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'''Elezioni Usa'''

Alla fine Kerry ha rinunciato alla battaglia legale, e si è dichiarato sconfitto. Lo ha fatto dopo una giornata di altalenanti risultati, con il conteggio ancora sospeso in tre stati, tra i quali l'Ohio, che avrebbe determinato la vittoria di uno dei due contendenti. Dato per vincitore subito dopo la chiusura dei seggi dagli exit poll, kerry ha visto scemare piano piano il suo vantaqggio a favore dell'attuale presidente.
La decisione di gettare la spugna è stata contrastata nel clan di Kerry, riunito nella sua casa di Beacon Hill, a Boston. Il vice John Edwards, secondo fonti a conoscenza della discussione, era dell'idea che l'ammissione della sconfitta fosse prematura. Edwards, un avvocato, voleva esser certo che ogni via fosse stato esplorata prima di dare la vittoria a Bush. Tra le ipotesi, quella di ricontare le schede dello stato cardine, come già avvenne quattro anni fa con la Florida.
Intanto sono pronti i ricorsi di due potenti associazioni di difesa dei diritti civili, che hanno ricevuto almeno centomila reclami e denunce da parte di elettori che si sono visto cambiare il voto dalle micidiali macchinette elettorali sperimentate per la prima volta.
Ma al di là delle questioni legali, è indubbio che oltre cinquanta milioni di americani abbiano votato per il presidente Bush, sostenendo la sua linea di condotta in politica interna e in politica estera. Non a caso festeggia la borsa, che vede continuare la possibiltà di guadagni con le commesse all'estero, soprattutto nei paesi in cui gli Usa sono impegnati in quella che definiscono ricostruzione. Non ce l'ha fatta Kerry perchè non è stato un reale antagonista al presidente uscente, ma solo una sbiadita controfigura. Contano più, per capire come si muove l'america, i 500.000 mila voti raccolti da Nader, hce non sono affatto pochi in un paese dove anche in questo caso l'affluenza alla urne è stata la più bassa del mondo occidentale: poco più del 50%, per una elezione che si diceva avrebbe cambiato il destino del mondo.

GR ORE 19.30

Elezioni Usa

Alla fine Kerry ha rinunciato alla battaglia legale, e si è dichiarato sconfitto. Lo ha fatto dopo una giornata di altalenanti risultati, con il conteggio ancora sospeso in tre stati, tra i quali l'Ohio, che avrebbe determinato la vittoria di uno dei due contendenti. Dato per vincitore subito dopo la chiusura dei seggi dagli exit poll, kerry ha visto scemare piano piano il suo vantaqggio a favore dell'attuale presidente. La decisione di gettare la spugna è stata contrastata nel clan di Kerry, riunito nella sua casa di Beacon Hill, a Boston. Il vice John Edwards, secondo fonti a conoscenza della discussione, era dell'idea che l'ammissione della sconfitta fosse prematura. Edwards, un avvocato, voleva esser certo che ogni via fosse stato esplorata prima di dare la vittoria a Bush. Tra le ipotesi, quella di ricontare le schede dello stato cardine, come già avvenne quattro anni fa con la Florida. Intanto sono pronti i ricorsi di due potenti associazioni di difesa dei diritti civili, che hanno ricevuto almeno centomila reclami e denunce da parte di elettori che si sono visto cambiare il voto dalle micidiali macchinette elettorali sperimentate per la prima volta. Ma al di là delle questioni legali, è indubbio che oltre cinquanta milioni di americani abbiano votato per il presidente Bush, sostenendo la sua linea di condotta in politica interna e in politica estera. Non a caso festeggia la borsa, che vede continuare la possibiltà di guadagni con le commesse all'estero, soprattutto nei paesi in cui gli Usa sono impegnati in quella che definiscono ricostruzione. Non ce l'ha fatta Kerry perchè non è stato un reale antagonista al presidente uscente, ma solo una sbiadita controfigura. Contano più, per capire come si muove l'america, i 500.000 mila voti raccolti da Nader, hce non sono affatto pochi in un paese dove anche in questo caso l'affluenza alla urne è stata la più bassa del mondo occidentale: poco più del 50%, per una elezione che si diceva avrebbe cambiato il destino del mondo.

G.R. 13,00

ELEZIONI USA

L'OHIO SI CONFERMA COME STATO CRUCIALE PER LA VITTORIA - Ancora una volta l'Ohio si conferma come lo Stato cruciale per la vittoria dei candidati repubblicani nelle presidenziali Usa. In questo Stato che assegna 20 voti elettoriali, il risultato provvisorio vede il presidente uscente George W. Bush in testa di circa 145.000 voti sullo sfidante democratico, John Kerry, ma ci sono ancora circa 180.000 voti provvisori che potranno essere contati solo tra dieci giorni. Restano anche da scrutinare i voti per procura in almeno 54 delle 88 contee dello Stato. Tuttavia sembra assai remota a questo punto un rimonta di Kerry su Bush. Bush al momento conduce con 254 voti elettorali contro i 252 di Kerry, e la quasi certa vittoria nell'Ohio potrebbe dargli i voti elettorali necessari per raggiungere la quota di 270, necessaria per la riconferma alla Casa Bianca.

Il presidente George W. BUsh e' convinto di aver conquistato un secondo mandato alla Casa Bianca perche' il margine di distacco nell'Ohio e' comunque insormontabile. Il presidente ha comunque deciso di rimandare la dichiarazione formale di vittoria per dare il tempo allo sfidante democratico John Kerry di "riflettere" sui risultati. Lo ha reso noto il capo dello Staff della Casa Bianca, Andy Card.

E così gli elettori ed elettrici resteranno con il fiato sospeso e dovranno aspettare ben oltre la notte: la suspense è legata al voto in Ohio e' destinata a durare 11 giorni. Lo ha detto il segretario di stato dell'Iowa, dove il margine tra George W. Bush e John Kerry e' di appena 153mila voti. "Il mio consiglio e' di fare un respiro profondo e rilassarsi" ha detto Ken Blackwell dagli uffici della commissisone elettorale di Columbus, "non possiamo anticipare quale sara' il risultato"

VOTO ALLA CAMERA USA CONTROLLO RESTA IN MANO AI REPUBBLICANI - Resta nelle mani del Partito Repubblicano il controllo sulla Camera dei Rappresentanti federale di Washington, per rinnovare tutti i cui 435 deputati si e' votato in concomitanza con le presidenziali Usa.

INTANTO IL CAPO OSSERVATORI RUSSI NON VEDE SERIE VIOLAZIONI - Il presidente della commissione elettorale centrale di Mosca, Aleksandr Veshniakov, principale esponente della delegazione di osservatori russi che hanno seguito il voto americano, ha affermato oggi di non aver verificato alcuna seria irregolarita' o violazione delle procedure nello scrutinio. Ho visitato cinque seggi nello Stato della California e non ho riscontrato alcuna denuncia di violazioni in grado di incidere sul risultato delle elezioni, ha detto Veshniakov, parlando dagli Stati Uniti all'agenzia russa Interfax. Egli ha tuttavia sottolineato di essere rimasto sorpreso per il fatto che alcuni Stati degli Usa abbiano rifiutato di ammettere nei seggi gli osservatori internazionali, inclusi quelli europei dell'Osce. Si tratta di divieti imposti dalle legislazioni locali di tali Stati, ha rilevato Veshniakov sulle quali - come gli e' stato spiegato - le autorita' federali americane non possono intervenire

NO AI MATRIMONI GAY SI' ALLA RICERCA SULLE STAMINALI - Undici Stati Usa hanno detto no al matrimonia tra omosessuali, la California ha approvato la ricerca sulle cellule staminali, mentre l'Arizona ha approvato la legge sul controllo degli immigrati. Sono questi i risultati di tre dei 163 referendum votati ieri dagli americani di 34 Stati. Arkansas, Georgia, Kentucky, Michigan, Mississippi, Montana, North Dakota, Oklahoma, Ohio, Oregon e Utah hanno approvato l'emendamento alla costituzione che statuisce che il matrimonio avviene solo fra un uomo e una donna. I cittadini dell'Arizona hanno accolto la "Proposition 200", la prima iniziativa referendaria di questo genere negli Stati Uniti. La proposta, volta a contrastare la clandestinità, obbliga gli immigrati a presentare i documenti di regolarizzazione ogni qualvolta si rivolgano ai servizi pubblici, come l'assistenza medica e alimentare. Allo stesso tempo, prevede che i medici e i vari dipendenti pubblici impiegati presso i servizi per gli immigranti, come mense e ricoveri, denuncino i clandestini. Nel caso in cui non lo facessero, incorrerebbero in provvedimenti punitivi. Tra le altre proposte referendarie votate dagli Usa, l'Alaska ha respinto la legalizzazione della marijuana, accolta invece dal Montana che diventa così il decimo Stato Usa a legalizzare la sostanza stupefacente per scopi terapeutici. In Oregon è stata invece respinta una misura che prevedeva di di estendere l'attuale programma di somministrazione di sostanze stuipefacenti. la Florida e il Nevada hanno sottoposto a referendum un aumento del salario minimo; la Florida ha approvato una misura che limita il diritto alla privacy delle donne che intendono abortire, consentendo così di poter emenare un alegge che prevede di informare i genitori della donna.

ITALIA

Fiat Termini Imerese, al via tre giorni di mobilitazione - Una situazione difficile e complessa visto che lo stesso stabilimento termitano produce in media 45 automobili al giorno in meno rispetto alle prime previsioni dello stesso piano industriale. Cio' nonostante Fiat auto non riesce a smaltire le scorte. Una condizione nella quale viene messa a rischio anche l'annunciata riconversione di Termini che dovrebbe avvenire entro giugno 2005. Da luglio, infatti, Sicilafiat dovrebbe essere l'unico stabilimento di assemblaggio della Lancia Ypsilon. Il progetto, pero', doveva essere accompagnato da investimenti di varia natura dei quali non c'e' traccia. Si tratta di interventi sia sullo stabilimento, sia da richiedere alle imprese dell'indotto che, infine, sulla viabilita' e sui sistemi di trasporto dall'area industriale di Termini al resto d'Europa

CARABINIERI IN VETRINA dove ? DOMANI A MILANO IN PIAZZA SCALA - Domani, in occasione della celebrazione dell'Unita' Nazionale e della giornata delle Forze Armate, l'Arma dei Carabinieri allestira' a Milano la "vetrina" in Piazza della Scala, ospite della Maison Trussard

gror041103 (last edited 2008-06-26 09:53:14 by anonymous)