio sviluppatosi dopo l'esplosione, ma testimoni oculari hanno detto che non ci sarebbero state fiamme. Il presidente Vladimir Putin, subito informato, ha detto che solo un'alleanza con le altre nazioni caucasiche e con il resto del mondo puo' consentire una vittoria contro il terrorismo. La linea del metro fra Pavelevskaia e Avtozavodkaia dove e' avvenuta l'esplosione e' completamente bloccata e 700 persone che si trovavano sulle altre vetture del convoglio sono state evacuate dai vigili del fuoco e riportate in superficie. Il convoglio colpito e' stato trasportato alla stazione di Avtozavodskaia. Per tutta la mattina ambulanze hanno continuato ad arrivano sul posto da tutte le parti della citta'. Secondo il portavoce della polizia Kirill Mazurin non v'e' dubbio che si sia trattato di un attentato terroristico ma non si conferma ufficialmente l'ipotesi, avanzata da alcune fonti della polizia, secondo cui si sarebbe trattato di un'azione kamikaze. Secondo l'Fsb i terroristi suicidi sarebbero addestrati da Al Qaida e da altre organizzaizoni internazionali. Questo attentato e' l'ennesimo nella capitale dopo che la guerriglia cecena aveva annunciato lo scorso anno l'estensione della guerra a tutto il territorio della Federazione di fronte al rifiuto delle autorita' russe a qualsiasi negoziato di pace con i ribelli e di fronte a quello che viene definito il genocidio del popolo ceceno. L'attentato fa seguito all'azione di una donna kamikaze poco lontano dalla Duma di Mosca lo scorso dicembre che causo' 6 morti e 14 feriti. Lo scorso luglio 15 persone erano morte e 39 erano rimaste ferite in seguito all'azione di due donne kamikaze fattesi esplodere ad un festival rock alla periferia della capitale. Nell'ottobre del 2002 un commando ceceno aveva preso in ostaggio al teatro Dubrovka di Mosca 800 persone gran parte delle quali erano poi state liberate con un blitz delle forze speciali. Ma 130 ostaggi erano morti, quasi tutti apparentemente per l'uso di un gas paralizzante usato per mettere fuori gioco i terroristi. Non si parla ancora esplicitamente di guerriglia cecena, anche se questa e' automaticamente la principale sospetta. Il comandante militare ribelle Shamil Basayev ha rivendicato i principali attentati terroristici in Cecenia e nel resto della Russia che dalla fine del 2002 hanno fatto centinaia di vittime. Ed e' in corso uno scontro in seno alla guerriglia fra Basayev e l'ala politica del governo di Aslan Maskhadov che ha ripetutamente denunciato e vietato qualsiasi atto terroristico contro la popolazione civile. Maskhadov aveva sospeso Basayev da comandante di tutta la guerriglia dopo il sequestro al teatro Dubrovka da lui organizzato. Alla sospensione non era seguita una rottura, ma recentemente Basayev aveva duramente criticato il ministro degli esteri ribelli Ilyas Akhmadov che aveva, al pari di Maskhadov condannato gli attacchi contro civili. Akhmadov nei giorni scorsi aveva reagito affermando che Basayev con le sue azioni mette in pericolo la sopravvivenza stessa del popolo ceceno dando il destro alle autorita' russe di accusare la resistenza di essere un'organizzazione terroristica.

PALESTINA

M.O./PRESTO NOTI NOMI ATTENTATORI DEI 3 DIPLOMATICI USA A GAZA

Lo ha annunciato una fonte della sicurezza palestinese alla Kuna Roma, 6 feb. - Saranno presto resi noti i nomi dei responsabili dell 'attentato compiuto lo scorso 15 ottobre al valico di Eretz nel quale hanno perso la vita tre responsabili della sicurezza dell'ambasciata americana in Israele. Lo ha annunciato una fonte della sicurezza palestinese a Gaza, all' agenzia araba Kuna. Secondo la fonte, al massimo entro domani verranno diffusi i nomi dei responsabili dell'attentato che sarebbero già stati individuati. Le persone accusate di questo attentato verranno giudicate da un tribunale palestinese e saranno confrontati con le prove raccolte dalla polizia a loro carico. Nei giorni scorsi l'amministrazione americana aveva annunciato l'istituzione di una taglia sulla testa dei responsabili della morte dei tre americani di 5 milioni di dollari. L'Autorità Nazionale palestinese aveva formato una commissione di inchiesta per scoprire i responsabili dell'attentato.

IMMIGRAZIONE SPAGNA: L'AVVOCATURA RICORRE CONTRO LA LEGGE SULL'IMMIGRAZIONE Roma, 6 feb - Il Consiglio generale dell'avvocatura spagnola ha invitato il difensore civico Enrique Mugica a presentare un ricorso di incostituzionalita' contro diversi articoli della legge sull'immigrazione, modificata dal governo di centro destra nel 2003. Uno degli aspetti piu' contestati della nuova normativa riguarda la gestione da parte delle forze di polizia e dell'amministrazione pubblica dei dati personali dei cittadini stranieri irregolari. Nel mirino del Consiglio generale ci sono anche le disposizioni riguardanti le condizioni dei centri di internamento degli irregolari, le procedure di regolarizzazione, l'espulsione degli stranieri.

  • GONAIVES: GRUPPO ARMATO PRENDE D’ASSALTO STAZIONE DELLA POLIZIA

Gravi disordini ieri a Gonaives, 90 chilometri a nordovest di Pourt-au-Prince, capitale dell’isola caraibica di Haiti, quando un gruppo di uomini armati, oppositori del presidente Jean-Bertrand Aristide, hanno dato alle fiamme diversi edifici, incluso la casa del sindaco e una stazione della polizia, ingaggiando una strenuo conflitto a fuoco con gli agenti per le vie della città. Durante la sparatoria sono riamaste uccise 4 persone. Il gruppo di aggressori appartiene al ‘Fronte di Resistenza di Gonaives’ – che in passato si faceva chiamare ‘Esercito cannibale’ – una formazione fino a poco tempo fa vicina la presidente Aristide, ma che ha preso le distanze dal governo dopo l’assassinio del suo leader, Amiot Metayer, trovato morto in circostanze poco chiare a settembre dello scorso anno. I seguaci di Metayer accusano il governo di essere implicato nell’omicidio. Prima di avventarsi contro la stazione della polizia, gli uomini del ‘Fronte di Resistenza di Gonaives’ hanno assalito l’abitazione privata del sindaco Stephan Moise, appiccando il fuoco alla casa e poi anche alla stazione di benzina di proprietà del primo cittadino. Gli aggressori hanno urlato per tutto il tempo frasi contro il presidente Jean-Bertrand Aristide, incolpandolo della crisi sociale e politica in cui versa la piccola nazionale caraibica e intimandogli di lasciare il potere. Nelle ultime settimane si sono intensificate le manifestazioni anti-governative ad Haiti, il Paese più povero del continente americano, soprattutto nella capitale Port-au-Prince. Quasi ogni giorno migliaia di dimostranti, molti dei quali appartenenti all’opposizione politica e ad una coalizione di organizzazioni della società civile, sono scesi nelle strade a chiedere le dimissioni del presidente, il cui mandato scade tra due anni.

gror040206 (last edited 2008-06-26 10:06:30 by anonymous)