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buon di a tutt* iniziamo una nuova giornata e un nuovo gr :)danielina

ore 11.15 ci sono anche io, massimo

GR ore 19.30

Sommario

Dal mondo

Paesi Baschi: Continuano le contestazioni alla decisione del giudice Garzon di proibire tutte le manifestazioni in sostegno a Batasuna, sabato manifestazioni a bilbao e in molte città europee.

Palestina: Sharon respinge il piano di pace dell'UE mentre alla seconda udienza del processo Marwan Barghouti dichiara di non riconoscere la legittimità del tribunale israeliano

Lega Araba contro Bush: I 22 membri della Lega Araba hanno proclamato oggi al Cairo la loro opposizione ad un aggressione contro l'Irak.

Colombia:Il presidente Colombiano Alvaro Uribe dovrebbe non accettare, per un periodo di 7 anni, la giurisdizione del Tribunale Penale Internazionale (TPI) sui crimini di guerra.

Inghilterra: Amnesty International accusa la Gran Bretagna di avere violato i diritti fondamentali delle numerose persone incarcerate per terrorismo nell'inchiesta seguita agli attentati dell'11 settembre.

SRI LANKA: GOVERNO LEGALIZZA TIGRI TAMIL IN VISTA DEI COLLOQUI DI PACE

Italia


PALESTINA: A GAZA, CARRO ARMATO ISRAELIANO SALTA SU MINA MORTI E FERITI

Un carro armato israeliano è saltato in aria questa mattina su una carica esplosiva collocata nei pressi del valico di Kissufim, tra Gaza e Israele. Fonti giornalistiche hanno riferito che un soldato sarebbe morto ed altri due sono in gravi condizioni, mentre un quarto è ferito in modo non grave. L’attentato è stato subito rivendicato dai Comitati di resistenza popolare, organizzazione che raccoglie vari gruppi armati palestinesi. Sempre nella striscia di Gaza, nei pressi dell’insediamento ebraico di Alei Sinai, miliziani palestinesi hanno aperto il fuoco questa mattina contro una pattuglia israeliana: un ufficiale dell’esercito di Israele è morto dopo essere stato trasferito in elicottero all’ospedale. Anche uno dei palestinesi è deceduto, mentre un secondo soldato israeliano è rimasto ferito. Il perenne stato di tensione tra israeliani e palestinesi era tornato a salire già durante la notte, quando un commando palestinese aveva tentato di introdurre nel nord di Israele automezzi imbottiti di 600 chilogrammi di esplosivo. I due veicoli sospetti sono stati fermati ad est di Binyamina, circa 60 chilometri a nord di Tel Aviv. Gli occupanti sono riusciti a fuggire a bordo di una delle vetture, abbandonando l’altro camioncino carico di esplosivo. In seguito gli artificieri hanno fatto esplodere la carica. Sempre durante la notte a Nablus, in Cisgiordania, l’esercito israeliano ha arrestato quattro palestinesi ricercati, due dei quali ritenuti attivisti di Hamas intenzionati a progettare un attentato suicida in Israele in occasione del Capodanno ebraico.

SRI LANKA: GOVERNO LEGALIZZA TIGRI TAMIL IN VISTA DEI COLLOQUI DI PACE

L'Esercito di liberazione delle Tigri Tamil (Ltte) non è più al bando in Sri Lanka. Il movimento separatista che da decenni è protagonista di una sanguinosissima guerra per l'indipendenza del nord del Paese, abitato dalla minoranza etnica Tamil, ha ottenuto la legalizzazione ieri dal governo di Colombo. Il provvedimento, largamente annunciato ma comunque storico, è propedeutico allo svolgimento dei primi negoziati ufficiali di pace, che avranno inizio il prossimo 16 settembre in Thailandia, con la mediazione della diplomazia norvegese. Il capo di Stato dello Sri Lanka, Chandrika Kumaratunga, non ha mai nascosto la propria opposizione a queste aperture di credito nei confronti dei ribelli. Per tale motivo non ha preso parte alla riunione dell'esecutivo che ha sancito il rientro nella legalità dello Ltte.

Colombia: Uccisi 4 civili di una ong

Quattro esponenti di una organizzazione non governativa che opera in difesa delle donne indigene profughe sono stati uccisi oggi nel dipartimento colombiano di Norte de Santander, al confine con il Venezuela. Gloria Marin Maya, direttrice dell'Associazione delle donne contadine di Villa del Rosario, e tre suoi compagni stavano viaggiando in auto quando sono stati bloccati da uomini armati che, dopo averli fatti scendere, li hanno fucilati. Al moento nessuno ha rivendicato l'attentato. La strage è avvenuta proprio nel giorno in cui l'Organizzazione per la difesa dei diritti umani e dei profughi (Codhes), ha denunciato che, dal 1985 ad oggi, il conflitto armato ha costretto almeno 2.700.000 colombiani ad abbandonare le proprie case. "I dati riguardanti i profughi di guerra - ha rilevato Jorge Rojas, direttore dell'ong - ci mettono sullo stesso piano di Sudan e Cecenia". Solo dal gennaio al luglio di quest'anno i profughi sono stati 200.000. "In pratica - ha precisato Rojas - nell'ultimo anno e mezzo ci sono stati almeno mille sfollati al giorno". Secondo Francis Deng, rappresentante dell'Onu in Colombia, quello che sta avvenendo nel paese rappresenta "una delle peggiori crisi umanitarie del mondo".

INDONESIA: AD AMBON, ATTENTATO DINAMITARDO UCCIDE TRE DONNE

Tre giovani donne sono rimaste uccise oggi ad Ambon (capoluogo delle Molucche, Indonesia) nell’esplosione di un ordigno di fabbricazione artigianale. Lo ha riferito la polizia locale, aggiungendo che almeno altre 3 persone sono rimaste ferite. L’ordigno era stato collocato nei pressi di un campo sportivo utilizzato sia dalla comunità musulmana che da quella cristiana, protagoniste di un sanguinoso conflitto iniziato nel gennaio 1999 e da alcuni mesi in via di risoluzione. Al momento non vi sono rivendicazioni dell’attentato, ma si attendono comunque ulteriori dettagli sull’accaduto. Solo pochi giorni fa fonti della MISNA segnalavano il ritorno di un clima di relativa pace e armonia ad Ambon dopo circa 3 anni di scontri, costati la vita ad almeno 13.500 persone in tutto l’arcipelago. Un ‘no’ fermo al conflitto era stato pronunciato da cristiani e musulmani nel febbraio scorso, quando avevano siglato un accordo di pace a Malino (isola di Sulawesi). Nei mesi successivi, però, l’intesa è stata parzialmente intaccata da occasionali episodi di violenza. (LM)

Italia

Napoli: i senza lavoro si cospargono di benzina in massa

Lo avevano promesso e alla fine lo hanno fatto. Così i disoccupati di Napoli aderenti al Sindacato Azzurro, una lista di senza lavoro, si sono cosparsi di acqua e benzina in segno di protesta contro l'emergenza lavoro ed hanno sfilato oggi per le vie del centro. Questa mattina Vincenzo Guidotti, segretario generale del sindacato aveva annunciato: «Duecento litri di benzina saranno distribuiti gratuitamente a tutti i disoccupati che ne faranno richiesta per autoincendiarsi perchè l'unico stabilizzatore sociale per avere un posto definitivo sembra essere il suicidio collettivo».

g.r. ore 10.00

dall'estero

palestina

  • GAZA, PALESTINESE UCCISO IN SPARATORIA CON SOLDATI

Un miliziano palestinese e' stato ucciso dai soldati israeliani nella sparatoria di stamane vicino a un insediamento ebraico nel nord della Striscia di Gaza.

Via libera alla deportazione a Gaza dei fratelli e dei parenti dei palestinesi

Un'altra pagina nera per i diritti umani è stata scritta ieri in Palestina. Con decisione unanime, in aperta violazione della IV Convenzione di Ginevra, l'Alta Corte di giustizia israeliana, nella sua composizione allargata (9 giudici), ha approvato la richiesta dell'esercito israeliano di deportare dalla Cisgiordania a Gaza una ragazza e un ragazzo palestinesi, Intisar e Kifah Ajuri, perchè colpevoli di non aver denunciato le attività del fratello, Ali, responsabile, secondo i servizi segreti israeliani, di aver organizzato attentati nello Stato ebraico. La deportazione dei due fratelli, al momento detenuti, dovrebbe avvenire questa mattina. Intisar e Kifah verranno esiliati per un periodo di due anni. L'Alta Corte ha invece bloccato la deportazione di un terzo palestinese, Abdel Naser Asida, fratello di Naseredin capo del commando che lo scorso giugno attaccò un autobus di coloni in Cisgiordania uccidendo 17 israeliani. Secondo la corte Abdel Naser ignorava che il fratello stesse organizzando l'agguato. La sentenza è giunta mentre nelle campagne di Burin (Nablus) venivano ritrovati i resti di due palestinesi, Baher Rahid, 23 anni, e Hussein Najah, 21 anni, fatti a pezzi da una cannonata israeliana. L'esercito ha detto di aver fatto fuoco contro due «terroristi» che tentavano di infiltrarsi nella colonia ebraica di Bracha (Nablus). I due però erano disarmati e, con ogni probabilità, stavano soltanto attraversando la campagna. Sale perciò a 13 il bilancio di civili palestinesi uccisi in quattro giorni dal fuoco dell'esercito israeliano. Altri 10 palestinesi lunedì hanno rischiato la morte a Rafah (Gaza) quando un bulldozer militare ha abbattuto - «per distruggere un tunnel sotterraneo» ha detto un portavoce militare - la parete di una casa e una intera famiglia è rimasta sotto le macerie. Si è salvata per miracolo. In una imboscata palestinese nei pressi di Bir Zeit (Ramallah) invece è stato ferito gravemente un colono ebreo di Neveh Zuf alla guida della sua automobile. Altri coloni, quelli di Elad (acronimo di «Verso la città di Davide») hanno occupato ieri un'altra abitazione palestinese a Jabel el-Mukaber, alla periferia sud di Gerusalemme. Elad ha occupato negli ultimi dieci anni numerose case arabe - che afferma di aver comprato - nel quartiere di Silwan e all'interno delle mura antiche di Gerusalemme. «E' una giornata nera per i diritti dell'uomo perchè approvando la deportazione dei due fratelli Ajuri, anche l'Alta Corte di giustizia israeliana ha avallato il principio di una punizione collettiva, contro le leggi e le convenzioni internazionali» ha commentato il ministro e negoziatore palestinese Saeb Erikat. Un altro ministro dell'Anp, Ghassan Al-Khatib ha parlato di «crimine di guerra». Tutto regolare invece per il ministro della difesa israeliano (e leader laburista) Benyamin Ben Eliezer che ha annunciato che le deportazioni previste oggi non saranno le ultime. «Abbiamo già messo a punto una lista di altri palestinesi candidati alla espulsione» ha detto aggiungendo che le deportazioni, assieme alla demolizione delle case dove abitavano i kamikaze «si sono rivelate misure efficaci per ridurre il numero degli attentati». Le deportazioni sono una vecchia arma contro la popolazione civile palestinese. Oggi si manifesta con il trasferimento a Gaza di cittadini della Cisgiordania. In passato invece i palestinesi venivano portati in Libano del sud e in Giordania. Nel dicembre del 1992 fece clamore in tutto il mondo, ad esempio, la deportazione in Libano di oltre 400 dirigenti e militanti di Hamas (che poi rientrarono nei Territori occupati). Negli anni precedenti tutta la leadership dell'Intifada era stata deportata nei paesi arabi confinanti. Lo scorso maggio, sulla base di un accordo firmato anche dall'Anp, 13 degli oltre 200 palestinesi rimasti asserragliati per 38 giorni nella Basilica della Natività di Betlemme sono stati deportati a Cipro e in alcuni paesi europei (Italia inclusa). Altre decine presero la via di Gaza. Contro le deportazioni dei fratelli Ajuri si sono schierate ieri anche alcune associazioni israeliane per i diritti umani come Acri e HaMoked. La durezza della repressione israeliana ha portato ad ulteriore irrigidimento dei gruppi armati palestinesi che ieri hanno respinto l'appello del ministro dell'interno dell'Anp, Abdel Razek Yahiyah, a porre fine ad ogni forma di violenza contro Israele, anche nei Territori occupati. Le Brigate dei martiri di al-Aqsa (Al-Fatah), il Fronte popolare per la liberazione della Palestina e i movimenti islamici Hamas e Jihad hanno detto che la lotta armata continuerà «fino a quando non cesserà l'occupazione militare israeliana». Intanto oggi sono attesi al Cairo i ministri degli esteri dei 22 paesi membri della Lega araba. Il portavoce della Lega, Hisham Yusef, ha detto che la riunione, che si concluderà domani, «è ordinaria ma affronterà una situazione straodinaria». Il mondo arabo infatti è schierato (più o meno) compatto contro il nuovo attacco devastante che l'Amministrazione Usa intende lanciare in Iraq. Secondo indiscrezioni la risoluzione che i partecipanti approveranno alla fine della riunione affermerà «una netta opposizione a un attacco militare contro qualsiasi Stato arabo», e chiederà invece la ripresa delle ispezioni internazionali in Iraq che, sostengono gli analisti politici arabi, sono in grado di bloccare la macchina bellica che gli Usa stanno mettendo in moto.

IRAQ

  • USA PENSANO A NUOVA RISOLUZIONE ONU Il presidente americano George Bush sta considerando l'ipotesi di chiedere al Consiglio di Sicurezza dell'Onu il voto di una risoluzione che imponga un ultimatum all'Iraq per la ripresa delle ispezioni internazionali, pena l'intervento militare. Lo riferiscono fonti dell'amministrazione Usa, citate dalla Bbc.

stati uniti Il capo del Tesoro degli Stati Uniti, Paul O´Neill, ha dichiarato oggi che il piano economico presentato dall´Argentina per arrivare ad un accordo con il Fondo Monetario Internazionale (FMI) "non é sufficiente" per creare le "basi di stabilitá" richieste. Poco prima, il suo numero due, John Taylor, ha detto che il paese deve "mettere in ordine" un programma monetario.

O´Neill, che ha visitato l´Argentina da poco meno di un mese nel corso una serie di incontri con vari capi di stato sudamericani, ha sostenuto: "Ci sono cose che noi non possiamo fare, e che dipendono dai leaders del paese". "Noi stiamo lavorando con il FMI e vogliamo che il popolo argentino viva una vita decente, peró ci sono cose che non possiamo fare da fuori del governo, dipende dai leaders del paese prendere decisioni per il proprio popolo", ha affermato.

O´Neill, in dichiarazioni rese al programma C-SPAN del Washington Journal, ha affermato di essere disposto ad aiutare per quanto possibile l´Argentina, peró ha insistito che "solo i leaders del paese possono stabilire le leggi, illuminare il cammino per lottare contro la corruzione" e creare "un sistema dove le tasse vengano pagate da chi deve pagarle".

Ha rivelato poi che, quando visitó l´Argentina, il governo promise che in una settimana avrebbe inviato una proposta al FMI, e che peró "non lo fece se non dopo 10/14 giorni" e che "quello che é stato proposto non é realmente sufficiente per creare le basi della stabilitá".

Il sottosegretario del Tesoro USA, John Taylor, ha segnalato che se il governo argentino riesce a "mettere in marcia" un programma monetario, si arriverá immediatamente all´accordo con Fondo Monetario Internazionale.

Taylor, in un´intervista concessa alla agenzia di notizie Bloomberg, ha messo come condizione che le autoritá nazionali "convincano" quelle delle provincie a "smettere di stampare buoni, in maniera di assicurare un accordo con il Fondo".

"Non c´é dubbio che il tema é delicato, perché si sta chiedendo ad un paese che controlli la propria offerta monetaria, quando le province stanno emittendo la loro propria moneta", ha aggiunto il funzionario nordamericano.

colombia Donne indigene: uccisi quattro membri ong

Quattro esponenti di una organizzazione non governativa che opera in difesa delle donne indigene profughe sono stati uccisi oggi nel dipartimento colombiano di Norte de Santander, al confine con il Venezuela. Gloria Marin Maya, direttrice dell'Associazione delle donne contadine di Villa del Rosario, e tre suoi compagni stavano viaggiando in auto quando sono stati bloccati da uomini armati che, dopo averli fatti scendere, li hanno fucilati. Al moento nessuno ha rivendicato l'attentato.

La strage è avvenuta proprio nel giorno in cui l'Organizzazione per la difesa dei diritti umani e dei profughi (Codhes), ha denunciato che, dal 1985 ad oggi, il conflitto armato ha costretto almeno 2.700.000 colombiani ad abbandonare le proprie case. "I dati riguardanti i profughi di guerra - ha rilevato Jorge Rojas, direttore dell'ong - ci mettono sullo stesso piano di Sudan e Cecenia".

Solo dal gennaio al luglio di quest'anno i profughi sono stati 200.000. "In pratica - ha precisato Rojas - nell'ultimo anno e mezzo ci sono stati almeno mille sfollati al giorno". Secondo Francis Deng, rappresentante dell'Onu in Colombia, quello che sta avvenendo nel paese rappresenta "una delle peggiori crisi umanitarie del mondo". (red)

COLOMBIA STRAGE DELL’ALTO NAYA: CONDANNATI 16 PARAMILITARI (STANDARD, GENERAL)

Tra il 10 e il 12 aprile del 2001, durante la settimana di Pasqua, un gruppo di circa 500 paramilitari delle Auc (Autodifese unite della Colombia) fece strage di ‘campesinos’ in una zona rurale dell’Alto Naya (dipartimento di Cauca) tra la località di Palo Solo e il fiume Mina. Ora, dopo oltre un anno e mezzo, un giudice di Popayán ha condannato a pene da due a 26 anni di carcere 16 esponenti del movimento armato che fino a pochi mesi fa faceva capo a Carlos Castaño, oggi leader delle Accu (Autodifese unite di Cordova e Urabá). Per il massacro, che secondo la ‘Defensoría del pueblo’ (ufficio governativo per i diritti civili) costò la vita a 37 civili, mentre i contadini parlano almeno di 50 morti, sono sotto processo altri 52 paramilitari. "Gli armati perpetrarono atti di barbarie – si legge nel dossier della ‘Defensoría’ – seminando il terrore e costringendo la gente a fuggire. Le vittime, accusate di sostenere la guerriglia, vennero prelevate dalle proprie case in base ad una lista di nomi compilata dai paramilitari. Poi furono mutilate e uccise". Di fatto, il ricordo della famigerata "strage di Pasqua" resta indelebile tra la popolazione della regione, mentre le indagini per riuscire a identificare i mandanti restano ancora in alto mare. Come se non bastasse, attorno alla carneficina dell’Alto Naya esistono ancora molti punti oscuri che forse non verranno mai chiariti. Di certo si sa che tra il 9 e il 12 aprile 2001 le Auc entrarono nella regione del Naya dalla località di El Ceral. Da lì, fino alla fine del tragitto, concluso presumibilmente a Puerto Merizalde, seminarono distruzione e morte. Un episodio rilevante accadde l’11 aprile, quando circa duecento paramilitari si imbatterono in una colonna di guerriglieri dell’Eln (Esercito di liberazione nazionale). Le Auc, che si appropriarono tra l’altro di 150 chili di cocaina della guerriglia, obbligarono un nemico a collaborare e a riferire i nominativi di chi nella zona sosteneva l’Eln. Il gruppo si divise in due parti e una andò a cercare i ‘traditori’ prendendo la strada per la comunità indigena de La Paila. Secondo gli inquirenti le Auc avevano deciso di costringere gli abitanti a un esodo massiccio per impossessarsi, tra l’altro, anche di un’area di 3mila ettari di coltivazioni illecite (coca, papavero da oppio). Uno degli accusati, Rubén Dario Rovira, ha dichiarato ai magistrati che tutte le uccisioni furono eseguite con un singolo colpo di pistola alla nuca, ma gli investigatori trovarono invece corpi straziati da ferite da machete e mutilati.

BRAsile GRANDE MOBILITAZIONE POPOLARE PER PLEBISCITO CONTRO L’ALCA

Nel 2000 l’esecutivo del presidente Fernando Henrique Cardoso ha firmato un accordo con gli Usa ai quali è stata affittata l’area. L’accordo permette che la base sia ceduta a Washington che ne avrebbe così il totale controllo, incluso il diritto di decidere chi potrà o meno avere accesso all’area. Ma non solo. La dogana brasiliana non potrebbe imporre alcun dazio sui carichi provenienti dagli Usa e in cambio il Paese riceverebbe 34 milioni di dollari all’anno. Alcântara ha tra l’altro una posizione strategica: 2 gradi sotto la linea dell’Equatore. Da qui si possono lanciare missili risparmiando addirittura fino al 30 per cento di combustibile. Disponendo già di basi militari in Ecuador, Colombia e Bolivia, la Casa Bianca potrebbe infine assicurare la propria presenza in Amazzonia, potenzialmente, utilizzare il territorio per attaccare anche con armi nucleari qualunque paese del pianeta. Per ora , gli Usa possono già contare su un ufficio della Cia a San Paolo e su diverse imprese che controllano il cosiddetto “Sistema di vigilanza dell’Amazzonia” (Sivam), inaugurato da Cardoso il 25 luglio scorso a Manaus, capitale dello Stato di Amazonas. Si tratta di un sofisticato sistema d'osservazione militare, con satelliti spia, aerei radar e almeno 120 postazioni di terra, che dovrebbe servire ufficialmente a vigilare sull'Amazzonia brasiliana nell'ambito della lotta al narcotraffico e contro lo sfruttamento delle risorse naturali. Il plebiscito brasiliano contro l’Alca si concluderà con il “Grido degli esclusi” il 7 settembre. Lo stesso giorno inizierà lo spoglio delle schede e il 17 e 18 i risultati saranno resi pubblici a Brasilia nell’ambito di una manifestazione a cui prenderanno parte rappresentanti di ogni comune brasiliano. La Campagna Continentale contro l’Alca conta di poter effettuare simili consultazioni nei diversi Paesi della regione fino al marzo prossimo. (FB)

  • francia

Sans papiers nel caos. E ora in piazza by anna merlo (postato da blicero) Thursday September 05, 2002 at 02:27 AM

Le vie di Parigi riempite dalla protesta degli immigrati, per giorni in coda inseguendo fantomatiche «liste» di regolarizzazione. Un movimento cresce, ancora senza leader

Erano ancora arrivati in centinaia, ieri mattina, di fronte alle porte chiuse della Borsa del lavoro, nel centro di Parigi. Sono i sans papiers di tutta la regione parigina, che - dopo l'occupazione della basilica di Saint Denis, dove sono sepolti i re di Francia, il 17 agosto scorso - obbligati ad abbandonare il luogo la scorsa settimana, si sono riversati sulla Borsa su proposta del portavoce del Coordinamento nazionale, Romain Binazon. Nel pomeriggio di ieri si è svolta una grossa manifestazione di fronte alla Prefettura di polizia di Parigi, vicino a Notre Dame; una delegazione è stata ricevuta. Il movimento dei sans papiers riprende e cresce, più grosso di quello dell'estate del `96 che si era concluso tragicamente, con l'irruzione della polizia a colpi di ascia nella chiesa di Saint Bernard, nel XVIII arrondissement, dove dei clandestini facevano lo sciopero della fame. Il movimento, però, è per il momento senza testa né direzione. Una quarantina di organizzazioni politiche e umanitarie sostengono la lotta, ma la confusione regna. Il governo, del resto, non fa che ripetere che non ci sarà una sanatoria di massa, e che le varie prefetture analizzeranno le situazioni «caso per caso».

In 2700, dopo ore di coda, erano riusciti lunedì a farsi iscrivere su una «lista», che dovrebbe essere destinata alla Prefettura di polizia. Erano accorsi in quasi 3mila, alla Borsa del lavoro, venuti da tutta la regione parigina, perché da giorni, dagli ultimi momenti dell'occupazione di Saint Denis, corre una voce incontrollata tra i sans papiers, che è possibile iscriversi su una «lista» e che poi arriveranno i documenti. Sono in maggioranza cinesi e africani (senegalesi e maliani, soprattutto) ad aggrapparsi a questo filo di speranza. Sono persone che vivono da anni in Francia, che qui hanno la famiglia, che qui hanno avuto figli. Sono coloro che sono rimasti fuori dalle sanatorie dell'epoca di Jean Pierre Chevènement, che aveva regolarizzato 83mila persone su 147mila domande presentate, a cui si sono aggiunti i nuovi arrivi.

Adesso, gli immigrati in Francia dovrebbero essere tra i 150 e i 200mila. In migliaia hanno deciso di mostrare il volto in pieno centro, di non nascondersi più. Era impressionante vedere, ancora ieri mattina, la coda disordinata di persone munite di fatture del gas, di pezzi di carta scritti a mano che attestano la presenza sul territorio francese, di documenti di ogni tipo, che speravano di aver trovato il bandolo della matassa per uscire da una clandestinità che costa cara, in termini di lavoro nero sotto-pagato, di affitti carissimi imposti dai «venditori di sonno», di paura della polizia e di incertezza per sé e per la famiglia. La polizia, per una volta, non è stata aggressiva: alcuni agenti si sono persino dati da fare per aiutare a trasportare carrozzine e bambini in lacrime.

Ma dove va questo movimento? Le associazioni, i sindacati (la Cgt), i partiti (Lcr), non lo sanno neppure loro. «E' un fenomeno che nessuno gestisce più» ammette una militante di Lcr. «Abbiamo iscritto la gente per dare una mano - dicono alla Cgt, che ha mandato alla Borsa del lavoro una trentina di militanti per prendere i nomi - ma adesso tocca al Coordinamento prendere le cose in mano». A differenza del `96, quando il movimento aveva espresso dei leader (basti pensare a Boubacar Diop, ora alla testa di un sistema Internet per comunicare a basso prezzo tra Parigi e Dakar), adesso la protesta sembra acefala.

Le contraddizioni epslodono. Addirittura, domenica scorsa, poco prima della manifestazione al Trocadero, quando ormai i sans papiers avevano accettato di lasciare Saint Denis, un gruppo di senegalesi appartenenti all'Organizzazione politica, una formazione maoista, hanno tentato di scalare la cancellata della basilica e di convincere i sans papiers a rioccuparla. I maoisti accusano la Cgt e il Coordinamento di prestarsi a compilare le liste per poi passarle alla polizia per una schedatura in massa. Ali Mansouri, organizzatore del Coordinamento, se la prende con questi «rompiscatole che rovineranno tutto».

L'avvocato Michel Toubiana, della Lega dei diritti del'uomo, ha l'intenzione di lanciare una petizione per raccogliere firme a favore della regolarizzazione. Al Trocadero, domenica, erano presenti alcune personalità, come l'ex ministro comunista Jack Ralite, il sindaco Pcf di Saint Denis, Patrick Braouezec, monsignor Gaillot o il professor Léon Schwartzenberg. Ma per il momento, le divisioni interne e la confusione nella linea di azione frenano le manifestazioni di solidarietà. Anche se il movimento cresce. In settimana, sono previste manifestazioni nella periferia parigina, prima della marcia di sabato prossimo, tra place de Clichy e Nation.

dall'italia

7 milioni e 828 mila poveri in Italia by () Thursday September 05, 2002 at 02:26 AM

  • Rapporto Istat sulla povertà:una famiglia su cinque è povera, o quasi.

Gli anziani spendono il 60% del loro reddito per cibo, medicine e casa 7 milioni e 828 mila poveri in Italia. Una famiglia su cinque è povera, o quasi MENTRE GLI EX PRESIDENTI DELLA REPUBBLICA INCASSANO 723 MILA EURO L'ANNO E D'ALEMA SI FA LA BARCA DA 100 MILA EURO Mentre i signori del palazzo, grazie alle scandalose indennità parlamentari e vitalizi vari, continuano a sguazzare nell'oro col denaro della collettività, mentre gli ex presidenti della Repubblica intascano senza fiatare un vitalizio annuo di 723 mila euro (1 miliardo e 400 milioni di lire) e Massimo D'Alema, presidente di quello che dovrebbe essere il maggiore partito d'opposizione, si è fatto la barca da 18 metri pagandola nientemeno che 100 mila euro, una famiglia su cinque è in condizione di povertà o è a serio rischio di divenirlo. Una povertà, che non va solo ricercata tra i senza casa e gli emarginati ma sta fagocitando la famiglia apparentemente "normale, ossia la povertà di chi deve gestire con un stipendio o una pensione insufficienti una nuova famiglia o una famiglia numerosa, una malattia, la perdita del lavoro, la vecchiaia, ecc. Insomma nell'Italia del neoduce Berlusconi e del suo fantomatico "miracolo italiano, l'esercito dei poveri aumenta, soprattutto nel Mezzogiorno.

palermo Isnello (Pa): Sindaco rimuove cippo dedicato a Peppino Impastato

Nel giorno del ricordo dell’uccisione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa l’amministrazione comunale di Isnello (Palermo), a guida centrodestra, lancia un segnale inquietante contro storia della lotta alla mafia in Sicilia: la rimozione del cippo dedicato a Peppino Impastato. Lo denunciano Giusto Catania e Antonio Marotta, segretario regionale e provinciale di Rifondazione Comunista, i quali si dichiarano indignati per un gesto raccapricciante che getta ombre pesantissime sull’operato dell’amministrazione comunale di Isnello che, da quando si è insediata, ha come un unico obiettivo quello di cancellare tutte le tracce dell’amministrazione precedente. Abbiamo chiesto al prefetto di intervenire affinché il cippo in onore di Impastato venga riposto e domani saranno presentate due interrogazioni, una al ministro degli Interni e una all’Assessorato Regionale EE.LL, a firma dei deputati Russo Spena e Forgione, per chiedere le ragioni di un atto così vergognoso.

GR ORE 13.00

ESTERI

Palestina

Il primo ministro israeliano, Ariel Sharon, ha rigettato il piano di pace formulato dall'Unione europea per il Medio oriente. Fonti del governo della Stella di David hanno spiegato tale cambiamento di rotta affermando che nessun progresso sui colloqui di pace potra' essere avviato finche' Yasser Arafat restera' capo dell'Autorita' palestinese, bloccando in tal modo ogni riforma e possibilita' di fermare i terroristi.Il piano di pace dell'Unione europea prevede, come prima fase, l'avvio di elezioni politiche nei territori palestinesi nel gennaio prossimo, seguite da una prima sistemazione dei confini del nuovo stato entro il 2003 per arrivare poi, nel 2005, alla finale sistemazione dei confini territoriali. Allo stesso tempo, il piano Ue prevede l'avvio di colloqui di pace tra Isreale, Siria e Libano.

Il dirigente palestinese Marwan Barghouthi, accusato di "omicidi e partecipazione ad una organizzazione terrorista" è comparso questa mattina davanti al tribunale di Tel Aviv. L'udienza è cominciata poco prima di mezzoggiorno, in un clima caotico: la polizia ha portato via per un breve periodo Barghouthi per impedire che potesse rispondere alle domande rivoltegli dai giornalisti, e gli stessi giudici si sono allontanati rifiutandosi di aprire il dibattito finchè non fossero state sospese le domande. Marwan Barghouthi è stato accusato, nell'udienza dle 14 agosto, di "omicidio, complicità in omicidio, tentativo di omicidio, partecipazione ad organizzazione terrorista, detenzione di armi". L'accusa lo ritiene inoltre di essere il dirigente delle Brigate Martiri di Al Aqsa. L'accusa intende far testimoniare quelli che considera i luogotenenti di Barghouti, anche essi imprigionati. Le loro testimonianze, se si rifiuteranno di comparire, dovranno comunque essere raccolte e presentate per iscritto, modalità questa che si presta ad ogni falsificazione. Un ufficiale israeliano, anonimo, ha affermato che questo processo si svolgerà come un normale processo penale, e non politico, come chiedono i palestinesi.

Marwan Barghouti, comparso oggi in aula davanti alla Corte Distrettuale di Tel Aviv per rispondere di 37 capi d'imputazione per omicidio, strage, terrorismo e altri gravi reati, si e' subito rifiutato di accettare la giusrisdizione della magistratura israeliana nel sottoporlo a processo. "Io non riconosco questa corte", ha dichiarato in tono perentorio "Questa", ha proseguito, "e' una corte degli occupanti. Io sono un parlamentare palestinese. Sono stato eletto dal popolo palestinese. Sono una figura politica", ha puntualizzato, ribadendo quanto aveva gia' affermato nell'udienza preliminare del 14 agosto, quando si era proclamato estraneo a qualsiasi forma di violenza. "Non avete alcun diritto di assoggettarmi a processo", ha incalzato il 43enne Barghouti, apparso davanti ai giudici ammanettato e con la barba rasata, probabilmente a forza. "E' lo Stato di Israele", ha quindi sottolineato, "che dovrebbe essere sotto processo". Poi ha avvertito di non intendere ascoltare la lettura dell'atto di incriminazione, che secondo quanto imposto dalle norme procedurali gli e' comunque stato letto.

Un palestinese e' stato ucciso e sette soldati israeliani sono stati feriti in due diversi episodi nella Striscia di Gaza. Nel primo un palestinese ha aperto il fuoco contro una postazione militare, presso gli insediamenti di Digit e Nissanit, e ha ferito due soldati, prima di essere ucciso. Nel sud della Striscia, cinque soldati sono rimasti feriti, due dei quali seriamente, per l'esplosione di una mina al passaggio del loro tank.

Guerra all' Irak, la Lega Araba si schiera contro Bush

I 22 membri della Lega Araba hanno proclamato oggi al Cairo la loro opposizione ad un aggressione contro l'Irak, nel momento in cui Bush tenta di allineare il mondo ai suoi progetti di intervento militare. "Tutti i paesi arabi si oppongono a questa aggressione, e le dichiarazioni dei ministri degli esteri in questo senso sono chiare", così ha dichiarto il capo della diplomazia egiziana. I paesi arabi approveranno oggi, al termine della riunione, una risoluzione comune che proclami la loro opposizione ad una aggressione americana nei confronti di qualsiasi paese arabo, e in particolare l'irak. Le critiche a Bush sono state molto dure, soprattutto dopo le dichiarazione di ieri del presidente americano, intenzioanto a chiedere il via libera al Congresso e alle Nazioni Unite il 12 settembre. La riunione dovrebbe approvare anche un documento di sostegno al popolo palestinese, annunciando l'impegno della Lega per ottenere l'invio di osservatori internazionali in difesa della popolazione palestinese, nonchè un sostegno economico agli stessi.

Diritti umani in Inghilterra

Amnesty International accusa la Gran Bretagna di avere violato i diritti fondamentali delle numerose persone incarcerate per terrorismo nell'inchiesta seguita agli attentati dell'11 settembre. In un rapporto presentato oggi a Londra, l'organizzazione denuncia prinjcipalmente le condizioni dei "sospetti" detenuti nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh. Isolamento in piccoli gruppi, richiusi in cella per 22 ore al giorno, accesso limitato o tardivo ad un avvocato, a cure mediche ed all'assistenza religiosa: secondo Amnesty queste condizioni di detenzione sono in grado di creare un deterioramento della loro salute fisica e mentale, e di conseguenza, di creare le condizioni per la loro mancata difesa. Londra aveva inasprito la sua legislazione antiterrorista qualche mese dopo gli attentati di settembre. La nuova legge, adottata alla fine del 2001, prevede misure contestatissime, che consentono alle autorità di detenere a tempo indefinito, senza accusa nè processo, gli stranieri sospettati di attività terroristiche. Secondo Amnesty, 11 persone sono state detenute in base a questa legge, e l'accusa nei loro confronti non era stata ancora foprmulata alla metà di luglio.

Tra i casi citati, quello di Lotfi Raissi, pilota algerino arrestato a londra il 21 settembre, e detenuto per cinque mesi prima di essere rimesso in libertà sotto cauzione. In aprile, la Gran Bretagna lo ha estradato verso gli stati uniti, in completa assenza di prove, e senza un'accusa precisa

Paesi baschi

Contestazioni alla decisione di garzon di proibire tutte le manifestazioni in sostegno a Batasuna arrivano anche dall'interno del parlamento basco. E.A., una delle tre formazioni che compongono il governo basco, ha annunciato oggi la sua intenzione di convocare una manifestazione per il 7 settembre, in difesa della libertà e del diritto manifestare. Nell'atto di convocazione, non si fa mai riferimento a Batasuna, per non dare il pretesto a Garzon di chiedere l'applicazione della sua ordinanza. Ma l'intento di sfida è assai chiaro, poichè proprio per il 7 i simpatizzanti di Batasuna avevano convocato le manifestazioni che sono in seguito stste vietate. Inoltre, la manifestazione è convocata a Guernica, città simbolo non solo dei Paesi baschi ma di tutta la spagna repubblicana. Il governo basco non si è ancora pronunciato sulla decisione, nè ha fatto sapere se intende proibire anche questa manifestazione, ma a livello di gruppi politici anche gli altri due membri della coalizione sembrano intenzionati a dare la loro adesione. Dura la reazione del governo spagnolo, che ha commentato, attraverso il ministro dell'interno, così la convocazione: " è la dimostrazione di quale parte hanno scelto" Il rappresentate di E.A, nella conferenza stampa convocata per illustrare i temi della manifestazione, aveva paragonato il governo spagnolo all'Eta, "poichè entrambi impediscono lo sviluppo della democrazia, della libertà e della partecipazione".

Colombia

Quattro esponenti di una organizzazione non governativa che opera in difesa delle donne indigene profughe sono stati uccisi oggi nel dipartimento colombiano di Norte de Santander, al confine con il Venezuela. Gloria Marin Maya, direttrice dell'Associazione delle donne contadine di Villa del Rosario, e tre suoi compagni stavano viaggiando in auto quando sono stati bloccati da uomini armati che, dopo averli fatti scendere, li hanno fucilati. Al moento nessuno ha rivendicato l'attentato. La strage è avvenuta proprio nel giorno in cui l'Organizzazione per la difesa dei diritti umani e dei profughi (Codhes), ha denunciato che, dal 1985 ad oggi, il conflitto armato ha costretto almeno 2.700.000 colombiani ad abbandonare le proprie case. "I dati riguardanti i profughi di guerra - ha rilevato Jorge Rojas, direttore dell'ong - ci mettono sullo stesso piano di Sudan e Cecenia". Solo dal gennaio al luglio di quest'anno i profughi sono stati 200.000. "In pratica - ha precisato Rojas - nell'ultimo anno e mezzo ci sono stati almeno mille sfollati al giorno". Secondo Francis Deng, rappresentante dell'Onu in Colombia, quello che sta avvenendo nel paese rappresenta "una delle peggiori crisi umanitarie del mondo".

Italia

Altri sei mesi di indagini per far luce sulle cause che la sera del 21 Febbraio scorso portarono al deragliamento di un treno-merci all'ingresso della stazione internazionale di Chiasso (Ticino) e costato la vita ai due macchinisti milanesi Salvatore Fortunato e Carmine Senatore. Il treno si schianto' contro un locomotore sul quale si trovavano altri due macchinisti italiani, Antonio Crocco e Piero Curreri, e il ferroviere ticinese, Davide Gerosa. La proroga per le indagini e' stata concessa dal Gip Vittorio Anghileri accogliendo la richiesta del Pubblico ministero Simone Pizzotti della Procura di Como che sta conducendo gli accertamenti, cosi' come pure la collega Rosa Item della Procura di Lugano. Pochi giorni fa erano stati invece i periti (gli stessi incaricati per l'incidente ferroviario avvenuto in Sicilia qualche tempo fa) a sollecitare altri due mesi di tempo per poter concludere le loro perizie tecniche.

Rapporto Istat sulla povertà 7 milioni e 828 mila poveri in Italia

Gli anziani spendono il 60% del loro reddito per cibo, medicine e casa 7 milioni e 828 mila poveri in Italia. Mentre gli ex presidenti della Repubblica intascano un vitalizio annuo di 723 mila euro (1 miliardo e 400 milioni di lire) una famiglia su cinque è in condizione di povertà o è a serio rischio di divenirlo. Una povertà, che non va solo ricercata tra i senza casa e gli emarginati ma sta fagocitando la famiglia apparentemente "normale, ossia la povertà di chi deve gestire con un stipendio o una pensione insufficienti una nuova famiglia o una famiglia numerosa, una malattia, la perdita del lavoro, la vecchiaia, ecc. Insomma l'esercito dei poveri aumenta, soprattutto nel Mezzogiorno.

Ore 17.00

Paesi baschi

Contestazioni alla decisione del giudice Garzon di proibire tutte le manifestazioni in sostegno a Batasuna arrivano anche dall'interno del parlamento basco. E.A.(Eusko Alkartasuna), una delle tre formazioni che compongono il governo basco, ha annunciato oggi la sua una manifestazione per il 7 settembre, in difesa della libertà e del diritto manifestare. Nell'atto di convocazione, non si fa mai riferimento a Batasuna, per non dare il pretesto a Garzon di chiedere l'applicazione della sua ordinanza. Ma l'intento di sfida è assai chiaro, poichè proprio per il 7 i simpatizzanti e sostenitori di Batasuna hanno convocato le manifestazioni che sono in seguito state vietate. Inoltre, la manifestazione dell'E.A. è convocata a Guernica, città simbolo non solo dei Paesi baschi ma di tutta la Spagna repubblicana. Il governo basco non si è ancora pronunciato sulla 8decisione, nè ha fatto sapere se intende proibire anche questa manifestazione, ma a livello di gruppi politici anche gli altri due membri della coalizione sembrano intenzionati a dare la loro adesione. Intanta il Tribuanale superiore del paese Basco ha proibito oggi una manifestazione convocata da cittadini per protestare contro la messa al bando di Batasuna. E ancora il Partito Nazionalista Basco (Pnv) ed Eusko Alkartasuna (Ea), al potere nel Paese Basco, hanno presentato una proposta al Parlamento basco perche' questo organismo opponga un ricorso di insconstituzionalita' contro la legge spagnola sui partiti politici, in base alla quale e' stata richiesta la messa al bando di Batasuna, partito considerato il braccio politico dell'Eta. Secondo il testo della proposta, alla legge sui partiti -che permette la richiesta di messa al bando di qualsiasi forza che non condanni la violenza come strumento di lotta politica- danneggia i diritti e le liberta' della cittadinanza, come la liberta' di partecipazione e di ideologia.

Palestina: Sharon respinge il piano di pace dell'UE

Il primo ministro israeliano, Ariel Sharon, ha rigettato il piano di pace formulato dall'Unione europea per il Medio oriente, affermando che non ci sarà nessun progresso verso la pace finche' Yasser Arafat restera' capo dell'Autorita' palestinese. Il piano di pace dell'Unione europea prevede, come prima fase, l'avvio di elezioni politiche nei territori palestinesi nel gennaio prossimo, seguite da una prima sistemazione dei confini del nuovo stato entro il 2003 per arrivare poi, nel 2005, alla finale sistemazione dei confini territoriali. Allo stesso tempo, il piano Ue prevede l'avvio di colloqui di pace tra Isreale, Siria e Libano.

Palestina: Marwan Barghouti non riconosce la legittimità del tribunale israeliano

Il dirigente palestinese Marwan Barghouthi, accusato di 37 reati per "omicidi e partecipazione ad una organizzazione terrorista" è comparso questa mattina davanti al tribunale di Tel Aviv. La polizia ha portato via per un breve periodo Barghouthi per impedire che potesse rispondere alle domande rivoltegli dai giornalisti. L'accusa ritiene Barghouti il dirigente delle Brigate Martiri di Al Aqsa e intende far testimoniare quelli che considera i luogotenenti di Barghouti, anche essi imprigionati. Se si rifiuteranno di comparire, le loro testimonianze saranno presentate per iscritto, modalità questa che si presta ad ogni falsificazione. Marwan Barghouti ha subito dichiarato con fermezza "Io non riconosco questa corte, questa e' una corte degli occupanti. Io sono un parlamentare palestinese. Sono stato eletto dal popolo palestinese. Sono una politico" e ha ribadito quanto gia' affermato nell'udienza preliminare del 14 agosto, quando si era proclamato estraneo a qualsiasi atto di violenza. "E' lo Stato di Israele che dovrebbe essere sotto processo".

Palestina: altri scontri a Gaza

Un palestinese e' stato ucciso e sette soldati israeliani sono stati feriti in due diversi episodi nella Striscia di Gaza. Nel primo un palestinese ha aperto il fuoco contro una postazione militare, presso gli insediamenti di Digit e Nissanit, e ha ferito due soldati, prima di essere ucciso. Nel sud della Striscia, cinque soldati sono rimasti feriti, due dei quali seriamente, per l'esplosione di una mina al passaggio del loro tank.

AFGHANISTAN (16:53) ATTENTATO AL PRESIDENTE KARZAI A KANDAHAR

Il presidente dell’Afghanista Hamid Karzai è sfuggito oggi a un attentato. Il capo dello Stato era in visita a Kandahar, ex roccaforte dei talebani, e si trovava in automobile insieme con il governatore locale Gul Agha Sherzai. Questi è rimasto ferito da uno dei colpi esplosi all’indirizzo del veicolo. Le guardie del corpo di Karzai, fornite dall’amministrazione statunitense, hanno immediatamente risposto al fuoco e nella sparatoria che si è scatenata tre persone sono morte. Questo episodio, unito al duplice attentato dinamitardo di cui è stata teatro stamani la capitale afgana Kabul, confermano come il Paese sia in preda a una persistente insicurezza e come i fedelissimi del passato regime fondamentalista, in combutta con gli uomini della rete terroristica al-Qaida, siano ancora attivi un po’ ovunque. (PS)

Guerra all' Irak, la Lega Araba contro Bush

I 22 membri della Lega Araba hanno proclamato oggi al Cairo la loro opposizione ad un aggressione contro l'Irak. "Tutti i paesi arabi si oppongono a questa aggressione, e le dichiarazioni dei ministri degli esteri in questo senso sono chiare", così ha dichiarto il capo della diplomazia egiziana. Le critiche a Bush sono state molto dure, soprattutto dopo le dichiarazione di ieri del presidente americano, intenzionato a chiedere il via libera al Congresso e alle Nazioni Unite il 12 settembre. La riunione dovrebbe approvare anche un documento di sostegno al popolo palestinese, annunciando l'impegno della Lega per ottenere l'invio di osservatori internazionali in difesa della popolazione palestinese, nonchè un sostegno economico agli stessi.

Violati i diritti umani nel Regno Unito

Amnesty International accusa la Gran Bretagna di avere violato i diritti fondamentali delle numerose persone incarcerate per terrorismo nell'inchiesta seguita agli attentati dell'11 settembre. In un rapporto presentato oggi a Londra, l'organizzazione denuncia prinjcipalmente le condizioni dei "sospetti" detenuti nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh. Isolamento in piccoli gruppi, richiusi in cella per 22 ore al giorno, accesso limitato o tardivo ad un avvocato, a cure mediche ed all'assistenza religiosa. Londra aveva inasprito la sua legislazione antiterrorista qualche mese dopo gli attentati di settembre. La nuova legge, adottata alla fine del 2001, prevede misure contestatissime, che consentono alle autorità di detenere a tempo indefinito, senza accusa nè processo, gli stranieri sospettati di attività terroristiche. Secondo Amnesty, 11 persone sono state detenute in base a questa legge, e l'accusa nei loro confronti non era stata ancora foprmulata alla metà di luglio. Tra i casi citati, quello di Lotfi Raissi, pilota algerino arrestato a londra il 21 settembre, e detenuto per cinque mesi prima di essere rimesso in libertà sotto cauzione. In aprile, la Gran Bretagna lo ha estradato verso gli Stati Uniti, in completa assenza di prove, e senza un'accusa precisa

Colombia

Secondo Human Rights Watch, il presidente Colombiano Alvaro Uribe dovrebbe cambiare la decisione di non accettare, per un periodo di 7 anni, la giurisdizione del Tribunale Penale Internazionale (TPI) sui crimini di guerra. Il governo colombiano ha ammesso solo recentemente di aver fatto questa decisione, contenuta in una dichiarazione inoltrata all'ONU il 5 Agosto 2002, il giorno in cui il paese ratifico' lo statuto di Roma.

Secondo l'articolo del trattato che la Colombia invoca, uno stato puo' decidere di declinare la competenza del Tribunale fino a 7 anni per i crimini di guerra commessi da uno dei suoi cittadini o nel suo territorio. Tali crimini sono continuamente commessi dai ribelli e dai paramilitari in Colombia. Sebbene il governo non abbia motivato la decisione di rigettare la giurisdizione della corte durante questo periodo, la mossa sembra finalizzata a sostenere la contrattazione di 8potere del governo in eventuali negoziati di pace.

Italia

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge proposto dal ministero dell'Economia per frenare le leggi di spesa che eccedono il budget.Il provvedimento approvato introdurrebbe un più stretto controllo sulla spesa di ministeri ed enti locali. Nel decreto dovrebbe essere inserita una norma, a carattere generale, che prevede il blocco di quelle leggi di spesa che abbiano esaurito la copertura finanziaria. Per tornare a "vivere" la legge non più coperta, dovrebbe tornare in Parlamento per essere nuovamente approvata. L'altra misura dovrebbe rafforzare il potere di vigilanza del ministero dell'Economia, affidandogli la possibilità di bloccare con decreto, per un periodo non superiore ai tre mesi, i flussi di spesa di amministrazioni e ministeri. Basterebbe un decreto del ministero dell'Economia per bloccare i flussi. Infine si impedirà a amministrazioni e Regiorni di assumere impegni a fine anno in modo da accumulare risorse da spendere nei mesi successivi. In ultimo il condono fiscale potrebbe essere inserito nel decreto. Una sanatoria che potrebbe riguardare gli abusi edilizi compiuti negli anni a cavallo tra il 1997 e il 2001 e toccare anche l'Iva.

gror050902 (last edited 2008-06-26 10:00:05 by anonymous)