GR ore 9.30

Esteri

Simona e Simona

E' in corso dalle 19 di ieri nella centrale piazza della Liberta' di Macerata un presidio permanente a sostegno della liberazione delle due italiane rapite in Iraq e dei loro compagni di sventura, "per dare - hanno detto gli organizzatori - un senso alla speranza" e per dare voce "ad un largo e diffuso sentimento di protesta verso ogni forma di violenza come metodo di risoluzione dei conflitti". L'iniziativa si deve al Gus (Gruppo umana solidarieta'), organizzazione presente in Iraq con un progetto di cooperazione, alle Acli e all'Arci, latori tra l'altro di un appello che inizia cosi': "Noi uomini e donne della societa' civile sappiamo quanto inutile sia, ora, ogni parola. Desideriamo pero' partecipare questa cupa angoscia e unirci a quanti hanno a cuore la sorte di Simona Pari e di Simona Torretta e di tutti gli ostaggi". Le associazioni si sono poi dette contrarie ad ogni forma di violenza, scegliendo di "stare solo e sempre dalla parte di chi le guerre le subisce e mai le dichiara. Scegliamo di stare dalla parte di chi viene umiliato, sequestrato, barbaramente ucciso, vittima di giustizieri incappucciati, governati da odio e crudelta'. Per questo - conclude l'appello - siamo in piazza con un presidio permanente per la pace e, vogliamo credere, per dare un senso alla speranza". Per domani e' in programma una manifestazione cui prendera' parte Mohamed Nour Dachan, presidente dell'Unione comunita' ed organizzazioni islamiche in Italia, il sindaco di Macerata ed il presidente del Gus

Ostaggio inglese

egli iracheni hanno distribuito ieri migliaia di volantini chiedendo che sia risparmiata la vita dell'ostaggio britannico Kenneth Bigley, rapito dal gruppo islamico che ha gia' decapitato due americani. Lo ha riferito oggi alla France Presse una fonte britannica. Secondo la fonte citata 50.000 volantini in arabo sono stati distribuiti ieri sera soprattutto nel quartiere di Mansur dove i tre occidentali sono stati rapiti. I volantini contengono un appello lanciato dai parenti di Bigley. Nel testo si legge: Siamo la famiglia di Ken, sua madre, suo padre, i suoi fratelli, sua moglie e suo figlio lo amano teneramente e aspettando che Ken torni a casa chiedono aiuto. Chiediamo a coloro che l'hanno preso in ostaggio di restituirlo. Sapete dove si trova Ken? Sapete dove e' detenuto? Il testo da un numero di telefono locale destinato a tutti coloro che potrebbero avere informazioni sull'ostaggio. Il gruppo Tawhid wal Jihad (Unificazione e guerra santa) diretto dal giordano Abu Mussab Al-Zarqawi, ha rapito i tre occidentali il 16 settembre e chiede la liberazione delle detenute irachene. Lunedi' ha gia' decapitato Eugene Armstrong e Jack Hensley ha subito la stessa sorte martedi'.

Altri sei impiegati della societa' di telecomunicazione irachena Iraqna - la stessa per cui lavorano i due ingegneri egiziani sequestrati la notte scorsa a Baghdad - sono stati rapiti in Iraq: e' successo a Falluja mercoledi' scorso, hanno detto oggi i loro colleghi nella capitale. Sono cosi' otto i dipendenti di questa societa' irachena (di cui l'egiziana Orascom ha una grossa partecipazione) nelle mani di gruppi armati iracheni. La nazionalita' dei sei rapiti a Falluja non e' stata resa nota. Un amico mi ha chiamato mercoledi' e mi ha detto che sei dei nostri colleghi erano stati rapiti vicino Falluja (50 km a ovest di Baghdad), ha affermato un impiegato straniero, chiedendo l'anonimato. Quando sono tornato al lavoto ieri, giovedi', (gli altri impiegati) mi hanno confermato la notizia. Stamattina, il ministero dell'interno iracheno ha detto che due ingegneri egiziani della compagnia Iraqna sono stati sequestrati la notte scorsa da un commando armato.

Lavoro

Un fondo di solidarietà per i lavoratori degli stabilimenti dell'Alfa Romeo di Arese. E' l'impegno preso dal Consiglio Provinciale di Milano, al termione delòla seduta di ieri pomeriggio dedicata alla situazione dell'Alfa di Arese. Il Consiglio, dopo avere preso atto "negativamente" che la Fiat "conferma la volontà di abbandonare tutte le attività produttive del sito" privando di lavoro altri 319 lavoratori, si è impegnato "unitamente ai Comuni a costituire un fondo di solidarietà per i lavoratori e a concertare con la Regione Lombardia e con i sindacati ogni azione utile per la salvaguardia del reddito e la ricollocazione dei lavoratori". Inoltre, resta l'impegno a promuovere in tempi brevi un incontro con la Regione Lomabrdia per "verificare gli impegni diretti in ordine alla realizzazione del polo della monilità sostenibile (pari a circa 23 mln di investimenti), sui progetti di reindustrializzazione ed esiti occupazionali utili per i lavoratori dell'Alfa Romeo, il rispetto e l'attuazione dell'accordo di programma".

Salvador

Haiti

L'ennesima emergenza, su uno scenario di poverta', precarieta', squilibri sociali. Lo riferisce Jean Lucien, di Caritas Haiti, che e' appena stato a Gonaives, dove la situazione e' veramente terribile: uomini e animali morti e tanta disperazione, perche' i sopravvissuti non hanno da mangiare. La tempesta tropicale Jeanne si e' abbattuta la fine della scorsa settimana su Haiti, nella vasta zona montagnosa, di pianura e della costa dei dipartimenti dell'Artibonite, del Nord e del nordovest, subito dopo il passaggio del ciclone Ivan. Tre i corsi d'acqua straripati nella regione: la Quinte a Gonaives e i torrenti dell'Haut du Cap e di Nord Ouest. Haiti, la nazione piu' povera di America e Caraibi, ancora alle prese con gli effetti di una crisi politico-sociale, e' periodicamente colpita da inondazioni, anche in seguito al considerevole danno ambientale per la deforestazione subita negli anni passati. Tutta la zona caraibica, comprese le coste del Centroamerica, del Messico, degli Stati Uniti, e' soggetta all'emergenza uragani e tempeste tropicali. Infatti - riferisce Caritas Italia su segnalazione della Caritas locale - anche la Repubblica Dominicana ha subito i danni del passaggio di Jeanne. Medicine, acqua pulita ed alimenti sono i bisogni piu' urgenti su cui si sta concentrando l'azione della Caritas che, insieme al vescovo di Gonaives, e' intervenuta immediatamente a portare aiuto alle persone colpite. Le strutture di intervento e di accoglienza gia' attivate in seguito alle precedenti inondazioni del maggio scorso sono state utilizzate per far fronte alla nuova crisi. Un lavoro importante e necessario e' stato il recupero dei cadaveri, anche se molti si trovano ancora sotto lo strato di fango, detriti e macerie che sommerge le abitazioni. L'acqua mista a fango ricopre gran parte del territorio e rallenta l'intervento dei soccorritori. Kit di aiuti di prima necessita' preparati dalla Caritas Haiti sono stati trasportati dalla capitale Port-au-Prince verso le zone colpite. Da lunedi' 20 settembre e' presente sul posto un'e'quipe di coordinamento. La Caritas Italiana, nel rinnovare vicinanza alla Chiesa e alla popolazione locale, rilancia il suo appello alla solidarieta' per favorire l'impegno della rete internazionale. Anche la Conferenza episcopale italiana ieri ha stanziato un milione di euro, invitando le comunita' ecclesiali a sostenere le varie iniziative di solidarieta', come quelle gia' attivate dalla Caritas italiana.