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GR 19.30

GENOVA

ventiseiesima udienza del processo ai 25 per devastazione e saccheggio: continuano i testi che dovrebbero portare alle prime identificazioni. In particolare da segnalare i teste che concludono le situazioni degli arresti di via saluzzo e il tenente Salvatore Saccardi, aggredito in via Casaregis durante le prime cariche contro i disobbedienti mentre cercava di acchiappare un manifestante di troppo.




da VITA.IT
Almeno una persona e' morta nel corso di violente proteste dei contadini nella Cina del sudovest, nel secondo episodio di violenza in due giorni. Decine di migliaia di contadini hanno protestato, a volte in modo violento, contro l'evacuazione imposta dalle autorita' per la costruzione di una diga sul fiume Pubugou, nella provincia del Sichuan.

Secondo la stampa locale alle proteste avrebbero partecipato 20-30 mila persone alcune delle quali hanno attaccato gli uffici governativi. Testimoni hanno affermato che almeno una persona e' morta in scontri con la polizia. Con le proteste, i contadini chiedevano che fossero aumentati i risarcimenti che il governo locale deve per legge versare alle circa centomila famiglie che sono state costrette ad abbandonare i loro campi e le loro case. La situazione, sempre secondo la stampa cinese, e' ora tornata alla normalita'.

Centinaia di poliziotti continuano intanto a pattugliare i villaggi della provincia dell'Henan (Cina centrale) dove nel fine settimana scorso almeno sette persone sono morte in violenze a sfondo etnico-religioso. Gruppi di cinesi ''han'' e di musulmani ''hui'' si sono affrontati a colpi di bastone e di coltello per tre giorni, prima del massiccio intervento della polizia che ieri ha posto fine alle violenze. Nella regione e' stata imposta la legge marziale a tempo indefinito. Secondo notizie riportate dalla stampa internazionale quasi 150 persone avrebbero perso la vita negli scontri



Guatemala
Un gruppo di 300 ‘campesinos’ è tornato a occupare la tenuta agricola ‘Nueva Linda’, nel dipartimento di Retalhuleu, dove il 31 agosto scorso otto contadini e tre agenti di polizia erano rimasti uccisi in un’operazione di sgombero effettuata dalle forze dell’ordine su disposizione della magistratura. Secondo il quotidiano ‘Prensa Libre’, i ‘campesinos’ protestano per la lentezza delle indagini che la Commissione diritti umani della Camera sta conducendo per stabilire le responsabilità dei disordini di tre mesi fa e intendono ottenere un risarcimento per i raccolti distrutti durante l’evacuazione; chiedono, inoltre, che sia fatta luce sulla misteriosa scomparsa di un dirigente contadino, Héctor Reyes, avvenuta in circostanze mai chiarite nel settembre del 2003. Il proprietario della tenuta, Carlos Vielman, ha detto che un giudice di Retalhuleu avrebbe già autorizzato la polizia a procedere oggi stesso allo sgombero degli occupanti, ma finora non ci sarebbero conferme da altre fonti. Il presidente della Repubblica, Oscar Berger, ha esortato i contadini ad abbandonare immediatamente ‘Nueva Linda’, avvertendo che non si esclude l’uso della forza. Secondo la Procura speciale per i diritti umani, guidata da Sergio Morales, durante lo sgombero di agosto si sarebbero verificate esecuzioni arbitrarie, atti di tortura e abuso di potere da parte delle autorità locali. [FB]


ETHIOPIA 2/11/2004 12:38
SEQUESTRATE TONNELLATE DI PESTICIDA INQUINANTE
Due tonnellate di pesticidi tossici sono stati sequestrati dalla polizia a un negoziante nella capitale Addis Abeba: lo ha reso noto il ministero dell’Agricoltura. Il prodotto, del valore complessivo di 700.000 dollari, era scaduto da una ventina di anni – ha riferito il funzionario del ministero Biratu Oljira - e i componenti chimici si erano trasformati in veleni con una potente azione inquinante. Il commerciante è stato arrestato. Il pesticida dovrà essere inviato in Gran Bretagna per essere smaltito dall’inceneritore di un’azienda specializzata al costo di 7000 dollari, ha precisato il ministero. A gennaio di quest’anno l’Etiopia ha ricevuto donazioni internazionali per 8 milioni di dollari destinati a operazioni di bonifica dai magazzini e soprattutto da oltre 700 discariche abusive di un migliaio di tonnellate di prodotti chimici scaduti, molto pericolosi per la salute pubblica e per l’ambiente; il materiale deve essere raccolto in otto centri nazionali e imbarcato su speciali navi dirette all’estero per essere eliminato. Secono i dati della Fondo per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) nel Paese africano sarebbero presenti ancora 2800 tonnellate di prodotti tossici scaduti. La Fao ritiene che il problema sia la conseguenza di una cattiva gestione della distribuzione di pesticidi da parte di enti governativi e agenzie internazionali che ha contribuito a creare stoccaggi vecchi di 30 anni di prodotti chimico che in genere decadono dopo due anni dal confezionamento; ma l’agenzia della Nazioni Unite sostiene che una responsabilità ce l’hanno anche le industrie di produzione dei pesticidi, che con strategie di marketing aggressive e poco assennate hanno spinto all’acquisto di tonnellate di prodotto probabilmente non necessario. Il programma di ‘bonifica’ è stato finanziato dalla Banca Mondiale e da Belgio, Giappone e Finlandia. Tre anni fa, 1.500 tonnellate di pesticida sono state distrutte grazie ad un programma del costo di 4 milioni di dollari e mezzo promosso da un'azienda finlandese specializzata nella distruzione di materiale tossico. [BF]


CHILE 2/11/2004 11:54
A RISCHIO PROCESSO CONTRO PINOCHET PER OMICIDIO PRATS
 Peace/Justice, Brief
 
 
La Corte d’appello di Santiago ha rinviato l’esame della richiesta di estradizione inoltrata dalla giustizia argentina a carico dell’ex-presidente de facto Augusto Pinochet Ugarte (1973-1990), 89 anni il prossimo 25 novembre, per l’assassinio del generale Carlos Prats e della moglie Sofía Cuthbert, avvenuto a Buenos Aires il 30 settembre 1974, allorché una bomba esplose sotto l’auto sulla quale erano saliti i due coniugi. Il rinvio, in realtà, è breve (il prossimo 5 novembre è prevista l’udienza) ma sembra preannunciare un possibile ulteriore rinvio nel caso in cui la difesa, come è in suo potere, dovesse farne richiesta. La possibilità di sottoporre l’ex-generale a giudizio per l’omicidio Prats è una novità derivante dalla decisione della Corte suprema cilena dello scorso 26 agosto di sospendere il beneficio dell’immunità a Pinochet, come richiesto dal giudice Juan Guzmán Tapia che stava indagando sulle responsabilità dell’ex-dittatore nella cosiddetta ‘Operación Cóndor’, l’operazione di repressione congiunta contro gli oppositori di sinistra messa in atto dalle dittature latinoamericane al potere in Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguay negli Anni ’70 e ’80, costata la vita a centinaia di persone. Attualmente, tuttavia, ogni processo contro Pinochet è sospeso, in attesa che il giudice Tapia deliberi sullo stato di salute mentale dell’ex-generale, già in passato dichiarato inabile a essere sottoposto a procedimenti giudiziari a causa di una presunta demenza vascolare. Carlos Prats era il comandante in capo dell’esercito nonché vicepresidente e ministro dell’Interno del governo democraticamente eletto di Salvador Allende, rovesciato dal golpe di Pinochet dell’11 de settembre 1973. Una volta instaurata la dittatura, Prats si rifugiò in Argentina, dove fu però raggiunto, circa un anno dopo, dalla mano della Dina (Dirección de Inteligencia Nacional), la famigerata polizia militare segreta del regime ‘pinochetista’. Il caso è attualmente seguito dalla giudice argentina María Servini de Cubría, che negli ultimi due anni ha più volte chiesto l’estradizione dell’ex-dittatore.[LL]
SCONTRI TRA GRUPPI ETNICI PROVOCANO MORTI E L’INTERVENTO DEI MILITARI
 General, Brief
 
 
Gravi incidenti tra cittadini appartenenti a due gruppi etnici diversi hanno provocato morti e feriti in una località rurale della Cina centrale spingendo le autorità a far intervenire l’esercito e instaurare la legge marziale come misura di emergenza. Secondo l’agenzia nazionale ‘Xinhua’, che ha dato un breve resoconto solo nella sua pagina on line in lingua inglese, sette persone sarebbero morte e 40 rimaste ferite in seguito a scontri nella provincia di Henan tra cittadini cinesi ‘autoctoni’ che si definiscono ‘han’ e abitanti ‘hui’, questi ultimi discendenti di commercianti arabi trasferitisi in Cina nel XIII secolo, ma oggi del tutto simili alla maggioranza dei cittadini se non per il fatto di professare la religione islamica e avere abitudini diverse. Le due comunità hanno sempre vissuto in rapporti generalmente armoniosi ed episodi di violenza sono rari. I disordini, a cui avrebbero partecipato migliai di persone brandendo bastoni e utensili agricoli, sono cominciati il 27 ottobre scorso e continuati per quattro giorni malgrado la presenza di forze paramilitari: la stampa cinese non ha diffuso la notizia e le informazioni a riguardo sono filtrate con difficoltà per la decisione dei governanti di non rendere pubblici gli avvenimenti, forse nel timore che si innescassero violenze peggiori. L’agenzia ‘Xinhua’ riferisce che tutto sarebbe scaturito da un diverbio tra due abitanti dei villaggi di Nanren e Nanwei e almeno una persona sarebbe morta per le percosse subite, ma non ha precisato il motivo che ha scatenato gli scontri; secondo il quotidiano statunitense ‘New York Times’ la lite sarebbe nata in seguito alla morte di una bambina di sei anni uccisa in un incidente stradale. Gli amministratori del distretto di Zhongmou, dove si trovano i due villaggi, hanno riferito all’agenzia ‘France Press’ che i morti sarebbero in realtà una ventina. La minoranza ‘hui’ conta 8 milioni e mezzo di appartenenti ed è una delle meglio integrate tra le 55 minoranze etniche cinesi. “Abbiamo avuto degli scontri in passato ma sono stupita che ci siano stati tanti morti” ha detto all’agenzia transalpina un’insegnante di una scuola religiosa della moschea di Zhengzhou, distante una quartina di chilometri dal luogo delle violenze, “Soprattutto ci sono state discussioni per ragioni economiche – ha continuato l’intervistato - e litigi che sono sfuggiti di mano, ma sempre quel genere di contrasti che avvengono tra figli della stessa famiglia”. Alcuni osservatori sostengono che nella Cina rurale le tensioni tra gruppi etnici diversi potrebbero essere cresciute in seguito al recente sviluppo economico che ha allargato ancora di più la forbice tra ricchi e poveri.
[BF]


AUTOBOMBA, RAPIMENTI E ANCORA VITTIME NEL GIORNO DEL VOTO USA
Il giorno delle elezioni presidenziali statunitensi si è aperto con un’autobomba a Baghdad, nei pressi del ministero dell’Educazione: secondo i soccorritori, le vittime sarebbero almeno cinque, molti i feriti. Fonti vicine al ministero dell’Interno, tuttavia, affermano che il bilancio finale potrebbe essere molto più grave. Rimane ancora sconosciuto, al momento, l’esito del nuovo bombardamento statunitense della notte scorsa su Falluja, città a ovest della capitale, nel cosiddetto ‘triangolo sunnita’. Nel mirino, ancora una volta come negli ultimi mesi, il giordano Abu Musab Zarqawi, considerato l’uomo di Al Qaida in Iraq e sulla cui testa pende una taglia di 25 milioni di dollari. Continua intanto la strategia della tensione basata sui rapimenti: almeno quattro persone sono state sequestrate da un gruppo al momento anonimo che ha assaltato ieri nel pieno centro di Baghdad con granate e armi automatiche una villa di proprietà della compagnia commerciale arabo saudita (con base a Riad) Satco, che fornisce assistenza alle truppe statunitensi di stanza in Iraq. Nell’assalto sarebbe morto almeno un agente privato di sicurezza. Dei rapiti, due – agenti di sicurezza di nazionalità irachena – sarebbero stati quasi immediatamente rilasciati, mentre gli aggressori avrebbero ancora in loro potere un cittadino statunitense e uno nepalese, dipendenti della ditta. Va ricordato che, nello stillicidio di rapimenti e barbare esecuzioni cui alcuni gruppi terroristici hanno dato vita in Iraq negli ultimi mesi, l’ultima vittima è di appena tre giorni fa, il giapponese Shosei Koda, 24 anni. Altre notizie di violenze giungono, infine, da Samarra, città 125 chilometri a nord di Baghdad, dove l’esplosione di una mina ha ucciso un soldato della Guardia nazionale irachena.[LL]
 

Sindacalisti delle Organizzazioni sindacali internazionali sono stati espulsi dal paese dopo aver partecipato ad incontri a Bogotà

Retaliación del gobierno colombiano contra el sindicalismo mundial
por Central Unitaria de Trabajadores Monday, Nov. 01, 2004 at 11:32 AM
presidencia@cut.org.co (57)-1-3237550 / 3237950 Calle 35 # 7-25 piso 9, Bogotá D.C

La presencia del sindicalismo internacional en el "SOS" de los sindicatos colombianos en septiembre de 2004, molestó al Gobierno y la lista de los dirigentes sindicales que acudieron a ese “SOS”, fue remitida a migración del DAS, para impedir su ingreso a Colombia. Entre los afectados están, Víctor Báez, Secretario General de la ORIT; Cameron Duncan, Secretario de la Internacional de los Servicios Públicos; Rodolfo Benitez, Secretario de Internacional de los Servicios y Antonio Rodríguez, Secretario General, de la Internacional del Transporte. A algunas de las lideresas que vienen al IV Congreso de la Mujer Trabajadora CUT y a la delegación de sindicalistas británicos, les pusieron todo tipo de obstáculos para ingresar y las conminaron a presentarse, el próximo martes en el Ministerio de Relaciones. Exteriores.

La agresión del Gobierno y los empresarios contra el sindicalismo, constatada en la liquidación de la contratación colectiva y en la inmolación de 15 dirigentes sindicales, dos asesores y 30 afiliados, hizo que el sindicalismo mundial expresara su solidaridad asistiendo al “SOS” del Sindicalismo Mundial Frente al Aniquilamiento del Sindicalismo Colombiano.

44 dirigentes de la CIOSL/ORIT; dos de la CMT/CLAT y uno de la CGT francesa, no confederada, evidencian por sí solo, la destacada presencia internacional y el compromiso real con el sindicalismo colombiano y la disposición de continuar con el apoyo.

Los 60 testimonios presentados en la Audiencia Pública, por voceros de 60 sindicatos, permitieron mostrar una radiografía real, tanto de la violación a la contratación colectiva, como de las múltiples y constantes violaciones a los derechos humanos.

La presencia internacional molestó al Gobierno y al parecer, la lista de los dirigentes sindicales internacionales que asistieron al “SOS” fue remitida a migración del DAS, para impedir su ingreso a Colombia, como una medida de retaliación a la solidaridad expresada con el sindicalismo colombiano.

Este hecho evidencia una actitud autoritaria, jamás presentada en gobierno nacional alguno y muestra que empiezan a desdibujarse los perfiles de la “democracia” y a percibirse elementos totalitarios en el que la diferencia se dirime obstruyendo espacios y eliminando la controversia civilizada.

En el marco de las conclusiones del “SOS” Y en respaldo al sindicalismo colombiano, la Organización Regional Interamericana de Trabajadores CIOSL/ORIT, convocó a los Secretariados Profesionales internacionales del sindicalismo a una reunión de trabajo y a participar en IV Congreso Nacional de la Mujer Trabajadora CUT.

Lamentablemente, a los dirigentes sindicales internacionales que llegaban y que aparecían en la lista de participantes en el “SOS”, les impidieron su ingreso a Colombia, que implicó el no ingreso al país y su deportación inmediata. Entre ellos, a Víctor Báez, Secretario General de la ORIT; Cameron Duncan, Secretario de la Internacional de los Servicios Públicos; Rodolfo Benitez, Secretario de Internacional de los Servicios y Antonio Rodríguez, Secretario General, de la Internacional del Transporte.

Algunas de las dirigentas que vienen al IV Congreso de la Mujer Trabajadora CUT, les pusieron todo tipo de obstáculos para ingresar y las conminaron a presentarse, el próximo martes en el Ministerio de Relaciones Exteriores. Igual aconteció con la delegación de sindicalistas británicos, quienes también soportaron este sin igual insuceso.

Solicitamos al sindicalismo mundial denunciar en sus respectivos países y organizaciones esta agresión del Gobierno colombiano para con el sindicalismo, al tiempo que en Colombia haremos lo propio y exigiremos del Gobierno el cese inmediato del atropello descrito, el respeto al ejercicio de nuestra actividad sindical y la suspensión de la lista, que al parecer, fue enviada a migración del DAS para impedir el ingreso de quienes estuvieron en el “SOS” del Sindicalismo Mundial Frente al Aniquilamiento del Sindicalismo Colombiano.



Bogotá, 1° de noviembre de 2004


CARLOS RODRIGUEZ DIAZ
Presidente CUT

APECIDES ALVIS FERNANDEZ
Presidente CTC

BORIS MONTES DE OCA ANAYA
Secretario General CUT

MIGUEL MORANTES
Secretario General CTC


www.cut.org.co

GR ORE 19.30

Iran: una ragazza di 13 anni condannata a morte per lapidazione

Lo scorso 16 ottobre, il regime fondamentalista iraniano ha condannato una ragazza di 13 anni alla lapidazione nella città di Marivan (nel nord-est dell'Iran). Jila Izadi è stata condannata a morte dopo aver partorito in prigione suo figlio, un mese fa. La ragazza è stata stuprata e messa in cinta dal fratello. La corte clericale (?) iraniana l'ha condannata a morte: secondo il codice penale del governo misogino iraniano, la lapidazione è la punizione per coloro che commettono adulterio... anche se Jila è vittima di stupro! Il fratello, anch'egli in prigione, è stato invece condannato sempre secondo la legge islamicama, ad una punizione di 150 frustate. il Forum delle Donne Contro il Fondamentalismo in Iran (la WFAFI) invita le organizzazioni della società civile ad impegnarsi per impedire la lapidazione di Jila. La WFAFI ha anche fatto un appello alla premio nobel per la pace Shirin Ebadi, perchè intervenga a favore di Jila, visto che la costituzione iraniana non offre alle donne, nè alle ragazze, nessuna possibilità di protezione o di appello.

Israele il Comitato israeliano contro la demolizione delle case ha aperto una nuova sede a Gerusalemme ovest. Il centro ospiterà eventi, mostre, letture ed happenings.

GR ORE 13.00

Italia

Cap Anamur

La "Cap Anamur" ha rimosso dall'incarico il direttore Elias Bierdel, responsabile di non aver agito in maniera corretta durante il braccio di ferro che in luglio oppose la nave dell'organizzazione umanitaria tedesca, con 37 immigrati clandestini africani a bordo, e le autorita' italiane. Dopo che era stata costretta a rimanere in acque internazionali per piu' di 20 giorni, la nave ebbe il permesso di attraccare in Sicilia. Allo sbarco Bierdel e il capitano furono fermati con l'accusa di istigazione all'immigrazione clandesina.

Milano, contestato Albertini

A Milano, durante lo svolgimento delle commemorazioni al cimitero Maggiore, il sindaco Gabriele Albertini e' stato contestato dai dipendenti pubblici dei servizi funebri, i quali hanno accusato la Giunta di voler "privatizzare i cimiteri". Si annunciano scioperi per le prossime settimane, se l'amministrazione si rifiutera' di ascoltare le loro ragioni.

Industria

Persi 21 mila posti di lavoro nell'industria in un anno, mentre se ne sono creati 13 mila nei servizi. La riduzione tendenziale dell'occupazione nelle grandi imprese, quindi, ammonta a circa 8 mila posti di lavoro in meno. I dati sull'occupazione nelle grandi imprese ad agosto 2004 sono stati resi noti stamane dall'Istat.

Fiat

Sono tornati in fabbrica questa mattina i 1.400 lavoratori della Fiat di Termini Imerese, dopo due settimane di cassa integrazione, cominciata lo scorso 18 ottobre. Gli impianti rimarranno in funzione per altri nove giorni, poi la produzione della Punto restyling, a parte le 4 ore di sciopero previste per il 5 novembre in tutti gli stabilimenti Fiat, si fermerà nuovamente il 15 novembre, quando scatteranno altre tre settimane di Cig, fino al prossimo 5 dicembre. Intanto tra i dipendenti dello stabilimento siciliano torna la preoccupazione sul futuro lavorativo nonostante l'azienda abbia da tempo annunciato che a Termini, da metà dell'anno prossimo, sarà prodotta la Lancia Ypsilon. Per domani, le segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil e delle organizzazioni dei metalmeccanici, Fiom, Fim e Uil, hanno convocato un attivo unitario dei delegati Rsu Fiat e dell'indotto. All'ordine del giorno dell'incontro: "le prospettive industriali e occupazionali del gruppo Fiat e indotto dello stabilimento di Termini Imerese".

Blocco strada

Continua anche stamani lungo la statale 106, in prossimita' delle Tavole Palatine di Metaponto di Bernalda (Matera), la manifestazione di alcune centinaia di agricoltori della provincia di Taranto che chiedono al governo di prevedere nella legge finanziaria del 2005 interventi per i mancati introiti delle campagne per la raccolta di uva e agrumi. Anche oggi i manifestanti permettono il transito degli automezzi su una sola corsia, in modo alternato. Dopo le code di ieri sera, che hanno raggiunto i 23 chilometri, stamani vi sono rallentamenti per alcune centinaia di metri, ma la Polizia Stradale prevede che la situazione peggiorera' nelle prossime ore.

Inquinamento

Divieto di circolazione per i veicoli piu' inquinanti, domani a Roma, per il perdurare di livelli eccessivamente alti delle polveri sottili. Secondo le disposizioni della legge regionale, il blocco e' stato ordinato per la giornata di domani, dalle 7.30 alle 20.30, con le seguenti modalita': nella fascia verde, l'interdizione riguardera' le auto catalizzate e i vecchi diesel; nella ztl del centro storico il divieto sara' esteso anche a moto e motorini a due tempi non euro 1 e 2. La decisione e' stata assunta in considerazione dei livelli delle polveri sottili che nelle ultime ventiquattr'ore hanno superato i limiti nella centralina di Fermi con 61/55 microgrammi per metrocubo.

Esteri

Iraq

Un prigioniero iracheno è morto lo scorso anno nel carcere di Abu Ghraib dopo essere stato picchiato dalla Cia. E' quanto ha testimoniato un Navy Seal - truppe speciali della Marina Usa - identificato con il solo rango di portaferiti ospedaliere, nell'udienza preliminare del processo a carico di un suo commilitone, accusato di percosse contro i detenuti iracheni e di aver posato con i prigionieri nelle fotografie scandalo emerse lo scorso maggio. Secondo la testimonianza, il detenuto, identificato in Manadel al Jamadi, venne preso a calci, schiaffi e pugni fino alla morte. L'uomo era stato condotto ammanettato e incappucciato nella stanza dove la Cia interrogava e picchiava i prigionieri iracheni. Il testimone ha riferito che tracce di sangue erano visibili sul cappuccio del detenuto già al momento in cui fu condotto nella stanza degli interrogatori dell'aeroporto internazionale di Baghdad nel novembre del 2003. Il portaferiti ha ammesso di aver partecipato al pestaggio di al Jamadi in diverse occasioni, schiaffeggiandolo alla nuca e prendendolo a pugni, prima che intervenissero altri cinque o sei agenti della Cia. Al Jamadi venne trovato morto nella stanza delle docce di Abu Ghraib meno di un'ora dopo che era stato ricondotto nel penitenzario da due agenti Cia. La vittima faceva parte dei cosiddetti 'detenuti fantasma', stando a quanto precisato dal general maggiore dell'esercito George R. Fay's. Prigionieri che non comparivano nei normali registri tenuti dall'esercito e che venivano così tenuti nascosti alla Croce rossa, stando a quanto denunciato dal General maggiore Usa Antonio Taguba, nel rapporto conclusivo dell'indagine condotta lo scorso febbraio.

Palestina

3 al aqsa uccisi da tsahal

Tre giovani miliziani delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa sono stati uccisi stasera da soldati israeliani penetrati a Nablus, in Cisgiordania, formazione estremista distaccatasi dall'organizzazione al-Fatah, capeggiata da Yasser Arafat. A ucciderli - secondo fonti palestinesi - e' stato un reparto delle forze speciali israeliane, penetrato nella citta' vecchia di Nablus. Erano Fadi SArawan, 25 anni di eta', Majdi Marih, 23 anni, e Jihad Abu Salhyieh, 25. Altri tre palestinesi sono rimasti feriti dalla sparatoria. Secondo fonti militari israeliane, due palestinesi armati sono stati colpiti perche' si accingevano ad aprire il fuoco contro un reparto che intendeva attuare un'operazione "mirata" contro i miliziani palestinesi: appartenevano ad al-Fatah, e uno dei due rivestiva un alto grado.

Abbattuta casa del kamikaze di ieri

L'esercito israeliano ha raso al suolo l'abitazione del sedicenne palestinese che ieri mattina, cinto di esplosivo, si e' fatto saltare in aria in un mercato di Tel Aviv, causando la morte di 3 persone e il ferimento di decine. Amer al-Fahr, nato il 6 giugno 1988, viveva nel campo profughi di Askar, a Nablus, in Cisgiordania. Il gesto, rivendicato dal Fronte popolare per la liberazione della Palestina, ha fatto di lui il piu' giovane attentatore suicida in questi quattro anni di intifada palestinese contro l'occupazione israeliana. Ieri la madre si era detta disperata per il gesto del giovanissimo figlio e gia' in serata la famiglia, aiutata dalla gente di Askar, aveva cominciato a impacchettare le sue cose, per traslocare prima dell'arrivo delle ruspe dei militari israeliani: la distruzione dell'abitazione famigliare e' infatti la punizione costantemente riservata da Israele alle famiglie degli autori di sanguinosi attentati, nonostante le denunce delle organizzazioni umanitarie.

Fratello Arafat

Fathi Arafat, fratello del leader palestinese Yasser, è stato ricoverato in un ospedale del Cairo, in Egitto, perché affetto da una forma avanzata di cancro. Lo hanno reso noto fonti ospedaliere locali. Fathi Arafat è stato ricoverato in un reparto di terapia intensiva, ha spiegato un medico del Palestine Hospital della capitale egiziana. Arafat, che è fondatore della Croce Rossa palestinese, è direttore dello stesso centro ospedaliero. Un altro medico ha detto a condizione dell'anonimato che la situazione clinica di Fathi Arafat è piuttosto complicata, per lo sviluppo di metastasi del cancro in vari organi vitali. Il fratello del raìs si è ammalato di cancro quattro anni fa ed ha subito già due interventi chirurgici. Un suo collaboratore ha confermato che negli ultimi tempi le sue condizioni di salute sono diventate critiche. L'ipotesi del cancro è stata presa in considerazione anche per spiegare le difficili condizioni di salute del presidente palestinese Yasser Arafat, ricoverato all'ospedale militare di Percy dopo il peggioramento del suo quadro clinico. I medici che hanno in cura il leader dell'Anp, comunque, non hanno scartato alcuna eventualità. Una serie di test stanno cercando di verificare anche le ipotesi di leucemia o infezione virale

Elezioni Usa

I russi che controllano se negli Stati Uniti si sta votando nel pieno rispetto della democrazia: e' una delle novita' delle presidenziali americane di oggi. Il ministero degli Esteri russo a Mosca ha annunciato che un certo numero dei suoi diplomatici accreditati in Usa prendono parte al monitoraggio internazionale delle elezioni assieme ad altri partecipanti stranieri. Mikhail Troyansky, portavoce del ministero, ha spiegato all'agenzia di stampa Interfax che i controllori russi lavorano all'ambasciata di Washington e nei consolati operativi in quel paese. Anche Alesandr Veshniakov, presidente della Commissione Elettorale Centrale della Russia, e' recato negli Stati Uniti in veste di osservatore

Cina

Violenti scontri con morti e feriti fra contadini e e soldati e poliziotti sono avvenuti nella provincia sudorientale cinese del Sichuan, secondo testimonianze locali diffuse da siti Internet. Almeno 20mila contadini hanno protestato contro la costruzione della diga Pubugou e migliaia di soldati sono stati inviati nel distretto di Hanyuan. Un testimone oculare citato su Internet ha riferito che giovedì scorso sono stati uccisi tre manifestanti. I giornali di Hong Kong scrivono che il corpo di uno dei contadini uccisi è stato portato dai manifestanti davanti all'ufficio dell'amministrazione locale. I dimostranti si oppongono al progetto della diga, che li obbligherà a lasciare le loro case in cambio di un risarcimento considerato troppo basso. Altri violenti disordini sono intanto avvenuti nella provincia centrale dello Henan:testimoni locali riferiscono che sette-dieci persono sono rimaste uccise in scontri fra la maggioranza di etnia cinese Han e la minoranza musulmana degli Hui, scoppiati mercoledì e proseguiti fino a domenica.

Spagna

La polizia spagnola ha oggi arrestato a Bilbao cinque presunti membri dell'organizzazione indipendentista basca Eta. Gli arresti sono avvenuti nel corso di due distinte operazioni congiunte fra polizia e Guardia Civil legate entrambe, secondo fonti poliziesche citate dalle agenzie, agli arresti a Bilbao nei giorni scorsi di due presunti membri della direzione logistica, Amaia Urizar e Haritz Totorika

Intanto ieri sei esponenti storici dell'Eta in carcere hanno scritto una lettera alla direzione dell'organizzazione dicendosi a favore dell'abbandono della lotta armata e per una battaglia istituzionale e di massa. La lettera, pubblicata dal Diario de Noticias afferma: La lotta armata che portiamo avanti oggi non serve piu

GR FLASH 9:30

3 al aqsa uccisi da tsahal

Tre giovani miliziani delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa sono stati uccisi stasera da soldati israeliani penetrati a Nablus, in Cisgiordania, formazione estremista distaccatasi dall'organizzazione al-Fatah, capeggiata da Yasser Arafat. A ucciderli - secondo fonti palestinesi - e' stato un reparto delle forze speciali israeliane, penetrato nella citta' vecchia di Nablus. Erano Fadi SArawan, 25 anni di eta', Majdi Marih, 23 anni, e Jihad Abu Salhyieh, 25. Altri tre palestinesi sono rimasti feriti dalla sparatoria. Secondo fonti militari israeliane, due palestinesi armati sono stati colpiti perche' si accingevano ad aprire il fuoco contro un reparto che intendeva attuare un'operazione "mirata" contro i miliziani palestinesi: appartenevano ad al-Fatah, e uno dei due rivestiva un alto grado.

Abbattuta casa del kamikaze di ieri

L'esercito israeliano ha raso al suolo l'abitazione del sedicenne palestinese che ieri mattina, cinto di esplosivo, si e' fatto saltare in aria in un mercato di Tel Aviv, causando la morte di 3 persone e il ferimento di decine. Amer al-Fahr, nato il 6 giugno 1988, viveva nel campo profughi di Askar, a Nablus, in Cisgiordania. Il gesto, rivendicato dal Fronte popolare per la liberazione della Palestina, ha fatto di lui il piu' giovane attentatore suicida in questi quattro anni di intifada palestinese contro l'occupazione israeliana. Ieri la madre si era detta disperata per il gesto del giovanissimo figlio e gia' in serata la famiglia, aiutata dalla gente di Askar, aveva cominciato a impacchettare le sue cose, per traslocare prima dell'arrivo delle ruspe dei militari israeliani: la distruzione dell'abitazione famigliare e' infatti la punizione costantemente riservata da Israele alle famiglie degli autori di sanguinosi attentati, nonostante le denunce delle organizzazioni umanitarie.

Tunnel scoperto

L'esercito israeliano ha scoperto in serata nei pressi di Rafah, nel sud della striscia di Gaza, un tunnel, a otto metri di profondita' e lungo diverse centinaia di metri, che veniva utilizzato per il contrabbando d'armi dall'Egitto verso i Territori palestinesi. La galleria, il cui ingresso era dissimulato in un pollaio - affermano fonti militari israeliane - verra' distrutta con esplosivi. Si tratta del 20/o tunnel scoperto nella zona dall'inizio dell'anno.

Pakistan AUTOBOMBA ESPLODE A QUETTA, 4 FERITI

Una potente autobomba è esplosa oggi in un quartiere centrale della città di Quetta, nel sudovest del Pakistan, ferendo almeno quattro persone, secondo quanto ha riferito la polizia locale. Al momento dell'esplosione, il capo del governo del Baluchistan, Jam Mohammed Yousuf, era nella sua abitazione, non lontano dal luogo dell'attentato, ma è rimasto illeso. L'esplosione è avvenuta dietro un edificio che ospita il governo locale, nel centro della città. Molti vetri sono andati in frantumi, i muri di due case vicine sono stati danneggiati. Rehmatullah Niazi, un agente di polizia, ha riferito che quattro persone sono rimaste ferite e che l'ordigno era molto potente, almento 15 chili di esplosivo. Il sindaco di Quetta, Abdur Rahim Kakar, ha detto che l'esplosione è avvenuta nei pressi di una moschea sunnita e che due delle abitazioni danneggiate appartengono al custode della moschea e a un funzionario governativo. Nell'ultimo periodo in questa provincia si sono verificati diversi attentati e atti di intolleranza religiosa tra musulmani sciiti e sunniti. Nel marzo scorso militanti sunniti hanno aperto il fuoco su una processione sciita, uccidento 44 persone e ferendone almeno 150. A luglio un attentato contro una moschea sciita ha provocato la morte di 50 persone.

Iraq

BAGDAD, AUTOBOMBA UCCIDE 5 PERSONE

Nuovo attentato a Baghdad. Un'autobomba e' esplosa nell'area antistante il ministero dell'educazione, nel centro della capitale. Un portavoce del ministero degli Interni non ha fornito cifre esatte ma ha detto che l'attentato ha provocato parecchie vittime. Secondo le prime testimonianze i morti sarebbero cinque e numerosi i feriti.

Raid su Falluja

Nuovo raid aereo su Falluja: nella notte gli aerei statunitensi hanno bombardato la citta' sunnita ribelle. Ne ha dato notizia un comunicato del Comando militare. L'esercito ha anche reso noto che, nel corso di scontri avvenuti a Ramadi, e' morto, probabilmente ucciso da un cecchino, un cameraman, Dhia Najim, che lavorava come freelance per l'agenzia di notizie Reuters. Un video estratto dalla telecamera del reporter 57enne, che era sposato e padre di quattro figli, mostra immagini di precedenti attacchi sulle truppe americane. La morte di Najim fa salire a 46 il bilancio dei giornalisti e operatori dell'informazione uccisi in Iraq dall'inizio della guerra, nel marzo 2003 (secondo i dati di Reporters Without Borders). Quattro giorni fa, in un attentato a Baghdad contro la tv satellitare panaraba al-Arabyia erano morte sette persone.

Rilasciati iracheni rapiti ieri

Due iracheni, rapiti ieri insieme ad un americano a un nepalese da un gruppo di guerriglieri armati nel pieno centro di Baghdad, sono stati rilasciati nella nottata. In un primo momento si era parlato genericamente di due arabi: i realta' i due uomini sono guardie della sicurezza irachene ed hanno dichiarato alla polizia che nelle mani dei sequestratori ci sono ancora un americano e un nepalese, che lavoravano per una compagnia saudita. Al momento non ci sono state rivendicazioni del rapimento. I due iracheni rilasciati hanno riferito che i guerriglieri hanno assaltato la villa, nell'elegante quartiere di Mansur, con colpi di fucili automatico e granate. Una guardia e' morta durante l'attacco. L'americano e il nepalese lavorano per la Satco, una compagnia commerciale arabo saudita con base a Riad che fornisce assistenza alle truppe statunitensi in Iraq.

sanzioni anti-terrorismo contro il Sudan

Presidente Usa George W. Bush ha esteso di un anno la validità delle sanzioni economiche imposte al Sudna, Paese che Washington annovera fra i sostenitori del terrorismo. Lo riferisce l'Agenzia France Presse, citando un comunicato della Casa Bianca secondo cui il Sudan persegue una politca che "continua a porre una minaccia alla sicurezza nazionale e alla politica estera degli Stati Uniti".

Uruguay REFERENDUM SULL'ACQUA, VINCE IL SI

La vittoria del "si'" al referendum in Uruguay sulla gestione delle risorse idriche - per cui si e' votato contestualmente alle presidenziali e politiche - dimostra ancora una volta che i venezuelani vogliono mantenere una forte presenza dello stato nel settore economico. Il referendum ha approvato con il 50,16% una riforma che consente solo allo stato di fornire i servizi idrici nel Paese. Fin'ora, due imprese a capitale spagnolo avevano in concessione i servizi di distribuzione dell'acqua potabile e di risanamento delle acque delle zone litoranee del Paese.

250 ARRESTI DOPO SCONTRI DEI GIORNI SCORSI

I Caschi Blu dell'Onu hanno arrestato circa 250 persone nella capitale liberiana Monrovia dopo gli scontri che nei giorni scorsi hanno provocato la morte di almeno 14 persone. Lo riferisce nel sito on line la BBc. La capitale attualmente è calma, sorvegliata dall'alto da elicotteri della forza di stabilizzazione delle Nazioni Unite. I disordini sono stati provocati da sostenitori dell'ex presidente Charles Taylor, e sono i più gravi dalla sua uscita di scena. Oltre ai 14 morti ci sono stati almeno 200 feriti. La laggior parte delle vittime presentavano ferite inferte con machete o bastoni chiodati.

Nucleare: AIEA contro l'Iran

Il direttore generale dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica (Aiea), Mohamed El Baradei, ha invitato ieri l'Iran a sospendere l'arricchimento di uranio e ha detto che la Corea del Nord presenta una "sfida seria" alla lotta contro la non-proliferazione. Lo riferisce l'agenzia France Presse da New York. "Alla luce delle serie preoccupazioni internazionali che circondano il programma nucleare (iraniano), il Paese dovrebbe fare tutto il possibile per costruire la fiducia" cessando volontariamente le sue attività di arricchimento e connesse, ha dichiarato El Baradei nel suo intervento annuale davanti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Sostenendo che gli ispettori internazionali dovrebbero essere autorizzati a tornare in Iran, El Baradei ha detto che sarebbe interesse del Paese "perseguire una politica di massima trasparenza" in quel che concerne il suo controverso programma nucleare. Ha poi ricordato che gli ispettori delle Nazioni Unite non hanno lavorato nel Paese dal dicembre 2002 e ha detto che la sua agenzia "non può dunque fornire alcuna assicurazione che non sia mutato l'uso dei materiali nucleari". "Noi abbiamo continuamente messo l'accento sulla necessità di un accordo generale sulla crisi di Corea attraverso un dialogo che tenga conto di tutti i problemi collegati, e io spero che le discussioni a sei conducano a un tale accordo" ha poi detto El Baradei. La Corea del nord ha già preso parte a tre serie di discussioni internazionali sul suo programma nucleare che non hanno dato alcun risultato. Il Paese ha boicottato l'ultima serie, che era prevista nel settembre scorso. Pyongyang ha sottolineato che riprenderà le discussioni se Washington abbandonerà la sua politica ostile nei suoi confronti e accetterà di ricompensare gli sforzi di abbandono del programma nucleare.

smaltimento arsenale russo: italia 720 miliardi

Il sostegno che il governo italiano ha assicurato all'assistenza alla Russia per lo smantellamento dei sommergibili nucleari in disarmo e la distruzione delle armi chimiche, ammonta a 720 milioni di euro. I possibili candidati per la gestione dell'operazione sono pochi. Il primo -si legge- è il generale Carlo Jean, commissario governativo per l'emergenza nucleare e presidente della Sogin, la società pubblica che ha il compito di smaltire l'uranio delle centrali nucleari italiane dismesse. Il secondo è il suo vice Paolo Togni, figlio dell'ex ministro democristiano Giuseppe Togni, capo di gabinetto del ministro dell'Ambiente Altero Matteoli, nonché ex manager della Waste management. C'è poi il responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso: pure lui avrebbe le carte in regola, ma anche innumerevoli impegni.

gror041102 (last edited 2008-06-26 09:53:14 by anonymous)