Differences between revisions 1 and 7 (spanning 6 versions)
Revision 1 as of 2004-05-26 08:05:05
Size: 4688
Editor: anonymous
Comment:
Revision 7 as of 2004-05-27 17:50:08
Size: 47055
Editor: anonymous
Comment:
Deletions are marked like this. Additions are marked like this.
Line 1: Line 1:
Inserisci una descrizione per gror040527  I T A L I A


'''Milano: Chiesto il rinvio a giudizio per 4 ragazzi dei centri sociali e 3 agenti''' (audio)

Secondo il pm Claudio Gittardi, la notte del 16 Marzo 2003 negli scontri all’ospedale San Paolo, subito dopo la morte di Dax, il ragazzo dell’Orso accoltellato fuori da un pub in via Brioschi, "tra i ragazzi c’era un clima di autoesaltazione, come allo stadio. Le forze dell’ordine, invece, colpivano e picchiavano giovani disarmati, che erano a terra o rannicchiati in posizione di difesa".
Per quei disordini, che durarono ore e che provocarono 18 feriti e numerosi danni, il pm adesso chiede che sette persone (quattro ragazzi dei centri sociali, due carabinieri ed un poliziotto) siano rinviate a giudizio.


'''Milano: Fissato il processo ai compagni dell'Orso'''

Giudizio il 6 ottobre per i quattro compagni del centro sociale Orso di Milano, arrestati a Milano con l'accusa di avere aggredito il 17 gennaio a Genova alcuni ragazzi . Lo ha deciso il gip del tribunale di Genova Maria Letizia Califano, che ha accolto la richiesta avanzata dai pm Anna Canepa e Andrea Canciani. Si tratta di Federico, Orlando, Marta e Milo che devono rispondere delle accuse di violenza privata e rapina. Intanto il tribunale del Riesame ha respinto l' istanza di scarcerazione avanzata da Orlando, assistito dagli avv. Mirko Mazzali del Foro di Milano e Fabio Taddei del Foro di Genova. Ancora in carcere, oltre a Orlando, c' e' Federico, mentre sono stati concessi gli arresti domiciliari alla marta e milo. A favore dei icompagni e delle compagne, che si proclamano innocenti, sono scesi in campo esponenti politici, sindacati e intellettuali che hanno lanciato anche un appello per la loro scarcerazione.



'''Roma: Firmato il contratto delle cooperative sociali''' (audio)

Il nuovo contratto (il precedente era scaduto il 31 dicembre 2001) prevede un aumento retributivo a regime, ossia dal 31 dicembre 2005, pari all' 11,8%. A questo incremento si giungera' in tre rate a partire dal 01/07/04, dal 01/10/04 e dal 01/10/05. Sono state recepite alcune recenti modifiche normative in tema di part-time e orario di lavoro, incluso quello notturno. E' prevista l'istituzione di una commissione di studio per approfondire sul sistema di inquadramento e classificazione. Le parti hanno infine costituito un tavolo parallelo per far si' che dal 2005 si possa superare la pratica del salario convenzionale laddove ancora esistente.


'''Genova: Il processo non cambia sede'''

Soddisfazione e' stata espressa stamani in procura alla notizia che la Cassazione ha respinto la richiesta di trasferire il processo ad altra sede, presentata da alcuni difensori dei 25 imputati accusati di devastazione e saccheggio durante i giorni del G8 a Genova.


'''Roma: Il ministro rifiuta l'incontro sulle pensioni'''

Il sit-in dei pensionato davanti al ministero del Lavoro si e' concluso verso le 12,30 senza l'incontro con rappresentanti del governo chiesto dai sindacati dei pensionati. La manifestazione era stata indetta a livello nazionale da Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, ''ma anche questa volta - hanno sottolineato i rappresentanti sindacali - il governo non ha ricevuto i sindacati che volevano discutere la propria proposta sulla riforma delle pensioni''. Spi-Cgil, Fnp-Cisl eUilp-Uil hanno convocato due altri sit-in martedi' primo giugno di fronte ai ministeri del Lavoro e della Salute.


'''Sardegna: Denunciato Berlusconi per i lavori alla sua villa'''

Denunciato il premier Berlusconi alla Corte dell'Aja per il cantiere edilizio a Villa Certosa in Sardegna. Nella residenza sarda di Berlusconi (Villa La Certosa) Š stato aperto un cantiere per realizzare un anfiteatro in granito e un tunnel sotto la roccia . Questi lavori pero' sono coperti dal segreto di Stato. Il ministro Lunardi li ha classificati come opere relative alla sicurezza nazionale


'''Napoli: Protesta dei disoccupati alla Provincia'''

Un gruppo di disoccupati stamane e' riuscito ad entrare negli uffici della provincia di Napoli e ha occupato una stanza che ha un balcone su Piazza Matteotti. Cinque disoccupati si sono messi a cavalcioni sul balcone esponendo un lungo striscione nel quale si chiede lavoro, mentre un quarantina di loro compagni manifestavano sulla piazza.


'''Roma: Preparativi per il 2 e il 4 Giugno'''

Quattro manichini di plastica e stoffa sono stati trovati nella tarda mattinata di oggi sui vagoni della metro A in via Mattia Battistini, a Prati e alla stazione Termini. Sui fantocci erano stati attaccati messaggi contro l'imminente visita a Roma del presidente americano George Bush. I pupazzi, sono stati sequestrati dalla polizia.
Intanto, il prefetto di Roma Achille Serra ha deciso oggi di chiudere al transito anche pedonale alcune strade limitrofe alla parata militare del 2 giugno, per impedire la protesta di alcuni gruppi di pacifisti che vogliono interrompere, per protesta contro la guerra in Iraq, la parata militare.



 M O N D O


'''Palestina: Ancora distruzioni di case palestinesi'''

Tre carri armati e un bulldozer israeliani sono entrati questa notte in un territorio palestinese all'esterno della città di Deir el-Balah, nella Striscia di Gaza, e hanno distrutto tre case palestinesi, secondo quanto riferiscono responsabili della sicurezza palestinese e testimoni. L'esercito israeliano ha dichiarato che si tratta di un'operazione in corso in una zona di attività dei militanti plaestinesi.


'''Israele: Arrestato giornalista per il caso Vanunu'''

La polizia israeliana ha arrestato il giornalista britannico Peter Hounam, il cronista che nel 1986 aveva intervistato lo scienziato nucleare israeliano Mordechai Vanunu: questi aveva rivelato dettagli compromettenti sul programma nucleare israeliano, la cui esistenza non è mai stata ammessa ufficialmente dallo Stato ebraico. Lo ha reso noto la radio israeliana, senza fornire ulteriori dettagli per espresso ordine delle autorità, che non hanno commentato l'accaduto. Vanunu è stato rilasciato il 21 aprile scorso dopo aver scontato 18 anni di carcere per spionaggio e tradimento: Hounam si trovava in Israele per preparare un documentario sul caso, documentario che sarebbe stato trasmesso dalla Bbc.
Lo Stato ebraico è Paese membro dell'Aiea, ma non ha mai firmato il Trattato di non proliferazione che darebbe all'Agenzia il potere di ispezione nelle installazioni nucleari dello Stato ebraico. Israele, al quale gli esperti attribuiscono il quinto arsenale nucleare del mondo, ovvero circa 200 testate atomiche, non ha mai ne' confermato ne' smentito di possedere armi nucleari.


'''Israele: Al voto il ritiro da Gaza'''

Il governo israeliano votera' domenica su un piano drasticamente ridimensionato per il ritiro unilaterale dalla Striscia di Gaza, che comportera' lo smentellamento soltanto di tre dei ventuno insediamenti ebraici originariamente previsti. Più che di ritiro, si dovrebbe parlare di una sceneggiata propagandistica.
 Il primo ministro Ariel Sharon, il cui proposito iniziale di totale ritiro dalla Striscia di Gaza e' stato bocciato dal referendum interno al Likud, il blocco conservatore al governo, si e' visto costretto a cedere alle pressioni dei ministri chiave del suo stesso partito.


'''Washington: Altre inchieste sulle torture'''

Il Pentagono ha lanciato almeno sei inchieste interne per far luce sulle torture del carcere di Abu Ghraib e su altri abusi avvenuti in altri centri di detenzione in Iraq ed Afghanistan. Ma da piu' parti viene sollecitata un'inchiesta esterna, l'unica in grado di assicurare che le indagini non risparmino nessuno, dai vertici del Pentagono in giù. Finora tutte le indagini del Pentagono si sono infatti concentrate sui ranghi piu' bassi in linea con la convinzione del presidente George Bush che gli abusi di Abu Ghraib siano incidenti isolati da attribuire ad un piccolo gruppo di soldati. ''Dubito molto che il Pentagono possa indagare se stesso, perche' esiste una possibilita' che sia stato lo stesso ministro della difesa ad autorizzare certe azioni" ha affermato l'ex-generale Wayne Downing, responsabile in passato di una commissione d'inchiesta sulla aviazione militare.


'''Irak: tregua tra sciiti e forze USA'''

Il capo sciita Moqtada al Sadr e un consiglio di religiosi iracheni hanno accettato una tregua per mettere fine ai combattimenti nelle tre citta' irachene tra le milizie della resistenza e le forze della coalizione. Lo hanno annunciato alcuni responsabili statunitensi precisando che la situazione a Najaf, Koufa e Kerbala sembra risolta pacificamente. I quattro punti prevedono la fine dell'attività militare e il ritiro di tutti i combattenti dell'armata del Mahdi non originari della regione di Najaf e la sospensione di eventuali procedimenti giudiziari contro di essi; concessione alla polizia e alle forze nazionali irachene di riprendere la città e ristabilire sicurezza e ordine; ritiro delle forze di occupazione statunitensi verso le loro basi, a eccezione di piccole unità per la difesa del quartier generale e del governatorato; apertura dei negoziati con esponenti del Consiglio di religiosi sciiti Beit Al Scii sul futuro dell'esercito del Mahdi e sui dossier giudiziari, con impegno che nessuna misura sarà presa contro Moqtada Sadr.
Intanto, altri scontri in corso. Tre esplosioni sono state udite poco dopo mezzanotte nella città di Samawah, nell'Iraq meridionale, dove hanno la base le truppe olandesi e giapponesi. Lo riferisce l'agenzia giornalistica giapponese Kyodo. Nel dare la notizia da un dispaccio da Samawah, l'agenzia ha precisato di non avere altri particolari, ma ricorda che nella zona ci sono stati recentemente tiri di mortaio e altri attacchi, apparentemente diretti alle truppe olandesi e giapponesi presenti nella città


'''Messico: Zapatero sulla risoluzione Onu'''

Il primo ministro spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero ha annunciato oggi un accordo con le autorità di Messico e Cile per collaborare "da questo momento" con "altri governi europei" prima della nuova risoluzione dell'Onu sull'Iraq. L'annuncio è arrivato durante una conferenza stampa congiunta con il presidente messicano Vicente Fox, organizzata dopo l'incontro tra i due leader nel Paese latino-americano. La visita di Zapatero in Messico è giunta dopo l'incontro di lunedì a Madrid tra il capo dell'esecutivo spagnolo e il presidente cileno Ricardo Lagos. Le Nazioni Unite - ha spiegato il leader spagnolo - "sono "la nostra grande opportunità" e rappresentano "l'unica garanzia per il futuro" perché non ci sarà mai ordine internazionale se non mediante il multilateralismo. Da parte sua Fox ha precisato che Messico e Spagna sono disposti a fare tutto ciò che sarà necessario per procedere sulla strada delle democratizzazione dell'Iraq, favorendo l'insediamento di un nuovo governo, preparando il processo elettorale e garantendo la sicurezza dei cittadini iracheni. Obiettivi da raggiungere "collettivamente e congiuntamente alle Nazioni Unite". Dichiarazioni che mostrano la distanza dalla bozza anglostatunitense, dove il ruolo dell'Onu è solo marginale.


'''Stati Uniti: Continua il boicottaggio della Corte penale internazionale'''

mentre gli Sati Uniti cercano di far approvare, nella risoluzione da loro presentata nei giorni scorsi al consiglio di sicurezza, l'impunità per i propri soldati, l'amministrazione Bush continau la sua opera per annullare gli effetti della Corte Penale internazionale. L'amministrazione Bush ha aggiunto due piccoli paesi, il Burkina Faso in Africa e Dominica nei Caraibi, alla lista dei paesi che esonerano le truppe americane dalla giurisdizione della corte penale internazionale per i crimini di guerra e il genocidio. Gli Stati Uniti hanno firmato trattati bilaterali con oltre una sessantina di paesi che hanno accettatio di non consegnare cittadini statunitensi alla Corte nata con il Trattato di Roma. Lo statuto della Corte e' stato ratificato da 90 nazioni. Molte organizzazioni si sono lamentate che Washington spinge governi a firmare con la minaccia di ritirare aiuti umanitari o l'appoggio militare o di bloccare l'ingresso nella Nato.


'''Stati Uniti: Armi di distruzione di massa'''

La commissione presidenziale incaricata di capire perche' l'Amministrazione americana fu indotta a credere, sulla base d'informazioni d'intelligence inaccurate, che l'Iraq possedeva armi di distruzione di massa (Adm), ha tenuto mercoledi' la prima riunione a porte chiuse. Fra la decina di esperti ascoltati c'era David Kay, un ex ispettore dell'Onu in Iraq che guido' l'infruttuosa ricerca americana dopo l'invasione del Paese. Kay si dimise in gennaio, affermando di dubitare che le Adm sarebbero mai state trovate in Iraq. Le sue critiche contribuirono alla creazione della commissione, che continuera' i suoi lavori ascoltando altri esperti, sempre a porte chiuse. Un rapporto finale dovra' essere presentato l'anno prossimo, ovviamente dopo le elezioni presidenziali del 2 novembre.


'''Tunisia: Chiesto l'intervento ONU in Palestina'''

l nuovo ambasciatore della Tunisia presso la Santa Sede, Afif Hendaoui, ha chiesto un intervento rapido della comunità internazionale per assicurare una protezione internazionale al popolo palestinese' e per la ripresa dei negoziati di pace in Medio Oriente, sulla base delle risoluzioni dell'Onu, e l'impegno ad applicare la road map''
 

'''Australia: Verso il divieto dei matrimoni gay'''

Sulla scia dell'amministrazione di Washington, di cui e' saldo alleato, il governo conservatore australiano di John Howard si prepara a mettere al bando i matrimoni gay e ad impedire alle coppie dello stesso sesso di adottare figli dall' estero. Il gruppo parlamentare della coalizione conservatrice ha approvato oggi una serie di emendamenti in tal senso alla legge sui matrimoni, in favore dei quali voteranno anche i laburisti, principale partito di opposizione. Il premier John Howard ha spiegato, nel corso di una conferenza stampa, che la legge sui matrimoni sara' modificata per includere la definizione comunemente accettata di matrimonio come l'unione di un uomo e una donna.


'''Libano: Militari sparano su una manifestazione'''

Un morto e diversi feriti sono il bilancio della protesta organizzata a Beirut, in Libano, contro il caro-benzina.
I soldati hanno aperto il fuoco contro un gruppo di dimostranti che avevano bloccato il traffico nel quartiere di Hay al Soulom, uno dei più poveri e popolosi della capitale libanese. La manifestazione era stata organizzata dopo che i sindacati avevano indetto per la giornata di oggi uno sciopero generale per far scendere il prezzo della benzina: l'agitazione ha provocato la chiusura di scuole ed università ed il blocco temporaneo dei voli all'aeroporto di Beirut. Un corteo di circa 1.500 manifestanti, sindacalisti e rappresentanti dei partiti di opposizione si è radunato all'ingresso del museo di Beirut, a 200 metri dalla sede del Governo, lanciando slogan contro il premier Rafik Hariri ed il ministro delle Finanze Fuad Saniora, ritenuti responsabili dei problemi economici del Paese.



Londra

A Londra è stato arrestato l'Imam della moschea di Finsbury Park. Abu Hamza al Masriè stato fermato su richiesta degli Usa che ne hanno domandato l'estradizione . L'arresto di Abu hamza, su mandato di cattura Usa, è avvenuto nella notte nella sua casa di Londra e la notizia è stata confermata da Scotland Yard. Abu Hamza, che da tempo è stato estromesso dalla guida della moschea di Finsbury Park ma che ha sempre continuiato a predicare fuori dal tempio musulmano, comparirà oggi davanti ai magistrati a Bow Street. Un agente di Scotland Yard ha anche aggiunto che l'abitazione dell'Imam è stata perquisita da funzionari dell'antiterrorismo sulla base dell'Extradion Act del 2003. La fonte conferma inoltre che Abu hamza "è stato accompagnato presso un commissariato del centro di Londra dove resta in custodia".

Alluvioni

Assume contorni sempre piu' terribili la tragedia che si e' abbattuta su Haiti e la vicina Repubblica dominicana a causa delle piogge torrenziali degli ultimi giorni. I morti accertati sfiorano oramai la cifra di duemila e altri ve ne potrebbero essere, considerando l'alto numero di dispersi secondo informazioni fornite dal servizio civile dei due paesi. Piu' di mille corpi senza vita sono stati trovati mercoledi' a Mapou, cittadina rurale situata nella parte sudorientale di Haiti, colpita dalle alluvioni degli ultimi giorni. Lo ha detto Margareth Martin, responsabile dell'ufficio della protezione civile di Haiti, specificando che la localita' colpita si trova in una zona dove le comunicazioni sono particolarmente difficili e che quindi non era stato possibile raggiungerla prima. Le squadre di soccorso hanno lavorato tra il fango e le macerie per recuperare i corpi, spesso portati lontano dalle loro case dalle acque dei fiumi in piena. Dopo quest'ultimo tragico ritrovamento il bilancio delle vittime di alluvioni e frane ad Haiti sale a 1660. Ai mille morti di Mapou vanno aggiunti i 158 di Fond Verettes, una citta' di circa 40mila abitanti dove ore, anche con l'aiuto delle truppe americane presenti sull'isola, si cerca di fare arrivare con elicotteri cibo e acqua potabile. Le strade infatti sono totalmente interrotte. A Port au Prince, la capitale, i morti sono per ora solo due mentre altri 500 sono sparsi nella regione sudorientale del paese. A questi vanno aggiunti i morti segnalati finora nella confinante Repubblica dominicana, che occupa l'altra parte dell'isola di Hispaniola. Quasi tutte le vittime in questo secondo paese si sono avute nella cittadina di Jimani. Qui un fiume e' straripato all'alba di lunedi', cogliendo gli abitatni nel sonno. Molte case sono state travolte. Sono stati estratti dal fango, a partire da lunedi', 300 morti, cento solo nelle ultime ore, ma ci sono ancora circa 375 dispersi. Jimani si trova vicino alla frontiera con Haiti. COnta circa 11.400 abitanti e le autorita' locali temono che alla fine tra morti e feriti si arrivi ad una cifra di 800 vittime. Il numero delle vittime è più alto ad Haiti perche' il Paese è disboscato e circa il 90% delle case era costruito in maniera rudimentale, per la povertà di mezzi. Inoltre, numerose vittime del lato dominicano sono haitiani, secondo quanto hanno indicato autorità locali. Jimani (diecimila abitanti) è abitata prevalentemente da emigrati haitiani che si sono installati in villaggi di fortuna.

Perù

Non scende la tensione a Ilave, capoluogo della provincia di Collao (dipartimento meridionale di Puno), dove un mese fa il sindaco Cirilo Robles Callomamani è stato linciato in strada da una folla di abitanti che lo accusavano di corruzione. La designazione del nuovo primo cittadino ‘ad interim’ Ramón Arias Santos, incaricato di presiedere il consiglio comunale fino alle elezioni amministrative convocate a ottobre, è stata respinta dai cittadini. Arias Santos non è il primo chiamato a rimpiazzare il sindaco ucciso: lunedì il precedente sostituto, Arnaldo Chambilla, si era dimesso insieme a tre consiglieri comunali “a causa dell’ostilità degli abitanti”. Intanto, le ultime immagini provenienti da Ilave trasmesse dalle principali televisioni mostrano nuovi scontri tra polizia e civili, armati di fionde e sassi. Secondo l’avvocato Alejandro Tapia, difensore dei nove arrestati per il linciaggio del sindaco “le forze dell’ordine fanno un uso indiscriminato di gas lacrimogeni, senza riuscire a distinguere i manifestanti dalla gente comune”.
Line 5: Line 125:
'''IRAQ'''

'''AGGREDITI TECNICI RUSSI, 2 MORTI E 5 FERITI''' - E' di almeno due morti e di cinque feriti il bilancio di un attacco sferrato in Iraq contro un gruppo di tecnici civili russi, impegnati nei lavori per la ricostruzione. Lo hanno denunciato da Mosca fonti del ministero degli Esteri, secondo cui gli assalitori hanno aperto il fuoco contro il pullman a bordo del quale si trovavano le vittime. A seguito di queste uccisioni la Russia afferma che e' pronta a organizzare una ''nuova fase'' dell'evacuazione dei suoi tecnici ancora in Iraq. Lo hanno riferito fonti del ministero degli esteri russo, citate dall'agenzia Interfax.

'''ATTENTATO A NORD-EST BAGHDAD, CINQUE CIVILI FERITI''' - Almeno cinque civili iracheni sono rimasti feriti in seguito all'esplosione di una bomba a Balad Ruz, localita' situata a nord-est di Baghdad e non lontano da Baqubah, ove piu' aspra e' la resistenza contro l'occupazione alleata. L'ordigno e' scoppiato poco dopo il transito di un convoglio militare Usa. Nella stessa zona, a al-Khalis, due giorni fa era stato gravemente ferito in un attentato analogo il capo della polizia locale; una persona era morta, altre due avevano subito lesioni. Sabato era sfuggito a un tentativo di omicidio lo stesso sindaco di Baqubah, 60 chilometri a nord della capitale: due i feriti.

'''NAJAF, FORZE USA ATTACCANO MILIZIANI IN CIMITERO''' - Carri armati Usa appoggiati da elicotteri da combattimento hanno attaccato le milizie sciite fedeli a Moqtada al Sadr asserragliate nel cimitero della citta' santa di Najaf. Lo hanno reso noto testimoni, mentre fonti ospedaliere hanno riferito che ci sono gia' quattro morti. Almeno 29 persone erano state ferite in un attacco prima dell'alba, hanno detto ancora le fonti, aggiungendo che il bilancio delle vittime potrebbe essere molto piu' alto perche' le ambulanze hanno difficolta' a raggiungere la zona del cimitero. Il grande cimitero di Najaf, il secondo al mondo per estensione, e' vicino al mausoleo dell'imam Ali', danneggiato ieri nei combattimenti tra miliziani e forze americane

'''TRUPPE USA UCCIDONO 6 RIBELLI IRACHENI A TIKRIT''' - L'esercito americano ha ucciso sei ribelli iracheni in una serie di scontri a fuoco a Tikrit, in Iraq. Un soldato della Prima Divisione Fanteria è rimasto leggermente ferito nei combattimenti. Lo hanno riferito oggi fonti militari. Le truppe Usa - secondo quanto riferito in un comunicato - hanno risposto al fuoco dopo essere stati attaccati intorno alle 21.30 di ieri sera con armi leggere, granate da lanciarazzi, mortai e ordigni esplosivi

SUL '''NEW YORK TIMES''' di oggi Nuove rivelazioni sulle torture in Iraq. Un rapporto dell'esercito sostiene: "abusi ai prigionieri sono stati più estesi". Intanto "i dipendenti delle società di sicurezza private negano un loro coinvolgimento.

MENTRE L'INGLESE '''THE TIMES''' afferma che "Blair è in disaccordo con Bush". Opinioni diverse di Gran Bretagna e Stati Uniti sul veto iracheno alle operazioni militari in Iraq.


'''E INTANTO IL NOSTRO MINISTRO DEGLI ESTERI FRATTINI''' CERCA DI INTERPRETARE LA PARTE DEL GRANDE DIPLOMATICO alla Clemenceau e afferma: ''Chiedero' a tutti i paesi del Golfo e quindi anche all'Arabia Saudita, che un contributo di quei paesi sarebbe importante''. lo ha dichiarato Franco Frattini, in visita ufficiale a Gedda, riferendosi ad un intervento del Paese confinante con l'Iraq a fianco delle forze della coalizione. ''Un contributo - ha specificato il ministro - nell'ambito del mandato dell'Onu''. E', infatti, ''interesse comune. Ma non finisce qui; FRATTINI sempre più convinto nella parte, afferma: ''Abbiamo detto agli israeliani che la Road Map e' l'unica strada possibile e che il ritiro da Gaza deve essere inserito come punto di applicazione della Road Map''. e ha aggiunto: ''Abbiamo anche detto ai nostri amici palestinesi che la lotta al terrorismo rimane un'assoluta priorita'. Noi vogliamo un Paese che sia giusto e stabile''. Ovviamente queste affermazioni hanno lasciato la situazione esattamente com'era qualche minuto prima.

Sull'onda di questo -non richiesto da nessuno- protagonismo diplomatico italiano Il ministro della difesa italiano '''Martino''' è arrivato questa mattina, conferma il portavoce del contingente italiano a Nasiriyah capitano Ettore Sarli che non ha aggiunto ulteriori dettagli "per comprensibili motivi di sicurezza". Sarli aggiunge che la situazione a Nasiriyah è "tranquilla, come conferma del resto la stessa presenza del ministro". Il Ministro è accompagnato dal capo di stato maggiore della difesa Ammiraglio Gianpaolo di Paola
'''Palestina'''

Tre carri armati e un bulldozer israeliani sono entrati questa notte in un territorio palestinese all'esterno della città di Deir el-Balah, nella Striscia di Gaza, e hanno distrutto tre case palestinesi, secondo quanto riferiscono responsabili della sicurezza palestinese e testimoni. L'esercito israeliano ha dichiarato che si tratta di un'operazione in corso in una zona di attività dei militanti plaestinesi.

'''Israele'''

La polizia israeliana ha arrestato il giornalista britannico Peter Hounam, il cronista che nel 1986 aveva intervistato lo scienziato nucleare israeliano Mordechai Vanunu: questi aveva rivelato dettagli compromettenti sul programma nucleare israeliano, la cui esistenza non è mai stata ammessa ufficialmente dallo Stato ebraico. Lo ha reso noto la radio israeliana, senza fornire ulteriori dettagli per espresso ordine delle autorità, che non hanno commentato l'accaduto. Vanunu è stato rilasciato il 21 aprile scorso dopo aver scontato 18 anni di carcere per spionaggio e tradimento: Hounam si trovava in Israele per preparare un documentario sul caso, documentario che sarebbe stato trasmesso dalla Bbc.

Lo Stato ebraico è Paese membro dell'Aiea, ma non ha mai firmato il Trattato di non proliferazione che darebbe all'Agenzia il potere di ispezione nelle installazioni nucleari dello Stato ebraico. Il Direttore generale dell'Aiea, Mohammed ElBaradei, ha sempre affermato che l'Agenzia basa la sua politica nei confronti di Israele sull'ipotesi che lo Stato ebraico possieda armi nucleari, ed ha invitato a rendere il Medio Oriente una zona denuclearizzata. Israele, al quale gli esperti attribuiscono il quinto arsenale nucleare del mondo, ovvero circa 200 testate atomiche, non ha mai ne' confermato ne' smentito di possedere armi nucleari; tuttavia il premier Ariel Sharon ha più volte affermato che in caso di minaccia nucleare lo Stato ebraico avrebbe i mezzi per difendersi.

'''Irak'''

Il capo sciita Moqtada al Sadr e un consiglio di religiosi iracheni hanno accettato una tregua per mettere fine ai combattimenti nelle tre citta' irachene tra le milizie della resistenza e le forze della coalizione. Lo hanno annunciato alcuni responsabili statunitensi precisando che ''la situazione a Najaf, Koufa e Kerbala sembra risolta pacificamente''. . I dettagli dell' accordo, concluso ieri sera, sono stati presentati oggi a Baghdad.I quattro punti prevedono la fine dell'attività militare e il ritiro di tutti i combattenti dell'armata del Mahdi non originari della regione di Najaf e la sospensione di eventuali procedimenti giudiziari contro di essi; concessione alla polizia e alle forze nazionali irachene di riprendere la città e ristabilire sicurezza e ordine ; Ritiro delle forze di occupazione statunitensi verso le loro basi, a eccezione di piccole unità per la difesa del quartier generale e del governatorato ; apertura dei negoziati con esponenti del Consiglio di religiosi sciiti Beit Al Scii sul futuro dell'esercito del Mahdi e sui dossier giudiziari, con impegno che nessuna misura sarà presa contro Moqtada Sadr.
Il ritiro delle formazione di Al Sadr avverà entro mezzogiorno ora locale, le dieci in Italia

'''Risoluzione Onu'''

Il primo ministro spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero ha annunciato oggi un accordo con le autorità di Messico e Cile per collaborare "da questo momento" con "altri governi europei" prima della nuova risoluzione dell'Onu sull'Iraq. L'annuncio è arrivato durante una conferenza stampa congiunta con il presidente messicano Vicente Fox, organizzata dopo l'incontro tra i due leader nel Paese latino-americano. La visita di Zapatero in Messico è giunta dopo l'incontro di lunedì a Madrid tra il capo dell'esecutivo spagnolo e il presidente cileno Ricardo Lagos. Zapatero ha detto che l'accordo con Messico e Cile - che come la Spagna sono attualmente membri del Consiglio di Sicurezza dell'Onu - consiste "nella concertazione e in un lavoro di collaborazione". Le Nazioni Unite - ha spiegato il leader spagnolo - "sono "la nostra grande opportunità" e rappresentano "l'unica garanzia per il futuro" perché non ci sarà mai ordine internazionale se non mediante il multilateralismo. Da parte sua Fox ha precisato che Messico e Spagna sono disposti a fare tutto ciò che sarà necessario per procedere sulla strada delle democratizzazione dell'Iraq, favorendo l'insediamento di un nuovo governo, preparando il processo elettorale e garantendo la sicurezza dei cittadini iracheni. Obiettivi da raggiungere "collettivamente e congiuntamente alle Nazioni Unite".Dichiarazioni che mostrano la distanza dalla bozza anglostatunitense, dove il ruolo dell'Onu è solo marginale.


'''Corte penale internazionale'''

mentre gli Sati Uniti cercano di far approvare, nella risoluzione da loro presentata nei giorni scorsi al consiglio di sicurezza, l'impunità per i propri soldati, l'amministrazione Bush continau la sua opera per annullare gli effetti della Corte Penale internazionale.
L'amministrazione Bush ha aggiunto due piccoli paesi, il Burkina Faso in Africa e Dominica nei Caraibi, alla lista dei paesi che esonerano le truppe americane dalla giurisdizione della corte penale internazionale per i crimini di guerra e il genocidio. Gli Stati Uniti hanno firmato trattati bilaterali con oltre una sessantina di paesi che hanno accettatio di non consegnare cittadini statunitensi alla Corte nata con il Trattato di Roma. Lo statuto della Corte e' stato ratificato da 90 nazioni. Molte organizzazioni si sono lamentate che Washington spinge governi a firmare con la minaccia di ritirare aiuti umanitari o l'appoggio militare o di bloccare l'ingresso nella Nato.



'''Armi di distruzione di massa'''

La commissione presidenziale incaricata di capire perche' l'Amministrazione americana fu indotta a credere, sulla base d'informazioni d'intelligence inaccurate, che l'Iraq possedeva armi di distruzione di massa (Adm), ha tenuto mercoledi' la prima riunione a porte chiuse. Fra la decina di esperti ascoltati c'era David Kay, un ex ispettore dell'Onu in Iraq che guido' l'infruttuosa ricerca americana dopo l'invasione del Paese. Kay si dimise in gennaio, affermando di dubitare che le Adm sarebbero mai state trovate in Iraq. Le sue critiche contribuirono alla creazione della commissione, che continuera' i suoi lavori ascoltando altri esperti, sempre a porte chiuse. Un rapporto finale dovra' essere presentato l'anno prossimo, ovviamente dopo le elezioni presidenziali del 2 novembre.

'''Londra'''

A Londra è stato arrestato l'Imam della moschea di Finsbury Park. Abu Hamza al Masriè stato fermato su richiesta degli Usa che ne hanno domandato l'estradizione .
L'arresto di Abu hamza, su mandato di cattura Usa, è avvenuto nella notte nella sua casa di Londra e la notizia è stata confermata da Scotland Yard. Abu Hamza, che da tempo è stato estromesso dalla guida della moschea di Finsbury Park ma che ha sempre continuiato a predicare fuori dal tempio musulmano, comparirà oggi davanti ai magistrati a Bow Street. Un agente di Scotland Yard ha anche aggiunto che l'abitazione dell'Imam è stata perquisita da funzionari dell'antiterrorismo sulla base dell'Extradion Act del 2003. La fonte conferma inoltre che Abu hamza "è stato accompagnato presso un commissariato del centro di Londra dove resta in custodia".


'''Alluvioni'''

Assume contorni sempre piu' terribili la tragedia che si e' abbattuta su Haiti e la vicina Repubblica dominicana a causa delle piogge torrenziali degli ultimi giorni. I morti accertati sfiorano oramai la cifra di duemila e altri ve ne potrebbero essere, considerando l'alto numero di dispersi secondo informazioni fornite dal servizio civile dei due paesi. Piu' di mille corpi senza vita sono stati trovati mercoledi' a Mapou, cittadina rurale situata nella parte sudorientale di Haiti, colpita dalle alluvioni degli ultimi giorni. Lo ha detto Margareth Martin, responsabile dell'ufficio della protezione civile di Haiti, specificando che la localita' colpita si trova in una zona dove le comunicazioni sono particolarmente difficili e che quindi non era stato possibile raggiungerla prima. Le squadre di soccorso hanno lavorato tra il fango e le macerie per recuperare i corpi, spesso portati lontano dalle loro case dalle acque dei fiumi in piena. Dopo quest'ultimo tragico ritrovamento il bilancio delle vittime di alluvioni e frane ad Haiti sale a 1660. Ai mille morti di Mapou vanno aggiunti i 158 di Fond Verettes, una citta' di circa 40mila abitanti dove ore, anche con l'aiuto delle truppe americane presenti sull'isola, si cerca di fare arrivare con elicotteri cibo e acqua potabile. Le strade infatti sono totalmente interrotte. A Port au Prince, la capitale, i morti sono per ora solo due mentre altri 500 sono sparsi nella regione sudorientale del paese. A questi vanno aggiunti i morti segnalati finora nella confinante Repubblica dominicana, che occupa l'altra parte dell'isola di Hispaniola. Quasi tutte le vittime in questo secondo paese si sono avute nella cittadina di Jimani. Qui un fiume e' straripato all'alba di lunedi', cogliendo gli abitatni nel sonno. Molte case sono state travolte. Sono stati estratti dal fango, a partire da lunedi', 300 morti, cento solo nelle ultime ore, ma ci sono ancora circa 375 dispersi. Jimani si trova vicino alla frontiera con Haiti. COnta circa 11.400 abitanti e le autorita' locali temono che alla fine tra morti e feriti si arrivi ad una cifra di 800 vittime.
Il numero delle vittime è più alto ad Haiti perche' il Paese è disboscato e circa il 90% delle case era costruito in maniera rudimentale, per la povertà di mezzi. Inoltre, numerose vittime del lato dominicano sono haitiani, secondo quanto hanno indicato autorità locali. Jimani (diecimila abitanti) è abitata prevalentemente da emigrati haitiani che si sono installati in villaggi di fortuna.


'''Perù'''

Non scende la tensione a Ilave, capoluogo della provincia di Collao (dipartimento meridionale di Puno), dove un mese fa il sindaco Cirilo Robles Callomamani è stato linciato in strada da una folla di abitanti che lo accusavano di corruzione. La designazione del nuovo primo cittadino ‘ad interim’ Ramón Arias Santos, incaricato di presiedere il consiglio comunale fino alle elezioni amministrative convocate a ottobre, è stata respinta dai cittadini. Arias Santos non è il primo chiamato a rimpiazzare il sindaco ucciso: lunedì il precedente sostituto, Arnaldo Chambilla, si era dimesso insieme a tre consiglieri comunali “a causa dell’ostilità degli abitanti”. Intanto, le ultime immagini provenienti da Ilave trasmesse dalle principali televisioni mostrano nuovi scontri tra polizia e civili, armati di fionde e sassi. Secondo l’avvocato Alejandro Tapia, difensore dei nove arrestati per il linciaggio del sindaco “le forze dell’ordine fanno un uso indiscriminato di gas lacrimogeni, senza riuscire a distinguere i manifestanti dalla gente comune”.


=== G.R. ore 13.00 ===


IRAQ
IRAQ/ ESPLOSIONI A SAMAWAH, VICINO A BASI GIAPPONESE E OLANDESE Lo ha riferito l'agenzia Kyodo senza altri particolari Baghdad, 27 mag. (Ap) - Tre esplosioni sono state udite poco dopo mezzanotte nella città di Samawah, nell'Iraq meridionale, dove hanno la base le truppe olandesi e giapponesi. Lo riferisce l'agenzia giornalistica giapponese Kyodo. Nel dare la notizia da un dispaccio da Samawah, l'agenzia ha precisato di non avere altri particolari, ma ricorda che nella zona ci sono stati recentemente tiri di mortaio e altri attacchi, apparentemente diretti alle truppe olandesi e giapponesi presenti nella città.
IRAQ: RELIGIOSO NAJAF CONFERMA TREGUA FRA COALIZIONE E SADR (2) (ANSA-AFP-REUTERS) - NAJAF (IRAQ), 27 MAG - Un membro del Consiglio di governo iracheno, Muwaffak al Rubai, ha confermato oggi su media arabi che il capo estremista Moqtada Sadr ha accettato una tregua a Najaf sulla base di un piano in quattro punti, nel quale si prevede una parziale ritirata dei suoi uomini. Il piano, firmato dallo stesso leader radicale sciita, e' sotto forma di lettera indirizzata da Sadr ''ai fratelli membri del Beit Al-Scii'', un Consiglio di religiosi iracheni, ''per mettere fine alla tragica situazione della citta' santa di Najaf'' - ha aggiunto al Rubai, intervistato dalle Tv Al-Arabiya e Al-Jazira.
IRAQ: TREGUA, IL PIANO IN 4 PUNTI FIRMATO DA SADR A NAJAF (VEDI 'IRAQ: RELIGIOSO NAJAF CONFERMA ...' DELLE 7:25 CA) (ANSA-AFP-REUTERS) - NAJAF (IRAQ), 27 MAG - Il piano citato dall'esponente del Consiglio di governo iracheno Al Rubai, in forza del quale truppe della coalizione e miliziani sciiti si ritireranno da Najaf, si basa su questi quattro punti: 1- Fine dell'attivita' militare, restituzione degli edifici pubblici alle istituzioni governative, ritiro di tutti i combattenti dell'armata del Mahdi non originari della regione di Najaf, sospensione di eventuali procedimenti giudiziari contro di essi; 2- Permettere alla polizia e alle forze nazionali irachene di riprendere la citta', svolgere le loro funzioni e ristabilire sicurezza e ordine; 3- Ritiro delle forze di occupazione americane verso le loro basi, a eccezione di piccole unita' per la protezione del loro Quartier generale e del governatorato, compreso l'accesso a tali luoghi; 4- Tenere ampie discussioni con esponenti del Consiglio di religiosi sciiti Beit Al Scii sul futuro dell'esercito del Mahdi e sui dossier giudiziari, con impegno che nessuna misura sara' presa (contro Moqtada Sadr). Il leader radicale, ricercato dagli americani per l'assassinio - l'anno scorso - di un rivale politico, si era rifugiato a Najaf da circa due mesi.
La Guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, ha proclamato per domani una giornata di lutto nella Repubblica islamica per i combattimenti avvenuti nei giorni scorsi nelle citta' sante sciite di Kerbala e Najaf, in Iraq, per i quali ha accusato gli Stati Uniti. Khamenei ha affermato in un messaggio, diffuso dall'agenzia Irna, che ''le nazioni musulmane e i governi islamici sono obbligati a manifestare la loro opposizione contro tali politiche ingiuste dell'oppressore''. Il messaggio e' stato scritto prima che si diffondessero le voci di una tregua tra le truppe americane e i miliziani dell' 'Esercito del Mehdi' del leader estremista sciita Moqtada al Sadr, da molte settimane asserragliate nei luoghi santi. La Guida iraniana ha paragonato le azioni delle forze americane in Iraq a quelle delle truppe israeliane nei territori palestinesi. ''Piu' brutali sono le loro politiche - ha affermato - e piu' devastante sara' la loro caduta''.
 IRAQ: USA, PERDITE AMERICANE SUPERANO LE 800 (ANSA) - WASHINGTON, 27 MAG - Con la morte di tre marines mercoledi', a ovest di Baghdad, le perdite americane, dall'inizio del conflitto in Iraq, hanno superato le 800 e sono, secondo calcoli ufficiosi, almeno 801: 586 i caduti, 215 le vittime di fuoco amico o incidenti. Le perdite della coalizione sono almeno 904, con le 103 di altri Paesi della coalizione, fra cui 18 italiani. Le cifre non tengono conto delle vittime civili, ostaggi o altro. In Afghanistan, il numero delle perdite americane e' di 122.

 IRAQ: TORTURE; PENTAGONO AMMETTE RAPPORTO INCOMPLETO SENATO (ANSA) - WASHINGTON, 27 MAG - Il Pentagono ha riconosciuto, mercoledi', di non avere dato ''per inavvertenza'' ai senatori della commissione difesa la copia completa del rapporto interno di 6.000 pagine sull'inchiesta dell'esercito sulla prigione degli abusi di soldati americani su detenuti iracheni, Abu Ghraib, nei pressi di Baghdad. Lawrence Di Rita, portavoce del Pentagono, citato da giornalisti presenti al suo briefing, ha detto che il Dipartimento della Difesa trasmettera' le pagine mancanti, circa 2.000. Il presidente della commissione, il senatore John Warner, ha informato i suoi colleghi, confermando la propria fiducia nella buona fede del Pentagono. Erano stati collaboratori di membri della commissione a segnalare la mancanza delle pagine.

PALESTINA
  M.O./ GAZA, INCURSIONE ISRAELIANA, DISTRUTTE TRE CASE Nella notte l'operazione vicino alla città di Deir el-Balah Gaza, 27 mag. (Ap) - Tre carri armati e un bulldozer israeliani sono entrati questa notte in un territorio palestinese all'esterno della città di Deir el-Balah, nella Striscia di Gaza, e hanno distrutto tre case palestinesi, secondo quanto riferiscono responsabili della sicurezza palestinese e testimoni. L'esercito israeliano ha dichiarato che si tratta di un'operazione in corso in una zona di attività dei militanti plaestinesi

GB; ARRESTO HAMZA, OGGI COMPARE IN TRIBUNALE (ANSA-AFP-REUTERS) - LONDRA, 27 MAG - L'imam estremista Abu Hamza al Masri, arrestato la notte scorsa a Londra nel quadro di una richiesta di estradizione degli Stati Uniti, dovra' comparire in giornata davanti a un tribunale londinese dove dovrebbe essere incriminato. Un portavoce della polizia, che ne ha dato l'annuncio, non ha tuttavia fornito indicazioni sulle accuse. Abu Hamza, di nascita egiziana, 47 anni, e' stato arrestato la notte scorsa nella sua casa di Londra e portato in una centrale dalla polizia anti terrorismo. L'imam estremista della moschea di Finsbury Park, cui era stata tolta la nazionalita' britannica l'anno scorso perche' accusato di appoggiare il terrorismo, il mese scorso aveva ottenuto una proroga di nove mesi alla sua richiesta di appello per poterla invece mantenere.

HAITI – PUERTO RICOPORT AU PRINCE, 27 MAG - Assume contorni sempre piu' terribili la tragedia che si e' abbattuta su Haiti e la vicina Repubblica dominicana a causa delle piogge torrenziali degli ultimi giorni. I morti accertati sfiorano oramai la cifra di duemila e altri ve ne potrebbero essere, considerando l'alto numero di dispersi secondo informazioni fornite dal servizio civile dei due paesi. Piu' di mille corpi senza vita sono stati trovati mercoledi' a Mapou, cittadina rurale situata nella parte sudorientale di Haiti, colpita dalle alluvioni degli ultimi giorni. Lo ha detto Margareth Martin, responsabile dell'ufficio della protezione civile di Haiti, specificando che la localita' colpita si trova in una zona dove le comunicazioni sono particolarmente difficili e che quindi non era stato possibile raggiungerla prima. Le squadre di soccorso hanno lavorato tra il fango e le macerie per recuperare i corpi, spesso portati lontano dalle loro case dalle acque dei fiumi in piena. Dopo quest'ultimo tragico ritrovamento il bilancio delle vittime di alluvioni e frane ad Haiti sale a 1660. Ai mille morti di Mapou vanno aggiunti i 158 di Fond Verettes, una citta' di circa 40mila abitanti dove ore, anche con l'aiuto delle truppe americane presenti sull'isola, si cerca di fare arrivare con elicotteri cibo e acqua potabile. Le strade infatti sono totalmente interrotte. A Port au Prince, la capitale, i morti sono per ora solo due mentre altri 500 sono sparsi nella regione sudorientale del paese. A questi vanno aggiunti i morti segnalati finora nella confinante Repubblica dominicana, che occupa l'altra parte dell'isola di Hispaniola. Quasi tutte le vittime in questo secondo paese si sono avute nella cittadina di Jimani. Qui un fiume e' straripato all'alba di lunedi', cogliendo gli abitatni nel sonno. Molte case sono state travolte. Sono stati estratti dal fango, a partire da lunedi', 300 morti, cento solo nelle ultime ore, ma ci sono ancora circa 375 dispersi. Jimani si trova vicino alla frontiera con Haiti. COnta circa 11.400 abitanti e le autorita' locali temono che alla fine tra morti e feriti si arrivi ad una cifra di 800 vittime

G8; RESTA A GENOVA IL PROCESSO AI NO-GLOBAL (ANSA) - ROMA, 27 MAG - Rimane a Genova il processo nei confronti dei 26 manifestanti no-global accusati di devastazione, saccheggio e resistenza aggravata a pubblico ufficiale durante i disordini avvenuti nel capoluogo ligure durante il G8. Lo ha deciso la prima sezione penale della Cassazione, respingendo la richiesta di trasferire il processo ad altra sede, presentata dai legali degli imputati. Invano, dunque, i difensori hanno cercato di sostenere che a Genova non ci sarebbe ''il clima adatto'' per celebrare questo processo.
Rifacendosi all'art. 45 Cpp, la difesa dei 25 no global chiedeva in sostanza alla Cassazione che il processo venisse celebrato in una sede diversa da Genova sulla base del legittimo sospetto che a Genova non ci sarebbe stato il clima adatto. Ma la Suprema Corte ha espresso il ''rigetto totale'' del ricorso, in conformita' con le richieste avanzate dall'avvocato generale Vitaliano Esposito. Nel giudizio si erano costituiti come parte civile anche la presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero dell'Interno e il dicastero di largo Arenula. In sostanza, dunque, per piazza Cavour la sede adatta per celebrare il processo sui fatti del G8 resta Genova.

 MOLOTOV ESPLODE DAVANTI A BLOCKBUSTER LATINA, INDAGINI DIGOS = (AGI) - Latina, 27 mag. - Questa notte alle 3 e' esplosa una bomba molotov davanti al negozio di BlockBuster di via XXI aprile a Latina. L'ordigno, di fattura rudimentale, era collegato a due bombole di gas da campeggio. Lievi danni all'esercizio commerciale ma e' subito scattato l'allarme, visto che la catena BlockBuster rientra negli obiettivi sensibili agli attacchi terroristici. Sul luogo dell'esplosione e' stata rinvenuto un secondo ordigno. Si presume che gli attentatori non abbiano fatto in tempo ad innescarlo prima dell'arrivo della polizia e che l'abbiano quindi abbandonato. Sul caso indaga la Digos

MILANO
Chiesto il rinvio a giudizio per 4 ragazzi dei centri sociali e 3 agenti.
“Tra i ragazzi c’era un clima di autoesaltazione, come allo stadio. Le forze dell’ordine, invece, colpivano e picchiavano giovani disarmati, che erano a terra o rannicchiati in posizione di difesa”.
Sono questi i toni con i quali il pm Claudio Gittardi ricostruisce il clima che la notte del 16 Marzo 2003 originò gli scontri all’ospedale San Paolo, subito dopo la morte di Dax, il ragazzo dell’Orso accoltellato fuori da un pub in via Brioschi.
Per quei disordini, che durarono ore e che provocarono 18 feriti e numerosi danni, il pm adesso chiede che sette persone (quattro ragazzi dei centri sociali, due carabinieri ed un poliziotto) siano rinviate a giudizio.
Nella ricostruzione il pubblico ministero usa le parole dei testimoni degli scontri. Parole che parlano di eccessi sia da parte dei ragazzi che da parte delle forze dell’ordine. In tanti quella notte persero la testa alla notizia che Dax era morto. Ma la maggior parte dei responsabili degli scontri non è stata identificata.
I quattro ragazzi sono accusati di violenza e lesioni, “per aver colpito con calci, cinture, catene e sassi” agenti e militari. Un maresciallo, invece, è stato ripreso da una telecamera mentre picchiava con un manganello un ragazzo disarmato. Tutto mentre un poliziotto (anche per lui è stato chiesto il rinvio a giudizio) teneva ferma la vittima. Un’altro carabinieri è accusato di aver usato una mazza da baseball per picchiare.
La procura sottolinea che già in via Brioschi, subito dopo il ferimento di Dax, c’era un clima di forte tensione tra i soccorritori e gli amici del giovane. Tanto che ci fu “più di un’aggressione verbale e un ragazzo diede un calcio alla borsa con le attrezzature degli infermieri”.
Il nervosismo esplose quando, più tardi, all’ospedale San Paolo, qualcuno del pronto soccorso, comunicò “con poca accortezza” che Dax era morto.
Da quel momento in poi la situazione divenne incontrollabile: cominciarono le aggressioni da parte dei centri sociali, poi da parte delle forze dell’ordine che caricarono i giovani anche dentro il pronto soccorso.
Il pm giustifica che alcuni equipaggi delle volanti e dei carabinieri siano intervenuti all’ospedale, per mantenere l’ordine. “Meno giustificabile”, invece, è che gli interrogatori e le prime indagini sull’omicidio siano state fatte da agenti in divisa. La sensazione della procura è che se si fosse presentato personale in borghese, forse, i ragazzi, non avrebbero reagito con tanta violenza



Monza
100 detenuti in sciopero della fame ad oltranza

Cento detenuti dell’alta sicurezza protestano contro sovraffollamento ed emergenza sanitaria
Hanno iniziato lo sciopero della fame e continueranno a oltranza se la situazione non migliorerà. Sono un centinaio di detenuti delle sezioni cinque e sette del carcere di Monza. Quelli dell’alta sicurezza. Protestano contro il sovraffollamento di un carcere alla sbando. Dove gli agenti sono costretti a lavorare in compagnia degli scarafaggi e dove i detenuti sono stipati in tre in celle pensate come singole e devono addirittura comprarsi le medicina pagandole di tasca loro.
Impossibile continuare a vivere così. Lunedì scorso alcuni reclusi dell’alta sicurezza, stufi di ascoltare parole e promesse, hanno quindi cominciato la loro pacifica forma di protesta. Il resto l’ha fatto il tam tam. Motivi di giustizia, dicono: troppa gente stipata in una cella, situazione sanitaria al collasso, docce che funzionano col contagocce. Si lamentano anche per le cinture degli accappatoi. Un direttore permette di usarle, un altro le vieta per evitare il rischio di suicidi. Di direttori e modi di gestione, da Monza ne sono passati. E chissà quanti ancora ne passeranno prima di una nomina definitiva. Anche l’ultima direttrice, Rosalba Casella, sarebbe in partenza per tornare al carcere di Forlì. A fine mese scade la sua missione in via Sanquirico. Era stata inviata i primi giorni di febbraio dal provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria, Felice Bocchino, per cercare di cambiare finalmente pagina.
Macché. Il risultato è un carcere polveriera. E vagli a spiegare, a chi sta dietro le sbarre, che presto qualcosa cambierà. Ormai sono due anni che aspettano. Come loro, le guardie. Hanno protestato, hanno scritto al ministro della Giustizia, Roberto Castelli, sono persino scesi in piazza. Niente di niente. Nemmeno le visite di senatori, consiglieri regionali, sindaci e assessori hanno portato qualcosa di buono. E adesso, con lo sciopero della fame la situazione è ancora più rovente. L’insofferenza cresce tanto quanto l’esasperazione degli operatori del carcere: agenti e medici.
I cento detenuti che protestano richiedono un super-lavoro. Ogni giorno, per ognuno di loro devono essere monitorati il peso, la pressione e le condizioni generali di salute. Poi, i certificati devono essere inviati al magistrato. Tutti i giorni, e tutto sulle spalle di soli due medici di guardia
Il resto, è il solito caos. «Sembra di essere in un ospedale da campo - ha commentato il direttore sanitario della casa circondariale, Francesco Bertè -. Non ci sono soldi per comprare le medicine, figuriamoci per pagare i medici specialisti. Tanto che di recente abbiamo dovuto togliere l’ortopedico, il cardiologo e l’otorino. Siamo risuciti a mantenere soltanto il dentista, l’immunologo e lo psichiatra». Il problema è che, a parte i tagli alla Sanità delle carceri, i budget assegnati a inizio anno ai singoli istituti restano ingessati, anche se i detenuti vengono trasferiti. E «oggi constatiamo che il carcere di Bergamo, che ha 350 detenuti, ha più soldi di noi che di reclusi ne abbiamo oltre settecento».
  • I T A L I A

Milano: Chiesto il rinvio a giudizio per 4 ragazzi dei centri sociali e 3 agenti (audio)

Secondo il pm Claudio Gittardi, la notte del 16 Marzo 2003 negli scontri all’ospedale San Paolo, subito dopo la morte di Dax, il ragazzo dell’Orso accoltellato fuori da un pub in via Brioschi, "tra i ragazzi c’era un clima di autoesaltazione, come allo stadio. Le forze dell’ordine, invece, colpivano e picchiavano giovani disarmati, che erano a terra o rannicchiati in posizione di difesa". Per quei disordini, che durarono ore e che provocarono 18 feriti e numerosi danni, il pm adesso chiede che sette persone (quattro ragazzi dei centri sociali, due carabinieri ed un poliziotto) siano rinviate a giudizio.

Milano: Fissato il processo ai compagni dell'Orso

Giudizio il 6 ottobre per i quattro compagni del centro sociale Orso di Milano, arrestati a Milano con l'accusa di avere aggredito il 17 gennaio a Genova alcuni ragazzi . Lo ha deciso il gip del tribunale di Genova Maria Letizia Califano, che ha accolto la richiesta avanzata dai pm Anna Canepa e Andrea Canciani. Si tratta di Federico, Orlando, Marta e Milo che devono rispondere delle accuse di violenza privata e rapina. Intanto il tribunale del Riesame ha respinto l' istanza di scarcerazione avanzata da Orlando, assistito dagli avv. Mirko Mazzali del Foro di Milano e Fabio Taddei del Foro di Genova. Ancora in carcere, oltre a Orlando, c' e' Federico, mentre sono stati concessi gli arresti domiciliari alla marta e milo. A favore dei icompagni e delle compagne, che si proclamano innocenti, sono scesi in campo esponenti politici, sindacati e intellettuali che hanno lanciato anche un appello per la loro scarcerazione.

Roma: Firmato il contratto delle cooperative sociali (audio)

Il nuovo contratto (il precedente era scaduto il 31 dicembre 2001) prevede un aumento retributivo a regime, ossia dal 31 dicembre 2005, pari all' 11,8%. A questo incremento si giungera' in tre rate a partire dal 01/07/04, dal 01/10/04 e dal 01/10/05. Sono state recepite alcune recenti modifiche normative in tema di part-time e orario di lavoro, incluso quello notturno. E' prevista l'istituzione di una commissione di studio per approfondire sul sistema di inquadramento e classificazione. Le parti hanno infine costituito un tavolo parallelo per far si' che dal 2005 si possa superare la pratica del salario convenzionale laddove ancora esistente.

Genova: Il processo non cambia sede

Soddisfazione e' stata espressa stamani in procura alla notizia che la Cassazione ha respinto la richiesta di trasferire il processo ad altra sede, presentata da alcuni difensori dei 25 imputati accusati di devastazione e saccheggio durante i giorni del G8 a Genova.

Roma: Il ministro rifiuta l'incontro sulle pensioni

Il sit-in dei pensionato davanti al ministero del Lavoro si e' concluso verso le 12,30 senza l'incontro con rappresentanti del governo chiesto dai sindacati dei pensionati. La manifestazione era stata indetta a livello nazionale da Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, ma anche questa volta - hanno sottolineato i rappresentanti sindacali - il governo non ha ricevuto i sindacati che volevano discutere la propria proposta sulla riforma delle pensioni. Spi-Cgil, Fnp-Cisl eUilp-Uil hanno convocato due altri sit-in martedi' primo giugno di fronte ai ministeri del Lavoro e della Salute.

Sardegna: Denunciato Berlusconi per i lavori alla sua villa

Denunciato il premier Berlusconi alla Corte dell'Aja per il cantiere edilizio a Villa Certosa in Sardegna. Nella residenza sarda di Berlusconi (Villa La Certosa) Š stato aperto un cantiere per realizzare un anfiteatro in granito e un tunnel sotto la roccia . Questi lavori pero' sono coperti dal segreto di Stato. Il ministro Lunardi li ha classificati come opere relative alla sicurezza nazionale

Napoli: Protesta dei disoccupati alla Provincia

Un gruppo di disoccupati stamane e' riuscito ad entrare negli uffici della provincia di Napoli e ha occupato una stanza che ha un balcone su Piazza Matteotti. Cinque disoccupati si sono messi a cavalcioni sul balcone esponendo un lungo striscione nel quale si chiede lavoro, mentre un quarantina di loro compagni manifestavano sulla piazza.

Roma: Preparativi per il 2 e il 4 Giugno

Quattro manichini di plastica e stoffa sono stati trovati nella tarda mattinata di oggi sui vagoni della metro A in via Mattia Battistini, a Prati e alla stazione Termini. Sui fantocci erano stati attaccati messaggi contro l'imminente visita a Roma del presidente americano George Bush. I pupazzi, sono stati sequestrati dalla polizia. Intanto, il prefetto di Roma Achille Serra ha deciso oggi di chiudere al transito anche pedonale alcune strade limitrofe alla parata militare del 2 giugno, per impedire la protesta di alcuni gruppi di pacifisti che vogliono interrompere, per protesta contro la guerra in Iraq, la parata militare.

  • M O N D O

Palestina: Ancora distruzioni di case palestinesi

Tre carri armati e un bulldozer israeliani sono entrati questa notte in un territorio palestinese all'esterno della città di Deir el-Balah, nella Striscia di Gaza, e hanno distrutto tre case palestinesi, secondo quanto riferiscono responsabili della sicurezza palestinese e testimoni. L'esercito israeliano ha dichiarato che si tratta di un'operazione in corso in una zona di attività dei militanti plaestinesi.

Israele: Arrestato giornalista per il caso Vanunu

La polizia israeliana ha arrestato il giornalista britannico Peter Hounam, il cronista che nel 1986 aveva intervistato lo scienziato nucleare israeliano Mordechai Vanunu: questi aveva rivelato dettagli compromettenti sul programma nucleare israeliano, la cui esistenza non è mai stata ammessa ufficialmente dallo Stato ebraico. Lo ha reso noto la radio israeliana, senza fornire ulteriori dettagli per espresso ordine delle autorità, che non hanno commentato l'accaduto. Vanunu è stato rilasciato il 21 aprile scorso dopo aver scontato 18 anni di carcere per spionaggio e tradimento: Hounam si trovava in Israele per preparare un documentario sul caso, documentario che sarebbe stato trasmesso dalla Bbc. Lo Stato ebraico è Paese membro dell'Aiea, ma non ha mai firmato il Trattato di non proliferazione che darebbe all'Agenzia il potere di ispezione nelle installazioni nucleari dello Stato ebraico. Israele, al quale gli esperti attribuiscono il quinto arsenale nucleare del mondo, ovvero circa 200 testate atomiche, non ha mai ne' confermato ne' smentito di possedere armi nucleari.

Israele: Al voto il ritiro da Gaza

Il governo israeliano votera' domenica su un piano drasticamente ridimensionato per il ritiro unilaterale dalla Striscia di Gaza, che comportera' lo smentellamento soltanto di tre dei ventuno insediamenti ebraici originariamente previsti. Più che di ritiro, si dovrebbe parlare di una sceneggiata propagandistica.

  • Il primo ministro Ariel Sharon, il cui proposito iniziale di totale ritiro dalla Striscia di Gaza e' stato bocciato dal referendum interno al Likud, il blocco conservatore al governo, si e' visto costretto a cedere alle pressioni dei ministri chiave del suo stesso partito.

Washington: Altre inchieste sulle torture

Il Pentagono ha lanciato almeno sei inchieste interne per far luce sulle torture del carcere di Abu Ghraib e su altri abusi avvenuti in altri centri di detenzione in Iraq ed Afghanistan. Ma da piu' parti viene sollecitata un'inchiesta esterna, l'unica in grado di assicurare che le indagini non risparmino nessuno, dai vertici del Pentagono in giù. Finora tutte le indagini del Pentagono si sono infatti concentrate sui ranghi piu' bassi in linea con la convinzione del presidente George Bush che gli abusi di Abu Ghraib siano incidenti isolati da attribuire ad un piccolo gruppo di soldati. Dubito molto che il Pentagono possa indagare se stesso, perche' esiste una possibilita' che sia stato lo stesso ministro della difesa ad autorizzare certe azioni" ha affermato l'ex-generale Wayne Downing, responsabile in passato di una commissione d'inchiesta sulla aviazione militare.

Irak: tregua tra sciiti e forze USA

Il capo sciita Moqtada al Sadr e un consiglio di religiosi iracheni hanno accettato una tregua per mettere fine ai combattimenti nelle tre citta' irachene tra le milizie della resistenza e le forze della coalizione. Lo hanno annunciato alcuni responsabili statunitensi precisando che la situazione a Najaf, Koufa e Kerbala sembra risolta pacificamente. I quattro punti prevedono la fine dell'attività militare e il ritiro di tutti i combattenti dell'armata del Mahdi non originari della regione di Najaf e la sospensione di eventuali procedimenti giudiziari contro di essi; concessione alla polizia e alle forze nazionali irachene di riprendere la città e ristabilire sicurezza e ordine; ritiro delle forze di occupazione statunitensi verso le loro basi, a eccezione di piccole unità per la difesa del quartier generale e del governatorato; apertura dei negoziati con esponenti del Consiglio di religiosi sciiti Beit Al Scii sul futuro dell'esercito del Mahdi e sui dossier giudiziari, con impegno che nessuna misura sarà presa contro Moqtada Sadr. Intanto, altri scontri in corso. Tre esplosioni sono state udite poco dopo mezzanotte nella città di Samawah, nell'Iraq meridionale, dove hanno la base le truppe olandesi e giapponesi. Lo riferisce l'agenzia giornalistica giapponese Kyodo. Nel dare la notizia da un dispaccio da Samawah, l'agenzia ha precisato di non avere altri particolari, ma ricorda che nella zona ci sono stati recentemente tiri di mortaio e altri attacchi, apparentemente diretti alle truppe olandesi e giapponesi presenti nella città

Messico: Zapatero sulla risoluzione Onu

Il primo ministro spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero ha annunciato oggi un accordo con le autorità di Messico e Cile per collaborare "da questo momento" con "altri governi europei" prima della nuova risoluzione dell'Onu sull'Iraq. L'annuncio è arrivato durante una conferenza stampa congiunta con il presidente messicano Vicente Fox, organizzata dopo l'incontro tra i due leader nel Paese latino-americano. La visita di Zapatero in Messico è giunta dopo l'incontro di lunedì a Madrid tra il capo dell'esecutivo spagnolo e il presidente cileno Ricardo Lagos. Le Nazioni Unite - ha spiegato il leader spagnolo - "sono "la nostra grande opportunità" e rappresentano "l'unica garanzia per il futuro" perché non ci sarà mai ordine internazionale se non mediante il multilateralismo. Da parte sua Fox ha precisato che Messico e Spagna sono disposti a fare tutto ciò che sarà necessario per procedere sulla strada delle democratizzazione dell'Iraq, favorendo l'insediamento di un nuovo governo, preparando il processo elettorale e garantendo la sicurezza dei cittadini iracheni. Obiettivi da raggiungere "collettivamente e congiuntamente alle Nazioni Unite". Dichiarazioni che mostrano la distanza dalla bozza anglostatunitense, dove il ruolo dell'Onu è solo marginale.

Stati Uniti: Continua il boicottaggio della Corte penale internazionale

mentre gli Sati Uniti cercano di far approvare, nella risoluzione da loro presentata nei giorni scorsi al consiglio di sicurezza, l'impunità per i propri soldati, l'amministrazione Bush continau la sua opera per annullare gli effetti della Corte Penale internazionale. L'amministrazione Bush ha aggiunto due piccoli paesi, il Burkina Faso in Africa e Dominica nei Caraibi, alla lista dei paesi che esonerano le truppe americane dalla giurisdizione della corte penale internazionale per i crimini di guerra e il genocidio. Gli Stati Uniti hanno firmato trattati bilaterali con oltre una sessantina di paesi che hanno accettatio di non consegnare cittadini statunitensi alla Corte nata con il Trattato di Roma. Lo statuto della Corte e' stato ratificato da 90 nazioni. Molte organizzazioni si sono lamentate che Washington spinge governi a firmare con la minaccia di ritirare aiuti umanitari o l'appoggio militare o di bloccare l'ingresso nella Nato.

Stati Uniti: Armi di distruzione di massa

La commissione presidenziale incaricata di capire perche' l'Amministrazione americana fu indotta a credere, sulla base d'informazioni d'intelligence inaccurate, che l'Iraq possedeva armi di distruzione di massa (Adm), ha tenuto mercoledi' la prima riunione a porte chiuse. Fra la decina di esperti ascoltati c'era David Kay, un ex ispettore dell'Onu in Iraq che guido' l'infruttuosa ricerca americana dopo l'invasione del Paese. Kay si dimise in gennaio, affermando di dubitare che le Adm sarebbero mai state trovate in Iraq. Le sue critiche contribuirono alla creazione della commissione, che continuera' i suoi lavori ascoltando altri esperti, sempre a porte chiuse. Un rapporto finale dovra' essere presentato l'anno prossimo, ovviamente dopo le elezioni presidenziali del 2 novembre.

Tunisia: Chiesto l'intervento ONU in Palestina

l nuovo ambasciatore della Tunisia presso la Santa Sede, Afif Hendaoui, ha chiesto un intervento rapido della comunità internazionale per assicurare una protezione internazionale al popolo palestinese' e per la ripresa dei negoziati di pace in Medio Oriente, sulla base delle risoluzioni dell'Onu, e l'impegno ad applicare la road map

Australia: Verso il divieto dei matrimoni gay

Sulla scia dell'amministrazione di Washington, di cui e' saldo alleato, il governo conservatore australiano di John Howard si prepara a mettere al bando i matrimoni gay e ad impedire alle coppie dello stesso sesso di adottare figli dall' estero. Il gruppo parlamentare della coalizione conservatrice ha approvato oggi una serie di emendamenti in tal senso alla legge sui matrimoni, in favore dei quali voteranno anche i laburisti, principale partito di opposizione. Il premier John Howard ha spiegato, nel corso di una conferenza stampa, che la legge sui matrimoni sara' modificata per includere la definizione comunemente accettata di matrimonio come l'unione di un uomo e una donna.

Libano: Militari sparano su una manifestazione

Un morto e diversi feriti sono il bilancio della protesta organizzata a Beirut, in Libano, contro il caro-benzina. I soldati hanno aperto il fuoco contro un gruppo di dimostranti che avevano bloccato il traffico nel quartiere di Hay al Soulom, uno dei più poveri e popolosi della capitale libanese. La manifestazione era stata organizzata dopo che i sindacati avevano indetto per la giornata di oggi uno sciopero generale per far scendere il prezzo della benzina: l'agitazione ha provocato la chiusura di scuole ed università ed il blocco temporaneo dei voli all'aeroporto di Beirut. Un corteo di circa 1.500 manifestanti, sindacalisti e rappresentanti dei partiti di opposizione si è radunato all'ingresso del museo di Beirut, a 200 metri dalla sede del Governo, lanciando slogan contro il premier Rafik Hariri ed il ministro delle Finanze Fuad Saniora, ritenuti responsabili dei problemi economici del Paese.

Londra

A Londra è stato arrestato l'Imam della moschea di Finsbury Park. Abu Hamza al Masriè stato fermato su richiesta degli Usa che ne hanno domandato l'estradizione . L'arresto di Abu hamza, su mandato di cattura Usa, è avvenuto nella notte nella sua casa di Londra e la notizia è stata confermata da Scotland Yard. Abu Hamza, che da tempo è stato estromesso dalla guida della moschea di Finsbury Park ma che ha sempre continuiato a predicare fuori dal tempio musulmano, comparirà oggi davanti ai magistrati a Bow Street. Un agente di Scotland Yard ha anche aggiunto che l'abitazione dell'Imam è stata perquisita da funzionari dell'antiterrorismo sulla base dell'Extradion Act del 2003. La fonte conferma inoltre che Abu hamza "è stato accompagnato presso un commissariato del centro di Londra dove resta in custodia".

Alluvioni

Assume contorni sempre piu' terribili la tragedia che si e' abbattuta su Haiti e la vicina Repubblica dominicana a causa delle piogge torrenziali degli ultimi giorni. I morti accertati sfiorano oramai la cifra di duemila e altri ve ne potrebbero essere, considerando l'alto numero di dispersi secondo informazioni fornite dal servizio civile dei due paesi. Piu' di mille corpi senza vita sono stati trovati mercoledi' a Mapou, cittadina rurale situata nella parte sudorientale di Haiti, colpita dalle alluvioni degli ultimi giorni. Lo ha detto Margareth Martin, responsabile dell'ufficio della protezione civile di Haiti, specificando che la localita' colpita si trova in una zona dove le comunicazioni sono particolarmente difficili e che quindi non era stato possibile raggiungerla prima. Le squadre di soccorso hanno lavorato tra il fango e le macerie per recuperare i corpi, spesso portati lontano dalle loro case dalle acque dei fiumi in piena. Dopo quest'ultimo tragico ritrovamento il bilancio delle vittime di alluvioni e frane ad Haiti sale a 1660. Ai mille morti di Mapou vanno aggiunti i 158 di Fond Verettes, una citta' di circa 40mila abitanti dove ore, anche con l'aiuto delle truppe americane presenti sull'isola, si cerca di fare arrivare con elicotteri cibo e acqua potabile. Le strade infatti sono totalmente interrotte. A Port au Prince, la capitale, i morti sono per ora solo due mentre altri 500 sono sparsi nella regione sudorientale del paese. A questi vanno aggiunti i morti segnalati finora nella confinante Repubblica dominicana, che occupa l'altra parte dell'isola di Hispaniola. Quasi tutte le vittime in questo secondo paese si sono avute nella cittadina di Jimani. Qui un fiume e' straripato all'alba di lunedi', cogliendo gli abitatni nel sonno. Molte case sono state travolte. Sono stati estratti dal fango, a partire da lunedi', 300 morti, cento solo nelle ultime ore, ma ci sono ancora circa 375 dispersi. Jimani si trova vicino alla frontiera con Haiti. COnta circa 11.400 abitanti e le autorita' locali temono che alla fine tra morti e feriti si arrivi ad una cifra di 800 vittime. Il numero delle vittime è più alto ad Haiti perche' il Paese è disboscato e circa il 90% delle case era costruito in maniera rudimentale, per la povertà di mezzi. Inoltre, numerose vittime del lato dominicano sono haitiani, secondo quanto hanno indicato autorità locali. Jimani (diecimila abitanti) è abitata prevalentemente da emigrati haitiani che si sono installati in villaggi di fortuna.

Perù

Non scende la tensione a Ilave, capoluogo della provincia di Collao (dipartimento meridionale di Puno), dove un mese fa il sindaco Cirilo Robles Callomamani è stato linciato in strada da una folla di abitanti che lo accusavano di corruzione. La designazione del nuovo primo cittadino ‘ad interim’ Ramón Arias Santos, incaricato di presiedere il consiglio comunale fino alle elezioni amministrative convocate a ottobre, è stata respinta dai cittadini. Arias Santos non è il primo chiamato a rimpiazzare il sindaco ucciso: lunedì il precedente sostituto, Arnaldo Chambilla, si era dimesso insieme a tre consiglieri comunali “a causa dell’ostilità degli abitanti”. Intanto, le ultime immagini provenienti da Ilave trasmesse dalle principali televisioni mostrano nuovi scontri tra polizia e civili, armati di fionde e sassi. Secondo l’avvocato Alejandro Tapia, difensore dei nove arrestati per il linciaggio del sindaco “le forze dell’ordine fanno un uso indiscriminato di gas lacrimogeni, senza riuscire a distinguere i manifestanti dalla gente comune”.

G.R. 9,30

Palestina

Tre carri armati e un bulldozer israeliani sono entrati questa notte in un territorio palestinese all'esterno della città di Deir el-Balah, nella Striscia di Gaza, e hanno distrutto tre case palestinesi, secondo quanto riferiscono responsabili della sicurezza palestinese e testimoni. L'esercito israeliano ha dichiarato che si tratta di un'operazione in corso in una zona di attività dei militanti plaestinesi.

Israele

La polizia israeliana ha arrestato il giornalista britannico Peter Hounam, il cronista che nel 1986 aveva intervistato lo scienziato nucleare israeliano Mordechai Vanunu: questi aveva rivelato dettagli compromettenti sul programma nucleare israeliano, la cui esistenza non è mai stata ammessa ufficialmente dallo Stato ebraico. Lo ha reso noto la radio israeliana, senza fornire ulteriori dettagli per espresso ordine delle autorità, che non hanno commentato l'accaduto. Vanunu è stato rilasciato il 21 aprile scorso dopo aver scontato 18 anni di carcere per spionaggio e tradimento: Hounam si trovava in Israele per preparare un documentario sul caso, documentario che sarebbe stato trasmesso dalla Bbc.

Lo Stato ebraico è Paese membro dell'Aiea, ma non ha mai firmato il Trattato di non proliferazione che darebbe all'Agenzia il potere di ispezione nelle installazioni nucleari dello Stato ebraico. Il Direttore generale dell'Aiea, Mohammed ElBaradei, ha sempre affermato che l'Agenzia basa la sua politica nei confronti di Israele sull'ipotesi che lo Stato ebraico possieda armi nucleari, ed ha invitato a rendere il Medio Oriente una zona denuclearizzata. Israele, al quale gli esperti attribuiscono il quinto arsenale nucleare del mondo, ovvero circa 200 testate atomiche, non ha mai ne' confermato ne' smentito di possedere armi nucleari; tuttavia il premier Ariel Sharon ha più volte affermato che in caso di minaccia nucleare lo Stato ebraico avrebbe i mezzi per difendersi.

Irak

Il capo sciita Moqtada al Sadr e un consiglio di religiosi iracheni hanno accettato una tregua per mettere fine ai combattimenti nelle tre citta' irachene tra le milizie della resistenza e le forze della coalizione. Lo hanno annunciato alcuni responsabili statunitensi precisando che la situazione a Najaf, Koufa e Kerbala sembra risolta pacificamente. . I dettagli dell' accordo, concluso ieri sera, sono stati presentati oggi a Baghdad.I quattro punti prevedono la fine dell'attività militare e il ritiro di tutti i combattenti dell'armata del Mahdi non originari della regione di Najaf e la sospensione di eventuali procedimenti giudiziari contro di essi; concessione alla polizia e alle forze nazionali irachene di riprendere la città e ristabilire sicurezza e ordine ; Ritiro delle forze di occupazione statunitensi verso le loro basi, a eccezione di piccole unità per la difesa del quartier generale e del governatorato ; apertura dei negoziati con esponenti del Consiglio di religiosi sciiti Beit Al Scii sul futuro dell'esercito del Mahdi e sui dossier giudiziari, con impegno che nessuna misura sarà presa contro Moqtada Sadr. Il ritiro delle formazione di Al Sadr avverà entro mezzogiorno ora locale, le dieci in Italia

Risoluzione Onu

Il primo ministro spagnolo Josè Luis Rodriguez Zapatero ha annunciato oggi un accordo con le autorità di Messico e Cile per collaborare "da questo momento" con "altri governi europei" prima della nuova risoluzione dell'Onu sull'Iraq. L'annuncio è arrivato durante una conferenza stampa congiunta con il presidente messicano Vicente Fox, organizzata dopo l'incontro tra i due leader nel Paese latino-americano. La visita di Zapatero in Messico è giunta dopo l'incontro di lunedì a Madrid tra il capo dell'esecutivo spagnolo e il presidente cileno Ricardo Lagos. Zapatero ha detto che l'accordo con Messico e Cile - che come la Spagna sono attualmente membri del Consiglio di Sicurezza dell'Onu - consiste "nella concertazione e in un lavoro di collaborazione". Le Nazioni Unite - ha spiegato il leader spagnolo - "sono "la nostra grande opportunità" e rappresentano "l'unica garanzia per il futuro" perché non ci sarà mai ordine internazionale se non mediante il multilateralismo. Da parte sua Fox ha precisato che Messico e Spagna sono disposti a fare tutto ciò che sarà necessario per procedere sulla strada delle democratizzazione dell'Iraq, favorendo l'insediamento di un nuovo governo, preparando il processo elettorale e garantendo la sicurezza dei cittadini iracheni. Obiettivi da raggiungere "collettivamente e congiuntamente alle Nazioni Unite".Dichiarazioni che mostrano la distanza dalla bozza anglostatunitense, dove il ruolo dell'Onu è solo marginale.

Corte penale internazionale

mentre gli Sati Uniti cercano di far approvare, nella risoluzione da loro presentata nei giorni scorsi al consiglio di sicurezza, l'impunità per i propri soldati, l'amministrazione Bush continau la sua opera per annullare gli effetti della Corte Penale internazionale. L'amministrazione Bush ha aggiunto due piccoli paesi, il Burkina Faso in Africa e Dominica nei Caraibi, alla lista dei paesi che esonerano le truppe americane dalla giurisdizione della corte penale internazionale per i crimini di guerra e il genocidio. Gli Stati Uniti hanno firmato trattati bilaterali con oltre una sessantina di paesi che hanno accettatio di non consegnare cittadini statunitensi alla Corte nata con il Trattato di Roma. Lo statuto della Corte e' stato ratificato da 90 nazioni. Molte organizzazioni si sono lamentate che Washington spinge governi a firmare con la minaccia di ritirare aiuti umanitari o l'appoggio militare o di bloccare l'ingresso nella Nato.

Armi di distruzione di massa

La commissione presidenziale incaricata di capire perche' l'Amministrazione americana fu indotta a credere, sulla base d'informazioni d'intelligence inaccurate, che l'Iraq possedeva armi di distruzione di massa (Adm), ha tenuto mercoledi' la prima riunione a porte chiuse. Fra la decina di esperti ascoltati c'era David Kay, un ex ispettore dell'Onu in Iraq che guido' l'infruttuosa ricerca americana dopo l'invasione del Paese. Kay si dimise in gennaio, affermando di dubitare che le Adm sarebbero mai state trovate in Iraq. Le sue critiche contribuirono alla creazione della commissione, che continuera' i suoi lavori ascoltando altri esperti, sempre a porte chiuse. Un rapporto finale dovra' essere presentato l'anno prossimo, ovviamente dopo le elezioni presidenziali del 2 novembre.

Londra

A Londra è stato arrestato l'Imam della moschea di Finsbury Park. Abu Hamza al Masriè stato fermato su richiesta degli Usa che ne hanno domandato l'estradizione . L'arresto di Abu hamza, su mandato di cattura Usa, è avvenuto nella notte nella sua casa di Londra e la notizia è stata confermata da Scotland Yard. Abu Hamza, che da tempo è stato estromesso dalla guida della moschea di Finsbury Park ma che ha sempre continuiato a predicare fuori dal tempio musulmano, comparirà oggi davanti ai magistrati a Bow Street. Un agente di Scotland Yard ha anche aggiunto che l'abitazione dell'Imam è stata perquisita da funzionari dell'antiterrorismo sulla base dell'Extradion Act del 2003. La fonte conferma inoltre che Abu hamza "è stato accompagnato presso un commissariato del centro di Londra dove resta in custodia".

Alluvioni

Assume contorni sempre piu' terribili la tragedia che si e' abbattuta su Haiti e la vicina Repubblica dominicana a causa delle piogge torrenziali degli ultimi giorni. I morti accertati sfiorano oramai la cifra di duemila e altri ve ne potrebbero essere, considerando l'alto numero di dispersi secondo informazioni fornite dal servizio civile dei due paesi. Piu' di mille corpi senza vita sono stati trovati mercoledi' a Mapou, cittadina rurale situata nella parte sudorientale di Haiti, colpita dalle alluvioni degli ultimi giorni. Lo ha detto Margareth Martin, responsabile dell'ufficio della protezione civile di Haiti, specificando che la localita' colpita si trova in una zona dove le comunicazioni sono particolarmente difficili e che quindi non era stato possibile raggiungerla prima. Le squadre di soccorso hanno lavorato tra il fango e le macerie per recuperare i corpi, spesso portati lontano dalle loro case dalle acque dei fiumi in piena. Dopo quest'ultimo tragico ritrovamento il bilancio delle vittime di alluvioni e frane ad Haiti sale a 1660. Ai mille morti di Mapou vanno aggiunti i 158 di Fond Verettes, una citta' di circa 40mila abitanti dove ore, anche con l'aiuto delle truppe americane presenti sull'isola, si cerca di fare arrivare con elicotteri cibo e acqua potabile. Le strade infatti sono totalmente interrotte. A Port au Prince, la capitale, i morti sono per ora solo due mentre altri 500 sono sparsi nella regione sudorientale del paese. A questi vanno aggiunti i morti segnalati finora nella confinante Repubblica dominicana, che occupa l'altra parte dell'isola di Hispaniola. Quasi tutte le vittime in questo secondo paese si sono avute nella cittadina di Jimani. Qui un fiume e' straripato all'alba di lunedi', cogliendo gli abitatni nel sonno. Molte case sono state travolte. Sono stati estratti dal fango, a partire da lunedi', 300 morti, cento solo nelle ultime ore, ma ci sono ancora circa 375 dispersi. Jimani si trova vicino alla frontiera con Haiti. COnta circa 11.400 abitanti e le autorita' locali temono che alla fine tra morti e feriti si arrivi ad una cifra di 800 vittime. Il numero delle vittime è più alto ad Haiti perche' il Paese è disboscato e circa il 90% delle case era costruito in maniera rudimentale, per la povertà di mezzi. Inoltre, numerose vittime del lato dominicano sono haitiani, secondo quanto hanno indicato autorità locali. Jimani (diecimila abitanti) è abitata prevalentemente da emigrati haitiani che si sono installati in villaggi di fortuna.

Perù

Non scende la tensione a Ilave, capoluogo della provincia di Collao (dipartimento meridionale di Puno), dove un mese fa il sindaco Cirilo Robles Callomamani è stato linciato in strada da una folla di abitanti che lo accusavano di corruzione. La designazione del nuovo primo cittadino ‘ad interim’ Ramón Arias Santos, incaricato di presiedere il consiglio comunale fino alle elezioni amministrative convocate a ottobre, è stata respinta dai cittadini. Arias Santos non è il primo chiamato a rimpiazzare il sindaco ucciso: lunedì il precedente sostituto, Arnaldo Chambilla, si era dimesso insieme a tre consiglieri comunali “a causa dell’ostilità degli abitanti”. Intanto, le ultime immagini provenienti da Ilave trasmesse dalle principali televisioni mostrano nuovi scontri tra polizia e civili, armati di fionde e sassi. Secondo l’avvocato Alejandro Tapia, difensore dei nove arrestati per il linciaggio del sindaco “le forze dell’ordine fanno un uso indiscriminato di gas lacrimogeni, senza riuscire a distinguere i manifestanti dalla gente comune”.

G.R. ore 13.00

IRAQ IRAQ/ ESPLOSIONI A SAMAWAH, VICINO A BASI GIAPPONESE E OLANDESE Lo ha riferito l'agenzia Kyodo senza altri particolari Baghdad, 27 mag. (Ap) - Tre esplosioni sono state udite poco dopo mezzanotte nella città di Samawah, nell'Iraq meridionale, dove hanno la base le truppe olandesi e giapponesi. Lo riferisce l'agenzia giornalistica giapponese Kyodo. Nel dare la notizia da un dispaccio da Samawah, l'agenzia ha precisato di non avere altri particolari, ma ricorda che nella zona ci sono stati recentemente tiri di mortaio e altri attacchi, apparentemente diretti alle truppe olandesi e giapponesi presenti nella città. IRAQ: RELIGIOSO NAJAF CONFERMA TREGUA FRA COALIZIONE E SADR (2) (ANSA-AFP-REUTERS) - NAJAF (IRAQ), 27 MAG - Un membro del Consiglio di governo iracheno, Muwaffak al Rubai, ha confermato oggi su media arabi che il capo estremista Moqtada Sadr ha accettato una tregua a Najaf sulla base di un piano in quattro punti, nel quale si prevede una parziale ritirata dei suoi uomini. Il piano, firmato dallo stesso leader radicale sciita, e' sotto forma di lettera indirizzata da Sadr ai fratelli membri del Beit Al-Scii, un Consiglio di religiosi iracheni, per mettere fine alla tragica situazione della citta' santa di Najaf - ha aggiunto al Rubai, intervistato dalle Tv Al-Arabiya e Al-Jazira. IRAQ: TREGUA, IL PIANO IN 4 PUNTI FIRMATO DA SADR A NAJAF (VEDI 'IRAQ: RELIGIOSO NAJAF CONFERMA ...' DELLE 7:25 CA) (ANSA-AFP-REUTERS) - NAJAF (IRAQ), 27 MAG - Il piano citato dall'esponente del Consiglio di governo iracheno Al Rubai, in forza del quale truppe della coalizione e miliziani sciiti si ritireranno da Najaf, si basa su questi quattro punti: 1- Fine dell'attivita' militare, restituzione degli edifici pubblici alle istituzioni governative, ritiro di tutti i combattenti dell'armata del Mahdi non originari della regione di Najaf, sospensione di eventuali procedimenti giudiziari contro di essi; 2- Permettere alla polizia e alle forze nazionali irachene di riprendere la citta', svolgere le loro funzioni e ristabilire sicurezza e ordine; 3- Ritiro delle forze di occupazione americane verso le loro basi, a eccezione di piccole unita' per la protezione del loro Quartier generale e del governatorato, compreso l'accesso a tali luoghi; 4- Tenere ampie discussioni con esponenti del Consiglio di religiosi sciiti Beit Al Scii sul futuro dell'esercito del Mahdi e sui dossier giudiziari, con impegno che nessuna misura sara' presa (contro Moqtada Sadr). Il leader radicale, ricercato dagli americani per l'assassinio - l'anno scorso - di un rivale politico, si era rifugiato a Najaf da circa due mesi. La Guida suprema iraniana, ayatollah Ali Khamenei, ha proclamato per domani una giornata di lutto nella Repubblica islamica per i combattimenti avvenuti nei giorni scorsi nelle citta' sante sciite di Kerbala e Najaf, in Iraq, per i quali ha accusato gli Stati Uniti. Khamenei ha affermato in un messaggio, diffuso dall'agenzia Irna, che le nazioni musulmane e i governi islamici sono obbligati a manifestare la loro opposizione contro tali politiche ingiuste dell'oppressore. Il messaggio e' stato scritto prima che si diffondessero le voci di una tregua tra le truppe americane e i miliziani dell' 'Esercito del Mehdi' del leader estremista sciita Moqtada al Sadr, da molte settimane asserragliate nei luoghi santi. La Guida iraniana ha paragonato le azioni delle forze americane in Iraq a quelle delle truppe israeliane nei territori palestinesi. Piu' brutali sono le loro politiche - ha affermato - e piu' devastante sara' la loro caduta.

  • IRAQ: USA, PERDITE AMERICANE SUPERANO LE 800 (ANSA) - WASHINGTON, 27 MAG - Con la morte di tre marines mercoledi', a ovest di Baghdad, le perdite americane, dall'inizio del conflitto in Iraq, hanno superato le 800 e sono, secondo calcoli ufficiosi, almeno 801: 586 i caduti, 215 le vittime di fuoco amico o incidenti. Le perdite della coalizione sono almeno 904, con le 103 di altri Paesi della coalizione, fra cui 18 italiani. Le cifre non tengono conto delle vittime civili, ostaggi o altro. In Afghanistan, il numero delle perdite americane e' di 122.

    IRAQ: TORTURE; PENTAGONO AMMETTE RAPPORTO INCOMPLETO SENATO (ANSA) - WASHINGTON, 27 MAG - Il Pentagono ha riconosciuto, mercoledi', di non avere dato per inavvertenza ai senatori della commissione difesa la copia completa del rapporto interno di 6.000 pagine sull'inchiesta dell'esercito sulla prigione degli abusi di soldati americani su detenuti iracheni, Abu Ghraib, nei pressi di Baghdad. Lawrence Di Rita, portavoce del Pentagono, citato da giornalisti presenti al suo briefing, ha detto che il Dipartimento della Difesa trasmettera' le pagine mancanti, circa 2.000. Il presidente della commissione, il senatore John Warner, ha informato i suoi colleghi, confermando la propria fiducia nella buona fede del Pentagono. Erano stati collaboratori di membri della commissione a segnalare la mancanza delle pagine.

PALESTINA

  • M.O./ GAZA, INCURSIONE ISRAELIANA, DISTRUTTE TRE CASE Nella notte l'operazione vicino alla città di Deir el-Balah Gaza, 27 mag. (Ap) - Tre carri armati e un bulldozer israeliani sono entrati questa notte in un territorio palestinese all'esterno della città di Deir el-Balah, nella Striscia di Gaza, e hanno distrutto tre case palestinesi, secondo quanto riferiscono responsabili della sicurezza palestinese e testimoni. L'esercito israeliano ha dichiarato che si tratta di un'operazione in corso in una zona di attività dei militanti plaestinesi

GB; ARRESTO HAMZA, OGGI COMPARE IN TRIBUNALE (ANSA-AFP-REUTERS) - LONDRA, 27 MAG - L'imam estremista Abu Hamza al Masri, arrestato la notte scorsa a Londra nel quadro di una richiesta di estradizione degli Stati Uniti, dovra' comparire in giornata davanti a un tribunale londinese dove dovrebbe essere incriminato. Un portavoce della polizia, che ne ha dato l'annuncio, non ha tuttavia fornito indicazioni sulle accuse. Abu Hamza, di nascita egiziana, 47 anni, e' stato arrestato la notte scorsa nella sua casa di Londra e portato in una centrale dalla polizia anti terrorismo. L'imam estremista della moschea di Finsbury Park, cui era stata tolta la nazionalita' britannica l'anno scorso perche' accusato di appoggiare il terrorismo, il mese scorso aveva ottenuto una proroga di nove mesi alla sua richiesta di appello per poterla invece mantenere.

HAITI – PUERTO RICOPORT AU PRINCE, 27 MAG - Assume contorni sempre piu' terribili la tragedia che si e' abbattuta su Haiti e la vicina Repubblica dominicana a causa delle piogge torrenziali degli ultimi giorni. I morti accertati sfiorano oramai la cifra di duemila e altri ve ne potrebbero essere, considerando l'alto numero di dispersi secondo informazioni fornite dal servizio civile dei due paesi. Piu' di mille corpi senza vita sono stati trovati mercoledi' a Mapou, cittadina rurale situata nella parte sudorientale di Haiti, colpita dalle alluvioni degli ultimi giorni. Lo ha detto Margareth Martin, responsabile dell'ufficio della protezione civile di Haiti, specificando che la localita' colpita si trova in una zona dove le comunicazioni sono particolarmente difficili e che quindi non era stato possibile raggiungerla prima. Le squadre di soccorso hanno lavorato tra il fango e le macerie per recuperare i corpi, spesso portati lontano dalle loro case dalle acque dei fiumi in piena. Dopo quest'ultimo tragico ritrovamento il bilancio delle vittime di alluvioni e frane ad Haiti sale a 1660. Ai mille morti di Mapou vanno aggiunti i 158 di Fond Verettes, una citta' di circa 40mila abitanti dove ore, anche con l'aiuto delle truppe americane presenti sull'isola, si cerca di fare arrivare con elicotteri cibo e acqua potabile. Le strade infatti sono totalmente interrotte. A Port au Prince, la capitale, i morti sono per ora solo due mentre altri 500 sono sparsi nella regione sudorientale del paese. A questi vanno aggiunti i morti segnalati finora nella confinante Repubblica dominicana, che occupa l'altra parte dell'isola di Hispaniola. Quasi tutte le vittime in questo secondo paese si sono avute nella cittadina di Jimani. Qui un fiume e' straripato all'alba di lunedi', cogliendo gli abitatni nel sonno. Molte case sono state travolte. Sono stati estratti dal fango, a partire da lunedi', 300 morti, cento solo nelle ultime ore, ma ci sono ancora circa 375 dispersi. Jimani si trova vicino alla frontiera con Haiti. COnta circa 11.400 abitanti e le autorita' locali temono che alla fine tra morti e feriti si arrivi ad una cifra di 800 vittime

G8; RESTA A GENOVA IL PROCESSO AI NO-GLOBAL (ANSA) - ROMA, 27 MAG - Rimane a Genova il processo nei confronti dei 26 manifestanti no-global accusati di devastazione, saccheggio e resistenza aggravata a pubblico ufficiale durante i disordini avvenuti nel capoluogo ligure durante il G8. Lo ha deciso la prima sezione penale della Cassazione, respingendo la richiesta di trasferire il processo ad altra sede, presentata dai legali degli imputati. Invano, dunque, i difensori hanno cercato di sostenere che a Genova non ci sarebbe il clima adatto per celebrare questo processo. Rifacendosi all'art. 45 Cpp, la difesa dei 25 no global chiedeva in sostanza alla Cassazione che il processo venisse celebrato in una sede diversa da Genova sulla base del legittimo sospetto che a Genova non ci sarebbe stato il clima adatto. Ma la Suprema Corte ha espresso il rigetto totale del ricorso, in conformita' con le richieste avanzate dall'avvocato generale Vitaliano Esposito. Nel giudizio si erano costituiti come parte civile anche la presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero dell'Interno e il dicastero di largo Arenula. In sostanza, dunque, per piazza Cavour la sede adatta per celebrare il processo sui fatti del G8 resta Genova.

  • MOLOTOV ESPLODE DAVANTI A BLOCKBUSTER LATINA, INDAGINI DIGOS = (AGI) - Latina, 27 mag. - Questa notte alle 3 e' esplosa una bomba molotov davanti al negozio di BlockBuster di via XXI aprile a Latina. L'ordigno, di fattura rudimentale, era collegato a due bombole di gas da campeggio. Lievi danni all'esercizio commerciale ma e' subito scattato l'allarme, visto che la catena BlockBuster rientra negli obiettivi sensibili agli attacchi terroristici. Sul luogo dell'esplosione e' stata rinvenuto un secondo ordigno. Si presume che gli attentatori non abbiano fatto in tempo ad innescarlo prima dell'arrivo della polizia e che l'abbiano quindi abbandonato. Sul caso indaga la Digos

MILANO Chiesto il rinvio a giudizio per 4 ragazzi dei centri sociali e 3 agenti. “Tra i ragazzi c’era un clima di autoesaltazione, come allo stadio. Le forze dell’ordine, invece, colpivano e picchiavano giovani disarmati, che erano a terra o rannicchiati in posizione di difesa”. Sono questi i toni con i quali il pm Claudio Gittardi ricostruisce il clima che la notte del 16 Marzo 2003 originò gli scontri all’ospedale San Paolo, subito dopo la morte di Dax, il ragazzo dell’Orso accoltellato fuori da un pub in via Brioschi. Per quei disordini, che durarono ore e che provocarono 18 feriti e numerosi danni, il pm adesso chiede che sette persone (quattro ragazzi dei centri sociali, due carabinieri ed un poliziotto) siano rinviate a giudizio. Nella ricostruzione il pubblico ministero usa le parole dei testimoni degli scontri. Parole che parlano di eccessi sia da parte dei ragazzi che da parte delle forze dell’ordine. In tanti quella notte persero la testa alla notizia che Dax era morto. Ma la maggior parte dei responsabili degli scontri non è stata identificata. I quattro ragazzi sono accusati di violenza e lesioni, “per aver colpito con calci, cinture, catene e sassi” agenti e militari. Un maresciallo, invece, è stato ripreso da una telecamera mentre picchiava con un manganello un ragazzo disarmato. Tutto mentre un poliziotto (anche per lui è stato chiesto il rinvio a giudizio) teneva ferma la vittima. Un’altro carabinieri è accusato di aver usato una mazza da baseball per picchiare. La procura sottolinea che già in via Brioschi, subito dopo il ferimento di Dax, c’era un clima di forte tensione tra i soccorritori e gli amici del giovane. Tanto che ci fu “più di un’aggressione verbale e un ragazzo diede un calcio alla borsa con le attrezzature degli infermieri”. Il nervosismo esplose quando, più tardi, all’ospedale San Paolo, qualcuno del pronto soccorso, comunicò “con poca accortezza” che Dax era morto. Da quel momento in poi la situazione divenne incontrollabile: cominciarono le aggressioni da parte dei centri sociali, poi da parte delle forze dell’ordine che caricarono i giovani anche dentro il pronto soccorso. Il pm giustifica che alcuni equipaggi delle volanti e dei carabinieri siano intervenuti all’ospedale, per mantenere l’ordine. “Meno giustificabile”, invece, è che gli interrogatori e le prime indagini sull’omicidio siano state fatte da agenti in divisa. La sensazione della procura è che se si fosse presentato personale in borghese, forse, i ragazzi, non avrebbero reagito con tanta violenza

Monza 100 detenuti in sciopero della fame ad oltranza

Cento detenuti dell’alta sicurezza protestano contro sovraffollamento ed emergenza sanitaria Hanno iniziato lo sciopero della fame e continueranno a oltranza se la situazione non migliorerà. Sono un centinaio di detenuti delle sezioni cinque e sette del carcere di Monza. Quelli dell’alta sicurezza. Protestano contro il sovraffollamento di un carcere alla sbando. Dove gli agenti sono costretti a lavorare in compagnia degli scarafaggi e dove i detenuti sono stipati in tre in celle pensate come singole e devono addirittura comprarsi le medicina pagandole di tasca loro. Impossibile continuare a vivere così. Lunedì scorso alcuni reclusi dell’alta sicurezza, stufi di ascoltare parole e promesse, hanno quindi cominciato la loro pacifica forma di protesta. Il resto l’ha fatto il tam tam. Motivi di giustizia, dicono: troppa gente stipata in una cella, situazione sanitaria al collasso, docce che funzionano col contagocce. Si lamentano anche per le cinture degli accappatoi. Un direttore permette di usarle, un altro le vieta per evitare il rischio di suicidi. Di direttori e modi di gestione, da Monza ne sono passati. E chissà quanti ancora ne passeranno prima di una nomina definitiva. Anche l’ultima direttrice, Rosalba Casella, sarebbe in partenza per tornare al carcere di Forlì. A fine mese scade la sua missione in via Sanquirico. Era stata inviata i primi giorni di febbraio dal provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria, Felice Bocchino, per cercare di cambiare finalmente pagina. Macché. Il risultato è un carcere polveriera. E vagli a spiegare, a chi sta dietro le sbarre, che presto qualcosa cambierà. Ormai sono due anni che aspettano. Come loro, le guardie. Hanno protestato, hanno scritto al ministro della Giustizia, Roberto Castelli, sono persino scesi in piazza. Niente di niente. Nemmeno le visite di senatori, consiglieri regionali, sindaci e assessori hanno portato qualcosa di buono. E adesso, con lo sciopero della fame la situazione è ancora più rovente. L’insofferenza cresce tanto quanto l’esasperazione degli operatori del carcere: agenti e medici. I cento detenuti che protestano richiedono un super-lavoro. Ogni giorno, per ognuno di loro devono essere monitorati il peso, la pressione e le condizioni generali di salute. Poi, i certificati devono essere inviati al magistrato. Tutti i giorni, e tutto sulle spalle di soli due medici di guardia Il resto, è il solito caos. «Sembra di essere in un ospedale da campo - ha commentato il direttore sanitario della casa circondariale, Francesco Bertè -. Non ci sono soldi per comprare le medicine, figuriamoci per pagare i medici specialisti. Tanto che di recente abbiamo dovuto togliere l’ortopedico, il cardiologo e l’otorino. Siamo risuciti a mantenere soltanto il dentista, l’immunologo e lo psichiatra». Il problema è che, a parte i tagli alla Sanità delle carceri, i budget assegnati a inizio anno ai singoli istituti restano ingessati, anche se i detenuti vengono trasferiti. E «oggi constatiamo che il carcere di Bergamo, che ha 350 detenuti, ha più soldi di noi che di reclusi ne abbiamo oltre settecento».

gror040527 (last edited 2008-06-26 09:48:31 by anonymous)