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GR ORE 19.30

Irak (AUDIO)

Altra giornata di sangue in Irak, dove la rivolta contro le treuppe di occupazione ha investito ormai tutto il paese. E' la guerra che in questi mesi nessuno ha voluto vedere, che oggi emerge in tutta la sua gravità. Una situazione che in pochi hanno denunciato, senza essere ascoltati. Ora, anche i media ufficiali ne prendono atto, contando il numero dei morti. Negli ultimi tre giorni sarebbero almeno 200, quasi tutti iracheni. La reazione delle truppe di occupazione è sempre più spropositata: oggi un missile è stato lanciato su una moschea a Falluja, provocando almeno trenta morti, nel tentativo di far evacuare le truppe ucraine. Nella setssa città stanotte sono stati uccisi almeno 60 iracheni. lo affermano fonti ospedaliere della città sunnita che rendono noto che oltre ai morti ci sarebbero anche 130 feriti. Tra le vittime del raid di ieri sera, quando gli aerei Usa hanno distrutto Quattro abitazioni facendo 26 morti - ci sarebbero anche 16 bambini e otto donne E a Kirkut una manifestazione è stata dispersa sparando sulla folla, e provocando altre dieci vittime.Secondo la polizia locale, una sessantina di miliziani iracheni hanno aperto il fuoco, e gli americani hanno risposto in difesa. Ma testimoni e fonti mediche sostengono che le vittime irachene erano disarmate. Intanto le forze Usa hanno chiuso tutte le vie d'accesso alla citta' e hanno avviato rastrellamenti e perquisizioni casa per casa. (audio)

  • Non si contano più invece i casi isolati, stillicidio in tutto il paese. Un paese in guerra, da cui gli Stati Uniti nonm vogliono però andarsene: troppi gli interessi, economici certo, ma ora anche elettorali. Valter Peruzzi, guerre e pace

Proteste

Un grande presidio per sollecitare il ritiro immediato delle truppe in Iraq. Si terra' domani a partire dalla 17 a Piazza del Gesu' a Napoli. A proporla il Comitato napoletano contro la guerra. I dissidenti si ritroveranno in piazza per confermare il loro no alla presenza dei militari in quell'area e la preoccupazione per la costante escalation di violenza che non risparmia - dicono - ne' armati ne' civili.

Proteste due

I disobbedienti del Nordest, attraverso Luca Casarini, hanno annunciato per domani l'organizzazione di un presidio davanti alla caserma del quarto Battaglione Carabinieri di Mestre.

Proteste tre

A roma assemblea

uranio

Un maresciallo elicotterista della Marina è stato ricoverato all'ospedale per un tumore ad un testicolo. Il militare, di origine sarda, è stato presente in tutti i le zone di guerra dove gli Usa hanno rovesciato tonnellate di uranio: la prima guerra contro l'Irak, la Somalia, il Kosovo, la Macedonia e di nuovo l’Irak. Al rientro dall'ultima missione in Irak, il 12 dicembre 2003, è stato ricoverato in ospedale con la diagnosi del tumore. Il padre e la madre non possono permettersi di stare vicini al figlio, lei paralizzata, lui invalido costretto su una carrozzella. La denuncia arriva dal coordinamento sardo “gettiamo le basi, che sottolinea come la Sardegna continua a pagare con la sofferenza dei suoi figli le irresponsabili politiche belliche intraprese dall'Italia. Abbiamo sentito il padre del militare malato

Eurojust

L'aula di Montecitorio ha approvato la legge che recepisce la decisione Ue sull'istituzione di Eurojust, la Superprocura europea alla quale e' delegata la persecuzioni delle forme di reato piu' gravi, con particolare attenzione per il terrorismo internazionale. Ogni paese membro dovra' inviare un pm a rappresentarlo, tra una rosa di candidati precedentemente vagliata dal Csm. La decisione quadro era stata presa dal Gai (l'autorita' che raccoglie i misitri dell'Interno e della Giustizia dell'Unione), il 28 febbrario del 2002.

Afagnistan

Le milizie leali al signore della guerra afghano Abdul Rashid Dostum hanno assunto il controllo di diversi distretti della provincia di Faryab, nel nord-ovest dell'Afghanistan, e si trovano ora a circa 25 chilometri dal capoluogo Maimana. Lo rivela l'agenzia di stampa Afghan Islamic Press (Aip), basata in Pakistan, che cita anche il governatore della provincia, Anayatullah Anayat, secondo il quale la situazione e' grave. Proprio ora le nostre forze stanno prendendo posizione per difendere Maimana, ha aggiunto il governatore. Dostum, che e' di etnia uzbeka ed e' stato fra i piu' potenti capi militari dell'Alleamza del Nord, che combatteva il regime dei Taleban, e' stato anche viceministro della difesa nel governo del presidente Hamid Karzai ed e' il signore incontrastato di gran parte del nord ed ha la sua base nella citta' di Mazar-i-Sharif, circa 200 chilometri a est di Maimana. Non è il primo dei personaggi portati al potere dagli stati uniti dopo la guerra in afganistan a condurre poi in seguito una propria personale guerra per riconquistare il perduto potere, segno ancora una volta di cosa significhi la democrazia per gli Usa

Processo 11 settembre

Un tribunale di Amburgo ha deciso per il rilascio di Mounir El Motassedeq, 30 anni, l'unico presunto terrorista mai condannato in relazione agli attentati dell'11 settembre, dopo che il verdetto sulla sua colpevolezza per complicità in strage e militanza in organizzazione terroristica era stato annullato il mese scorso. Motassedeq è stato protagonista del primo processo al mondo celebrato per gli attentati dell'11 settembre 2001 negli Stati Uniti. Nel febbraio 2003 era stato condannato a 15 anni per aver offerto appoggio logistico e finanziario a tre dei dirottatori dei voli, che si schiantarono contro le Torri gemelle a New York e il Pentagono (la cosiddetta 'cellula di Amburgo'). Una corte d'appello ha successivamente annullato il verdetto e ha ordinato un nuovo processo a partire dal 16 giugno, sostenendo che il marocchino non è stato sottoposto a un processo equo, perché gli Usa hanno impedito che Ramzi Binalshibh, testimone chiave in loro custodia, deponesse al processo. Il rilascio di Motassedeq è comunque condizionato alla sua permanenza ad Amburgo, e l'uomo non avrà diritto a un nuovo passaporto, come ha precisato Sabine Westphalen, portavoce della corte statale di Amburgo. Nella loro decisione, i giudici hanno poi spiegato di considerare i sospetti nei confronti dell'imputato meno gravi che in precedenza. Mentre il mandato d'arresto originale faceva riferimento a "sospetti molto fondati" che Motassedeq fosse colpevole di complicità in strage, adesso i sospetti risulterebbero "leciti", ha precisato Westphalen. Il giovane marocchino, iscritto alla facoltà di Ingegneria di Amburgo, si era sempre dichiarato innocente, affermando di aver conosciuto Mohammed Atta, presunto capo dei dirottatori dell'11 settembre, e altri esponenti della cellula islamica scoperti dalla polizia tedesca (Marwan al-Shehhi e Ziad Jarrah), ma di non essere mai stato al corrente dei piani terroristici contro gli Usa

palestina

Almeno nove dimostranti palestinesi sono rimasti feriti oggi durante disordini divampati alla periferia di Gerusalemme, nel villaggio di Biddu, dove sono in corso i lavori di costruzione della Barriera di difesa israeliana. Lo riferiscono fonti locali. Altri incidenti sono in corso da stamane nella 'casbah' di Nablus (Cisgiordania), durante un raid israeliano. Fonti locali riferiscono che due palestinesi armati sono rimasti feriti. In un ospedale di Nablus e' intanto deceduto un ragazzo palestinese di 19 anni, rimasto ferito nei giorni scorsi in scontri con militari israeliani.

Ruanda (audio)

Con un minuto di silenzio a mezzogiorno in tutto il mondo, proposto dal segretario dell’Onu Kofi Annan, e l’inaugurazione di un memoriale a Kigali con i resti di duecentomila vittime del genocidio, si svolgerà oggi la commemorazione della tragedia che dieci anni fa insanguinò il Rwanda. Il 7 aprile è stata proclamata dalle Nazioni Unite ‘giornata della memoria’ per ricordare i massacri di massa che provocarono tra 500 e 800mila morti in poco più di tre mesi nel ‘Paese delle Mille Colline’; pochi giorni fa il governo del tutsi Paul Kagame – nel 1994 capo dei ribelli del ‘Fronte patriottico ruandese’ (Fpr) e oggi capo dello Stato – ha annunciato di aver raccolto documenti sull’identità di 937.000 vittime. Molti ruandesi – probabilmente non calcolati nella macabra contabilità del genocidio – morirono anche nei mesi successivi alla ‘fine’ delle stragi su larga scala: si calcola che due milioni di persone furono costrette a fuggire verso l’allora Zaire ed ammassate in giganteschi campi profughi dove le malattie e gli attacchi delle forze ruandesi provocarono decine di migliaia di vittime che, oggi, non vengono commemorate.

7 aprile (audio)

Era il sette aprile di 25 anni fa, quando l'inchiesta di rosario priore portò all'arresto di molti compagni e compagne

7 aprile francia (audio)

E oggi si sarebbe dovuto avere il verdetto della Chambre d'accusation su cesare battisti. Ma invece tutto è rimandato, poichè la magistratura italiana ha inviato ieri nuovi atti. Ma l'udienza prevista, e il previstyo presidio, si terranno comunque

Nazismo

Tolto dalla commissione parlamentare d'inchiesta sulle stragi nazifascisite il segreto su 60 atti della Procura militare di Roma.Tali atti riguardano crimini commessi nel Lazio dopo l'8/9 '43 e rientrano tra i fascicoli trovati nel '94 a Palazzo Cesi nascosti nel cosiddetto 'armadio della vergogna' perche' conteneva notizie di reati mai perseguiti compiuti contro 15 mila uomini, donne e bambini uccisi nel 1943-1945. D'accordo tutte le forze politiche per prorogare la Commissione.

Equador

Sei giornalisti sono stati presi in ostaggio ieri nel carcere femminile di 'El Inca', a nord di Quito, nell'ambito di una protesta generalizzata dei reclusi in Ecuador. Lo riferiscono i media nella capitale ecuadoriana. Da domenica la tensione e' al massimo in vari centri di detenzione maschili e femminili di Quito, Guayaquil e Ibarra, con un totale di almeno 400 persone, per lo piu' parenti e amici dei reclusi, che sono rimaste bloccate contro la loro volonta'. Non ascoltando i consigli della direzione del carcere, i giornalisti sono entrati nel padiglione in fermento di 'El Inca' diventando ostaggi come altre 150 persone. Per parte loro, le detenute del Carcere femminile di Guayaquil hanno preso in ostaggio il console tedesco Buchard Von Camp, rilasciandolo ore dopo. Sono in corso trattative su vasta scala per cercare di rispondere alle richieste dei reclusi che chiedono miglioramenti nelle condizioni di vita, snellimento delle pratiche giudiziarie e maggiori stanziamenti per la giustizia.

Alfa arese (audio)

Accordo fatto per il rilancio dell'area industriale dell'Alfa di Arese. L'accordo riguarda 550 posti di lavoro e prevede l'insediamento di 15 attivita' produttive. L'accordo e' stato siglato dopo una trattativa ininterrotta di sedici ore tra le parti in causa, trattativa guidata dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, è stata per lui una sconfitta, visto che proprio la regione aveva più volte annullato i piani di ristruttirazione dell'alfa

Reddito

Una proposta di legge di iniziativa popolare per istituire un bonus di inserimento per i giovani che cercano lavoro: 700 euro al mese per seguire un percorso formativo che abbi come sbocco l'occupazione. E' l'iniziativa che i democratici di sinistra hanno presentato oggi a Palermo, alla presenza del responsabile delle politiche per il Mezzogiorno della Quercia, Roberto Barbieri. In Sicilia la raccolta delle firme partira' nel week-end siuccessivo alle feste pasquali. L'obiettivo, ha spiegato Barbieri, e' di raggiungere la quota minima delle 50 mila firme prima delle elezioni di giugno, in modo da inserirlo nell'agenda del Parlamento gia' a luglio. Un'iniziativa, come altgre analoghe già presentate dalla stesssa formazione politica, volta quindio a coprire tutto il periodo della campagna elettorale, e quindi finalizzata a cercare voti...

G.R. 13,00

IRAQ

FALLUJAH: 60 IRACHENI UCCISI NELLA NOTTE Tra le vittime almeno 16 bambini e 8 donne - nella battaglia che si sta combattendo a Fallujah sono stati uccisi nella notte almeno 60 iracheni. lo affermano fonti ospedaliere della città che rendono noto che oltre ai morti ci sarebbero anche 130 feriti. Tra le vittime del raid di ieri sera, quando gli aerei Usa hanno distrutto Quattro abitazioni facendo 26 morti - ci sarebbero anche 16 bambini e otto donne. Altri 12 iracheni sono morti negli scontri di questa notte nella città di Kut, nel sud del Paese; altri quattro nel quartiere sciita al Sadr di Baghdad, mentre due iraniani sono deceduti a Karbala, dopo essere finiti in uno scontro a fuoco tra milizie sciite e truppe della coalizione. Lo hanno riferito fonti ospedaliere. Secondo alcuni testimoni, anche un civile britannico, che lavorava per un'azienda privata di sicurezza, è stato ucciso dalle milizie che hanno occupato il suo uffico a Kut. Sono proseguiti nella notte, infatti, gli scontri tra le truppe della coalizione e le milizie del leader sciita Muqtada al Sadr. Oggi l'esercito al-Mahdi sembra aver preso il controllo delle città di Kut e Kufa, occupando i palazzi governativi e vagabondando per le strade, senza che la polizia intervenga

IRAN INVITA SCIITI ALLA CALMA Kharrazi ha detto che comitati sono stati organizzati dal popolo nelle regione sciite per riportare la situazione sotto controllo. Il ministro iraniano ha espresso rammarico per i fatti degli ultimi giorni, accusando gli Stati Uniti di avere provocato questa seria crisi con un loro errore. La rivolta si è scatenata a seguito della chiusura di un giornale scita e all'arrestato di Moustafa al Yacoubi stretto collaboratore del leader del gruppo l'ayatollah Moqtada Sadr, ha visto la partecipazione di vaste masse di popolazione.

AMBASCIATORE SEMBLER, GLI USA SONO GRATI A ITALIA L'Italia ha fatto un eccellente lavoro nel fornirci appoggio nella guerra, siamo molto riconoscienti al governo italiano. L'ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, Melvin Sembler, in visita a Firenze ha ringraziato il governo italiano. L'ambasciatore americano ha anche ricordato l'incontro con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi assicurandolo che il presidente Bush e' rimasto molto colpito per la sua amicizia con gli Usa.

IRAQ: UCCISI 4 PELLEGRINI IRANIANI E AUTISTA IRACHENO Quattro pellegrini iraniani e il loro autista iracheno sono rimasti uccisi nei pressi di Kerbala, in Iraq, durante uno scontro a fuoco fra forze della coalizione e miliziani sciiti. Lo afferma la rete televisiva iraniana Khabar. Intanto fonti ospedaliere di Baghdad, affermano che la scorsa notte quattro iracheni sono stati uccisi e sette feriti in un raid aereo americano sul quartiere Gayyara a Sadr city, la grande aerea sciita di Baghdad. Sono inoltre morti tre iracheni che erano stati feriti martedi'. I quattro pellegrini iraniani si trovavano su un autobus diretto alla citta' santa sciita di Kerbala, quando sono stati coinvolti nella sparatoria. Altri tre pellegrini sono rimasti feriti. Secondo la rete televisiva Khabar, l'autobus e' stato colpito dal fuoco dei soldati americani. Il ministero iraniano degli Interni aveva avvertito i pellegrini a non recarsi nei luoghi santi in Iraq fino a quando la situazione non si sara' calmata.

NONOSTANTE LA GRAVITA DELLA SITUAZIONE IN IRAQ, MASTELLA:SI DICE D'ACCORDO CON PRODI, RESTIAMO MA CI VUOLE ONU E - "Sono d'accordo con quanto detto da Romano Prodi: bisogna restare là anche se il problema è molto drammatico e occore l'inizativa dell'Onu. Poi bisogna dialogare con i Paesi arabi moderati perché il problema è molto vasto". Lo ha detto Clemente Mastella, segretario di Alleanza Popolare-Udeur. "Bisogna fare fronte comune - ha aggiunto - per recuperare quella saldezza di principi per una presenza seria e di pace in quell'area.

GLI FA ECO LA LOGGIA, IMPROPONIBILE IPOTESI ABBANDONO = Penso sia realmente improponibile anche solo l'ipotesi di abbandono del nostro contingente di pace in Iraq. Lo ha dichiarato il ministro per gli Affari regionali Enrico La Loggia a margine dell'incontro in corso alla Farnesina tra il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e i presidenti delle Regioni per delineare strategie e indirizzi in ambito di politica estera a livello regionale. Anche dopo il 30 giugno la nostra intenzione e' restare fino a quando non vi saranno condizioni tali da assicurare al popolo iracheno un ordinato vivere civile -ha aggiunto La Loggia- Se ci sara' la necessita', e tutto fa pensare che ci sara', la presenza del contingente italiano permarra'. Va sottolineato comunque che la nostra e' un'operazione di pace e non di guerra.

INTANTO GLI USA HANNO CHIESTO RINFORZI AD ALTRI SEI PAESI Gli Usa non escludono che sia necessario inviare rinforzi in Iraq. Secondo fonti del Pentagono sono allo studio diverse ipotesi e l'amministrazione americana avrebbe anche chiesto almeno a sei paesi sinora non presenti in Iraq di inviare truppe. Queste alcune delle opzioni allo studio secondo la difesa Usa: lo spostamento di truppe già presenti in Iraq; il trasferimento anticipato di truppe che stanno già esercitandosi in Kuwait in Iraq; l'invio di nuove truppe dagli Usa, o riservisti o uomini già stanziati altrove. Ma un'altra possibilità, dicono sempre queste fonti, sarebbe quella di rafforzare il contingente internazionale della missione. In questo senso le fonti comunicano che sono stati avviati colloqui con sei paesi sinora non impegnati nel paese perché diano un contributo militare. Al momento in Iraq vi sono 135.000 militari americani e solo 24.000 soldati di altri paesi.

COME CONTORNO ALLUCINANTE DELLA DRAMMATICA SITUAZIONE IRACHENA, LA PROCURA ROMA APRE INCHIESTA PER TENTATO OMICIDIO sugli scontri di ieri a Nassiriya nel corso dei quali sono rimasti feriti i nostri soldati italiani. Vista la gravita' dei fatti, l'indagine sara' coordinata, oltre che dal capo del pool dell'antiterrorismo, Franco Ionta, anche dal procuratore Giovanni Ferrara. Il fascicolo per ora contiene articoli di stampa. Ogni commento è ovviamente superfluo.

PALESTINA

GERUSALEMME, 7 APR - Almeno nove dimostranti palestinesi sono rimasti feriti oggi durante disordini divampati alla periferia di Gerusalemme, nel villaggio di Biddu, dove sono in corso i lavori di costruzione della Barriera di difesa israeliana. Lo riferiscono fonti locali. Altri incidenti sono in corso da stamane nella 'casbah' di Nablus (Cisgiordania), durante un raid israeliano. Fonti locali riferiscono che due palestinesi armati sono rimasti feriti. In un ospedale di Nablus e' intanto deceduto un ragazzo palestinese di 19 anni, rimasto ferito nei giorni scorsi in scontri con militari israeliani.

LAVORO Accordo fatto per il rilancio dell'area industriale dell'Alfa di Arese. L'accordo riguarda 550 posti di lavoro e prevede l'insediamento di 15 attivita' produttive. L'accordo e' stato siglato dopo una trattativa ininterrotta di sedici ore tra le parti in causa, trattativa guidata dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Per Formigoni e' un risultato molto positivo su diversi versanti. Abbiamo garantito un'occupazione per tutti e create le condizioni per realizzare nuovi posti di lavoro; abbiamo assicurato un aumento del reddito di 200 euro mensili per ciascuno dei lavoratori in cassa integrazione. Abbiamo assicurato le condizioni per la firma della Convenzione che permettera' l'avvio delle nuove realtà produttive e varato un progetto concreto di industrializzazione dell'area di Arese in un settore all'avanguardia e competitivo come quello della mobilita' sostenibile.

G. R. 9,30

IRAQ

SCONTRI A FALLUJA ALMENO 36 I CIVILI UCCISI = Continua ad aggravarsi il bilancio degli scontri di ieri e della notte a Falluja tra marines statunitensi e miliziani sunniti. Secondo fonti sanitarie, i civili rimasti uccisi a causa dei furiosi combattimenti ammontano ad almeno 36, compresi 25 travolti dal crollo di una casa distrutta, stando a quanto denunciato da fonti locali, proprio dagli americani: un loro elicottero d'assalto avrebbe infatto lanciato missili aria-terra contro l'edificio, provocandone l'abbattimento. Dentro vi sarebbero state quattro intere famiglie del posto che avevano cercato riparo; i cadaveri di alcune vittime giacerebbero tuttora sotto le macerie in cui l'abitazione e' stata ridotta. Dopo aver circondato e isolato Falluja, la citta' forse piu' instabile dell'intero Iraq, a una sessantina di chilometri a ovest di Baghdad, i marines ieri erano entrati in forze per fare una rappresaglia in risposta al linciaggio, risalente a mercoledi' scorso, di quattro civili americani dipendenti di una compagnia di servizi di sicurezza della North Carolina, che lavoravano come guardie private per la coalizione alleata. I soldati Usa, appoggiati da carri armati, veicoli anfibi e blindati leggeri 'Humvee', avevano incontrato una forte resistenza da parte della guerriglia, che li aveva bersagliati con sporadici colpi di mortaio. Durante l'operazione, iniziata verso le 13 ora irachena (le 15 in Italia), erano stati fatti anche una quindicina di prigionieri, tra cui un presunto combattente sudanese e uno palestinese. Un'auto dalla quale era stato fatto fuoco contro il colonnello John Toolan, comandante del Primo Reggimento dei Marines, era stata colpita e distrutta dal fuoco di un elicottero e i suoi occupanti erano morti.

INVECE A NASIRIYAH LA TREGUA REGGE - Dopo la tensione di ieri sfociata negli scontri a fuoco fra i militari italiani e la popolazione irachena e i seguaci di Muqtada al-Sadr, stamattina a Nasiriyah la "situazione sembra calma". Lo riferiscono fonti del contingente italiano nel capoluogo della provincia meridionale di Dhi Qar. La tregua è stata concordata dai capi tribù e gli sceicchi locali con la governatrice Barbara Contini e il generale Gianmarco Chiarini, comandante della Joint Task Force-Iraq. Gli italiani parlano di "stabilità", dopo gli ordinari sopralluoghi che hanno svolto durante la notte nelle vie cittadine. Nelle violenze di ieri, sono rimasti feriti undici bersaglieri e ci sono stati 15 morti iracheni (fra cui due bambini e una donna); i rivoltosi sciiti avevano preso il controllo di alcune parti della città.

Intanto si contano i morti dei tre giorni di scontri, nel triangolo sunnita ma anche nelle città sciite del sud, almeno 136 iracheni e 30 soldati della coalizione hanno trovato la morte da domenica in Iraq. Si tratta dei combattimenti più violenti dalla caduta dell'ex presidente iracheno Saddam Hussein, l'anno scorso.

Da parte sua il segretario di Stato americano Colin Powell ha messo in guardia ieri il senatore democratico del Massachusetts Edward M. Kennedy, consigliandogli di essere più prudente nelle sue critiche all'azione americana in Iraq. Edward Kennedy ha definito il conflitto in Iraq "il Vietnam di George W. Bush", suscitando un avvertimento da parte di Powell. Kennedy "dovrebbe essere un po' più riservato e prudente nelle sue dichiarazioni perche' noi siamo in guerra" ha dichiarato Powell alla radio Fox News. Il segretario di Stato ha riconosciuto che discutere sulla guerra in Iraq è corretto e rientra nelle regole della democrazia americana. Ma "è anche il momento di unire la nazione dietro la sfida alla quale facciamo fronte in Iraq e in Afghanistan.

Dice la sua anche il generale Cabigiosu.E' chiaro come nel paese manchi una leadership e come se ne senta il bisogno: una debolezza facile da sfruttare, rileva Cabigiosu, che non vede un'alleanza in atto fra i vari gruppi, ma focolai diversi di rivolta. Siamo nel campo delle sommosse -spiega-, sobillate si', ma non dirette secondo un unico disegno. In ogni caso, sottolinea il generale, si rischia il caos. Occorre che emergano capi iracheni. Questa missione e' diversa da tutte le altre -dice Cabigiosu- Sono stato nei Balcani come comandante delle forze Nato in Kosovo, lo dico per esperienza. C'e' qualche analogia invece con la Somalia, con l'Afghanistan. Ma sono esperienze preziose che ci hanno dato modo di presentarci in Iraq ben preparati, a tutti i livelli. E ne abbiamo bisogno, dobbiamo essere pronti ad affrontare altri momenti difficili.

Nonostante il peggioramento delle condizioni di sicurezza in Iraq e la recente ondata di rivolte tra gli estremisti sciiti, la Corea del sud conferma l'impegno di inviare quanto prima un contingente di circa 3.600 soldati, di cui oltre la meta' unita' combattenti, in aggiunta ai 600 medici militari e tecnici del genio dislocati dal maggio scorso a Nassiriya. Lo ha detto stamani il ministro degli esteri sudcoreano Ban Kim Moon, all'indomani del rapimento e della successiva liberazione di due civili sudcoreani a Nassiriya

INDONESIA

ELEZIONI, IN VANTAGGIO PARTITO EX DITTATORE SUHARTO Al Golkar il 23,97%, al partito di Megawati il 16,94% Giacarta, 7 apr. (Ap) - I primi risultati delle elezioni legislative indonesiane mostrano in vantaggio il partito Golkar dell'ex dittatore Suharto, seguito dal partito della presidente Megawati Sukarnoputri. I dati ufficiali dello scrutinio delle elezioni svoltesi lunedì vedono in testa con il 23,97% il partito Golkar, mentre il Partito Democratico della Lotta, della presidente Megawati Sukarnoputri, ha conquistato finora il 16,94%. I risultati ufficiali si avranno comunque il 28 aprile, a causa della vastità del territorio indonesiano e della complessità della macchina elettorale

gror040407 (last edited 2008-06-26 10:00:43 by anonymous)