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GR ORE 13.00

Israele

Un milione di arabi in Israele osservano oggi una giornata di mobilitazione e di sciopero nell' anniversario della Giornata della Terra - il 31 marzo 1976 - quando la polizia israeliana uccise sei arabi che dimostravano contro la confisca delle loro terre. Le manifestazioni odierne giungono in un momento di particolare tensione per la recente uccisione a Gaza del leader di Hamas, sceicco Ahmed Yassin, da parte dell'aviazione israeliana. Altri motivi di tensione sono dovuti alla demolizione di edifici illegali nel settore arabo israeliano, e all'arresto - avvenuto alcuni mesi fa - dal leader del Movimento islamico nel Nord di Israele, sceicco Raed Sallah, sospettato di aver mantenuto contatti con Hamas. Manifestazioni di solidarieta' con gli arabi israeliani sono state indette nei Territori dalla Autorita' nazionale palestinese. La polizia israeliana ha rafforzato le misure di sicurezza ma ha reso noto che gli agenti cercheranno nella misura del possibile di non entrare oggi negli insediamenti arabi.

Francia

Sara' annunciata domani la nuova compagine di governo francese, il 'Raffarin III', annuncia una nota dell'Eliseo, dopo l'incontro di questa mattina tra il presidente Jacques Chirac e il primo ministro Jean-Pierre Raffarin. Slitta cosi' a venerdi' il previsto consiglio dei ministri di domani. Secondo quanto affermato alla Rtl dal segretario di Stato ai Trasporti, Dominique Bussereau, molto vicino al premier Raffarin, il prossimo governo dovra' essere composto da un gruppo molto politico di uomini e donne con una profonda esperienza nella vita pubblica. Risale al maggio del 2002 il primo governo a guida Raffarin, formato dopo le elezioni presidenziali; il secondo era nato a giugno, dopo la vittoria dell'Ump alle legislative. Ora, secondo alcuni osservatori, le poltrone piu' a rischio sarebbero quella di Francis Mer, alle Finanze, di Luc Ferry, all'Istruzione, e di Jean-Francois Mattei alla Sanita'.

Spagna

Il giudice Juan del Olmo ha confermato l'arresto di due dei cinque detenuti nell'inchiesta sulle stragi di Madrid dell'11 marzo scorso che ha interrogato la scorsa notte, uno dei quali sarebbe stato uno degli autori materiali degli attentati, liberandone altri tre. Con questa decisione del magistrato dell'Audiencia Nacional che coordina le inchieste sulle stragi, sono 14 le persone accusate formalmente di aver partecipato nell'organizzazione ed esecuzione delle stragi di Madrid (su 20 arrestate) e rimane un solo detenuto che deve essere interrogato dalla giustizia. Il presunto autore materiale interrogato nella notte di ieri - il giudice del Olmo ha annunciato le sue decisioni dopo le 3 del mattino- e' il siriano Basel Ghayoun, che e' stato riconosciuto da due passeggeri a bordo di uno dei quattro treni della morte di Madrid, secondo informazioni dell'agenzia Efe. Arrestato la settimana scorsa a Ugena, vicino Toledo, Ghayoun ha dichiarato che al momento delle esplosioni di Madrid stava dormendo, ma ha ammeso di conoscere almeno due dei presunti responsabili degli attentati, fra i quali Jamal Zagoum, altro presunto autore materiale degli attentati, arrestato due giorni dopo le stragi e attualmente in carcere. L'altro detenuto il cui arresto e' stato confermato e' il marocchino Hamid Ahmidam, che e' stato accusato anche di reati collegati al traffico di droga, giacche' la polizia ha trovato nel suo domicilio sostanze stupefacenti non meglio definite.

Estradizioni

Una corte d'appello belga ha respinto la richiesta di estradizione in Spagna di due baschi sospettati di aver ospitato membri dell'Eta che uccisero un poliziotto nei primi anni '90. Lo ha riportato la stampa nazionale. Il legale di Luis Moreno Ramajo e Raquel Garcia ha spiegato che la richiesta è stata respinta sulla base di una simile richiesta inoltrata 8 anni fa e anch'essa respinta. L'ufficio della procura potrebbe ancora ricorrere in appello. Un tribunale di prima istanza due settimane fa ha stabilito che un nuovo mandato d'arresto dell'Unione europea usato dalla Spagna per chiedere l'estradizione non era valido perché i presunti crimini sono stati commessi oltre 10 anni fa. La coppia avrebbe nascosto alcuni membri dell'Eta nel dicembre 1991 e nel gennaio 1992. Sono vissuti in Belgio dal 1992. Nel 1996 la Corte suprema del Belgio aveva rovesciato una decisione del governo di estradare la coppia, innescando una crisi diplomatica con la Spagna che sospese la cooperazione giuridica con il Belgio.

Gran bretagna

Scotland Yard ha confermato oggi i fermi d) vari sospetti terroristi islamici effettuati durante una serie di blitz della polizia nel Sussex, nel Surrey, nella Thames Valley, a Londra e nel Bedfordshire. La notizia era stata anticipata dall'emittente televisiva satellitare Sky News, secondo cui durante le perquisizioni gli agenti avrebbero trovato nelle abitazioni dei sospetti quantita' significative di materiale utilizzato per la produzione di ordigni esplosivi.

Cina

La polizia cinese ha arrestato tre madri di altrettanti studenti uccisi nella violenta repressione della manifestazione studentesca sulla piazza Tienanmen nel giugno del 1989. Le tre donne fanno parte dell'Organizzazione delle Madri della Tienanmen, che cerca giustizia per gli studenti uccisi nella notte tra il 3 e 4 giugno di 15 anni fa. Le autorita' cinesi non hanno dato alcuna spiegazione per l'arresto delle tre donne, tra cui figura Ding Zilin, la 67enne professoressa in pensione leader dell'organizzazione che ha perso il figlio di 17 anni nella piazza Tienanmen. Ding e' stata arrestata ieri mattina nella citta' di Wuxi, nella Cina orientale, mentre le altre due, Zhang Xianling e Huang Jinping, sono state portate via dalle loro case a Pechino senza alcuna spiegazione e senza rivelare dove venivano portate

Guatemala

‘Campesinos’ e nativi di tutto il Guatemala sono attesi oggi nella capitale per la seconda ‘Marcia nazionale indigena’, convocata per esortare il presidente Oscar Berger a rispettare l’accordo sottoscritto con i rappresentanti dei popoli autoctoni durante la sua campagna elettorale, nel novembre scorso. In occasione della prima ‘Marcia’, Berger aveva sottoscritto un documento contenente 134 rivendicazioni stilate dalle organizzazioni indigene, promettendo di accoglierle, in caso di vittoria alle urne, entro 100 giorni dall’inizio del suo mandato presidenziale. A due mesi dal suo insediamento, gli indigeni hanno deciso di tornare in piazza per chiedere al governo maggiore attenzione a questioni come la discriminazione razziale e la riforma agraria. I nativi continuano a denunciare una generale disparità di trattamento nei loro confronti per quanto riguarda l’accesso ai servizi sociali e al possesso della terra coltivabile che per il 65 per cento è in mano al 2 per cento della popolazione guatemalteca. Che la mancanza di terra significhi non poter provvedere al proprio sostentamento, ricordano le organizzazioni indigene, è comprovato dal fatto che, in base a dati ufficiali, tre famiglie povere su quattro sono autoctone. Gli indigeni rivendicano inoltre gli indennizzi promessi ai parenti delle vittime della lunga guerra civile (1960-’96) conclusa con un pesante bilancio di violenze ai danni delle comunità maya. Berger ha già annunciato che intende quanto prima ripristinare la Commissione paritaria dei diritti relativi alla terra dei popoli indigeni (Copart), il ‘tavolo del dialogo’ sullo sviluppo rurale e la Commissione presidenziale per la risoluzione dei conflitti legati alla terra (Comtierra).

Colombia

I combattenti dell’Eln (Esercito di liberazione nazionale), secondo gruppo guerrigliero della Colombia, hanno scritto una lettera aperta al premier eletto spagnolo, José Luis Rodríguez Zapatero, esortandolo “a guidare le nuove espressioni di speranza alle quali il mondo aspira”. Nel documento, reso pubblico solo ieri dalla stampa colombiana, il ‘Comando centrale dell’Eln’ (Coce) afferma che durante il governo di José María Aznar, la Spagna prima “amica del processo di pace in Colombia, si è allineata con il partito della guerra guidato da Alvaro Uribe (il presidente colombiano, ndr) sostenendolo con armi e munizioni. Dio voglia – prosegue il testo – che il suo nuovo governo sia un valido appoggio per il processo di pace che richiede la nostra patria e che contribuisca inoltre a frenare le iniziative che intendono espandere il conflitto in tutta l’area andina”. Riguardo al trionfo elettorale di Zapatero, i vertici dell’Eln sostengono che dimostra “come gli spagnoli vogliano distinguersi dall’alleanza internazionale che promuove la guerra di sterminio contro i popoli”. I ribelli dell’Eln e l’amministrazione Uribe hanno sospeso nel dicembre del 2002 i contatti avviati per aprire formalmente il negoziato di pace. Nel febbraio dello stesso anno si sono anche interrotte le trattative in corso tra Bogotá e i guerriglieri delle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia). Attualmente Uribe è impegnato in un faticoso processo di pace con i paramilitari delle Auc (Autodifese unite della Colombia) che, sulla carta, dovrebbe portare entro il dicembre 2005 al disarmo dei circa 10mila uomini che fanno capo a Carlos Sastaño e Salvatore Mancuso

Napoli

Gli operai della Metalfer Sud hanno tolto il presidio nei pressi del casello di Torre Annunziata (Napoli) dell'autostrada Napoli-Pompei-Salerno, consentendo la ripresa della circolazione in entrambi i sensi di marcia. Da giorni i 107 lavoratori dell'azienda sono in agitazione per sollecitare il pagamento delle spettanze e avere certezze sul loro futuro occupazionale. Ieri gli stessi operai hanno bloccato per alcune ore la stazione ferroviaria

Palermo

da ieri serala facolta di lettere e filosofia di palermo è in occupazione contro il DDL Moratti. L'occupazione si protrarra' per la prossima settimana, trasformando la facolta' nel centro nevralgico del movimento cittadino antagonista E' in programma una settimana di studi e analisi sulla politica universitaria dall'89 ai giorni nostri in difesa del pensiero critico e libero.

  • === G.R. 9.30 ===

M.O./ ISRAELE

Ariel Sharon ha raggiunto un accordo con il partito laburista per formare un nuovo governo al rientro dalla visita negli Stati Uniti, in programma il 14 aprile. Lo ha scritto nella sua edizione odierna il quotidiano 'Maariv'. Ieri il primo ministro israeliano ha ribadito l'intenzione di realizzare il piano di disimpegno dai palestinesi, nonostante le accuse di corruzione nei suoi confronti e le minacce degli alleati di abbandonare l'esecutivo. La proposta di ritiro dalla striscia di Gaza e da parte della Cisgiordania sarà sottoposta il prossimo mese all'approvazione del Consiglio dei Ministri, quando Sharon tornerà da Washington. Se non ottenesse il via libera, il premier si è detto pronto a formare un nuovo governo moderato. Il deputato laburista Yitzhak Herzog ha dichiarato alla Radio israeliana che l'intesa paventata da Maariv è stata una "cortina di fumo" evidentemente studiata per allentare le pressioni su Sharon. Secondo il quotidiano, l'accordo è stato bloccato in seguito alla richiesta di rinvio a giudizio a Sharon per le accuse di corruzione, formulata dal procuratore capo Edna Arbel. Un altro parlamentare laburista, Ben-Eliezer, ha riferito al quotidiano Haaretz di non sapere nulla dell'accordo segreto tra il primo ministro e il suo partito per un governo di unità nazionale.

CECENIA

Shamil Basayev, principale leader militare della guerriglia cecena ha oggi minacciato di estendere le azioni terroristiche contro i russi anche fuori della Federazione in risposta all'uccisione il 13 febbraio scorso dell'ex presidente ceceno Zemlikhan Yandarbiyev in Qatar.

IRAQ/SPAGNA

La partenza di un gruppo di militari spagnoli da Saragozza per dare il cambio ai loro colleghi in Iraq non è stata ritardata ieri da motivi tecnici, come ha detto la versione ufficiale del governo. In realtà sulla questione "avvicendamento" truppe si è giocata una durissima partita tra il governo uscente di Jose Maria Aznar e il futuro premier Zapatero. Aznar ha bloccato l'avvicendamento per far venire allo scoperto Zapatero, che messo alle strette ha rotto gli indugi e con una lettera ha preso per la prima volta una posizione scritta sulla questione. Scrivendo ad Aznar, Zapatero gli ha detto esplicitamente: o rispetti il "diritto" dei soldati ad avere il cambio e decidi "in modo definitivo e urgente" il loro ritiro. La settimana scorsa, il governo uscente aveva chiesto ai socialisti di assumere una posizione ufficiale sulla questione dell'avvicendamento truppe ma il Psoe aveva risposto che la questione era di competenza dell'esecutivo uscente. Ieri così Aznar ha deciso di forzare i tempi bloccando la partenza dei soldati. Immediata la replica di Zapatero. Una breve, secca lettera pubblicata integralmente oggi dal quotidiano El Mundo: l'avvicendamento, dice Zapatero, non è solo "un diritto delle truppe" ma una misura indispensabile per garantire "la sicurezza dei nostri soldati". Il governo, perciò, "ha l'obbligo di attenersi all'ordinamento giuridico spagnolo". Quindi l'alternativa senza mezzi termini: "se vostra eccellenza non è in condizione di far fronte ai suoi compiti come presidente del consiglio i carica, e non ritira l'ordine di sospensione dell'avvicendamento, le consiglio di avviare le pratiche per un ritiro urgente e definitivo dei nostri soldati" dall'Iraq. Tutta politica e umorale la risposta di Aznar (anch'essa pubblicata oggi dal Mundo). "Mi rallegro - dice il premier popolare - che lei si sia deciso a prendere posizione in maniera esplicita, senza margini per equivoci o interpretazioni diverse a posteriori". Ma "mi rincresce vedere, debbo dirlo, e non capisco perché usi un tono che posso solo definire poco cortese". Asciutta ma puntale la conclusione: "la informo che ho ordinato al ministero della difesa di procedere all'avvicendamento delle truppe, in conformità alla volontà politica espressa da sua eccellenza".

UZBEKISTAN

L'esplosione di questa mattina e una sparatoria tra polizia e presunti terroristi alle porte della capitale Tashkent hanno fatto diversi feriti. Lo affermano l'agenzia russa Itar-Tass e lo confermano fonti diplomatiche occidentali. Gli incidenti odierni vengono dopo due giorni di estrema violenza. Ieri due attentati kamikaze e due assalti contro la polizia hanno ucciso 19 persone e fatto almeno 26 feriti. Il presidente uxbeko Islam Karimov ha condannato l'accaduto accusando gli estremisti islamici e ha annunciato che la polizia ha già effettuato alcuni arresti. Secondo Karimov, dietro gli attacchi ci sarebbe un gruppo estremista di recente messo fuori legge, l' Hizb ut-Tahrir (Partito della Liberazione), sinora mai collegato ad azioni terroristiche. Il gruppo ha negato qualsiasi coinvolgimento.

CINA

Esplosione in miniera Sono dodici i minatori dispersi dopo un'esplosione di gas in una miniera nella provincia di Hunan, nella Cina centrale. Le cause della deflagrazione non sono ancora chiare e gli investigatori sono al lavoro così come le squadre di soccorso.

gror040330 (last edited 2008-06-26 09:50:07 by anonymous)