GR ORE 19.30

Genova

Stamattina si è tenuta la sesta udienza del processo ai 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio per i fatti relativi alle contestazioni al G8 del luglio 2001 E' stato rievocato stamane il 21 luglio 2001, l' ultima giornata del G8 con la proiezione del terzo dei dvd presentati dall'accusa nel corso del processo. L' udienza si e' poi articolata con una serie di nuove eccezioni da parte della difesa, poi respinte dal tribunale. In particolare l' avvocato Giorgio Bonamassa ha sostenuto la possibilita' che i dvd rappresentati dall' accusa non siano gli stessi depositati nel corso dell' udienza preliminare. La qual cosa comporterebbe la loro non utilizzabilita' nel processo. La questione, verra' riproposta dal difensore, su indicazione dello stesso tribunale, in sede di controesame.

AUDIO Avvocata Laura Tartarini

Aggressione fascista a Milano

Ieri sera intorno alle 22.00 una quindicina di nazisti armati di coltelli ha ferito un compagno nel quartiere Ticinese a Milano, a duecento metri dal luogo in cui un anno fa è stato ucciso Dax,e a pochi giorni dall'assalto al centro sociale Vittoria fortunatamente respinto. Soltanto pochi mesi fa un compagno antifascista è stato seguito e gravemente picchiato sotto la propria abitazione. Il compagno accoltellato ieri sera è tuttora all'ospedale e dovrebbe essere dimesso forse entro oggi perchè presenta ferite profonde ad una gamba e contusioni alla testa. Non è certo un caso che un gruppo di fascisti girasse armato e organizzato a colpire in un quartiere dove storicamente vi è la presenza di centri sociali e case occupate, e quindi bersaglio per razzisti e fascisti di ogni risma.

AUDIO

Piazza Fontana

Sono state pubblicate oggi le 642 pagine di motivazione della sentenza emessa il 12 marzo scorso, riguardo al processo per la strage di Piazza Fontana.I giudici di secondo grado sono d'accordo con la Corte d'Assise sulla responsabilita' di Freda e Ventura per la strage di Piazza Fontana. Lo si legge nelle motivazioni della sentenza d'appello che ha annullato l'ergastolo per Zorzi, Maggi e Rognoni. I giudici d'appello di Milano, nelle motivazioni alla sentenza per piazza Fontana, puntano il dito sui due neofascisti gia' processati, come possibili responsabili della strage ma chiariscono di non aver sufficienti elementi e soprattutto di non poter procedere in quanto gia' assolti con sentenza definitiva. Nelle motivazioni della sentenza con cui i giudici della Corte d'Assise d'Appello hanno annullato l'ergastolo per i tre imputati principali per la strage di piazza Fontana e' infatti sottolineato che il collegio ritiene di dover, in definitiva, condividere l'approdo cui la Corte di Assise di Milano, e' pervenuta in ordine alla responsabilita' di Freda Franco e Ventura Giovanni per i fatti del 12/12/69, pur avvertendo che tale conclusione, oltre a non poter provocare, per le ragioni piu' volte esposte, effetti giuridici di sorta nei confronti di costoro, perche' irrevocabilmente assolti dalla Corte d'Appello di Bari, e' il frutto di un giudizio formulato senza poter disporre dell'intero materiale probatorio utilizzato a Catanzaro e Bari. AUDIO: Saverio Ferrari dell'osservatorio sulle destre

ESTERI:

IRAQ

Falluja

La tregua nella citta' assediata di Falluja e' stata prorogata almeno fino a stasera per permettere di continuare i negoziati tra combattenti della guerriglia sunnita e soldati americani. Lo ha detto un mediatore. La tregua dovrebbe durare almeno fino a stasera ma speriamo che durera' piu' a lungo, ha detto all'Afp Fuad Raui, un alto responsabile del Partito islamico iracheno che guida i negoziati per arrivare a un cessate il fuoco ad oltranza. Citando fonti ospedaliere locali, Raui ha confermato che nella settimana di feroci combattimenti tra guerriglia e marines sono stati uccisi piu' di 600 iracheni e 1.250 sono rimasti feriti. Tra i morti ci sono 160 donne, 141 bambini e molti anziani, ha aggiunto. Comunque oggi nel pomeriggio un elicottero Usa Apache e' stato visto in fiamme a terra vicino a Falluja da un reporter della Associated press. Testimoni hanno detto che e' stato colpito da un razzo sparato da terra e che l'elicottero e' in fiamme. I militari Usa che si recavano per il soccorso sono stati attaccati da uomini armati. Inoltre sempre a Falluja un Marine americano e' stato ucciso ed altri sette sono rimasti feriti in corso di combattimenti. Lo ha annunciato un portavoce dei marine.

Irak: arrestato un aiutante di Al Sadr

Un aiutante del leader shi'ita Muqtada Sadr, Hazem al-Haraj, e' stato arrestato dalle forze d'occupazione USA in Iraq, a Baghdad, questa mattina. Intanto, il portavoce del ministro degli Esteri iraniano, Hamid Reza Asefi, ha definito "infondate e false" le notizie rimbalzate su alcuni media esteri, secondo cui Muqtada Sadr starebbe cercando asilo in Iran. Un comunicato emesso dal dipartimento stampa del ministero degli esteri e riportato dall'agenzia IRNA, ha ribadito che l'Iran non si occupa degli affari interni iracheni. Da varie fonti, secondo testimoni, risulta però che il vice del capo religioso sciita Moqtada al Sadr arrestato oggi dagli statunitensi a Baghdad sia stato rilasciato.

Irak, richieste nuove truppe

Gli Stati Uniti hanno chiesto nuovamente al Pakistan di inviare truppe in Iraq, ma questa volta nell'ambito di un'eventuale forza delle Nazioni Unite da dispiegare dopo il passaggio di poteri a un governo autonomo previsto per il 30 giugno. Ne hanno dato notizia fonti diplomatiche di Islamabad. La richiesta e' stata comunicata dall'ambasciatrice americana Nancy Powell nel corso di una riunione al ministero degli Esteri pakistano. A quanto riferito da un portavoce, da parte sua "Islambad non si e' impegnata". Gia' lo scorso anno, Washington aveva sollecitato il Pakistan a dispiegare diecimila soldati, ma il governo si era rifiutato di partecipare a una missione a guida americana. Islambad, pero', ha piu' volte assicurato che potrebbe prendere in considerazione l'ipotesi di partecipare a un'operazione sotto il comando dell'Onu.

Irak :rapiti quattro italiani

Quattro italiani sono stati rapiti in Iraq. A riferirlo e' l'emittente 'Al Jazeera', che ha mostrato le immagini dei 4 uomini e dei loro documenti. La notizia è poi stata verificata e confermata. I 4 sono guardie di sicurezza di nazionalità italiana e sono stati rapiti da un gruppo denominato "Brigate dei Mujahidin"; l'emittente 'Al Jazeera' ha mostrato un video nel quale, il gruppo ha dichiarato che tratterrà gli italiani fino a quando non verranno soddisfatte le sue richieste, che prevedono il ritiro delle truppe militari italiane dal suolo iracheno, il rilascio degli imam sequestrati e scuse formali da parte del governo di Roma per aver partecipato "alla guerra di conquista dell'Iraq". Gli italiani sono gli ultimi stranieri ad essere stati sequestrati in Iraq, a tutt'oggi gli stranieri prigionieri sarebbero 40, appartenenti a 12 paesi. Poco prima, cinque ucraini e tre russi erano stati rilasciati dopo poche ore dalla cattura. Secondo la stampa di Mosca, gli otto sono stati rilasciati non appena i rapitori si erano accorti della loro nazionalità. La Russia e' stata uno di quei paesi che più si e' opposto all'aggressione anglo-americana dell'Iraq. I quattro ostaggi italiani, in un primo momento sono stati identificati come dipendenti della societa' americana Dts security.In seguito uno i loro è stato riconosciuto come un responsabile della società Presidium, una società multinazionale con sede a Olbia e alle Seychelles. Si tratta della Presidium International Corporation, un'azienda - si legge nel suo sito - "di consulenza globale in servizi di sicurezza, analisi dei rischi, gestione delle emergenze, protezione siti, scorta convogli, sorveglianza, protezione ravvicinata". Entrambe le agenzie sono comunque fondamentalmente delle compagnie militari private, 2 tra le moltissime attive in tutto il mondo.

L'Iraq si sta convertendo nel campo di battaglia per le Corporazioni Militari private

La Convenzione di Ginavra proibisce l'uso di "persone reclutate in un conflitto armato da paesi diversi dal proprio". Invece la realtà iraquena ha dimostrato una situazione ben diversa: si calcola che in questo momento in Iraq potrebbero trovarsi fino a 20mila uomini di questo "esercito privato ed invisibile", che supplisce agli eserciti regolari. Più di 20 di questi "guerrieri privati" sono morti dall'inizio della guerra. La loro presenza sembra palesarsi solo ora, in Iraq, ma queste "corporazioni Militari Private" hanno più di 10 anni di attività alle spalle, e in luoghi diversi del mondo (sono presenti in almeno 50 paesi). Sono compagnie strutturate, finanziate, che contano centinaia di uomini, per lo più ex militari. Fino a 12 anni fa, la proporzione tra mercenari e soldati regolari era di uno a cento, mentre oggi, in Iraq, c'è un contrattista ogni sei/dieci soldati. Molte bombe sono cadute da quando lo stesso Dick Cheney, segretario alla difesa all'epoca di Bush padre, ha commissionato il primo studio per incoraggiare la privatizzazione dell'esercito. E' interessante sapere che quel primo studio fu elaborato da una filiale dell'Hulliburton (nota compagnia petrolifera di cui lui stesso è stato nel consiglio di amministrazione solo qualche anno dopo). Oggi come oggi, una terza parte delle funzioni dell'esercito americano sono svolte da queste agenzie private. Secondo Peter Singer, analista del centro di studi Brookings Institution e autore del libro Corporate Warriors (Guerreri imresari) queste compagnie avrebbero giri di affri per 100mila milioni di dollari, destinati a raddoppiarsi da qui al 2010 Questi mercenari pstmoderni non hanno niente a che vedere con quelli degli anni 60 e 70, che si muovevano ai margini della legalità: oggi si tratta di un settore professionale come altri, protetto dalle grandi corporazioni e da un vuoto legislativo che nessuno sembra interessato a vedere. Lo stipendio per questi soldati privati è almeno il doppio di quello dei "regolari", e tutte queste compagnie sono legate alle grandi multinazionali come la Hulliburton, ma anche la L3 Comunication, così come la CSC, che gestisce i sistemi di comunicazione del Pentagono, e che comprò una di queste compagnie (La Dyn Corp) per ben 950milioni di dollari. Troppi interessi, di ordine economico e geopolitico, attraversano la nebulosa di questi eserciti paralleli, che nella "guerra al terrorismo" trovano la loro miniera d'oro: sono oggi, negli Usa, uno dei settori in maggior crescita economica, persino più di internet o delle biotecnologie

FRANCIA

La Francia cercò un "accordo segreto" per evitare contrasti con gli USA Il governo francese offrì un compromesso a sorpresa al presidente Bush nella corsa alla guerra contro l'Iraq, secondo una dettagliata investigazione pubblicata su Vanity Fair questa settimana. Il rapporto indebolisce la percezione pubblica di una Francia che si opponeva risolutamente ai tentativi anglo-americani in seno al Consiglio di Sicurezza delle N.U di ottenere una seconda risoluzione che autorizzasse la guerra. Secondo l'investigazione fatta sul periodo precedente l'aggressione all'Iraq, il governo francese offrì una trattativa segreta al governo USA. Durante un pranzo alla Casa Bianca il 13 gennaio dello scorso anno, Maurice Gourdault-Montagne, consigliere di Chirac, e Jean-David Levitte, ambasciatore francese a Washington, proposero la trattativa a Condoleeza Rice. Nel tentativo di evitare contrasti con gli USA, i dirigenti francesi suggerirono che, se Washington era risoluta a fare la guerra, non avrebbe dovuto tentare di ottenere una seconda risoluzione ONU, ma di insistere sulla prima risoluzione ONU, la 1441, che, secondo i due funzionari, "offriva sufficiente copertura legale per la guerra". In tal modo, la Francia non si sarebbe opposta all'aggressione. Tale eventualità avrebbe soddisfatto la Francia, che non avrebbe danneggiato la sua immagine nel mondo arabo, e contemporaneamente avrebbe salvaguardato le relazioni franco-americane. L'accordo, però, fallì allorché Tony Blair cercò una seconda risoluzione ONU in modo da soddisfare le richieste del partito laburista britannico e degli avvocati del governo, che si interrogavano sulla legittimità di tale guerra. L'investigazione sottolinea inoltre che Bush e Blair discussero dell'attacco all'Iraq solo nove giorni dopo gli attacchi dell' 11 settembre, nonostante il fatto che Blair abbia più volte dichiarato che non fu presa alcuna decisione in merito fino al marzo 2003.

Palestina

Per i palestinesi l'intenzione del premier israeliano Ariel Sharon di non smantellare alcuno dei principali insediamenti ebraici in Cisgiordania e' "la ricetta per la distruzione del processo di pace". "Condanniamo con fermezza queste gravissime dichiarazioni - ha commentato il ministro per i negoziati dell'Anp, Saeb Erekat - il mantenimento di sei insediamenti in Cisgiordania e' la ricetta per chiudere tutte le porte del processo di pace e per la sua distruzione". Sharon, che inizia oggi una cruciale visita negli Stati Uniti dove domani incontrera' George W. Bush, ha confermato il piano per il "disimpegno" dalla striscia di Gaza ma ha assicurato ai coloni che i principali insediamenti in Cisgiordania "resteranno sotto il controllo israeliano e continueranno a crescere e a svilupparsi". Tra questi vi sono Kiryat Arba e Ariel che sono molto distanti dal territorio israeliano e la cui sopravvivenza renderebbe impossibile la creazione di uno Stato palestinese con una continuita' territoriale come prevede la Road map, ovvero il percorso di pace a cui gli Stati Uniti hanno confermato di volersi attenere. "La striscia di Gaza e la Cisgiordania sono un'unica entita' geografica e Israele si deve ritirare ai confini del 1967", ha avvertito Erekat. In una riunione notturna la leadership palestinese ha sostenuto che i piani di Sharon porterebbero "non solo alla distruzione del processo di pace ma provochera' un vulcano di violenza e caos".

Australia

Una funzionaria di alto grado del dipartimento della difesa australiano afferma di essere stata licenziata perche' si era rifiutata di scrivere relazioni per i media esagerando la minaccia delle armi di distruzione di massa dell'Iraq. L'ingegnere e analista Jane Errey scriveva relazioni per il ministro della difesa Robert Hill e aveva accesso all'intelligence piu' segreta dalle due piu' alte agenzie dei servizi, la Defence Intelligence Organization e l'Office of National Assessment. Errey ha rivelato alla radio Abc che il giorno prima che fosse sferrato l'attacco guidato dagli Usa, a cui l'Australia ha partecipato con 2000 militari delle tre armi, le era stato chiesto di scrivere quello che a suo giudizio era propaganda esagerata sulle armi in possesso del regime di Saddam Hussein. Avrebbe dovuto affermare che l'Iraq possedeva Adm, ma senza che il materiale di intelligence in suo possesso lo sostenesse. Il giorno dopo, 20 marzo 2003, quando la guerra cominciava, si e' messa in ferie piuttosto che scrivere quello che lei considerava menzogne. Esaurite le ferie, e' andata in congedo malattia e, tornata al lavoro lunedi' scorso, e' stata licenziata dopo nove anni di carriera nel ministero. Errey afferma di essere stata punita perche' si era opposta alla guerra, poiche' in circostanze normali le sarebbe stata concesso un periodo di aspettativa. Mi sentivo come se fossi parte della macchina di propaganda. Tutto quello che facevo riguardo alle ragioni per andare in guerra mi faceva sentire a disagio, ha dichiarato. Come pubblico funzionario, non dovrei essere obbligata a scrivere propaganda, a mentire o ad ingannare il pubblico, ha aggiunto. Secondo il segretario generale del ministero, Alan Henderson, Errey e' stata licenziata solo perche' non era tornata al lavoro dopo le ferie. Henderson ha negato che l'analista abbia perso il lavoro per le sue opinioni sulla guerra all'Iraq. E' una coincidenza, ha dichiarato.

Urauguay: si discute oggi al senato la legge sull'aborto

Arriva oggi al Senato uruguayano la proposta di legge che depenalizza l'aborto nel paese. Dopo 66 di penalizzazione e di lotte delle donne, finalmente l'aborto in Uruguay potrebbe essere legale fino alla 12esima settimana. Approvata dalla Camera dei Deputati nel 2002,la legge di depenalizzaizone viene infine discussa solo oggi alla Camera Alta (Senato). Esprimono soddisfazione soprattutto i movimenti femministi che hanno in tutti questi anni lottato per l'autodeterminazione e perchè essa venisse sancita, nei suoi aspetti riproduttivi, da una legge che permettesse di abortire pubblicamente e in maniera gratuita.

GR ORE 13.00

Piazza Fontana

'Bocciato' il collaboratore Carlo Digiglio, piu' credibile, ma sempre parziale, il secondo collaboratore, Martino Siciliano. Sono questi due dei motivi principali che hanno portato i giudici della Corte d'Assise d'Appello di Milano ad assolvere gli imputati per la strage di Piazza Fontana, condannati invece all'ergastolo al termine del giudizio di I grado. Nelle 642 pagine di motivazione della sentenza che, il 12 marzo scorso, ha inferto una svolta di 360 gradi alla ricostruzione giudiziaria dell'episodio che diede il via, in Italia, alla strategia della tensione, manca una visione di insieme di cosa accadde quella mattina, ma vengono riportati, episodio per episodio, particolare per particolare, tutti i fatti, le dichiarazioni e le prove principali esaminate al processo. 'Pesante' la Corte lo e' in particolare con Carlo Di Giglio

Milano

Ieri sera intorno alle 22.00 una quindicina di nazisti armati di coltelli ha ferito un compagno nel quartiere Ticinese a Milano, a duecento metri dal luogo in cui un anno fa è stato ucciso Dax,e a pochi giorni dall'assalto al centro sociale Vittoria fortunatamente respinto. Soltanto pochi mesi fa un compagno antifascista è stato seguito e gravemente picchiato sotto la propria abitazione. Il compagno accoltellato ieri sera è tuttora all'ospedale e dovrebbe essere dimesso forse entro oggi perchè presenta ferite profonde ad una gamba e contusioni alla testa. Non è certo un caso che un gruppo di fascisti girasse armato e organizzato a colpire in un quartiere dove storicamente vi è la presenza di centri sociali e case occupate, e quindi bersaglio per razzisti e fascisti di ogni risma.

genova

E' stato rievocato stamane il 21 luglio 2001, l' ultima drammatica giornata del G8 con la proiezione del terzo dei dvd presentati dall' accusa nel corso del processo a carico di 25 no global accusati di devastazione e saccheggio. L' udienza si e' poi articolata con una serie di nuove eccezioni da parte della difesa, poi respinte dal tribunale. In particolare l' avvocato Giorgio Bonamassa ha sostenuto la possibilita' che i dvd rappresentati dall' accusa non siano gli stessi depositati nel corso dell' udienza preliminare. La qual cosa comporterebbe la loro non utilizzabilita' nel processo. La questione, verra' riproposta dal difensore, su indicazione dello stesso tribunale, in sede di controesame. Il processo, dopo una breve sospensione, riprendera' con l'interrogatorio del teste Vittorio Corda, il vigile urbano che ha assembleato i tre Dvd su indicazione della pubblica accusa

Sicilia

Circa 300 persone, ex dipendenti delle aziende Spatafora e Sigma, sono ritornati in piazza per chiedere certezze sul loro futuro lavorativo. La manifestazione davanti l'assessorato al Bilancio in via Notarbartolo, a Palermo, assessorato che la scorsa settimana era stato occupato per 48 ore. I precari, in particolare, intendono sollecitare l'amministrazione regionale a varare un piano che li faccia uscire dal precariato dopo la chiusura, anni fa, delle rispettive aziende.

Irak

La tregua nella citta' assediata di Falluja e' stata prorogata almeno fino a stasera per permettere di continuare i negoziati tra combattenti della guerriglia sunnita e soldati americani. Lo ha detto un mediatore. La tregua dovrebbe durare almeno fino a stasera ma speriamo che durera' piu' a lungo, ha detto all'Afp Fuad Raui, un alto responsabile del Partito islamico iracheno che guida i negoziati per arrivare a un cessate il fuoco ad oltranza. Citando fonti ospedaliere locali, Raui ha confermato che nella settimana di feroci combattimenti tra guerriglia e marines sono stati uccisi piu' di 600 iracheni e 1.250 sono rimasti feriti. Tra i morti ci sono 160 donne, 141 bambini e molti anziani, ha aggiunto. Ieri sera l'esponente iracheno aveva annunciato che le forze americane si erano parzialmente ritirate da Falluja in segno di buona volonta'.

Irak

La forza multinazionale di stanza a Najaf, città santa sciita nel sud dell'Iraq, è stata attaccata questa mattina a colpi di mortaio e da uomini armati. Lo ha riferito il portavoce del contingente di pace, il maggiore Slawomir Walenczykowski. Attorno alle 3.00 (ora locale) di questa mattina, la base spagnola di Najaf è stata presa di mira dai guerriglieri, senza causare vittime o feriti, ha precisato Walenczykowski. Le truppe spagnole sono quindi intervenute in aiuto dei Corpi di difesa civili iracheni, per respingere gli aggressori nei pressi di un centro di depurazione dell'acqua. Oggi un militare statunitense è rimasto ucciso e altri due feriti in un attacco dei ribelli contro un convoglio militare diretto a Najaf. Il portavoce militare, il colonnello Robert Strzelecki, non ha fornito maggiori dettagli sull'attacco al convoglio, ma ha confermato che la forza multinazionale di stanza nella città è pronta a intervenire nell'operazione che dovrebbe "avere luogo presto" contro il leader sciita Muqtada al Sadr da parte delle truppe americane. Attorno a Najaf, dove è asserragliato al Sadr, si stanno radunando diverse truppe Usa.

Irak

Hazem al Aaraj, stretto collaboratore del leader sciita Muqtada al Sadr, sarebbe stato fermato dalle forze della coalizione nella sala conferenze dell'Hotel Sheraton di Baghdad, e non all'hotel Palestine come precedentemete affermato. Nell'hotel era in corso un incontro di leader tribali. Le guardie del corpo di Aaraj hanno cercato di evitare l'arresto, ma sono state respinte dai militari. Diverse persone presenti nella sala conferenze hanno gridato "Allah Akbar!" e hanno dato spintoni ai soldati mentre portavano via il portavoce a Baghdad di Al Sadr. I militari hanno fatto salire Aaraj su un blindato Bradley e lo hanno condotto via.

Irak

Sono stati liberati i tre ostaggi russi e i cinque ucraini, rapiti ieri a Baghdad da militanti della guerriglia irachena. A riferirlo l'agenzia di stampa russa Interfax. Gli otto ostaggi sono tutti operai dell'azienda russa Interenergoservice e il ministero dell'Energia russo ha confermato la notizia del rilascio. In principio si riteneva che tutti i prigionieri fossero di nazionalita' russa, ma il ministero degli Esteri dell' Ucraina ha specificato che cinque di loro sono di nazionalita' ucraina. Gli operai si troverebbero gia' nei loro alloggi a Baghdad e sarebbero in buona salute.

Irak, nuove truppe

Gli Stati Uniti hanno chiesto nuovamente al Pakistan di inviare truppe in Iraq, ma questa volta nell'ambito di un'eventuale forza delle Nazioni Unite da dispiegare dopo il passaggio di poteri a un governo autonomo previsto per il 30 giugno. Ne hanno dato notizia fonti diplomatiche di Islamabad. La richiesta e' stata comunicata dall'ambasciatrice americana Nancy Powell nel corso di una riunione al ministero degli Esteri pakistano. A quanto riferito da un portavoce, da parte sua "Islambad non si e' impegnata". Gia' lo scorso anno, Washington aveva sollecitato il Pakistan a dispiegare diecimila soldati, ma il governo si era rifiutato di partecipare a una missione a guida americana. Islambad, pero', ha piu' volte assicurato che potrebbe prendere in considerazione l'ipotesi di partecipare a un'operazione sotto il comando dell'Onu.

Bulgaria

Alcuni militari bulgari impegnati in Iraq hanno chiesto e ottenuto di rientrare in patria. Lo ha riferito il ministro degli Esteri di Sofia, Solomon Passi. "Ci sono stati alcuni ritiri - ha spiegato in un'intervista televisiva - questo accade ovununque vi sia una presenza militare internazionale. In Iraq nessun soldato viene tenuto contro la sua volonta' e quanti vogliono andarsene sono liberi di farlo". Sono 700 i militari di Sofia attualmente schierati in Iraq.

Australia

Una funzionaria di alto grado del dipartimento della difesa australiano afferma di essere stata licenziata perche' si era rifiutata di scrivere relazioni per i media esagerando la minaccia delle armi di distruzione di massa dell'Iraq. L'ingegnere e analista Jane Errey scriveva relazioni per il ministro della difesa Robert Hill e aveva accesso all'intelligence piu' segreta dalle due piu' alte agenzie dei servizi, la Defence Intelligence Organization e l'Office of National Assessment. Errey ha rivelato alla radio Abc che il giorno prima che fosse sferrato l'attacco guidato dagli Usa, a cui l'Australia ha partecipato con 2000 militari delle tre armi, le era stato chiesto di scrivere quello che a suo giudizio era propaganda esagerata sulle armi in possesso del regime di Saddam Hussein. Avrebbe dovuto affermare che l'Iraq possedeva Adm, ma senza che il materiale di intelligence in suo possesso lo sostenesse. Il giorno dopo, 20 marzo 2003, quando la guerra cominciava, si e' messa in ferie piuttosto che scrivere quello che lei considerava menzogne. Esaurite le ferie, e' andata in congedo malattia e, tornata al lavoro lunedi' scorso, e' stata licenziata dopo nove anni di carriera nel ministero. Errey afferma di essere stata punita perche' si era opposta alla guerra, poiche' in circostanze normali le sarebbe stata concesso un periodo di aspettativa. Mi sentivo come se fossi parte della macchina di propaganda. Tutto quello che facevo riguardo alle ragioni per andare in guerra mi faceva sentire a disagio, ha dichiarato. Come pubblico funzionario, non dovrei essere obbligata a scrivere propaganda, a mentire o ad ingannare il pubblico, ha aggiunto. Secondo il segretario generale del ministero, Alan Henderson, Errey e' stata licenziata solo perche' non era tornata al lavoro dopo le ferie. Henderson ha negato che l'analista abbia perso il lavoro per le sue opinioni sulla guerra all'Iraq. E' una coincidenza, ha dichiarato.

Palestina

Per i palestinesi l'intenzione del premier israeliano Ariel Sharon di non smantellare alcuno dei principali insediamenti ebraici in Cisgiordania e' "la ricetta per la distruzione del processo di pace". "Condanniamo con fermezza queste gravissime dichiarazioni - ha commentato il ministro per i negoziati dell'Anp, Saeb Erekat - il mantenimento di sei insediamenti in Cisgiordania e' la ricetta per chiudere tutte le porte del processo di pace e per la sua distruzione". Sharon, che inizia oggi una cruciale visita negli Stati Uniti dove domani incontrera' George W. Bush, ha confermato il piano per il "disimpegno" dalla striscia di Gaza ma ha assicurato ai coloni che i principali insediamenti in Cisgiordania "resteranno sotto il controllo israeliano e continueranno a crescere e a svilupparsi". Tra questi vi sono Kiryat Arba e Ariel che sono molto distanti dal territorio israeliano e la cui sopravvivenza renderebbe impossibile la creazione di uno Stato palestinese con una continuita' territoriale come prevede la Road map, ovvero il percorso di pace a cui gli Stati Uniti hanno confermato di volersi attenere. "La striscia di Gaza e la Cisgiordania sono un'unica entita' geografica e Israele si deve ritirare ai confini del 1967", ha avvertito Erekat. In una riunione notturna la leadership palestinese ha sostenuto che i piani di Sharon porterebbero "non solo alla distruzione del processo di pace ma provochera' un vulcano di violenza e caos".

Israele

Il premier israeliano Ariel Sharon e il capo dell'opposizione laburista israeliana, Shimon Peres, hanno smentito le voci su un accordo segreto per un governo di unita' nazionale subito dopo il rientro da Washington del primo ministro. Un accordo che, secondo il quotidiano israeliano 'Hatzofeh', sarebbe stato raggiunto nel corso di un vertice tra i due leader sabato scorso. Sharon ha smentito la notizia, riporta il quotidiano Haaretz, parlando con i giornalisti durante il suo viaggio a Washington, dove oggi parlera' del suo piano per il ritiro da Gaza con il consigliere per la sicurezza nazionale americano, Condoleeza Rice, e domani con il presidente George Bush. Peres ha affermato alla radio israeliana che l'accordo non esiste e la notizia dell'incontro e' priva di fondamento.

Kosovo

Oggi si riunisce il Consiglio di sicurezza dell'Onu per discutere la situazione in Kosovo, in seguito all'ondata di violenze del mese di marzo. Gli episodi di qualche settimana fa, i piu' gravi dalla fine del conflitto nel '99, hanno causato una trentina di morti e la distruzione di piu' di 700 case di serbi abitanti nella provincia. Gli sfollati sono stati 3600. Alla riunione di oggi non sara' rappresentata la missione delle Nazioni unite in Kosovo (Unmik).

Sudafrica

Dieci anni dopo la fine dell'apartheid, il Sudafrica vota per la terza volta domani, 14 aprile, per le elezioni legislative. Non ci saranno sorprese: l'ANC, l'African National Congress, il partito di Nelson Mandela, vincera' anche questa volta come le due precedenti. Secondo i sondaggi, l'ANC dovrebbe ottenere una maggioranza di due terzi in parlamento, ossia 271 seggi che equivalgono a circa il 70% dei voti. Nel 1999, l'ANC aveva ottenuto 266 seggi. L'ANC sarebbe in crescita nonostante gli attacchi degli avversari politici che hanno denunciato le carenze del governo di Thabo Mbeki nella lotta contro la criminalita', contro l'Aids e contro la disoccupazione. Il principale partito di opposizione si chiama Alleanza Democratica (DA), a maggioranza bianca, e nelle ultime elezioni aveva conquistato 46 seggi in parlamento. Il partito Inkatha (IFP)ha 31 seggi e non costituisce un'opposizione importante sul piano nazionale. Il partito Inkhata rappresenta il movimento degli zulu e la sua influenza e' limitata alla provincia del KwaZulu-Natal. La quarta formazione presente in Parlamento e' il nuovo partito nazionale (NNP): si tratta del Partito nazionale, responsabile dell'apartheid, che ha aggiunto l'aggettivo "nuovo" alla sua denominazione. Possiede in parlamento 28 seggi e quest'anno rischia di perdere la provincia di Citta' del Capo. Il Sudafrica ha 44,8 milioni di abitanti di cui 35,4 milioni sono neri (79%), 4,3 milioni sono bianchi (9,6%), quattro milioni sono meticci e un milione indiani.

GR ORE 9.30

Irak

La tregua nella citta' assediata di Falluja e' stata prorogata almeno fino a stasera per permettere di continuare i negoziati tra combattenti della guerriglia sunnita e soldati americani. Lo ha detto un mediatore. La tregua dovrebbe durare almeno fino a stasera ma speriamo che durera' piu' a lungo, ha detto all'Afp Fuad Raui, un alto responsabile del Partito islamico iracheno che guida i negoziati per arrivare a un cessate il fuoco ad oltranza. Citando fonti ospedaliere locali, Raui ha confermato che nella settimana di feroci combattimenti tra guerriglia e marines sono stati uccisi piu' di 600 iracheni e 1.250 sono rimasti feriti. Tra i morti ci sono 160 donne, 141 bambini e molti anziani, ha aggiunto. Ieri sera l'esponente iracheno aveva annunciato che le forze americane si erano parzialmente ritirate da Falluja in segno di buona volonta'.

Irak

Il governo russo ha chiesto oggi l'immediata liberazione dei cittadini russi rapiti a Baghdad. Lo ha detto il portavoce del ministero delgi esteri Aleksandr Jakovenko. In una dichiarazione, il portavoce ha detto che il governo si rivolge ai rapitori per chiedere con fermezza la liberazione immediata delle persone che sono assolutamente innocenti. Jakovenko ricorda che gli otto sequestrati sono arrivati in Iraq in un periodo molto difficile per le sorti di questo paese amico della Russia per aiutare il popolo iracheno a ripristinare la vita normale. Gli specialisti russi sequestrati, della societa' Interenergoservices, precisa Jakovenko, erano impegnati nella costruzione di una centrale termoelettrica di importanza vitale per centinaia di migliaia di iracheni. La Interenergoservices ha detto oggi di star esaminando la possibilita' di un ritiro di tutto il suo personale dall'Iraq. Jakovenko aggiunge che gli ingiustificabili rapimenti che avvengono in Iraq sono la conseguenza del brusco aggravamento della situazione, e la responsabilita' della sicurezza ricade sulle autorita' della coalizione. Il portavoce ribadisce l'invito alla fine al piu' presto possibile di tutte le azioni militari sottolineando l'importanza dell'inizio del processo di stabilizzazione con la partecipazione di tutte le forze irachene per il ripristino della sovranita' irachena.

Irak

I genieri dell'esercito neozelandese schierati in Iraq per partecipare alla ricostruzione sono confinati nella loro base nei pressi di Bassora. per evitare rischi e incidenti. E il primo ministro neozelandese Helen Clark ha detto oggi che, se le violenze continueranno, i militari di Wellington potranno essere richiamati in patria. Il governo laburista della Nuova Zelanda si è opposto alla guerra in Iraq e non ha inviato truppe nel paese ma solo un contingente di genieri dell'esercito che hanno esclusivamente il compito di lavorare al ripristino di alcune infrastrutture di base: strade, ponti, ospedali.

irak

I soldati giapponesi di stanza in Iraq hanno ripreso questa mattina le operazioni di supervisione dei lavori di ricostruzione delle scuole nella zona circostante la loro base, a Samawah, nel sud del paese. A consentire la ripresa delle operazioni - hanno riferito fonti militari citate dall'agenzia giapponese Kyodo - e' stato il parziale miglioramento delle condizioni di sicurezza nella zona.

Irak

Il comandante dei Pasdaran (i guardiani della rivoluzione) iraniani, gen. Yahya Rahim Safavi, ha affermato che in Iraq vi e' stata la sconfitta delle strategie guerrafondaie degli Usa. Safavi, citato oggi dall'agenzia Irna, ha detto che in seguito alla sollevazione degli sciiti estremisti, la situazione politica in Iraq e' diventata fragile, imprevedibile e instabile per gli Stati Uniti ed e' stato bloccato il processo di costituzione di un governo. Gli sviluppi in Iraq, secondo il comandante dei Pasdaran, hanno provato il fallimento delle politiche di George Bush e Tony Blair, perche' adesso tutti riconoscono che e' falsa l'idea che si possano provocare sviluppi politici desiderati in un Paese facilmente e a basso costo. Ieri il generale americano John Abizaid, capo del Comando centrale (Centcom), ha accusato l'Iran e la Siria di essere coinvolti nelle violenze avvenute in alcune localita' irachene nelle ultime settimane.

Isarele

Il premier israeliano Ariel Sharon e' atterrato questa mattina a Londra, per una breve tappa del suo viaggio per Washington, dove parlera' del suo piano per il ritiro da Gaza con il consigliere per la sicurezza nazionale americano Condoleeza Rice oggi stesso e con il presidente George Bush domani. Sharon effettuera' una seconda tappa a Londra durante il viaggio di ritorno: per venerdi' ha in programma nella capitale britannica un colloquio con il premier britannico Tony Blair, riferisce il quotidiano israeliano 'Ha'aretz' sul suo sito 'online'.

Palestina

Militari israeliani hanno demolito questa mattina un edificio di tre piani vicino all'insediamento ebraico di Netzarim, secondo quanto riferiscono testimoni. Tre anni fa l'esercito aveva colpito l'edificio, ma i residenti avevano continuato a viverci nei primi due piani. Ieri sera, i residenti palestinesi sono stati evacuati e i bulldozer israeliani hanno cominciato a demolire l'edificio, hanno riferito i testimoni. Ieri, i militari avevano ucciso due militanti che avevano cercato di attaccare una base dell'esercito vicino a Netzarim. Tre gruppi di militanti hanno rivendicato la responsabilità dell'attacco. Militari israeliani hanno ingaggiato una sparatoria questa mattina con uomini armati palestinesi asserragliati in un palazzo di cinque piani nella citt? di Nablus, secondo quanto riferiscono testimoni. Dall'edificio, circondato dalle truppe, esce fumo, dicono i testimoni. Alcuni dicono che i soldati hanno sparato anche con i mortai dei carri armati. I militari non hanno al momento rilasciato dichiarazioni.

Sudan

L'Onu ha chiesto un aiuto umanitario di 115 milioni di dollari a favore della regione di Darfur, nel Sudan occidentale, dove si sta attuando una vera e propria campagna di "pulizia etnica". Secondo i responsabili dell'Onu, il danaro e l'aiuto umanitario sono necessari per fornire cibo, medicinali, acqua, installazioni sanitarie e tetti a più di settecentomila persone sfollate dall'inizio dei combattimenti nel 2003. Una delle regioni meno sviluppate del Paese, il Darfur, vicino alla frontiera con il Ciad, copre un quinto del territorio sudanese e ospita un quinto dei suoi 30 milioni d'abitanti, divisi essenzialmente tra nomadi d'origine araba e contadini africani. Una missione delle Nazioni Unite sarà prossimamente accolta in Sudan per valutare i bisogni umanitari della provincia di Darfur, ha annunciato domenica il ministro degli affari umanitari sudanese, Ibrahim Hamid. "Abbiamo accettato di cooperare e di lavorare in accordo con i principi delle Nazioni Unite, ed abbiamo deciso di creare un comitato che stabilisca un programma di aiuti urgenti per il Darfur", ha dichiarato il ministro degli Affari umanitari sudanese, Ibrahim Hamid. La delegazione dell'Onu sarà guidata da Jan Egeland, il sottosegretario generale dell'Onu per gli affari umanitari, e rimarrà nel Paese dal 18 al 21 aprile. Una tregua di 45 giorni è stata recentemente firmata tra il governo e le milizie ribelli attive nel Darfur, dove i profughi sono almeno 860mila.

Ecuador

Il presidente della Repubblica ecuadoriana, Lucio Gutiérrez, ha nominato ministro dell’Energia Eduardo López, il suo rappresentante presso il consiglio d’amministrazione della compagnia petrolifera statale ‘Petroecuador’. La decisione è stata presa ieri dopo che il ministro dell’Energia in carica, l’ex colonnello Carlos Arboleda, si è dimesso dal suo incarico. Amico del capo dello Stato, Arboleda ha dichiarato attraverso il suo portavoce di aver deciso di abbandonare la guida di questo ministero-chiave “per ragioni strettamente personali”; in realtà, secondo fonti della ‘Petroecuador’, l’ex militare si sarebbe dimesso “per essersi fatto troppi nemici su troppi fronti”. L’ex ministro è stato al centro di roventi polemiche a causa della sua decisione di ridurre la produzione di greggio delle imprese statali, nonostante la stabilità economica e sociale del povero Paese sudamericano dipenda proprio dall’estrazione e dall’esportazione del greggio. Per il governo di Gutiérrez si tratta dell’ennesimo colpo. Nei circa 14 mesi del suo travagliato governo – che la scorsa estate ha perso l’appoggio del ‘Pachakutik’, il braccio politico della Conaie, la potente Confederazione delle nazioni indigene dell’Ecuador – Gutiérrez ha già dovuto sostituire almeno sette ministri ed è indagato dalla giustizia ecuadoriana per presunti finanziamenti illegali ricevuti durante la campagna elettorale

perù

Sono almeno 14.000 i medici del settore pubblico che ieri in Perù hanno iniziato uno sciopero ad oltranza per chiedere aumenti salariali. Lo ha reso noto uno dei principali sindacati di categoria, la Federazione medica peruviana, precisando che la misura non sarà revocata fino a quando il presidente peuviano Alejandro Toledo non avrà firmato "un impegno che prenda in considerazione le nostre richieste". Oltre al miglioramento delle proprie retribuzioni, i medici chiedono anche al governo di aumentare i fondi pubblici destinati al settore sanitario nazionale.