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=== GR ORE 19.30 ===

ITALIA

MELFI - Manifestazione nazionale oggi a Roma degli operai e delle operaie di Melfi

Questa mattina a Roma la manifestazione a sostegno della vertenza Fiat di Melfi organizzata dalla Fiom ha visto un'ampia partecipazione da tutta Italia. Il corteo, aperto dallo striscione 'Salario - Diritti' era composto da circa 3000 persone e si è concluso davanti alla sede della Fiat al grido di "fuori-fuori" e "vergogna-vergogna". Al corteo, oltre agli operai di Melfi, delegazioni di operai degli altri stabilimenti Fiat, delle fabbriche di Brescia, Napoli, Milano, Arese ed anche lavoratori iscritti ad altre organizzazioni. Il segretario generale della Fiom, Rinaldini, ha chiesto "di Aprire immediatamente un tavolo di trattativa no-stop a Melfi per arrivare ad una soluzione in due o tre giorni". I blocchi continuano e per domani è prevista una manifestazione davanti allo stabilimento Fiat di Melfi. Se la Fiat non chiama immediatamente i sindacati per una "no-stop" sullo stabilimento Sata di Melfi ha il dovere di intervenire il governo, ha concluso Rinaldini.
La Fim, in concomitanza con la manifestazione di domani, ha indetto otto ore di sciopero sui tre turni di lavoro a partire dal turno delle 22 di questa sera.
Radio Onda Rossa ha seguito nella mattinata di oggi lo svolgersi della manifestazione. Vi facciamo ascoltare l'intervento conclusivo di Vincenzo Migliucci della Confederazione Cobas.


ALITALIA - La Cub, la confederazione di base dei lavoratori dell'Alitalia, non e' stata chiamata a partecipare oggi insieme agli altri sindacati al tavolo tecnico in corso con governo e azienda sulla crisi della compagnia perchè nettamente contraria a qualsiasi ipotesi di smembramento.

Continua a salire il numero degli esuberi previsti in Alitalia. Secondo le ultima notizie il numero dei dipendenti destinato all' esternalizzazione salirebbe di 3.300 unita' (pari al 77% del totale del personale), portandosi da 2.100 a 5.600. La soluzione risiederebbe in una partnership con la Fraport di Francoforte in cui l'Alitalia avrebbe la maggioranza del 60%. Di fronte a questa soluzione, le nove firme sindacali coinvolte nella vertenza, si sarebbero dette disponibili al dialogo e hanno incontrato oggi i rappresentanti di governo e azienda.
Dall'incontro è stata però esclusa la CUB perchè nettamente contraria a qualsiasi ipotesi di smembramento. Appare sempre piu' evidente, infatti, che il governo persegue l'obiettivo di spezzettare l'Alitalia per poi svenderla nei suoi vari pezzi, e di fronte a questa ipotesi, la Cub annuncia che proseguirà le mobilitazioni fino ad un nuovo sciopero, mentre prporio sul nodo delle esternalizzazioni di alcune società proposte dalla compagnia, il tavolo tecnico si è interrotto. Il Tavolo è stato infatti sospeso per un incontro intersindacale atto a fare il punto della situazione. E mentre i sindacati si riuniscono tra loro abbandonando temporaneamente il tavolo, la Cub annuncia la proclamazione di un nuovo sciopero generale e lancia un appello al Presidente della Repubblica, Ciampi, ''affinche' intervenga a tutela e garanzia di un bene pubblico dell'Italia e di un servizio essenziale per la collettivita' oltre che per la salvaguardia di migliaia di posti di lavoro''.
Questa mattina è stato sentito Antoni Amoruso, della Cub, per una valutazione della situazione. Vi proponiamo stralci dell'intervento.
AUDIO


SCIOPERO DEI TRENI

E' scattato alle 21 di ieri sera lo sciopero nazionale di 24 ore dei ferrovieri indetto dal sult. Lo sciopero riguarda il personale viaggiante e quello degli impianti fissi. Secondo il sindacato l’adesione nella notte e nei primi turni del mattino è del 50%, con molti treni fermi e stazioni bloccate. L'azienda e' riuscita a contenere i danni solo ricorrendo in maniera sproporzionata alle comandate del personale. Al Nord Italia nessun treno ha circolato eccetto quelli garantiti per legge, cosi' come in Sardegna. Moltissime biglietterie grandi e piccole hanno chiuso gli sportelli. Sono 3 le principali ragioni dello sciopero: intanto lo stato generale delle ferrovie italiane, con una svendita ad alcune compagnie estere e lo smembramento del gruppo in diverse società. In primo piano anche la questione sicurezza, che riguarda ferrovieri e viaggiatori: il Sult chiede il reintegro di quattro ferrovieri licenziati per aver collaborato con una trasmissione TV sulle questioni della sicurezza. Chiede anche la fine delle sanzioni per quei lavoratori che denunciano pubblicamente le carenze. Infine, il sult contesta il contratto firmato lo scorso anno dai sindacati confederali.
"Se il Governo continuera' a non interessarsi sufficientemente delle problematiche del settore - riferisce il Sult in una nota - e se il gruppo FS persistera' in una chiusura assoluta nei confronti delle nostre rivendicazioni, non potremo che continuare la nostra battaglia''.



PROCESSO di GENOVA - si è conclusa un'altra udienza del processo che vede imputati 26 manifestanti del luglio 2001 a Genova

Continuano le udienze, iniziate il 2 marzo di quest'anno, del processo a carico di 26 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio per i fatti del luglio 2001 a Genova. Oggi sono stati ascoltati altri testimoni dell'accusa. Si tratta di cittadini privati sentiti in merito ai danneggiamneti di alcuni esercizi commerciali. Queste testimonianze hanno aggiunto poco rispetto al materiale video visionato nelle udienze precedenti che, lo ricordiamo, era stato assemblato, su incarico della Procura, da un solerte agente municipale e che era stato visionato nelle udienze precedenti. Lo scorso martedì, lo ricordiamo, la difesa aveva ottenuto il permesso di visionare tutto il materiale video dal quale l'agente aveva selezionato le parti secondo lui più rilevanti, e dunque per l'estate sarà possibile il contro esame.
Ma sentiamo direttamente dall'avvocata Maria Luisa D'Ababbo, del collegio della difesa, il racconto dell'udienza di oggi.
AUDIO


CARCERE: oltre 500 detenuti morti in due anni, è quanto afferma la Conferenza nazionale volontariato giustizia in un incontro con i deputati delle Commissioni Affari sociali e Giustizia della Camera.

Dal 2001 al 2003 oltre 500 detenuti sono morti nelle carceri italiane per ''malasanita' '' o perche' si sono suicidate: in media uno ogni due giorni e circa la meta' aveva meno di 40 anni. E' uno dei dati che Livio Ferrari, presidente della Conferenza nazionale volontariato giustizia, ha sottolineato oggi ai deputati delle Commissioni Affari sociali e Giustizia della Camera riunite per l'indagine conoscitiva sulla sanita' penitenziaria.
Dal 1995 a oggi si e' registrato un costante aumento delle morti in carcere e nella maggior parte si e' trattato di persone giovani: circa la meta' dei 500 morti tra il 2001 e il 2003 aveva meno di 40 anni. Solo l'anno scorso, ha precisato l' associazione Antigone, i suicidi in carcere sono stati 65 (57 per l' Amministrazione penitenziaria) tra cui due minorenni. D'altronde, hanno ricordato le Associazioni, circa 17 mila detenuti risultano tossicodipendenti, diecimila hanno forme di disagio mentale, altri diecimila sono colpiti da malattie infettive (soprattutto epatiti), mentre tornano scabbia, tubercolosi e sifilide, tutte malattie che sembravano ormai appartenere al passato. Nel documento consegnato ai deputati, Antigone ricorda tra l' altro i risultati di una recente ricerca finanziata dall' Istituto superiore di sanita' su 175 operatori sanitari (dei quali 103 medici) di Istituti di pena in sette regioni. E' risultato, per esempio, che il 72,3 per cento degli intervistati ritiene insufficiente o largamente insufficiente il budget destinato dal suo Istituto alla sanita'; che nella meta' delle carceri, all' ingresso non viene consegnato alcun materiale informativo di carattere sanitario e solo nel 27,7 per cento degli istituti si consegnano opuscoli di educazione sanitaria. Inoltre, in meno della meta' degli Istituti c'e' una Guardia medica per tutte le 24 ore, mentre in un solo Istituto su quattro e' presente un defibrillatore e in piu' della meta' ci vogliono almeno 12 ore per avere i medicinali di base. Si comprende allora perche' - e' stato fatto notare -, per esempio, nel 57,5 per cento delle carceri italiane si sono registrati casi di Tbc e nel 66 per cento di scabbia. C'e' poi oltre la meta' dei medici che ritiene che in carcere vi sia un rischio medio-alto di contrarre l'epatite B e per un terzo di loro quello di contrarre l'Hiv/Aids in carcere e' un rischio probabile: ma negli ultimi tre anni quasi il 60 per cento degli Istituti non ha predisposto alcuna iniziativa di prevenzione specifica. Tutto cio', ha sostenuto Ferrari, in un quadro nel quale il ministero della Giustizia avrebbe progressivamente ridotto i fondi per la sanita' penitenziaria.

Le detenute madri in carcere oscillano, in Italia, tra le 50 e le 60. Nel carcere di Rebibbia la sezione nido ospita attualmente 21 detenute, con bambini da 0 a 3 anni, quasi tutte sono rom. Inoltre, nelle case di accoglienza romane sono ospitate, con i propri figli, 10 donne che usufruiscono di una misura alternativa alla detenzione. Anche in presenza di una reale volonta' di cambiamento, alla fine della pena, sono automaticamente destinate all'espulsione, senza passaggi che consentano di valutare il loro percorso durante la detenzione ne' considerare le esigenze dei loro figli.


Sbirri "privati" per l'"ordine pubblico": l'Emilia Romagna all'avanguardia nelle tecniche di repressione e controllo sociale.

Gli enti locali dell'Emilia Romagna e in questo caso la Giunta regionale dopo aver istituito squadre di poliziotti municipali stagionali con la qualifica di "picchiatori" in riviera per reprimere i venditori ambulanti "extr-comunitari", hanno approvato il 26 Novembre scorso una legge nella quale si prevede proprio, all'art.10, che "gli istituti di vigilanza privata, (.), possono essere utilizzati dagli enti locali ad integrazione dell'esercizio delle funzioni di polizia locale" . Tradotto: anche questi sbirri privati potranno essere utilizzati in funzioni di "ordine pubblico". Ancora una volta l'Emilia Romagna si dimostra all'avanguardia nella gestione del controllo sociale. Davvero un forma "moderna" di gestire il capitalismo con una miscela perfetta che fa leva su tre ingredienti fondamentali :concertazione," prevenzione"dei conflitti e controllo sociale.


MONDO

IRAQ

Il Pentagono ha deciso di mantenere a tempo indeterminato il contingente americano in Iraq al livello attuale di 135 mila uomini. Lo hanno detto fonti militari d'alto livello, citate anonime dalla Afp. Davanti alla recrudescenza dei combattimenti in Iraq, gli Stati Uniti, che avrebbero dovuto ridurre a meno di 110 mila uomini la loro presenza in Iraq entro maggio, avevano deciso di mantenere a 135 mila uomini il livello delle forze, prorogando la missione di circa 20 mila soldati del 2/o reggimento di cavalleria corazzata e della 1/a divisione corazzata. Allo scadere della proroga, le unita' saranno rimpiazzate da forze fresche, in modo che il livello resti inalterato, come auspicato dal generale John Abizaid, comandante della campagna Liberta' per l'Iraq. Secondo le fonti, Abizaid stimerebbe il livello attuale ''sufficiente'', a meno di ulteriori peggioramenti della situazione sul terreno. Dopo il varo di una nuova risoluzione delle Nazioni Unite, c'e', a Washington, la speranza che altri Paesi inviino truppe per una forza di pace internazionale. (ANSA). GP 04-MAG-04 01:56 NNN

TORTURE
Per 280 detenuti, l'incubo della detenzione nel carcere iracheno di Abu Ghraib, a circa 30 chilometri da Baghdad, è finito oggi. Lo riferiscono fonti militari statunitensi. Nella prigione sono detenute circa 5000 persone. Le immagini delle torture e delle umiliazioni subite dai prigionieri iracheni all'interno di Abu Ghraib hanno fatto il giro del mondo suscitando l'indignazione di milioni di persone. Il carcere era tristemente famoso per essere il luogo di detenzione di tutti gli oppositori al regime di Saddam, ma la situazione per i detenuti non è cambiata dopo la sua caduta. Oggi, alle polemiche, si sono aggiunte le dichiarazioni di Suhain Badraddin Baz, 24 anni, cameraman di al-Jazeera, che ha raccontato di aver subito minacce, pressioni psicologiche e maltrattamenti nei due mesi trascorsi in prigione. «Non pensarci nemmeno a uscire di qui - gli avrebbe urlato lo statunitense che lo interrogava - dimenticati della tua al-Jazeera e del tuo futuro: l'unico futuro che potrai goderti è a Guantanamo». Baz ha raccontato di essere stato spesso minacciato con le armi, di essere stato picchiato, di essere stato oggeto di insulti e sputi e che spesso gli veniva negato il permesso di pregare.


IN IRAQ LA TORTURA E' LA REGOLA

Continuano ad arrampicarsi sugli specchi con dichiarazioni piene di buone intenzioni, ma la realtà è che le torture inflitte dai soldati anglo-americani contro i prigionieri iracheni hanno chiaramente un aspetto sistematico. Dopo il propagarsi delle immagini raccapricianti delle torture effettuate nella prigione di Abu Ghraib, a totale amministrazione Usa, si sono moltiplicate le denucie. Sotto indagine è finita anche la Cia e dipendenti civili di due società di contractors del Pentagono. Secondo quanto riportato da una TV USA, l'indagine mette in evidenza che il fenomeno è molto più diffuso di quanto non si pensava in un primo tempo: sono state aperte almeno altre cinque indagini su altri luoghi di detenzione. Un fatto che sembra confermare come gli abusi fossero tutt'altro che isolati ma avessero invece un carattere, appunto, sistematico.
A proposito delle torture, Radio Onda D'Urto ha setito la testimonianza di Paola Gasparoli, in Iraq con l’osservatorio sull’occupazione, e che si è occupata proprio della situazione dei detenuti. Ascoltiamo alcuni stralci della sua testimonianza.
AUDIO


MO: PALESTINESI CHIEDONO A ISRAELE RIPRESA NEGOZIATI/ANSA ROAD MAP UNICA STRADA POSSIBILE (Di Roberto Ferri) (ANSA) - RAMALLAH (CISGIORDANIA), 4 MAG - Israele deve abbandonare la politica degli atti unilaterali e tornare al tavolo delle trattative. E' questa l'esortazione che i dirigenti dell'Autorita' nazionale palestinese (Anp) rivolgono al premier israeliano Ariel Sharon che due giorni fa e' uscito sconfitto da un importante referendum interno al suo partito, il Likud, sul piano di evacuazione delle colonie ebraiche da Gaza. Prima di entrare nella Muqata di Ramallah, il quartier generale dell'Anp in Cisgiordania, per una riunione straordinaria del governo palestinese, il premier Abu Ala ha detto che il voto del Likud rappresenta, indirettamente, il ritorno sulla strada giusta...lontana da quella delle politiche unilaterali. Il primo ministro ha aggiunto di attendersi dagli Stati Uniti e dalla comunita' internazionale un forte impegno a favore della attuazione della 'Road Map', il piano di pace sostenuto dal Quartetto. Analoghe sono state le dichiarazioni rilasciate dal presidente Yasser Arafat. Boicottata dal governo israeliano e dall'amministrazione americana, la leadership palestinese intende riproporsi come partner effettivo ad un futuro tavolo di trattative e smentire le affermazioni fatte piu' volte da Sharon sulla inesistenza di interlocutori palestinesi credibili. Il rilancio della 'Road Map', un itinerario di pace che prevede impegni rigidi per israeliani e palestinesi e negoziati tra le due parti su tutti i nodi del conflitto, rappresenta agli occhi dei palestinesi l'unica strada per uscire dall'isolamento e recuperare, almeno in parte, la fiducia degli Stati Uniti. L'Anp pertanto si aspetta dai ministri degli esteri del Quartetto, che si incontrano questa notte a New York, decisioni 'significative' sulla attuazione della 'Road Map' che, lanciata il 4 giugno di un anno fa al vertice mediorientale di Aqaba, e' rimasta al punto di partenza. Il ministro palestinese per i negoziati, Saeb Erekat, oggi ha auspicato che il Quartetto prenda decisioni significative a proposito delle tappe previste dall'itinerario di pace. Ieri lo stesso Erekat aveva detto di ritenere essenziale, per la ripresa del negoziato, il ritiro da parte del presidente Usa George W. Bush della 'lettera di garanzie' a Israele consegnata il mese scorso a Sharon. In quel documento Bush, modificando la posizione tradizionale degli Stati Uniti, ha per la prima volta aperto la porta all'annessione allo Stato ebraico di porzioni di Cisgiordania e affermato di non ritenere realistica la realizzazione in Israele del diritto al ritorno dei profughi palestinesi della guerra arabo-israeliana del 1948.

ISRAELE
Violenza contro anarchici al Primo Maggio a Tel Aviv

Il servizio d'ordine insieme a militanti del movimento giovanile nazional-sionista-socialista legato al Partito Laburista, ha aggredito gli anarchici e le anarchiche tra cui molti militanti dell'iniziativa degli Anarchici Contro il Muro, cercando di escluderli dalla manifestazione per il Primo Maggio. Hanno aggredito i/le compagni/e e hanno chiesto alla polizia presente che venissero esclusi, annunciando che la partecipazione degli anarchici era vietata. Alla fine della manifestazione, gli altri partecipanti hanno cominciato a cantare l'inno nazional-sionista.
A questo punto gli anarchici e le anarchiche presenti si sono seduti per terra e hanno gridato "Il sionismo è razzismo!". Poi hanno cantato l'Internazionale. Alcuni partecipanti alla manifestazione hanno poi cominciato a pestare gli anarchici in modo estremamente violento, e hanno cercato di distruggere la telecamera che riprendeva le loro azioni violenti.


IRAN, 04/05/2004 - 14:26 Approvata legge contro la tortura

Il Parlamento iraniano uscente, dominato dai riformisti, ha approvato con procedura d'urgenza una legge che proibisce la tortura. Il provvedimento era gia' stato approvato in passato, ma era stato respinto dal Consiglio dei guardiani, la corte costituzionale controllata dai conservatori, che potrebbe respingerlo di nuovo. L'assemblea riformista rimarra' in carica fino alla fine di maggio, prima dell'insediamento del nuovo Parlamento a maggioranza conservatrice. L'uso della tortura e' gia' vietato dalla Costituzione, ma molti dissidenti incarcerati in questi anni hanno denunciato di aver subito pressioni fisiche e psicologiche.


USA 2004/ CAMPAGNA PRESIDENZIALE DA UN MILIARDO, MAI COSI' RICCA Partecipazione straordinaria a sfida Bush-Kerry, dice LA Times New York, 4 mag. (Apcom) - La corsa per Casa Bianca quest'anno supererà per la prima volta la cifra record di un miliardo di dollari. Lo riferisce il Los Angeles Times sottolineando come milioni di donatori, tra i quali pesone che non hanno mai contribuito a una campagna elettorale prima, stanno trasformando quella del prossimo novembre nell'elezione più ricca della storia degli Usa. Il denaro proviene da piccole e grandi donazioni, giunto attraverso internet o per posta ordinaria dalle tasche di filantropi ricchissimi, o immigrati che non hanno neppure il diritto di votare. E' il segnale, secondo il Times, che la campagna 2004 sta riscuotendo un interesse senza precedenti tra la gente. Insieme, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush e il suo sfidante, il senatore democratico John Kerry, hanno già oggi, a sei mesi dal 2 novembre, ricevuto donazioni da oltre 700.000 donatori individuali, più di quanti si erano impegnati tre anni e mezzo fa nell'intera sfida tra Bush e il democratico Al Gore, secondo le cifre ufficiali. Le donazioni a Bush, Kerry e i democratici che hanno partecipato alla nomination del partito ammontano a 400 milioni di dollari, più del doppio di quanto era stato raccolto nel 2000 a questo punto della corsa.La ricchezza della campagna In parte deriva dai criteri di finanziamento, che hanno portato a 2.000 dollari la donazione minima, il doppio rispetto alla scorsa campagna elettorale. Boom anche per la facilità di dare il proprio contributo attraverso internet, vero hit di quest'anno.

- BANGLADESH, 03/05/2004 - 14:11 Sei operaie uccise a Dacca

Sei operaie sono morte schiacciate nella calca nata in seguito allo sprigionarsi di un piccolo incendio in una fabbrica di Dacca. Secondo la polizia le migliaia di persone che erano nella fabbrica si sono precipitate verso l'uscita dopo che un piccolo incendio si e' sviluppato in un magazzino di cotone vicino. Nella ressa sono rimaste ferite decine di operai. Le vittime avevano tutte tra i 16 e i 20 anni. Secondo un portavoce dei pompieri la fabbrica aveva una sola scala di emergenza.

- PERU', 04/05/2004 - 17:02 Continua il presidio dei cocaleros a Lima. Scontri con la polizia

"Ci hanno lanciato bombe lacrimogene per farci sgomberare il quartiere Paseo de la Republica. Abbiamo subito veri e propri maltrattamenti, solo perché dimostriamo pacificamente per i nostri diritti". Elsa Malpartida, segretaria della Confederazione nazionale dei produttori agricoli delle valli cocaleras peruviane si è detta indignata per il trattamento subito dalle migliaia di cocaleros che ormai da giorni presiedono il centro di Lima, in attesa che vengano loro riconosciuti i propri diritti di lavoratori. Nella notte, le forze dell'ordine hanno costretto i coltivatori, giunti a Lima dopo una lunga marcia di giorni, a spostarsi fino alla periferica piazza del mercato di Santa Anita per non creare fastidi al traffico cittadino. "Non c'è nessun problema se restano a Lima - ha spiegato il ministro degli interni, Fernando Rospigliosi - però non hanno il diritto di creare complicazioni ai cittadini". "E' una provocazione che non resterà senza conseguenze - ha precisato l'esponente della Confederazione dei coltivatori - Questo attirerà ancora più cocaleros a Lima che si uniranno alla nostra causa. Ci stanno costringendo a dormire in un campo ammassati come le formiche. Ma continueremo a lottare per i nostri diritti, non ci arrenderemo".


Francia: lenta eliminazione diretta delle prigioniere e dei prigionieri di Action Direct

E' stata rinviata di 15 giorni la decisione sulla sospensione della pena per motivi di salute per Joell Aubron, prigioniera politica di Action Direct in carcere da 17 anni. A seguito di uno sciopero della fame intrapreso da un'altra detenuta di Action Direct, Natalie Menigon anche lei gravemente malata, sono emerse le gravissime condizioni di salute in cui vertono tutti i 5 prigionieri di action Direct. Il 16 marzo, Joelle Aubron è stata operata di tumore al cervello. Tre mesi fa a Jan MArc Ruillon è stato dignosticato un tumore ai polmoni. Se la Corte rifiuterà la sospensione della pena per Joell Aubron, Natalie Menigon e Jan MArc Ruillon le loro speranze di vita saranno notevolmente compromesse. Così la Francia sta risolvendo la questione della detenzione politica: con la lenta eliminazione diretta delle prigioniere e dei prigionieri.


GR ORE 19.30

ITALIA

MELFI - Manifestazione nazionale oggi a Roma degli operai e delle operaie di Melfi

Questa mattina a Roma la manifestazione a sostegno della vertenza Fiat di Melfi organizzata dalla Fiom ha visto un'ampia partecipazione da tutta Italia. Il corteo, aperto dallo striscione 'Salario - Diritti' era composto da circa 3000 persone e si è concluso davanti alla sede della Fiat al grido di "fuori-fuori" e "vergogna-vergogna". Al corteo, oltre agli operai di Melfi, delegazioni di operai degli altri stabilimenti Fiat, delle fabbriche di Brescia, Napoli, Milano, Arese ed anche lavoratori iscritti ad altre organizzazioni. Il segretario generale della Fiom, Rinaldini, ha chiesto "di Aprire immediatamente un tavolo di trattativa no-stop a Melfi per arrivare ad una soluzione in due o tre giorni". I blocchi continuano e per domani è prevista una manifestazione davanti allo stabilimento Fiat di Melfi. Se la Fiat non chiama immediatamente i sindacati per una "no-stop" sullo stabilimento Sata di Melfi ha il dovere di intervenire il governo, ha concluso Rinaldini. La Fim, in concomitanza con la manifestazione di domani, ha indetto otto ore di sciopero sui tre turni di lavoro a partire dal turno delle 22 di questa sera. Radio Onda Rossa ha seguito nella mattinata di oggi lo svolgersi della manifestazione. Vi facciamo ascoltare l'intervento conclusivo di Vincenzo Migliucci della Confederazione Cobas.

ALITALIA - La Cub, la confederazione di base dei lavoratori dell'Alitalia, non e' stata chiamata a partecipare oggi insieme agli altri sindacati al tavolo tecnico in corso con governo e azienda sulla crisi della compagnia perchè nettamente contraria a qualsiasi ipotesi di smembramento.

Continua a salire il numero degli esuberi previsti in Alitalia. Secondo le ultima notizie il numero dei dipendenti destinato all' esternalizzazione salirebbe di 3.300 unita' (pari al 77% del totale del personale), portandosi da 2.100 a 5.600. La soluzione risiederebbe in una partnership con la Fraport di Francoforte in cui l'Alitalia avrebbe la maggioranza del 60%. Di fronte a questa soluzione, le nove firme sindacali coinvolte nella vertenza, si sarebbero dette disponibili al dialogo e hanno incontrato oggi i rappresentanti di governo e azienda. Dall'incontro è stata però esclusa la CUB perchè nettamente contraria a qualsiasi ipotesi di smembramento. Appare sempre piu' evidente, infatti, che il governo persegue l'obiettivo di spezzettare l'Alitalia per poi svenderla nei suoi vari pezzi, e di fronte a questa ipotesi, la Cub annuncia che proseguirà le mobilitazioni fino ad un nuovo sciopero, mentre prporio sul nodo delle esternalizzazioni di alcune società proposte dalla compagnia, il tavolo tecnico si è interrotto. Il Tavolo è stato infatti sospeso per un incontro intersindacale atto a fare il punto della situazione. E mentre i sindacati si riuniscono tra loro abbandonando temporaneamente il tavolo, la Cub annuncia la proclamazione di un nuovo sciopero generale e lancia un appello al Presidente della Repubblica, Ciampi, affinche' intervenga a tutela e garanzia di un bene pubblico dell'Italia e di un servizio essenziale per la collettivita' oltre che per la salvaguardia di migliaia di posti di lavoro. Questa mattina è stato sentito Antoni Amoruso, della Cub, per una valutazione della situazione. Vi proponiamo stralci dell'intervento. AUDIO

SCIOPERO DEI TRENI

E' scattato alle 21 di ieri sera lo sciopero nazionale di 24 ore dei ferrovieri indetto dal sult. Lo sciopero riguarda il personale viaggiante e quello degli impianti fissi. Secondo il sindacato l’adesione nella notte e nei primi turni del mattino è del 50%, con molti treni fermi e stazioni bloccate. L'azienda e' riuscita a contenere i danni solo ricorrendo in maniera sproporzionata alle comandate del personale. Al Nord Italia nessun treno ha circolato eccetto quelli garantiti per legge, cosi' come in Sardegna. Moltissime biglietterie grandi e piccole hanno chiuso gli sportelli. Sono 3 le principali ragioni dello sciopero: intanto lo stato generale delle ferrovie italiane, con una svendita ad alcune compagnie estere e lo smembramento del gruppo in diverse società. In primo piano anche la questione sicurezza, che riguarda ferrovieri e viaggiatori: il Sult chiede il reintegro di quattro ferrovieri licenziati per aver collaborato con una trasmissione TV sulle questioni della sicurezza. Chiede anche la fine delle sanzioni per quei lavoratori che denunciano pubblicamente le carenze. Infine, il sult contesta il contratto firmato lo scorso anno dai sindacati confederali. "Se il Governo continuera' a non interessarsi sufficientemente delle problematiche del settore - riferisce il Sult in una nota - e se il gruppo FS persistera' in una chiusura assoluta nei confronti delle nostre rivendicazioni, non potremo che continuare la nostra battaglia.

PROCESSO di GENOVA - si è conclusa un'altra udienza del processo che vede imputati 26 manifestanti del luglio 2001 a Genova

Continuano le udienze, iniziate il 2 marzo di quest'anno, del processo a carico di 26 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio per i fatti del luglio 2001 a Genova. Oggi sono stati ascoltati altri testimoni dell'accusa. Si tratta di cittadini privati sentiti in merito ai danneggiamneti di alcuni esercizi commerciali. Queste testimonianze hanno aggiunto poco rispetto al materiale video visionato nelle udienze precedenti che, lo ricordiamo, era stato assemblato, su incarico della Procura, da un solerte agente municipale e che era stato visionato nelle udienze precedenti. Lo scorso martedì, lo ricordiamo, la difesa aveva ottenuto il permesso di visionare tutto il materiale video dal quale l'agente aveva selezionato le parti secondo lui più rilevanti, e dunque per l'estate sarà possibile il contro esame. Ma sentiamo direttamente dall'avvocata Maria Luisa D'Ababbo, del collegio della difesa, il racconto dell'udienza di oggi. AUDIO

CARCERE: oltre 500 detenuti morti in due anni, è quanto afferma la Conferenza nazionale volontariato giustizia in un incontro con i deputati delle Commissioni Affari sociali e Giustizia della Camera.

Dal 2001 al 2003 oltre 500 detenuti sono morti nelle carceri italiane per malasanita' o perche' si sono suicidate: in media uno ogni due giorni e circa la meta' aveva meno di 40 anni. E' uno dei dati che Livio Ferrari, presidente della Conferenza nazionale volontariato giustizia, ha sottolineato oggi ai deputati delle Commissioni Affari sociali e Giustizia della Camera riunite per l'indagine conoscitiva sulla sanita' penitenziaria. Dal 1995 a oggi si e' registrato un costante aumento delle morti in carcere e nella maggior parte si e' trattato di persone giovani: circa la meta' dei 500 morti tra il 2001 e il 2003 aveva meno di 40 anni. Solo l'anno scorso, ha precisato l' associazione Antigone, i suicidi in carcere sono stati 65 (57 per l' Amministrazione penitenziaria) tra cui due minorenni. D'altronde, hanno ricordato le Associazioni, circa 17 mila detenuti risultano tossicodipendenti, diecimila hanno forme di disagio mentale, altri diecimila sono colpiti da malattie infettive (soprattutto epatiti), mentre tornano scabbia, tubercolosi e sifilide, tutte malattie che sembravano ormai appartenere al passato. Nel documento consegnato ai deputati, Antigone ricorda tra l' altro i risultati di una recente ricerca finanziata dall' Istituto superiore di sanita' su 175 operatori sanitari (dei quali 103 medici) di Istituti di pena in sette regioni. E' risultato, per esempio, che il 72,3 per cento degli intervistati ritiene insufficiente o largamente insufficiente il budget destinato dal suo Istituto alla sanita'; che nella meta' delle carceri, all' ingresso non viene consegnato alcun materiale informativo di carattere sanitario e solo nel 27,7 per cento degli istituti si consegnano opuscoli di educazione sanitaria. Inoltre, in meno della meta' degli Istituti c'e' una Guardia medica per tutte le 24 ore, mentre in un solo Istituto su quattro e' presente un defibrillatore e in piu' della meta' ci vogliono almeno 12 ore per avere i medicinali di base. Si comprende allora perche' - e' stato fatto notare -, per esempio, nel 57,5 per cento delle carceri italiane si sono registrati casi di Tbc e nel 66 per cento di scabbia. C'e' poi oltre la meta' dei medici che ritiene che in carcere vi sia un rischio medio-alto di contrarre l'epatite B e per un terzo di loro quello di contrarre l'Hiv/Aids in carcere e' un rischio probabile: ma negli ultimi tre anni quasi il 60 per cento degli Istituti non ha predisposto alcuna iniziativa di prevenzione specifica. Tutto cio', ha sostenuto Ferrari, in un quadro nel quale il ministero della Giustizia avrebbe progressivamente ridotto i fondi per la sanita' penitenziaria.

Le detenute madri in carcere oscillano, in Italia, tra le 50 e le 60. Nel carcere di Rebibbia la sezione nido ospita attualmente 21 detenute, con bambini da 0 a 3 anni, quasi tutte sono rom. Inoltre, nelle case di accoglienza romane sono ospitate, con i propri figli, 10 donne che usufruiscono di una misura alternativa alla detenzione. Anche in presenza di una reale volonta' di cambiamento, alla fine della pena, sono automaticamente destinate all'espulsione, senza passaggi che consentano di valutare il loro percorso durante la detenzione ne' considerare le esigenze dei loro figli.

Sbirri "privati" per l'"ordine pubblico": l'Emilia Romagna all'avanguardia nelle tecniche di repressione e controllo sociale.

Gli enti locali dell'Emilia Romagna e in questo caso la Giunta regionale dopo aver istituito squadre di poliziotti municipali stagionali con la qualifica di "picchiatori" in riviera per reprimere i venditori ambulanti "extr-comunitari", hanno approvato il 26 Novembre scorso una legge nella quale si prevede proprio, all'art.10, che "gli istituti di vigilanza privata, (.), possono essere utilizzati dagli enti locali ad integrazione dell'esercizio delle funzioni di polizia locale" . Tradotto: anche questi sbirri privati potranno essere utilizzati in funzioni di "ordine pubblico". Ancora una volta l'Emilia Romagna si dimostra all'avanguardia nella gestione del controllo sociale. Davvero un forma "moderna" di gestire il capitalismo con una miscela perfetta che fa leva su tre ingredienti fondamentali :concertazione," prevenzione"dei conflitti e controllo sociale.

MONDO

IRAQ

Il Pentagono ha deciso di mantenere a tempo indeterminato il contingente americano in Iraq al livello attuale di 135 mila uomini. Lo hanno detto fonti militari d'alto livello, citate anonime dalla Afp. Davanti alla recrudescenza dei combattimenti in Iraq, gli Stati Uniti, che avrebbero dovuto ridurre a meno di 110 mila uomini la loro presenza in Iraq entro maggio, avevano deciso di mantenere a 135 mila uomini il livello delle forze, prorogando la missione di circa 20 mila soldati del 2/o reggimento di cavalleria corazzata e della 1/a divisione corazzata. Allo scadere della proroga, le unita' saranno rimpiazzate da forze fresche, in modo che il livello resti inalterato, come auspicato dal generale John Abizaid, comandante della campagna Liberta' per l'Iraq. Secondo le fonti, Abizaid stimerebbe il livello attuale sufficiente, a meno di ulteriori peggioramenti della situazione sul terreno. Dopo il varo di una nuova risoluzione delle Nazioni Unite, c'e', a Washington, la speranza che altri Paesi inviino truppe per una forza di pace internazionale. (ANSA). GP 04-MAG-04 01:56 NNN

TORTURE Per 280 detenuti, l'incubo della detenzione nel carcere iracheno di Abu Ghraib, a circa 30 chilometri da Baghdad, è finito oggi. Lo riferiscono fonti militari statunitensi. Nella prigione sono detenute circa 5000 persone. Le immagini delle torture e delle umiliazioni subite dai prigionieri iracheni all'interno di Abu Ghraib hanno fatto il giro del mondo suscitando l'indignazione di milioni di persone. Il carcere era tristemente famoso per essere il luogo di detenzione di tutti gli oppositori al regime di Saddam, ma la situazione per i detenuti non è cambiata dopo la sua caduta. Oggi, alle polemiche, si sono aggiunte le dichiarazioni di Suhain Badraddin Baz, 24 anni, cameraman di al-Jazeera, che ha raccontato di aver subito minacce, pressioni psicologiche e maltrattamenti nei due mesi trascorsi in prigione. «Non pensarci nemmeno a uscire di qui - gli avrebbe urlato lo statunitense che lo interrogava - dimenticati della tua al-Jazeera e del tuo futuro: l'unico futuro che potrai goderti è a Guantanamo». Baz ha raccontato di essere stato spesso minacciato con le armi, di essere stato picchiato, di essere stato oggeto di insulti e sputi e che spesso gli veniva negato il permesso di pregare.

IN IRAQ LA TORTURA E' LA REGOLA

Continuano ad arrampicarsi sugli specchi con dichiarazioni piene di buone intenzioni, ma la realtà è che le torture inflitte dai soldati anglo-americani contro i prigionieri iracheni hanno chiaramente un aspetto sistematico. Dopo il propagarsi delle immagini raccapricianti delle torture effettuate nella prigione di Abu Ghraib, a totale amministrazione Usa, si sono moltiplicate le denucie. Sotto indagine è finita anche la Cia e dipendenti civili di due società di contractors del Pentagono. Secondo quanto riportato da una TV USA, l'indagine mette in evidenza che il fenomeno è molto più diffuso di quanto non si pensava in un primo tempo: sono state aperte almeno altre cinque indagini su altri luoghi di detenzione. Un fatto che sembra confermare come gli abusi fossero tutt'altro che isolati ma avessero invece un carattere, appunto, sistematico. A proposito delle torture, Radio Onda D'Urto ha setito la testimonianza di Paola Gasparoli, in Iraq con l’osservatorio sull’occupazione, e che si è occupata proprio della situazione dei detenuti. Ascoltiamo alcuni stralci della sua testimonianza. AUDIO

MO: PALESTINESI CHIEDONO A ISRAELE RIPRESA NEGOZIATI/ANSA ROAD MAP UNICA STRADA POSSIBILE (Di Roberto Ferri) (ANSA) - RAMALLAH (CISGIORDANIA), 4 MAG - Israele deve abbandonare la politica degli atti unilaterali e tornare al tavolo delle trattative. E' questa l'esortazione che i dirigenti dell'Autorita' nazionale palestinese (Anp) rivolgono al premier israeliano Ariel Sharon che due giorni fa e' uscito sconfitto da un importante referendum interno al suo partito, il Likud, sul piano di evacuazione delle colonie ebraiche da Gaza. Prima di entrare nella Muqata di Ramallah, il quartier generale dell'Anp in Cisgiordania, per una riunione straordinaria del governo palestinese, il premier Abu Ala ha detto che il voto del Likud rappresenta, indirettamente, il ritorno sulla strada giusta...lontana da quella delle politiche unilaterali. Il primo ministro ha aggiunto di attendersi dagli Stati Uniti e dalla comunita' internazionale un forte impegno a favore della attuazione della 'Road Map', il piano di pace sostenuto dal Quartetto. Analoghe sono state le dichiarazioni rilasciate dal presidente Yasser Arafat. Boicottata dal governo israeliano e dall'amministrazione americana, la leadership palestinese intende riproporsi come partner effettivo ad un futuro tavolo di trattative e smentire le affermazioni fatte piu' volte da Sharon sulla inesistenza di interlocutori palestinesi credibili. Il rilancio della 'Road Map', un itinerario di pace che prevede impegni rigidi per israeliani e palestinesi e negoziati tra le due parti su tutti i nodi del conflitto, rappresenta agli occhi dei palestinesi l'unica strada per uscire dall'isolamento e recuperare, almeno in parte, la fiducia degli Stati Uniti. L'Anp pertanto si aspetta dai ministri degli esteri del Quartetto, che si incontrano questa notte a New York, decisioni 'significative' sulla attuazione della 'Road Map' che, lanciata il 4 giugno di un anno fa al vertice mediorientale di Aqaba, e' rimasta al punto di partenza. Il ministro palestinese per i negoziati, Saeb Erekat, oggi ha auspicato che il Quartetto prenda decisioni significative a proposito delle tappe previste dall'itinerario di pace. Ieri lo stesso Erekat aveva detto di ritenere essenziale, per la ripresa del negoziato, il ritiro da parte del presidente Usa George W. Bush della 'lettera di garanzie' a Israele consegnata il mese scorso a Sharon. In quel documento Bush, modificando la posizione tradizionale degli Stati Uniti, ha per la prima volta aperto la porta all'annessione allo Stato ebraico di porzioni di Cisgiordania e affermato di non ritenere realistica la realizzazione in Israele del diritto al ritorno dei profughi palestinesi della guerra arabo-israeliana del 1948.

ISRAELE Violenza contro anarchici al Primo Maggio a Tel Aviv

Il servizio d'ordine insieme a militanti del movimento giovanile nazional-sionista-socialista legato al Partito Laburista, ha aggredito gli anarchici e le anarchiche tra cui molti militanti dell'iniziativa degli Anarchici Contro il Muro, cercando di escluderli dalla manifestazione per il Primo Maggio. Hanno aggredito i/le compagni/e e hanno chiesto alla polizia presente che venissero esclusi, annunciando che la partecipazione degli anarchici era vietata. Alla fine della manifestazione, gli altri partecipanti hanno cominciato a cantare l'inno nazional-sionista. A questo punto gli anarchici e le anarchiche presenti si sono seduti per terra e hanno gridato "Il sionismo è razzismo!". Poi hanno cantato l'Internazionale. Alcuni partecipanti alla manifestazione hanno poi cominciato a pestare gli anarchici in modo estremamente violento, e hanno cercato di distruggere la telecamera che riprendeva le loro azioni violenti.

IRAN, 04/05/2004 - 14:26 Approvata legge contro la tortura

Il Parlamento iraniano uscente, dominato dai riformisti, ha approvato con procedura d'urgenza una legge che proibisce la tortura. Il provvedimento era gia' stato approvato in passato, ma era stato respinto dal Consiglio dei guardiani, la corte costituzionale controllata dai conservatori, che potrebbe respingerlo di nuovo. L'assemblea riformista rimarra' in carica fino alla fine di maggio, prima dell'insediamento del nuovo Parlamento a maggioranza conservatrice. L'uso della tortura e' gia' vietato dalla Costituzione, ma molti dissidenti incarcerati in questi anni hanno denunciato di aver subito pressioni fisiche e psicologiche.

USA 2004/ CAMPAGNA PRESIDENZIALE DA UN MILIARDO, MAI COSI' RICCA Partecipazione straordinaria a sfida Bush-Kerry, dice LA Times New York, 4 mag. (Apcom) - La corsa per Casa Bianca quest'anno supererà per la prima volta la cifra record di un miliardo di dollari. Lo riferisce il Los Angeles Times sottolineando come milioni di donatori, tra i quali pesone che non hanno mai contribuito a una campagna elettorale prima, stanno trasformando quella del prossimo novembre nell'elezione più ricca della storia degli Usa. Il denaro proviene da piccole e grandi donazioni, giunto attraverso internet o per posta ordinaria dalle tasche di filantropi ricchissimi, o immigrati che non hanno neppure il diritto di votare. E' il segnale, secondo il Times, che la campagna 2004 sta riscuotendo un interesse senza precedenti tra la gente. Insieme, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush e il suo sfidante, il senatore democratico John Kerry, hanno già oggi, a sei mesi dal 2 novembre, ricevuto donazioni da oltre 700.000 donatori individuali, più di quanti si erano impegnati tre anni e mezzo fa nell'intera sfida tra Bush e il democratico Al Gore, secondo le cifre ufficiali. Le donazioni a Bush, Kerry e i democratici che hanno partecipato alla nomination del partito ammontano a 400 milioni di dollari, più del doppio di quanto era stato raccolto nel 2000 a questo punto della corsa.La ricchezza della campagna In parte deriva dai criteri di finanziamento, che hanno portato a 2.000 dollari la donazione minima, il doppio rispetto alla scorsa campagna elettorale. Boom anche per la facilità di dare il proprio contributo attraverso internet, vero hit di quest'anno.

- BANGLADESH, 03/05/2004 - 14:11 Sei operaie uccise a Dacca

Sei operaie sono morte schiacciate nella calca nata in seguito allo sprigionarsi di un piccolo incendio in una fabbrica di Dacca. Secondo la polizia le migliaia di persone che erano nella fabbrica si sono precipitate verso l'uscita dopo che un piccolo incendio si e' sviluppato in un magazzino di cotone vicino. Nella ressa sono rimaste ferite decine di operai. Le vittime avevano tutte tra i 16 e i 20 anni. Secondo un portavoce dei pompieri la fabbrica aveva una sola scala di emergenza.

- PERU', 04/05/2004 - 17:02 Continua il presidio dei cocaleros a Lima. Scontri con la polizia

"Ci hanno lanciato bombe lacrimogene per farci sgomberare il quartiere Paseo de la Republica. Abbiamo subito veri e propri maltrattamenti, solo perché dimostriamo pacificamente per i nostri diritti". Elsa Malpartida, segretaria della Confederazione nazionale dei produttori agricoli delle valli cocaleras peruviane si è detta indignata per il trattamento subito dalle migliaia di cocaleros che ormai da giorni presiedono il centro di Lima, in attesa che vengano loro riconosciuti i propri diritti di lavoratori. Nella notte, le forze dell'ordine hanno costretto i coltivatori, giunti a Lima dopo una lunga marcia di giorni, a spostarsi fino alla periferica piazza del mercato di Santa Anita per non creare fastidi al traffico cittadino. "Non c'è nessun problema se restano a Lima - ha spiegato il ministro degli interni, Fernando Rospigliosi - però non hanno il diritto di creare complicazioni ai cittadini". "E' una provocazione che non resterà senza conseguenze - ha precisato l'esponente della Confederazione dei coltivatori - Questo attirerà ancora più cocaleros a Lima che si uniranno alla nostra causa. Ci stanno costringendo a dormire in un campo ammassati come le formiche. Ma continueremo a lottare per i nostri diritti, non ci arrenderemo".

Francia: lenta eliminazione diretta delle prigioniere e dei prigionieri di Action Direct

E' stata rinviata di 15 giorni la decisione sulla sospensione della pena per motivi di salute per Joell Aubron, prigioniera politica di Action Direct in carcere da 17 anni. A seguito di uno sciopero della fame intrapreso da un'altra detenuta di Action Direct, Natalie Menigon anche lei gravemente malata, sono emerse le gravissime condizioni di salute in cui vertono tutti i 5 prigionieri di action Direct. Il 16 marzo, Joelle Aubron è stata operata di tumore al cervello. Tre mesi fa a Jan MArc Ruillon è stato dignosticato un tumore ai polmoni. Se la Corte rifiuterà la sospensione della pena per Joell Aubron, Natalie Menigon e Jan MArc Ruillon le loro speranze di vita saranno notevolmente compromesse. Così la Francia sta risolvendo la questione della detenzione politica: con la lenta eliminazione diretta delle prigioniere e dei prigionieri.

GR ORE 13,00

IRAQ

Quattro soldati americani sono morti in un incidente stradale in Iraq ieri sera, mentre prestavano servizio di pattuglia una sessantina di chilometri a nordest di Baghdad, nei pressi della località di Khalis. Lo ha riferito l'esercito statunitense in un comunicato. I militari, appartenenti alla Prima Divisione di fanteria, hanno perso la vita intorno alle 18.20 locali (le 16.20 in Italia) dopo che il mezzo blindato (Humvee) su cui viaggiavano si è ribaltato più volte. Sale così a 157 il numero delle vittime statunitensi dall'avvio della nuova ondata di scontri nel Paese, lo scorso 1 aprile; il computo calcola le vittime in azioni di guerra e per altri motivi. Almeno 759 soldati sono morti in Iraq dall'inizio della guerra nel marzo 2003. Solo dal primo giorno di maggio sono morti 19 militari.

IRAQ: OLTRE META’AUSTRALIANI CONTRO RUOLO INVASIONE

Mentre il premier conservatore australiano John Howard, strenuo alleato di Washington nell'attacco all'Iraq, si prepara a una visita lampo a Washington, Londra e Parigi per tracciare una mappa della prossima fase del dopoguerra, gli ultimi sondaggi rivelano che per la prima volta la maggior parte degli australiani ritengono che lþAustralia non avrebbe dovuto unirsi allþinvasione guidata dagli Usa lo scorso anno. Nel sondaggio Newspoll pubblicato oggi dal quotidiano The Australian, il 50% degli intervistati ritiene che non bisognava andare in guerra, contro il 40% che la ritiene giustificata. Due mesi fa il 46% credeva che fosse valsa la pena di attaccare l'Iraq, mentre il 45% riteneva la guerra ingiustificata.

PALESTINA

Due palestinesi sono stati uccisi, e 16 sono rimasti feriti, in un'incursione dell'esercito israeliano, appoggiato da elicotteri, in nottata a Khan Yunis, nel sud della striscia di Gaza, secondo quanto hanno reso noto fonti mediche palestinesi. Un precedente bilancio riferiva di un morto, Billel Mohammed Hamdan, 23 anni, un attivista del movimento di resistenza islamico Hamas. Secondo alcune fonti palestinesi, egli e' stato ucciso in una sparatoria con l'unita' israeliana che era entrata a Khan Yunis. Per altri, invece, e' morto per un missile lanciato da uno dei due elicotteri israeliani che sorvolavano la zona in appoggio alle truppe a terra. Il missile avrebbe investito una decina di combattenti che sparavano contro i militari e alcuni civili sarebbero stati feriti dalle schegge. Un secondo attivista, che era rimasto ferito in modo grave, e' deceduto nell'ospedale dove era stato trasportato. Due dei feriti - hanno aggiunto le fonti mediche - sono in condizioni gravi. I soldati israeliani, con una decina di veicoli blindati e un bulldozer, sono entrati a Khan Yunis dopo dopo mezzanotte e si sono spinti per circa 500 metri in territorio palestinese. Secondo testimoni, sono stati subito attaccati da uomini armati. Una portavoce dell'esercito israeliano ha confermato il raid, precisando che esso era diretto contro combattenti palestinesi, in seguito a incidenti nella zona. Durante l'operazione, e' stato individuato un gruppo di persone armate ed e' stato sparato loro contro (da un elicottero), ha aggiunto la portavoce.

Afghanistan

ESPONENTI FORZE SICUREZZA SEQUESTRATI E UCCISI DA TALEBANI

Cinque esponenti delle forze di sicurezza governative sono stati uccisi dopo essere stati sequestrati ieri da presunti talebani nel distretto di Shah Joy (provincia di Zabul, Afghanistan meridionale). La notizia del ritrovamento dei cadaveri è stata data dal governatore di Zabul, Khial Mohammed, all’agenzia ‘Associated Press’, mentre la ‘Reuters’ ha citato uno dei comandanti dei talebani, il mullah Rozi Khan, che avrebbe confermato l’assassinio. Il personale medico di Zabul ha consegnato i cadaveri alle autorità. Domenica scorsa, nella stessa zona, quattro soldati afgani erano rimasti uccisi per l’esplosione di una mina. Vicina al confine con il Pakistan, la provincia di Zabul era una delle roccaforti dei talebani prima dell’attacco anglo-americano dell’ottobre 2001, che portò due mesi dopo al rovesciamento del regime. In questo e in altri territori meridionali, però, i talebani si sono riorganizzati e continuano a combattere. Si stima che, da agosto 2003, siano stati oltre 650 i morti nelle violenze sferrate dai talebani in varie parti dell’Afghanistan principalmente contro il governo del presidente Hamid Karzai, le truppe statunitensi e gli operatori umanitari.

Usa, aumentano gli atti di violenza contro i musulmani

Aumentati del 70% in Usa gli episodi di intolleranza nei confronti dei musulmani. Lo rende noto il Council on American-Islamic Relations. Secondo il rapporto annuale del Cair, un'organizzazione dedita alla promozione dell'immagine dell'Islam e dei musulmani negli Usa, sono stati 1.019 gli atti di intolleranza commessi nel 2003. Si tratta del numero piu' alto mai registrato dal gruppo. Nel 2002, dopo l'11 settembre, furono infatti denunciati 602 episodi di violenza e discriminazione.

gror040504 (last edited 2008-06-26 09:48:59 by anonymous)