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Esteri
Conflitto indo-pakistano

I rappresentanti dei 16 paesi asiatici che prendono parte alla Conferenza di Almaty, Kazakhstan, hanno firmato stamane l'Atto sulla sicurezza comune che prevede la soluzione dei conflitti nell'area con il negoziato politico sulla base dei principi dell'Onu. I sedici capi di stato e di governo hanno approvato anche una Dichiarazione sulla lotta al terrorismo. Lo riferisce l'agenzia Itar-Tass.
La conferenza sulla sicurezza in asia si era aperta questa mattina , per tentare di risolvere la controversia, che ha assunto sempre più i caratteri di una guerra, che oppone l’india al pakistan per il controllo della regione del kashimir.
Il primo ministro indiano Atal Bihari Vajpayee ha affermato che il suo paese e' pronto a discutere :''Esprimiamo la nostra disponibilita' per colloqui con il Pakistan anche sulla regione del Kashmir, ma poniamo anche l'attenzione sulla necessita' di fermare il terrorismo''.
Al forum partecipano, con altri quattordici capi di Stato e di governo, anche i leader di Russia e Cina, Vladimir Putin e Jiang Zemin; soprattutto il primo nelle vesti di mediatori tra i contendenti. Palese il riferimento del primo ministro indiano, con il termine "terrorismo", alle infilitrazioni e agli attacchi dei ribelli separatisti kashmiri dal territorio pakistano a quello sotto il controllo di New Delhi; ribelli che le autorita' di Islamabad sono accusate di appoggiare, armare e coprire.
Ma la stessa accusa viene lanciata dal Pakistan nei confronti dell'India, accusata di essere la centrale dei "terroristi".

Palestina

E' durata pochissimo, circa un'ora, l'ennesima incursione compiuta all'alba a Jenin da truppe israeliane appoggiate da carri armati e autoblindo. Fonti militari hanno poi spiegato che il blitz-lampo era stato causato da segnalazioni dei servizi d'informazione che sembravano permettere di localizzare i nascondigli di estremisti ricercati; le indicazioni si sono tuttavia rivelate inesatte, per cui e' stato deciso il ritiro immediato. Testimoni oculari avevano riferito che nel penetrare all'interno delle citta' autonoma cisgiordana gli occupanti avevano esploso spari in aria a scopo intimidatorio; non si e' pero' avuta notizia di veri e prropri scontri con i militanti locali. L'Esercito ebraico dal canto suo non ha confermato ne' smentito il ricorso alle armi.
Intanto la Casa Bianca si propone come interlocutore per rilanciare i negoziati in Medio Oriente. Il Presidente Bush ha invitato il premier israeliano Ariel Sharon per un colloquio lunedi' prossimo a Washington. Anche il ministro degli esteri siriano Al Sharaa sara' la settimana prossima nella capitale americana. Non viene reso noto se ci sarà un colloquio anche con Arafat, che gli stati uniti sembrano voler escudere dai negoziati, secondo le indicazioni che provengono dal governo israeliano. Arafat si è setto disponibile a sedersi al tavolo di una conferenza di pace, ma la distanza tra le diverse posizioni su quelle che dovranno essere le basi dei colloqui sembra incolmabile


Infanzia, diritti negati

Vengono al mondo, ma è come se non fossero mai nati. Non hanno diritti, cittadinanza, possibilità di avere un passaporto o aprire un conto in banca. In altre parole, non potranno mai avere una vita normale. Nel 2000 sono stati 50 milioni. Su 10 nuovi nati, 4 non avranno identità anagrafica né un nome riconosciuto. E’ l’allarmante quadro che emerge da una ricerca del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia (Unicef), diffusa oggi a New York e Ginevra. Sulla base dei più recenti dati disponibili, il rapporto intitolato “Registrazione della nascita – Iniziare nel modo giusto”, stima che nel 2000 i nuovi nati non registrati siano stati 50 milioni, il 41 per cento delle nascite in tutto il mondo. In 19 paesi, almeno il 60 per cento di tutti i bambini sotto ai cinque anni d'età non è stato registrato alla nascita. "Questi bambini – si legge nel documento - sono privi dell'atto di nascita, vera 'tessera di appartenenza' alla società, necessaria per avere accesso a tutta una serie di altri diritti, compresi quello all'istruzione e all'assistenza sanitaria, alla partecipazione e alla protezione”.


Germania:

Arriva da Francoforte la clamorosa notizia della decisione del Governo tedesco di ridurre la propria dipendenza tecnologica dai sistemi proprietari di Microsoft, una decisione condita da una importante partnership con IBM per portare sulle infrastrutture della Pubblica Amministrazione i sistemi open source, cioè tutti quei sistemi non proprietari ad accesso libero.

La scelta tedesca, a pochissime ore dall'annuncio ufficiale proveniente proprio dal Governo, è apparsa fin da subito come una delle più pesanti per Microsoft, da tempo tesa a conquistare i sistemi delle Pubbliche Amministrazioni europee.

A sugellare l'intesa con IBM e a rendere chiaro il peso e il significato di quanto è accaduto ci ha pensato il ministro dell'Interno Otto Schily secondo cui l'utilizzo di sistemi basati sull'open source di Linux e non più Microsoft porterà non solo ad un risparmio nelle spese ma anche ad un aumento della sicurezza delle infrastrutture telematiche della Pubblica Amministrazione, tanto a livello federale che locale.

Senza nominare esplicitamente Microsoft e senza specificare i termini economici dell'accordo con IBM, Schily ha infatti dichiarato che "stiamo innalzando la sicurezza informatica evitando una monocultura e stiamo diminuendo la nostra dipendenza da singoli fornitori. E quindi diventiamo leader nel creare una maggiore diversità nel mondo informatico".

L'accordo, che integra anche una intesa con il distributore Linux SuSE, prevede che IBM offra degli sconti al Governo tedesco per l'acquisto di computer dotati di Linux proveniente, appunto, da SuSE.

 

gr radio onda rossa del 4 giugno 2002

aggiornamento delle 9.30

Esteri Conflitto indo-pakistano

I rappresentanti dei 16 paesi asiatici che prendono parte alla Conferenza di Almaty, Kazakhstan, hanno firmato stamane l'Atto sulla sicurezza comune che prevede la soluzione dei conflitti nell'area con il negoziato politico sulla base dei principi dell'Onu. I sedici capi di stato e di governo hanno approvato anche una Dichiarazione sulla lotta al terrorismo. Lo riferisce l'agenzia Itar-Tass. La conferenza sulla sicurezza in asia si era aperta questa mattina , per tentare di risolvere la controversia, che ha assunto sempre più i caratteri di una guerra, che oppone l’india al pakistan per il controllo della regione del kashimir. Il primo ministro indiano Atal Bihari Vajpayee ha affermato che il suo paese e' pronto a discutere :Esprimiamo la nostra disponibilita' per colloqui con il Pakistan anche sulla regione del Kashmir, ma poniamo anche l'attenzione sulla necessita' di fermare il terrorismo. Al forum partecipano, con altri quattordici capi di Stato e di governo, anche i leader di Russia e Cina, Vladimir Putin e Jiang Zemin; soprattutto il primo nelle vesti di mediatori tra i contendenti. Palese il riferimento del primo ministro indiano, con il termine "terrorismo", alle infilitrazioni e agli attacchi dei ribelli separatisti kashmiri dal territorio pakistano a quello sotto il controllo di New Delhi; ribelli che le autorita' di Islamabad sono accusate di appoggiare, armare e coprire. Ma la stessa accusa viene lanciata dal Pakistan nei confronti dell'India, accusata di essere la centrale dei "terroristi".

Palestina

E' durata pochissimo, circa un'ora, l'ennesima incursione compiuta all'alba a Jenin da truppe israeliane appoggiate da carri armati e autoblindo. Fonti militari hanno poi spiegato che il blitz-lampo era stato causato da segnalazioni dei servizi d'informazione che sembravano permettere di localizzare i nascondigli di estremisti ricercati; le indicazioni si sono tuttavia rivelate inesatte, per cui e' stato deciso il ritiro immediato. Testimoni oculari avevano riferito che nel penetrare all'interno delle citta' autonoma cisgiordana gli occupanti avevano esploso spari in aria a scopo intimidatorio; non si e' pero' avuta notizia di veri e prropri scontri con i militanti locali. L'Esercito ebraico dal canto suo non ha confermato ne' smentito il ricorso alle armi. Intanto la Casa Bianca si propone come interlocutore per rilanciare i negoziati in Medio Oriente. Il Presidente Bush ha invitato il premier israeliano Ariel Sharon per un colloquio lunedi' prossimo a Washington. Anche il ministro degli esteri siriano Al Sharaa sara' la settimana prossima nella capitale americana. Non viene reso noto se ci sarà un colloquio anche con Arafat, che gli stati uniti sembrano voler escudere dai negoziati, secondo le indicazioni che provengono dal governo israeliano. Arafat si è setto disponibile a sedersi al tavolo di una conferenza di pace, ma la distanza tra le diverse posizioni su quelle che dovranno essere le basi dei colloqui sembra incolmabile

Infanzia, diritti negati

Vengono al mondo, ma è come se non fossero mai nati. Non hanno diritti, cittadinanza, possibilità di avere un passaporto o aprire un conto in banca. In altre parole, non potranno mai avere una vita normale. Nel 2000 sono stati 50 milioni. Su 10 nuovi nati, 4 non avranno identità anagrafica né un nome riconosciuto. E’ l’allarmante quadro che emerge da una ricerca del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia (Unicef), diffusa oggi a New York e Ginevra. Sulla base dei più recenti dati disponibili, il rapporto intitolato “Registrazione della nascita – Iniziare nel modo giusto”, stima che nel 2000 i nuovi nati non registrati siano stati 50 milioni, il 41 per cento delle nascite in tutto il mondo. In 19 paesi, almeno il 60 per cento di tutti i bambini sotto ai cinque anni d'età non è stato registrato alla nascita. "Questi bambini – si legge nel documento - sono privi dell'atto di nascita, vera 'tessera di appartenenza' alla società, necessaria per avere accesso a tutta una serie di altri diritti, compresi quello all'istruzione e all'assistenza sanitaria, alla partecipazione e alla protezione”.

Germania:

Arriva da Francoforte la clamorosa notizia della decisione del Governo tedesco di ridurre la propria dipendenza tecnologica dai sistemi proprietari di Microsoft, una decisione condita da una importante partnership con IBM per portare sulle infrastrutture della Pubblica Amministrazione i sistemi open source, cioè tutti quei sistemi non proprietari ad accesso libero.

La scelta tedesca, a pochissime ore dall'annuncio ufficiale proveniente proprio dal Governo, è apparsa fin da subito come una delle più pesanti per Microsoft, da tempo tesa a conquistare i sistemi delle Pubbliche Amministrazioni europee.

A sugellare l'intesa con IBM e a rendere chiaro il peso e il significato di quanto è accaduto ci ha pensato il ministro dell'Interno Otto Schily secondo cui l'utilizzo di sistemi basati sull'open source di Linux e non più Microsoft porterà non solo ad un risparmio nelle spese ma anche ad un aumento della sicurezza delle infrastrutture telematiche della Pubblica Amministrazione, tanto a livello federale che locale.

Senza nominare esplicitamente Microsoft e senza specificare i termini economici dell'accordo con IBM, Schily ha infatti dichiarato che "stiamo innalzando la sicurezza informatica evitando una monocultura e stiamo diminuendo la nostra dipendenza da singoli fornitori. E quindi diventiamo leader nel creare una maggiore diversità nel mondo informatico".

L'accordo, che integra anche una intesa con il distributore Linux SuSE, prevede che IBM offra degli sconti al Governo tedesco per l'acquisto di computer dotati di Linux proveniente, appunto, da SuSE.

gror040602 (last edited 2008-06-26 09:52:19 by anonymous)