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G.R. 13,00

MELFI

MELFI, SECONDO FIOM LUCANA UNA VENTINA I FERITI NELLA CARICA = Secondo la Fiom Cgil lucana ci sarebbero molti feriti tra i manifestanti dopo i disordini di questa mattina davanti allo stabilimento Fiat di Melfi. Ce ne risultano addirittura una ventina, dice all'ADNKRONOS il segretario della Fiom Cgil lucana, Giuseppe Cillis. Inizialmente, la stima fornita dalla stessa Fiom Cgil era di una una decina di feriti. Nella zona negli istanti successivi ai disordini c'e' stato un viavai di ambulanze ma non si ha pero' notizia di casi gravi.

FIOM PROCLAMA SCIOPERO NAZIONALE METALMECCANICI - La segreteria nazionale della Fiom ufficializza la decisione: 4 ore di sciopero nazionale dei metalmeccanici vi confluiscono le 4 ore di stop precedentemente indette per martedì nel gruppo Fiat e nell'indotto. "La Segreteria nazionale delle Fiom - si legge in una nota - chiede a tutta la società civile e ai movimenti democratici di esprimere solidarietà ai lavoratori in lotta. Chiede alle forze politiche e alle istituzioni, iniziative per fermare il brutale tentativo della Fiat di negare le libertà sindacali e affinchè si ricostruiscano le condizioni per un vero negoziato". Il sindacato metalmeccanici della Cgil annuncia anche l'avvio di una "sottoscrizione di solidarietà". Ai cancelli della Fiat Sata di Melfi adesso la situazione è tornata alla "calma", dice Antonio Pepe, segretario provinciale della Cgil di Potenza. "Ma quello che è accaduto oggi, le cariche contro operai, parlamentari e chiunque fosse presente ai blocchi è roba da anni '50", Delegazioni di lavoratori aderenti a Fiom Cgil e Slai Cobas sono partiti o si stanno organizzando per trasferirsi a Melfi per sostenere i blocchi organizzati dai manifestanti, dopo gli scontri di questa mattina con la polizia. Sono gia' decine le auto dei lavoratori di Pomigliano - spiega un portavoce dello Slai Cobas - partite in mattinata per dar man forte ai picchetti dei lavoratri di Melfi. La Fiom Cgil invoca la mobilitazione di tutti i metalmeccanici della Campania per dare una risposta immediata con iniziative di lotta e di sostegno solidale ai lavoratori della Fiat di Melfi. La Fiom chiede inoltre alle istituzioni locali, alle forze politiche e ai parlamentari di prendere posizione nei confronti del governo responsabile di un atto che riporta il nostro Paese agli anni piu' bui della repressione anti operaia

FIAT: MELFI; SCIOPERO FIOM IN CORSO A MIRAFIORI In fabbrica sono presenti 300 lavoratori che sono rientrati stamattina dopo due settimane di cassa integrazione (800 fra tutti e tre i turni). Secondo l'azienda hanno scioperato 20 dipendenti, mentre per la Fiom 140.

ANCHE FORZE POLITICHE ESPRIMONO CRITICHE ALL'OPERATO DELLA POLIZIA E SOLIDARIETA' AGLI OPERAI IN LOTTA Quanto avvenuto oggi a Melfi e' una cosa molto grave. Lo ha detto il segretario di Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti, giunto nell'area industriale tuttora occupata dai lavoratori. La Fiat oggi - ha aggiunto - con quello che e' successo qui si e' garantita la stima del governo. Quello che e' avvenuto a Melfi - ha continuato - era stato provocatoriamente annunciato dal sottosegretario al Lavoro Maurizio Sacconi che in questi giorni si e' distinto per la sua attivita' antisindacale. Il Parlamento dovrebbe ora censurare l'attivita' antisindacale di Sacconi. Il segretario di Rifondazione, ha inoltre, ricordato, come ai lavoratori che volevano entrare in fabbrica era stato offerto un passaggio in sicurezza nei presidi, ma si e' voluto cercare lo scontro.

DILIBERTO, CONTRO LAVORATORI INACCETTABILE REPRESSIONE = GOVERNO BERLUSCONI VUOLE AFFOSSARE DIRITTI, TUTELE E DIGNITA'

CGIL SICILIA ESPRIME SOLIDARIETA' A OPERAI = La Cgil siciliana esprime solidarieta' agli operai dello stabilimento di Melfi. Per Giovanna Marano, segretario generale Fiom, si continua a registrare un preoccupante clima di repressione antisindacale. Quanto e' accaduto e' gravissimo -ha aggiunto- e si inscrive in un contesto in cui la Fiat da tempo rifiuta il confronto con la Fiom. Nelle prossime ore -ha annunciato Giovanna Marano- il gruppo dirigente della Fiom siciliana decidera' forme di mobilitazione per solidarieta' con i lavoratori di Melfi

FIOM: MELFI, INDIGNAZIONE E CONDANNA - La segreteria nazionale della Fiom, in una nota, esprime "indignazione e condanna per il brutale intervento delle forze dell'ordine contro il presidio dei lavoratori di Melfi in lotta". "Le cariche della polizia - accusa la Fiom - sono state assolutamente ingiustificate in quanto il presidio è sempre avvenuto nel pieno e totale rispetto di tutto e di tutti. Anche in queste ore i lavoratori hanno reagito semplicemente con forme di resistenza passiva. Ancora più grave il fatto che l'intervento delle forze dell'ordine avviene in una situazione di pressoché totale consenso dei lavoratori di Melfi verso lo sciopero. In questi giorni ai cambi turno non si è mai verificato alcun episodio che giustificasse minimamente l'intervento delle forze dell'ordine". "L'azione repressiva ha lo scopo di intimidire i lavoratori in lotta e di colpire il diritto costituzionale allo sciopero. Tale scelta è frutto della gravissima decisione della Fiat e del governo di rispondere con la repressione alle rivendicazioni dei lavoratori di Melfi. Questi lavoratori chiedono di migliorare condizioni di lavoro che non hanno paragoni in Europa per la loro pesantezza. Chiedono di perequare le loro paghe agli altri lavoratori del gruppo Fiat e di uscire dal regime delle gabbie salariali. Chiedono la fine di un brutale sistema di governo della organizzazione del lavoro, che in questi anni ha portato a 9.000 provvedimenti disciplinari su 5.000 dipendenti dell'azienda". "A queste sacrosante rivendicazioni - si legge ancora - la Fiat ha risposto con la chiusura più totale, con la richiesta di sconfessione e di condanna della lotta, con minacce e intimidazioni. Il governo, invece che svolgere un ruolo di moderazione e mediazione rispetto al gravissimo comportamento dell'azienda, ha scelto di cavalcarne le spinte più oltranziste. Quello in atto a Melfi si configura quindi come un gravissimo attacco ai diritti dei lavoratori, allo stesso principio costituzionale che garantisce la libertà sindacale

POMIGLIANO D'ARCO

Fabbrica deserta e produzione ferma questa mattina nello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco. L'attivita' dei circa 5.000 dipendenti e' bloccata in seguito alla protesta in corso a Melfi per il mancato arrivo di componenti per la produzione. All'esterno della fabbrica e' stato affisso un comunicato della direzione che comunica la sospensione delle attivita' per i lavoratori addetti ai modelli Alfa 147, Alfa 156 e Alfa G7 a causa della mancanza di materiali provenienti dal comprensorio di Melfi. Sono in servizio solamente gli addetti alle attivita' di manutenzione. La sospensione, per il momento, riguarda gli operai del primo turno, quello dalle 6 alle 14. Si e' in attesa dell'evoluzione della situazione a Melfi per quanto riguarda gli operai del turno successivo. Lunghe attese, all'esterno dell'ingresso merci, per una ventina di camion carichi di componenti provenienti da altre citta'. I conducenti sono stati invitati ad aspettare comunicazioni nel giro delle prossime ore.

SICILIA, MERCOLEDI' SCIOPERO DI 4 ORE = La Cgil siciliana ha indetto per mercoledi' uno sciopero di 4 ore che coinvolgera' tutte le aziende metalmeccaniche. La proclamazione dello sciopero da parte della Fiom dopo le cariche della polizia per forzare i blocchi degli operai dello stabilimento Fiat di Melfi

IN SOLIDARIETA' CON GLI OPERAI DI MELFI CARICATI DALLA PS. SCIOPERO IMPROVVISO ALL ALFA DI ARESE BLOCCATA PER UN' ORA DAI LAVORATORI L'AUTOSTRDA DEI LAGHI - Per protestare contro il comportamento del Governo e della Fiat allo stabilimento di Melfi (Potenza), i lavoratori della fabbrica dell'Alfa Romeo di Arese (Milano) hanno scioperato questa mattina. L'astensione e' stata proclamata da FlmUniti-Cub, Slai-Cobas e Fiom-Cgil. I lavoratori hanno incrociato le braccia un'ora e mezza, dalle 9.30 alle 11, e hanno preso parte a un'assemblea davanti alla portineria centrale. La Cub, che ha reso noto lo sciopero, ha denunciato la repressione poliziesca della legittima lotta dei compagni di Melfi e annunciato che il sindacato di base si impegnera' a sostegno dei lavoratori trattati da banditi dal Governo. Al termine della riunione, alcune centinaia di operai e impiegati hanno bloccato, per un'ora dalle 10.20 alle 11.30, l'autostrada dei Laghi che si trova vicino allo stabilimento. Il traffico ne ha risentito e si sono formate lunghe code che poi via via si sono ridotte fino a quando la situazione si e' normalizzata

IRAQ

FORTE ESPLOSIONE A BAGHDAD, QUATTRO FERITI = Una forte esplosione e' stata registrata questa mattina nel quartiere di Waziriya, nel centro di Baghdad, dove i militari americani stavano conducendo una serie di perquisizioni. Un edificio, forse un deposito di sostanze chimiche, e' crollato, tre o quattro, veicoli militari Humvee sono stati avvolti dalle fiamme. E quattro persone, fra cui un bimbo iracheno e un soldato americano, sarebbero rimaste ustionate. Ma non vi e' ancora nessuna conferma ufficiale del numero delle vittime, cosi' come delle cause dell'esplosione

FORZE USA ENTRANO A NAJAF PER SOSTITUIRE MILITARI SPAGNOLI - Militari americani sono entrati a Najaf per la prima volta dall'inzio del confronto con la resistenza sciita. Non si tratta -dicono le forze USA- dell'inizio dell'offensiva per riprendere il controllo della citta', ma di un riposizionamento necessario per sostituire le forze spagnole che si stanno ritirando. Anche se l'avvicendamento non puo' non avere come scopo anche quello di esercitare pressione sui rivoltosi. Circa 200 militari del secondo battaglione del 37esimo reggimento corazzato hanno quindi fatto il loro ingresso nella base occupata dagli spagnoli, che nella notte e' stata colpita da 21 colpi di mortaio e che si trova a soli cinque chilometri dal centro della citta', e dai luoghi di culto che vi si trovano. Un soldato salvadoregno e' rimasto ferito nell'attacco.

INTANTO A NAJAF NASCONO GRUPPI DI VIGILANTES CONTRO LE MILIZIE DI AL-SADR - A Najaf si fanno strada nuovi gruppi cosiddetti di 'autodifesa', che si propongono di rimettere ordine nella città santa: è il caso dei 'Giovani Fedeli di Najaf', che ieri hanno emesso un comunicato: "Dopo le provocazioni e le violazioni commesse dall'Esercito di al-Mahdi (quelle facenti capo ad al-Sadr) alcuni giovani di Najaf hanno posto un limite ai comportamenti di questi miliziani nei pressi del mausoleo". Nella nota si fa riferimento all'"uccisione di tre miliziani, oltre al ferimento di altri due", che avrebbero scatenato scontri nelle zone periferiche della città. Il comunicato ammonisce e invita "i membri di dette milizie al disarmo e ad astenersi da qualsiasi violazione della sacralità del mausoleo del Principe dei Credenti".

RAZZI CONTRO BASI BULGARA E UCRAINA: NESSUN FERITO - Alcuni razzi sono stati lanciati nella notte contro le basi militari ucraina e bulgara in Iraq. Lo ha riferito il maggiore Slawomir Walenczykowski, aggiungendo che non hanno riportato vittime o feriti. Le due basi finite nel mirino della guerriglia sono quella vicino As Suwairah - che ospita i bulgari - e quella nella provincia di Wesit, dove si trovano gli ucraini. Secondo quanto riferito, i soldati hanno risposto al fuoco, ma gli attentatori si sono dileguati facendo perdere le loro tracce

E intanto il presidente bulgaro Georgy Parvanov, in visita a sorpresa in Iraq, è sfuggito a un attentato mentre stava andando dalla base polacca a quella del contingente bulgaro a Karbala. Ne dà notizia l'agenzia bulgara Bta, che precisa che non ci sono state vittime. Il corteo presidenziale è stato fatto segno a colpi d'arma da fuoco da aggressori sconosciuti. Parvanov e il capo di stato maggiore bulgaro, il generale Nikola Kolev, a Baghdad hanno incontrato l'amministratore americano Paul Bremer e il generale Ricardo Sanchez, comandante delle forze terrestri della coalizione.

DALLA SPAGNA, UN SONDAGGIO RILEVA CHE IL 67% SOSTIENE RITIRO TRUPPE (ELMUNDO)

Il 67 per cento degli spagnoli concorda con la decisione del nuovo governo Zapatero di ritirare immediatamente le truppe dall'Iraq. Il 23% si dice contrario. E' questo il risultato di un sondaggio effettuato dalla società Sigma Dos per il quotidiano El Mundo. La percentuale di coloro che appoggiano il ritiro delle truppe in Iraq è altissima tra i sostenitori del Psoe (91,4%) e dell'Iu (94%), mentre crolla al 26 per cento degli interpellati tra gli elettori del Partito Popolare.

TREGUA A FALLUJAH

Il nuovo accordo di cessate il fuoco siglato a Fallujah è stato raggiunto dietro suggerimento del capo dell'Autorità provvisoria della coalizione (Cpa), Paul Bremer, e dei vertici militari Usa impegnati in Iraq. Lo rivelano funzionari dell'amministrazione di Washington, citati oggi dal New York Times. "Non c'è alcun rischio a concedere più tempo - ha dichiarato uno dei funzionari Usa - eccetto per la situazione umanitaria a Fallujah che peggiora ogni giorno". Il concetto è chiaro: se nei prossimi giorni si renderà necessaria l'offensiva militare, si aggiunge a Washington, il Presidente George W. Bush potrà dire di aver offerto ogni possibilità al negoziato.

G.R. 9,30

IRAQ

ESPLOSIONE A BAGHDAD Una potente esplosione ha scosso stamane gli edifici di Baghdad. Subito dopo si e' vista una spessa coltre di fumo alzarsi verso il cielo da una zona nella parte settentrionale della citta'

I soldati americani potrebbero entrare presto a Najaf, per bloccare la rivolta della milizia sciita, ma tenendosi ben lontani dai luoghi santi al centro della citta', per non suscitare il risentimento dei religiosi che scatenerebbero la rivolta contro una simile violazione da parte dei militari. A parlare di questa possibilita' e' stato il generale di brigata Mark Hertling, senza comunque precisare quanti soldati dovrebbero entrare in azione e quando. I leader sciiti hanno gia' avvertito sui rischi di una esplosione di rabbia nella popolazione se le truppe americane entrassero a Najaf e finora i comandanti americani hanno evitato questa opzione

L'Australia potrebbe mandare altre truppe ma si tratterebbe di un piccolo incremento del contingente Di ritorno dalla visita ai soldati australiani a Baghdad, il primo ministro John Howard ha accennato oggi alla possibilità di inviare altre truppe in Iraq, sebbene si tratterebbe soltanto di un "piccolo incremento". L'Australia ha circa 850 soldati in Iraq e nel Golfo come parte della coalizione capeggiata dagli Usa, che ha ora bisogno di nuovi impegni, visto il ritiro di soldati da altri alleati. In precedenza Howard aveva escluso ripetutamente di voler inviare altre truppe, ma oggi ha cambiato atteggiamento

Il 67 per cento degli spagnoli sostiene la decisione del Premier Jose Luis Zapatero per il ritiro immediato del contingente militare inviato in Iraq. Il 23 per cento commenta invece negativamente la prima decisione di politica estera del nuovo governo. Secondo quanto dimostra inoltre un sondaggio commissionato dal quotidiano el Mundo, il dato disaggregato indica che il 26 per cento degli elettori dei popolari ha approvato la decisione del nuovo Premier, cosi' come il 94 per cento di Izquierda Unida e il 91,4 per cento di chi ha votato socialista. Quanto alle previsioni per le elezioni europee, i socialisti dovrebbero ottenere la maggioranza dei voti in Spagna con il 45,1 per cento, contro il 39,2 dei popolari.

GERUSALEMME

Una guardia di frontiera israeliana e' stata uccisa e altre due ferite in un agguato teso ieri sera nella zona di Hebron, nel sud della Cisgiordania. La vettura sulla quale i tre viaggiavano e' stata bersagliata di colpi d'arma da fuoco mentre transitava nei pressi del villaggio palestinese di Idna, 12 chilometri a nord-ovest di Hebron. Le guardie di frontiera hanno a loro volta sparato contro gli assalitori e secondo fonti militari israeliane a almeno uno di essi e' stato colpito.

CINA

La Cina ha escluso oggi che si possa votare a suffragio universale per scegliere i leader di Hong Kong e il parlamento nel 2007 e nel 2008. Lo ha confermato l'agenzia ufficiale Xinhua, che cita il Comitato permanente del congresso nazionale del popolo. Quando Hong Kong passò dall'amministrazione britannica al governo cinese nel 1997, la leadership di Pechino promise che si sarebbe passati a "un Paese, due sistemi" di governo, una formula che avrebbe assicurato al territorio autonomia per i futuri decenni. La mini-costituzione di Hong Kong, chiamata Basic Law, legge base, prevede la possibilità che i residenti possano eleggere il loro leader nel 2007 e i parlamentari nel 2008. Ma all'inizio di questo mese, il Comitato permanente ha deciso che Pechino deve dare approvazione preventiva a qualsiasi cambiamento politico.

FIAT/ MELFI

Il blocco dell'area industriale di Melfi effettuato da Fiom, Cobas ed Ugl oggi colpisce, dopo Mirafiori, Termini Imerese, la Sevel Val di Sagro e Termoli, anche lo stabilimento dell'Alfa Romeo di Pomigliano d'Arco. Anche nell'impianto napoletano, infatti, le scorte di componenti provenienti dalle aziende dell'indotto di Melfi si sono ormai esaurite e stamamattina la Fiat Auto deve fermare le linee che producono le Alfa 147, 156 e GT. Sempre stamattina a Mirafiori rientrano da 2 settimane di cassa integrazione gli operai dei turni addetti alla costruzione della Lancia Lybra e delle Lancia Thesis e Alfa Romeo 166 e a Cassino, sempre da 2 settimande di cig, quelli della Stilo. La ripresa del lavoro, però, potrebbe essere di breve durata poichè anche alcune parti di questi modelli nascono a Melfi. Una volta utilizzati i materiali presenti nei magazzini, quindi, la Fiat potrebbe essere costretta a dichiararre il 'senza lavoro' anche per questi operai.

La Fiom ha proclamato quattro ore di sciopero mercoledi' 28 aprile per tutto il settore come protesta per quanto sta avvenendo a Melfi. Lo sciopero di domani di quattro ore alla Fiat e alle aziende dell' indotto automobilistico e' stato revocato. In Basilicata mercoledi' lo sciopero sara' di otto ore e riguardera' tutte le categorie ad eccezione di quelle vincolate alla legge sul preavviso del diritto di sciopero.