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INTANTO UN CIVILE AMERICANO UCCISO IN IMBOSCATA A SUD DI BAGHDAD Altri tre feriti, un taxi con a bordo alcuni civili americani in viaggio tra Baghdad e la provincia di Babilonia è stato vittima di un'imboscata. Uomini armati hanno aperto il fuoco uccidendo uno degli americani a bordo e ferendo altre tre persone. L'attacco, rende noto oggi il comando miliare Usa, sarebbe avvenuto sabato scorso nella zona di Mahmudiyah, a una trentina di chilometri a sud di Baghdad. Gli americani colpiti, recita una dichiarazione dell'esercito Usa, facevano parte di un non meglio identificato "gruppo religioso". Probabilmente si tratta di volontari che lavorano per una qualche Ong. | INTANTO UN CIVILE AMERICANO UCCISO IN IMBOSCATA A SUD DI BAGHDAD Altri tre feriti, un taxi con a bordo alcuni civili americani in viaggio tra Baghdad e la provincia di Babilonia è stato vittima di un'imboscata. Uomini armati hanno aperto il fuoco uccidendo uno degli americani a bordo e ferendo altre tre persone. L'attacco, rende noto oggi il comando miliare Usa, sarebbe avvenuto sabato scorso nella zona di Mahmudiyah, a una trentina di chilometri a sud di Baghdad. Gli americani colpiti, recita una dichiarazione dell'esercito Usa, facevano parte di un non meglio identificato "gruppo religioso". Probabilmente si tratta di volontari che lavorano per una qualche Ong. |
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SUL PIANO POLITICO, CHALABI DICHIARA: NIENTE PROCESSO A SADDAM PRIMA DI 2 ANNI( GUARDIAN) - Il processo all'ex presidente iracheno Saddam Hussein non dovrebbe tenersi prima di due anni. Lo afferma oggi il Guardian citando fonti irachene vicine al consiglio governativo e in particolare il leader del Congresso Nazionale iracheno Ahmed Chalabi. Secondo il Guardian, il Tribunale speciale iracheno per i crimini contro l'umanità non dovrebbe affrontare il suo primo caso se non tra qualche mese, probabilmente ad ottobre col processo a Muhammad Ziman Abd Al-Razzaq al Sadun, ex presidente del partito Baath e comandante della milizia Baath di Baghdad. E Chalabi, al Guardian, spiega: "penso che ci vorranno almeno due anni prima di processare Saddam". È necessario, aggiunge, scegliere i giudici, preparare i tribunali, mettere a punto carceri sicure. Insomma, è un processo difficile e Chalabi non lo nasconde: speravamo di fare prima, "siamo frustrati: Inoltre, Chalabi spiega anche che al fondo della questione c'è un problema etico, politico e giuridico di difficile soluzione: "dobbiamo trovare una soluzione di equilibrio tra l'esistenza di garantire i diritti della difesa rispettando standard giuridici internazionali e il desiderio di vendetta degli iracheni. | SUL PIANO POLITICO, CHALABI DICHIARA: NIENTE PROCESSO A SADDAM PRIMA DI 2 ANNI( GUARDIAN) Il processo all'ex presidente iracheno Saddam Hussein non dovrebbe tenersi prima di due anni. Lo afferma oggi il Guardian citando fonti irachene vicine al consiglio governativo e in particolare il leader del Congresso Nazionale iracheno Ahmed Chalabi. Secondo il Guardian, il Tribunale speciale iracheno per i crimini contro l'umanità non dovrebbe affrontare il suo primo caso se non tra qualche mese, probabilmente ad ottobre col processo a Muhammad Ziman Abd Al-Razzaq al Sadun, ex presidente del partito Baath e comandante della milizia Baath di Baghdad. E Chalabi, al Guardian, spiega: "penso che ci vorranno almeno due anni prima di processare Saddam". È necessario, aggiunge, scegliere i giudici, preparare i tribunali, mettere a punto carceri sicure. Insomma, è un processo difficile e Chalabi non lo nasconde: speravamo di fare prima, "siamo frustrati: Inoltre, Chalabi spiega anche che al fondo della questione c'è un problema etico, politico e giuridico di difficile soluzione: "dobbiamo trovare una soluzione di equilibrio tra l'esistenza di garantire i diritti della difesa rispettando standard giuridici internazionali e il desiderio di vendetta degli iracheni. |
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- L'autorita' religiosa sciita ha preparato soluzioni alternative nel caso l'Onu giudicasse ufficialmente impossibile organizzare elezioni in Iraq prima del 30 giugno prossimo, come chiede l'ayatollah Al Sistani. Lo ha annunciato il suo rappresentante nella citta' santa di Karbala. ''La Marjalya (direzione religiosa sciita) ha stabilito una serie di soluzioni di ricambio, che non possiamo rivelare ora, in quanto aspettiamo la risposta dell'Onu'', ha detto ieri alla France Presse sheikh Abdel Mahdi al Karbalai. Karbalai ha sottolineato che il Grande ayatollah Sistani, massima autorita' degli sciiti iracheni, ''aspetta la risposta dell'Onu, non le dichiarazioni di qualcun altro'', in riferimento a una conferenza stampa di Lakhdar Brahimi, capo della missione Onu in Iraq. Questi ha escluso che elezioni dirette possano organizzarsi in Iraq prima del 30 giugno. Sheikh Karbalai ha ricordato che Sistani aveva detto il mese scorso: ''Se l'Onu giunge alla conclusione che le elezioni non sono possibili, deve presentare altre soluzioni''. Interrogato sulle ragioni dei timori degli sciiti a proposito dell'accordo firmato il 15 novembre scorso tra la coalizione e il Consiglio di governo provvisorio, Karbalai ha risposto: ''Abbiamo paura che il provvisorio duri in eterno''. Tale accordo prevede la designazione di un'assemblea transitoria, che scegliera' un governo provvisorio in carica fino alle elezioni generali previste a fine 2005, dopo l' elaborazione di una Costituzione da sottoporre a referendum | L'autorita' religiosa sciita ha preparato soluzioni alternative nel caso l'Onu giudicasse ufficialmente impossibile organizzare elezioni in Iraq prima del 30 giugno prossimo, come chiede l'ayatollah Al Sistani. Lo ha annunciato il suo rappresentante nella citta' santa di Karbala. ''La Marjalya (direzione religiosa sciita) ha stabilito una serie di soluzioni di ricambio, che non possiamo rivelare ora, in quanto aspettiamo la risposta dell'Onu'', ha detto ieri alla France Presse sheikh Abdel Mahdi al Karbalai. Karbalai ha sottolineato che il Grande ayatollah Sistani, massima autorita' degli sciiti iracheni, ''aspetta la risposta dell'Onu, non le dichiarazioni di qualcun altro'', in riferimento a una conferenza stampa di Lakhdar Brahimi, capo della missione Onu in Iraq. Questi ha escluso che elezioni dirette possano organizzarsi in Iraq prima del 30 giugno. Sheikh Karbalai ha ricordato che Sistani aveva detto il mese scorso: ''Se l'Onu giunge alla conclusione che le elezioni non sono possibili, deve presentare altre soluzioni''. Interrogato sulle ragioni dei timori degli sciiti a proposito dell'accordo firmato il 15 novembre scorso tra la coalizione e il Consiglio di governo provvisorio, Karbalai ha risposto: ''Abbiamo paura che il provvisorio duri in eterno''. Tale accordo prevede la designazione di un'assemblea transitoria, che scegliera' un governo provvisorio in carica fino alle elezioni generali previste a fine 2005, dopo l' elaborazione di una Costituzione da sottoporre a referendum |
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GR 9.30
India e Pakistan
al via primi colloqui di pace Hanno preso il via questa mattina a Islamabad i primi colloqui di pace fra India e Pakistan. Si tratta di un round di incontri preliminari fra funzionari di alto livello dei ministeri degli esteri dei due paesi che fra oggi e domani dovranno stabilire l'agenda e i tempi di un processo di distensione incentrato sulla questione del Kashmir, la regione contesa fra India e Pakistan da oltre 50 anni, ma anche, e questa è la novità accettata da Islamabad, sull'istituzione di misure preventive all'uso di armi nucleari. Dallo scorso mese di novembre tra i due stati è in vigore il cessate il fuoco lungo la linea di controllo che scorre lungo il confine del Kashmir. Una tregua che il mese scorso aveva reso possibile un incontro fra i leader dei due paesi, Perwez Musharraf e Atal Behari Vajpayee, a margine del forum dell'Associazione per la cooperazione regionale nell'Asia sudorientale.
IRAQ
Ministro esteri esclude elezioni entro il 30 giugno Sarà difficile che gli iracheni possano scegliere liberamente i loro rappresentanti in parlamento entro il prossimo 30 giugno. Lo ha confermato il ministro degli esteri iracheno Hoshyar Zebari. Una consultazione elettorale entro la prima metà del 2004 - ha detto Zebari a margine di una riunione di due giorni dei ministri degli esteri dei Paesi vicini all'Iraq, conclusasi ieri in Kuwait - dipenderà soprattutto "dalle conclusioni delle Nazioni Unite sulla situazione", dopo la recente visita nel Paese di una delegazione dell'Onu, che ne riferirà in settimana al segretario generale Kofi Annan. "Ma - ha precisato il rappresentante di Baghdad - credo che sarebbe estremamente difficile (...) tenere elezioni credibili e giuste prima del 30 giugno".
INTANTO UN CIVILE AMERICANO UCCISO IN IMBOSCATA A SUD DI BAGHDAD Altri tre feriti, un taxi con a bordo alcuni civili americani in viaggio tra Baghdad e la provincia di Babilonia è stato vittima di un'imboscata. Uomini armati hanno aperto il fuoco uccidendo uno degli americani a bordo e ferendo altre tre persone. L'attacco, rende noto oggi il comando miliare Usa, sarebbe avvenuto sabato scorso nella zona di Mahmudiyah, a una trentina di chilometri a sud di Baghdad. Gli americani colpiti, recita una dichiarazione dell'esercito Usa, facevano parte di un non meglio identificato "gruppo religioso". Probabilmente si tratta di volontari che lavorano per una qualche Ong.
SUL PIANO POLITICO, CHALABI DICHIARA: NIENTE PROCESSO A SADDAM PRIMA DI 2 ANNI( GUARDIAN) Il processo all'ex presidente iracheno Saddam Hussein non dovrebbe tenersi prima di due anni. Lo afferma oggi il Guardian citando fonti irachene vicine al consiglio governativo e in particolare il leader del Congresso Nazionale iracheno Ahmed Chalabi. Secondo il Guardian, il Tribunale speciale iracheno per i crimini contro l'umanità non dovrebbe affrontare il suo primo caso se non tra qualche mese, probabilmente ad ottobre col processo a Muhammad Ziman Abd Al-Razzaq al Sadun, ex presidente del partito Baath e comandante della milizia Baath di Baghdad. E Chalabi, al Guardian, spiega: "penso che ci vorranno almeno due anni prima di processare Saddam". È necessario, aggiunge, scegliere i giudici, preparare i tribunali, mettere a punto carceri sicure. Insomma, è un processo difficile e Chalabi non lo nasconde: speravamo di fare prima, "siamo frustrati: Inoltre, Chalabi spiega anche che al fondo della questione c'è un problema etico, politico e giuridico di difficile soluzione: "dobbiamo trovare una soluzione di equilibrio tra l'esistenza di garantire i diritti della difesa rispettando standard giuridici internazionali e il desiderio di vendetta degli iracheni.
INTANTO GLI SCIITI, PIANI ALTERNATIVI A ELEZIONI ENTRO 30 GIUGNO L'autorita' religiosa sciita ha preparato soluzioni alternative nel caso l'Onu giudicasse ufficialmente impossibile organizzare elezioni in Iraq prima del 30 giugno prossimo, come chiede l'ayatollah Al Sistani. Lo ha annunciato il suo rappresentante nella citta' santa di Karbala. La Marjalya (direzione religiosa sciita) ha stabilito una serie di soluzioni di ricambio, che non possiamo rivelare ora, in quanto aspettiamo la risposta dell'Onu, ha detto ieri alla France Presse sheikh Abdel Mahdi al Karbalai. Karbalai ha sottolineato che il Grande ayatollah Sistani, massima autorita' degli sciiti iracheni, aspetta la risposta dell'Onu, non le dichiarazioni di qualcun altro, in riferimento a una conferenza stampa di Lakhdar Brahimi, capo della missione Onu in Iraq. Questi ha escluso che elezioni dirette possano organizzarsi in Iraq prima del 30 giugno. Sheikh Karbalai ha ricordato che Sistani aveva detto il mese scorso: Se l'Onu giunge alla conclusione che le elezioni non sono possibili, deve presentare altre soluzioni. Interrogato sulle ragioni dei timori degli sciiti a proposito dell'accordo firmato il 15 novembre scorso tra la coalizione e il Consiglio di governo provvisorio, Karbalai ha risposto: Abbiamo paura che il provvisorio duri in eterno. Tale accordo prevede la designazione di un'assemblea transitoria, che scegliera' un governo provvisorio in carica fino alle elezioni generali previste a fine 2005, dopo l' elaborazione di una Costituzione da sottoporre a referendum
IRAN
ELEZIONI, ARRESTATO LEADER RIFORMISTA DEL PARTITO DI REZA KHATAMI, FRATELLO DEL PRESIDENTE Il responsabile per la citta' di Arak del maggiore partito riformista iraniano, il Mosharekat, e' stato arrestato mentre distribuiva un comunicato firmato dal suo e da altri gruppi riformisti. Lo scrive oggi il quotidiano Yas-e Now, organo dello stesso Mosharekat. Davud Baqeri, e' stato arrestato insieme a quattro collaboratori, i quali successivamente sono stati rilasciati. Yas-e Now aggiunge che il responsabile del proprio supplemento per la stessa citta' di Arak, circa 250 chilometri a sud-ovest di Teheran, e' stato convocato in tribunale, ma non precisa le accuse che gli sono state rivolte. Il Mosharekat (Fronte per la partecipazione) e' guidato da Reza Khatami, fratello del presidente della Repubblica Mohammad Khatam