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G.R. 9,30

AFGHANISTAN

UCCISE 6 PERSONE DURANTE ATTACCO A POSTO DI BLOCCO - Un veicolo con a bordo un gruppo di sospetti talebani ha attaccato un posto di blocco militare nel sud dell'Afghanistan. Nello scontro a fuoco che è seguito sono rimasti uccisi sei uomini, quattro soldati, un civile e un guerrigliero talebano, e altri quattro sono stati feriti. Il capo della polizia di Kandahar, Khan Mohammed, ha riferito che l'attacco è avvenuto nel distretto di Maivand, 140 chilometri ad ovest della seconda città afgana, roccaforte storica dei talebani. Le forze di polizia sarebbero sulle tracce degli assalitori. Nel corso di un altro incidente, due soldati americani sono stati feriti quando la loro pattuglia è finita sotto il fuoco di cecchini, a nordest di Shinkay, nella vicina provincia di Zabul. Entrambi sono stati ricoverati e non corrono pericolo di vita.

IRAQ

NEW YORK TIMES - Almeno 64 persone uccise negli attacchi dei ribelli a Najaf, Karbala e Baghdad in Iraq. THE GUARDIAN - "Una giornata di sangue colpisce le speranze per un voto in Iraq". Almeno 60 morti vicino alle moschee sciite delle città sante di Karbala e Najaf. Tre membri della Commissione Elettorale Indipendente uccisi a Baghdad. La condanna dei leader sciiti: "Stanno provando ad innescare una guerra civile". Il Nyt dà anche risalto alla questione della compagnia petrolifera russa Yukos. "Una tutto meno che sconosciuta compagnia vince la corsa al ricco petrolio russo", titola il quotidiano newyorchese, facendo riferimento alla Baikal Finans Group.

BARNIER, SONO VIVI E STANNO BENE - Riceviamo regolarmente informazioni e, secondo queste informazioni, - ha detto il ministro degli esteri francese - abbiamo la convinzione che essi siano vivi e in buona salute. Christian Chesnot e Georges Malbrunot sono stati rapiti quattro mesi fa a sud di Baghdad da un gruppo che si definisce l'Esercito islamico in Iraq. Voglio semplicemente ribadire con chiarezza - ha aggiunto Barnier - che siamo mobilitati e che cosi' continueremo a muoverci con un metodo fatto di pazienza, di discrezione e con una convinzione che e' fondata sulla fiducia di arrivare alla loro liberazione. Barnier alla fine dell'estate aveva compiuto un giro in diversi paesi arabi incontrando dignitari religiosi perche' esercitassero la loro influenza sui rapitori

REP.DEM. CONGO

IL RUANDA RITIRA LA MINACCIA DI ATTACCARE - Il presidente ruandese Paul Kagame ha annunciato ieri che il suo Paese ritira la sua minaccia di attaccare le milizie hutu installatesi nel Cong-Kinshasa orientale. Secondo il ministro ruandese degli affari esteri, Charles Murigande, Kagame ha preso la decisione di non far più pesare la minaccia d'attacco dopo aver ricevuto assicurazioni dalla "comunità internazionale" che i ribelli saranno disarmati. Murigande non ha precisato che cosa bisogna intendere per "comunità internazionale". Si è espresso dopo un incontro tra Kagame e il commissario europeo allo sviluppo e all'aiuto umanitario, Louis Michel che è l'ex capo della diplomazia del Belgio, il Paese che ha colonizzato il Ruanda e il Congo, non ha commentato direttamente le decisioni di Kagame ma ha riferito di aver avuto con lui "discussioni molto positive e promettenti".

ISRAELE

NUOVO GOVERNO, INTESA LIKUD-ORTODOSSI ANCORA IRRISOLTA QUESTIONE FUNZIONI PERES La formazione del nuovo governo di Ariel Sharon continua a procedere a singhiozzo. I laburisti, che sembravano ieri sul punto di firmare una intesa, insistono ancora per avere una assicurazione formale che Shimon Peres fungera' da vice-premier. Per questa ragione, i contatti fra Likud e laburisti proseguono anche oggi. D'altra il piccolo partito ortodosso del Fronte della Torah, che nei giorni scorsi sembrava aver rinunciato all'idea di entrare nel nuovo governo, ha oggi fatto sapere di essere disponibile per un periodo di rodaggio di un mese. Al termine di quel periodo un rabbino che funge da guida religiosa di quei deputati, Shalom Elyashiv, stabilira' se il partito restera' al governo oppure lo abbandonera'

LA SETTIMANA A BRUXELLES

Si apre oggi a Bruxelles, con la riunione del Consiglio dei ministri Ue dell'Ambiente, una settimana di soli quattro giorni per le istituzioni comunitarie, che chiuderanno per le vacanze natalizie da venerdì 24. Domani si terrà il Consiglio dei ministri dell'Agricoltura e Pesca dell'Unione, che durerà fino a mercoledì. Eurostat pubblicherà in mattinata i dati sul Commercio estero dell'Ue a ottobre. Sempre in mattinata, la conferenza dei capigruppo dell'Europarlamento si riunirà per una sessione straordinaria aperta a tutti gli eurodeputati per analizzare i risultati del Consiglio europeo di giovedì e venerdì scorsi. Nel pomeriggio, la presidenza lussemburghese dell'Unione europea, che dal primo gennaio succederà per sei mesi a quella olandese, terrà una conferenza stampa di presentazione del suo programma. Mercoledì, si svolgerà la riunione settimanale della Commissione europea: sull'agenda, fra gli altri temi, la comunicazione dei dati falsi da parte della Grecia rispetto al deficit. Eurostat renderà noti i dati sugli ordinativi industriali nell'Ue a ottobre.

ORE 13,00

AFGHANISTAN

IRAQ: SAMARRA, TRE STRANIERI E UN IRACHENO UCCISI

Dopo gli attacchi di ieri tre stranieri e un iracheno sono stati uccisi questa mattina in un attentato contro un convoglio di veicoli civili vicino a Samarra, a nord di Baghdad. Lo riferisce una fonte della polizia. I quattro uomini sono stati uccisi a Achaki, 20 chilometri a sud di Samarra (circa 120 chilometri a nord di Baghdad), dopo l'esplosione di un ordigno al passaggio del loro veicolo. L'attacco e' avvenuto alle 6:00 (locali le 4:00 italiane). Un portavoce militare americano nella regione non e' stato in grado per il momento di confermare le informazioni.

CRISI IN KIVU: RIPRESI COMBATTIMENTI A KANYABAYONGA, MIGLIAIA I CIVILI IN FUGA

Truppe dell'esercito regolare congolese inviate recentemente da Kinshasa nell'est della Repubblica democratica del Congo e soldati ammutinati dell'ottava regione militare hanno continuato a scontrarsi ieri intorno alla città di Kanyabayonga (un centinaio di chilometri a nord di Goma, capoluogo della provincia orientale del Nord Kivu). Lo riferiscono fonti della Missione delle Nazioni Unite in Congo (Monuc), precisando che intensi combattimenti sono stati segnalati domenica mattina nella zona nord della città dopo 48 ore segnate da relativa calma. "La linea del fronte adesso sembrerebbe essersi attestata a circa 7 chilometri dal centro della città" ha detto Jaqueline Chenard, portavoce della Monuc a Goma. Fortunatamente a Kanyabayonga si trovano solo i due belligeranti, visto che i circa 30.000 abitanti hanno lasciato la cittadina una decina di giorni fa non appena sono cominciate a circolare le prime voci di nuove tensioni. Non è ancora chiaro se a fianco dei militari ammutinati dell'ottava regione militare (tutti provenienti dalle file dell'ex ribellione filoruandese Rcd-Goma) vi siano anche elementi dell'esercito regolare ruandese. Di fatto la Monuc sabato ha fatto sapere di essere "convinta della presenza di truppe straniere in Congo" e ha precisato che dall'inizio della crisi in Nord Kivu i soldati ammutinati hanno "ricevuto armi e rinforzi provenienti dall’esterno del Congo". Per il momento non ci sono bilanci attendibili e definitivi sugli scontri, i caschi blu dell'Onu che si sono recati nei pressi di Kanyabayonga hanno confermato di aver ritrovato lungo la strada i corpi di almeno una decina di soldati. Notizie ancora confuse di combattimenti e di morti arrivano anche dal villaggio di Buramba, un centinaio di chilometri a nord est di Goma. Intanto fonti umanitarie internazionali confermano le informazioni raccolte su decine di migliaia di civili(circa 150.000) fuggiti dalle proprie case nel timore di nuove violenze. Un funzionario dell'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite (Ocha) in Nord Kivu ha detto oggi che sarebbero tra 100.000 e 200.000 gli sfollati nella zona.

CLIMA: AUSTRALIA PRENDE DISTANZE DA USA PER PRIMA VOLTA

Il governo conservatore australiano ha preso per la prima volta le distanze dalle pesanti pressioni esercitate dagli Stati uniti, per bloccare ogni azione internazionale volta a contenere le emissioni di gas serra ritenute responsabili del riscaldamento globale. Il ministro dell'Ambiente australiano Ian Campbell, di ritorno dalla Conferenza Onu sui mutamenti climatici di Buenos Aires, ha tenuto a puntualizzare delle differenze chiave con gli Usa dopo anni di posizione comune þ come i due unici Paesi sviluppati che si rifiutano di firmare il protocollo di Kyoto. E' stato il lobbying americano alla Conferenza, descritto come atroce dai gruppi ambientalisti australiani, a indurre Canberra a chiarire la sua posizione. Il ministro Campbell ha dichiarato che l'Australia non e' d'accordo con la posizione di Washington contro l'indicazione di obiettivi futuri sulle emissioni di gas serra, ne' con la sua asserzione che l'unica risposta alla necessita' di ridurre le emissioni stesse stia nella crescita economica e nella tecnologia. La differenza fra gli Usa e l'Australia e' che noi siamo disposti ad impegnarci in un nuovo accordo post Kyoto, purche'sia inclusivo, ha spiegato. Ma un nuovo accordo dovra' includere sia gli Stati uniti þ responsabili di quasi un quarto delle emissioni globali - sia i Paesi in via di sviluppo, che causeranno ancora sempre piu' inquinamento con la crescita delle loro economie. Se non lo faremo, il mondo sara' in grave pericolo, ha aggiunto.

AMBIENTE: UE, GREENPEACE SCARICA PESCI MORTI A BRUXELLES

Undicimila pesci e altri animali marini morti sono stati riversati stamattina da una cinquantina di attivisti di Greenpeace davanti all'edificio che ospita il Consiglio dei ministri dell'Ue a Bruxelles. La protesta dell'organizzazione ambientalista, segnala l'agenzia 'Belga', era indirizzata contro la carenza di riserve marine nell'Unione europea. Le riserve ittiche sono dovunque in declino, molti pesci rischiano l'estinzione. E' necessario che l'Unione europea avvii una politica integrata e legalmente vincolante per proteggere l'ambiente marino. Sono le richieste avanzate dal biologo marino tedesco Thilo Maack, rappresentante dei circa cinquanta attivisti di Greenpeace International che questa mattina hanno protestato davanti all'edificio che ospita il Consiglio dell'Ue. Tra gli animali morti riversati davanti al Justus Lipsius c'erano piattole, cozze, razze, polipi, e sogliole e rombi appena nati, tutti quanti frutto della cosiddetta 'cattura accidentale', e cioe' i residui della pesca invasiva e industriale che non vanno bene per essere mangiati e che quindi vengono subito buttati via. I manifestanti provenienti da sette paesi europei (Finlandia, Svezia, Danimarca, Olanda, Belgio, Spagna e Germania) chiedono la creazione di riserve marine europee dove siano vietate la pesca e le altre attivita' che danneggiano l'habitat marino, come le ricerche di gas naturale e petrolio o l'estrazione di sabbia e ghiaia. Attualmente in Europa non ce n'e' nessuna se si eccettuano la aree protette entro i 16 chilometri dalla costa ha ricordato Maack. Le richiesta avanzata al Consiglio dei ministri e' quindi di avviare, in linea con quanto proposto dalla Commissione europea, una strategia marina per l'Europa che ponga sotto il controllo di un unico commissariato, e cioe' quello dell'ambiente, tutta una serie di attivita' che attualmente sono gestite da piu' commissariati - il traffico marittimo dal commissario ai trasporti, la ricerche di risorse dal commissario all'energia e via dicendo.

ISTAT/ PARTE PROTESTA 'ISTATHON' E DOMANI SIT-IN A MONTECITORIO

I dipendenti dell'Istat in assemblea permanente faranno domani un sit-in di protesta davanti a Montecitorio. E dopo aver nuovamente occupato questa mattina la sala stampa dell'Istat, da dove bloccano la diffusione dei dati previsti per oggi, i dipendenti hanno lanciato un'iniziativa provocatoriamente battezzata "Istathon", per finanziare la ricerca con la beneficenza. E' almeno la quinta volta che quest'anno la diffusione dei comunicati dell'istituto viene impedita con queste singolari forme di protesta: "è l'unico modo che abbiamo per riuscire a far conoscere la situazione in cui siamo ridotti", dicono i lavoratori. E da gennaio, promettono i sindacalisti, i dati verranno bloccati fin dalla fonte. "Il governo taglia i fondi e blocca le assunzioni: non c'è problema - si legge su un volantino distribuito ai giornalisti - Istathon come Telethon: aiuta anche tu la ricerca statistica". Sul volantino si chiede la raccolta di "fondi di beneficenza per non far chiudere l'Istat. La maratona si chiuderà domani davanti al parlamento alle 11". "Dobbiamo far sapere ai cittadini in che condizioni siamo ridotti - hanno detto i manifestanti - ossia che siamo ridotti ad elemosinare".