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G.R. 19.30

Iniziamo con le gravissime dichiarazioni del prefetto di pOTENZA CHE NON CI FANNO PENSARE A NULLA DI BUONO i "Le operazioni di recupero delle condizioni di agibilità della via di accesso agli stabilimenti Fiat di Melfi continueranno nelle prossime ore fino al ripristino dello stato di legalità, a garanzia del diritto di riprendere l' attività lavorativa da parte di chi non voglia astenersene": lo ha annunciato la prefettura di Potenza.

. I metalmeccanici di tutta Italia si fermeranno il 28 aprile prossimo per quattro ore per protestare contro le gravissime cariche condotte da polizia e carabinieri questa mattina a Melfi. Dopo 7 giorni di blocco dello stabilimento Fiat in Basilicata, la forzatura impressa alla vertenza è durissima. I lavoratori, che chiedono migliori condizioni di lavoro e un salario maggiore, hanno subito le cariche ingiustificate delle forze dell'ordine evidentemente sostenute dall'azienda. In tutta l'area vi sono centinaia di agenti di polizia e carabinieri in tenuta antisommossa. Ai blocchi i manifestanti hanno rafforzato la loro presenza.

La Fiom comunque ha lanciato un appello alle istituzioni locali, alle forze politiche e ai parlamentari di «prendere posizione nei confronti del governo responsabile di un atto che riporta il nostro Paese agli anni più bui della repressione anti-operaia». lE posizioni dei politici sino abbastanza scontate. Non vi risparmiamo pero quelle del ministro pisanu che dichiara: Le forze dell'ordine sono intervenute per rimuovere il posto di blocco evitando "con encomiabile professionalità ulteriori e gravi complicazioni". Così il Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu spiega cosa è successo a Melfi e sottolinea che "tale operazione sarà ripetuta ogni volta che si renderà necessario". Tantissimi i comunicati di solidarietà dei settori lavorativi in lotta. Intanto è proseguito anche questa mattina il blocco della produzione nello stabilimento Fiat di Termini Imerese a causa della protesta di Melfi che ha serie ripercussioni anche sull'impianto siciliano, dove da giovedì pomeriggio 1.350 operai sono stati posti in cassa integrazione a causa della mancanza di componenti della Punto. Alle linee produttive di Termini Imprese servono portiere, cofani e particolari dei sedili forniti dagli impianti dell'indotto Fiat dell'area industriale di Melfi. Due ore di presidio domani, dalle 9 alle 11, davanti alla Porta 5 di Mirafiori, a Pomigliano e a termini imerese, contro "le insensate cariche della Polizia" a Melfi.

Ma la protesta si sta sempre più espandendo. Delegazioni di lavoratori sono partiti o si stanno organizzando per trasferirsi a Melfi per sostenere i blocchi organizzati dai manifestanti, dopo gli scontri di questa mattina. «Sono già decine le auto dei lavoratori di Pomigliano - spiega un portavoce dello Slai Cobas - partite in mattinata per dar man forte ai picchetti dei lavoratri di Melfi».

ALITALIA: CUB, ASSEMBLEA PROCLAMA MOBILITAZIONE PERMANENTE

Napoli mobilitazione delgli immigrati questa mattina a Napoli ascoltiamo il perchè (corr)

REPORT ASSEMBLEA ANTIRAZZISTA DEL 17 E 18 APRILE A ROMA

Bilancio certamente positivo quello della due giorni di discussione che si è tenuta a Roma Sabato e Domenica scorsa presso l’occupazione di via De Lollis nello storico quartiere di S.Lorenzo. Bilancio positivo sul piano della ricchezza dei contentuti ma anche e soprattutto perché comitati di solidarietà, associazioni di migranti, movimenti di lotta per la casa, realtà provenienti da circuiti e reti diverse hanno avuto la capacità di aprire un confronto a tutto campo sulla fase che sta attraversando il “movimento antirazzista” e sugli sviluppi possibili dei percorsi di opposizione alle leggi segregazioniste ( non solo la Bossi –Fini ma anche quelle che la hanno preceduta..), sulla necessità di rilanciare l’iniziativa ma anche di costruire più solidi percorsi di lotta. All’assemblea erano presenti persone provenienti da varie città ( fra cui Roma, Milano, Verona, Vicenza, Catania, Palermo, Caserta, Napoli, Genova, Messina, Torino, Potenza, Firenze). In molti hanno posto l’accento proprio sulla necessità di imprimere un salto di qualità “dalla mobilitazione alla lotta” alla legge Bossi – Fini, non è poco quello che dal Sud al Nord del paese si sta facendo ma occorre creare le condizioni per incidere in misura più forte di fronte ai drammi che tantissimi e tantissime migranti stanno vivendo quotidianamente sulla propria pelle….dai processi di clandestinizzazione che stanno vivendo moltissimi immigrati presenti da anni in Italia, alla completa esclusione di tutti coloro sono rimasti fuori dall’ultima regolarizzazione, alla condizione di precarietà totale e permanente in cui tutti sono relegati, costretti a camminare sempre sul filo del rasoio, a subire mille umiliazioni fra le file lunghissime delle questure d’Italia, a rimanere appesi come moderni schiavi alle ansie di sfruttamento di padroni e padroncini, alla negazione totale di diritti ma anche di essere riconosciuti come soggetti portatori di un proprio patrimonio culturale, alle maglie sempre più strette del controllo sociale con le schedature, le deportazioni, le galere appositamente create per rinchiudere chi è colpevole di cercare in Europa un futuro diverso. Passare dalla mobilitazione alla lotta vuol dire innanzitutto rimettere al centro dei nostri ragionamenti l’agire territoriale, la capacità di aprire vertenze locali, di strappare conquiste alla amministrazioni locali, di rilanciare la costruzione di tutti quei percorsi reali in grado di modificare concretamente i rapporti di forza; vuol dire ridefinire uno “Spazio Pubblico Nazionale” in grado di divenire ambito di confronto ampio ed aperto, ambito in cui coordinare e ricucire le battaglie ed i percorsi territoriali, un luogo politico di incontro ed attraversamento che sappia moltiplicare le energie valorizzandole e rendendole più visibili, attivando processi di ricomposizione sociale incrociando e trovando sinergie con i diversi settori e segmenti sociali in movimento. Dunque, rilanciare l’iniziativa su molteplici terreni, dalla battaglia per la “smilitarizzazione” e la civilizzazione delle pratiche sul soggiorno, a quella per sbloccare i permessi di soggiorno a tutti e tutte coloro sono stati truffati dai datori di lavoro nel corso dell’ultima “sanatoria”, alle battaglie contro la vergongna dei CPT, alla costruzione di una capacità di impedire espulsioni singole e collettive, alle battaglie sulla rapidità dei rinnovi e per il prolungamento della loro durata, alle battaglie sui diritti di sociali e di cittadinanza, fino alla capacità di costruire dal basso luoghi dell’accoglienza autogestita e sviluppare percorsi di lotta comuni per la casa, i servizi sociali , l’accesso ai saperi, il diritto al reddito. Tutto questo e molto di più va ricucito all’interno non di un contenitore da riempire, ma all’interno di uno spazio pubblico nel quale i percorsi territoriali possano riconnettersi per uscirne rafforzati, per innescare un processo di amplificazione e diffusione delle lotte, per riallacciare i nodi di una rete sociale che si ponga come obiettivo concreto la disarticolazione dei meccanismi di repressione e di controllo dell’immigrazione, che si contrapponga al ricatto del permesso di soggiorno legato al lavoro, che reclami e riconquisti diritti sociali e partecipazione, che abbatta i muri che la folle strategia della guerra permanente sta rapidamente e pericolosamente erigendo, rendendo i nostri percorsi dei laboratori a cielo aperto di sperimentazione di processi di relazione interculturali e con essi di un mondo diverso. All’orizzonte, dunque, non ci sono ne soluzioni organizzativiste, ne scadenzismi fini a se stessi, ma soprattutto la voglia di rilanciare un cantiere all’interno del quale l’azione ed il dibattito vengano coniugati in un rapporto positivo e dialettico; non è emersa, pur nella fermezza di alcuni contenuti chiave ( dalla chiusura totale dei CPT, al rifiuto del meccanismo dei flussi, del permesso di soggiorno legato al lavoro, all’orizzonte della libera circolazione delle persone etc..), una rigida piattaforma programmatica, ma soprattutto una traccia di lavoro da testare e da sperimentare sui territori anche rafforzando, amplificando, coordinando gli appuntamenti locali e a carattere nazionale già previsti:

- Le manifestazioni in preparazione per la fine di Maggio a Caserta ed a Napoli con il quale si chiede la regolarizzazione all’interno dei flussi dei lavoratori autonomi già presenti in Italia (c’è stata a proposito una importante disponibilità mostrata dai funzionari del ministero degli Interni in occasione della manifestazione dei richiedenti Asilo “casertani” dopo la mobilitazione del 31 Gennaio a Roma), sulla quale occorre riflettere e comprendere la possibilità di estendere questa importante battaglia sul piano nazionale. - Le iniziative in preparazione contro i CPT, quella di Genova ( che dovrebbe tenersi anch’essa nella data del 22 Maggio) per impedire la costruzione ex novo di un lager nel capoluogo ligure; quella che i padri comboniani stanno preparando, raccogliendo vaste adesioni, sul piano nazionale per la giornata del 4 Giugno e che crediamo vada sostenuta e rilanciata nei termini di una giornata di iniziativa e mobilitazione nazionale per la chiusura dei “Centri di Permanenza Temporanea”. - Lo sciopero del lavoro migrante previsto per la metà di Maggio ( non c’è ancora la data precisa), a Vicenza ad un anno di distanza dal primo sciopero del lavoro migrante in Italia. - Un altro, centrale, capitolo di iniziativa e mobilitazione è legato invece alla vicenda dei richiedenti asilo. Non solo è necessario incidere sul piano della mobilitazione nel momento in cui è jn discussione la proposta di legge anche ragionando sulla possibilità di far convergere quanto prodotto a Palermo, nel casertano ed a Roma attorno alla vicenda dell’Hotel Africa, ma occorre rimettere al centro dell’iniziativa contro la guerra permanente l’aspetto della guerra interna con il suo portato di controllo, emergenzialità, razzismo, con muri e le barriere che vogliono alzare in italia ed in Europa. L’aspetto della guerra interna e la necessità di una diversa e più larga legislazione in materia d’asilo, la questione dell’accoglienza e dei diritti per i richiedenti asilo, devono divenire componente integrante dei contenuti del vasto movimento contro la guerra attraversando le mobilitazioni previste per la giornata del 25 Aprile e soprattutto la mobilitazione nazionale che dovrebbe tenersi fra la fine di Maggio ed i primi di Giugno. - Dalle realtà e dalle reti presenti è emersa la proposta “forte” di investire sulla costruzione ( non dall’oggi al domani ma con i tempi necessari) di una carovana dei diritti in grado di attraversare e ricucire il territorio nazionale non solo per rimettere al centro la necessità di opporsi alla legge Bossi- Fini, ma per rilanciare percorsi possiblili sul terreno delle lotte comuni per la casa, i servizi sociali, contro la precarietà ed il reddito di cittadinanza. Non ci interessa la costruzione di un meccanismo centralizzato ( la carovana viene indetta e le realtà territoriali corrono ad organizzare una iniziativa ad Hoc in occasione del passaggio), ma un percorso costruito dal basso. Ci interessa la possibilità di intrecciare e potenziare percorsi di lotta reali sottolineando il nesso forte fra le politiche repressive e di controllo dell’immigrazione con la dinamica della precarizzazione generale del lavoro e della vita, catena all’interno della quale i migranti rappresentano spesso l’anello più debole. In questa prospettiva chiediamo a tutte le realtà di avviare una discussione ampia sui territori intersecando in modo particolare le reti che si muovo sulla terreno della lotta per la casa ed i tessuti sempre più ampi che cominciano a reclamare reddito invitando tutti e tutte anche ad attivare un meccanismo di elaborazione e proposta in questa direzione.

roma Verso la mayday oggi a Roma iniziativa alla stazione termini per prendere il treno che partirà dalla stazione tiburtina il 30 sera gratuitamente. (corr) Ricordiamo che martedi prossimo 27 aprile dalle ore 16 in via Cesare Balbo 16, presso l'aula magna dell'Istituto Nazionale di Statistica, si riuniranno i precari romani, per discutere tra loro e "dare i numeri".

12 MILA FIRME CONTRO PRESENZA IN SARDEGNA di basi nucleari- Sono state raccolte 12.000 firme per il referendum consultivo contro la presenza in Sardegna di basi militari straniere ad armamento nucleare. Le firme saranno depositate mercoledi' prossimo presso la Corte d'Appello di Cagliari. Il referendum e' promosso dal Comitato "Firma sa Bomba" (Ferma la Bomba) che ha scelto per depositare le firme una giornata simbolica: "Sa Die de Sa Sardegna (La Giornata della Sardegna), istituita per ricordare la cacciata dei piemontesi del 28 aprile 1794. Si tratta - e' scritto in una nota - di una iniziativa per riaffermatre il suo contenuto di ribellione contro una dominazione stranieria, ieri piemontese, oggi italiana ed americana. Con questo referendum i sardi possono ribadire chiaramente che le basi ad armamento nucleare, come quella di La Maddalena, non sono piu' compatibili con la cultura e l'economia dell'isola. Bisogna mobilitarsi per la loro chiusura adesso - conclude la nota - prima che il danno sia irreparabile.

CASA: SFRATTI; A PICCONATE RIOCCUPATO APPARTAMENTO A MILANO (V. 'CASA: SFRATTI; ABUSIVI BLOCCANO...) - MILANO, 26 APR - E' stato nuovamente occupato l'appartamento sgomberato tra momenti di forte tensione questa mattina, a Milano, e nel quale viveva una famiglia composta da madre, padre e due bambine piccole. All'interno c'e' anche un ispettore dell'Aler, l'ente delle case popolari, che si trovava nell'appartamento appena sgomberato. Secondo quanto si e' appreso sul posto, alcune persone, probabilmente di quelle che avevano partecipato a un presidio contro lo sgombero, hanno sfondato a picconate il muro dell'appartamento a fianco, e passando da li' sono entrati nuovamente nell'abitazione, che dopo il movimentato sgombero di stamani era stata chiusa con una porta blindata. Nell'appartamento appena sgomberato si trovava ancora un ispettore dell'Aler, l'ente delle case popolari. L'uomo, che si era chiuso dentro in attesa dell'arrivo di una guardia giurata che lo presidiasse, si trova ora all'interno del locale con gli occupanti. Sul posto sta tornando la polizia

iraq

Bagdad, 26 aprile 2004 Attenbzione nuovamente spostata dai civili morti ammazzati ai 3 ostaggi italiani La tv araba al Arabiya ha infatti mostrato un video degli ostaggi italiani.

Nel video i rapitori chiedono manifestazioni a Roma contro la politica del governo: "Vi assicuriamo che daremo prova di buona fede e li libereremo - dice il messaggio diretto dai sequestratori al popolo italiano - se simpatizzerete con la nostra causa, ci mostrerete la vostra solidarietà e respingerete pubblicamente la politica del vostro primo ministro, inscenando una grande manifestazione nella vostra capitale per protestare contro la guerra". E la guerra continua Una forte esplosione all'interno di un deposito di materiale chimico nel quale stavano entrando i soldati Usa è avvenuta oggi a Baghdad. In un primo momento si pensava a un attacco a un convoglio statunitense. Le fiamme che si sono levate dal deposito si sono estese ad alcuni dei mezzi militari Usa posteggiati vicino all'edificio, bruciandoli. Ci sono stati morti, uno o due a seconda delle fonti, e almeno quattro feriti. I soldati Usa hanno anche sparato in aria per disperdere la folla.

Scontri a Fallujah Scambiati colpi di artiglieria pesante oggi in due quartieri di Fallujah. Secondo gli abitanti della città irachena assediata gli scontri sono scoppiati questa mattina e sarebbero tuttora in corso. A Bassora, nell'Iraq meridionale, un soldato britannico è stato ferito oggi da una bomba esplosa vicino al convoglio su cui si trovava un reparto britannico.

Najaf: i soldati americani subentrano agli spagnoli Circa 200 militari del secondo battaglione del 37esimo reggimento corazzato sono entrati a Najaf per la prima volta dall'inzio del confronto con le milizie del leader estremista sciita Moqtada al Sadr. Non si tratta dell'inizio dell'offensiva per riprendere il controllo della città, ma di un riposizionamento necessario per sostituire le forze spagnole che si stanno ritirando. Anche se l'avvicendamento non può non avere come scopo anche quello di esercitare pressione sui rivoltosi.

paraguay SAN PEDRO: ‘SENZA TERRA’ MINACCIANO OCCUPAZIONI Scaduta la ‘tregua’ col governo, i contadini ‘senza terra’ del dipartimento paraguayano di San Pedro (centro del Paese) sono pronti ad occupare 13 proprietà agricole della regione: lo ha annunciato Jacinto Espínola, dirigente dei ‘campesinos’ di San Roque, un centinaio di contadini accampati da mesi sulle rive del fiume Mborevi, circa 30 chilometri da Santa Rosa del Aguaray, che sollecitano l’esproprio di una tenuta di 1.850 ettari di proprietà di Roque Fleitas, accusato di essere un ex-gerarca del regime di Alfredo Stroessner. Secondo i contadini, Fleitas non avrebbe titoli di proprietà legali sui terreni, nonostante dall’ufficio del catasto locale risulti in regola. Fleitas ha anche ottenuto dalle forze dell’ordine la garanzia che chiunque tenti di entrare abusivamente nella sua proprietà venga fermato. “Finora abbiamo avuto molta pazienza per continuare a sperare di fronte alle promesse delle autorità, per dimostrare che non siamo estremisti, come ci dipingono” ha spiegato il leader contadino Espínola. “Ma non ci sono state ancora risposte concrete e se non arriveranno passeremo all’azione e occuperemo i terreni”. Stesso scenario si verifica a Nuova Germania, dove un gruppo di ‘campesinos’ presidia l’ingresso di una tenuta agricola di circa mille ettari intestata a due imprenditori brasiliani, e nelle località di Colonia Navidad, San Pablo, Tacuatí e Toro Pirú. La polizia dipartimentale, guidata dal commissario Alfredo Sosa, ha avvertito i ‘campesinos’ che non consentirà azioni illegali, pur affermando che si farà ricorso all’uso della forza “solo in caso di estrema necessità”.

USA Un ragazzo statunitense di 15 anni è stato punito dalla sua scuola ed è stato sottoposto a indagini dal Servizio Segreto, che si occupa della sicurezza del presidente, per avere disegnato George W. Bush come un diavolo in atto di lanciare un missile.

l'identità, raffigurava la testa di Bush infilzata su una picca.

nordovest degli Stati Uniti. E' stato l'insegnante di educazione artistica della scuola del ragazzo ad avvertire le autorità scolastiche, che hanno avvertito la polizia, che ha segnalato la vicenda al Servizio Segreto.

QUATTRO MILIONI DI TELECAMERE CONTRO LA PAURA/ANSA E INTANTO GOVERNO PRESENTA PROGETTO LEGGE SU CARTE D'IDENTITA'

valore assoluto, passa in secondo piano rispetto al controllo con la scusa della sicurezza

- 80% - di sudditi di sua maestà è pronta ad accettare l'idea di carte d'identità obbligatorie. Oggi il ministro degli Interni David Blunkett ha depositato un progetto di legge che prevede l'introduzione nel 2007 di questo documento che nel Regno Unito fu in vigore solo dal 1939 al 1951, ovviamente in una versione moderna. Si tratterà infatti di un carta d'identità elettronica che conterrà, oltre alla foto e alle generalità del titolare, anche le impronte digitali e quelle dell'iride. Il costo previsto è di 5 miliardi di euro.

nazionale capace di conservare i dati personali dei 60 milioni di residenti. Secondo Blunkett, le carte d'identità obbligatorie serviranno a combattere i reati più gravi, compreso il terrorismo, il riciclaggio di denaro sporco, i furti di identità, l'immigrazione illegale. Il progetto di legge dovrebbe cominciare il suo iter parlamentare in autunno. Intanto oggi un primo gruppo di volontari è stato dotato della carta d'identità elettronica, tanto per vedere che effetto fa.

OGM: GREENPEACE, IRRESPONSABILE DECISIONE MINISTRI UE SU MAIS BT-11 : GREENPEACE, IRRESPONSABILE DECISIONE MINISTRI UE SU MAIS BT-11 = (ASCA) - Roma, 26 apr - Greenpeace denuncia l'irresponsabile decisione del Consiglio dei ministri europei dell'Agricoltura, che si e' tenuto oggi a Lussemburgo, che non blocca l'approvazione alla commercializzazione del mais Bt-11, una varieta' geneticamente modificata dalla multinazionale svizzera Syngenta. Sebbene i ministri non abbiamo approvato il mais Ogm, la mancanza di una maggioranza qualificata lascia la decisione - si legge in una nota - alla Commissione, che ne aveva gia' proposto la commercializzazione e sarebbe il primo Ogm autorizzato, dopo la caduta della moratoria stabilita nel 1998. La Spagna che, nella precedente votazione di dicembre, aveva votato a favore, oggi si e' astenuta, ma a sorpresa l'Italia ha votato a favore. Non vorremmo trovarci di fronte - sostiene Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace - ad un cambio di rotta della nostra politica. Quello che e' accaduto oggi e' molto grave e puo' segnare un punto di non ritorno per la biosicurezza e la tutela dei consumatori. I cittadini non possono fare da cavie per gli esperimenti di qualche multinazionale. L'associazione ambientalista sottolinea come i consumatori italiani ed europei abbiano gia' espresso la loro opposizione agli Ogm e non vogliono vedere il mais Bt 11 sugli scaffali dei supermercati: la Commissione Europea ha una lunga lista di Ogm che gli Stati Membri dovranno esaminare e per 13 di questi si chiede la coltivazione. Ci auguriamo che il voltafaccia compiuto oggi dal dicastero del ministro Alemanno - continua Ferrario - non si ripeta nelle prossime settimane quando si votera' per evitare la contaminazione delle sementi o per dare il via alla coltivazione di nuove varieta' Ogm. Greenpeace critica le regole per le valutazioni sugli Ogm, che non sono migliorate dopo la creazione dell'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, ora competente in materia al posto del precedente Comitato Scientifico.

G.R. 13,00

MELFI

MELFI, SECONDO FIOM LUCANA UNA VENTINA I FERITI NELLA CARICA = Secondo la Fiom Cgil lucana ci sarebbero molti feriti tra i manifestanti dopo i disordini di questa mattina davanti allo stabilimento Fiat di Melfi. Ce ne risultano addirittura una ventina, dice all'ADNKRONOS il segretario della Fiom Cgil lucana, Giuseppe Cillis. Inizialmente, la stima fornita dalla stessa Fiom Cgil era di una una decina di feriti. Nella zona negli istanti successivi ai disordini c'e' stato un viavai di ambulanze ma non si ha pero' notizia di casi gravi.

FIOM PROCLAMA SCIOPERO NAZIONALE METALMECCANICI - La segreteria nazionale della Fiom ufficializza la decisione: 4 ore di sciopero nazionale dei metalmeccanici vi confluiscono le 4 ore di stop precedentemente indette per martedì nel gruppo Fiat e nell'indotto. "La Segreteria nazionale delle Fiom - si legge in una nota - chiede a tutta la società civile e ai movimenti democratici di esprimere solidarietà ai lavoratori in lotta. Chiede alle forze politiche e alle istituzioni, iniziative per fermare il brutale tentativo della Fiat di negare le libertà sindacali e affinchè si ricostruiscano le condizioni per un vero negoziato". Il sindacato metalmeccanici della Cgil annuncia anche l'avvio di una "sottoscrizione di solidarietà". Ai cancelli della Fiat Sata di Melfi adesso la situazione è tornata alla "calma", dice Antonio Pepe, segretario provinciale della Cgil di Potenza. "Ma quello che è accaduto oggi, le cariche contro operai, parlamentari e chiunque fosse presente ai blocchi è roba da anni '50", Delegazioni di lavoratori aderenti a Fiom Cgil e Slai Cobas sono partiti o si stanno organizzando per trasferirsi a Melfi per sostenere i blocchi organizzati dai manifestanti, dopo gli scontri di questa mattina con la polizia. Sono gia' decine le auto dei lavoratori di Pomigliano - spiega un portavoce dello Slai Cobas - partite in mattinata per dar man forte ai picchetti dei lavoratri di Melfi. La Fiom Cgil invoca la mobilitazione di tutti i metalmeccanici della Campania per dare una risposta immediata con iniziative di lotta e di sostegno solidale ai lavoratori della Fiat di Melfi. La Fiom chiede inoltre alle istituzioni locali, alle forze politiche e ai parlamentari di prendere posizione nei confronti del governo responsabile di un atto che riporta il nostro Paese agli anni piu' bui della repressione anti operaia

FIAT: MELFI; SCIOPERO FIOM IN CORSO A MIRAFIORI In fabbrica sono presenti 300 lavoratori che sono rientrati stamattina dopo due settimane di cassa integrazione (800 fra tutti e tre i turni). Secondo l'azienda hanno scioperato 20 dipendenti, mentre per la Fiom 140.

ANCHE FORZE POLITICHE ESPRIMONO CRITICHE ALL'OPERATO DELLA POLIZIA E SOLIDARIETA' AGLI OPERAI IN LOTTA Quanto avvenuto oggi a Melfi e' una cosa molto grave. Lo ha detto il segretario di Rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti, giunto nell'area industriale tuttora occupata dai lavoratori. La Fiat oggi - ha aggiunto - con quello che e' successo qui si e' garantita la stima del governo. Quello che e' avvenuto a Melfi - ha continuato - era stato provocatoriamente annunciato dal sottosegretario al Lavoro Maurizio Sacconi che in questi giorni si e' distinto per la sua attivita' antisindacale. Il Parlamento dovrebbe ora censurare l'attivita' antisindacale di Sacconi. Il segretario di Rifondazione, ha inoltre, ricordato, come ai lavoratori che volevano entrare in fabbrica era stato offerto un passaggio in sicurezza nei presidi, ma si e' voluto cercare lo scontro.

DILIBERTO, CONTRO LAVORATORI INACCETTABILE REPRESSIONE = GOVERNO BERLUSCONI VUOLE AFFOSSARE DIRITTI, TUTELE E DIGNITA'

CGIL SICILIA ESPRIME SOLIDARIETA' A OPERAI = La Cgil siciliana esprime solidarieta' agli operai dello stabilimento di Melfi. Per Giovanna Marano, segretario generale Fiom, si continua a registrare un preoccupante clima di repressione antisindacale. Quanto e' accaduto e' gravissimo -ha aggiunto- e si inscrive in un contesto in cui la Fiat da tempo rifiuta il confronto con la Fiom. Nelle prossime ore -ha annunciato Giovanna Marano- il gruppo dirigente della Fiom siciliana decidera' forme di mobilitazione per solidarieta' con i lavoratori di Melfi

FIOM: MELFI, INDIGNAZIONE E CONDANNA - La segreteria nazionale della Fiom, in una nota, esprime "indignazione e condanna per il brutale intervento delle forze dell'ordine contro il presidio dei lavoratori di Melfi in lotta". "Le cariche della polizia - accusa la Fiom - sono state assolutamente ingiustificate in quanto il presidio è sempre avvenuto nel pieno e totale rispetto di tutto e di tutti. Anche in queste ore i lavoratori hanno reagito semplicemente con forme di resistenza passiva. Ancora più grave il fatto che l'intervento delle forze dell'ordine avviene in una situazione di pressoché totale consenso dei lavoratori di Melfi verso lo sciopero. In questi giorni ai cambi turno non si è mai verificato alcun episodio che giustificasse minimamente l'intervento delle forze dell'ordine". "L'azione repressiva ha lo scopo di intimidire i lavoratori in lotta e di colpire il diritto costituzionale allo sciopero. Tale scelta è frutto della gravissima decisione della Fiat e del governo di rispondere con la repressione alle rivendicazioni dei lavoratori di Melfi. Questi lavoratori chiedono di migliorare condizioni di lavoro che non hanno paragoni in Europa per la loro pesantezza. Chiedono di perequare le loro paghe agli altri lavoratori del gruppo Fiat e di uscire dal regime delle gabbie salariali. Chiedono la fine di un brutale sistema di governo della organizzazione del lavoro, che in questi anni ha portato a 9.000 provvedimenti disciplinari su 5.000 dipendenti dell'azienda". "A queste sacrosante rivendicazioni - si legge ancora - la Fiat ha risposto con la chiusura più totale, con la richiesta di sconfessione e di condanna della lotta, con minacce e intimidazioni. Il governo, invece che svolgere un ruolo di moderazione e mediazione rispetto al gravissimo comportamento dell'azienda, ha scelto di cavalcarne le spinte più oltranziste. Quello in atto a Melfi si configura quindi come un gravissimo attacco ai diritti dei lavoratori, allo stesso principio costituzionale che garantisce la libertà sindacale

POMIGLIANO D'ARCO

Fabbrica deserta e produzione ferma questa mattina nello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco. L'attivita' dei circa 5.000 dipendenti e' bloccata in seguito alla protesta in corso a Melfi per il mancato arrivo di componenti per la produzione. All'esterno della fabbrica e' stato affisso un comunicato della direzione che comunica la sospensione delle attivita' per i lavoratori addetti ai modelli Alfa 147, Alfa 156 e Alfa G7 a causa della mancanza di materiali provenienti dal comprensorio di Melfi. Sono in servizio solamente gli addetti alle attivita' di manutenzione. La sospensione, per il momento, riguarda gli operai del primo turno, quello dalle 6 alle 14. Si e' in attesa dell'evoluzione della situazione a Melfi per quanto riguarda gli operai del turno successivo. Lunghe attese, all'esterno dell'ingresso merci, per una ventina di camion carichi di componenti provenienti da altre citta'. I conducenti sono stati invitati ad aspettare comunicazioni nel giro delle prossime ore.

SICILIA, MERCOLEDI' SCIOPERO DI 4 ORE = La Cgil siciliana ha indetto per mercoledi' uno sciopero di 4 ore che coinvolgera' tutte le aziende metalmeccaniche. La proclamazione dello sciopero da parte della Fiom dopo le cariche della polizia per forzare i blocchi degli operai dello stabilimento Fiat di Melfi

IN SOLIDARIETA' CON GLI OPERAI DI MELFI CARICATI DALLA PS. SCIOPERO IMPROVVISO ALL ALFA DI ARESE BLOCCATA PER UN' ORA DAI LAVORATORI L'AUTOSTRDA DEI LAGHI - Per protestare contro il comportamento del Governo e della Fiat allo stabilimento di Melfi (Potenza), i lavoratori della fabbrica dell'Alfa Romeo di Arese (Milano) hanno scioperato questa mattina. L'astensione e' stata proclamata da FlmUniti-Cub, Slai-Cobas e Fiom-Cgil. I lavoratori hanno incrociato le braccia un'ora e mezza, dalle 9.30 alle 11, e hanno preso parte a un'assemblea davanti alla portineria centrale. La Cub, che ha reso noto lo sciopero, ha denunciato la repressione poliziesca della legittima lotta dei compagni di Melfi e annunciato che il sindacato di base si impegnera' a sostegno dei lavoratori trattati da banditi dal Governo. Al termine della riunione, alcune centinaia di operai e impiegati hanno bloccato, per un'ora dalle 10.20 alle 11.30, l'autostrada dei Laghi che si trova vicino allo stabilimento. Il traffico ne ha risentito e si sono formate lunghe code che poi via via si sono ridotte fino a quando la situazione si e' normalizzata

IRAQ

FORTE ESPLOSIONE A BAGHDAD, QUATTRO FERITI = Una forte esplosione e' stata registrata questa mattina nel quartiere di Waziriya, nel centro di Baghdad, dove i militari americani stavano conducendo una serie di perquisizioni. Un edificio, forse un deposito di sostanze chimiche, e' crollato, tre o quattro, veicoli militari Humvee sono stati avvolti dalle fiamme. E quattro persone, fra cui un bimbo iracheno e un soldato americano, sarebbero rimaste ustionate. Ma non vi e' ancora nessuna conferma ufficiale del numero delle vittime, cosi' come delle cause dell'esplosione

FORZE USA ENTRANO A NAJAF PER SOSTITUIRE MILITARI SPAGNOLI - Militari americani sono entrati a Najaf per la prima volta dall'inzio del confronto con la resistenza sciita. Non si tratta -dicono le forze USA- dell'inizio dell'offensiva per riprendere il controllo della citta', ma di un riposizionamento necessario per sostituire le forze spagnole che si stanno ritirando. Anche se l'avvicendamento non puo' non avere come scopo anche quello di esercitare pressione sui rivoltosi. Circa 200 militari del secondo battaglione del 37esimo reggimento corazzato hanno quindi fatto il loro ingresso nella base occupata dagli spagnoli, che nella notte e' stata colpita da 21 colpi di mortaio e che si trova a soli cinque chilometri dal centro della citta', e dai luoghi di culto che vi si trovano. Un soldato salvadoregno e' rimasto ferito nell'attacco.

INTANTO A NAJAF NASCONO GRUPPI DI VIGILANTES CONTRO LE MILIZIE DI AL-SADR - A Najaf si fanno strada nuovi gruppi cosiddetti di 'autodifesa', che si propongono di rimettere ordine nella città santa: è il caso dei 'Giovani Fedeli di Najaf', che ieri hanno emesso un comunicato: "Dopo le provocazioni e le violazioni commesse dall'Esercito di al-Mahdi (quelle facenti capo ad al-Sadr) alcuni giovani di Najaf hanno posto un limite ai comportamenti di questi miliziani nei pressi del mausoleo". Nella nota si fa riferimento all'"uccisione di tre miliziani, oltre al ferimento di altri due", che avrebbero scatenato scontri nelle zone periferiche della città. Il comunicato ammonisce e invita "i membri di dette milizie al disarmo e ad astenersi da qualsiasi violazione della sacralità del mausoleo del Principe dei Credenti".

RAZZI CONTRO BASI BULGARA E UCRAINA: NESSUN FERITO - Alcuni razzi sono stati lanciati nella notte contro le basi militari ucraina e bulgara in Iraq. Lo ha riferito il maggiore Slawomir Walenczykowski, aggiungendo che non hanno riportato vittime o feriti. Le due basi finite nel mirino della guerriglia sono quella vicino As Suwairah - che ospita i bulgari - e quella nella provincia di Wesit, dove si trovano gli ucraini. Secondo quanto riferito, i soldati hanno risposto al fuoco, ma gli attentatori si sono dileguati facendo perdere le loro tracce

E intanto il presidente bulgaro Georgy Parvanov, in visita a sorpresa in Iraq, è sfuggito a un attentato mentre stava andando dalla base polacca a quella del contingente bulgaro a Karbala. Ne dà notizia l'agenzia bulgara Bta, che precisa che non ci sono state vittime. Il corteo presidenziale è stato fatto segno a colpi d'arma da fuoco da aggressori sconosciuti. Parvanov e il capo di stato maggiore bulgaro, il generale Nikola Kolev, a Baghdad hanno incontrato l'amministratore americano Paul Bremer e il generale Ricardo Sanchez, comandante delle forze terrestri della coalizione.

DALLA SPAGNA, UN SONDAGGIO RILEVA CHE IL 67% SOSTIENE RITIRO TRUPPE (ELMUNDO)

Il 67 per cento degli spagnoli concorda con la decisione del nuovo governo Zapatero di ritirare immediatamente le truppe dall'Iraq. Il 23% si dice contrario. E' questo il risultato di un sondaggio effettuato dalla società Sigma Dos per il quotidiano El Mundo. La percentuale di coloro che appoggiano il ritiro delle truppe in Iraq è altissima tra i sostenitori del Psoe (91,4%) e dell'Iu (94%), mentre crolla al 26 per cento degli interpellati tra gli elettori del Partito Popolare.

TREGUA A FALLUJAH

Il nuovo accordo di cessate il fuoco siglato a Fallujah è stato raggiunto dietro suggerimento del capo dell'Autorità provvisoria della coalizione (Cpa), Paul Bremer, e dei vertici militari Usa impegnati in Iraq. Lo rivelano funzionari dell'amministrazione di Washington, citati oggi dal New York Times. "Non c'è alcun rischio a concedere più tempo - ha dichiarato uno dei funzionari Usa - eccetto per la situazione umanitaria a Fallujah che peggiora ogni giorno". Il concetto è chiaro: se nei prossimi giorni si renderà necessaria l'offensiva militare, si aggiunge a Washington, il Presidente George W. Bush potrà dire di aver offerto ogni possibilità al negoziato.

G.R. 9,30

IRAQ

ESPLOSIONE A BAGHDAD Una potente esplosione ha scosso stamane gli edifici di Baghdad. Subito dopo si e' vista una spessa coltre di fumo alzarsi verso il cielo da una zona nella parte settentrionale della citta'

I soldati americani potrebbero entrare presto a Najaf, per bloccare la rivolta della milizia sciita, ma tenendosi ben lontani dai luoghi santi al centro della citta', per non suscitare il risentimento dei religiosi che scatenerebbero la rivolta contro una simile violazione da parte dei militari. A parlare di questa possibilita' e' stato il generale di brigata Mark Hertling, senza comunque precisare quanti soldati dovrebbero entrare in azione e quando. I leader sciiti hanno gia' avvertito sui rischi di una esplosione di rabbia nella popolazione se le truppe americane entrassero a Najaf e finora i comandanti americani hanno evitato questa opzione

L'Australia potrebbe mandare altre truppe ma si tratterebbe di un piccolo incremento del contingente Di ritorno dalla visita ai soldati australiani a Baghdad, il primo ministro John Howard ha accennato oggi alla possibilità di inviare altre truppe in Iraq, sebbene si tratterebbe soltanto di un "piccolo incremento". L'Australia ha circa 850 soldati in Iraq e nel Golfo come parte della coalizione capeggiata dagli Usa, che ha ora bisogno di nuovi impegni, visto il ritiro di soldati da altri alleati. In precedenza Howard aveva escluso ripetutamente di voler inviare altre truppe, ma oggi ha cambiato atteggiamento

Il 67 per cento degli spagnoli sostiene la decisione del Premier Jose Luis Zapatero per il ritiro immediato del contingente militare inviato in Iraq. Il 23 per cento commenta invece negativamente la prima decisione di politica estera del nuovo governo. Secondo quanto dimostra inoltre un sondaggio commissionato dal quotidiano el Mundo, il dato disaggregato indica che il 26 per cento degli elettori dei popolari ha approvato la decisione del nuovo Premier, cosi' come il 94 per cento di Izquierda Unida e il 91,4 per cento di chi ha votato socialista. Quanto alle previsioni per le elezioni europee, i socialisti dovrebbero ottenere la maggioranza dei voti in Spagna con il 45,1 per cento, contro il 39,2 dei popolari.

GERUSALEMME

Una guardia di frontiera israeliana e' stata uccisa e altre due ferite in un agguato teso ieri sera nella zona di Hebron, nel sud della Cisgiordania. La vettura sulla quale i tre viaggiavano e' stata bersagliata di colpi d'arma da fuoco mentre transitava nei pressi del villaggio palestinese di Idna, 12 chilometri a nord-ovest di Hebron. Le guardie di frontiera hanno a loro volta sparato contro gli assalitori e secondo fonti militari israeliane a almeno uno di essi e' stato colpito.

CINA

La Cina ha escluso oggi che si possa votare a suffragio universale per scegliere i leader di Hong Kong e il parlamento nel 2007 e nel 2008. Lo ha confermato l'agenzia ufficiale Xinhua, che cita il Comitato permanente del congresso nazionale del popolo. Quando Hong Kong passò dall'amministrazione britannica al governo cinese nel 1997, la leadership di Pechino promise che si sarebbe passati a "un Paese, due sistemi" di governo, una formula che avrebbe assicurato al territorio autonomia per i futuri decenni. La mini-costituzione di Hong Kong, chiamata Basic Law, legge base, prevede la possibilità che i residenti possano eleggere il loro leader nel 2007 e i parlamentari nel 2008. Ma all'inizio di questo mese, il Comitato permanente ha deciso che Pechino deve dare approvazione preventiva a qualsiasi cambiamento politico.

FIAT/ MELFI

Il blocco dell'area industriale di Melfi effettuato da Fiom, Cobas ed Ugl oggi colpisce, dopo Mirafiori, Termini Imerese, la Sevel Val di Sagro e Termoli, anche lo stabilimento dell'Alfa Romeo di Pomigliano d'Arco. Anche nell'impianto napoletano, infatti, le scorte di componenti provenienti dalle aziende dell'indotto di Melfi si sono ormai esaurite e stamamattina la Fiat Auto deve fermare le linee che producono le Alfa 147, 156 e GT. Sempre stamattina a Mirafiori rientrano da 2 settimane di cassa integrazione gli operai dei turni addetti alla costruzione della Lancia Lybra e delle Lancia Thesis e Alfa Romeo 166 e a Cassino, sempre da 2 settimande di cig, quelli della Stilo. La ripresa del lavoro, però, potrebbe essere di breve durata poichè anche alcune parti di questi modelli nascono a Melfi. Una volta utilizzati i materiali presenti nei magazzini, quindi, la Fiat potrebbe essere costretta a dichiararre il 'senza lavoro' anche per questi operai.

La Fiom ha proclamato quattro ore di sciopero mercoledi' 28 aprile per tutto il settore come protesta per quanto sta avvenendo a Melfi. Lo sciopero di domani di quattro ore alla Fiat e alle aziende dell' indotto automobilistico e' stato revocato. In Basilicata mercoledi' lo sciopero sara' di otto ore e riguardera' tutte le categorie ad eccezione di quelle vincolate alla legge sul preavviso del diritto di sciopero.

gror040426 (last edited 2008-06-26 10:01:25 by anonymous)