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GR 9.30
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''Ecuador''
Alunni in piazza chiedono fondi a Gutierrez
Alcune migliaia di alunni di sette scuole pubbliche ecuadoriane hanno marciato verso il palazzo presidenziale per chiedere al capo dello Stato, Lucio Gutiérrez, lo stanziamento immediato di fondi per pagare i conti dei servizi pubblici dei loro istituti. Molti allievi di queste scuole hanno lamentato davanti alle telecamere delle televisioni di Quito la mancanza di acqua ed elettricità negli istituti, cosa che mette gravemente a rischio lo svolgimento delle attività disciplinari. Il governo, dopo aver protestato per l’uso contrario alla legge di “bambine e bambini minori e adolescenti in spettacoli o programmi di proselitismo politico”, ha assicurato attraverso un comunicato stampa che stanzierà presto l’equivalente di circa 550.000 euro per pagare i consumo di elettricità in 70 scuole pubbliche della provincia di Pichincha e nella stessa capitale Quito. Il presidente dell’Unoine nazionale degli educatori (Une), Ernesto Castello, ha confermato che equivale ad almeno 450-500.000 euro l’equivalente di cui hanno bisogno le scuole della regione per pagare i debiti accumulati negli anni con le imprese elettriche.
'''Irak'''
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''Italia'' Almeno 35 persone sono morte e 120 sono rimaste ferite per l’esplosione di un’autobomba stamani davanti a un centro di reclutamento del nuovo esercito iracheno a Baghdad. Il mezzo, carico di proiettili di artiglieria, è deflagrato vicino ai cancelli di un edificio, situato nei presi dell’aeroporto della capitale irachena, e fuori del quale c’era una lunga fila di iracheni in attesa di registrarsi. Il provvisorio bilancio delle vittime è stato diffuso da fonti ospedaliere.Il luogo del nuovo attacco si trova in piena capitale irachena, vicino alla cosiddetta 'Zona Verde': il complesso che un tempo costituiva il Palazzo Presidenziale di Saddam Hussein, sulla sponda occidentale del fiume Tigri, e nel quale sono adesso ospitati il quartier generale alleato e gli uffici della Cpa, l'Amministrazione Provvisoria della Coalizione cui fino al 30 giugno, quando avverra' il passaggio delle consegne a favore di un nuovo governo transitorio, spetta le gestione degli affari civili nel Paese arabo. Nella stessa zona si trovano altresi' l'ex sede dell'Assemblea Nazionale, il Parlamento all'epoca del regime di Saddam, e l'aeroporto di Muthanna, in prossimita' del quale sorge una base militare statunitense. Secondo varie emittenti satellitari arabe, proprio qui sarebbe avvenuta la nuova esplosione. Dal sito e' stata vista levarsi verso il cielo un'alta colonna di fumo denso, mentre la zona piombava nel caos, nel frastuono causato dalle urla dei passanti e dagli ululati delle sirene delle ambulanze.
 Non è la prima volta che vengono presi di mira i cittadini iracheni che intendono arruolarsi nelle forze governative dell’esercito o della polizia: lo scorso 11 febbraio un analogo attentato nella zona del vecchio aeroporto di Al Muthana a Baghdad davanti a un centro di reclutamento aveva provocato una cinquantina di vittime; altrettanto era accaduto il giorno prima a Iskandariya, città abitata in prevalenza da musulmani sciiti e distante circa 40 chilometri a sud della capitale, dove un altro veicolo era deflagrato davanti a un commissariato di polizia, mentre anche lì era in corso la selezione delle reclute, uccidendo 55 persone.
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Carcere, lettere arrivate in radioNotizie allarmanti sul carcere di badu 'e carros. Si prega di aggiornare.
A tutt*, Giungono notizie preoccupanti dal carcere di Nuoro (Badu 'e
Carros).
"Segnaliamo che non abbiamo più notizie di un nostro compagno Roberto
Nicolosi,
massacrato e buttato in cella d'isolamento dalla polizia penitenziaria.
Abbiamo timore che faccia la fine del detenuto Acquaviva trovato
impiccato
tempo addietro (vedesi procedimento penale in corso contro la polizia
penitenziaria).
Le torture non ci sono soltanto in Iraq ma guardiamo anche in casa
nostra.
Alcuni detenuti del carcere di Nuoro. 5/06/04"
Questa lettera è arrivata in radio indirizzat a Odioilcarcere.
In un'altra lettera del 7 giugno ci inviano la copia della lettera di
protesta
scritta a mano che i detenuti hanno inviato alla Direzione in merito
alla vicenda di Nicolosi:;
"Alla Direzione della C.C. di Nuoro e per conoscenza agli organi di
stato e stampa.
I detenuti della 1° sezione espongono quanto segue: premesso che in data
4.6.04 un nostro compagno (Roberto Nicolosi) è stato provocato e
aggrediti da un brigadiere della polizia penitenziaria;
che il nuovo comandante del carcere con un espediente ha fatto uscire
dalla cella il nostro compagno e con un agguato, vigliaccamente lo hanno fatto
picchiare, a questo punto i detenuti hanno cominciato una serie di
proteste affinchè il nuovo comandante venga allontanato dall'istituto;
si precisa: il documento viene firmato solo e volontariamente dai
detenuti del continente ciò per tutelare i compagni locali da una eventuale
deportazione in continente"
C.C. Nuoro 5.6.04 (seguono 17 firme tra cui quelle dei nostri
corrispondenti
più assidui)
Nella lettera ci allegano una fotocopia di un articolo di un giornale
sardo (ma non si capisce quale giornale sia; forse la Nuova Sardegna o Unione
Sarda, nè di che giorno è) che riporta la vicenda e la richiesta dei
detenuti di trasferimento del comandante delle guardie e lo stesso che si è
dimesso. Il titolo è "Detenuti sicialini in rivolta" sottotitolo " Un ergastolano
sarebbe stato aggredito da un agente di polizia penitenziaria. Ancora
problemi di organico: nei giorni scorsi si è dimesso il comandante delle guardie"
Nell'articolo c'è il nome dell'attuale direttore di Nuoro c
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''Italia/Irak''
Torture in Irak: da Nassirya: Italia sapeva
Nel sito dell’Arma Nazionale dei Carabinieri si puo facilmente trovare delle fotografie sui tratamenti inumani ai prigionieri e si pou chiaramente leggere: “
COS'Ì TRATTAVANO I DETENUTI
Vi pubblichiamo di seguito le foto inedite consegnateci dai Nostri colleghi rientrati dall'Iraq, sul "particolare trattamento in cui venivano sottoposti i fermati ed arrestati, poi rinchiusi nel carcere di nassyria, sulle cui condizioni, come da altrettanto foto quivi pubblicate non vi erano dubbi. Tutti sapevano e tutto avveniva anche alla presenza di italiani che vedevano e riferivano a Roma.
Prigionieri iracheni ammassati in gabbie di ferro in condizioni igieniche molto precarie, militari italiani che sorvegliano persone distese sulla sabbia del deserto, carabinieri e arabi che parlano mentre alcune persone sono distese in terra con le mani ammanettate dietro la schiena. Sono alcune delle foto che l'Unac, l'Unione nazionale arma dei carabinieri (un'associazione privata che riunisce militari in servizio e non), ha pubblicato sul proprio sito (Unionecarabinieri.it) e che, secondo l'associazione, sono state fornite dai militari rientrati dall'Iraq.
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"Foto - è scritto nel sito - scattate dai carabinieri, che ce le hanno consegnate, che erano certamente state inviate anche ai comandi arma e difesa in Italia. Si denota un ammassamento in situazioni igieniche precarie, con segni di torture sui detenuti. Il tutto a conoscenza degli italiani, che hanno scattato le foto. A dimostrazione che tutti, anche gli italiani, sapevano e riferivano".
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'''Prigionieri'''

Lo scorso autunno, su richiesta dell'allora direttore della Cia, George Tenet, il segretario della Difesa Usa, Donald Rumsfeld, ordino' la detenzione in Iraq di un presunto capo terrorista nel carcere di Camp Cropper, vicino all'aeroporto di Baghdad, senza la sua registrazione nella lista dei prigionieri. Lo rende noto il New York Times citando fonti del Pentagono e degli ambienti dell'intelligence Usa per cui la decisione fu presa per sottrarre il detenuto, fermato a luglio, ai controlli periodici della Croce rossa internazionale e per mantenere aperta ogni opzione sul suo status.
Sarebbe stato questo il primo caso di una lunga serie di ''prigionieri fantasma''. Nel caso di quest'uomo, un presunto esponente di spicco di Ansar al Islam, l'organizzazione inizialmente basata in Kurdistan e vicina ad al Qaeda, considerato dagli statunitensi ''organizzatore di operazioni specifiche contro le forze e gli interessi Usa dentro e fuori l'Iraq'', si trova ancora, non registrato, in carcere, dove e' stato interrogato solamente una volta. ''Una volta che e' stato messo sotto custodia militare, si sono perse le sue tracce. Il regolare processo per la gestione di un detenuto non ha funzionato nel suo caso'' -ha ammesso un alto funzionario dell'intelligence. Solo negli ultimi giorni, il vice di Rumsfeld per le questioni dell'intelligence, Stephen Cambone, ha ordinato alla Cia di affrontare il caso di questo detenuto o altrimenti di reinserirlo nel regolare sistema carcerario.

'''Diritti umani'''

L'organizzazione Human Rights Watch ha chiesto al Congresso degli Stati Uniti di revocare norme del cosiddetto "Patriot Act", un pacchetto di misure d'emergenza approvato dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. Le eccezionali misure di sicurezza hanno provocato detenzioni arbitrarie (circa 1.200 persone) e violazioni dei diritti umani, ha sostenuto il direttore dell'Organizzazione, Wendy Patten. "Le retate di immigrati fatte del governo Usa dopo gli attentati dell'11 settembre sono state accompagnate da abusi", ha aggiunto la Patten. La legge di revoca deve occuparsi "di un ampio ventaglio di violazioni dei diritti che sono accadute dopo l'11 settembre...oltre 760 persone prive della cittadinanza Usa sono state arrestate per presunte infrazioni alle leggi sull'immigrazione, mentre altre sono state arrestate come testimoni oppure per accuse che non hanno niente a che vedere con l'11 settembre". La nuova legge deve garantire "i dovuti processi per le persone detenute per presunte infrazioni alle leggi sull'immigrazione. Deve garantire la notifica dei capi d'accusa nei tempi di legge, assicurare giuste decisioni basate su fatti accertati in ogni singolo caso e mettere fine agli arresti segreti", cioe' alle detenzioni di persone di cui non si rivela neanche il nome o il luogo di detenzione.

'''Irak'''

Oggi è l'ultimo giorno di inchiesta della commissine indipendente sull'Irak, che già ieri ha rivelato la totale assenza di legami tra Saddam Hussein e al quaeda nella preparazione degli attacchi dell'11 settembre. L'amminstrazione Bush, già messa in difficoltà da queste dichiasrzioni, deve anche fare i conti con la sempre crewscente sfiducia nei confronti dell'intellignece Usa. Secondo quanto ripoprtato oggi da un quotidiano, i servizi americani d'intelligence scambiarono numerosi pollai per depositi di missili Scud nell'analizzare le foto scattate dai satelliti sull'Iraq. Sulla base di queste notizie sbagliate, gli ispettori dell'Onu esaminarono una serie di allevamenti di polli senza naturalmente trovare nulla di sospetto. A ricordo di quella caccia inutile, un gruppo di esperti d'armamenti delle Nazioni Unite si fece fare una serie di magliette con la scritta: ''Ballistic Chicken Farm Inspection Team'' (squadra d'ispezione di allevamenti balistici di polli). Lo ha raccontato un ex ispettore Onu in Iraq al Los Angeles Times.

'''Iran'''

L'Agenzia internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) ha ammesso di avere riferito erroneamente che l'Iran aveva taciuto informazioni alle Nazioni Unite sull'importazione di parti per la costruzione di una centrifuga utilizzabile anche per l'arricchimento dell'uranio. Lo ha reso noto l'agenzia Onu cui spetta il controllo degli accordi internazionali in materia di nucleare. Il governo di Teheran aveva ribadito oggi che non avrebbe accettato una risoluzione che contenesse affermazioni false, come quelle sopra riportate. Gli Usa avevano invece cercato di spingere affinchè venisse avvolarata l'ipotesi di mancata collaborazione per chiedere l'applicazione di sanzione e il deferimento della questione al consiglio di sicurezza

'''Palestina'''

Un palestinese ferito ieri a Jenin nel corso di un'operazione di cattura di ricercati da parte di un' unita' in borghese dell' esercito israeliano e' morto oggi. Lo hanno riferito fonti palestinesi, senza fornire altri particolari. E almeno tre palestinesi sono rimasti feriti a causa dei colpi di arma da fuoco esplosi al loro indirizzo da soldati israeliani nl corso di nuovi scontri a Nablus, in Cisgiordania. Lo hanno riferito fonti del Centro Internazionale d'Informazione sul Medio Oriente, un'organizzazione umanitaria. Dal canto suo l'Esercito ebraico, che non ha commentato la notizia del triplice ferimento, ha reso noto che in altre zone della stessa Cisgiordania sono stati compiuti diversi rastrellamenti alla ricerca di estremisti: nove persone, per lo piu' attivisti della Jihad Islamica, sono state catturate nei villaggi di Toubas, di Fahma e in ulteriori localita' dei distretti di Tulkarem e di Betlemme. Quattro civili palestinesi sono inoltre stati arrestati a Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza.
Nei pressi dell' insediamento urbano ebraico di Ariel, in Cisgiordania, sono intanto riprese stamane le manifestazioni di protesta di palestinesi e di pacifisti israeliani contro la barriera che Israele ha cominciato a costruire tra Ariel e il villaggio palestinese di Salfit.

 '''Nigeria'''

Il colosso petrolifero Shell ha riconosciuto per la prima volta che le sue politiche in questi anni in Nigeria hanno favorito il clima di instabilita' e la guerra permanente che insanguina le comunita' locali Ijaw e Itsekiri. Un manager della compagnia, Emmanuel Etomi, ha assicurato solenne che la Shell cambiera' atteggiamenti nei rapporti con le autorita' nigeriane e con la popolazione civile. Le dichiarazioni della Shell, riportate da WarNews <http://www.warnews.it/index.php/content/view/944/29/>, seguono le conclusioni di un rapporto commissionato dalla stessa multinazionale e redatto da tre esperti indipendenti, in cui si approfondiscono i legami tra la condotta del colosso anglo-olandese nella regione ed il conflitto permanente nella regione del Delta. Il rapporto non e' stato pubblicato integralmente, sono disponibili solo alcuni stralci sul sito web della compagnia. Le conclusioni del rapporto accusano comunque pesantemente la Shell: dalla corruzione di funzionari e capi delle comunita' locali, al sostegno alle milizie armate perche' proteggano i pozzi petroliferi fino al pesante ruolo avuto dalla Shell nel decennio passato sia nella repressione della rivolta degli Ogoni condotta brutalmente dall'esercito sia nella morte dello scrittore Ken Saro-Wiwa. Un passato scomodo che ora i vertici della multinazionale tentano di scrollarsi di dosso. La Shell ha anche smentito le voci che la vedrebbero ritirarsi dal mercato nigeriano entro il 2008, come previsto dallo stesso rapporto degli esperti. La compagnia cambiera' politica e destinera' piu' fondi a programmi di sviluppo e alla tutela ambientale ma non abbandonera' il paese, che fornisce circa il 10% della produzione del colosso petrolifero.

'''Messico'''

Il Messico ha presentato una protesta ufficiale al Dipartimento di Stato americano per i numerosi arresti di immigrati clandestini, in grande maggioranza messicani, in recenti grosse retate di polizia, soprattutto nello Stato della California; lo ha comunicato oggi il portavoce dell’ambasciata messicana a Washington, Miguel Monterrubio. Dal 4 giugno scorso le forze dell’ordine nello Stato californiano - di cui è governatore l’ex-attore hollywoodiano Arnold Schwarzenegger per il partito repubblicano – hanno condotto una serie di operazioni contro l’immigrazione clandestina nei distretti delle città di Los Angeles, San Bernardino Riverside, San Diego, Ontario Corona e Escondito, dove sembra che, in particolare nelle prime quattro località, non c’erano stati analoghi interventi della polizia negli ultimi quattro anni. La stampa del Paese latino-americano segnala che sono stati arrestati complessivamente 410 clandestini messicani, 283 dei quali hanno firmato un foglio di via ‘volontario’ e almeno 32 sono al momento assistiti da organizzazioni dei diritti civili; espulsi anche tre guatemaltechi e due salvadoregni. Le associazioni, riunitesi in una coalizione che comprende sigle come la ‘Lega dei cittadini latinoamericani uniti’ e la ‘Fratellanza messicana nazionale’, hanno annunciato azioni di protesta per il rilascio degli arrestati. Oggi il presidente del Messico Vicente Fox inizia un visita di più giorni negli Stati Uniti con l’obiettivo di rafforzare i rapporti economici tra le due nazioni e per migliorare i rapporti con singoli Stati della confederazione statunitense nell’ottica di una maggiore integrazione, soprattutto lavorativa, degli immigrati messicani, anche clandestini. “Il Messico ha difeso e difenderà sempre, in maniera categorica, il rispetto dei suoi diritti, tutti i diritti – ha detto il presidente Fox, oggi citato dalla stampa messicana - Mai accetteremo discriminazioni contro i nostri connazionali”. Il portavoce dell’ambasciata ha reso noto che i consolati messicani negli Usa hanno avuto l’ordine di verificare che i propri cittadini non subiscano abusi. Alcuni osservatori politici segnalano la crescente influenza della diaspora messicana negli Usa nella politica interna messicana: si parla infatti da anni di concedere il voto all’estero agli immigrati, di cui ben 25 milioni sono presenti negli Stati Uniti, meno della metà con regolare permesso.


'''Ecuador'''


Alcune migliaia di alunni di sette scuole pubbliche ecuadoriane hanno marciato verso il palazzo presidenziale per chiedere al capo dello Stato, Lucio Gutiérrez, lo stanziamento immediato di fondi per pagare i conti dei servizi pubblici dei loro istituti. Molti allievi di queste scuole hanno lamentato davanti alle telecamere delle televisioni di Quito la mancanza di acqua ed elettricità negli istituti, cosa che mette gravemente a rischio lo svolgimento delle attività disciplinari. Il governo, dopo aver protestato per l&#8217;uso contrario alla legge di &#8220;bambine e bambini minori e adolescenti in spettacoli o programmi di proselitismo politico&#8221;, ha assicurato attraverso un comunicato stampa che stanzierà presto l&#8217;equivalente di circa 550.000 euro per pagare i consumo di elettricità in 70 scuole pubbliche della provincia di Pichincha e nella stessa capitale Quito. Il presidente dell&#8217;Unoine nazionale degli educatori (Une), Ernesto Castello, ha confermato che equivale ad almeno 450-500.000 euro l&#8217;equivalente di cui hanno bisogno le scuole della regione per pagare i debiti accumulati negli anni con le imprese elettriche.


'''Eta'''

La polizia francese ha arrestato almeno otto persone sospettate di essere appartenenti al gruppo basco Eta, in una serie di raid condotti in tre regioni diverse della Francia. Le operazioni sono avvenute nella regione centrale del Limoges, e nella Sarthe e Maine-et-Loire, situate più a nord. Gli inquirenti non hanno rivelato né i nomi né la nazionalità delle persone arrestate. I militanti dell'Eta, gruppo che combatte per l'indipendenza del Paese basco dal resto della Spagna, sono soliti fin dagli anni '60 ad oltrepassare il confine verso le regioni meridionali della Francia, per rifugiarsi dalla polizia spagnola. Da diversi anni le autorità spagnole e francesi hanno intrapreso uno stretto regime di cooperazione per catturare i militanti; l'annuncio odierno è inusuale perché suggerisce che le attività dell'Eta si siano espanse anche più a nord delle regioni immediatamente confinanti della Francia. L'Eta è stata inclusa ufficialmente nelle liste delle organizzazioni terroristiche degli Stati Uniti e dell'Unione europea, come ricompensa al governo aznar per il suo sotegno alla guerra in irak.





=== GR 9.30 ===

'''Irak'''

Almeno 32 persone sono morte e 120 sono rimaste ferite per l&#8217;esplosione di un&#8217;autobomba stamani davanti a un centro di reclutamento del nuovo esercito iracheno a Baghdad. Il mezzo, carico di proiettili di artiglieria, è deflagrato vicino ai cancelli di un edificio, situato nei presi dell&#8217;aeroporto della capitale irachena, e fuori del quale c&#8217;era una lunga fila di iracheni in attesa di registrarsi. Il provvisorio bilancio delle vittime è stato diffuso da fonti ospedaliere.Il luogo del nuovo attacco si trova in piena capitale irachena, vicino alla cosiddetta 'Zona Verde': il complesso che un tempo costituiva il Palazzo Presidenziale di Saddam Hussein, sulla sponda occidentale del fiume Tigri, e nel quale sono adesso ospitati il quartier generale alleato e gli uffici della Cpa, l'Amministrazione Provvisoria della Coalizione cui fino al 30 giugno, quando avverra' il passaggio delle consegne a favore di un nuovo governo transitorio, spetta le gestione degli affari civili nel Paese arabo. Nella stessa zona si trovano altresi' l'ex sede dell'Assemblea Nazionale, il Parlamento all'epoca del regime di Saddam, e l'aeroporto di Muthanna, in prossimita' del quale sorge una base militare statunitense. Secondo varie emittenti satellitari arabe, proprio qui sarebbe avvenuta la nuova esplosione. Dal sito e' stata vista levarsi verso il cielo un'alta colonna di fumo denso, mentre la zona piombava nel caos, nel frastuono causato dalle urla dei passanti e dagli ululati delle sirene delle ambulanze.
 Non è la prima volta che vengono presi di mira i cittadini iracheni che intendono arruolarsi nelle forze governative dell&#8217;esercito o della polizia: lo scorso 11 febbraio un analogo attentato nella zona del vecchio aeroporto di Al Muthana a Baghdad davanti a un centro di reclutamento aveva provocato una cinquantina di vittime; altrettanto era accaduto il giorno prima a Iskandariya, città abitata in prevalenza da musulmani sciiti e distante circa 40 chilometri a sud della capitale, dove un altro veicolo era deflagrato davanti a un commissariato di polizia, mentre anche lì era in corso la selezione delle reclute, uccidendo 55 persone.





'''Prigionieri'''

Lo scorso autunno, su richiesta dell'allora direttore della Cia, George Tenet, il segretario della Difesa Usa, Donald Rumsfeld, ordino' la detenzione in Iraq di un presunto capo terrorista nel carcere di Camp Cropper, vicino all'aeroporto di Baghdad, senza la sua registrazione nella lista dei prigionieri. Lo rende noto il New York Times citando fonti del Pentagono e degli ambienti dell'intelligence Usa per cui la decisione fu presa per sottrarre il detenuto, fermato a luglio, ai controlli periodici della Croce rossa internazionale e per mantenere aperta ogni opzione sul suo status.
Sarebbe stato questo il primo caso di una lunga serie di ''prigionieri fantasma''. Nel caso di quest'uomo, un presunto esponente di spicco di Ansar al Islam, l'organizzazione inizialmente basata in Kurdistan e vicina ad al Qaeda, considerato dagli statunitensi ''organizzatore di operazioni specifiche contro le forze e gli interessi Usa dentro e fuori l'Iraq'', si trova ancora, non registrato, in carcere, dove e' stato interrogato solamente una volta. ''Una volta che e' stato messo sotto custodia militare, si sono perse le sue tracce. Il regolare processo per la gestione di un detenuto non ha funzionato nel suo caso'' -ha ammesso un alto funzionario dell'intelligence. Solo negli ultimi giorni, il vice di Rumsfeld per le questioni dell'intelligence, Stephen Cambone, ha ordinato alla Cia di affrontare il caso di questo detenuto o altrimenti di reinserirlo nel regolare sistema carcerario.

'''Diritti umani'''

L'organizzazione Human Rights Watch ha chiesto al Congresso degli Stati Uniti di revocare norme del cosiddetto "Patriot Act", un pacchetto di misure d'emergenza approvato dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. Le eccezionali misure di sicurezza hanno provocato detenzioni arbitrarie (circa 1.200 persone) e violazioni dei diritti umani, ha sostenuto il direttore dell'Organizzazione, Wendy Patten. "Le retate di immigrati fatte del governo Usa dopo gli attentati dell'11 settembre sono state accompagnate da abusi", ha aggiunto la Patten. La legge di revoca deve occuparsi "di un ampio ventaglio di violazioni dei diritti che sono accadute dopo l'11 settembre...oltre 760 persone prive della cittadinanza Usa sono state arrestate per presunte infrazioni alle leggi sull'immigrazione, mentre altre sono state arrestate come testimoni oppure per accuse che non hanno niente a che vedere con l'11 settembre". La nuova legge deve garantire "i dovuti processi per le persone detenute per presunte infrazioni alle leggi sull'immigrazione. Deve garantire la notifica dei capi d'accusa nei tempi di legge, assicurare giuste decisioni basate su fatti accertati in ogni singolo caso e mettere fine agli arresti segreti", cioe' alle detenzioni di persone di cui non si rivela neanche il nome o il luogo di detenzione.


 

'''Ecuador'''


Alcune migliaia di alunni di sette scuole pubbliche ecuadoriane hanno marciato verso il palazzo presidenziale per chiedere al capo dello Stato, Lucio Gutiérrez, lo stanziamento immediato di fondi per pagare i conti dei servizi pubblici dei loro istituti. Molti allievi di queste scuole hanno lamentato davanti alle telecamere delle televisioni di Quito la mancanza di acqua ed elettricità negli istituti, cosa che mette gravemente a rischio lo svolgimento delle attività disciplinari. Il governo, dopo aver protestato per l&#8217;uso contrario alla legge di &#8220;bambine e bambini minori e adolescenti in spettacoli o programmi di proselitismo politico&#8221;, ha assicurato attraverso un comunicato stampa che stanzierà presto l&#8217;equivalente di circa 550.000 euro per pagare i consumo di elettricità in 70 scuole pubbliche della provincia di Pichincha e nella stessa capitale Quito. Il presidente dell&#8217;Unoine nazionale degli educatori (Une), Ernesto Castello, ha confermato che equivale ad almeno 450-500.000 euro l&#8217;equivalente di cui hanno bisogno le scuole della regione per pagare i debiti accumulati negli anni con le imprese elettriche.


'''Argentina'''

Sono salite a sette le vittime provocate dal crollo avvenuto lunedi' notte all'interno di una miniera di carbone a Rio Turbio, in Patagonia, mentre le squadre di soccorso stanno tentando di rintracciare altri sette minatori dispersi. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa Dyn, precisando che dopo i quattro minatori trovati morti ieri - altri 43 si sono salvati riuscendo a risalire alla superficie -, i soccorritori hanno trovato le salme di altri tre durante la giornata di oggi. Sul posto, situato a circa 2.000 chilometri al sud di Buenos Aires, e' giunto anche il presidente Nestor Kirchner, che ha assicurato che sara' aperta un'inchiesta per accertare le cause dell'incendio che ha provocato il crollo di alcune gallerie della miniera. Intanto almeno una dozzina di soccorritori stanno perlustrando, anche se con molte difficolta', i cunicoli della miniera alla ricerca dei dispersi, che si troverebbero a 600 metri di profondita' e a circa sette chilometri dall'entrata

Irak

Almeno 35 persone sono morte e 120 sono rimaste ferite per l’esplosione di un’autobomba stamani davanti a un centro di reclutamento del nuovo esercito iracheno a Baghdad. Il mezzo, carico di proiettili di artiglieria, è deflagrato vicino ai cancelli di un edificio, situato nei presi dell’aeroporto della capitale irachena, e fuori del quale c’era una lunga fila di iracheni in attesa di registrarsi. Il provvisorio bilancio delle vittime è stato diffuso da fonti ospedaliere.Il luogo del nuovo attacco si trova in piena capitale irachena, vicino alla cosiddetta 'Zona Verde': il complesso che un tempo costituiva il Palazzo Presidenziale di Saddam Hussein, sulla sponda occidentale del fiume Tigri, e nel quale sono adesso ospitati il quartier generale alleato e gli uffici della Cpa, l'Amministrazione Provvisoria della Coalizione cui fino al 30 giugno, quando avverra' il passaggio delle consegne a favore di un nuovo governo transitorio, spetta le gestione degli affari civili nel Paese arabo. Nella stessa zona si trovano altresi' l'ex sede dell'Assemblea Nazionale, il Parlamento all'epoca del regime di Saddam, e l'aeroporto di Muthanna, in prossimita' del quale sorge una base militare statunitense. Secondo varie emittenti satellitari arabe, proprio qui sarebbe avvenuta la nuova esplosione. Dal sito e' stata vista levarsi verso il cielo un'alta colonna di fumo denso, mentre la zona piombava nel caos, nel frastuono causato dalle urla dei passanti e dagli ululati delle sirene delle ambulanze.

  • Non è la prima volta che vengono presi di mira i cittadini iracheni che intendono arruolarsi nelle forze governative dell’esercito o della polizia: lo scorso 11 febbraio un analogo attentato nella zona del vecchio aeroporto di Al Muthana a Baghdad davanti a un centro di reclutamento aveva provocato una cinquantina di vittime; altrettanto era accaduto il giorno prima a Iskandariya, città abitata in prevalenza da musulmani sciiti e distante circa 40 chilometri a sud della capitale, dove un altro veicolo era deflagrato davanti a un commissariato di polizia, mentre anche lì era in corso la selezione delle reclute, uccidendo 55 persone.

Prigionieri

Lo scorso autunno, su richiesta dell'allora direttore della Cia, George Tenet, il segretario della Difesa Usa, Donald Rumsfeld, ordino' la detenzione in Iraq di un presunto capo terrorista nel carcere di Camp Cropper, vicino all'aeroporto di Baghdad, senza la sua registrazione nella lista dei prigionieri. Lo rende noto il New York Times citando fonti del Pentagono e degli ambienti dell'intelligence Usa per cui la decisione fu presa per sottrarre il detenuto, fermato a luglio, ai controlli periodici della Croce rossa internazionale e per mantenere aperta ogni opzione sul suo status. Sarebbe stato questo il primo caso di una lunga serie di prigionieri fantasma. Nel caso di quest'uomo, un presunto esponente di spicco di Ansar al Islam, l'organizzazione inizialmente basata in Kurdistan e vicina ad al Qaeda, considerato dagli statunitensi organizzatore di operazioni specifiche contro le forze e gli interessi Usa dentro e fuori l'Iraq, si trova ancora, non registrato, in carcere, dove e' stato interrogato solamente una volta. Una volta che e' stato messo sotto custodia militare, si sono perse le sue tracce. Il regolare processo per la gestione di un detenuto non ha funzionato nel suo caso -ha ammesso un alto funzionario dell'intelligence. Solo negli ultimi giorni, il vice di Rumsfeld per le questioni dell'intelligence, Stephen Cambone, ha ordinato alla Cia di affrontare il caso di questo detenuto o altrimenti di reinserirlo nel regolare sistema carcerario.

Diritti umani

L'organizzazione Human Rights Watch ha chiesto al Congresso degli Stati Uniti di revocare norme del cosiddetto "Patriot Act", un pacchetto di misure d'emergenza approvato dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. Le eccezionali misure di sicurezza hanno provocato detenzioni arbitrarie (circa 1.200 persone) e violazioni dei diritti umani, ha sostenuto il direttore dell'Organizzazione, Wendy Patten. "Le retate di immigrati fatte del governo Usa dopo gli attentati dell'11 settembre sono state accompagnate da abusi", ha aggiunto la Patten. La legge di revoca deve occuparsi "di un ampio ventaglio di violazioni dei diritti che sono accadute dopo l'11 settembre...oltre 760 persone prive della cittadinanza Usa sono state arrestate per presunte infrazioni alle leggi sull'immigrazione, mentre altre sono state arrestate come testimoni oppure per accuse che non hanno niente a che vedere con l'11 settembre". La nuova legge deve garantire "i dovuti processi per le persone detenute per presunte infrazioni alle leggi sull'immigrazione. Deve garantire la notifica dei capi d'accusa nei tempi di legge, assicurare giuste decisioni basate su fatti accertati in ogni singolo caso e mettere fine agli arresti segreti", cioe' alle detenzioni di persone di cui non si rivela neanche il nome o il luogo di detenzione.

Irak

Oggi è l'ultimo giorno di inchiesta della commissine indipendente sull'Irak, che già ieri ha rivelato la totale assenza di legami tra Saddam Hussein e al quaeda nella preparazione degli attacchi dell'11 settembre. L'amminstrazione Bush, già messa in difficoltà da queste dichiasrzioni, deve anche fare i conti con la sempre crewscente sfiducia nei confronti dell'intellignece Usa. Secondo quanto ripoprtato oggi da un quotidiano, i servizi americani d'intelligence scambiarono numerosi pollai per depositi di missili Scud nell'analizzare le foto scattate dai satelliti sull'Iraq. Sulla base di queste notizie sbagliate, gli ispettori dell'Onu esaminarono una serie di allevamenti di polli senza naturalmente trovare nulla di sospetto. A ricordo di quella caccia inutile, un gruppo di esperti d'armamenti delle Nazioni Unite si fece fare una serie di magliette con la scritta: Ballistic Chicken Farm Inspection Team (squadra d'ispezione di allevamenti balistici di polli). Lo ha raccontato un ex ispettore Onu in Iraq al Los Angeles Times.

Iran

L'Agenzia internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) ha ammesso di avere riferito erroneamente che l'Iran aveva taciuto informazioni alle Nazioni Unite sull'importazione di parti per la costruzione di una centrifuga utilizzabile anche per l'arricchimento dell'uranio. Lo ha reso noto l'agenzia Onu cui spetta il controllo degli accordi internazionali in materia di nucleare. Il governo di Teheran aveva ribadito oggi che non avrebbe accettato una risoluzione che contenesse affermazioni false, come quelle sopra riportate. Gli Usa avevano invece cercato di spingere affinchè venisse avvolarata l'ipotesi di mancata collaborazione per chiedere l'applicazione di sanzione e il deferimento della questione al consiglio di sicurezza

Palestina

Un palestinese ferito ieri a Jenin nel corso di un'operazione di cattura di ricercati da parte di un' unita' in borghese dell' esercito israeliano e' morto oggi. Lo hanno riferito fonti palestinesi, senza fornire altri particolari. E almeno tre palestinesi sono rimasti feriti a causa dei colpi di arma da fuoco esplosi al loro indirizzo da soldati israeliani nl corso di nuovi scontri a Nablus, in Cisgiordania. Lo hanno riferito fonti del Centro Internazionale d'Informazione sul Medio Oriente, un'organizzazione umanitaria. Dal canto suo l'Esercito ebraico, che non ha commentato la notizia del triplice ferimento, ha reso noto che in altre zone della stessa Cisgiordania sono stati compiuti diversi rastrellamenti alla ricerca di estremisti: nove persone, per lo piu' attivisti della Jihad Islamica, sono state catturate nei villaggi di Toubas, di Fahma e in ulteriori localita' dei distretti di Tulkarem e di Betlemme. Quattro civili palestinesi sono inoltre stati arrestati a Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza. Nei pressi dell' insediamento urbano ebraico di Ariel, in Cisgiordania, sono intanto riprese stamane le manifestazioni di protesta di palestinesi e di pacifisti israeliani contro la barriera che Israele ha cominciato a costruire tra Ariel e il villaggio palestinese di Salfit.

  • Nigeria

Il colosso petrolifero Shell ha riconosciuto per la prima volta che le sue politiche in questi anni in Nigeria hanno favorito il clima di instabilita' e la guerra permanente che insanguina le comunita' locali Ijaw e Itsekiri. Un manager della compagnia, Emmanuel Etomi, ha assicurato solenne che la Shell cambiera' atteggiamenti nei rapporti con le autorita' nigeriane e con la popolazione civile. Le dichiarazioni della Shell, riportate da WarNews <http://www.warnews.it/index.php/content/view/944/29/>, seguono le conclusioni di un rapporto commissionato dalla stessa multinazionale e redatto da tre esperti indipendenti, in cui si approfondiscono i legami tra la condotta del colosso anglo-olandese nella regione ed il conflitto permanente nella regione del Delta. Il rapporto non e' stato pubblicato integralmente, sono disponibili solo alcuni stralci sul sito web della compagnia. Le conclusioni del rapporto accusano comunque pesantemente la Shell: dalla corruzione di funzionari e capi delle comunita' locali, al sostegno alle milizie armate perche' proteggano i pozzi petroliferi fino al pesante ruolo avuto dalla Shell nel decennio passato sia nella repressione della rivolta degli Ogoni condotta brutalmente dall'esercito sia nella morte dello scrittore Ken Saro-Wiwa. Un passato scomodo che ora i vertici della multinazionale tentano di scrollarsi di dosso. La Shell ha anche smentito le voci che la vedrebbero ritirarsi dal mercato nigeriano entro il 2008, come previsto dallo stesso rapporto degli esperti. La compagnia cambiera' politica e destinera' piu' fondi a programmi di sviluppo e alla tutela ambientale ma non abbandonera' il paese, che fornisce circa il 10% della produzione del colosso petrolifero.

Messico

Il Messico ha presentato una protesta ufficiale al Dipartimento di Stato americano per i numerosi arresti di immigrati clandestini, in grande maggioranza messicani, in recenti grosse retate di polizia, soprattutto nello Stato della California; lo ha comunicato oggi il portavoce dell’ambasciata messicana a Washington, Miguel Monterrubio. Dal 4 giugno scorso le forze dell’ordine nello Stato californiano - di cui è governatore l’ex-attore hollywoodiano Arnold Schwarzenegger per il partito repubblicano – hanno condotto una serie di operazioni contro l’immigrazione clandestina nei distretti delle città di Los Angeles, San Bernardino Riverside, San Diego, Ontario Corona e Escondito, dove sembra che, in particolare nelle prime quattro località, non c’erano stati analoghi interventi della polizia negli ultimi quattro anni. La stampa del Paese latino-americano segnala che sono stati arrestati complessivamente 410 clandestini messicani, 283 dei quali hanno firmato un foglio di via ‘volontario’ e almeno 32 sono al momento assistiti da organizzazioni dei diritti civili; espulsi anche tre guatemaltechi e due salvadoregni. Le associazioni, riunitesi in una coalizione che comprende sigle come la ‘Lega dei cittadini latinoamericani uniti’ e la ‘Fratellanza messicana nazionale’, hanno annunciato azioni di protesta per il rilascio degli arrestati. Oggi il presidente del Messico Vicente Fox inizia un visita di più giorni negli Stati Uniti con l’obiettivo di rafforzare i rapporti economici tra le due nazioni e per migliorare i rapporti con singoli Stati della confederazione statunitense nell’ottica di una maggiore integrazione, soprattutto lavorativa, degli immigrati messicani, anche clandestini. “Il Messico ha difeso e difenderà sempre, in maniera categorica, il rispetto dei suoi diritti, tutti i diritti – ha detto il presidente Fox, oggi citato dalla stampa messicana - Mai accetteremo discriminazioni contro i nostri connazionali”. Il portavoce dell’ambasciata ha reso noto che i consolati messicani negli Usa hanno avuto l’ordine di verificare che i propri cittadini non subiscano abusi. Alcuni osservatori politici segnalano la crescente influenza della diaspora messicana negli Usa nella politica interna messicana: si parla infatti da anni di concedere il voto all’estero agli immigrati, di cui ben 25 milioni sono presenti negli Stati Uniti, meno della metà con regolare permesso.

Ecuador

Alcune migliaia di alunni di sette scuole pubbliche ecuadoriane hanno marciato verso il palazzo presidenziale per chiedere al capo dello Stato, Lucio Gutiérrez, lo stanziamento immediato di fondi per pagare i conti dei servizi pubblici dei loro istituti. Molti allievi di queste scuole hanno lamentato davanti alle telecamere delle televisioni di Quito la mancanza di acqua ed elettricità negli istituti, cosa che mette gravemente a rischio lo svolgimento delle attività disciplinari. Il governo, dopo aver protestato per l’uso contrario alla legge di “bambine e bambini minori e adolescenti in spettacoli o programmi di proselitismo politico”, ha assicurato attraverso un comunicato stampa che stanzierà presto l’equivalente di circa 550.000 euro per pagare i consumo di elettricità in 70 scuole pubbliche della provincia di Pichincha e nella stessa capitale Quito. Il presidente dell’Unoine nazionale degli educatori (Une), Ernesto Castello, ha confermato che equivale ad almeno 450-500.000 euro l’equivalente di cui hanno bisogno le scuole della regione per pagare i debiti accumulati negli anni con le imprese elettriche.

Eta

La polizia francese ha arrestato almeno otto persone sospettate di essere appartenenti al gruppo basco Eta, in una serie di raid condotti in tre regioni diverse della Francia. Le operazioni sono avvenute nella regione centrale del Limoges, e nella Sarthe e Maine-et-Loire, situate più a nord. Gli inquirenti non hanno rivelato né i nomi né la nazionalità delle persone arrestate. I militanti dell'Eta, gruppo che combatte per l'indipendenza del Paese basco dal resto della Spagna, sono soliti fin dagli anni '60 ad oltrepassare il confine verso le regioni meridionali della Francia, per rifugiarsi dalla polizia spagnola. Da diversi anni le autorità spagnole e francesi hanno intrapreso uno stretto regime di cooperazione per catturare i militanti; l'annuncio odierno è inusuale perché suggerisce che le attività dell'Eta si siano espanse anche più a nord delle regioni immediatamente confinanti della Francia. L'Eta è stata inclusa ufficialmente nelle liste delle organizzazioni terroristiche degli Stati Uniti e dell'Unione europea, come ricompensa al governo aznar per il suo sotegno alla guerra in irak.

GR 9.30

Irak

Almeno 32 persone sono morte e 120 sono rimaste ferite per l’esplosione di un’autobomba stamani davanti a un centro di reclutamento del nuovo esercito iracheno a Baghdad. Il mezzo, carico di proiettili di artiglieria, è deflagrato vicino ai cancelli di un edificio, situato nei presi dell’aeroporto della capitale irachena, e fuori del quale c’era una lunga fila di iracheni in attesa di registrarsi. Il provvisorio bilancio delle vittime è stato diffuso da fonti ospedaliere.Il luogo del nuovo attacco si trova in piena capitale irachena, vicino alla cosiddetta 'Zona Verde': il complesso che un tempo costituiva il Palazzo Presidenziale di Saddam Hussein, sulla sponda occidentale del fiume Tigri, e nel quale sono adesso ospitati il quartier generale alleato e gli uffici della Cpa, l'Amministrazione Provvisoria della Coalizione cui fino al 30 giugno, quando avverra' il passaggio delle consegne a favore di un nuovo governo transitorio, spetta le gestione degli affari civili nel Paese arabo. Nella stessa zona si trovano altresi' l'ex sede dell'Assemblea Nazionale, il Parlamento all'epoca del regime di Saddam, e l'aeroporto di Muthanna, in prossimita' del quale sorge una base militare statunitense. Secondo varie emittenti satellitari arabe, proprio qui sarebbe avvenuta la nuova esplosione. Dal sito e' stata vista levarsi verso il cielo un'alta colonna di fumo denso, mentre la zona piombava nel caos, nel frastuono causato dalle urla dei passanti e dagli ululati delle sirene delle ambulanze.

  • Non è la prima volta che vengono presi di mira i cittadini iracheni che intendono arruolarsi nelle forze governative dell’esercito o della polizia: lo scorso 11 febbraio un analogo attentato nella zona del vecchio aeroporto di Al Muthana a Baghdad davanti a un centro di reclutamento aveva provocato una cinquantina di vittime; altrettanto era accaduto il giorno prima a Iskandariya, città abitata in prevalenza da musulmani sciiti e distante circa 40 chilometri a sud della capitale, dove un altro veicolo era deflagrato davanti a un commissariato di polizia, mentre anche lì era in corso la selezione delle reclute, uccidendo 55 persone.

Prigionieri

Lo scorso autunno, su richiesta dell'allora direttore della Cia, George Tenet, il segretario della Difesa Usa, Donald Rumsfeld, ordino' la detenzione in Iraq di un presunto capo terrorista nel carcere di Camp Cropper, vicino all'aeroporto di Baghdad, senza la sua registrazione nella lista dei prigionieri. Lo rende noto il New York Times citando fonti del Pentagono e degli ambienti dell'intelligence Usa per cui la decisione fu presa per sottrarre il detenuto, fermato a luglio, ai controlli periodici della Croce rossa internazionale e per mantenere aperta ogni opzione sul suo status. Sarebbe stato questo il primo caso di una lunga serie di prigionieri fantasma. Nel caso di quest'uomo, un presunto esponente di spicco di Ansar al Islam, l'organizzazione inizialmente basata in Kurdistan e vicina ad al Qaeda, considerato dagli statunitensi organizzatore di operazioni specifiche contro le forze e gli interessi Usa dentro e fuori l'Iraq, si trova ancora, non registrato, in carcere, dove e' stato interrogato solamente una volta. Una volta che e' stato messo sotto custodia militare, si sono perse le sue tracce. Il regolare processo per la gestione di un detenuto non ha funzionato nel suo caso -ha ammesso un alto funzionario dell'intelligence. Solo negli ultimi giorni, il vice di Rumsfeld per le questioni dell'intelligence, Stephen Cambone, ha ordinato alla Cia di affrontare il caso di questo detenuto o altrimenti di reinserirlo nel regolare sistema carcerario.

Diritti umani

L'organizzazione Human Rights Watch ha chiesto al Congresso degli Stati Uniti di revocare norme del cosiddetto "Patriot Act", un pacchetto di misure d'emergenza approvato dopo gli attentati dell'11 settembre 2001. Le eccezionali misure di sicurezza hanno provocato detenzioni arbitrarie (circa 1.200 persone) e violazioni dei diritti umani, ha sostenuto il direttore dell'Organizzazione, Wendy Patten. "Le retate di immigrati fatte del governo Usa dopo gli attentati dell'11 settembre sono state accompagnate da abusi", ha aggiunto la Patten. La legge di revoca deve occuparsi "di un ampio ventaglio di violazioni dei diritti che sono accadute dopo l'11 settembre...oltre 760 persone prive della cittadinanza Usa sono state arrestate per presunte infrazioni alle leggi sull'immigrazione, mentre altre sono state arrestate come testimoni oppure per accuse che non hanno niente a che vedere con l'11 settembre". La nuova legge deve garantire "i dovuti processi per le persone detenute per presunte infrazioni alle leggi sull'immigrazione. Deve garantire la notifica dei capi d'accusa nei tempi di legge, assicurare giuste decisioni basate su fatti accertati in ogni singolo caso e mettere fine agli arresti segreti", cioe' alle detenzioni di persone di cui non si rivela neanche il nome o il luogo di detenzione.

Ecuador

Alcune migliaia di alunni di sette scuole pubbliche ecuadoriane hanno marciato verso il palazzo presidenziale per chiedere al capo dello Stato, Lucio Gutiérrez, lo stanziamento immediato di fondi per pagare i conti dei servizi pubblici dei loro istituti. Molti allievi di queste scuole hanno lamentato davanti alle telecamere delle televisioni di Quito la mancanza di acqua ed elettricità negli istituti, cosa che mette gravemente a rischio lo svolgimento delle attività disciplinari. Il governo, dopo aver protestato per l’uso contrario alla legge di “bambine e bambini minori e adolescenti in spettacoli o programmi di proselitismo politico”, ha assicurato attraverso un comunicato stampa che stanzierà presto l’equivalente di circa 550.000 euro per pagare i consumo di elettricità in 70 scuole pubbliche della provincia di Pichincha e nella stessa capitale Quito. Il presidente dell’Unoine nazionale degli educatori (Une), Ernesto Castello, ha confermato che equivale ad almeno 450-500.000 euro l’equivalente di cui hanno bisogno le scuole della regione per pagare i debiti accumulati negli anni con le imprese elettriche.

Argentina

Sono salite a sette le vittime provocate dal crollo avvenuto lunedi' notte all'interno di una miniera di carbone a Rio Turbio, in Patagonia, mentre le squadre di soccorso stanno tentando di rintracciare altri sette minatori dispersi. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa Dyn, precisando che dopo i quattro minatori trovati morti ieri - altri 43 si sono salvati riuscendo a risalire alla superficie -, i soccorritori hanno trovato le salme di altri tre durante la giornata di oggi. Sul posto, situato a circa 2.000 chilometri al sud di Buenos Aires, e' giunto anche il presidente Nestor Kirchner, che ha assicurato che sara' aperta un'inchiesta per accertare le cause dell'incendio che ha provocato il crollo di alcune gallerie della miniera. Intanto almeno una dozzina di soccorritori stanno perlustrando, anche se con molte difficolta', i cunicoli della miniera alla ricerca dei dispersi, che si troverebbero a 600 metri di profondita' e a circa sette chilometri dall'entrata

gror040617 (last edited 2008-06-26 10:00:22 by anonymous)