3 al aqsa uccisi da tsahal

Tre giovani miliziani delle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa sono stati uccisi stasera da soldati israeliani penetrati a Nablus, in Cisgiordania, formazione estremista distaccatasi dall'organizzazione al-Fatah, capeggiata da Yasser Arafat. A ucciderli - secondo fonti palestinesi - e' stato un reparto delle forze speciali israeliane, penetrato nella citta' vecchia di Nablus. Erano Fadi SArawan, 25 anni di eta', Majdi Marih, 23 anni, e Jihad Abu Salhyieh, 25. Altri tre palestinesi sono rimasti feriti dalla sparatoria. Secondo fonti militari israeliane, due palestinesi armati sono stati colpiti perche' si accingevano ad aprire il fuoco contro un reparto che intendeva attuare un'operazione "mirata" contro i miliziani palestinesi: appartenevano ad al-Fatah, e uno dei due rivestiva un alto grado.

Abbattuta casa del kamikaze di ieri

L'esercito israeliano ha raso al suolo l'abitazione del sedicenne palestinese che ieri mattina, cinto di esplosivo, si e' fatto saltare in aria in un mercato di Tel Aviv, causando la morte di 3 persone e il ferimento di decine. Amer al-Fahr, nato il 6 giugno 1988, viveva nel campo profughi di Askar, a Nablus, in Cisgiordania. Il gesto, rivendicato dal Fronte popolare per la liberazione della Palestina, ha fatto di lui il piu' giovane attentatore suicida in questi quattro anni di intifada palestinese contro l'occupazione israeliana. Ieri la madre si era detta disperata per il gesto del giovanissimo figlio e gia' in serata la famiglia, aiutata dalla gente di Askar, aveva cominciato a impacchettare le sue cose, per traslocare prima dell'arrivo delle ruspe dei militari israeliani: la distruzione dell'abitazione famigliare e' infatti la punizione costantemente riservata da Israele alle famiglie degli autori di sanguinosi attentati, nonostante le denunce delle organizzazioni umanitarie.

Tunnel scoperto

L'esercito israeliano ha scoperto in serata nei pressi di Rafah, nel sud della striscia di Gaza, un tunnel, a otto metri di profondita' e lungo diverse centinaia di metri, che veniva utilizzato per il contrabbando d'armi dall'Egitto verso i Territori palestinesi. La galleria, il cui ingresso era dissimulato in un pollaio - affermano fonti militari israeliane - verra' distrutta con esplosivi. Si tratta del 20/o tunnel scoperto nella zona dall'inizio dell'anno.

Pakistan AUTOBOMBA ESPLODE A QUETTA, 4 FERITI

Una potente autobomba è esplosa oggi in un quartiere centrale della città di Quetta, nel sudovest del Pakistan, ferendo almeno quattro persone, secondo quanto ha riferito la polizia locale. Al momento dell'esplosione, il capo del governo del Baluchistan, Jam Mohammed Yousuf, era nella sua abitazione, non lontano dal luogo dell'attentato, ma è rimasto illeso. L'esplosione è avvenuta dietro un edificio che ospita il governo locale, nel centro della città. Molti vetri sono andati in frantumi, i muri di due case vicine sono stati danneggiati. Rehmatullah Niazi, un agente di polizia, ha riferito che quattro persone sono rimaste ferite e che l'ordigno era molto potente, almento 15 chili di esplosivo. Il sindaco di Quetta, Abdur Rahim Kakar, ha detto che l'esplosione è avvenuta nei pressi di una moschea sunnita e che due delle abitazioni danneggiate appartengono al custode della moschea e a un funzionario governativo. Nell'ultimo periodo in questa provincia si sono verificati diversi attentati e atti di intolleranza religiosa tra musulmani sciiti e sunniti. Nel marzo scorso militanti sunniti hanno aperto il fuoco su una processione sciita, uccidento 44 persone e ferendone almeno 150. A luglio un attentato contro una moschea sciita ha provocato la morte di 50 persone.

Iraq

BAGDAD, AUTOBOMBA UCCIDE 5 PERSONE

Nuovo attentato a Baghdad. Un'autobomba e' esplosa nell'area antistante il ministero dell'educazione, nel centro della capitale. Un portavoce del ministero degli Interni non ha fornito cifre esatte ma ha detto che l'attentato ha provocato parecchie vittime. Secondo le prime testimonianze i morti sarebbero cinque e numerosi i feriti.

Raid su Falluja

Nuovo raid aereo su Falluja: nella notte gli aerei statunitensi hanno bombardato la citta' sunnita ribelle. Ne ha dato notizia un comunicato del Comando militare. L'esercito ha anche reso noto che, nel corso di scontri avvenuti a Ramadi, e' morto, probabilmente ucciso da un cecchino, un cameraman, Dhia Najim, che lavorava come freelance per l'agenzia di notizie Reuters. Un video estratto dalla telecamera del reporter 57enne, che era sposato e padre di quattro figli, mostra immagini di precedenti attacchi sulle truppe americane. La morte di Najim fa salire a 46 il bilancio dei giornalisti e operatori dell'informazione uccisi in Iraq dall'inizio della guerra, nel marzo 2003 (secondo i dati di Reporters Without Borders). Quattro giorni fa, in un attentato a Baghdad contro la tv satellitare panaraba al-Arabyia erano morte sette persone.

Rilasciati iracheni rapiti ieri

Due iracheni, rapiti ieri insieme ad un americano a un nepalese da un gruppo di guerriglieri armati nel pieno centro di Baghdad, sono stati rilasciati nella nottata. In un primo momento si era parlato genericamente di due arabi: i realta' i due uomini sono guardie della sicurezza irachene ed hanno dichiarato alla polizia che nelle mani dei sequestratori ci sono ancora un americano e un nepalese, che lavoravano per una compagnia saudita. Al momento non ci sono state rivendicazioni del rapimento. I due iracheni rilasciati hanno riferito che i guerriglieri hanno assaltato la villa, nell'elegante quartiere di Mansur, con colpi di fucili automatico e granate. Una guardia e' morta durante l'attacco. L'americano e il nepalese lavorano per la Satco, una compagnia commerciale arabo saudita con base a Riad che fornisce assistenza alle truppe statunitensi in Iraq.

sanzioni anti-terrorismo contro il Sudan

Presidente Usa George W. Bush ha esteso di un anno la validità delle sanzioni economiche imposte al Sudna, Paese che Washington annovera fra i sostenitori del terrorismo. Lo riferisce l'Agenzia France Presse, citando un comunicato della Casa Bianca secondo cui il Sudan persegue una politca che "continua a porre una minaccia alla sicurezza nazionale e alla politica estera degli Stati Uniti".

Uruguay REFERENDUM SULL'ACQUA, VINCE IL SI

La vittoria del "si'" al referendum in Uruguay sulla gestione delle risorse idriche - per cui si e' votato contestualmente alle presidenziali e politiche - dimostra ancora una volta che i venezuelani vogliono mantenere una forte presenza dello stato nel settore economico. Il referendum ha approvato con il 50,16% una riforma che consente solo allo stato di fornire i servizi idrici nel Paese. Fin'ora, due imprese a capitale spagnolo avevano in concessione i servizi di distribuzione dell'acqua potabile e di risanamento delle acque delle zone litoranee del Paese.

250 ARRESTI DOPO SCONTRI DEI GIORNI SCORSI

I Caschi Blu dell'Onu hanno arrestato circa 250 persone nella capitale liberiana Monrovia dopo gli scontri che nei giorni scorsi hanno provocato la morte di almeno 14 persone. Lo riferisce nel sito on line la BBc. La capitale attualmente è calma, sorvegliata dall'alto da elicotteri della forza di stabilizzazione delle Nazioni Unite. I disordini sono stati provocati da sostenitori dell'ex presidente Charles Taylor, e sono i più gravi dalla sua uscita di scena. Oltre ai 14 morti ci sono stati almeno 200 feriti. La laggior parte delle vittime presentavano ferite inferte con machete o bastoni chiodati.

Nucleare: AIEA contro l'Iran

Il direttore generale dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica (Aiea), Mohamed El Baradei, ha invitato ieri l'Iran a sospendere l'arricchimento di uranio e ha detto che la Corea del Nord presenta una "sfida seria" alla lotta contro la non-proliferazione. Lo riferisce l'agenzia France Presse da New York. "Alla luce delle serie preoccupazioni internazionali che circondano il programma nucleare (iraniano), il Paese dovrebbe fare tutto il possibile per costruire la fiducia" cessando volontariamente le sue attività di arricchimento e connesse, ha dichiarato El Baradei nel suo intervento annuale davanti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Sostenendo che gli ispettori internazionali dovrebbero essere autorizzati a tornare in Iran, El Baradei ha detto che sarebbe interesse del Paese "perseguire una politica di massima trasparenza" in quel che concerne il suo controverso programma nucleare. Ha poi ricordato che gli ispettori delle Nazioni Unite non hanno lavorato nel Paese dal dicembre 2002 e ha detto che la sua agenzia "non può dunque fornire alcuna assicurazione che non sia mutato l'uso dei materiali nucleari". "Noi abbiamo continuamente messo l'accento sulla necessità di un accordo generale sulla crisi di Corea attraverso un dialogo che tenga conto di tutti i problemi collegati, e io spero che le discussioni a sei conducano a un tale accordo" ha poi detto El Baradei. La Corea del nord ha già preso parte a tre serie di discussioni internazionali sul suo programma nucleare che non hanno dato alcun risultato. Il Paese ha boicottato l'ultima serie, che era prevista nel settembre scorso. Pyongyang ha sottolineato che riprenderà le discussioni se Washington abbandonerà la sua politica ostile nei suoi confronti e accetterà di ricompensare gli sforzi di abbandono del programma nucleare.

smaltimento arsenale russo: italia 720 miliardi

Il sostegno che il governo italiano ha assicurato all'assistenza alla Russia per lo smantellamento dei sommergibili nucleari in disarmo e la distruzione delle armi chimiche, ammonta a 720 milioni di euro. I possibili candidati per la gestione dell'operazione sono pochi. Il primo -si legge- è il generale Carlo Jean, commissario governativo per l'emergenza nucleare e presidente della Sogin, la società pubblica che ha il compito di smaltire l'uranio delle centrali nucleari italiane dismesse. Il secondo è il suo vice Paolo Togni, figlio dell'ex ministro democristiano Giuseppe Togni, capo di gabinetto del ministro dell'Ambiente Altero Matteoli, nonché ex manager della Waste management. C'è poi il responsabile della Protezione civile Guido Bertolaso: pure lui avrebbe le carte in regola, ma anche innumerevoli impegni.