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In mattinata poi squadre di agenti hanno circondato una moschea nell'est della capitale, dove si stava svolgendo la preghiera del venerdì. Successivamente, dopo aver fatto allontanare la gente, si e' capito che si trattava di un falso allarme bomba. La nuova movimentata mattinata londinese è cominciata alla stazione di Stockwell, nel sud di Londra, non lontano da Oval, la stazione colpita ieri. "Eravamo sulla metro - ha raccontato una testimone, Briony Coetsee, 23 anni - quando qualcuno ha gridato, 'uscite fuori, uscite fuori'. E poi abbiamo sentito spari. Qualcuno in borghese, credo un poliziotto in abiti civili, aveva estratto la pistola e aveva iniziato a sparare, mentre ci diceva di uscire". Non era uno dei terroristi di ieri l'uomo ucciso stamane dalla polizia in una stazione della metropolitana di Londra: lo riferisce stasera la Sky Television, riprendendo fonti dei servizi di sicurezza.

LONDRA: TESTIMONE, GLI HANNO SPARATO A TERRA, ERA IMPAURITO LONDRA, 22 LUG - Mark Whitby, un testimone della sparatoria a Stockwell ha dato una drammatica testimonianza alla Bbc: "Ero seduto sul treno. Ho sentito un gran rumore, gente che diceva, buttatevi giù. Ho visto questo tizio dall'aria asiatica. E' corso sul treno, c'erano tre agenti in borghese che lo inseguivano, uno aveva in mano una pistola nera". "Ha inciampato...loro l'hanno spinto a terra e praticamente gli hanno scaricato addosso cinque colpi". "Quando è salito sul treno l'ho guardato in faccia, guardava a destra e sinistra, sembrava un coniglio intrappolato all'angolo o una volpe in trappola. Era totalmente pietrificato e poi è inciampato, ma lo inseguivano, erano al massimo a un metro da lui. Lo hanno spinto in terra, il poliziotto più vicino a me aveva la pistola in mano. Gliel'ha puntata contro, e gli ha sparato addosso cinque colpi". "Aveva un cappello da baseball e un cappotto abbastanza pesante, un tipo di cappotto che porteresti in inverno, imbottito. Poteva aver qualcosa nascosto sotto, non lo so. Ma sembrava fuori luogo con il tempo di questi giorni, caldo e umido". "Era abbastanza grosso, un tipo un po' cicciottello. Non ho visto alcuna arma, non gli ho visto nulla in mano. Per essere onesto non ho visto neanche una borsa". Articolo che prendiamo da indimedia newswire.

Bagdad, attacchi alla polizia uccisi 7 poliziotti e quattro civili

BAGDAD - Undici persone, sette dei quali poliziotti, sono stati uccisi questa mattina in una serie di attacchi in un quartiere nella parte ovest di Bagdad.

Nel primo attentato un commando di assalitori su un auto in corsa ha aperto il fuoco contro una vettura delle forze dell'ordine, di pattuglia nel quartiere occidentale di al-Baladayat. Sono morti due poliziotti e un terzo è gravemente ferito. Una mezz'ora dopo due passanti e un agente di polizia sono stati trucidati nello stesso quartiere.

Poche ore più tardi, nel centro della capitale irachena, due membri del commando di polizia, vestiti in abiti civili, sono stati freddati dentro la loro auto colpiti da una raffica di fuoco. La stessa sorte è toccata poco dopo a due agenti che facevano un posto di blocco: sono stati uccisi da colpi d'arma da fuoco sparati da un'auto in corsa.

Nella mattinata a Latifiya, a una quarantina di chilometri a sud di Bagdad, una bomba ha ucciso due civili e ne ha ferito gravemente tre.

Ieri, un diplomatico algerino era stato rapito a Bagdad insieme al suo assistente.

la continuazione della "missione" è stata approvata ieri alla camera. Non sono stati mai chiariti i costi della missione. Fino ad ora ci è costata alemno 1 mld e 200 mld di euro... Articolo che prendiamo da indimedia newswire.

L’11 Luglio il Tribunale di Lecce (pubblico ministero Carolina Elia) ha chiesto la condanna di don Cesare Lodeserto, dei carabinieri e degli operatori imputati nel processo. Gli imputati rispondono a vario titolo dei reati di maltrattamento, percosse, abuso dei mezzi di correzione ai danni di alcuni immigrati che nella notte tra il 20 e il 21 novembre 2002 tentarono la fuga dal centro di permanenza temporanea Regina Pacis di San Foca. Per don Cesare Lodeserto il pubblico ministero ha chiesto un anno e 2 mesi di reclusione, stessa richiesta per il nipote del prelato Giuseppe Lodeserto, detto Luca, per gli operatori immigrati Paulin Dukai e Natalia Vieru, compagna di Luca. La Pm ha inoltre chiesto 8 mesi di reclusione per tre collaboratori di don Cesare, immigrati che prestavano servizio presso il Cpt. Per i carabinieri Francesco D’Ambrosio e Vito Ottomano invece è stata reclamata una pena maggiore, di un anno e otto mesi di reclusione per le aggravanti che derivano dalla legge Mancino del 1976 per chi agisce con finalità di discriminazione razziale e religiosa. Per don Cesare la Elia ha chiesto inoltre una seconda condanna a un anno e sei mesi di reclusione per aver concorso alla redazione dei falsi certificati medici che dovevano provare che le lesioni degli immigrati erano la conseguenza della caduta dall’alto e quindi della fuga e non delle percosse subite. Un anno e sei mesi anche per i due medici che avrebbero materialmente redatto i certificati falsi, Anna Catia Cazzato e Giovanni Ruberti e per Luca Lodeserto, reputato complice. In tutto quindi per Lodeserto sarebbero due anni e otto mesi di reclusione se la giudice Annalisa De Benedictis accogliesse le richieste del pubblico ministero. Dopo il pm, ha tenuto la sua requisitoria Maurizio Scardia difensore di tre degli undici magrebini, parte lesa del processo. Scardia ha chiesto il riconoscimento del reato penale per i carabinieri colpevoli dei maltrattamenti a carico dei suoi assistiti, più il pagamento di oltre 51mila euro per i danni fisici e morali subiti. Oggi la giudice Annalisa De Benedictis ha emesso la sentenza.


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Londra: ucciso sospetto attentatore

La televisione Sky, parlando dal quartier generale di Scotland Yard, ha detto che la polizia ha ucciso il presunto attentatore suicida. L'uomo sarebbe stato colpito alla testa mentre stava per farsi esplodere. La polizia, ha detto l'emittente, ha l'ordine di "sparare per uccidere" di fronte a potenziali kamikaze.

La stazione di Stockwell dove è stato ucciso l'uomo è stata evacuata. Due linee della metropolitana sono state sospese, affermano testimoni oculari.

Secondo una testimone a Stockwell, il presunto terrorista é stato colpito da un agente in borghese. Briony Coetsee, 23 anni, ha dichiarato: "Eravamo sulla metro quando qualcuno ha gridato, "uscite fuori, uscite fuori". E poi abbiamo sentito spari. Qualcuno in borghese, credo un poliziotto in abiti civili, aveva estratto la pistola e aveva iniziato a sparare, mentre ci diceva di uscire".

POLIZIA ARMATA CIRCONDA MOSCHEA Polizia armata ha circondato una moschea nella parte est di Londra, hanno detto testimoni alla Bbc Radio. Mentre circondava il luogo di culto islamico, la polizia ha detto agli abitanti di restare in casa, ha aggiunto un testimone.

VICTORIA E HAMMERSMITH-CITY LINE SOSPESE TOTALMENTE Alcune linee della metropolitana di Londra sono state sospese totalmente, la Hammermith and City Line e la Victoria line. La Northern Line è invece stata chiusa solo per alcune fermate. La stazione di Stockwell è molto vicino a quella di Oval, dove ieri è scoppiata una della quattro bombe. Nelle strade adiacenti alla stazione si stanno formando degli ingorghi, secondo quando mostra la telecamera fissa della Bbc.

La polizia londinese sta dando la caccia ai quattro presunti aspiranti kamikaze che ieri hanno colpito nuovamente il sistema dei trasporti pubblici della capitale britannica provocando caos e terrore ma un solo ferito. Secondo Skynews, Scotland Yard è già in possesso, grazie alle immagini riprese dalle telecamere del sistema di trasporti londinese, di una foto molto chiara di uno degli attentatori. L'emittente televisiva ha spiegato di non sapere se si tratta di un attentatore che ha operato sulla metropolitana o sull'autobus. Tuttavia -secondo Skynews - la polizia appare molto fiduciosa sugli sviluppi delle indagini.

Il sito web dell'emittente SkyNews riferisce che la caccia all'uomo è scattata dopo il ritrovamento dei quattro ordigni solo parzialmente esplosi (pare che la deflagraziomne abbia interessato il solo detonatore).

NOTIZIE BREVI

ESTERI

PYONGYANG CHIEDE A USA FIRMA TRATTATO DI PACE PER RISOLVERE CRISI NUCLEARE

La Corea del Nord ha sollecitato gli Stati Uniti a firmare un trattato di pace per sostituire l’armistizio siglato alla fine della guerra inter-coreana (1950-53), allo scopo di “mettere fine alla politica ostile degli Usa nei confronti di Pyongyang da cui è scaturita la crisi nucleare”: lo ha detto all’agenzia ufficiale Kcna un portavoce del ministero degli Esteri nordcoreano, a pochi giorni da un incontro internazionale previsto martedì prossimo a Pechino per cercare di risolvere la crisi scoppiata nell’ottobre 2002 quando il Paese asiatico ammise di essere in possesso di un programma nucleare segreto. “Sostituire il meccanismo del cessate-il-fuoco con un meccanismo di pace nella penisola coreana – si legge nel documento diffuso dal dicastero – contribuirebbe a mettere fine alla politica ostile statunitense (…) e automaticamente provocherebbe la denuclearizzazione” della regione. Il conflitto tra le due Coree terminò nel 1953 con un armistizio, ma non è mai stato firmato un trattato ufficiale di pace, perciò i due Stati sono ancora tecnicamente in guerra. Per quasi mezzo secolo tra le due Coree c’è stato un profondo ‘gelo’, interrotto nel 2000 grazie alla ‘politica di riavvicinamento’ voluta dall’allora presidente sudcoreano Kim Dae Jung, e poi tornato di nuovo difficoltoso dopo l’insorgenza del problema legato alle centrali atomiche.

DOPO SEI ANNI, INIZIATO PROCESSO PER GLI ‘SCOMPARSI DEL BEACH’

La giustizia congolese è alla prova dei fatti e affronta una responsabilità storica; deve giudicare personalità di rilievo dell’attuale classe dirigente per fatti gravi, che furono commessi necessariamente attraverso una scala di comando”: lo hanno scritto in un comunicato congiunto l’organizzazione non governativa (ong) congolese ‘Rencontre pour la paix et les droits de l’homme’ e la ‘Commissione Giustizia e Pace’ della chiesa congolese alla vigilia del processo per il caso degli ‘scomparsi del Beach’ (il porto fluviale di Brazzaville), aperto ieri nella capitale. Dopo 6 anni di attesa, sono 16 le persone chiamate sul banco degli imputati per rispondere di “genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra, violenza sessuale e omicidio” nella vicenda dei ‘Disparus du Beach’: tra gli accusati figurano il generale Norbert Dabira, ispettore generale delle forze armate e della gendarmeria, il generale Blaise Adoua, capo della Guardia repubblicana, il colonnello dell’esercito Guy Pierre Garcia e il suo collega Marcel Ntsouroui. I fatti risalgono al maggio 1999, quando, dopo la firma dell’accordo di pace che avrebbe dovuto mettere fine alla guerra civile in Congo, centinaia di rifugiati e simpatizzanti delle fazioni nemiche del presidente Denis Sassou-Nguesso riparate nel confinante ex-Zaire fecero ritorno in patria. Tra loro, 353 furono arrestati e uccisi dai militari, secondo le testimonianze dei familiari, suffragate da denunce raccolte dalla Federazione internazionale dei diritti umani

BURUNDI ANCORA DUEMILA I PROFUGHI RUANDESI NEL PAESE

Sono oltre 2.000 i richiedenti asilo ruandesi che ancora vivono nelle province settentrionali del Burundi, nonostante le operazioni di rimpatrio avviate il 13 giugno scorso per volontà delle autorità di Bujumbura e Kigali. La stima, elaborata su cifre fornite da autorità locali, Croce Rossa e rappresentanti dei profughi, è stata resa nota da Catherine-Lune Grayson, portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Acnur) nella capitale burundese, secondo la quale “richiedenti asilo continuano ad arrivare dal Rwanda mentre altri che già sono in Burundi non sono mai ripartiti”. Il governo di Bujumbura ha però smentito questa cifra, affermando che ci sarebbero solo “200 famiglie ruandesi ancora presenti alla frontiera tra Burundi e Ruanda”. I profughi sostengono di essere stati costretti a lasciare il Paese per “intimidazioni, discriminazioni e persecuzioni” e in particolare per evitare il giudizio dei tribunali popolari ‘Gacaca’ che affiancano la magistratura ordinaria nei processi per il genocidio del 1994 in Ruanda. Si stima che nei mesi scorsi circa 8.000 ruandesi abbiano cercato rifugio in Burundi, buona parte di questi sono stati rimpatriati a forza suscitando la protesta dell’Acnur e di altri organismi umanitari, mentre altri profughi – circa 1.200 nel solo maggio – sono fuggiti in Uganda.

LO YUAN SI ‘SGANCIA’ DAL DOLLARO

Lo yuan o ‘renmimbi’ (letteralmente: moneta del popolo), la valuta della Repubblica popolare cinese, è stato ‘sganciato’ dal decennale sistema di cambio fisso con il dollaro e ‘agganciato’ a un paniere di valute straniere tra cui l’euro, “con l’obiettivo di stabilire e rafforzare il sistema economico di mercato socialista in Cina”: lo ha riferito ieri un comunicato della Banca centrale di Pechino, specificando che lo yuan è stato rivalutato del 2,1%. In base alla nuova decisione, la valuta cinese potrà oscillare rispetto al dollaro di 0,3 punti al rialzo o al ribasso e contemporaneamente si confronterà con un paniere di valute straniere la cui media ponderata sarà comunicata di giorno in giorno; questa fascia di oscillazione sarà costantemente monitorata dalla Banca centrale. Immediate e numerose le reazioni della finanza internazionale, che ha parlato di “svolta” e di “un passo verso una maggiore flessibilità”.

ITALIA

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

IRAQ: BAGHDAD, 5 MORTI PER 2 SPARATORIE DA AUTO IN CORSA

Almeno cinque persone, tra cui tre poliziotti iracheni, sono rimaste uccise in seguito a due attacchi a colpi di armi automatiche compiuti in mattinata a Baghdad, in entrambi i casi da bordo di auto in corsa. Lo hanno ruferito fonti degli inquirenti. Dapprima un commando di assalitori ha aperto il fuoco contro una vettura delle forze dell'ordine, di pattuglia nel quartiere occidentale di al-Baladayat: due agenti sono morti, un terzo e' rimasto gravemente ferito. Mezz'ora piu' tardi, nella stessa zona, un altro poliziotto e' stato assassinato mentre era sul suo veicolo; nella sparatoria hanno perso la vita anche due passanti.

Iraq, 25mila civili morti, rapporto

N.Corea vuole trattato pace con Usa

La Corea del Nord vuole firmare un trattato di pace sul nucleare con gli Usa in sostituzione dell'armistizio firmato nel 1953. Lo ha reso noto un'agenzia di stampa nordcoreana. 'La costruzione di un meccanismo di pace e' un processo al quale la Corea del Nord e gli Stati Uniti dovrebbero senz'altro pervenire per raggiungere lo scopo finale della denuclearizzazione della penisola coreana', ha dichiarato un portavoce del ministero nordcoreano degli affari esteri.

ITALIA

Torino: nelle circoscrizioni sì al voto agli immigrati

Prima metropoli in Italia, Torino concede il voto agli immigrati regolari da almeno sei anni, per le elezioni circoscrizionali, con il sì dell'Udc. La decisione scatena la reazione del ministro Calderoli: "La decisione sarà invalidata dal consiglio dei ministri. Appare evidente invece che, forse, in vista dell'ipotesi di far votare gli extracomunitari alle cosiddette primarie del centrosinistra, sia iniziata una campagna elettorale per raccogliere i consensi a sostegno di Prodi".

Il consiglio comunale della città ha approvato la delibera con 34 voti a favore (quelli dei partiti di maggioranza del centrosinistra, Ds, Margherita, Comunisti Italiani, Verdi e Udeur, più Rifondazione e Udc), undici i contrari (Forza Italia, An e Rinnovamento Leghista). La votazione richiedeva la maggioranza qualificata.

Il sindaco Chiamparino ha parlato di passo importante e scelta che può favorire l'integrazione. Il provvedimento dovrebbe riguardare almeno diciassettemila stranieri. Ma non piace alla Lega. Calderoli lo definisce "in contrasto con la Costituzione". Controreplica di Chiamparino, che definisce le sue dichiarazioni "stupefacenti".

PALERMO, PARROCO LASCIA TONACA PER PARROCCHIANA 26ENNE

La comunità è divisa in due: fedeli comprensivi che pensano "meglio un buon marito che un cattivo sacerdote", da un lato; parrocchiani delusi dall'altro. Anche la Chiesa mostra più facce: quella comprensiva di padre Ruben Andres Malconado, che ha portato avanti la parrocchia insieme a don Massimiliano ed a suo fratello Tonino. "Non facciamo legna dell'albero caduto - dice - Massimiliano era sereno, ha fatto la sua scelta".

Quella imbarazzata del vescovo ausiliare Salvatore Di Cristina, ora responsabile della parrocchia. Secondo il prelato "lo Zen è un quartiere con molti problemi e una cosa del genere non ci voleva". E infine quella cauta ma fiduciosa di padre Domenico Gallizzi, il predecessore di Don Massimiliano, divenuto ormai un'istituzione per tutto il quartiere. Per quasi trent'anni è stato lui a combattere le lotte per la riqualificazione del rione, a guidare la marcia verso il Palazzo di Città alla testa di un esercito di diseredati che chiedevano fogne ed illuminazione. Della vicenda personale del giovane parroco, però, padre Gallizzi non vuol parlare. "Si allontaneranno dalla Chiesa coloro che guardano soltanto agli uomini, chi cerca altro non si farà condizionare", dice a chi gli chiede quali effetti avrà sulla gente la scelta del suo successore. "Certo - aggiunge - episodi simili non hanno mai riflessi positivi ma il bene seminato in tanti anni è più forte di tutto".

Della love story "proibita" si ignorano i particolari, ma tutti sanno che i due le hanno provate tutte pur di non farsi travolgere dalla passione: lei ha lasciato Palermo e ha provato a farsi suora. Ma a vincere è stato il sentimento. Una vicenda che ricorda un'altra clamorosa fuga d'amore: quella di Don Gregorio Porcaro, già vice di Don Pino Puglisi, il prete di Brancaccio assassinato dalla mafia, poi nominato parroco dell'Acquasanta, un altro quartiere "a rischio" di Palermo. Anche lui lasciò l'abito talare per una vecchia amica che ha poi sposato e dalla quale ha avuto due figli.

"La rabbia, la delusione dei parrocchiani sono sensazioni normali, naturali, quasi inevitabili. Ti considerano un punto di riferimento, in certi quartieri ancor più che in altri, e poi ti vedono interrompere un percorso che li ha coinvolti e si sentono traditi. Direi che la reazione della gente è tanto più forte quanto più stretti sono stati i rapporti che sei riuscito a creare con le persone", dice Porcaro commentando la storia di don Massimiliano. "Gli sono molto vicino - aggiunge - So che è stato un ottimo sacerdote. Quella che sta vivendo è un' esperienza dura e spero che la Chiesa, a differenza di quanto è accaduto a me, non lo lasci solo facendolo restare nella comunità e dandogli, ad esempio, la possibilità di insegnare religione nelle scuole".

Il vero problema, secondo l'ex sacerdote, è il celibato dei preti: "la Chiesa - spiega - considera immorale tutto ciò che é contro natura. Ora cosa c'é di più innaturale di impedire ad un uomo di amare una donna?" "Mi rendo conto - conclude - che non ci sono ancora le condizioni per affrontare seriamente simili argomenti ma è l'allontanamento forzato dalla comunità del sacerdote che lascia il vero strappo nella gente".


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gror050722 (last edited 2008-06-26 09:52:21 by anonymous)