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===G.R. ore 19.30 ===

iraq:
Continuano i violenti scontri fra forze di occupazione e membri dell'armata guidata dal leader sciita Mouqtada al Sadr nella citta' irachena di Najaf. La furia impera a Najaf dopo che il colpo di un mortaio ha incendiato il mausoleo all'Imam Ali, il primo Imam degli Sciiti.

I carrarmati USA passano attraverso il centro della citta' ma non riescono a proseguire oltre per le granate lanciate dai combattenti Mahdi, asserragliati nel cimitero. Elicotteri americani volano sulla citta'.

 e Due Russi sono stati uccisi quando il loro autoveicolo e' stato preso di mira, secondo il ministero degli esteri russo.

Sei militanti iracheni sono stati uccisi dalle forze di occupazione a guida USA a Tikrit, secondo l'esercito americano. Sempre a Tirkit un soldato USA e' stato ucciso ed altri due feriti in un incidente stradale ieri.
passiamo a najaf:
I bombardamenti Usa su Najaf hanno provocato decine di morti, mentre in combattimenti a Sadr City sono rimasti uccisi poco meno di 20 miliziani. Lo hanno detto oggi militari Usa. Secondo le fonti a Najaf, nei combattimenti in nottata e prima del'alba, sono morti poco meno di 50 miliziani e una trentina di persone sono rimaste ferite.

risoluzione onu
L'inviato dell'Onu in Iraq, Lakhdar Brahimi, potrebbe definire il nuovo governo iracheno ad interim entro lunedì Lo ritiene possibile il segretario generale delle nazioni unite, Kofi Annan, dopo aver svolto una consultazione con i membri del Consiglio di Sicurezza. Autorevoli fonti del Dipartimento di Stato americano, anticipano addirittura il nome del possibile premier iracheno: Hussain Shahristani, uno scienziato sciita.
Secondo quanto riporta il Washington Post, Brahimi ha già incontrato lo scenziato diverse volte nel corso degli ultimi giorni. "Se dovessero considerare la mia partecipazione essenziale, allora cercherò di convincerli del contrario - ha dichiarato Sharistani al quotidiano - ma se dovessero insistere ancora, allora non potrò rifiutarmi di servire il mio popolo".
Sempre secondo le fonti raccolte dal quotidiano della capitale Usa, Shahristani avrebbe catturato l'attenzione di Brahimi grazie a una lettera aperta spedita al Wall Street Journal e pubblicata sull'edizione del 29 aprile. L'intervento, intitolato "Election Fever" criticava l'autorità di occupazione americana per non aver saputo preparare il terreno per le elezioni con il dovuto anticipo e per aver promulgato una costituzione a interim che è il frutto di negoziati a porte chiuse. Nella lettera, Shahristani chiedeva che al governo di transizione iracheno che entrerà in carica dopo il 30 giugno venissero riconosciuti solo poteri limitati, e cioè quelli di preparare il Paese per le elezioni del 2005. Una posizione che echeggia da vicino quella dell'ayatollah Sistani.


Iraq: New York Times, mea culpa su armi distruzione di massa
 Il 'New York Times' fa mea colpa sulla copertura dela guerra in Iraq e ammette di aver sbagliato sulle armi di distruzione di massa. 'Non siamo stati rigorosi come avremmo dovuto, abbiamo usato informazioni insufficienti, ci siamo bevuti le versioni degli esuli', hanno scritto i direttori in un'inconsueta lettera di pentimento diretta ai lettori. L'influente quotidiano promette loro un 'nuovo inizio': 'Continueremo a indagare aggressivamente per scoprire la verita''.




TORTURE, GENERALE DI GUANTANAMO INCITO' A USARE CANI

- E' stato un generale che comandava il carcere di Guantanamo a sollecitare l'uso dei cani per terrorizzare i reclusi nella famigerata prigione irachena di Abu Ghraib. Lo rivela oggi il Washington Post citando la testimonianza del col. Thomas Pappas, uno degli ufficiali chiamati a rispondere per lo scandalo delle torture. Secondo Pappas, che e' capo della 205/ma brigata di intelligence militare, il gen. Geoffrey D. Miller, a suo tempo comandante del centro di detenzione di Guantanamo, ispiro' e promosse l'uso di cani da guardia per terrorizzare gli iracheni. Questa idea venne poi appovata dal gen. Ricardo S. Sanchez, comandante in capo in Iraq, ora rimosso dal suo incarico. E' stata una tecnica che ho personalmente discusso con il gen. Miller quando era qui per visitare la prigione, ha dichiarato Pappas, responsabile del penitenziario quando l'anno scorso si sono verificati gli abusi. Ha detto - ha continuato il colonnello durante un interrogatorio davanti al gen. Antonio Taguba - che usavano cani militari a Gitmo (soprannome di Guantanamo Bay) e che erano molto efficaci per creare il clima favorevole a ottenere informazioni dai prigionieri.

rapportro amnesty 2004:
Una guerra ai valori globali che Amnesty International condanna nel Rapporto 2004 presentato oggi. Amnesty indica come carnefici del diritto umanitario l'amministrazione Bush e la rete guidata da Osama bin Laden. La Casa Bianca è colpevole di aver chiuso gli occhi sugli abusi all’estero e di arrogarsi il diritto di usare la forza preventiva dove e quando vuole, creando danni alla giustizia e rendendo il mondo “un luogo più pericoloso". Per amnesty la “guerra al terrore” e la guerra in Iraq non hanno solo permesso una nuova impressionante ondata di violazioni dei diritti umani, ma hanno in realtà distolto l'attenzione del mondo da quelli già in atto.
 Riccardo Nourey, amnesty italia


 mobilitazioni in america contro la guerra:
Dalla coalizione pacifista statunitense Answer (Act Now to Stop War & End Racism), un appello per un grande corteo a Washington Dc il 5 giugno. Il percorso della manifestazione andrà dalla Casa Bianca alla casa di Rumsfeld.

Marceremo dalla Casa Bianca di Bush fino alla casa di Rumsfeld e mi auguro che tutti coloro che in questa nazione si preoccupano per la pace si uniranno a noi". Lo ha detto Michael Berg, il padre di Nicholas Berg, ucciso in Iraq. Il 5 giugno sarà uno degli oratori al comizio "Verità al Potere" durante la dimostrazione di massa, e parlerà davanti alla Casa Bianca. Questa dimostrazione rifletterà le voci popolari di tutti coloro che hanno sofferto e stanno soffrendo a causa della guerra dell'amministrazione Bush in Iraq, in Palestina, ad Haiti e qui negli Stati uniti contro i diritti del popolo dei lavoratori. La manifestazione con lo slogan "Verità al Potere" vuole dare spazio alle voci delle madri e dei padri dei soldati che si oppongono alla guerra; a quelli delle comunità musulmane ed arabe le cui famiglie sono state sconvolte da irruzioni nelle abitazioni, da detenzioni e da intercettazioni segrete; ai rappresentanti delle comunità delle classi lavoratrici di Washington Dc, che si trovano in stato di grande difficoltà a causa della demolizione dei programmi sociali; noi ascolteremo le voci della gente di Haiti e delle Filippine e della Corea che vivono sotto l'ingerenza e l'occupazione dell'esercito degli Stati uniti. Il 5 giugno è anche l'anniversario dell'occupazione da parte di Israele della West Bank e di Gaza, e allora ascolteremo le voci del popolo aggredito della Palestina, che in questo momento vede i suoi bambini colpiti e le sue case rase al suolo da una violenza che si intensifica sempre di più con l'appoggio degli Usa.
Dopo il Comizio Popolare, migliaia di persone marceranno attraverso i quartieri della classe operaia, fino ad arrivare alla casa - il palazzo - di Donald Rumsfeld. A partire da questo momento, mancano proprio tre settimane e mezza prima dell'impostura del 30 giugno, del "trasferimento di
sovranità". La manifestazione e il corteo del 5 giugno diventeranno una potente sfida da parte del popolo all'amministrazione e ai suoi piani per continuare l'occupazione. Il 5 giugno, il popolo dei lavoratori e i media di tutto il mondo potranno vedere che tanta gente si sta sollevando contro le
guerre di aggressione dell'amministrazione Bush.

AGENZIA ONU PER RIFUGIATI PALESTINESI ESIGE SCUSE DA MINISTRO ISRAELIANO

“Affermazioni dannose e prive di fondamento”: così il rappresentante dell’Onu ha respinto le accuse di Israele, secondo cui miliziani palestinesi avevano usato ambulanze delle Nazioni Unite per portare via i resti dei soldati israeliani uccisi in un attentato a Gaza. Peter Hansen, commissario generale dell’agenzia per l’assistenza dei rifugiati palestinesi (Unrwa), in un comunicato ha intimato al ministro della difesa israeliano Shaul Mofaz di scusarsi pubblicamente per le sue accuse. Secondo l’esponente del governo di Ariel Sharon, i combattenti palestinesi avrebbero utilizzato i mezzi di soccorso dell’Onu per trasportare i resti dei militari israeliani morti l’11 maggio a Gaza City nell’esplosione del mezzo a bordo del quale viaggiavano. “La diffido a ritrattare immediatamente le sue dichiarazioni e a scusarsi per un’accusa totalmente priva di ogni riscontro” sono state le parole di Hansens. Nessuna reazione, al momento, da parte delle autorità dello Stato ebraico. L’Unrwa – che gestisce sei ambulanze a Gaza - ha comunque denunciato che un palestinese armato aveva minacciato il conducente di uno dei suoi mezzi, obbligandolo a trasportare un militante ferito e altri due combattenti all’ospedale di Gaza. Ieri l’agenzia Onu ha fornito un bilancio della sanguinosa ‘Operazione arcobaleno’ durata sette giorni, durante i quali l’esercito di Isarele ha demolito case nel campo profughi di Rafah, nel sud della striscia di Gaza, affermando di voler eliminare i tunnel sotterranei per il contrabbando di armi dall’Egitto. Secondo l’Unrwa sono stati demoliti 45 edifici, che hanno lasciato senza casa 575 persone, portando così a 155 le case distrutte nell’ultimo mese e a poco meno di duemila i palestinesi senza più un’abitazione. Intanto oggi l’organizzazione per la difesa dei diritti umani Amnesty International ha chiesto alle forze armate israeliane un’indagine “completa, imparziale e indipendente” sulla morte di due minorenni di 16 e 13 anni, uccisi il 18 maggio durante l’offensiva dello Stato ebraico. Asma al-Mughayr e suo fratello Ahmad sono stati feriti mortalmente alla testa da alcuni proiettili mentre ritiravano i panni stessi sul tetto della loro casa.


PAKISTAN
Esplosione in miniera, 12 dispersi

Rimangono esigue le speranze di salvare tutti i 15 minatori che sono rimasti intrappolati nel crollo della miniera di Sunjidi, 50 chilometri a est di Quetta. Finora i corpi rinvenuti sono 3. Lo stato del Balochistan e' ricco di carbone ma e' conosciuto per la scarsa sicurezza delle sue miniere. Fonti ufficiali dicono che il crollo e' avvenuto in seguito a un'esplosione causata dal ristagno di gas.
 
honduras

INCENDIO IN CARCERE: COMMISSARIO DIRITTI UMANI DENUNCIA “NEGLIGENZA” AUTORITÀ

“Si è trattato di negligenza; è necessario che chi ha commesso un errore riconosca le proprie responsabilità, sono morti 104 esseri umani”: così il commissario per i diritti umani del governo di Tegucigalpa, Ramón Custodio, si è espresso in merito al grave incendio scoppiato il 17 maggio in un carcere a San Pedro Sula, 120 chilometri a nord della capitale, costato la vita a giovani detenuti, per lo più appartenenti ad una nota banda criminale, conosciuta come ‘Mara Salvatrucha’. “In quel penitenziario esisteva una situazione ad alto rischio e nessuno gli ha prestato attenzione” ha aggiunto Custodio, riferendosi a quella che è stata identificata come la causa più probabile dell’incendio, un cortocircuito dovuto ad un sovraccarico del sistema elettrico in una cella che ospitava decine di reclusi. “Il rischio di un possibile incidente era noto. In più sappiamo che il cotone dei materassi è un materiale facilmente infiammabile che ha facilitato il propagarsi delle fiamme”. Secondo Custodio il primo responsabile dell’accaduto è il direttore del penitenziario, Elias Aceituno Canapa, già sospeso dalle sue funzioni, ma anche le autorità giudiziarie che hanno disposto la detenzione dei prigionieri nella cella dove è avvenuta la strage.


COLOMBIA
Centinaia di indigeni costretti ad abbandonare le proprie case

Centinaia di famiglie di indigeni sono state allontanate dai loro territori da paramilitari delle Autodifese Unite della Colombia nel dipartimento di La Guajira, nel nord del Paese. Il portavoce della comunita' Wayuu', Luis Andrade, ha comunicato che 400 abitazioni occupate da indigeni a Puerto Portete sarebbero state abbandonate a causa delle minacce dei paramilitari. Inoltre, a Maicao e Uribia, altre cittadine di La Guajira, piu' di 300 famiglie si sono trasferite in altre regioni.

ALLUVIONE CARAIBI/ DRAMMATICO BILANCIO VITTIME: OLTRE 500 MORTI

Ancora in drammatica ascesa il bilancio delle vittime dell'alluvione che ha colpito l'isola di Hispaniola, che ospita la Repubblica Dominicana e Haiti: secondo gli ultimi dati forniti da funzionari locali - citati dalla Bbc on line - i morti sarebbero più di 500. Moltissimi anche i dispersi. Responsabili dei servizi d'emergenza della Repubblica Dominicana hanno riferito che più di 13mila persone sono rimaste senza casa. Intanto truppe americane e canadesi si sono unite alle autorità locali per le operazioni di assistenza e ricerca. Nelle ultime due settimane l'isola è stata colpita da piogge incessanti. Ma il colpo di grazia è stato dato dalla tempesta avvenuta nelle prime ore di lunedì, che ha provocato la rottura degli argini del fiume Solie. Il villaggio di Jimani, posto sul confine haitiano e abitato principalmente da emigrati di quel Paese, è stato travolto in pieno dalle acque. Sul fronte dominicano, un reporter dell'Associated Press ha riferito di aver visto personalmente circa 180 cadaveri in un obitorio provvisorio. Le famiglie delle persone disperse hanno sostenuto che un centinaio di corpi sono stati interrati in una fossa comune.

 
italia
4 giugno
Dopo le voci circolate nelle ultime ore adesso è ufficiale: la questura di Roma ha comunicato al portavoce dei Cobas Piero Bernocchi che il corteo del 4 giugno non passerà per piazza Venezia. Le contestazioni al presidente Bush dunque dovranno essere spostate verso San Giovanni, nella periferia della città e lontano dalle strade dove il presidente Usa e la sua scorta dovranno passare. Il cambiamento di percorso, è stato motivato con un pretesto risibile: la presenza in via dei Fori Imperiali del materiale del palco per la parata militare del 2 giugno. “Ho fatto presente che la Questura era perfettamente al corrente 15 giorni fa delle modalità della parata stessa, spiega Bernocchi, e che togliere di mezzo del materiale sui cento metri di via dei Fori Imperiali che dobbiamo percorrere si può fare in 48 ore".
Ascoltiamo la corr:


Sesto San Giovanni, sgombero all'ex Falk

Dall'alba di stamani e' in corso, a Sesto San Giovanni (Milano), lo sgombero della grande area ex Falck, da tempo utilizzata come ricovero di fortuna da numerosi extracomunitari. I carabinieri del Gruppo di Monza sono intervenuti in forze, circondando l'area con 120 uomini, unita' cinofile e anche con il supporto di un elicottero. Nel corso dell'operazione di sgombero, durante la quale sono stati trovati un centinaio di extracomunitari, i carabinieri hanno scoperto, all'interno dell' area, anche una sorta di 'supermercato', ovvero un piccolo centro di ricettazione per alimentari rubati, che poi venivano venduti sottocosto agli stessi frequentatori dell' area. Gli extracomunitari trovati nell'ex acciaieria durante l' operazione sono prevalentemente rom, alcuni dei quali probabilmente provenienti da un precedente sgombero effettuato in uno stabile occupato di via Adda a Milano, uomini e donne e qualche bambino, oltre a diversi nordafricani.




CALABRIA: MANIFESTAZIONE DI PROTESTA DEI PRECARI PER LA STABILIZZAZIONE

Si e' svolta stamane, a Catanzaro la manifestazione di protesta dei 10 mila precari calabresi, che rivendicano la stabilizzazione, in applicazione, anche, della recente legge regionale. Dopo un comizio i manifestanti hanno sfilato per vie cittadine, portandosi dinnanzi la sede della Giunta regionale, dove una delegazione ha chiesto di essere ricevuta dal Presidente Chiaravalloti o chi per lui. Chiediamo un piano per il lavoro, in grado di dare risposte forti a questo oceano di precariato, che va dagli Lsu ed Lpu fino ai progetti Noc, ai lavoratori ex Telcal, agli ex corsisti Enel di Rossano. Lo ha detto, Luigi Sbarra, Segretarion della Cisl Calabria. Nonostante le nostre sollecitazioni - ha aggiunto Sbarra - la Regione non e' stata in grado di avviare un serio ragionamento con le parti sociali sulla necessita' di definire una proposta organica per il lavoro e l'occupazione. Viviamo una situazione di malessere sociale enorme. Gli Lpu - ha spiegato il sindacalista - non vengono pagati, nonostante stiano prestando la loro attivita' lavorativa con grande senso di responsabilita' alle dipendenze degli enti utilizzatori, da novembre. Quel misero sussidio di 470 euro, che consente a molti di questi giovani, che spesso hanno famiglia, di sbarcare il lunario, non viene loro corriposto da mesi. Noi chiediamo che la Regione attivi una forte pressione sul governo perche' si apra al ministero del Lavoro un tavolo di confronto e concertazione sul precariato calabrese. Chiediamo alla Regione, che tra qualche settimana sara' alle prese con l'assestamento di bilancio, di individuare le risorse necessarie per dare copertura finanziaria alla legge 20, priva di fondi, che doveva stabilizzare i precari; chiediamo risorse per garantire la proroga dei progetti Lpu fino a dicembre; chiediamo una verifica di tutti i posti vacanti negli enti sub regionali e nella pubblica amministrazione per capire come e' possibile avviare un percorso graduale di stabilizzazione. La Regione, pero', alle sollecitazioni non risponde, ma naviga a vista. Paradossalmente - ha continuato - siamo la Regione che ha il piu' alto tasso di disoccupazione d'Europa, con il piu' alto tasso di lavoro nero, ma priva di una proposta seria ed organica di politica per il lavoro. Non servono palliativi; occorrono risposte. Non vale la storiella che mancano le risorse. Le risorse ci sono, ma la Regione ha - ha concluso Sbarra - deciso di utilizzarle per consulenze e collaborazioni, negando un misero sussidio a 10.000 Lsu ed Lpu.


Emergenza rifiuti: una discarica in fiamme nella notte
Un incendio, probabilmente doloso, si e' sviluppato la scorsa notte nella discarica di Settecainate a Giugliano, in provincia di Napoli. Il sito era stato requisito nei giorni scorsi dal commissariato straordinario per l'emergenza rifiuti. I vigili del fuoco, ancora al lavoro, sono riusciti a circoscrivere le fiamme. A Settecainate, riaperto il sito, non erano ancora stati portati rifiuti, quindi l'ipotesi di una combustione spontanea viene praticamente esclusa.


Palestina, sit in il 27 maggio domani a Roma in piazza Venezia
Sit in il 27 maggio in piazza Venezia a Roma sulla drammatica situazione in Palestina promosso da Mezza luna Rossa e Comunità palestinese: "sono anni che il Presidente Yasser Arafat, presidente democraticamente eletto dal popolo palestinese e Marwan Al Barghouti, deputato del Consiglio Legislativo Palestinese (Parlamento) e leader dell’Intifada in Cisgiordania occupata, sono incarcerati dalle autorità militari d’occupazione israeliana alla terra palestinese. Anche l’intero popolo palestinese, invaso, occupato e torturato vive da anni sotto assedio totale nel grande carcere a cielo aperto, cioè la Palestina, soffre enormemente l’occupazione e l’oppressione brutale israeliana (basta ricordare l’ultimo massacro di Rafah – Gaza).



 






===G.R. ore 19.30 ===

iraq: Continuano i violenti scontri fra forze di occupazione e membri dell'armata guidata dal leader sciita Mouqtada al Sadr nella citta' irachena di Najaf. La furia impera a Najaf dopo che il colpo di un mortaio ha incendiato il mausoleo all'Imam Ali, il primo Imam degli Sciiti.

I carrarmati USA passano attraverso il centro della citta' ma non riescono a proseguire oltre per le granate lanciate dai combattenti Mahdi, asserragliati nel cimitero. Elicotteri americani volano sulla citta'.

  • e Due Russi sono stati uccisi quando il loro autoveicolo e' stato preso di mira, secondo il ministero degli esteri russo.

Sei militanti iracheni sono stati uccisi dalle forze di occupazione a guida USA a Tikrit, secondo l'esercito americano. Sempre a Tirkit un soldato USA e' stato ucciso ed altri due feriti in un incidente stradale ieri. passiamo a najaf: I bombardamenti Usa su Najaf hanno provocato decine di morti, mentre in combattimenti a Sadr City sono rimasti uccisi poco meno di 20 miliziani. Lo hanno detto oggi militari Usa. Secondo le fonti a Najaf, nei combattimenti in nottata e prima del'alba, sono morti poco meno di 50 miliziani e una trentina di persone sono rimaste ferite.

risoluzione onu L'inviato dell'Onu in Iraq, Lakhdar Brahimi, potrebbe definire il nuovo governo iracheno ad interim entro lunedì Lo ritiene possibile il segretario generale delle nazioni unite, Kofi Annan, dopo aver svolto una consultazione con i membri del Consiglio di Sicurezza. Autorevoli fonti del Dipartimento di Stato americano, anticipano addirittura il nome del possibile premier iracheno: Hussain Shahristani, uno scienziato sciita. Secondo quanto riporta il Washington Post, Brahimi ha già incontrato lo scenziato diverse volte nel corso degli ultimi giorni. "Se dovessero considerare la mia partecipazione essenziale, allora cercherò di convincerli del contrario - ha dichiarato Sharistani al quotidiano - ma se dovessero insistere ancora, allora non potrò rifiutarmi di servire il mio popolo". Sempre secondo le fonti raccolte dal quotidiano della capitale Usa, Shahristani avrebbe catturato l'attenzione di Brahimi grazie a una lettera aperta spedita al Wall Street Journal e pubblicata sull'edizione del 29 aprile. L'intervento, intitolato "Election Fever" criticava l'autorità di occupazione americana per non aver saputo preparare il terreno per le elezioni con il dovuto anticipo e per aver promulgato una costituzione a interim che è il frutto di negoziati a porte chiuse. Nella lettera, Shahristani chiedeva che al governo di transizione iracheno che entrerà in carica dopo il 30 giugno venissero riconosciuti solo poteri limitati, e cioè quelli di preparare il Paese per le elezioni del 2005. Una posizione che echeggia da vicino quella dell'ayatollah Sistani.

Iraq: New York Times, mea culpa su armi distruzione di massa

  • Il 'New York Times' fa mea colpa sulla copertura dela guerra in Iraq e ammette di aver sbagliato sulle armi di distruzione di massa. 'Non siamo stati rigorosi come avremmo dovuto, abbiamo usato informazioni insufficienti, ci siamo bevuti le versioni degli esuli', hanno scritto i direttori in un'inconsueta lettera di pentimento diretta ai lettori. L'influente quotidiano promette loro un 'nuovo inizio': 'Continueremo a indagare aggressivamente per scoprire la verita.

TORTURE, GENERALE DI GUANTANAMO INCITO' A USARE CANI

- E' stato un generale che comandava il carcere di Guantanamo a sollecitare l'uso dei cani per terrorizzare i reclusi nella famigerata prigione irachena di Abu Ghraib. Lo rivela oggi il Washington Post citando la testimonianza del col. Thomas Pappas, uno degli ufficiali chiamati a rispondere per lo scandalo delle torture. Secondo Pappas, che e' capo della 205/ma brigata di intelligence militare, il gen. Geoffrey D. Miller, a suo tempo comandante del centro di detenzione di Guantanamo, ispiro' e promosse l'uso di cani da guardia per terrorizzare gli iracheni. Questa idea venne poi appovata dal gen. Ricardo S. Sanchez, comandante in capo in Iraq, ora rimosso dal suo incarico. E' stata una tecnica che ho personalmente discusso con il gen. Miller quando era qui per visitare la prigione, ha dichiarato Pappas, responsabile del penitenziario quando l'anno scorso si sono verificati gli abusi. Ha detto - ha continuato il colonnello durante un interrogatorio davanti al gen. Antonio Taguba - che usavano cani militari a Gitmo (soprannome di Guantanamo Bay) e che erano molto efficaci per creare il clima favorevole a ottenere informazioni dai prigionieri.

rapportro amnesty 2004: Una guerra ai valori globali che Amnesty International condanna nel Rapporto 2004 presentato oggi. Amnesty indica come carnefici del diritto umanitario l'amministrazione Bush e la rete guidata da Osama bin Laden. La Casa Bianca è colpevole di aver chiuso gli occhi sugli abusi all’estero e di arrogarsi il diritto di usare la forza preventiva dove e quando vuole, creando danni alla giustizia e rendendo il mondo “un luogo più pericoloso". Per amnesty la “guerra al terrore” e la guerra in Iraq non hanno solo permesso una nuova impressionante ondata di violazioni dei diritti umani, ma hanno in realtà distolto l'attenzione del mondo da quelli già in atto.

  • Riccardo Nourey, amnesty italia mobilitazioni in america contro la guerra:

Dalla coalizione pacifista statunitense Answer (Act Now to Stop War & End Racism), un appello per un grande corteo a Washington Dc il 5 giugno. Il percorso della manifestazione andrà dalla Casa Bianca alla casa di Rumsfeld.

Marceremo dalla Casa Bianca di Bush fino alla casa di Rumsfeld e mi auguro che tutti coloro che in questa nazione si preoccupano per la pace si uniranno a noi". Lo ha detto Michael Berg, il padre di Nicholas Berg, ucciso in Iraq. Il 5 giugno sarà uno degli oratori al comizio "Verità al Potere" durante la dimostrazione di massa, e parlerà davanti alla Casa Bianca. Questa dimostrazione rifletterà le voci popolari di tutti coloro che hanno sofferto e stanno soffrendo a causa della guerra dell'amministrazione Bush in Iraq, in Palestina, ad Haiti e qui negli Stati uniti contro i diritti del popolo dei lavoratori. La manifestazione con lo slogan "Verità al Potere" vuole dare spazio alle voci delle madri e dei padri dei soldati che si oppongono alla guerra; a quelli delle comunità musulmane ed arabe le cui famiglie sono state sconvolte da irruzioni nelle abitazioni, da detenzioni e da intercettazioni segrete; ai rappresentanti delle comunità delle classi lavoratrici di Washington Dc, che si trovano in stato di grande difficoltà a causa della demolizione dei programmi sociali; noi ascolteremo le voci della gente di Haiti e delle Filippine e della Corea che vivono sotto l'ingerenza e l'occupazione dell'esercito degli Stati uniti. Il 5 giugno è anche l'anniversario dell'occupazione da parte di Israele della West Bank e di Gaza, e allora ascolteremo le voci del popolo aggredito della Palestina, che in questo momento vede i suoi bambini colpiti e le sue case rase al suolo da una violenza che si intensifica sempre di più con l'appoggio degli Usa. Dopo il Comizio Popolare, migliaia di persone marceranno attraverso i quartieri della classe operaia, fino ad arrivare alla casa - il palazzo - di Donald Rumsfeld. A partire da questo momento, mancano proprio tre settimane e mezza prima dell'impostura del 30 giugno, del "trasferimento di sovranità". La manifestazione e il corteo del 5 giugno diventeranno una potente sfida da parte del popolo all'amministrazione e ai suoi piani per continuare l'occupazione. Il 5 giugno, il popolo dei lavoratori e i media di tutto il mondo potranno vedere che tanta gente si sta sollevando contro le guerre di aggressione dell'amministrazione Bush.

AGENZIA ONU PER RIFUGIATI PALESTINESI ESIGE SCUSE DA MINISTRO ISRAELIANO

“Affermazioni dannose e prive di fondamento”: così il rappresentante dell’Onu ha respinto le accuse di Israele, secondo cui miliziani palestinesi avevano usato ambulanze delle Nazioni Unite per portare via i resti dei soldati israeliani uccisi in un attentato a Gaza. Peter Hansen, commissario generale dell’agenzia per l’assistenza dei rifugiati palestinesi (Unrwa), in un comunicato ha intimato al ministro della difesa israeliano Shaul Mofaz di scusarsi pubblicamente per le sue accuse. Secondo l’esponente del governo di Ariel Sharon, i combattenti palestinesi avrebbero utilizzato i mezzi di soccorso dell’Onu per trasportare i resti dei militari israeliani morti l’11 maggio a Gaza City nell’esplosione del mezzo a bordo del quale viaggiavano. “La diffido a ritrattare immediatamente le sue dichiarazioni e a scusarsi per un’accusa totalmente priva di ogni riscontro” sono state le parole di Hansens. Nessuna reazione, al momento, da parte delle autorità dello Stato ebraico. L’Unrwa – che gestisce sei ambulanze a Gaza - ha comunque denunciato che un palestinese armato aveva minacciato il conducente di uno dei suoi mezzi, obbligandolo a trasportare un militante ferito e altri due combattenti all’ospedale di Gaza. Ieri l’agenzia Onu ha fornito un bilancio della sanguinosa ‘Operazione arcobaleno’ durata sette giorni, durante i quali l’esercito di Isarele ha demolito case nel campo profughi di Rafah, nel sud della striscia di Gaza, affermando di voler eliminare i tunnel sotterranei per il contrabbando di armi dall’Egitto. Secondo l’Unrwa sono stati demoliti 45 edifici, che hanno lasciato senza casa 575 persone, portando così a 155 le case distrutte nell’ultimo mese e a poco meno di duemila i palestinesi senza più un’abitazione. Intanto oggi l’organizzazione per la difesa dei diritti umani Amnesty International ha chiesto alle forze armate israeliane un’indagine “completa, imparziale e indipendente” sulla morte di due minorenni di 16 e 13 anni, uccisi il 18 maggio durante l’offensiva dello Stato ebraico. Asma al-Mughayr e suo fratello Ahmad sono stati feriti mortalmente alla testa da alcuni proiettili mentre ritiravano i panni stessi sul tetto della loro casa.

PAKISTAN Esplosione in miniera, 12 dispersi

Rimangono esigue le speranze di salvare tutti i 15 minatori che sono rimasti intrappolati nel crollo della miniera di Sunjidi, 50 chilometri a est di Quetta. Finora i corpi rinvenuti sono 3. Lo stato del Balochistan e' ricco di carbone ma e' conosciuto per la scarsa sicurezza delle sue miniere. Fonti ufficiali dicono che il crollo e' avvenuto in seguito a un'esplosione causata dal ristagno di gas.

honduras

INCENDIO IN CARCERE: COMMISSARIO DIRITTI UMANI DENUNCIA “NEGLIGENZA” AUTORITÀ

“Si è trattato di negligenza; è necessario che chi ha commesso un errore riconosca le proprie responsabilità, sono morti 104 esseri umani”: così il commissario per i diritti umani del governo di Tegucigalpa, Ramón Custodio, si è espresso in merito al grave incendio scoppiato il 17 maggio in un carcere a San Pedro Sula, 120 chilometri a nord della capitale, costato la vita a giovani detenuti, per lo più appartenenti ad una nota banda criminale, conosciuta come ‘Mara Salvatrucha’. “In quel penitenziario esisteva una situazione ad alto rischio e nessuno gli ha prestato attenzione” ha aggiunto Custodio, riferendosi a quella che è stata identificata come la causa più probabile dell’incendio, un cortocircuito dovuto ad un sovraccarico del sistema elettrico in una cella che ospitava decine di reclusi. “Il rischio di un possibile incidente era noto. In più sappiamo che il cotone dei materassi è un materiale facilmente infiammabile che ha facilitato il propagarsi delle fiamme”. Secondo Custodio il primo responsabile dell’accaduto è il direttore del penitenziario, Elias Aceituno Canapa, già sospeso dalle sue funzioni, ma anche le autorità giudiziarie che hanno disposto la detenzione dei prigionieri nella cella dove è avvenuta la strage.

COLOMBIA Centinaia di indigeni costretti ad abbandonare le proprie case

Centinaia di famiglie di indigeni sono state allontanate dai loro territori da paramilitari delle Autodifese Unite della Colombia nel dipartimento di La Guajira, nel nord del Paese. Il portavoce della comunita' Wayuu', Luis Andrade, ha comunicato che 400 abitazioni occupate da indigeni a Puerto Portete sarebbero state abbandonate a causa delle minacce dei paramilitari. Inoltre, a Maicao e Uribia, altre cittadine di La Guajira, piu' di 300 famiglie si sono trasferite in altre regioni.

ALLUVIONE CARAIBI/ DRAMMATICO BILANCIO VITTIME: OLTRE 500 MORTI

Ancora in drammatica ascesa il bilancio delle vittime dell'alluvione che ha colpito l'isola di Hispaniola, che ospita la Repubblica Dominicana e Haiti: secondo gli ultimi dati forniti da funzionari locali - citati dalla Bbc on line - i morti sarebbero più di 500. Moltissimi anche i dispersi. Responsabili dei servizi d'emergenza della Repubblica Dominicana hanno riferito che più di 13mila persone sono rimaste senza casa. Intanto truppe americane e canadesi si sono unite alle autorità locali per le operazioni di assistenza e ricerca. Nelle ultime due settimane l'isola è stata colpita da piogge incessanti. Ma il colpo di grazia è stato dato dalla tempesta avvenuta nelle prime ore di lunedì, che ha provocato la rottura degli argini del fiume Solie. Il villaggio di Jimani, posto sul confine haitiano e abitato principalmente da emigrati di quel Paese, è stato travolto in pieno dalle acque. Sul fronte dominicano, un reporter dell'Associated Press ha riferito di aver visto personalmente circa 180 cadaveri in un obitorio provvisorio. Le famiglie delle persone disperse hanno sostenuto che un centinaio di corpi sono stati interrati in una fossa comune.

italia 4 giugno Dopo le voci circolate nelle ultime ore adesso è ufficiale: la questura di Roma ha comunicato al portavoce dei Cobas Piero Bernocchi che il corteo del 4 giugno non passerà per piazza Venezia. Le contestazioni al presidente Bush dunque dovranno essere spostate verso San Giovanni, nella periferia della città e lontano dalle strade dove il presidente Usa e la sua scorta dovranno passare. Il cambiamento di percorso, è stato motivato con un pretesto risibile: la presenza in via dei Fori Imperiali del materiale del palco per la parata militare del 2 giugno. “Ho fatto presente che la Questura era perfettamente al corrente 15 giorni fa delle modalità della parata stessa, spiega Bernocchi, e che togliere di mezzo del materiale sui cento metri di via dei Fori Imperiali che dobbiamo percorrere si può fare in 48 ore". Ascoltiamo la corr:

Sesto San Giovanni, sgombero all'ex Falk

Dall'alba di stamani e' in corso, a Sesto San Giovanni (Milano), lo sgombero della grande area ex Falck, da tempo utilizzata come ricovero di fortuna da numerosi extracomunitari. I carabinieri del Gruppo di Monza sono intervenuti in forze, circondando l'area con 120 uomini, unita' cinofile e anche con il supporto di un elicottero. Nel corso dell'operazione di sgombero, durante la quale sono stati trovati un centinaio di extracomunitari, i carabinieri hanno scoperto, all'interno dell' area, anche una sorta di 'supermercato', ovvero un piccolo centro di ricettazione per alimentari rubati, che poi venivano venduti sottocosto agli stessi frequentatori dell' area. Gli extracomunitari trovati nell'ex acciaieria durante l' operazione sono prevalentemente rom, alcuni dei quali probabilmente provenienti da un precedente sgombero effettuato in uno stabile occupato di via Adda a Milano, uomini e donne e qualche bambino, oltre a diversi nordafricani.

CALABRIA: MANIFESTAZIONE DI PROTESTA DEI PRECARI PER LA STABILIZZAZIONE

Si e' svolta stamane, a Catanzaro la manifestazione di protesta dei 10 mila precari calabresi, che rivendicano la stabilizzazione, in applicazione, anche, della recente legge regionale. Dopo un comizio i manifestanti hanno sfilato per vie cittadine, portandosi dinnanzi la sede della Giunta regionale, dove una delegazione ha chiesto di essere ricevuta dal Presidente Chiaravalloti o chi per lui. Chiediamo un piano per il lavoro, in grado di dare risposte forti a questo oceano di precariato, che va dagli Lsu ed Lpu fino ai progetti Noc, ai lavoratori ex Telcal, agli ex corsisti Enel di Rossano. Lo ha detto, Luigi Sbarra, Segretarion della Cisl Calabria. Nonostante le nostre sollecitazioni - ha aggiunto Sbarra - la Regione non e' stata in grado di avviare un serio ragionamento con le parti sociali sulla necessita' di definire una proposta organica per il lavoro e l'occupazione. Viviamo una situazione di malessere sociale enorme. Gli Lpu - ha spiegato il sindacalista - non vengono pagati, nonostante stiano prestando la loro attivita' lavorativa con grande senso di responsabilita' alle dipendenze degli enti utilizzatori, da novembre. Quel misero sussidio di 470 euro, che consente a molti di questi giovani, che spesso hanno famiglia, di sbarcare il lunario, non viene loro corriposto da mesi. Noi chiediamo che la Regione attivi una forte pressione sul governo perche' si apra al ministero del Lavoro un tavolo di confronto e concertazione sul precariato calabrese. Chiediamo alla Regione, che tra qualche settimana sara' alle prese con l'assestamento di bilancio, di individuare le risorse necessarie per dare copertura finanziaria alla legge 20, priva di fondi, che doveva stabilizzare i precari; chiediamo risorse per garantire la proroga dei progetti Lpu fino a dicembre; chiediamo una verifica di tutti i posti vacanti negli enti sub regionali e nella pubblica amministrazione per capire come e' possibile avviare un percorso graduale di stabilizzazione. La Regione, pero', alle sollecitazioni non risponde, ma naviga a vista. Paradossalmente - ha continuato - siamo la Regione che ha il piu' alto tasso di disoccupazione d'Europa, con il piu' alto tasso di lavoro nero, ma priva di una proposta seria ed organica di politica per il lavoro. Non servono palliativi; occorrono risposte. Non vale la storiella che mancano le risorse. Le risorse ci sono, ma la Regione ha - ha concluso Sbarra - deciso di utilizzarle per consulenze e collaborazioni, negando un misero sussidio a 10.000 Lsu ed Lpu.

Emergenza rifiuti: una discarica in fiamme nella notte Un incendio, probabilmente doloso, si e' sviluppato la scorsa notte nella discarica di Settecainate a Giugliano, in provincia di Napoli. Il sito era stato requisito nei giorni scorsi dal commissariato straordinario per l'emergenza rifiuti. I vigili del fuoco, ancora al lavoro, sono riusciti a circoscrivere le fiamme. A Settecainate, riaperto il sito, non erano ancora stati portati rifiuti, quindi l'ipotesi di una combustione spontanea viene praticamente esclusa.

Palestina, sit in il 27 maggio domani a Roma in piazza Venezia Sit in il 27 maggio in piazza Venezia a Roma sulla drammatica situazione in Palestina promosso da Mezza luna Rossa e Comunità palestinese: "sono anni che il Presidente Yasser Arafat, presidente democraticamente eletto dal popolo palestinese e Marwan Al Barghouti, deputato del Consiglio Legislativo Palestinese (Parlamento) e leader dell’Intifada in Cisgiordania occupata, sono incarcerati dalle autorità militari d’occupazione israeliana alla terra palestinese. Anche l’intero popolo palestinese, invaso, occupato e torturato vive da anni sotto assedio totale nel grande carcere a cielo aperto, cioè la Palestina, soffre enormemente l’occupazione e l’oppressione brutale israeliana (basta ricordare l’ultimo massacro di Rafah – Gaza).

GR ORE 13,00

IRAQ

NAJAF

  • - Nei combattimenti di Najaf sono stati uccisi nove iracheni e 33 sono rimasti feriti. Lo hanno reso noto fonti ospedaliere secondo le quali il grosso degli scontri si e' svolto nell'immenso cimitero della citta' santa agli sciiti, ed e' durato dalle 03:00 locali fino al mattino.

GRAVISSIMI ALCUNI DEI TECNICI RUSSI FERITI

- Sono in condizioni critiche alcuni dei sei tecnici russi rimasti feriti stamani in un agguato in Iraq in cui due loro colleghi sono stati invece uccisi. Lo hanno riferito fonti dell'Interenergo servis, l'impresa russa per la quale i tecnici lavoravano in Iraq. Le fonti hanno precisato che il sanguinoso agguato e' avvenuto nei pressi della centrale elettrica di Dura, una delle quattro che l'Interenergoservis sta riabilitando in Iraq e dove i tecnici stavano recandosi al lavoro a bordo di un pullman. Il ministro della protezione civile russo Serghei Shokov ha intanto annunciato che un aereo per evacuare i tecnici dell' Intereenergo servis ancora in Iraq (231 o 241, a seconda delle fonti) e' pronto a partire nelle prossime ore da Mosca diretto a Baghdad.

TORTURE, GENERALE DI GUANTANAMO INCITO' A USARE CANI

- E' stato un generale che comandava il carcere di Guantanamo a sollecitare l'uso dei cani per terrorizzare i reclusi nella famigerata prigione irachena di Abu Ghraib. Lo rivela oggi il Washington Post citando la testimonianza del col. Thomas Pappas, uno degli ufficiali chiamati a rispondere per lo scandalo delle torture. Secondo Pappas, che e' capo della 205/ma brigata di intelligence militare, il gen. Geoffrey D. Miller, a suo tempo comandante del centro di detenzione di Guantanamo, ispiro' e promosse l'uso di cani da guardia per terrorizzare gli iracheni. Questa idea venne poi appovata dal gen. Ricardo S. Sanchez, comandante in capo in Iraq, ora rimosso dal suo incarico. E' stata una tecnica che ho personalmente discusso con il gen. Miller quando era qui per visitare la prigione, ha dichiarato Pappas, responsabile del penitenziario quando l'anno scorso si sono verificati gli abusi. Ha detto - ha continuato il colonnello durante un interrogatorio davanti al gen. Antonio Taguba - che usavano cani militari a Gitmo (soprannome di Guantanamo Bay) e che erano molto efficaci per creare il clima favorevole a ottenere informazioni dai prigionieri.

BOZZA DI RISOLUZIONE PER L'ONU Il Consiglio di sicurezza dell'Onu potra' approvare una risoluzione per il passaggio della sovranita' in Iraq, solo se il processo di formazione del governo provvisorio sara' trasparente. Lo ha affermato oggi il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov. Occorre garantire le condizioni per cui il processo di formazione del governo provvisorio sia trasparente, affinche' esso si costituisca in maniera tale da essere legittimo agli occhi del popolo iracheno e della comunita' internazionale, ha dichiarato Lavrov. La posizione della Russia e' coerente e ben nota ai nostri partner, ha aggiunto il ministro degli esteri russo.

AMNESTY: ITALIA PORTA PACE E VENDE ARMI - Non possiamo essere tra i portatori di pace del mondo e, contemporaneamente, tra i primi esportatori di armi. Cinque paesi europei, tra cui il nostro, generano piu' di un terzo del mercato globale di armi. Lo ha detto il presidente della sezione italiana di Amnesty International, Mario Bertotto, nella conferenza stampa a Viale Mazzini. Dopo aver affermato che gruppi armati e governi combattono una guerra ai valori globali, distruggendo i diritti umani della gente comune, Bertotto ha segnalato, come uno dei maggiori problemi mondiali da affrontare con particolare urgenza il massacro che si sta perpetrando in Sudan, che ha causato gia' un milione di sfollati interni e 100.000 fuori dai confini. E' una vergogna per la Comunita' internazionale - ha aggiunto - occorre consentire subito l'accesso agli aiuti umanitari e procedere all'invio di osservatori internazionali in Sudan

PALESTINA

GERUSALEMME

  • - L'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ha seccamente negato le accuse di Israele, stando alle quali armati palestinesi avrebbero fatto uso delle sue ambulanze a Gaza per far sparire i resti di sei soldati israeliani uccisi durante un'incursione dell'esercito questo mese in un quartiere di Gaza City. In un comunicato emesso oggi il commissario generale dell' Unrwa, Peter Hansen, ha chiesto al ministro della difesa israeliano Shaul Mofaz, di scusarsi per aver profferito accuse dannose e infondate. Il ministero della difesa non ha finora replicato a Hansen a causa del giorno festivo in Israele. I resti dei soldati, che furono esposti da armati palestinesi per le vie di Gaza City, furono poi restituiti a Israele grazie a una mediazione dell'Egitto. L'Unrwa, che mantiene a Gaza sei ambulanze, in precedenza aveva detto che armati palestinesi avevano minacciato i membri dell'equipaggio di una delle ambulanze per costringerli a trasportare due loro compagni feriti in combattimenti con le truppe israeliane nell'ospedale di Gaza.

TURCHIA PRONTA RICHIAMARE AMBASCIATORE IN ISRAELE - In segno di protesta per le recentissime e sanguinose incursioni delle truppe israeliane nel campo profughi di Rafah, all'estremita' meridionale della Striscia di Gaza, la Turchia ha minacciato di richiamare per consultazioni il proprio ambasciatore nello Stato israeliano, seppure temporaneamente. L'annuncio e' stato dato dal ministro degli Esteri turco, Abdullah Gul, il quale ha ammesso esplicitamente che la decisione avrebbe appunto lo scopo di sottolineare l'indignazione per l'accaduto da parte di Ankara: uno dei pochi Paesi islamici con i quali Israele intrattenga normali relazioni diplomatiche, abbinate anzi nel caso specifico a una stretta alleanza anche sul piano militare. Nei raid a Rafah, la cosiddetta 'Operazione Arcobaleno' che e' stata la piu' massiccia operazione intrapresa dalle Forze Armate ebraiche da diversi anni a questa parte, sono rimasti uccisi decine di palestinesi, compresi svariati bambini; demolite inoltre numerose abitazioni civili

PAKISTAN ESPLOSIONE IN MINIERA DI CARBONE, ALMENO 15 VITTIME

Almeno quindici minatori sono morti per un’esplosione avvenuta in una miniera di carbone a Sinjidi (Pakistan sudoccidentale). Lo hanno reso noto oggi fonti governative, specificando che la catastrofe è avvenuta ieri sera a causa di un accumulo di gas nella miniera di proprietà privata situata 45 chilometri ad est di Quetta, principale centro del sudovest. I soccorritori hanno recuperato finora solo tre corpi, mentre non meno di altri dodici sono ancora sepolti sotto i cumuli di macerie della miniera profonda 770 metri. Incidenti di questo tipo non sono infrequenti in Pakistan, dove gli standard di sicurezza nelle miniere sono scarsi, specialmente in quelle private. Il Pakistan possiede vaste riserve di carbone: si stima che siano in tutto oltre 184 miliardi di tonnellate e che ne vengano prodotti ogni anno quattro milioni di tonnellate, usati in maggioranza per alimentare le fornaci per fare mattoni.

ALLUVIONE CARAIBI/ DRAMMATICO BILANCIO VITTIME: OLTRE 500 MORTI

Ancora in drammatica ascesa il bilancio delle vittime dell'alluvione che ha colpito l'isola di Hispaniola, che ospita la Repubblica Dominicana e Haiti: secondo gli ultimi dati forniti da funzionari locali - citati dalla Bbc on line - i morti sarebbero più di 500. Moltissimi anche i dispersi. Responsabili dei servizi d'emergenza della Repubblica Dominicana hanno riferito che più di 13mila persone sono rimaste senza casa. Intanto truppe americane e canadesi si sono unite alle autorità locali per le operazioni di assistenza e ricerca. Nelle ultime due settimane l'isola è stata colpita da piogge incessanti. Ma il colpo di grazia è stato dato dalla tempesta avvenuta nelle prime ore di lunedì, che ha provocato la rottura degli argini del fiume Solie. Il villaggio di Jimani, posto sul confine haitiano e abitato principalmente da emigrati di quel Paese, è stato travolto in pieno dalle acque. Sul fronte dominicano, un reporter dell'Associated Press ha riferito di aver visto personalmente circa 180 cadaveri in un obitorio provvisorio. Le famiglie delle persone disperse hanno sostenuto che un centinaio di corpi sono stati interrati in una fossa comune.

CALABRIA: MANIFESTAZIONE DI PROTESTA DEI PRECARI PER LA STABILIZZAZIONE

Si e' svolta stamane, a Catanzaro la manifestazione di protesta dei 10 mila precari calabresi, che rivendicano la stabilizzazione, in applicazione, anche, della recente legge regionale. Dopo un comizio i manifestanti hanno sfilato per vie cittadine, portandosi dinnanzi la sede della Giunta regionale, dove una delegazione ha chiesto di essere ricevuta dal Presidente Chiaravalloti o chi per lui. Chiediamo un piano per il lavoro, in grado di dare risposte forti a questo oceano di precariato, che va dagli Lsu ed Lpu fino ai progetti Noc, ai lavoratori ex Telcal, agli ex corsisti Enel di Rossano. Lo ha detto, Luigi Sbarra, Segretarion della Cisl Calabria. Nonostante le nostre sollecitazioni - ha aggiunto Sbarra - la Regione non e' stata in grado di avviare un serio ragionamento con le parti sociali sulla necessita' di definire una proposta organica per il lavoro e l'occupazione. Viviamo una situazione di malessere sociale enorme. Gli Lpu - ha spiegato il sindacalista - non vengono pagati, nonostante stiano prestando la loro attivita' lavorativa con grande senso di responsabilita' alle dipendenze degli enti utilizzatori, da novembre. Quel misero sussidio di 470 euro, che consente a molti di questi giovani, che spesso hanno famiglia, di sbarcare il lunario, non viene loro corriposto da mesi. Noi chiediamo che la Regione attivi una forte pressione sul governo perche' si apra al ministero del Lavoro un tavolo di confronto e concertazione sul precariato calabrese. Chiediamo alla Regione, che tra qualche settimana sara' alle prese con l'assestamento di bilancio, di individuare le risorse necessarie per dare copertura finanziaria alla legge 20, priva di fondi, che doveva stabilizzare i precari; chiediamo risorse per garantire la proroga dei progetti Lpu fino a dicembre; chiediamo una verifica di tutti i posti vacanti negli enti sub regionali e nella pubblica amministrazione per capire come e' possibile avviare un percorso graduale di stabilizzazione. La Regione, pero', alle sollecitazioni non risponde, ma naviga a vista. Paradossalmente - ha continuato - siamo la Regione che ha il piu' alto tasso di disoccupazione d'Europa, con il piu' alto tasso di lavoro nero, ma priva di una proposta seria ed organica di politica per il lavoro. Non servono palliativi; occorrono risposte. Non vale la storiella che mancano le risorse. Le risorse ci sono, ma la Regione ha - ha concluso Sbarra - deciso di utilizzarle per consulenze e collaborazioni, negando un misero sussidio a 10.000 Lsu ed Lpu.

Emergenza rifiuti: una discarica in fiamme nella notte

Un incendio, probabilmente doloso, si e' sviluppato la scorsa notte nella discarica di Settecainate a Giugliano, in provincia di Napoli. Il sito era stato requisito nei giorni scorsi dal commissariato straordinario per l'emergenza rifiuti. I vigili del fuoco, ancora al lavoro, sono riusciti a circoscrivere le fiamme. A Settecainate, riaperto il sito, non erano ancora stati portati rifiuti, quindi l'ipotesi di una combustione spontanea viene praticamente esclusa.

gror040526 (last edited 2008-06-26 09:48:32 by anonymous)