Differences between revisions 24 and 25
Revision 24 as of 2004-11-02 19:14:42
Size: 55992
Editor: anonymous
Comment:
Revision 25 as of 2008-06-26 09:53:14
Size: 55992
Editor: anonymous
Comment: converted to 1.6 markup
No differences found!

GR ORE 19.30

ITALIA

GENOVA - 26° udienza

Si è tenuta oggi la ventiseiesima udienza del processo ai 25 compagni e compagne accusati/e di devastazione e saccheggio durante le mobilitazioni di protesta contro il G8, nel luglio 2001. AUDIO

Cap Anamur La "Cap Anamur" ha rimosso dall'incarico il direttore Elias Bierdel, responsabile di non aver agito in maniera corretta durante il braccio di ferro che in luglio oppose la nave dell'organizzazione umanitaria tedesca, con 37 immigrati clandestini africani a bordo, e le autorita' italiane. Dopo che era stata costretta a rimanere in acque internazionali per piu' di 20 giorni, la nave ebbe il permesso di attraccare in Sicilia. Allo sbarco Bierdel e il capitano furono fermati con l'accusa di istigazione all'immigrazione clandesina. Milano, contestato Albertini A Milano, durante lo svolgimento delle commemorazioni al cimitero Maggiore, il sindaco Gabriele Albertini e' stato contestato dai dipendenti pubblici dei servizi funebri, i quali hanno accusato la Giunta di voler "privatizzare i cimiteri". Si annunciano scioperi per le prossime settimane, se l'amministrazione si rifiutera' di ascoltare le loro ragioni. Industria Persi 21 mila posti di lavoro nell'industria in un anno, mentre se ne sono creati 13 mila nei servizi. La riduzione tendenziale dell'occupazione nelle grandi imprese, quindi, ammonta a circa 8 mila posti di lavoro in meno. I dati sull'occupazione nelle grandi imprese ad agosto 2004 sono stati resi noti stamane dall'Istat.

Blocco strada E' continuata anche stamani lungo la statale 106, in prossimita' delle Tavole Palatine di Metaponto di Bernalda (Matera), la manifestazione di alcune centinaia di agricoltori della provincia di Taranto che chiedono al governo di prevedere nella legge finanziaria del 2005 interventi per i mancati introiti delle campagne per la raccolta di uva e agrumi. Anche oggi i manifestanti hanno permesso il transito degli automezzi su una sola corsia, in modo alternato. Dopo le code di ieri sera, che hanno raggiunto i 23 chilometri, stamani vi sono rallentamenti per alcune centinaia di metri, ma la Polizia Stradale prevede che la situazione peggiorera' nelle prossime ore. Inquinamento Divieto di circolazione per i veicoli piu' inquinanti, domani a Roma, per il perdurare di livelli eccessivamente alti delle polveri sottili. Secondo le disposizioni della legge regionale, il blocco e' stato ordinato per la giornata di domani, dalle 7.30 alle 20.30, con le seguenti modalita': nella fascia verde, l'interdizione riguardera' le auto catalizzate e i vecchi diesel; nella ztl del centro storico il divieto sara' esteso anche a moto e motorini a due tempi non euro 1 e 2. La decisione e' stata assunta in considerazione dei livelli delle polveri sottili che nelle ultime ventiquattr'ore hanno superato i limiti nella centralina di Fermi con 61/55 microgrammi per metrocubo.

ESTERI L'attenzione della stampa è incentrata sulle elezioni statunitensi, ma è troppo presto per dare dati definitivi, Non ci spingiamo, dunque, nelle speculazioni da exit poll e aspettiamo notizie più concrete.

Panorama sul fine settimana di elezioni in Latino America

LATIN AMERICA ELEZIONI SVOLTA STORICA IN URUGUAY, SI' ALLA SINISTRA E AL ‘PLEBISCITO DEL AGUA' “Governeremo con gli occhi fissi sull’utopia e i piedi ben piantati a terra”: con questo slogan, Tabaré Vázquez , è il primo presidente di sinistra in oltre 170 anni di storia dell’Uruguay indipendente, a capo della coalizione ‘Encuentro Progresista-Frente Amplio-Nueva Mayoría’ (EP-FA-NM), che accoglie da ex-esponenti democristiani fino a Pepe Mujica, leggendario ex-guerrigliero Tupamaro sopravvissuto a 14 anni di carcere inclusi due in un pozzo. Tabaré Vázquez e il suo ‘Fronte ampio’ hanno ottenuto il 50,69 % dei voti scrutinati; al secondo posto Jorge Larrañaga del Partido Nacional ( già ‘Blanco’) con il 34,06 seguito da Guillermo Stirling del Partido Colorado con il 10,32, la sua peggiore prestazione di tutti i tempi. Il 2, 53 % delle preferenze è andato a formazioni politiche minori. La coalizione di sinistra ha anche ottenuto 16 senatori su 30 (al Blanco 11 e 3 al Colorado) e la maggioranza dei 99 seggi della Camera. Alle elezioni di ieri ha partecipato il 93% degli aventi diritto, facendo registrare la più alta affluenza alle urne nella storia del Paese. Le prime reazioni positive alla vittoria di Vázquez, quando lo scrutinio era ancora in corso, sono venute dal presidente argentino Nestor Kirchner; il sindaco di Buenos Aires Anibal Ibarra, chi ha sottolineato i “forti vincoli politici” esistenti tra il nuovo presidente uruguayano e i suoi omologhi in Argentina, Brasile e Cile. Sono seguite in giornata le felicitazioni del brasiliano Lula, del cileno Lagos e del venezuelano Chavez. Tredici milioni di dollari di debito pubblico - rispetto al quale sono fondamentali i rapporti con il Fondo Monetario Internazionale - e una folla di 850.000 poveri, 100.000 indigenti, 950.000 disoccupati e sei bambini su 10 con necessità vitali insoddisfatte (su una popolazione di poco inferiore ai tre milioni e mezzo) sono i problemi principali che Vázquez dovrà affrontare al più presto. “Non sarà una passeggiata tra le rose” hanno concordato, in pratica all’unisono, gli scrittori uruguayani Eduardo Galeano e Mario Benedetti, esprimendo però entrambi grande soddisfazione per il successo del fronte di sinistra. Una maggioranza ancora più grande di quella che ha determinato lo storico successo del fronte di sinistra, appare in sintonia con il nuovo governo su questioni importanti come la gestione delle risorse idriche del Paese, un problema enorme vista la silenziosa o comunque mascherata aggressività con cui si stanno muovendo da tempo in gran parte dell’America Latina diverse imprese straniere, soprattutto statunitensi. E’ stato infatti approvato, con il 65% di sì, il cosiddetto “Plebiscito del agua”, un referendum su emendamenti costituzionali per una gestione ‘sostenibile e solidale’ del ricco patrimonio idrico uruguayano. Nel testo della legge di riforma tra l’altro si stabilisce: “ Le acque di superficie e quelle sotterranee..... costituiscono una risorsa unitaria, subordinata all’interesse generale, che costituisce parte del demanio pubblico statale”. E’ una modifica che aveva provocato forti reazioni prima ancora di essere approvata; l’azienda privata spagnola Uragua, concessionaria per i servizi idrici a Maldonado, aveva detto infatti che avrebbe rotto il contratto in caso di vittoria del sì. Il voto potrà avrà di sicuro effetti anche nei Paesi vicini. In tanto altre importanti elezioni amministrative si sono svolte ieri in tre diversi Paesi dell’America del Sud: in Brasile, ballottaggio per 44 città con più di 200.000 abitanti, dopo il primo turno del 3 ottobre, con risultati complessi da decifrare; in Cile, votazioni per oltre 300 Comuni, con oltre il 46% di preferenze alla ‘Concertacion’ di centro-sinistra del presidente Riccardo Lagos, il 38% o poco più alla ‘Alianza’ di destra e un sorprendente risultato per la sinistra più radicale; in Venezuela, elezione di 22 governatori e 333 sindaci, con vittoria indiscussa del partito del presidente Hugo Chavez. Nonostante il grande chiasso mediatico internazionale sulla presunta sconfitta del Partido dos Trabalhadores (Pt, Partito dei lavoratori) del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva - che ha in effetti perso i sindaci di due importanti città come San Paolo e Porto Alegre - più di 27 milioni di elettori, tra il primo e il secondo turno, hanno indicato con chiarezza che il Pt - a parere di molti osservatori - sembra perdere forse in qualità guadagnando però in quantità e mettendo soprattutto radici in provincia, mentre appare circondato da partiti-satellite minori che lo pungolano per lo più alla sua sinistra. Abbastanza più semplice l’analisi dei risultati cileni e venezuelani, anche se non ancora definitivi visto che, diversamente dal Brasile dove il voto è stato tutto o quasi elettronico e computerizzato, gli scrutini e le verifiche non sono ancora completi e ufficiali. In Cile, 6.860.000 elettori su 8.120.000 aventi diritto ( astensione del 14,3 % circa) hanno in sostanza riconfermato la fiducia alla coalizione del presidente Riccardo Lagos, ‘Concertación por la Democracia’, attribuendole, secondo dichiarazioni ufficiose di fonte governativa, almeno 199 sindaci e lasciandone 98 alla destra di ‘Alianza’. Sorprendenti le percentuali di preferenze ottenute dal fronte costituito dal Partito Comunista, Partito Umanista e altre formazione extraparlamentari di sinistra: a quanto pare, oltre il 9 % per i consiglieri e quasi il 6 per i sindaci, cifre che dovrebbero consentire la conquista di quattro o cinque incarichi di primo cittadino e un possibile ruolo di ago della bilancia nelle presidenziali del 2006. In Venezuela, il ‘Movimiento Quinta República’ partito del presidente Hugo Chavez, in base a risultati parziali abbastanza stabilizzati, avrebbe conquistato 20 governatori statali sui 22 in predicato ( in tutto gli Stati venezuelani sono 23); resta comunque qualche incertezza in due o tre Stati dove le cifre potrebbero subire all’ultimo momento qualche variazione. Anche qui, i mezzi d’informazione internazionali, hanno subito definito “schiacciante” la vittoria di Chavez e forse tale si rivelerà alla fine, pur dovendo tener conto di una percentuale degna di astensione degli Stati Uniti o di qualche Paese ex-sovietico dell’Europa dell’Est. Per i 333 municipi , 200 dei quali governati dall’opposizione, non sono ancora disponibili cifre abbastanza attendibili ma è l’opposizione stessa a riconoscere che ne potrebbe perdere non poche. Sconcertanti le prime notizie sull’astensione, calcolata per ora intorno al 55% dei 14.200.000 aventi diritti al voto; mentre ad agosto, per il referendum che confermò Chavez alla presidenza con il 59% di voti favorevoli, avevano votato quasi 10 milioni di elettori, in queste amministrative gli elettori non raggiungerebbero i sei milioni e mezzo. Nel 1998, Chavez era stato eletto con il 56% e nel 2000 riconfermato con il 60%.

CHILE A RISCHIO PROCESSO CONTRO PINOCHET PER OMICIDIO PRATS La Corte d’appello di Santiago ha rinviato l’esame della richiesta di estradizione inoltrata dalla giustizia argentina a carico dell’ex-presidente de facto Augusto Pinochet Ugarte (1973-1990), 89 anni il prossimo 25 novembre, per l’assassinio del generale Carlos Prats e della moglie Sofía Cuthbert, avvenuto a Buenos Aires il 30 settembre 1974, allorché una bomba esplose sotto l’auto sulla quale erano saliti i due coniugi. La possibilità di sottoporre l’ex-generale a giudizio per l’omicidio Prats è una novità derivante dalla decisione della Corte suprema cilena dello scorso 26 agosto di sospendere il beneficio dell’immunità a Pinochet, come richiesto dal giudice Juan Guzmán Tapia che stava indagando sulle responsabilità dell’ex-dittatore nella cosiddetta ‘Operación Cóndor’, l’operazione di repressione congiunta contro gli oppositori di sinistra messa in atto dalle dittature latinoamericane al potere in Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguay negli Anni ’70 e ’80, costata la vita a centinaia di persone. Attualmente, tuttavia, ogni processo contro Pinochet è sospeso, in attesa che il giudice Tapia deliberi sullo stato di salute mentale dell’ex-generale, già in passato dichiarato inabile a essere sottoposto a procedimenti giudiziari a causa di una presunta demenza vascolare. Carlos Prats era il comandante in capo dell’esercito nonché vicepresidente e ministro dell’Interno del governo democraticamente eletto di Salvador Allende, rovesciato dal golpe di Pinochet dell’11 de settembre 1973. Una volta instaurata la dittatura, Prats si rifugiò in Argentina, dove fu però raggiunto, circa un anno dopo, dalla mano della Dina (Dirección de Inteligencia Nacional), la famigerata polizia militare segreta del regime ‘pinochetista’ Guatemala Un gruppo di 300 ‘campesinos’ è tornato a occupare la tenuta agricola ‘Nueva Linda’, nel dipartimento di Retalhuleu, dove il 31 agosto scorso otto contadini e tre agenti di polizia erano rimasti uccisi in un’operazione di sgombero effettuata dalle forze dell’ordine su disposizione della magistratura. Secondo il quotidiano ‘Prensa Libre’, i ‘campesinos’ protestano per la lentezza delle indagini che la Commissione diritti umani della Camera sta conducendo per stabilire le responsabilità dei disordini di tre mesi fa e intendono ottenere un risarcimento per i raccolti distrutti durante l’evacuazione; chiedono, inoltre, che sia fatta luce sulla misteriosa scomparsa di un dirigente contadino, Héctor Reyes, avvenuta in circostanze mai chiarite nel settembre del 2003. Il proprietario della tenuta, Carlos Vielman, ha detto che un giudice di Retalhuleu avrebbe già autorizzato la polizia a procedere oggi stesso allo sgombero degli occupanti, ma finora non ci sarebbero conferme da altre fonti. Il presidente della Guatemala, Oscar Berger, ha esortato i contadini ad abbandonare immediatamente ‘Nueva Linda’, avvertendo che non si esclude l’uso della forza. Secondo la Procura speciale per i diritti umani, guidata da Sergio Morales, durante lo sgombero di agosto si sarebbero verificate esecuzioni arbitrarie, atti di tortura e abuso di potere da parte delle autorità locali.

COLOMBIA - Sindacalisti delle Organizzazioni sindacali internazionali sono stati espulsi dal paese dopo aver partecipato ad incontri a Bogotà

L'iniziativa delle Confederazioni Sindacali Internazionali, che si è tenuta a settembre di quest'anno a Bogotà, incentrata sullle violazioni dei diritti umani in Colombia, è stata salutata dal Governo colombiano con una sequela di espulsioni, denuncie e atti di disturbo. La presenza del sindacalismo internazionale in solidarietà con quello colombiano ha infatti infastidito il governo colombiano, che ha subito stilato una lista nera con i nomi dei sindacalisti che hanno partecipato all'iniziativa. Anche le sindacaliste, che hanno organizzato il Sesto Congresso delle lavoratrici, hanno subito intimidazioni e sono state invitate a presentarsi martedì prossimo al Ministero degli Esteri per accertamenti. E ci sono state anche delle espulsioni, o casi in cui è stato impedito l'ingresso nel paese ai partecipanti, tutti aderenti alle grandi organizzazioni sindacali di vari paesi.

IRAQ - Continua la cronaca delle violenze di guerra

Un'autobomba è esplosa in mattinata nel quartiere Adhamiya di Baghdad, davanti al Ministero dell'educazione, uccidendo almeno cinque persone, ferendone una ventina, danneggiando l'edificio e distruggendo diverse macchine. Altre due autobombe, esplose in mattinata a Mosul, hanno ucciso due membri della Guardia nazionale irachena, ferendo diversi altri. Nella notte, ci sono stati nuovi bombardamenti americani a Falluja, mentre due guardie irachene, che prestavano servizio davanti agli uffici di una società saudita, assaltata ieri in serata a Baghdad, sono stati rilasciati. Rimangono, a questo punto, nelle mani dei rapitori un americano e un nepalese che lavoravano per la compagnia di Riyadh.

Altre notizie di violenze giungono, infine, da Samarra, città 125 chilometri a nord di Baghdad, dove incidenti scoppiano ogni notte e dove l’esplosione di una mina ha ucciso un soldato della Guardia nazionale irachena. Sempre a Samarra, secondo quanto afferma un ufficiale della polizia irachena all'agenzia Reuters, sarebbe stato sequestrato un soldato americano.

La base delle truppe di occupazione giapponesi in Iraq, a Samawa, è stata colpita ieri da un razzo, costringendo i militari a cercare rifugio. Mentre tre oleodotti, nell'area di Kirkuk, sono stati sabotati la notte scorsa con dell'esplosivo. Due portavano il petrolio verso Baiji, la maggiore raffineria del Paese. Le fiamme che hanno avvolto per ore gli impianti, sono state domate, ma l'esportazione verso la Turchia resta sospesa.

Iran: una ragazza di 13 anni condannata a morte per lapidazione Lo scorso 16 ottobre, il regime fondamentalista iraniano ha condannato una ragazza di 13 anni alla lapidazione nella città di Marivan (nel nord-est dell'Iran). Jila Izadi è stata condannata a morte dopo aver partorito in prigione suo figlio, un mese fa. La ragazza è stata stuprata e messa in cinta dal fratello. La corte clericale (?) iraniana l'ha condannata a morte: secondo il codice penale del governo misogino iraniano, la lapidazione è la punizione per coloro che commettono adulterio... anche se Jila è vittima di stupro! Il fratello, anch'egli in prigione, è stato invece condannato sempre secondo la legge islamicama, ad una punizione di 150 frustate. il Forum delle Donne Contro il Fondamentalismo in Iran (la WFAFI) invita le organizzazioni della società civile ad impegnarsi per impedire la lapidazione di Jila. Il Forum ha anche fatto un appello alla premio nobel per la pace Shirin Ebadi, perchè intervenga a favore di Jila, visto che la costituzione iraniana non offre alle donne, nè alle ragazze, nessuna possibilità di protezione o di appello. Ma in questi giorni, Shirin Ebadi, che speriamo accolga comunque l'appello delle donne iraniane, è impeganta su un altro fronte altrettanto integralista: si tratta non del governo iraniano, in questo caso, ma di quello degli Stati Uniti, che ha appena bloccato la pubblicazione di un suo libro di memorie. Come informa il sito online della Bbc, il premio Nobel per la pace dell'anno 2003, l'attivista per i diritti umani iraniana Shirin Ebadi ha avviato una causa a New York, la settimana scorsa, contro le autorità statunitensi per aver bloccato l'edizione Usa delle sue memorie, sulla base di una disposizione che vieta a degli editori americani di pubblicare libri di autori residenti a Cuba, in Iran e nel Sudan.

PALESTINA Territori occupati: rasa al suolo la casa della famiglia dell'attentatore di Tel Aviv Fedeli alle teoria della punizione collettiva, unità delle truppe di occupazione hanno distrutto nelle prime ore della mattinata nel campo profughi di Askar, a Nablus, la casa in cui abitava la famiglia del palestinese che ieri si è fatto esplodere al mercato di Tel Aviv. I militari hanno poi provveduto alla demolizione di altre due case, in cui abitavano le famiglie dei responsabili del Fronte popolare che avevano reclutato l'attentatore.

Israele il Comitato israeliano contro la demolizione delle case ha aperto una nuova sede a Gerusalemme ovest. Il centro ospiterà eventi, mostre, letture ed happenings.

CINA - Lo sviluppo economico produce altre vittime in Cina. Proseguono scontri e proteste nel Sud Ovest del Paese

Almeno una persona e' morta nel corso di violente proteste dei contadini nella Cina del sudovest, nel secondo episodio di violenza in due giorni. Decine di migliaia di contadini hanno protestato, a volte in modo violento, contro l'evacuazione imposta dalle autorita' per la costruzione di una diga sul fiume Pubugou, nella provincia del Sichuan.

Secondo la stampa locale alle proteste avrebbero partecipato 20-30 mila persone alcune delle quali hanno attaccato gli uffici governativi. Testimoni hanno affermato che almeno una persona e' morta in scontri con la polizia. Con le proteste, i contadini chiedevano che fossero aumentati i risarcimenti che il governo locale deve per legge versare alle circa centomila famiglie che sono state costrette ad abbandonare i loro campi e le loro case. La situazione, sempre secondo la stampa cinese, e' ora tornata alla normalita'. Che poi, normalità si fa per dire: Centinaia di poliziotti continuano infatti a pattugliare i villaggi della provincia dell'Henan (Cina centrale) dove nel fine settimana scorso almeno sette persone sono morte in violenze a sfondo etnico-religioso. Gruppi di cinesi han (cittadini cinesi autoctoni. Questo gruppo conta 8 milioni e mezzo di appartenenti ed è una delle meglio integrate tra le 55 minoranze etniche cinesi) e di musulmani hui (discendenti di commercianti arabi trasferitisi in Cina nel XIII secolo, ma oggi del tutto simili alla maggioranza dei cittadini se non per il fatto di professare la religione islamica) si sono affrontati a colpi di bastone e di coltello per tre giorni, prima del massiccio intervento della polizia. La stampa cinese non ha diffuso la notizia e le informazioni a riguardo sono filtrate con difficoltà per la decisione dei governanti di non rendere pubblici gli avvenimenti. Secondo notizie riportate dalla stampa internazionale quasi 150 persone avrebbero perso la vita negli scontri Nella regione e' stata imposta la legge marziale a tempo indefinito.

ETHIOPIA SEQUESTRATE TONNELLATE DI PESTICIDA INQUINANTE Due tonnellate di pesticidi tossici sono stati sequestrati dalla polizia a un negoziante nella capitale Addis Abeba: lo ha reso noto il ministero dell’Agricoltura. Il prodotto, del valore complessivo di 700.000 dollari, era scaduto da una ventina di anni e i componenti chimici si erano trasformati in veleni con una potente azione inquinante. Il commerciante è stato arrestato. Secono i dati della Fondo per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) nel Paese africano sarebbero presenti ancora 2800 tonnellate di prodotti tossici scaduti. La Fao ritiene che il problema sia la conseguenza di una cattiva gestione della distribuzione di pesticidi da parte di enti governativi e agenzie internazionali che ha contribuito a creare stoccaggi vecchi di 30 anni di prodotti chimico che in genere decadono dopo due anni dal confezionamento; ma l’agenzia della Nazioni Unite sostiene che una responsabilità ce l’hanno anche le industrie di produzione dei pesticidi, che con strategie di marketing aggressive e poco assennate hanno spinto all’acquisto di tonnellate di prodotto probabilmente non necessario. Il programma di ‘bonifica’ è stato finanziato dalla Banca Mondiale e da Belgio, Giappone e Finlandia. Tre anni fa, 1.500 tonnellate di pesticida sono state distrutte grazie ad un programma del costo di 4 milioni di dollari e mezzo promosso da un'azienda finlandese specializzata nella distruzione di materiale tossico. [BF]

LATIN AMERICA ELEZIONI SVOLTA STORICA IN URUGUAY, SI' ALLA SINISTRA E AL ‘PLEBISCITO DEL AGUA'

“Governeremo con gli occhi fissi sull’utopia e i piedi ben piantati a terra”: con questo slogan, Tabaré Vázquez , è il primo presidente di sinistra in oltre 170 anni di storia dell’Uruguay indipendente, a capo della coalizione ‘Encuentro Progresista-Frente Amplio-Nueva Mayoría’ (EP-FA-NM), che accoglie da ex-esponenti democristiani fino a Pepe Mujica, leggendario ex-guerrigliero Tupamaro sopravvissuto a 14 anni di carcere inclusi due in un pozzo. Tabaré Vázquez e il suo ‘Fronte ampio’ hanno ottenuto il 50,69 % dei voti scrutinati; al secondo posto Jorge Larrañaga del Partido Nacional ( già ‘Blanco’) con il 34,06 seguito da Guillermo Stirling del Partido Colorado con il 10,32, la sua peggiore prestazione di tutti i tempi. Il 2, 53 % delle preferenze è andato a formazioni politiche minori. La coalizione di sinistra ha anche ottenuto 16 senatori su 30 (al Blanco 11 e 3 al Colorado) e la maggioranza dei 99 seggi della Camera. Alle elezioni di ieri ha partecipato il 93% degli aventi diritto, facendo registrare la più alta affluenza alle urne nella storia del Paese. Le prime reazioni positive alla vittoria di Vázquez, quando lo scrutinio era ancora in corso, sono venute dal presidente argentino Nestor Kirchner; il sindaco di Buenos Aires Anibal Ibarra, chi ha sottolineato i “forti vincoli politici” esistenti tra il nuovo presidente uruguayano e i suoi omologhi in Argentina, Brasile e Cile. Sono seguite in giornata le felicitazioni del brasiliano Lula, del cileno Lagos e del venezuelano Chavez. Tredici milioni di dollari di debito pubblico - rispetto al quale sono fondamentali i rapporti con il Fondo Monetario Internazionale - e una folla di 850.000 poveri, 100.000 indigenti, 950.000 disoccupati e sei bambini su 10 con necessità vitali insoddisfatte (su una popolazione di poco inferiore ai tre milioni e mezzo) sono i problemi principali che Vázquez dovrà affrontare al più presto. “Non sarà una passeggiata tra le rose” hanno concordato, in pratica all’unisono, gli scrittori uruguayani Eduardo Galeano e Mario Benedetti, esprimendo però entrambi grande soddisfazione per il successo del fronte di sinistra. Una maggioranza ancora più grande di quella che ha determinato lo storico successo del fronte di sinistra, appare in sintonia con il nuovo governo su questioni importanti come la gestione delle risorse idriche del Paese, un problema enorme vista la silenziosa o comunque mascherata aggressività con cui si stanno muovendo da tempo in gran parte dell’America Latina diverse imprese straniere, soprattutto statunitensi. E’ stato infatti approvato, con il 65% di sì, il cosiddetto “Plebiscito del agua”, un referendum su emendamenti costituzionali per una gestione ‘sostenibile e solidale’ del ricco patrimonio idrico uruguayano. Nel testo della legge di riforma tra l’altro si stabilisce: “ Le acque di superficie e quelle sotterranee..... costituiscono una risorsa unitaria, subordinata all’interesse generale, che costituisce parte del demanio pubblico statale”. E’ una modifica che aveva provocato forti reazioni prima ancora di essere approvata; l’azienda privata spagnola Uragua, concessionaria per i servizi idrici a Maldonado, aveva detto infatti che avrebbe rotto il contratto in caso di vittoria del sì. Il voto potrà avrà di sicuro effetti anche nei Paesi vicini.

In tanto altre importanti elezioni amministrative si sono svolte ieri in tre diversi Paesi dell’America del Sud: in Brasile, ballottaggio per 44 città con più di 200.000 abitanti, dopo il primo turno del 3 ottobre, con risultati complessi da decifrare; in Cile, votazioni per oltre 300 Comuni, con oltre il 46% di preferenze alla ‘Concertacion’ di centro-sinistra del presidente Riccardo Lagos, il 38% o poco più alla ‘Alianza’ di destra e un sorprendente risultato per la sinistra più radicale; in Venezuela, elezione di 22 governatori e 333 sindaci, con vittoria indiscussa del partito del presidente Hugo Chavez. Nonostante il grande chiasso mediatico internazionale sulla presunta sconfitta del Partido dos Trabalhadores (Pt, Partito dei lavoratori) del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva - che ha in effetti perso i sindaci di due importanti città come San Paolo e Porto Alegre - più di 27 milioni di elettori, tra il primo e il secondo turno, hanno indicato con chiarezza che il Pt - a parere di molti osservatori - sembra perdere forse in qualità guadagnando però in quantità e mettendo soprattutto radici in provincia, mentre appare circondato da partiti-satellite minori che lo pungolano per lo più alla sua sinistra.

Abbastanza più semplice l’analisi dei risultati cileni e venezuelani, anche se non ancora definitivi visto che, diversamente dal Brasile dove il voto è stato tutto o quasi elettronico e computerizzato, gli scrutini e le verifiche non sono ancora completi e ufficiali. In Cile, 6.860.000 elettori su 8.120.000 aventi diritto ( astensione del 14,3 % circa) hanno in sostanza riconfermato la fiducia alla coalizione del presidente Riccardo Lagos, ‘Concertación por la Democracia’, attribuendole, secondo dichiarazioni ufficiose di fonte governativa, almeno 199 sindaci e lasciandone 98 alla destra di ‘Alianza’. Sorprendenti le percentuali di preferenze ottenute dal fronte costituito dal Partito Comunista, Partito Umanista e altre formazione extraparlamentari di sinistra: a quanto pare, oltre il 9 % per i consiglieri e quasi il 6 per i sindaci, cifre che dovrebbero consentire la conquista di quattro o cinque incarichi di primo cittadino e un possibile ruolo di ago della bilancia nelle presidenziali del 2006. In Venezuela, il ‘Movimiento Quinta República’ partito del presidente Hugo Chavez, in base a risultati parziali abbastanza stabilizzati, avrebbe conquistato 20 governatori statali sui 22 in predicato ( in tutto gli Stati venezuelani sono 23); resta comunque qualche incertezza in due o tre Stati dove le cifre potrebbero subire all’ultimo momento qualche variazione. Anche qui, i mezzi d’informazione internazionali, hanno subito definito “schiacciante” la vittoria di Chavez e forse tale si rivelerà alla fine, pur dovendo tener conto di una percentuale degna di astensione degli Stati Uniti o di qualche Paese ex-sovietico dell’Europa dell’Est. Per i 333 municipi , 200 dei quali governati dall’opposizione, non sono ancora disponibili cifre abbastanza attendibili ma è l’opposizione stessa a riconoscere che ne potrebbe perdere non poche. Sconcertanti le prime notizie sull’astensione, calcolata per ora intorno al 55% dei 14.200.000 aventi diritti al voto; mentre ad agosto, per il referendum che confermò Chavez alla presidenza con il 59% di voti favorevoli, avevano votato quasi 10 milioni di elettori, in queste amministrative gli elettori non raggiungerebbero i sei milioni e mezzo. Nel 1998, Chavez era stato eletto con il 56% e nel 2000 riconfermato con il 60%.

‘’CHILE’’ A RISCHIO PROCESSO CONTRO PINOCHET PER OMICIDIO PRATS La Corte d’appello di Santiago ha rinviato l’esame della richiesta di estradizione inoltrata dalla giustizia argentina a carico dell’ex-presidente de facto Augusto Pinochet Ugarte (1973-1990), 89 anni il prossimo 25 novembre, per l’assassinio del generale Carlos Prats e della moglie Sofía Cuthbert, avvenuto a Buenos Aires il 30 settembre 1974, allorché una bomba esplose sotto l’auto sulla quale erano saliti i due coniugi. La possibilità di sottoporre l’ex-generale a giudizio per l’omicidio Prats è una novità derivante dalla decisione della Corte suprema cilena dello scorso 26 agosto di sospendere il beneficio dell’immunità a Pinochet, come richiesto dal giudice Juan Guzmán Tapia che stava indagando sulle responsabilità dell’ex-dittatore nella cosiddetta ‘Operación Cóndor’, l’operazione di repressione congiunta contro gli oppositori di sinistra messa in atto dalle dittature latinoamericane al potere in Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguay negli Anni ’70 e ’80, costata la vita a centinaia di persone. Attualmente, tuttavia, ogni processo contro Pinochet è sospeso, in attesa che il giudice Tapia deliberi sullo stato di salute mentale dell’ex-generale, già in passato dichiarato inabile a essere sottoposto a procedimenti giudiziari a causa di una presunta demenza vascolare. Carlos Prats era il comandante in capo dell’esercito nonché vicepresidente e ministro dell’Interno del governo democraticamente eletto di Salvador Allende, rovesciato dal golpe di Pinochet dell’11 de settembre 1973. Una volta instaurata la dittatura, Prats si rifugiò in Argentina, dove fu però raggiunto, circa un anno dopo, dalla mano della Dina (Dirección de Inteligencia Nacional), la famigerata polizia militare segreta del regime ‘pinochetista’

‘’Guatemala’’ Un gruppo di 300 ‘campesinos’ è tornato a occupare la tenuta agricola ‘Nueva Linda’, nel dipartimento di Retalhuleu, dove il 31 agosto scorso otto contadini e tre agenti di polizia erano rimasti uccisi in un’operazione di sgombero effettuata dalle forze dell’ordine su disposizione della magistratura. Secondo il quotidiano ‘Prensa Libre’, i ‘campesinos’ protestano per la lentezza delle indagini che la Commissione diritti umani della Camera sta conducendo per stabilire le responsabilità dei disordini di tre mesi fa e intendono ottenere un risarcimento per i raccolti distrutti durante l’evacuazione; chiedono, inoltre, che sia fatta luce sulla misteriosa scomparsa di un dirigente contadino, Héctor Reyes, avvenuta in circostanze mai chiarite nel settembre del 2003. Il proprietario della tenuta, Carlos Vielman, ha detto che un giudice di Retalhuleu avrebbe già autorizzato la polizia a procedere oggi stesso allo sgombero degli occupanti, ma finora non ci sarebbero conferme da altre fonti. Il presidente della Guatemala, Oscar Berger, ha esortato i contadini ad abbandonare immediatamente ‘Nueva Linda’, avvertendo che non si esclude l’uso della forza. Secondo la Procura speciale per i diritti umani, guidata da Sergio Morales, durante lo sgombero di agosto si sarebbero verificate esecuzioni arbitrarie, atti di tortura e abuso di potere da parte delle autorità locali.

‘’ETHIOPIA’’ SEQUESTRATE TONNELLATE DI PESTICIDA INQUINANTE Due tonnellate di pesticidi tossici sono stati sequestrati dalla polizia a un negoziante nella capitale Addis Abeba: lo ha reso noto il ministero dell’Agricoltura. Il prodotto, del valore complessivo di 700.000 dollari, era scaduto da una ventina di anni e i componenti chimici si erano trasformati in veleni con una potente azione inquinante. Il commerciante è stato arrestato. Secono i dati della Fondo per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) nel Paese africano sarebbero presenti ancora 2800 tonnellate di prodotti tossici scaduti. La Fao ritiene che il problema sia la conseguenza di una cattiva gestione della distribuzione di pesticidi da parte di enti governativi e agenzie internazionali che ha contribuito a creare stoccaggi vecchi di 30 anni di prodotti chimico che in genere decadono dopo due anni dal confezionamento; ma l’agenzia della Nazioni Unite sostiene che una responsabilità ce l’hanno anche le industrie di produzione dei pesticidi, che con strategie di marketing aggressive e poco assennate hanno spinto all’acquisto di tonnellate di prodotto probabilmente non necessario. Il programma di ‘bonifica’ è stato finanziato dalla Banca Mondiale e da Belgio, Giappone e Finlandia. Tre anni fa, 1.500 tonnellate di pesticida sono state distrutte grazie ad un programma del costo di 4 milioni di dollari e mezzo promosso da un'azienda finlandese specializzata nella distruzione di materiale tossico. [BF]

GR ORE 13.00

Italia

Cap Anamur

La "Cap Anamur" ha rimosso dall'incarico il direttore Elias Bierdel, responsabile di non aver agito in maniera corretta durante il braccio di ferro che in luglio oppose la nave dell'organizzazione umanitaria tedesca, con 37 immigrati clandestini africani a bordo, e le autorita' italiane. Dopo che era stata costretta a rimanere in acque internazionali per piu' di 20 giorni, la nave ebbe il permesso di attraccare in Sicilia. Allo sbarco Bierdel e il capitano furono fermati con l'accusa di istigazione all'immigrazione clandesina.

Milano, contestato Albertini

A Milano, durante lo svolgimento delle commemorazioni al cimitero Maggiore, il sindaco Gabriele Albertini e' stato contestato dai dipendenti pubblici dei servizi funebri, i quali hanno accusato la Giunta di voler "privatizzare i cimiteri". Si annunciano scioperi per le prossime settimane, se l'amministrazione si rifiutera' di ascoltare le loro ragioni.

Industria

Persi 21 mila posti di lavoro nell'industria in un anno, mentre se ne sono creati 13 mila nei servizi. La riduzione tendenziale dell'occupazione nelle grandi imprese, quindi, ammonta a circa 8 mila posti di lavoro in meno. I dati sull'occupazione nelle grandi imprese ad agosto 2004 sono stati resi noti stamane dall'Istat.

Fiat

Sono tornati in fabbrica questa mattina i 1.400 lavoratori della Fiat di Termini Imerese, dopo due settimane di cassa integrazione, cominciata lo scorso 18 ottobre. Gli impianti rimarranno in funzione per altri nove giorni, poi la produzione della Punto restyling, a parte le 4 ore di sciopero previste per il 5 novembre in tutti gli stabilimenti Fiat, si fermerà nuovamente il 15 novembre, quando scatteranno altre tre settimane di Cig, fino al prossimo 5 dicembre. Intanto tra i dipendenti dello stabilimento siciliano torna la preoccupazione sul futuro lavorativo nonostante l'azienda abbia da tempo annunciato che a Termini, da metà dell'anno prossimo, sarà prodotta la Lancia Ypsilon. Per domani, le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil e delle organizzazioni dei metalmeccanici, Fiom, Fim e Uil, hanno convocato un attivo unitario dei delegati Rsu Fiat e dell'indotto. All'ordine del giorno dell'incontro: "le prospettive industriali e occupazionali del gruppo Fiat e indotto dello stabilimento di Termini Imerese".

Blocco strada

Continua anche stamani lungo la statale 106, in prossimita' delle Tavole Palatine di Metaponto di Bernalda (Matera), la manifestazione di alcune centinaia di agricoltori della provincia di Taranto che chiedono al governo di prevedere nella legge finanziaria del 2005 interventi per i mancati introiti delle campagne per la raccolta di uva e agrumi. Anche oggi i manifestanti permettono il transito degli automezzi su una sola corsia, in modo alternato. Dopo le code di ieri sera, che hanno raggiunto i 23 chilometri, stamani vi sono rallentamenti per alcune centinaia di metri, ma la Polizia Stradale prevede che la situazione peggiorera' nelle prossime ore.

Inquinamento

Divieto di circolazione per i veicoli piu' inquinanti, domani a Roma, per il perdurare di livelli eccessivamente alti delle polveri sottili. Secondo le disposizioni della legge regionale, il blocco e' stato ordinato per la giornata di domani, dalle 7.30 alle 20.30, con le seguenti modalita': nella fascia verde, l'interdizione riguardera' le auto catalizzate e i vecchi diesel; nella ztl del centro storico il divieto sara' esteso anche a moto e motorini a due tempi non euro 1 e 2. La decisione e' stata assunta in considerazione dei livelli delle polveri sottili che nelle ultime ventiquattr'ore hanno superato i limiti nella centralina di Fermi con 61/55 microgrammi per metrocubo.

Esteri

Iraq

Un prigioniero iracheno è morto lo scorso anno nel carcere di Abu Ghraib dopo essere stato picchiato dalla Cia. E' quanto ha testimoniato un Navy Seal - truppe speciali della Marina Usa - identificato con il solo rango di portaferiti ospedaliere, nell'udienza preliminare del processo a carico di un suo commilitone, accusato di percosse contro i detenuti iracheni e di aver posato con i prigionieri nelle fotografie scandalo emerse lo scorso maggio. Secondo la testimonianza, il detenuto, identificato in Manadel al Jamadi, venne preso a calci, schiaffi e pugni fino alla morte. L'uomo era stato condotto ammanettato e incappucciato nella stanza dove la Cia interrogava e picchiava i prigionieri iracheni. Il testimone ha riferito che tracce di sangue erano visibili sul cappuccio del detenuto già al momento in cui fu condotto nella stanza degli interrogatori dell'aeroporto internazionale di Baghdad nel novembre del 2003. Il portaferiti ha ammesso di aver partecipato al pestaggio di al Jamadi in diverse occasioni, schiaffeggiandolo alla nuca e prendendolo a pugni, prima che intervenissero altri cinque o sei agenti della Cia. Al Jamadi venne trovato morto nella stanza delle docce di Abu Ghraib meno di un'ora dopo che era stato ricondotto nel penitenzario da due agenti Cia. La vittima faceva parte dei cosiddetti 'detenuti fantasma', stando a quanto precisato dal general maggiore dell'esercito George R. Fay's. Prigionieri che non comparivano nei normali registri tenuti dall'esercito e che venivano così tenuti nascosti alla Croce rossa, stando a quanto denunciato dal General maggiore Usa Antonio Taguba, nel rapporto conclusivo dell'indagine condotta lo scorso febbraio.

Palestina

3 al aqsa uccisi da tsahal

Tre giovani miliziani delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa sono stati uccisi stasera da soldati israeliani penetrati a Nablus, in Cisgiordania, formazione estremista distaccatasi dall'organizzazione al-Fatah, capeggiata da Yasser Arafat. A ucciderli - secondo fonti palestinesi - e' stato un reparto delle forze speciali israeliane, penetrato nella citta' vecchia di Nablus. Erano Fadi SArawan, 25 anni di eta', Majdi Marih, 23 anni, e Jihad Abu Salhyieh, 25. Altri tre palestinesi sono rimasti feriti dalla sparatoria. Secondo fonti militari israeliane, due palestinesi armati sono stati colpiti perche' si accingevano ad aprire il fuoco contro un reparto che intendeva attuare un'operazione "mirata" contro i miliziani palestinesi: appartenevano ad al-Fatah, e uno dei due rivestiva un alto grado.

Abbattuta casa del kamikaze di ieri

L'esercito israeliano ha raso al suolo l'abitazione del sedicenne palestinese che ieri mattina, cinto di esplosivo, si e' fatto saltare in aria in un mercato di Tel Aviv, causando la morte di 3 persone e il ferimento di decine. Amer al-Fahr, nato il 6 giugno 1988, viveva nel campo profughi di Askar, a Nablus, in Cisgiordania. Il gesto, rivendicato dal Fronte popolare per la liberazione della Palestina, ha fatto di lui il piu' giovane attentatore suicida in questi quattro anni di intifada palestinese contro l'occupazione israeliana. Ieri la madre si era detta disperata per il gesto del giovanissimo figlio e gia' in serata la famiglia, aiutata dalla gente di Askar, aveva cominciato a impacchettare le sue cose, per traslocare prima dell'arrivo delle ruspe dei militari israeliani: la distruzione dell'abitazione famigliare e' infatti la punizione costantemente riservata da Israele alle famiglie degli autori di sanguinosi attentati, nonostante le denunce delle organizzazioni umanitarie.

Fratello Arafat

Fathi Arafat, fratello del leader palestinese Yasser, è stato ricoverato in un ospedale del Cairo, in Egitto, perché affetto da una forma avanzata di cancro. Lo hanno reso noto fonti ospedaliere locali. Fathi Arafat è stato ricoverato in un reparto di terapia intensiva, ha spiegato un medico del Palestine Hospital della capitale egiziana. Arafat, che è fondatore della Croce Rossa palestinese, è direttore dello stesso centro ospedaliero. Un altro medico ha detto a condizione dell'anonimato che la situazione clinica di Fathi Arafat è piuttosto complicata, per lo sviluppo di metastasi del cancro in vari organi vitali. Il fratello del raìs si è ammalato di cancro quattro anni fa ed ha subito già due interventi chirurgici. Un suo collaboratore ha confermato che negli ultimi tempi le sue condizioni di salute sono diventate critiche. L'ipotesi del cancro è stata presa in considerazione anche per spiegare le difficili condizioni di salute del presidente palestinese Yasser Arafat, ricoverato all'ospedale militare di Percy dopo il peggioramento del suo quadro clinico. I medici che hanno in cura il leader dell'Anp, comunque, non hanno scartato alcuna eventualità. Una serie di test stanno cercando di verificare anche le ipotesi di leucemia o infezione virale

Elezioni Usa

I russi che controllano se negli Stati Uniti si sta votando nel pieno rispetto della democrazia: e' una delle novita' delle presidenziali americane di oggi. Il ministero degli Esteri russo a Mosca ha annunciato che un certo numero dei suoi diplomatici accreditati in Usa prendono parte al monitoraggio internazionale delle elezioni assieme ad altri partecipanti stranieri. Mikhail Troyansky, portavoce del ministero, ha spiegato all'agenzia di stampa Interfax che i controllori russi lavorano all'ambasciata di Washington e nei consolati operativi in quel paese. Anche Alesandr Veshniakov, presidente della Commissione Elettorale Centrale della Russia, e' recato negli Stati Uniti in veste di osservatore

Cina

Violenti scontri con morti e feriti fra contadini e e soldati e poliziotti sono avvenuti nella provincia sudorientale cinese del Sichuan, secondo testimonianze locali diffuse da siti Internet. Almeno 20mila contadini hanno protestato contro la costruzione della diga Pubugou e migliaia di soldati sono stati inviati nel distretto di Hanyuan. Un testimone oculare citato su Internet ha riferito che giovedì scorso sono stati uccisi tre manifestanti. I giornali di Hong Kong scrivono che il corpo di uno dei contadini uccisi è stato portato dai manifestanti davanti all'ufficio dell'amministrazione locale. I dimostranti si oppongono al progetto della diga, che li obbligherà a lasciare le loro case in cambio di un risarcimento considerato troppo basso. Altri violenti disordini sono intanto avvenuti nella provincia centrale dello Henan:testimoni locali riferiscono che sette-dieci persono sono rimaste uccise in scontri fra la maggioranza di etnia cinese Han e la minoranza musulmana degli Hui, scoppiati mercoledì e proseguiti fino a domenica.

Spagna

La polizia spagnola ha oggi arrestato a Bilbao cinque presunti membri dell'organizzazione indipendentista basca Eta. Gli arresti sono avvenuti nel corso di due distinte operazioni congiunte fra polizia e Guardia Civil legate entrambe, secondo fonti poliziesche citate dalle agenzie, agli arresti a Bilbao nei giorni scorsi di due presunti membri della direzione logistica, Amaia Urizar e Haritz Totorika

Intanto ieri sei esponenti storici dell'Eta in carcere hanno scritto una lettera alla direzione dell'organizzazione dicendosi a favore dell'abbandono della lotta armata e per una battaglia istituzionale e di massa. La lettera, pubblicata dal Diario de Noticias afferma: La lotta armata che portiamo avanti oggi non serve piu

GR FLASH 9:30

3 al aqsa uccisi da tsahal

Tre giovani miliziani delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa sono stati uccisi stasera da soldati israeliani penetrati a Nablus, in Cisgiordania, formazione estremista distaccatasi dall'organizzazione al-Fatah, capeggiata da Yasser Arafat. A ucciderli - secondo fonti palestinesi - e' stato un reparto delle forze speciali israeliane, penetrato nella citta' vecchia di Nablus. Erano Fadi SArawan, 25 anni di eta', Majdi Marih, 23 anni, e Jihad Abu Salhyieh, 25. Altri tre palestinesi sono rimasti feriti dalla sparatoria. Secondo fonti militari israeliane, due palestinesi armati sono stati colpiti perche' si accingevano ad aprire il fuoco contro un reparto che intendeva attuare un'operazione "mirata" contro i miliziani palestinesi: appartenevano ad al-Fatah, e uno dei due rivestiva un alto grado.

Abbattuta casa del kamikaze di ieri

L'esercito israeliano ha raso al suolo l'abitazione del sedicenne palestinese che ieri mattina, cinto di esplosivo, si e' fatto saltare in aria in un mercato di Tel Aviv, causando la morte di 3 persone e il ferimento di decine. Amer al-Fahr, nato il 6 giugno 1988, viveva nel campo profughi di Askar, a Nablus, in Cisgiordania. Il gesto, rivendicato dal Fronte popolare per la liberazione della Palestina, ha fatto di lui il piu' giovane attentatore suicida in questi quattro anni di intifada palestinese contro l'occupazione israeliana. Ieri la madre si era detta disperata per il gesto del giovanissimo figlio e gia' in serata la famiglia, aiutata dalla gente di Askar, aveva cominciato a impacchettare le sue cose, per traslocare prima dell'arrivo delle ruspe dei militari israeliani: la distruzione dell'abitazione famigliare e' infatti la punizione costantemente riservata da Israele alle famiglie degli autori di sanguinosi attentati, nonostante le denunce delle organizzazioni umanitarie.

Tunnel scoperto

L'esercito israeliano ha scoperto in serata nei pressi di Rafah, nel sud della striscia di Gaza, un tunnel, a otto metri di profondita' e lungo diverse centinaia di metri, che veniva utilizzato per il contrabbando d'armi dall'Egitto verso i Territori palestinesi. La galleria, il cui ingresso era dissimulato in un pollaio - affermano fonti militari israeliane - verra' distrutta con esplosivi. Si tratta del 20/o tunnel scoperto nella zona dall'inizio dell'anno.

Pakistan AUTOBOMBA ESPLODE A QUETTA, 4 FERITI

Una potente autobomba è esplosa oggi in un quartiere centrale della città di Quetta, nel sudovest del Pakistan, ferendo almeno quattro persone, secondo quanto ha riferito la polizia locale. Al momento dell'esplosione, il capo del governo del Baluchistan, Jam Mohammed Yousuf, era nella sua abitazione, non lontano dal luogo dell'attentato, ma è rimasto illeso. L'esplosione è avvenuta dietro un edificio che ospita il governo locale, nel centro della città. Molti vetri sono andati in frantumi, i muri di due case vicine sono stati danneggiati. Rehmatullah Niazi, un agente di polizia, ha riferito che quattro persone sono rimaste ferite e che l'ordigno era molto potente, almento 15 chili di esplosivo. Il sindaco di Quetta, Abdur Rahim Kakar, ha detto che l'esplosione è avvenuta nei pressi di una moschea sunnita e che due delle abitazioni danneggiate appartengono al custode della moschea e a un funzionario governativo. Nell'ultimo periodo in questa provincia si sono verificati diversi attentati e atti di intolleranza religiosa tra musulmani sciiti e sunniti. Nel marzo scorso militanti sunniti hanno aperto il fuoco su una processione sciita, uccidento 44 persone e ferendone almeno 150. A luglio un attentato contro una moschea sciita ha provocato la morte di 50 persone.

Iraq

BAGDAD, AUTOBOMBA UCCIDE 5 PERSONE

Nuovo attentato a Baghdad. Un'autobomba e' esplosa nell'area antistante il ministero dell'educazione, nel centro della capitale. Un portavoce del ministero degli Interni non ha fornito cifre esatte ma ha detto che l'attentato ha provocato parecchie vittime. Secondo le prime testimonianze i morti sarebbero cinque e numerosi i feriti.

Raid su Falluja

Nuovo raid aereo su Falluja: nella notte gli aerei statunitensi hanno bombardato la citta' sunnita ribelle. Ne ha dato notizia un comunicato del Comando militare. L'esercito ha anche reso noto che, nel corso di scontri avvenuti a Ramadi, e' morto, probabilmente ucciso da un cecchino, un cameraman, Dhia Najim, che lavorava come freelance per l'agenzia di notizie Reuters. Un video estratto dalla telecamera del reporter 57enne, che era sposato e padre di quattro figli, mostra immagini di precedenti attacchi sulle truppe americane. La morte di Najim fa salire a 46 il bilancio dei giornalisti e operatori dell'informazione uccisi in Iraq dall'inizio della guerra, nel marzo 2003 (secondo i dati di Reporters Without Borders). Quattro giorni fa, in un attentato a Baghdad contro la tv satellitare panaraba al-Arabyia erano morte sette persone.

Rilasciati iracheni rapiti ieri

Due iracheni, rapiti ieri insieme ad un americano a un nepalese da un gruppo di guerriglieri armati nel pieno centro di Baghdad, sono stati rilasciati nella nottata. In un primo momento si era parlato genericamente di due arabi: i realta' i due uomini sono guardie della sicurezza irachene ed hanno dichiarato alla polizia che nelle mani dei sequestratori ci sono ancora un americano e un nepalese, che lavoravano per una compagnia saudita. Al momento non ci sono state rivendicazioni del rapimento. I due iracheni rilasciati hanno riferito che i guerriglieri hanno assaltato la villa, nell'elegante quartiere di Mansur, con colpi di fucili automatico e granate. Una guardia e' morta durante l'attacco. L'americano e il nepalese lavorano per la Satco, una compagnia commerciale arabo saudita con base a Riad che fornisce assistenza alle truppe statunitensi in Iraq.

sanzioni anti-terrorismo contro il Sudan

Presidente Usa George W. Bush ha esteso di un anno la validità delle sanzioni economiche imposte al Sudna, Paese che Washington annovera fra i sostenitori del terrorismo. Lo riferisce l'Agenzia France Presse, citando un comunicato della Casa Bianca secondo cui il Sudan persegue una politca che "continua a porre una minaccia alla sicurezza nazionale e alla politica estera degli Stati Uniti".

Uruguay REFERENDUM SULL'ACQUA, VINCE IL SI

La vittoria del "si'" al referendum in Uruguay sulla gestione delle risorse idriche - per cui si e' votato contestualmente alle presidenziali e politiche - dimostra ancora una volta che i venezuelani vogliono mantenere una forte presenza dello stato nel settore economico. Il referendum ha approvato con il 50,16% una riforma che consente solo allo stato di fornire i servizi idrici nel Paese. Fin'ora, due imprese a capitale spagnolo avevano in concessione i servizi di distribuzione dell'acqua potabile e di risanamento delle acque delle zone litoranee del Paese.

250 ARRESTI DOPO SCONTRI DEI GIORNI SCORSI

I Caschi Blu dell'Onu hanno arrestato circa 250 persone nella capitale liberiana Monrovia dopo gli scontri che nei giorni scorsi hanno provocato la morte di almeno 14 persone. Lo riferisce nel sito on line la BBc. La capitale attualmente è calma, sorvegliata dall'alto da elicotteri della forza di stabilizzazione delle Nazioni Unite. I disordini sono stati provocati da sostenitori dell'ex presidente Charles Taylor, e sono i più gravi dalla sua uscita di scena. Oltre ai 14 morti ci sono stati almeno 200 feriti. La laggior parte delle vittime presentavano ferite inferte con machete o bastoni chiodati.

Nucleare: AIEA contro l'Iran

Il direttore generale dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica (Aiea), Mohamed El Baradei, ha invitato ieri l'Iran a sospendere l'arricchimento di uranio e ha detto che la Corea del Nord presenta una "sfida seria" alla lotta contro la non-proliferazione. Lo riferisce l'agenzia France Presse da New York. "Alla luce delle serie preoccupazioni internazionali che circondano il programma nucleare (iraniano), il Paese dovrebbe fare tutto il possibile per costruire la fiducia" cessando volontariamente le sue attività di arricchimento e connesse, ha dichiarato El Baradei nel suo intervento annuale davanti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Sostenendo che gli ispettori internazionali dovrebbero essere autorizzati a tornare in Iran, El Baradei ha detto che sarebbe interesse del Paese "perseguire una politica di massima trasparenza" in quel che concerne il suo controverso programma nucleare. Ha poi ricordato che gli ispettori delle Nazioni Unite non hanno lavorato nel Paese dal dicembre 2002 e ha detto che la sua agenzia "non può dunque fornire alcuna assicurazione che non sia mutato l'uso dei materiali nucleari". "Noi abbiamo continuamente messo l'accento sulla necessità di un accordo generale sulla crisi di Corea attraverso un dialogo che tenga conto di tutti i problemi collegati, e io spero che le discussioni a sei conducano a un tale accordo" ha poi detto El Baradei. La Corea del nord ha già preso parte a tre serie di discussioni internazionali sul suo programma nucleare che non hanno dato alcun risultato. Il Paese ha boicottato l'ultima serie, che era prevista nel settembre scorso. Pyongyang ha sottolineato che riprenderà le discussioni se Washington abbandonerà la sua politica ostile nei suoi confronti e accetterà di ricompensare gli sforzi di abbandono del programma nucleare.

smaltimento arsenale russo: italia 720 miliardi

Il sostegno che il governo italiano ha assicurato all'assistenza alla Russia per lo smantellamento dei sommergibili nucleari in disarmo e la distruzione delle armi chimiche, ammonta a 720 milioni di euro. I possibili candidati per la gestione dell'operazione sono pochi. Il primo -si legge- è il generale Carlo Jean, commissario governativo per l'emergenza nucleare e presidente della Sogin, la società pubblica che ha il compito di smaltire l'uranio delle centrali nucleari italiane dismesse. Il secondo è il suo vice Paolo Togni, figlio dell'ex ministro democristiano Giuseppe Togni, capo di gabinetto del ministro dell'Ambiente Altero Matteoli, nonché ex manager della Waste management. C'è poi il responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso: pure lui avrebbe le carte in regola, ma anche innumerevoli impegni.

gror041102 (last edited 2008-06-26 09:53:14 by anonymous)