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PALESTINA: ABU MAZEN PRESIDENTE CON IL 65%

All'indomani della vittoria elettorale, il nuovo presidente palestinese Abu Mazen - un fautore della linea pragmatica - ha ricevuto numerosi messaggi di rallegramento dall'estero e felicitazioni altrettanto significative da parte dei gruppi islamici palestinesi, che pure hanno boicottato il voto. Nelle prime dichiarazioni, Hamas e la Jihad islamica assicurano che coopereranno con lui. L'esito definitivo della votazioni doveva essere annunciato nella mattinata, ma e' slittato di alcune ore. Secondo la stampa odierna sembra confermato che egli abbia ricevuto almeno il 65 per cento dei voti: un'affermazione netta, che nessuno dei suoi rivali contesta. Da Gerusalemme giungono primi segnali positivi. Il quotidiano Yediot Ahronot prevede imminente un incontro fra Abu Mazen e il premier Ariel Sharon. Fra i primi israeliani a congratularsi con Abu Mazen vi e' stato il leader laburista Shimon Peres, con una telefonata. Oggi intanto il premier Ariel Sharon presentera' alla Knesset il suo nuovo governo che includera' oltre al Likud (40 seggi) anche i laburisti di Shimon Peres (19 seggi) e il partito ortodosso del Fronte della Torah (5 seggi). L'obiettivo principale del governo e' di iniziare entro quattro mesi il ritiro israeliano da Gaza e losgombero di migliaia di coloni. Ma oggi Sharon ha scoperto che la sua maggioranza di 64 deputati su un totale di 120 e' solo sulla carta: perche' stamane la destra radicale del Likud ha deciso di votare contro il nuovo governo, per impedire il ritiro. Nelle ore precedenti al voto Sharon dovra' quindi cercare di ottenere il sostegno della opposizione di sinistra.

IRAQ: SEMPRE PIU' IMPROBABILI LE ELEZIONI

Si sono dimessi tutti i 13 membri della commissione elettorale della provincia sunnita irachena di Al Anbar. Lo riferisce un quotidiano locale, spiegando che i membri della commissione sono stati minacciati dagli insorti e ora si nascondono. E' impossibile far svolgere le elezioni- ha dichiarato al quotidiano Saad Abdul Aziz Rawi, capo della commissione elettorale, aggiungendo che le autorità si illudono di poter tenere in questa provincia le elezioni del 30 gennaio. La provincia di Al Anbar racchiude alcune delle roccaforti degli insorti, come Falluja e Ramadi, e gli attacchi hanno reso difficile la registrazione degli elettori. Intanto un sabotaggio ha paralizzato la raffinazione del petrolio nel nord dell'Iraq, mentre procede con ritmi blandi il flusso delle esportazioni. Lo hanno reso noto oggi fonti del settore. Gli attacchi dei giorni scorsi a installazioni petrolifere, strade e condotte che riforniscono le centrali elettriche, hanno praticamente bloccato questo settore vitale per l'economia irachena. Il sistema e' virtualmente bloccato. Speriamo che basti una settimana per riportare in attivita' le raffinerie e un po' di piu' per il settore delle esportazioni, ha detto un funzionario che ha voluto conservare l'anonimato. Nel dopoguerra le installazioni petrolifere nel nord hanno diminuito la loro produzione a 700.000 barili per giorno, 500.000 dei quali vengono esportati attraverso un oleodotto che giunge al porto turco di Ceyhan. Il flusso attraverso questa linea e' rimasto bloccato dal 18 dicembre in seguito ad un sabotaggio. Resta invece normale l'esportazione attraverso i terminali nel sud del paese, anche se il maltempo potrebbe rallentare le operazioni di carico sulle navi. Le autorità irachene hanno arrestato oggi 147 sospetti, tra cui un cittadino saudita, in una serie di operazioni svoltesi in tutto il Paese. Lo hanno riferito fonti dell'esecutivo di Baghdad con un comunicato. Nella nota del governo il cittadino saudita è identificato come Abdullah Hussein Ali, e si spiega che è stato catturato insieme a tre iracheni a Mosul, nel nord dell'Iraq. L'uomo è stato trovato in possesso di "volantini che incitano al terrorismo". L'esercito iracheno, si riferisce nel comunicato, ha fatto irruzione nella moschea Sumar di Mosul, dove ha arrestato cinque sospetti; altri 27 sono stati presi in consegna a Mashtal, nella periferia di Baghdad. Quest'ultimi erano in possesso d'armi. Nella zona di Qaraghol e Sayed Abdullah sono state arrestate 32 persone, mentre a nord sono stati catturati altri 79 sospetti. Il ministro iracheno per i Diritti Umani, Bakhtiyar Amine, ha detto il mese scorso che 335 stranieri sono attualmente detenuti nelle carceri irachene. La maggioranza di essi provengono da Paesi arabi: tra essi 56 dalla Siria, 59 dall'Arabia Saudita e 61 dall'Egitto.

TORTURE AD ABU GHRAIB: PROCESSO A UN MILITARE

Charles Graner, uno dei principali protagonisti dello scandalo degli abusi americani sui detenuti iracheni ad Abu Ghraib, si presenterà davanti alla corte marziale statunitense per le dichiarazioni preliminari. Graner, 36 anni, è accusato di cospirazione a fine di maltrattamento di prigionieri iracheni, aggressione, abbandono dell'equipaggiamento, atti indecenti. La giuria chiamata a decidere sulla colpevolezza o meno dell'imputato è formata da 4 ufficiali dell'esercito americano e sei militari anziani. La sentenza dovrebbe essere pronunciata tra circa una settimana. A testimoniare contro l'imputato sono stati chiamati anche alcuni membri della 372esima Compagnia della Polizia Militare che hanno patteggiato la pena. Se giudicato colpevole, Graner potrebbe essere condannato a una pena di 17 anni e mezzo, da scontare in un carcere militare. Alla vigilia del processo, Graner ha detto di avere ancora "un atteggiamento positivo" e di riuscire a "sorridere". L'esercito americano ha smentito oggi di essere responsabile di un 'incidente' loro attribuito ieri da fonti ufficiali irachene e avvenuto a sud di Baghdad in cui sono morti cinque iracheni: due civili, due poliziotti, e una quinta persona deceduta per attacco di cuore. Il ministero dell'interno iracheno aveva parlato ieri di un errore di alcuni soldati americani che era costato la vita a due poliziotti e tre civili a Yusufiya, a sud di Baghdad. L'incidente - questa la versione irachena di ieri - si e' verificato quando una bomba e' esplosa al passaggio di un convoglio militare americano, senza fare vittime, e le truppe che lo scortavano hanno reagito aprendo il fuoco, ma verso il bersaglio sbagliato. Cosi', secondo fonti irachene, quattro persone, tra cui due agenti di polizia, sono rimaste uccise, mentre una quinta e' morta per attacco cardiaco.

GRAN GRETAGNA: ALTRE TRUPPE IN IRAK

Il segretario della Difesa britannico, Geoff Hoon, annuncera' nelle prossime ore alla Camera dei Comuni l'invio in Iraq di altri 650 militari in vista delle elezioni del 30 di questo mese. Saranno unita' del primo battaglione basati a Cipro a essere inviati nella zona di Bassora, ma anche, su eventuale richiesta americana, a Baghdad o in altre citta' sunnite del nord a maggior rischio.

BOLIVIA: LA PROTESTA POPOLARE SI MANIFESTA (corrisp. Indy)

CHILE: LIBERTÀ PROVVISORIA PER PINOCHET Pagando una cauzione di 2 milioni di pesos cileni (pari a circa 2.680 euro), l’ex-dittatore Augusto Pinochet Ugarte (1973-1990) ha ottenuto dal giudice Juan Guzmán Tapia, dopo consulta con la Corte d’Appello di Santiago, la libertà provvisoria. L’ex-generale potrà così già da oggi lasciare la sua residenza di campagna di Los Boldos, nella provincia di San Antonio, a circa 100 chilometri da Santiago, nella quale era confinato dalla settimana scorsa. Nei prossimi giorni la Corte d’Appello dovrà pronunciarsi anche sulla richiesta d’archiviazione del rinvio a giudizio di Pinochet, viste le presunte cattive condizioni di salute dell’ex-golpista, oggi ottantanovenne. Pinochet è stato rinviato a giudizio e costretto al regime degli arresti domiciliari in quanto incriminato per la scomparsa di una persona e per il rapimento aggravato di altre nove nell’ambito della ‘Operación Condor’, l’operazione ideata e attuata dalle dittature sudamericane per perseguitare ed eliminare gli oppositori politici negli anni Settanta e Ottanta.[

Russia: pensionati bloccano a Mosca strada verso aeroporto

Alcune centinaia di pensionati hanno bloccato oggi per due ore la strada che dal centro di Mosca porta all'aeroporto internazionale di Sheremietevo. Lo hanno fatto per protestare contro una riforma, scattata il 1 gennaio, che ha monetizzato una serie di benefici in natura incominciando dall'accesso gratuito ai trasporti pubblici e ad una vasta gamma di farmaci. La circolazione sulla Leningradskoye Sciossé all'altezza del quartiere di Kimki è rimasta interrotta per due ore, fino a quando reparti speciali della polizia (Omon) non sono intervenuti con energia e hanno tolto i pensionati dalla strada. Secondo la radio Echo Moskvì due pensionati sono rimasti feriti durante il rude intervento degli Omon e sono stati ricoverati in ospedale. Proteste analoghe sono avvenute oggi a Samara e nel Tatarstan, dove i pensionati scesi in piazza sono stati circa cinquemila. La controversa riforma è stata voluta dal presidente Vladimir Putin nel quadro degli sforzi per il risanamento del bilancio pubblico. I pensionati sono da mesi sul piede di guerra, in particolare nelle grandi città: a loro giudizio gli indennizzi in denaro previsti compensano soltanto in parte i benefici in natura aboliti che erano stati elargiti a vario titolo a disparate categorie dal defunto stato sovietico. Secondo il professor DR. Juri Antrushin Presidente di Eurag-Mosca in Russia su un totale di 145 milioni di abitanti 48 milioni sono pensionati. La durata media della vita è di 57 anni per gli uomini e di 72 anni per le donne: in un prossimo futuro la Russia diventerà così il “paese delle vedove”. A causare questa brevità della durata della vita in Russia sono soprattutto la difficile situazione materiale, la cattiva alimentazione, il modo di vivere, i danni dell’ambiente, ecc.(...) I dati statistici ci dicono che 36 milioni di russi vivono sotto la soglia della povertà. Il divario fra ricchi e poveri è eclatante. Nella Russia di oggi si trova circa il 5% di persone molto ricche e il 30% di persone poverissime, dove spesso i ricchi sono cento volte più ricchi dei poveri. I pensionati appartengono alle fasce più povere della popolazione. La pensione media è di 1380 rubli al mese (40 €), la pensione minima è solo di 770 rubli (22 €), mentre il minimo esistenziale si aggira sui 2000 rubli (58 €). La pensione di vecchiaia non è sufficiente per condurre una vita dignitosa. Sono tanti i pensionati che non possono comprare ogni giorno pane e latte e devono vendere giornali e sigarette per la strada per guadagnare qualcosa. Nel febbraio 2003 c’è stato un aumento di 30 rubli delle pensioni, in aprile di altri 100 rubli. Ma dal gennaio al giugno di quest’anno i generi alimentari sono rincarati del 7%. La legge sulle pensioni permette ai pensionati di continuare a lavorare ricevendo la pensione e il salario per intero, ma a quarant’anni si è considerati già vecchi e a cinquant’anni le probabilità di entrare nel mercato del lavoro sono pari a zero. Se nelle città principali il ritardo dei pagamenti si limita a pochi giorni, disastrosa è la condizione di talune province in cui dal 1991 i pensionati non ricevono banconote ufficiali, ma hanno una contropartita in chilogrammi di sale. Le proteste dei pensionati di quelle aree non hanno una voce politica rappresentativa dei loro interessi."

MILANO: DEVASTATO DA UN ATTENTATO IL CSOA ORSO

La notte scorsa sconosciuti sono entrati nell'O.R.So. scavalcando il portone e tagliando il filo spinato, poi con tutta calma hanno appiccato il fuoco al bancone del bar e al magazzino. I danni sembrano ingenti seppur solo alle strutture mobili e ai materiali in magazzino. Le compagne e i compagni dell'Orso sospettano sia opera di frange dell' estrema destra milanese. L'incendio dell'Officina di Resistenza Sociale di via Gola è l'ultima di una lunga serie di aggressioni che hanno segnato il territorio negli ultimi sei mesi. Non ci convince minimamente la tesi del fatto accidentale che viene in queste ore accreditata, anzi, sconcerta la superficialità di interventi e sopralluoghi. Dagli accoltellamenti di agosto in Conchetta all'incendio del Paci Paciana, passando per molti episodi che solo lo scarso interesse suscitato negli organi di informazione definisce minori, si evidenzia una continuità che è anche metodo: intimidazione e tentativo di rendere inagibili le sedi dell'attività politica e territoriale. Uno stillicidio che si nutre della sostanziale impunità di cui sembrano godere gli artefici, della totale disattenzione della magistratura, del fastidio di media troppo occupati a rilanciare gli incitamenti di questo o quell'esponente di An o della Lega. Troppa frequenza e puntualità per non pensare ad un disegno che segue le forme di riorganizzazione fasciste e radicali nell'intera Lombardia. (Centro Sociale Leoncavallo)

MAREMOTO IN ASIA: AGGIORNAMENTO SU MORTI E DISPERSI I cittadini italiani dispersi a seguito del maremoto del 26 dicembre sono 268, di cui 246 in Thailandia e 22 in Sri Lanka. Lo rende noto un comunicato congiunto del ministero degli esteri e del ministero dell'interno. Nel comunicato si precisa che le ricerche e le verifiche riguardanti i nostri connazionali proseguono in tutti i paesi colpiti dal sisma. Sono 42 i milioni di euro raccolti per l'aiuto alle popolazioni del Sud-Est asiatico colpite dal maremoto del 26 dicembre raccolti dai gestori di telefonia mobile e fissa, dal 'Corriere della Sera', Rai e Mediaset. Lo ha detto oggi Emma Bonino, al termine della prima riunione del comitato dei garanti che dovra' supervisionare la gestione dei fondi, affidata alla Protezione civile. Il comitato si rivedra' giovedi' prossimo quando la Protezione civile presentera' i primi progetti di intervento. L'intervento italiano per la ricostruzione dopo il maremoto si concentrera' in Sri Lanka, in due aree dove l'Italia e' gia' presente: Hunawatuna e Trincomalee. I settori d'intervento: sanitario, scolastico e produttivo, per rilanciare l'economia. Sono 35 mila gli orfani in Indonesia e 15 mila nello Sri Lanka, secondo le stime dell'Unicef. In Indonesia - ha proseguito il direttore del comitato italiano per l'Unicef - sono gia' operanti 3-4 centri di accoglienza e, dalle notizie che abbiamo avuto entro una settimana dovrebbero essere una ventina. C'e' gia' una metodologia che e' stata adottata per il ricongiungimento familiare in Ruanda, nel 94-95, che sara' adottata anche nel sud-est asiatico. In quest'opera sono in prima fila la Croce rossa, l'Unicef e l'associazione Save the children. Aiuti allo Sri Lanka: corrisp. del JVP in Italia

IMMIGRATI: A LAMPEDUSA, SBARCATI 212 NORDAFRICANI

In 212 sono arrivati a Lampedusa all'alba di questa mattina. Sono nordafricani e viaggiavano su un barcone in legno intercettato a 10 miglia dalla costa dalla Guardia costiera. Secondo quanto riferisce la Capitaneria nel gruppo di migranti ci sono anche due donne e 13 minorenni. Quello di oggi e' il secondo sbarco in 24 ore nell'agrigentino, ieri in 50 erano arrivati a Palma di Montechiaro.