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=== GR ORE 19.30 ===


 '' M O N D O ''


'''IRAQ FALLUJAH NUOVI RAID AEREI USA'''

Nella notte e poco dopo l'alba l'aviazione americana ha effettuato nuovi raid aerei su Fallujah dove si registrano ancora importanti sacche di resistenza della guerriglia irachena. Secondo quanto rende noto il comando militare Usa, le missioni di bombardamento di questa notte - da 20 a 30, secondo testimoni - avevano come obbiettivo una serie di postazioni dei ribelli sia nel centro della città che in alcune zone della periferia. Un comunicato militare americano segnala che ribelli sono ancora nascosti "in numerosi edifici in tutta la città" mentre, in forma anonima, alcune fonti militari confidano che prima di avere il controllo completo della città ci vorranno ancora "diversi altri giorni di combattimento". Violenti scontri a fuoco tra gruppi ribelli e forze Usa si sono verificati questa mattina nella zona orientale di Ramadi. Lo hanno riferito alcuni residenti locali. Al momento non si hanno notizie di morti o feriti. Nella parte nord della città, invece, un mezzo Humvee americano è stato preso d'assalto dalla guerriglia. Il mezzo è andato distrutto, secondo quanto comunicato da un agente della polizia di Baghdad, Mohammed Abdel Karim. Nessuna conferma è giunta dal comando Usa. Un corrispondente della Reuters ha riferito di carri armati che hanno preso posizione per le strade del quartiere di Shuhada e nella zona sud della città su cui sette oggi fa è stata lanciata l'offensiva finale.
Le regole di condotta in guerra, che proteggono i civili e i combattenti feriti sono state gravemente violate da ambo le parti in conflitto a Falluja: lo ha dichiarato oggi Amnesty International. L'organizzazione per la difesa dei diritti umani, che cita numerosi esempi di violazioni, chiede che si indaghi immediatamente su questi abusi. 20 addetti dei servizi medici e decine di altri civili sono stati uccisi quando un missile è finito su una clinica di Falluja, secondo quanto ha testimoniato un medico. Lo stesso giorno, un bambino di nove anni è rimasto ferito da un scheggia allo stomaco. I genitori non sono riusciti a portarlo in ospedale a causa degli scontri; il piccolo è morto, ed è stato sepolto in giardino.
"Gli Usa hanno l'obbligo di proteggere i combattenti feriti". Amnesty denuncia la gravissima situazione dei civili rimasti e il pericolo di una crisi umanitaria generate da mancanza di cibo, acqua, medicina ed elettricità.
SCONTRI ANCHE A BAQUBA, RIBELLI ATTACCANO LA POLIZIA - Situazione molto tesa questa mattina a Baquba, nel centro dell'Iraq. Diverse decine di militanti della guerriglia si sono scontrati con la polizia locale e nelle strade si sono avvertite esplosione e sparatorie. Le bande ribelli si sono scatenate sia a Baquba che nella civina città di Buhriz attaccando commissariati di polizia e una base Usa. Gli autocarri e le ambulanze della Mezzaluna Rossa sono ancora bloccate all'ospedale di Fallujah. Il centro città continua ad essere vietato per l'organizzazione umanitaria. Nonostante i ripetuti appelli, il comando Usa continua a negare il consenso alla distribuzione degli aiuti. "Non sono necessari, perché abbiamo già pensato noi alla gente" ha detto il colonnello Mike Shupp.
Sabotatori hanno fatto saltare in aria una sezione dell'oleodotto nel nord dell'Iraq, nella regione di Kirkuk, stamani presto mentre infuriava l'incendio in quattro pozzi di petrolio. La linea dell'oleodotto secondaria porta il greggio alle raffinerie di Baiji ed è stata attaccata alle 3 di notte, a una sessantina di chilometri a ovest di Kirkuk.
Baghdad's highest Shia authority has denounced the US military assault on Falluja and called on all Iraqi religious authorities to support the Iraqi people. Shaikh Muhammad Mahdi al-Khalissi has issued a statement, obtained by Aljazeera.net on Sunday, condemning the US assault on Falluja and describing it as "aggression and dirty war". "No matter how powerful the occupation forces are, they will be driven out of Iraq sooner or later. The current savage military attack on Falluja by US occupation forces and the US-appointed Iraqi government is an act of mass murder and a crime of war," the statement said. Al-Khalissi said he and his faction fully supported the religious decree issued by Iraq's influential Sunni Muslim authority, the Association of Muslim Scholars, in which it prohibited Iraqis from participating in the US attack on Falluja.
Il vice primo ministro iracheno Barham Salih ha ammesso per la prima volta che le elezioni irachene previste per fine gennaio potrebbero essere rinviate. A poco più di due mesi dall'appuntamento con le urne è la prima volta che un dirigente iracheno ammette la possibilità di un rinvio del voto, possibilità che avrebbe una serie di importanti conseguenze a catena compreso il protrarsi delle missioni in Iraq di diversi contingenti militari stranieri. Il problema, lascia capire Salih, è che anche se il governo provvisorio è intenzionato ad andare alle urne come previsto la situazione della sicurezza nel paese potrebbero rendere impossibile o troppo incerto il voto costringendo di fatto ad un rinvio



'''CILE/ 35MILA VITTIME ACCERTATE DURANTE IL REGIME PINOCHET'''

Pubblicati risultati dell'inchiesta della Commissione Lagos - Dozzine di strutture segrete e almeno 35mila vittime di abusi in 17 anni di regime del generale Augusto Pinochet. Sono numeri da capogiro quelli portati alla luce da una lunga indagine condotta in Cile sulla poco meno che ventennale dittatura militare, dal 1973 al 1990. La Commissione Nazionale sui Prigionieri Politici e le Torture, che ha condotto l'inchiesta, ha presentato i risultati del suo studio la scorsa settimana. I tre volumi del testo finale sono ricchi di nuove testimonianze su torture di ogni genere, abusi sessuali con l'uso anche di animali, sodomia di massa. "E' un passo storico - ha commentato Mireya Garcia, dell'Associazione delle Famiglie delle Vittime e degli Scomparsi, citata dal Guardian -. Adesso chi di noi è stato un prigioniero di guerra ha avuto un riconoscimento, sociale e ufficiale. Spero che questo rapporto diventi parte integrante della formazione delle nuove generazioni, in modo che in Cile non ci siano più torture". La commissione, composta da otto membri civili e guidata dal vescovo Sergio Valech, è stata creata da Lagos nel novembre del 2003. Un team di 60 persone, tra avvocati, psicologi e operatori umanitari, ha contribuito alla produzione del rapporto, arricchito delle interviste a cittadini cileni di 40 differenti Paesi e dalle testimonianze di migliaia di persone coinvolte direttamente e indirettamente negli abusi. Lagos ha detto che il Cile ha speso 15 anni per portare a compimento l'inchiesta sui crimini del governo militare. Nonostante l'apprezzabile risultato, comunque, alcuni gruppi per i diritti umani hanno criticato la commissione per non aver reso pubblici i risultati in tempi più rapidi.


S. KOREA 15/11/2004 9:39 MONDO DEL LAVORO IN AGITAZIONE CONTRO LEGGE DI RIFORMA

La polizia ha arrestato 144 dipendenti pubblici che, in contrasto con la legge che vieta ai membri del pubblico impiego di scioperare, hanno per la prima volta incrociato le braccia insieme ad altre migliaia di colleghi nel Paese. I lavoratori protestano proprio per ottenere il diritto di sciopero. Altri settori produttivi sono in forte agitazione per l’annunciata riforma della legge sul lavoro che introduce in Corea del Sud la possibilità per le aziende di assumere con contratti a termine e non più solo a tempo indeterminato. La Confederazione coreana dei sindacati (Kctu), una delle due organizzazione sindacali nazionali, sostiene che oggi a scioperare sono stati 44.000 dipendenti pubblici sui 140.000

iscritti al sindacato; ma il governo abbassa l’adesione alla protesta a poche migliaia. Sedicimila poliziotti sono stati dispiegati davanti alle sedi dell’amministrazione pubblica per prevenire disordini e arrestare i dipendenti in sciopero. La Kctu, che conta 600.000 tesserati, ha annunciato mobilitazioni di piazza per il prossimo 26 novembre quando il presidente Roh Moo Hyun, considerato un progressista, presenterà al

parlamento la riforma da lui sostenuta che introduce ciò che i sindacati denunciano come “precarizzazione del lavoro” e “minaccia ai diritti

fondamentali”. Anche l’altra organizzazione sindacale, la Federazione dei sindacati coreani, la più grande del Paese con 900.000 iscritti, ha

detto che potrebbe unirsi alle proteste della Kctu contro il progetto di riforma.


'''PALESTINA: dopo la sparatoria di ieri a Gaza'''

Pur essendo state uccise due sue guardie del corpo, Abu Mazen, ex-primo ministro dell’Anp per breve tempo e capo neo-eletto del comitato

esecutivo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) - struttura politica fondata nel 1964 dalla Lega Araba, fusa quattro anni

dopo con ‘Al Fatah’ il potente movimento ideato da Arafat nel 1959 - ha sostenuto che non era lui il bersaglio del presunto attentato e ha poi

aggiunto di non essere per il momento il candidato di ‘Al Fatah’ per le elezioni ipotizzate per il 9 gennaio. Ma secondo ‘al-Jazeera’, la rete

televisiva del Qatar spesso bene informata, la sparatoria sarebbe stato un tentativo di assassinio di Mazen che, giunto tra forti proteste della

folla, è stato seguito nella tenda funebre da uomini armati che, a viso scoperto, hanno sparato tentando di colpirlo. Mazen era accompagnato

da Mohammed Dahlan, ex-capo della sicurezza palestinese nella Striscia di Gaza, personaggio molto controverso, già poco o nulla gradito ad

Arafat e a molti palestinesi, che ha a sua volta smentito con vigore, in un’intervista telefonica con ‘al-Jazeera’ la notizia dell’attentato,

sostenendo la versione dell’ incidente, “un contrasto tra uomini armati” di natura non spiegata né meglio precisata.
Marwan Barghouti che langue con sei ergastoli in un carcere israeliano e che, in un sondaggio di cui si è molto discusso in questi giorni,

sembra il vero candidato del popolo palestinese alla successione di Arafat. Hafez Barghouti aveva detto: “Questo governo non ha alcun

ministro così influente in Cisgiordania come Marwan. Lui solo può”.
Intifada: danni per 16,5 miliardi. Quattro anni di intifada hanno inflitto ad Israele danni per 12 miliardi di dollari e a quella palestinese danni per

4,5 miliardi. Lo rivela uno studio della Bdi (Business Data Israel). In rapporto al prodotto interno lordo pro capite il danno subito dai palestinesi

e' tre volte piu' pesante di quello dell' israeliano medio. Le statistiche indicano che il Pil pro capite palestinese e' calato di circa il 30%.


'''Usa: Colin Powell annuncia le dimissioni, altri tre ministri se ne vanno'''

Il Segretario di Stato Colin Powell ha annunciato questa mattina le sue dimissioni, peraltro nell'aria da mesi. Alla base della sua decisione i

frequenti scontri con il segretario della Difesa Donald Rumsfeld e con il vipresidente Dick Cheney, soprattutto per quanto riguarda la strategia

da adottare in Iraq. Per Powell si parla da tempo di una possibile destinazione a capo della Banca Mondiale, dove sta per scadere il mandato

di James Wolfensohn. Nelle prossime ore il segretario di Stato riceverà il ministro degli Esteri israeliano Silvan Shalom e andrà, mercoledì, a

una riunione ministeriale dell'Apec a Santiago del Cile, in preparazione del vertice dell'organizzazione dei Paesi del Pacifico, per poi recarsi

alla conferenza sull'Iraq di Sharm el-Sheikh.
Bush ha già perso due elementi importanti, il ministro della Giustizia John Ashcroft, già sostituto da Alberto Gonzales, e quello del commercio

Don Evans. E ne perderà oggi altri tre: i ministri dell'Istruzione Rod Paige, dell'Energia Spencer Abraham e dell'Agricoltura Ann Veneman.
Condoleezza Rice, consigliere per la sicurezza nazionale, sarebbe la favorita per succedere a Colin Powell alla segreteria di Stato.


'''Russia: allarme Aids'''
 
Per la Russia post-comunista l'Aids e' un flagello sempre piu' terribile: da qui al 2010 potrebbe uccidere un milione di persone. La strage e'

prevista da Vadim Pokrovsky, che al ministero della Sanita' e' a capo del Centro Federale per la prevenzione e il controllo dell'Aids. Ultimi dati

ufficiali parlano di 300.000 sieropositivi, ma questa cifra, dice Pokrovsky, deve essere moltiplicata per tre. Un'efficace terapia costa in Russia

dai 5.600 ai 15.000 dollari l'anno.
 


 '' I T A L I A ''


'''SCUOLA: COBAS; BERNOCCHI,ADESIONI SCIOPERO ALL'80 PER CENTO'''

Se i dati verranno confermati, quello di oggi sara' il piu' grande sciopero italiano della storia della scuola. E' quanto afferma l'esponente dei

Cobas, Piero Bernocchi affermando che dai dati provenienti dalle grandi citta' i quattro quinti delle scuole sono chiuse e le adesioni sono

all'80%. Sarebbe uno sciopero straordinario che supererebbe anche il record di quello del 17 febbraio 2000 quando si raggiunse il 60% delle

adesioni - aggiunge Bernocchi - E' poi importantissimo perche' Berlusconi e Moratti quando l'anno scorso c'erano le mobilitazioni sostenevano

che era solo la sinistra a scendere in piazza. Bernocchi ha ricordato la differenza sostanziale con l'altro corteo, quello dei confederali: noi

siamo per abrogare le leggi e i decreti senza se e senza ma. Siamo inoltre contro la precarizzazione. Chiediamo un aumento contrattuale di

250 euro per muoverci verso lo stipendio europeo. Vogliamo massimi investimenti per la scuola pubblica, no al taglio di pensione e del Tfr, la

restituzione del diritto di riunirci per le sigle che non si siedono al tavolo delle trattative, e soprattutto chiediamo che la scuola e l'istruzione non

siano considerati merce e mercato, ma vogliamo una scuola pubblica di qualita.
Al corteo di CGIL-CISL-UIL, dietro allo striscione Per il contratto per gli investimenti e per una scuola pubblica di qualita', sono scese oltre

100 mila persone secondo i sindacati a protestare oggi in piazza contro la riforma Moratti e i tagli della finanziaria. Piazza Navona, nonostante

la pioggia, era gremita. Allo sciopero della scuola hanno partecipato oltre il 70% dei lavoratori per i sindacati; per il ministero ha aderito il 36%

del personale.


'''ROMA: CENTINAIA DI SENZA CASA OCCUPANO AL S. MARIA DELLA PIETA' '''
(audio)


'''CARCERI: sempre più stranieri imprigionati'''

Cresce in modo continuo la presenza di detenuti stranieri nelle carceri italiane: nel 2003 - rileva l'Istat nel suo rapporto 2004 - sono arrivati a

rappresentare il 31,4% del totale. Nel complesso, negli istituti penitenziari, alla fine del 2003, sono stati rilevati 54.237 detenuti (-2,6% rispetto

all'anno precedente), di cui 14.332 sono tossicodipendenti (vale a dire il 26,4% del totale). È sieropositivo il 2,4% della popolazione carceraria

(-4,7% rispetto al 2001). Nel 2003, inoltre, sono stati 18.344 i minorenni denunciati all'autorità giudiziaria, mentre 3.522 sono quelli entrati nei

centri di prima accoglienza (1990 stranieri contro 1.532 italiani). Il 72,7% di questi è imputato per reati contro il patrimonio, il 16,3% per aver

violato la legge contro gli stupefacenti, il 4,,4% per reati contro la persona. Gli ingressi di minorenni negli istituti penali minorili nel 2003 sono

stati 1.581 (il 78,7% per custodia cautelare); le femmine rappresentano il 16,1% del totale, mentre gli stranieri fanno registrare il 56,6% degli

ingressi.


'''GENOVA. inizia il processo per due dei quattro antifa milanesi arrestati la scorsa primavera'''

Mer. 17-11-04 ore 9 PRESIDIO SOTTO IL TRIBUNALE DI Genova. Inizia il processo con rito abbreviato-è possibile la sentenza in giornata- di

due dei quattro antifa milanesi arrestati la scorsa primavera,per i fatti accaduti sul treno diretto alla manifestazione antifascista del gennaio

scorso a Genova. Gli altri due compagni saranno processati con dibattimento a partire dal 22 dicembre.
Ricordiamo che ancora due dei quattro sono privati della propria libertà,uno è agli arresti domiciliari e un alto incarcerato in una comunità.
per info sul viaggio per genova: orso@ecn.org


'''CROCE ROSSA DIVENTA S.P.A.'''

La Croce Rossa Italiana diventa una società per azioni. Confermate quindi quelle che fino a ieri erano solo voci, anche se clamorose, anticipate nelle scorse settimane dal nostro settimanale. Sul sito del governo (www.governo.it <http://www.governo.it>) che riporta le conclusioni del Consiglio dei ministri di ieri sera si legge che è stato approvato un decreto legge " per snellire le strutture ed incrementare la funzionalità della Croce Rossa italiana, teso a consentire un ottimale assolvimento dei compiti previsti anche da disposizioni recenti" e prosegue annunciando che " decadono tutti gli organi elettivi, fino alla revisione dello statuto" che avverrà ell'assemblea nazionale della Cri di fine novembre. Il commissario straordinario Maurizio Scelli, ha commentato: siamo a una svolta epocale. E se lo dice lui.




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PALESTINA
EREKAT, ELEZIONI SONO CRUCIALI - VERGOGNOSO ATTACCO AD ABU MAZEN = SENZA VOTO SI RISCHIA ANARCHIA - Se non si riusciranno ad organizzare elezioni entro 60 giorni si rischiano ''la violenza e l'anarchia'', ha dichiarato oggi il negoziatore palestinese Saeb Erekat, definendo ''vergognoso'' l'attacco di ieri contro Abu Mazen, in cui sono state uccise due guardie del leader dell'Olp. ''Credo che quanto sia avvenuto ieri sia vergognoso, dobbiamo avviare un processo che permetta di restaurare la legge e l'ordine'', ha dichiarato in un'intervista alla seconda rete televisiva israeliana. ''Ciò sarà possibile, se saremo capaci di organizzare elezioni libere entro 60 giorni. Se non riusciremo, ricominceranno violenze e anarchia'', ha detto Erekat, che ha comunque minimizzato quanto accaduto ieri ad Abu Mazen. ''Non è stato un tentativo di assassinio -ha affermato- non so esattamente cosa è successo, ma è vergognoso e c'è da preoccuparsi. Apparentemente un gruppo di armati ha sparato in aria e vi è stato uno scontro fra alcune guardie''.
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Mentre sembra tuttora calma la situazione ad Abidjan, un vertice di Paesi dell’Africa Occidentale svoltosi ieri in Nigeria ad Abuja ha espresso appoggio per la risoluzione dell’Onu che il Consiglio di Sicurezza dovrebbe votare oggi sulla crisi ivoriana ed ha auspicato un’azione internazionale che spinga il governo ivoriano e i ribelli a rilanciare il processo di pace e a riportare condizioni di sicurezza nel Paese. All’incontro hanno partecipato i presidenti di Nigeria (Olusegun Obasanjo,), Sénégal (Abdoulaye Wade), Ghana( John Kufuor), Burkina Faso (Blaise compare), Togo (Gnassimbe Eyadema) e Gabon (Omar Bongo), il rappresentante speciale dell’Onu per la Costa d’Avorio, Albert Tévoèdjré, e il presidente della Commissione dell’Unione Africana (Ua), Alpha Oumar Konaré. Obasanjo, che ha anche la presidenza temporanea dell’ Ua e che aveva convocato il vertice, ha sottolineato con favore soprattutto l’embargo sulla compravendita di armi previsto dalla risoluzione proposta dalla Francia. LA Costa d’Avorio era rappresentata al vertice dal presidente del parlamento, Mamadou Koulibaly. Un'opera di mediazione separata e distinta, che non sembra in pieno accordo con il vertice svoltosi ieri ad Abuja, viene svolto con base a Pretoria, in Sudafrica, dal presidente sudafricano Thabo Mbeki che la settimana scorsa, subito prima di una sparatoria francese sulla folla manifestante al centro di Abidjan, aveva incontrato il presidente ivoriano Laurent Gbagbo nella sua residenza e aveva detto ai giornalisti di essere 'molto soddisfatto' dei passi avanti compiuti da Gbagbo per l'attuazione degli accordi di pace del 2003 a Linas-Marcoussis (Francia) e del 2004 ad Accra (Ghana Mentre sembra tuttora calma la situazione ad Abidjan, un vertice di Paesi dell’Africa Occidentale svoltosi ieri in Nigeria ad Abuja ha espresso appoggio per la risoluzione dell’Onu che il Consiglio di Sicurezza dovrebbe votare oggi sulla crisi ivoriana ed ha auspicato un’azione internazionale che spinga il governo ivoriano e i ribelli a rilanciare il processo di pace e a riportare condizioni di sicurezza nel Paese. Un'opera di mediazione separata e distinta, che non sembra in pieno accordo con il vertice svoltosi ieri ad Abuja, viene svolto con base a Pretoria, in Sudafrica, dal presidente sudafricano Thabo Mbeki che la settimana scorsa, subito prima di una sparatoria francese sulla folla manifestante al centro di Abidjan, aveva incontrato il presidente ivoriano Laurent Gbagbo nella sua residenza e aveva detto ai giornalisti di essere 'molto soddisfatto' dei passi avanti compiuti da Gbagbo per l'attuazione degli accordi di pace del 2003 a Linas-Marcoussis (Francia) e del 2004 ad Accra (Ghana

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GR ORE 19.30

  • M O N D O

IRAQ FALLUJAH NUOVI RAID AEREI USA

Nella notte e poco dopo l'alba l'aviazione americana ha effettuato nuovi raid aerei su Fallujah dove si registrano ancora importanti sacche di resistenza della guerriglia irachena. Secondo quanto rende noto il comando militare Usa, le missioni di bombardamento di questa notte - da 20 a 30, secondo testimoni - avevano come obbiettivo una serie di postazioni dei ribelli sia nel centro della città che in alcune zone della periferia. Un comunicato militare americano segnala che ribelli sono ancora nascosti "in numerosi edifici in tutta la città" mentre, in forma anonima, alcune fonti militari confidano che prima di avere il controllo completo della città ci vorranno ancora "diversi altri giorni di combattimento". Violenti scontri a fuoco tra gruppi ribelli e forze Usa si sono verificati questa mattina nella zona orientale di Ramadi. Lo hanno riferito alcuni residenti locali. Al momento non si hanno notizie di morti o feriti. Nella parte nord della città, invece, un mezzo Humvee americano è stato preso d'assalto dalla guerriglia. Il mezzo è andato distrutto, secondo quanto comunicato da un agente della polizia di Baghdad, Mohammed Abdel Karim. Nessuna conferma è giunta dal comando Usa. Un corrispondente della Reuters ha riferito di carri armati che hanno preso posizione per le strade del quartiere di Shuhada e nella zona sud della città su cui sette oggi fa è stata lanciata l'offensiva finale. Le regole di condotta in guerra, che proteggono i civili e i combattenti feriti sono state gravemente violate da ambo le parti in conflitto a Falluja: lo ha dichiarato oggi Amnesty International. L'organizzazione per la difesa dei diritti umani, che cita numerosi esempi di violazioni, chiede che si indaghi immediatamente su questi abusi. 20 addetti dei servizi medici e decine di altri civili sono stati uccisi quando un missile è finito su una clinica di Falluja, secondo quanto ha testimoniato un medico. Lo stesso giorno, un bambino di nove anni è rimasto ferito da un scheggia allo stomaco. I genitori non sono riusciti a portarlo in ospedale a causa degli scontri; il piccolo è morto, ed è stato sepolto in giardino. "Gli Usa hanno l'obbligo di proteggere i combattenti feriti". Amnesty denuncia la gravissima situazione dei civili rimasti e il pericolo di una crisi umanitaria generate da mancanza di cibo, acqua, medicina ed elettricità. SCONTRI ANCHE A BAQUBA, RIBELLI ATTACCANO LA POLIZIA - Situazione molto tesa questa mattina a Baquba, nel centro dell'Iraq. Diverse decine di militanti della guerriglia si sono scontrati con la polizia locale e nelle strade si sono avvertite esplosione e sparatorie. Le bande ribelli si sono scatenate sia a Baquba che nella civina città di Buhriz attaccando commissariati di polizia e una base Usa. Gli autocarri e le ambulanze della Mezzaluna Rossa sono ancora bloccate all'ospedale di Fallujah. Il centro città continua ad essere vietato per l'organizzazione umanitaria. Nonostante i ripetuti appelli, il comando Usa continua a negare il consenso alla distribuzione degli aiuti. "Non sono necessari, perché abbiamo già pensato noi alla gente" ha detto il colonnello Mike Shupp. Sabotatori hanno fatto saltare in aria una sezione dell'oleodotto nel nord dell'Iraq, nella regione di Kirkuk, stamani presto mentre infuriava l'incendio in quattro pozzi di petrolio. La linea dell'oleodotto secondaria porta il greggio alle raffinerie di Baiji ed è stata attaccata alle 3 di notte, a una sessantina di chilometri a ovest di Kirkuk. Baghdad's highest Shia authority has denounced the US military assault on Falluja and called on all Iraqi religious authorities to support the Iraqi people. Shaikh Muhammad Mahdi al-Khalissi has issued a statement, obtained by Aljazeera.net on Sunday, condemning the US assault on Falluja and describing it as "aggression and dirty war". "No matter how powerful the occupation forces are, they will be driven out of Iraq sooner or later. The current savage military attack on Falluja by US occupation forces and the US-appointed Iraqi government is an act of mass murder and a crime of war," the statement said. Al-Khalissi said he and his faction fully supported the religious decree issued by Iraq's influential Sunni Muslim authority, the Association of Muslim Scholars, in which it prohibited Iraqis from participating in the US attack on Falluja. Il vice primo ministro iracheno Barham Salih ha ammesso per la prima volta che le elezioni irachene previste per fine gennaio potrebbero essere rinviate. A poco più di due mesi dall'appuntamento con le urne è la prima volta che un dirigente iracheno ammette la possibilità di un rinvio del voto, possibilità che avrebbe una serie di importanti conseguenze a catena compreso il protrarsi delle missioni in Iraq di diversi contingenti militari stranieri. Il problema, lascia capire Salih, è che anche se il governo provvisorio è intenzionato ad andare alle urne come previsto la situazione della sicurezza nel paese potrebbero rendere impossibile o troppo incerto il voto costringendo di fatto ad un rinvio

CILE/ 35MILA VITTIME ACCERTATE DURANTE IL REGIME PINOCHET

Pubblicati risultati dell'inchiesta della Commissione Lagos - Dozzine di strutture segrete e almeno 35mila vittime di abusi in 17 anni di regime del generale Augusto Pinochet. Sono numeri da capogiro quelli portati alla luce da una lunga indagine condotta in Cile sulla poco meno che ventennale dittatura militare, dal 1973 al 1990. La Commissione Nazionale sui Prigionieri Politici e le Torture, che ha condotto l'inchiesta, ha presentato i risultati del suo studio la scorsa settimana. I tre volumi del testo finale sono ricchi di nuove testimonianze su torture di ogni genere, abusi sessuali con l'uso anche di animali, sodomia di massa. "E' un passo storico - ha commentato Mireya Garcia, dell'Associazione delle Famiglie delle Vittime e degli Scomparsi, citata dal Guardian -. Adesso chi di noi è stato un prigioniero di guerra ha avuto un riconoscimento, sociale e ufficiale. Spero che questo rapporto diventi parte integrante della formazione delle nuove generazioni, in modo che in Cile non ci siano più torture". La commissione, composta da otto membri civili e guidata dal vescovo Sergio Valech, è stata creata da Lagos nel novembre del 2003. Un team di 60 persone, tra avvocati, psicologi e operatori umanitari, ha contribuito alla produzione del rapporto, arricchito delle interviste a cittadini cileni di 40 differenti Paesi e dalle testimonianze di migliaia di persone coinvolte direttamente e indirettamente negli abusi. Lagos ha detto che il Cile ha speso 15 anni per portare a compimento l'inchiesta sui crimini del governo militare. Nonostante l'apprezzabile risultato, comunque, alcuni gruppi per i diritti umani hanno criticato la commissione per non aver reso pubblici i risultati in tempi più rapidi.

S. KOREA 15/11/2004 9:39 MONDO DEL LAVORO IN AGITAZIONE CONTRO LEGGE DI RIFORMA

La polizia ha arrestato 144 dipendenti pubblici che, in contrasto con la legge che vieta ai membri del pubblico impiego di scioperare, hanno per la prima volta incrociato le braccia insieme ad altre migliaia di colleghi nel Paese. I lavoratori protestano proprio per ottenere il diritto di sciopero. Altri settori produttivi sono in forte agitazione per l’annunciata riforma della legge sul lavoro che introduce in Corea del Sud la possibilità per le aziende di assumere con contratti a termine e non più solo a tempo indeterminato. La Confederazione coreana dei sindacati (Kctu), una delle due organizzazione sindacali nazionali, sostiene che oggi a scioperare sono stati 44.000 dipendenti pubblici sui 140.000

iscritti al sindacato; ma il governo abbassa l’adesione alla protesta a poche migliaia. Sedicimila poliziotti sono stati dispiegati davanti alle sedi dell’amministrazione pubblica per prevenire disordini e arrestare i dipendenti in sciopero. La Kctu, che conta 600.000 tesserati, ha annunciato mobilitazioni di piazza per il prossimo 26 novembre quando il presidente Roh Moo Hyun, considerato un progressista, presenterà al

parlamento la riforma da lui sostenuta che introduce ciò che i sindacati denunciano come “precarizzazione del lavoro” e “minaccia ai diritti

fondamentali”. Anche l’altra organizzazione sindacale, la Federazione dei sindacati coreani, la più grande del Paese con 900.000 iscritti, ha

detto che potrebbe unirsi alle proteste della Kctu contro il progetto di riforma.

PALESTINA: dopo la sparatoria di ieri a Gaza

Pur essendo state uccise due sue guardie del corpo, Abu Mazen, ex-primo ministro dell’Anp per breve tempo e capo neo-eletto del comitato

esecutivo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) - struttura politica fondata nel 1964 dalla Lega Araba, fusa quattro anni

dopo con ‘Al Fatah’ il potente movimento ideato da Arafat nel 1959 - ha sostenuto che non era lui il bersaglio del presunto attentato e ha poi

aggiunto di non essere per il momento il candidato di ‘Al Fatah’ per le elezioni ipotizzate per il 9 gennaio. Ma secondo ‘al-Jazeera’, la rete

televisiva del Qatar spesso bene informata, la sparatoria sarebbe stato un tentativo di assassinio di Mazen che, giunto tra forti proteste della

folla, è stato seguito nella tenda funebre da uomini armati che, a viso scoperto, hanno sparato tentando di colpirlo. Mazen era accompagnato

da Mohammed Dahlan, ex-capo della sicurezza palestinese nella Striscia di Gaza, personaggio molto controverso, già poco o nulla gradito ad

Arafat e a molti palestinesi, che ha a sua volta smentito con vigore, in un’intervista telefonica con ‘al-Jazeera’ la notizia dell’attentato,

sostenendo la versione dell’ incidente, “un contrasto tra uomini armati” di natura non spiegata né meglio precisata. Marwan Barghouti che langue con sei ergastoli in un carcere israeliano e che, in un sondaggio di cui si è molto discusso in questi giorni,

sembra il vero candidato del popolo palestinese alla successione di Arafat. Hafez Barghouti aveva detto: “Questo governo non ha alcun

ministro così influente in Cisgiordania come Marwan. Lui solo può”. Intifada: danni per 16,5 miliardi. Quattro anni di intifada hanno inflitto ad Israele danni per 12 miliardi di dollari e a quella palestinese danni per

4,5 miliardi. Lo rivela uno studio della Bdi (Business Data Israel). In rapporto al prodotto interno lordo pro capite il danno subito dai palestinesi

e' tre volte piu' pesante di quello dell' israeliano medio. Le statistiche indicano che il Pil pro capite palestinese e' calato di circa il 30%.

Usa: Colin Powell annuncia le dimissioni, altri tre ministri se ne vanno

Il Segretario di Stato Colin Powell ha annunciato questa mattina le sue dimissioni, peraltro nell'aria da mesi. Alla base della sua decisione i

frequenti scontri con il segretario della Difesa Donald Rumsfeld e con il vipresidente Dick Cheney, soprattutto per quanto riguarda la strategia

da adottare in Iraq. Per Powell si parla da tempo di una possibile destinazione a capo della Banca Mondiale, dove sta per scadere il mandato

di James Wolfensohn. Nelle prossime ore il segretario di Stato riceverà il ministro degli Esteri israeliano Silvan Shalom e andrà, mercoledì, a

una riunione ministeriale dell'Apec a Santiago del Cile, in preparazione del vertice dell'organizzazione dei Paesi del Pacifico, per poi recarsi

alla conferenza sull'Iraq di Sharm el-Sheikh. Bush ha già perso due elementi importanti, il ministro della Giustizia John Ashcroft, già sostituto da Alberto Gonzales, e quello del commercio

Don Evans. E ne perderà oggi altri tre: i ministri dell'Istruzione Rod Paige, dell'Energia Spencer Abraham e dell'Agricoltura Ann Veneman. Condoleezza Rice, consigliere per la sicurezza nazionale, sarebbe la favorita per succedere a Colin Powell alla segreteria di Stato.

Russia: allarme Aids

Per la Russia post-comunista l'Aids e' un flagello sempre piu' terribile: da qui al 2010 potrebbe uccidere un milione di persone. La strage e'

prevista da Vadim Pokrovsky, che al ministero della Sanita' e' a capo del Centro Federale per la prevenzione e il controllo dell'Aids. Ultimi dati

ufficiali parlano di 300.000 sieropositivi, ma questa cifra, dice Pokrovsky, deve essere moltiplicata per tre. Un'efficace terapia costa in Russia

dai 5.600 ai 15.000 dollari l'anno.

  • I T A L I A

SCUOLA: COBAS; BERNOCCHI,ADESIONI SCIOPERO ALL'80 PER CENTO

Se i dati verranno confermati, quello di oggi sara' il piu' grande sciopero italiano della storia della scuola. E' quanto afferma l'esponente dei

Cobas, Piero Bernocchi affermando che dai dati provenienti dalle grandi citta' i quattro quinti delle scuole sono chiuse e le adesioni sono

all'80%. Sarebbe uno sciopero straordinario che supererebbe anche il record di quello del 17 febbraio 2000 quando si raggiunse il 60% delle

adesioni - aggiunge Bernocchi - E' poi importantissimo perche' Berlusconi e Moratti quando l'anno scorso c'erano le mobilitazioni sostenevano

che era solo la sinistra a scendere in piazza. Bernocchi ha ricordato la differenza sostanziale con l'altro corteo, quello dei confederali: noi

siamo per abrogare le leggi e i decreti senza se e senza ma. Siamo inoltre contro la precarizzazione. Chiediamo un aumento contrattuale di

250 euro per muoverci verso lo stipendio europeo. Vogliamo massimi investimenti per la scuola pubblica, no al taglio di pensione e del Tfr, la

restituzione del diritto di riunirci per le sigle che non si siedono al tavolo delle trattative, e soprattutto chiediamo che la scuola e l'istruzione non

siano considerati merce e mercato, ma vogliamo una scuola pubblica di qualita. Al corteo di CGIL-CISL-UIL, dietro allo striscione Per il contratto per gli investimenti e per una scuola pubblica di qualita', sono scese oltre

100 mila persone secondo i sindacati a protestare oggi in piazza contro la riforma Moratti e i tagli della finanziaria. Piazza Navona, nonostante

la pioggia, era gremita. Allo sciopero della scuola hanno partecipato oltre il 70% dei lavoratori per i sindacati; per il ministero ha aderito il 36%

del personale.

ROMA: CENTINAIA DI SENZA CASA OCCUPANO AL S. MARIA DELLA PIETA' (audio)

CARCERI: sempre più stranieri imprigionati

Cresce in modo continuo la presenza di detenuti stranieri nelle carceri italiane: nel 2003 - rileva l'Istat nel suo rapporto 2004 - sono arrivati a

rappresentare il 31,4% del totale. Nel complesso, negli istituti penitenziari, alla fine del 2003, sono stati rilevati 54.237 detenuti (-2,6% rispetto

all'anno precedente), di cui 14.332 sono tossicodipendenti (vale a dire il 26,4% del totale). È sieropositivo il 2,4% della popolazione carceraria

(-4,7% rispetto al 2001). Nel 2003, inoltre, sono stati 18.344 i minorenni denunciati all'autorità giudiziaria, mentre 3.522 sono quelli entrati nei

centri di prima accoglienza (1990 stranieri contro 1.532 italiani). Il 72,7% di questi è imputato per reati contro il patrimonio, il 16,3% per aver

violato la legge contro gli stupefacenti, il 4,,4% per reati contro la persona. Gli ingressi di minorenni negli istituti penali minorili nel 2003 sono

stati 1.581 (il 78,7% per custodia cautelare); le femmine rappresentano il 16,1% del totale, mentre gli stranieri fanno registrare il 56,6% degli

ingressi.

GENOVA. inizia il processo per due dei quattro antifa milanesi arrestati la scorsa primavera

Mer. 17-11-04 ore 9 PRESIDIO SOTTO IL TRIBUNALE DI Genova. Inizia il processo con rito abbreviato-è possibile la sentenza in giornata- di

due dei quattro antifa milanesi arrestati la scorsa primavera,per i fatti accaduti sul treno diretto alla manifestazione antifascista del gennaio

scorso a Genova. Gli altri due compagni saranno processati con dibattimento a partire dal 22 dicembre. Ricordiamo che ancora due dei quattro sono privati della propria libertà,uno è agli arresti domiciliari e un alto incarcerato in una comunità. per info sul viaggio per genova: orso@ecn.org

CROCE ROSSA DIVENTA S.P.A.

La Croce Rossa Italiana diventa una società per azioni. Confermate quindi quelle che fino a ieri erano solo voci, anche se clamorose, anticipate nelle scorse settimane dal nostro settimanale. Sul sito del governo (www.governo.it <http://www.governo.it>) che riporta le conclusioni del Consiglio dei ministri di ieri sera si legge che è stato approvato un decreto legge " per snellire le strutture ed incrementare la funzionalità della Croce Rossa italiana, teso a consentire un ottimale assolvimento dei compiti previsti anche da disposizioni recenti" e prosegue annunciando che " decadono tutti gli organi elettivi, fino alla revisione dello statuto" che avverrà ell'assemblea nazionale della Cri di fine novembre. Il commissario straordinario Maurizio Scelli, ha commentato: siamo a una svolta epocale. E se lo dice lui.

GR ORE 13,00

IRAQ

FALLUJAH NUOVI RAID AEREI USA Nella notte e poco dopo l'alba l'aviazione americana ha effettuato nuovi raid aerei su Fallujah dove si registrano ancora importanti sacche di resistenza della guerriglia irachena. Secondo quanto rende noto il comando militare Usa, le missioni di bombardamento di questa notte - da 20 a 30, secondo testimoni - avevano come obbiettivo una serie di postazioni dei ribelli sia nel centro della città che in alcune zone della periferia. Un comunicato militare americano segnala che ribelli sono ancora nascosti "in numerosi edifici in tutta la città" mentre, in forma anonima, alcune fonti militari confidano che prima di avere il controllo completo della città ci vorranno ancora "diversi altri giorni di combattimento".

Violenti scontri a fuoco tra gruppi ribelli e forze Usa si sono verificati questa mattina nella zona orientale di Ramadi. Lo hanno riferito alcuni residenti locali. Al momento non si hanno notizie di morti o feriti. Nella parte nord della città, invece, un mezzo Humvee americano è stato preso d'assalto dalla guerriglia. Il mezzo è andato distrutto, secondo quanto comunicato da un agente della polizia di Baghdad, Mohammed Abdel Karim. Nessuna conferma è giunta dal comando Usa.

SCONTRI ANCHE A BAQUBA, RIBELLI ATTACCANO LA POLIZIA - Situazione molto tesa questa mattina a Baquba, nel centro dell'Iraq. Diverse decine di militanti della guerriglia si sono scontrati con la polizia locale e nelle strade si sono avvertite esplosione e sparatorie. Le bande ribelli si sono scatenate sia a Baquba che nella civina città di Buhriz attaccando commissariati di polizia e una base Usa.

ANCORA BLOCCATI AIUTI MEZZALUNA ROSSA A FALLUJAH- Gli autocarri e le ambulanze della Mezzaluna Rossa sono ancora bloccate all'ospedale di Fallujah. Il centro città continua ad essere vietato per l'organizzazione umanitaria. Nonostante i ripetuti appelli, il comando Usa continua a negare il consenso alla distribuzione degli aiuti. "Non sono necessari, perché abbiamo già pensato noi alla gente" ha detto il colonnello Mike Shupp. Cinque camion e tre ambulanze, con un carico di cibo e medicinali, sono pronti a muoversi dall'ospedale verso il centro. Ma - scrive oggi il Guardian - non si metteranno in moto: i vertici militari statunitensi sono convinti che gli aiuti non sono più necessari. In città, hanno spiegato, non ci sono più civili. Tutti sono fuggiti prima e durante il violento conflitto a fuoco tra i soldati e i ribelli locali, tuttora in corso. Non della stessa opinione è la Mezzaluna Rossa, secondo la quale invece almeno 150 famiglie sarebbero rimaste intrappolate tra le rovine della città. La maggior parte di esse avrebbe bisogno di cibo, coperte, acqua e medicine. Alcuni residenti, che si trovano ancora in città, avrebbero segnalato una grande sofferenza soprattutto tra i bambini. L'unico modo di soccorerli, ha spiegato la Mezzaluna Rossa, è quello di raggiungerli nei loro rifugi; sono troppo spaventati e deboli per recarsi spontaneamente all'ospedale. Il colonnello Shupp ha commentato: "Non ho sentito parlare di nulla di tutto questo.

IL VICEPREMIER IRACHENO: LE ELEZIONI POTREBBERO ESSERE RINVIATE - Il vice primo ministro iracheno Barham Salih ha ammesso per la prima volta che le elezioni irachene previste per fine gennaio potrebbero essere rinviate. A poco più di due mesi dall'appuntamento con le urne è la prima volta che un dirigente iracheno ammette la possibilità di un rinvio del voto, possibilità che avrebbe una serie di importanti conseguenze a catena compreso il protrarsi delle missioni in Iraq di diversi contingenti militari stranieri. Parlando al Guardian, Salih afferma: "quello di elezioni libere e giuste è un impegno che abbiamo preso con tutto il popolo iracheno. Ma ora che l'appuntamento si avvicina, è necessario che il governo iracheno, l'Onu, la commissione elettorale indipendente e l'assemblea nazionale inizino una serie di incontri per valutare sul serio la situazione". Il problema, lascia capire Salih, è che anche se il governo provvisorio è intenzionato ad andare alle urne come previsto la situazione della sicurezza nel paese potrebbero rendere impossibile o troppo incerto il voto costringendo di fatto ad un rinvio

CILE/ 35MILA VITTIME ACCERTATE DURANTE IL REGIME PINOCHET Pubblicati risultati dell'inchiesta della Commissione Lagos Roma, 15 nov. (Apcom) - Dozzine di strutture segrete e almeno 35mila vittime di abusi in 17 anni di regime del generale Augusto Pinochet. Sono numeri da capogiro quelli portati alla luce da una lunga indagine condotta in Cile sulla poco meno che ventennale dittatura militare, dal 1973 al 1990. La Commissione Nazionale sui Prigionieri Politici e le Torture, che ha condotto l'inchiesta, ha presentato i risultati del suo studio la scorsa settimana. I tre volumi del testo finale sono ricchi di nuove testimonianze su torture di ogni genere, abusi sessuali con l'uso anche di animali, sodomia di massa. "E' un passo storico - ha commentato Mireya Garcia, dell'Associazione delle Famiglie delle Vittime e degli Scomparsi, citata dal Guardian -. Adesso chi di noi è stato un prigioniero di guerra ha avuto un riconoscimento, sociale e ufficiale. Spero che questo rapporto diventi parte integrante della formazione delle nuove generazioni, in modo che in Cile non ci siano più torture". La commissione, composta da otto membri civili e guidata dal vescovo Sergio Valech, è stata creata da Lagos nel novembre del 2003. Un team di 60 persone, tra avvocati, psicologi e operatori umanitari, ha contribuito alla produzione del rapporto, arricchito delle interviste a cittadini cileni di 40 differenti Paesi e dalle testimonianze di migliaia di persone coinvolte direttamente e indirettamente negli abusi. Lagos ha detto che il Cile ha speso 15 anni per portare a compimento l'inchiesta sui crimini del governo militare. Nonostante l'apprezzabile risultato, comunque, alcuni gruppi per i diritti umani hanno criticato la commissione per non aver reso pubblici i risultati in tempi più rapidi.

MESSICO/ ELEZIONI, IL PRI IN VINCE IN DUE STATI SU QUATTRO Testa a testa negli altri due Stati Ciudad Victoria (Messico), 15 nov. (Ap) - Il Partito rivoluzionario istituzionale (Pri) del Messico vince in due dei quattro Stati dove si è votato ieri per il nuovo governatore. Negli altri due Stati la situazione vede al momento un testa a testa fra i due principali candidati. Il partito rivoluzionario, al potere per settant'anni, si rafforza per tornarvi nelle prossime elezioni presidenziali. Nello Stato di Tamaulipas, vicino al confine, con più del 50% dei voti scrutinati, il candidato del Pri Eugenio Hernandez, promotore immobiliare ed ex sindaco di Ciudad Victoria, ha il 58% delle preferenze, quasi il doppio del suo più prossimo sfidante, Gustavo Cardenas. Nello Stato di Puebla, a est della capitale, i risultati danno Mario Marin (Pri), un avvocato cinquantenne, una vittoria molto netta su Francisco Fraile, un senatore 56enne del Pan. Nello Stato di Tlaxlala, il candidato del Pri, sulla base del 50% dei voti scrutinati, è in parità con il 35,7% rispetto al favorito Hector Ortiz (35,3%) del Pan e su Maricarmen Ramirez - che si è candidata al posto del marito Alfonso Sanchez, governatore uscente del Partito democratico della rivoluzione (sinistra) - che ha finora il 25%. Nello Stato di Sinaloa, con il 75% dei voti scrutinati, il candidato del Pri Jesus Aguilar, 42 anni, parlamentare dello Stato, e il candidato del Pan, Heriberto Felix, imprenditore ed ex ministro dello sviluppo economico di Sinaloa, sono testa a testa: il primo ha il 47%, il secondo ha il 45% dei voti.

S. KOREA 15/11/2004 9:39 MONDO DEL LAVORO IN AGITAZIONE CONTRO LEGGE DI RIFORMA La polizia ha arrestato 144 dipendenti pubblici che, in contrasto con la legge che vieta ai membri del pubblico impiego di scioperare, hanno per la prima volta incrociato le braccia insieme ad altre migliaia di colleghi nel Paese. I lavoratori protestano proprio per ottenere il diritto di sciopero. Altri settori produttivi sono in forte agitazione per l’annunciata riforma della legge sul lavoro che introduce in Corea del Sud la possibilità per le aziende di assumere con contratti a termine e non più solo a tempo indeterminato. La Confederazione coreana dei sindacati (Kctu), una delle due organizzazione sindacali nazionali, sostiene che oggi a scioperare sono stati 44.000 dipendenti pubblici sui 140.000 iscritti al sindacato; ma il governo abbassa l’adesione alla protesta a poche migliaia. Sedicimila poliziotti sono stati dispiegati davanti alle sedi dell’amministrazione pubblica per prevenire disordini e arrestare i dipendenti in sciopero. La Kctu, che conta 600.000 tesserati, ha annunciato mobilitazioni di piazza per il prossimo 26 novembre quando il presidente Roh Moo Hyun, considerato un progressista, presenterà al parlamento la riforma da lui sostenuta che introduce ciò che i sindacati denunciano come “precarizzazione del lavoro” e “minaccia ai diritti fondamentali”. Anche l’altra organizzazione sindacale, la Federazione dei sindacati coreani, la più grande del Paese con 900.000 iscritti, ha detto che potrebbe unirsi alle proteste della Kctu contro il progetto di riforma.

COTE D'IVOIRE 15/11/2004 7:29 VERTICE IN NIGERIA, MEDIAZIONE A PRETORIA, RISOLUZIONE DA VOTARE ALL'ONU Mentre sembra tuttora calma la situazione ad Abidjan, un vertice di Paesi dell’Africa Occidentale svoltosi ieri in Nigeria ad Abuja ha espresso appoggio per la risoluzione dell’Onu che il Consiglio di Sicurezza dovrebbe votare oggi sulla crisi ivoriana ed ha auspicato un’azione internazionale che spinga il governo ivoriano e i ribelli a rilanciare il processo di pace e a riportare condizioni di sicurezza nel Paese. Un'opera di mediazione separata e distinta, che non sembra in pieno accordo con il vertice svoltosi ieri ad Abuja, viene svolto con base a Pretoria, in Sudafrica, dal presidente sudafricano Thabo Mbeki che la settimana scorsa, subito prima di una sparatoria francese sulla folla manifestante al centro di Abidjan, aveva incontrato il presidente ivoriano Laurent Gbagbo nella sua residenza e aveva detto ai giornalisti di essere 'molto soddisfatto' dei passi avanti compiuti da Gbagbo per l'attuazione degli accordi di pace del 2003 a Linas-Marcoussis (Francia) e del 2004 ad Accra (Ghana

PALESTINIAN 15/11/2004 6:23 RIFLETTENDO SULLA SPARATORIA DI IERI A GAZA Pur essendo state uccise due sue guardie del corpo, Abu Mazen, ex-primo ministro dell’Anp per breve tempo e capo neo-eletto del comitato esecutivo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) - struttura politica fondata nel 1964 dalla Lega Araba, fusa quattro anni dopo con ‘Al Fatah’ il potente movimento ideato da Arafat nel 1959 - ha sostenuto che non era lui il bersaglio del presunto attentato e ha poi aggiunto di non essere per il momento il candidato di ‘Al Fatah’ per le elezioni ipotizzate per il 9 gennaio. Ma la sparatoria e le parole di Mazen - a parte le difficoltà di decodificazione politica connesse alla sua recente nomina nell’Olp e al suo apparente rifiuto della candidatura per ‘Al Fatah’ che era stata appena annunciata - lasciano ampi margini di dubbio su tutto e sembrano rendere ancora più oscura e indecifrabile la situazione che si sta rapidamente determinando dopo la scomparsa del “padre-padrone” della causa palestinese. Secondo ‘al-Jazeera’, la rete televisiva del Qatar spesso bene informata, la sparatoria sarebbe stato un tentativo di assassinio di Mazen che, giunto tra forti proteste della folla, è stato seguito nella tenda funebre da uomini armati che, a viso scoperto, hanno sparato tentando di colpirlo. Mazen era accompagnato da Mohammed Dahlan, ex-capo della sicurezza palestinese nella Striscia di Gaza, personaggio molto controverso, già poco o nulla gradito ad Arafat e a molti palestinesi, che ha a sua volta smentito con vigore, in un’intervista telefonica con ‘al-Jazeera’ la notizia dell’attentato, sostenendo la versione dell’ incidente, “un contrasto tra uomini armati” di natura non spiegata né meglio precisata. Il capo dei negoziatori palestinesi, Saeb Erekat, ha però annunciato che verrà comunque aperta un'inchiesta per identificare “gli autori dell'attacco, i loro motivi e chi li appoggia”. Nelle parole di Erekat si intuisce che tutto è ancora da capire e chiarire e che altri e ben diversi sviluppi sembrano già prendere corpo di fronte al profluvio dei facili ottimismi di chi – a partire dalla Casa Bianca - appare convinto di un assunto tutto da dimostrare: morto Arafat sarà molto più facile spuntare la spina irritativa che da decenni, e in particolare in questo inizio di nuovo millennio, si pone come fonte di gran parte dei mali del mondo. “Dopo la ‘dittatura con pietà’ di Arafat non ne vogliamo una di stampo americano o israeliano; non vogliamo neppure una democrazia americana o israeliana; ne vogliamo una di tipo europeo” ha detto - in un’interessante intervista di Luca Gaballo per ‘Macrosfera’ di ‘Rai News24’ - Hafez Barghouti, direttore del quotidiano di Gerusalemme 'Al Hayat al Jedidah’, lontano parente di quel Marwan Barghouti che langue con sei ergastoli in un carcere israeliano e che, in un sondaggio di cui si è molto discusso in questi giorni, sembra il vero candidato del popolo palestinese alla successione di Arafat. Anche a Nicole Gaouette del quotidiano di Boston ‘Christian Science Monitor’, nel luglio 2003 – in un articolo che ricordava come Marwan fosse per Israele un superterrorista e per tanti palestinesi un ‘piccolo Napoleone’ ( considerata anche la sua statura fisica), Hafez Barghouti aveva detto: “Questo governo non ha alcun ministro così influente in Cisgiordania come Marwan. Lui solo può”. Ammesso che il 9 gennaio o in qualsiasi altra data i palestinesi, nonostante le enormi difficoltà non solo logistiche, riescano alfine a votare, finiranno con lo scegliere come presidente il loro “Bonaparte” confinato per accuse di terrorismo in una ‘Sant’Elena’ israeliana o uno dei disponibili e concilianti candidati a piede libero che sembrano tanto cari a Washington e Tel Aviv? E, ammesso che comunque qualcuno venga in qualche modo eletto, fino a che Ariel Sharon sarà primo ministro d'Israele e George W.Bush presidente americano, potrà mai nascere un vero Stato palestinese?

CARCERI Cresce in modo continuo la presenza di detenuti stranieri nelle carceri italiane: nel 2003 - rileva l'Istat nel suo rapporto 2004 - sono arrivati a rappresentare il 31,4% del totale. Nel complesso, negli istituti penitenziari, alla fine del 2003, sono stati rilevati 54.237 detenuti (-2,6% rispetto all'anno precedente), di cui 14.332 sono tossicodipendenti (vale a dire il 26,4% del totale). È sieropositivo il 2,4% della popolazione carceraria (-4,7% rispetto al 2001). Nel 2003, inoltre, sono stati 18.344 i minorenni denunciati all'autorità giudiziaria, mentre 3.522 sono quelli entrati nei centri di prima accoglienza (1990 stranieri contro 1.532 italiani). Il 72,7% di questi è imputato per reati contro il patrimonio, il 16,3% per aver violato la legge contro gli stupefacenti, il 4,,4% per reati contro la persona. Gli ingressi di minorenni negli istituti penali minorili nel 2003 sono stati 1.581 (il 78,7% per custodia cautelare); le femmine rappresentano il 16,1% del totale, mentre gli stranieri fanno registrare il 56,6% degli ingressi.

La Croce Rossa Italiana diventa una società per azioni. Confermate quindi quelle che fino a ieri erano solo voci, anche se clamorose, anticipate nelle scorse settimane dal nostro settimanale. Sul sito del governo (www.governo.it <http://www.governo.it>) che riporta le conclusioni del Consiglio dei ministri di ieri sera si legge che è stato approvato un decreto legge " per snellire le strutture ed incrementare la funzionalità della Croce Rossa italiana, teso a consentire un ottimale assolvimento dei compiti previsti anche da disposizioni recenti" e prosegue annunciando che " decadono tutti gli organi elettivi, fino alla revisione dello statuto" che avverrà nell'assemblea nazionale della Cri di fine novembre. Il commissario straordinario Maurizio Scelli, ha commentato: siamo a una svolta epocale. E se lo dice lui.

  • SCUOLA: COBAS; BERNOCCHI,ADESIONI SCIOPERO ALL'80 PER CENTO

    Se i dati verranno confermati, quello di oggi sara' il piu' grande sciopero italiano della storia della scuola. E' quanto afferma l'esponente dei Cobas, Piero Bernocchi affermando che dai dati provenienti dalle grandi citta' i quattro quinti delle scuole sono chiuse e le adesioni sono all'80%. Sarebbe uno sciopero straordinario che supererebbe anche il record di quello del 17 febbraio 2000 quando si raggiunse il 60% delle adesioni - aggiunge Bernocchi - E' poi importantissimo perche' Berlusconi e Moratti quando l'anno scorso c'erano le mobilitazioni sostenevano che era solo la sinistra a scendere in piazza. Bernocchi ha ricordato la differenza sostanziale con l'altro corteo che sta sfilando a Roma, quello dei confederali: noi siamo per abrogare le leggi e i decreti senza se e senza ma. Siamo inoltre contro la precarizzazione. Chiediamo un aumento contrattuale di 250 euro per muoverci verso lo stipendio europeo. Vogliamo massimi investimenti per la scuola pubblica, no al taglio di pensione e del Tfr, la restituzione del diritto di riunirci per le sigle che non si siedono al tavolo delle trattative, e soprattutto chiediamo che la scuola e l'istruzione non siano considerati merce e mercato, ma vogliamo una scuola pubblica di qualita. Nonostante il corteo partira' con un'ora di ritardo, sull'orario previsto, per consentire l'arrivo anche di altri manifestanti, Bernocchi e' convinto che alla fine il corteo potra' raggiungere le 100 mila presenze.

SCUOLA: IL CORTEO FISCHIA MINISTERO FUNZIONE PUBBLICA = (AGI) - Roma, 15 nov. - "Moltissime, moltissime le scuole chiuse". E' un primissimo bilancio, ancora privo di dati, quello che si delinea dal palco di piazza Navona mentre sta arrivando a destinazione la testa del lungo corteo organizzato dai sindacati confederali, partito da piazza della Bocca della Verita'. Un corteo ricco di colori, striscioni, bandiere e di canti, consueti palloni colorati della Cgil, un corteo dal quale e' partito un sonoro coro di fischi al passaggio, davanti al ministero dell'Istruzione pubblica in corso vittorio Emanuele. "Per... il contratto...un piano di investimenti...una scuola pubblica di qualita'", recita il cartellone sul fondo del palco che tra poco accogliera' gli interventi dei sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil.

gror041115 (last edited 2008-06-26 10:01:13 by anonymous)