GR ORE 13.00

G8

Si allungano i tempi del processo, davanti al tribunale di Genova, che vede imputati di devastazione e saccheggio 25 compagni. L'udienza odierna è stata annullata e così pure la prossima di martedì 29. Il presidente del tribunale ha stabilito di riprendere il procedimento il 6 luglio. I motivi della decisione del tribunale, presa all'ultimo momento, ma già preannunciata la settimana scorsa, sono essenzialmente due: consentire agli avvocati difensori di prendere completa visione dei Dvd (che durano tre ore e mezza) che sono il supporto base dell'accusa e in secondo luogo consentire ai testimoni dell'accusa di rispondere al controinterrogatorio della difesa immediatamente. Le difese infatti si sono riservate di svolgerlo anche in una fase successiva, appunto dopo aver visionato video e foto, e il tempo limite è appunto il 6 luglio. In più lo stesso tribunale deve ancora decidere se accogliere agli atti come prova il Dvd assemblato, su incarico della procura, dal maresciallo dei vigili urbani Vittorio Corda. Marco Devoto, presidente del tribunale, aveva infatti concesso la visione del Dvd e di altre prove fotografiche, ma si era riservato di inserirlo agli atti come prova solo in un secondo momento. Decisione che dovrebbe quindi essere alla prossima udienza. Per quanto riguarda un'altra branca dei vari procedimenti che riguardano i fatti del G 8 e precisamente l'irruzione e le violenze alla scuola Diaz, la prima udienza (con la richiesta di rinvio a giudizio di 29 tra dirigenti, funzionari e addetti delle forze dell'ordine) rimane fissata per sabato 26 giugno. Un giorno inusuale scelto, come hanno detto ad Apcom fonti della procura, perché alcuni dei difensori degli imputati sono parlamentari. E il sabato raramente le camere sono in sessione. Anche in questo caso però il rischio di un allungamento del procedimento sono tangibili. La procura infatti non ha ancora depositato la sua memoria complessiva che, in genere, accompagna la richiesta di rinvio a giudizio.

Petrolchimico

Durera' almeno quattro udienze la requisitoria al processo d'appello per le morti e l'inquinamento da cloruro di vinile monomero (Cvm) al Petrolchimico di Marghera. Lo ha annunciato stamane, nell'aula bunker di Mestre, il pm Felice Casson, all'inizio della propria discussione, relativa ai capi d'accusa di omissione dolosa di cautele nei luoghi di lavoro e omicidio colposo nei confronti dei 26 imputati, ex presidenti ed ex dirigenti di Montedison, Enichem ed Eni. Dopo l'intervento di Casson, la parola passera' al Pg Bruno Bruni, che trattera' la parte relativa ai reati di tipo ambientale. Prima della pausa feriale vi saranno altre due udienze, riservate alle parti civili. I difensori interverranno dopo l'estate. Nell'ultima udienza del processo, i giudici della seconda sezione penale della Corte, presidente Francesco Aliprandi, avevano respinto l'istanza di rinnovazione dibattimentale e di acquisizione di nuovi elementi di prova avanzata da accusa e parti civili, ritenendoli non necessari alla formulazione del giudizio d'appello

E un gruppo di appartenenti alla Cub (Confederazione unitaria di base) ha attuato un presidio davanti ai cancelli dell'aula bunker di Mestre (Venezia), dove si sta svolgendo la prima parte della requisitoria al processo d'appello per il Petrolchimico di Porto Marghera. I sindacalisti, giunti in pullman da Milano, hanno affisso alcuni striscioni e appeso bandiere alle recinzioni di fronte all'aula. Il presidio era stato annunciato ieri dalla Cub, come iniziativa di sostegno all'accusa nel processo.

Alitalia

Nel consiglio dei ministri di oggi all'ordine del giorno Alitalia non c'e. Lo ha detto il ministro del Welfare, Roberto Maroni, a margine di un incontro sulla due ruote organizzato dall'Ancma a Cernobbio. Maroni ha poi definito un'invenzione dei giornali l'idea che sia prossimo un decreto sul prestito ponte per l'Alitalia. Ci sono vari provvedimenti - ha spiegato Maroni sul Cdm di oggi - come un decreto sull'agricoltura e sul latte pastorizzato, ma non c'e' scritto nulla su Alitalia. Almeno che non venga portato qualcosa fuori sacco, ma mi sembrerebbe strano. Questa mattina, a seguito di queste informazioni, il tittolo alitalia era stato sospeso in borsa.

Cecenia

Decine di persone sono rimaste uccise nei violenti scontri scoppiati nella notte nella repubblica russa dell'Inguscezia, al confine con la Cecenia. Secondo le agenzie di informazioni russe, negli scontri sono morte 48 persone, decine sono rimaste ferite e sono scesi in campo circa 200 ribelli, che hanno messo a ferro e fuoco la capitale Nazran, ma anche Karabulak e Sleptsovskaya. La guerriglia ha lanciato un'offensiva a larga scala, attaccando diversi obiettivi in Inguscezia, : poco dopo la mezzanotte, sono stati presi d'assalto il ministero dell'Interno, la sua armeria e un'importante caserma delle guardie di frontiera. Il bilancio, fornito dall'Itar-Tass, conta tra le vittime il ministro dell'interno, Abukar Kostoyev, e il capo della sicurezza del ministero. I combattimenti sono andati avanti per tutta la notte e sono terminati all'alba, quando la guerriglia si e' dispersa e ritirata in piccoli gruppi. Il presidente dell'Inguscezia, Murat Zyazikov, ha annunciato tre giorni di lutto e affermato che l'attacco aveva l'obiettivo di "destabilizzare la situazione nel Caucaso del Nord".

Irak/korea

Il ministro degli Esteri sudcoreano Ban Ki-moon sta prendendo in considerazione l'ipotesi di apparire su al Jazeera per chiedere la liberazione dell'ostaggio Kim Sun-il, che rischia la decapitazione. Lo ha rivelato lo stesso ministro oggi all'agenzia di stampa Yonhap. Il governo di Seoul, oltre ad aver aperto un canale negoziale con i sequestratori, che si autodefiniscono appartenenti al Gruppo per il monoteismo e la jihad, il cui presunto capo e Abu Musab al Zarqawi, hanno anche iniziato a mostrare un atteggiamento più cauto rispetto alla questione dell'invio di 3mila uomini nel nord dell'Iraq. Seoul ha dapprima posto un paletto chiaro: nessun cedimento ai ricatti dei rapitori, che hanno dato 24 ore alla Corea del Sud per recedere dalla decisione di rafforzare il contingente in Iraq, altrimenti avrebbero tagliato la testa all'ostaggio. Col passare delle ore, però, i ministri di Seoul hanno deciso di mantenere un profilo più basso. Una maggiore prudenza che non si esclude sia stata suggerita anche dai sondaggi che danno i cittadini sudcoreani ampiamente contrari al rafforzamento del contingente. Nella notte a Seoul molti pacifisti hanno dato vita a una veglia di protesta. "Niente truppe in Iraq", urlavano i manifestanti, che accusano il governo di mettere a rischio la vita di innocenti cittadini, mettendosi al servizio degli Stati Uniti e di una guerra ingiustificata.

Irak/Usa

Negli Stati Uniti, un sondaggio realizzato dal canale televisivo ABC e dal quotidiano Washington Post ha rivelato che il 52% delle persone intervistate sono contrarie al proseguimento della guerra in Iraq. E' la prima volta che piu' della meta' degli statunitensi si esprime contro la guerra. Solo il 47% delle persone intervistate pensa che valga la pena continuare. Il dato piu' forte emerso dal sondaggio e' quello relativo al problema delle vittime: il 71% stima inaccettabile il numero di vittime, piu' di 800, tra i soldati americani nella guerra irachena. George W. Bush e' in corsa per un secondo mandato come presidente e questo sondaggio non sembra promettere nulla di buono per la sua seconda ascesa alla Casa Bianca. Secondo la ABC, per la prima volta la popolarita' del presidente si ferma al 47%.

Iran

Saranno sottoposti a processo in Iran gli otto militari britannici arrestati ieri al confine con l'Iraq, nelle acque dello Shatt al Arab, mentre si trovavano a bordo di tre imbarcazioni. Lo ha detto oggi la radio di Stato iraniana in lingua araba, Al Alam, che ieri aveva dato per prima la notizia degli arresti. Abbiamo avuto la notizia del processo da una fonte attendibile della marina militare, ha detto all'Ansa un giornalista dell'emittente. Nessuna notizia si ha tuttavia su quando e dove si svolgera' il processo, ne' sulle accuse mosse agli otto britannici. L'Iran afferma che i militari britannici sono stati arrestati, e le tre imbarcazioni su cui si trovavano sequestrate, perche' erano entrati nelle acque territoriali iraniane.

Bangladesh

Un ordigno fatto esplodere durante un comizio politico dell’opposizione in Bangladesh ha provocato un morto e 30 feriti, di cui 16 in gravi condizioni. L’esplosione è avvenuta ieri pomeriggio a Derai nel distretto di Sunamganj, 180 chilometri a nordest della capitale Dhaka, in occasione di un raduno a cui partecipavano 3000 cittadini per ascoltare il discorso di un parlamentare della Lega Awami (La), Suranjit Sengupta. La bomba è esplosa pochi secondi dopo che il deputato aveva lasciato il podio; Sengupta è rimasto illeso ma sono stati feriti due dirigenti locali della La. La vittima è Abdul Wahid, un cittadino di 40 anni venuto da un villaggio vicino ad ascoltare l’arringa del parlamentare contro il rincaro dei prezzi di prima necessità in polemica con il governo del partito nazionalista del Bangladesh; quando l’ordigno è esploso il panico si è diffuso tra gli astanti e alcune persone sono state calpestate dalla folla. La polizia, che sostiene di avere accuratamente supervisionato il luogo prima del comizio per verificare la presenza di bombe nascoste, non ha espresso ipotesi sugli autori e sul movente della bomba.

Armamenti

Dalle cinque massime potenze mondiali, componenti del Consiglio di sicurezza Onu giunge il 90% delle armi acquistate nel mondo. Per i loro armamenti, i Paesi in via di sviluppo stornano fondi alla sanità e ai servizi sociali, paralizzando il proprio sviluppo. Lo denuncia la ong britannica Oxfam nel rapporto "Guns or Growth?" (Armi o sviluppo?), in cui chiede ai Paesi esportatori di armi (Stati Uniti, Gran Bretagna, Cina, Francia e Russia in primis) di non fare affari con quei governi che impiegano per l'acquisto i fondi destinati all'aiuto alle popolazioni locali. "I governi esportatori di armi non rispettano le promesse fatte e questo significa negare educazione ai bambini e cure mediche ai malati di Aids" dice senza mezzi termini Barbara Stocking, direttore di Oxfam, che chiede un trattato internazionale e norme più severe sul controllo del mercato delle armi. Secondo il rapporto, mai un Paese esportatore di armi ha ad esempio accertato con quali fondi venissero pagate. Solo Gran Bretagna e Olanda si sono poste il problema. Si sottolinea anche che mentre ogni anno vengono spesi nel mondo dai 50 ai 60 miliardi di dollari per aiuti alle popolazioni, la cifra per le spese della difesa è invece di 900 miliardi. Oman, Siria, Myanmar, Pakistan, Eritrea e Burundi spendono più in armi di quanto facciano assieme per salute e istruzione. Il disastro si vede nei Paesi dell'Africa subsahariana, dove al boom delle spese militari corrisponde un netto calo delle aspettative di vita. In particolare, il Sudafrica viene criticato per i 6 miliardi di dollari spesi per acquistare (da GB, Svezia, Germania e Francia) navi da guerra jet militari e sottomarini nel pieno dell'epidemia di Aids.

GR ORE 9.30

Algeria

E' ancora incerta la causa di una forte esplosione avvenuta ieri sera nella centrale elettrica di Algeri. Secondo il ministro dell'interno algerino Yazid Zerhouni sarebbe apparentemente di origine accidentale, ma in precedenza un giornalista della radio algerina che si trovava sul posto aveva annunciato che secondo i primi elementi si tratta di un attentato compiuto con un'autobomba e testimoni hanno raccontato di aver visto la carcassa di diverse autovetture bruciate. Secondo la protezione civile, l'esplosione, si e' prodotta alle 22 locali (le 23 in Italia) nella centrale elettrica del quartiere di El Hamma. Stando a testimoni oculari, una parte dell'edificio che ospita la centrale risulta danneggiato. La televisione pubblica aveva affermato che ad esplodere erano stati due serbatoi di combustibile. Il sinistro ha provocato 11 feriti, quattro dei quali gravi. L'erogazione della corrente elettrica non e' stata interrotta, ma l'emittente ha parlato anche di gravi danni materiali. Il potente boato e' stato avvertito chiaramente in tutta la citta', che conta circa 4 milioni di abitanti, e in varie zone della sua periferia. Il quartiere e' stato subito isolato dalle forze di sicurezza. Diverse ore dopo, l'agenzia ufficiale Aps continuava a parlare di esplosione di origine non determinata. In una dichiarazione alla stampa, il ministro dell'interno ha detto che spetta all'inchiesta, gia' avviata, di determinare le circostanze esatte dell'esplosione.

Cecenia

Decine di persone sono rimaste uccise nei violenti scontri scoppiati nella notte nella repubblica russa dell'Inguscezia, al confine con la Cecenia. Secondo le agenzie di informazioni russe, negli scontri sono morte 48 persone, decine sono rimaste ferite e sono scesi in campo circa 200 ribelli, che hanno messo a ferro e fuoco la capitale Nazran, ma anche Karabulak e Sleptsovskaya. La guerriglia ha lanciato un'offensiva a larga scala, attaccando diversi obiettivi in Inguscezia, : poco dopo la mezzanotte, sono stati presi d'assalto il ministero dell'Interno, la sua armeria e un'importante caserma delle guardie di frontiera. Il bilancio, fornito dall'Itar-Tass, conta tra le vittime il ministro dell'interno, Abukar Kostoyev, e il capo della sicurezza del ministero. I combattimenti sono andati avanti per tutta la notte e sono terminati all'alba, quando la guerriglia si e' dispersa e ritirata in piccoli gruppi. Il presidente dell'Inguscezia, Murat Zyazikov, ha annunciato tre giorni di lutto e affermato che l'attacco aveva l'obiettivo di "destabilizzare la situazione nel Caucaso del Nord".

Usa

Il Dipartimento di Stato americano pubblicHera', nelle prossime ore, una versione riveduta e corretta del suo rapporto annuale sul terrorismo, che indica un netto aumento, nel 2003 rispetto al 2002, delle vittime del terrorismo su scala mondiale. La nuova versione corregge una precedente, pubblicata in aprile, che asseriva che nel 2003 c'e' stata una riduzione del terrorismo, forse per lucidare l'immagine dei successi dell'Amministrazione repubblicana de presidente George W. Bush. Funzionari del Dipartimento di Stato, a cominciare dal segretario Colin Powell, hanno attribuito gli errori del rapporto a un nuovo sistema dati impreciso, respingendo l'idea di un tentativo d'indorare l'immagine della presidenza. Il nuovo rapporto, viene anticipato, mostra un forte aumento dei morti e, in genere, delle vittime del terrorismo.

Usa

Il Senato americano, lunedi', ha respinto, con 54 voti contrari e 39 favorevoli, la proposta di annullare la messa al bando delle immagini del ritorno negli Stati Uniti delle vittime delle guerre in Afghanistan e in Iraq, nelle bare avvolte nelle bandiere a stelle e strisce. Il bando e' stato deciso dal Pentagono. Il voto del Senato e' giunto quando le perdite americane in Iraq sono 843 e quelle in Afghanistan 127. Il senatore democratico del New Jersey Frank Lautenberg, che proponeva di rovesciare il bando, l'ha definito una censura che impedisce agli americani di vedere la verita

Messico

Una équipe di antropologi forensi argentini potrebbe occuparsi di dare un nome alle vittime degli omicidi che da un decennio colpiscono le giovani donne nelle province di Ciudad Juárez e di Chihuahua, nell’omonimo stato settentrionale messicano, al confine con il Texas. Il gruppo di scienziati appartenente alla Eaaf (Equipo Argentino de Antropología Forense) ha effettuato una prima ricognizione in Messico per verificare la fattibilità del progetto, che prevede di estrarre il Dna da campioni d’osso appartenenti alle vittime uccise tra il 1999 e il 2003, così da stabilirne l’identità. Nel corso del 2004 sono state almeno 4 le ragazze uccise da uno sconosciuto gruppo criminale nel Messico settentrionale; dal 1993, anno in cui sono cominciate le sparizioni, le vittime sono state almeno 300, secondo le organizzazioni che lottano per il rispetto dei diritti umani (43 nel solo 2003, secondo Amnesty International), mentre il numero delle scomparse raggiunge quota 500. La maggior parte delle vittime, giovani e appartenenti a famiglie povere, era impiegata nelle ‘maquiladoras’, fabbriche che, con un altissimo livello di sfruttamento e salari miseri, producono beni destinati al mercato statunitense. L’Eaaf è stato fondato nel 1984 con il compito di dare un nome ai resti delle vittime della dittatura argentina (1976-1983); i suoi esperti hanno già operato all’estero in Paesi africani, latino americani e asiatici, oltre che in Kosovo