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Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

Sommario

ESTERI Il campione intervista il Leader Maximo all'Avana e accusa "Guiderò la marcia anti Usa, lo prometto al mio comandante Maradona e Fidel Castro L'AVANA - "Per me il comandante è un Dio". Bush invece "è un assassino". Parola di Diego Armando Maradona. Il più grande calciatore di tutti i tempi in un programma speciale della tv cubana in compagnia di Fidel Castro è esploso in durissime accuse politiche. Il Pibe de oro già in passato si era scagliato contro il presidente Usa. Nel 2002, dopo aver condannato il terrorismo, il campione sottolineò però che "gli USA fanno terrorismo contro Cuba da sempre" e che l'embargo imposto all'isola causava la morte di uomini, donne e soprattutto bambini. Poi aveva detto che era "meglio mille volte la Cuba di Fidel Castro che l'America di Bush". Questa volta ha rincarato la dose. Maradona era arrivato ieri all'Avana per intervistare il Leader Maximo e trasmettere la conversazione all'interno del suo programma "La noche del 10", che sta conducendo in Argentina. Intervistato e intervistatore hanno dunque animato la serata dei palinsesti televisivi cubani. Oltre a chiamare Castro "un dio", Maradona ha promesso che guiderà la marcia anti-Bush che si svolgerà a Mar del Plata, contemporaneamente al vertice delle Americhe del 4 novembre, che quest'anno si terrà in Argentina. Quindi l'affondo contro George W.Bush: "Per me è un assassino - ha detto davanti alle telecamere cubane e accanto a Castro - Gli argentini devono rifiutarsi che venga nel nostro Paese. Guiderò la marcia che si terrà in terra argentina", ha dunque annunciato. Parteciperà alla marcia, ha assicurato El Pibe, "perché se lo prometto al mio comandante lo faccio". Poi un altro attacco a Bush: "Ci disprezza, ci vuole ai suoi piedi. Noi argentini abbiamo molti difetti, ma la dignità la manteniamo sempre".

PALESTINA

  • Missili esplosi a terra, vittima e' un miliziano palestinese

(ANSA) - GAZA, 28 OTT - L'aviazione israeliana ha attuato un nuovo raid nel nord della Striscia di Gaza che ha provocato la morte di un miliziano palestinese. Lo comunicano fonti palestinesi. Alcuni missili sono stati esplosi, stando alle fonti, contro obiettivi a terra. Un aereo israeliano ha esploso un missile, hanno precisato, contro alcuni uomini armati che si accingevano a sparare un razzo Qassam contro il territorio israeliano. Il militante morto apparteneva ad un gruppo armato vicino al movimento al-Fatah.

  • Missili Israele in area nord Gaza

Dopo lancio razzo Qassam contro territorio Israele (ANSA) - TEL AVIV, 28 OTT - Aerei israeliani hanno sparato 2 missili contro un'area nel nord della Striscia di Gaza da dove oggi era stato lanciato un razzo Qassam. Lo hanno riferito fonti palestinesi locali. Non si ha notizia di vittime. Anche il razzo Qassam esploso dai miliziani palestinesi non ha causato vittime ne' danni, ed e' caduto in un campo in territorio israeliano. PIOVE SUL BAGNATO (ANSA) - TEL AVIV, 28 OTT - Gianfranco Fini vedra' Ariel Sharon e Abu Mazen durante la sua visita, la settimana prossima, in Israele e nei territori palestinesi. Il vice premier e ministro degli esteri, che iniziera' la visita nel pomeriggio del lunedi' 31 ottobre, si rechera' prima a Gaza City dove incontrera' il presidente palestinese Abu Mazen ed il premier Abu Ala. Martedi' 1 novembre a Gerusalemme il titolare della Farnesina vedra' il premier Ariel Sharon e il ministro degli esteri Silvan Shalom. VENTI DI GUERRA

  • Sharon vuole espulsione di Teheran da Nazioni Unite

(ANSA) - GERUSALEMME, 28 OTT - Il governo israeliano vuole che il Consiglio di sicurezza dell'Onu intervenga sulle dichiarazioni del presidente iraniano Ahmadinejad. Il premier dell'Iran si e' pronunciato per una cancellazione dello stato ebraico dalla mappa del mondo. Il capo del governo israeliano Ariel Sharon e il vicepremier Shimon Peres si sono gia' pronunciati per una espulsione di Teheran dalle Nazioni Unite Durante la sua visita nella regione la settimana prossima

OLANDA CPT

  • Bruciati vivi in 11 nel cpt olandese. Le guardie non volevano aprire le celle

La morte è arrivata di notte per undici immigrati di identità ancora sconosciuta bruciati vivi in un incendio scoppiato nel "centro per le espulsioni" dell'aeroporto Schipol di Amsterdam. Quattordici feriti sono stati già dimessi, uno solo rimane in osservazione in un ospedale della capitale olandese. Ancora non si sa cosa o chi abbia causato l'incendio, si sa però che la struttura destava molte preoccupazioni dal punto di vista della sicurezza ed era già andata a fuoco poco dopo la sua inaugurazione nel 2002, mentre un immigrato irregolare l'anno seguente si era suicidato dandosi alle fiamme. "Abbiamo gridato con tutte le nostre forze ma le guardie ci hanno detto che non c'erano problemi, la gola cominciava a bruciarci, abbiamo preso a calci le porte, abbiamo battuto con tutta la nostra forza, ma non ci hanno aperto", così hanno raccontato alla radio pubblica olandese (Radio 1) alcuni sopravvissuti. I ministri della Giustizia e dell'Immigrazione olandesi, Piet Hein Donner e Rita Verdonk, hanno dichiarato che i soccorritori "hanno fatto tutto il possibile", i soccorsi sarebbero avvenuti con la massima rapidità, ma le celle sono state aperte a mano una ad una, data la mancanza di un sistema di apertura automatica e simultanea, mentre il fuoco divampava. In serata il parlamento olandese ha annunciato un'interrogazione urgente in giornata mentre scoppiano le polemiche. Peter Vleming della Ong Eorg, denuncia l'ennesima tragedia annunciata: "Alle tre è scoppiato l'incendio, le regole prevedono che la gente esca in cinque minuti, ce ne hanno messi dieci", racconta, "purtroppo meno di una anno fa avevamo anticipato i rischi in casi di incendio con una lettera al ministero, ma nulla è stato fatto". Al momento del rogo si trovavano all'interno del centro 350 detenuti (43 nell'ala dei migranti dove è scoppiato), "cento in più rispetto alla capienza" ha sottolineato Vleming, anche se alcuni dati ufficiali parlano di un limite di 400 "ospiti". Chiariranno l'accaduto due inchieste ufficiali (e una indipendente) già avviate, mentre i 150 detenuti illesi sono stati trasferiti in altri centri e continuano le ricerche degli ultimi otto detenuti ancora in fuga. Ma cosa è esattamente questo centro? "Si chiamano ‘udtzet centro' ovvero centro d'espulsioni - ci ha spiegato Hedwig Zeedijk dell'Anp (Agenzia notizie dei Paesi bassi) - una specie di carcere dell'aeroporto per trafficanti di droga sorpresi alla frontiera e per immigrati irregolari raccolti nelle grandi città e in attesa di essere rimpatriati. Di centri simili ce ne sono altri quattro in Olanda". Otto prefabbricati ricoperti di lastre di alluminio, circondati da un muro di filo spinato alto tre metri, all'interno della zona delle piste aeroportuali (in zona extraterritoriale), divisi per tipologie di "ospiti", spazi comuni, infermerie, uffici.

  • Un luogo di transito, quindi, come quello che esiste a Malpensa (Milano): un paio di stanze per le fasi di ricognizione all'arrivo o di attesa per l'espulsione (con detenzione anche notturna) gestite dalla polizia, con accesso a un telefono dove contattare lo "sportello per i rifugiati" della Caritas per spiegare motivi di arrivo in Italia e chiedere asilo e assistenza. Non abbiamo trovato traccia di una normativa che preveda tali luoghi in Italia, ma ci sono.

ITALIA NDRANGHETA: CDM APPROVA PIANO STRAORDINARIO, 6 LINEE INTERVENTO ROMA - Il Consiglio dei ministri ha approvato un piano straordinario di intervento contro la 'Ndrangheta che sara' affidato al prefetto De Sena, che prevede sei linee di intervento. Lo ha annunciato il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu a Palazzo Chigi. Mosse, ha spiegato il ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, non eclatanti e mirate su obiettivi precisi per una battaglia di lungo corso. Ecco i sei punti annunciati dal ministro. 1) Intensificazione dei dispositivi di sorveglianza e controllo, con particolare riferimento alla Locride (dove sono gia' state inviate aliquote importanti di personale altamente specializzato di polizia, carabinieri e guardia di finanza) 2) Rafforzamento di tutte le attivita' info-investigative con specifico riferimento all'applicazione di misure di prevenzione personale e patrimoniale per aggredire le ricchezze delle 'ndrine. In questo quadro, ha aggiunto il ministro, e' gia' stata inviata in Calabria una squadra della Dia che potra' operare con speciali poteri di accesso e accertamento presso banche e istituti finanziari. 3) Azione rivolta a sorvegliare tutte le operazioni antidroga che in Calabria, in Italia o in altre parti del mondo vedono coinvolti esponenti o complici della 'Ndrangheta. Proprio a questo fine, ha annunciato Pisanu, sono state adottate decisioni appropriate e di carattere riservato per potenziare i collegamenti con le polizie straniere e specialmente con le agenzie investigative antidroga degli Usa. 4) Misure rivolte a promuovere la massima sinergia tra procure e altri uffici giudiziari. A questo fine c'e' gia' stata a Reggio Calabria una messa a punto delle strategie operative nel corso di un importante incontro presieduto dal procuratore generale Antimafia Grasso. 5) Potenziare e orientare le forze dei servizi di informazione sul territorio calabrese. 6) Tutelare amministratori calabresi oggetto di intimidazioni violente e allo stesso tempo mettere sotto controllo le amministrazioni sospette di collusioni o di inquinamento mafioso. Cio', ha concluso Pisanu, consentira' di adottare le misure necessarie, prime tra tutte scioglimento delle amministrazioni comunali che risultino inquinate.

VIOLENZA SULLE DONNE

La violenza subita dal partner prima causa di morte per le donne Il dato arriva dal Consiglio d'Europa, e si riferisce anche all'Occidente, non solo ai Paesi in via di sviluppo La violenza subita dal partner prima causa di morte per le donne Le vittime non denunciano i carnefici: "Manca ancora la consapevolezza"

ROMA - La violenza subita dal partner, marito, fidanzato o padre che sia, è la prima causa di morte e invalidità permanente per le donne fra i 16 e 44 anni, ancora prima del cancro, incidenti stradali e la guerra. E' quanto emerge da un'indagine del Consiglio d'Europa, resa pubblica in occasione della presentazione dell'"Osservatorio criminologico e multidisciplinare sulla violenza di genere".

"La violenza familiare da parte del proprio compagno - spiega Gabriella Paparazzo, responsabile formazione dell'associazione "Differenza donna" - è in Europa e nel mondo la prima causa di morte per le donne. Basti pensare, per esempio, che in Russia, in un anno, sono morte 13 mila donne, il 75% delle quali uccise dal marito, mentre il conflitto Urss-Afghanistan nell' arco di dieci anni ha mietuto 14 mila vittime".

Il fenomeno della violenza sulle donne non è circoscritto ad alcune realtà disagiate, come quelle dei Paesi in via di sviluppo, ma è ancora presente in Occidente. "Anche negli Stati Uniti e in Svezia - continua Paparazzo - i dati sulla violenza femminile sono molto alti, visto che ogni quattro minuti una donna viene violentata in America, e in Svezia, dove l'emancipazione femminile ha raggiunto i massimi livelli, ogni dieci giorni una donna viene uccisa. Si tratta quindi di un fenomeno che ha profonde radici culturali".

ADSL, chi cambia soffre Mesi di attesa per chi vuole cambiare ADSL, numero di telefono, tariffa. Tiscali non ne può più e cita in giudizio d'urgenza Telecom Italia. Per i consumatori scegliere un altro operatore è una vera e propria odissea

Roma - Cambiare operatore ADSL? Un incubo che dura in media 60 giorni. La situazione è giunta a punto di rottura, tanto che nei giorni scorsi Tiscali ha citato in tribunale, con procedura d'urgenza (articolo 700), Telecom Italia. Accusata, anche da altri operatori in diverse sedi, di ostacolare gli utenti che vogliono lasciare Alice.

È comunque soltanto un'isola, la più grossa, di un arcipelago di problemi che ha un nome univoco: "Guai a chi cambia idea". Guai a chi ha già l'ADSL e adocchia un'offerta migliore di quella sottoscritta. Guai anche a chi vuole cambiare offerta ADSL pur restando con lo stesso operatore: è difficilissimo, denuncia Altroconsumo a Punto Informatico. Guai a chi ha abbandonato Telecom a favore dell'unbundling completo e ora vuole passare alla rete fissa di un altro operatore alternativo. Da Wind a Fastweb o viceversa, per esempio. Non può farlo direttamente, deve passare di nuovo dal Via, ossia da Telecom, pagando una nuova attivazione (150 euro). In ogni caso perderà il proprio il numero, oltre al tempo (e alla pazienza).

Sono problemi già noti al Garante TLC. Nei mesi scorsi ha provato a lanciare qualche soluzione. Inefficace, finora. "In effetti ci risulta che cambiare operatore ADSL comporti circa 60 giorni di blackout della linea", dice un portavoce del Garante a Punto Informatico. Gli utenti annuiscono. Lo sanno bene che bisogna pensarci due volte prima di entrare in quel tunnel chiamato "cambiare operatore ADSL". "Per due mesi e mezzo sono stato senza ADSL, passando da Telecom a Tiscali", dice Alberto Fenu, fondatore del movimento Comitato di Protesta, nato sull'onda di recenti malumori degli utenti nei confronti dei principali operatori.


Gr 13:00

In primo Piano

MARADONA ATTACCA BUSH: E' UN ASSASSINO, MANIFESTERO' CONTRO DI LUI

'George Bush jr. e' un assassino, e se in Argentina c'e' gente che non lo puo' vedere, io sono il primo di loro. Lo ha detto Diego Maradona da L'Avana, dove si trova per intervistare Fidel Castro per la sua trasmissione La noche del diez.

Il Presidente degli Usa dovrebbe recarsi la settimana prossima in Argentina, per partecipare al summit delle Americhe in programma a Mar del Plata. Io partecipero' a tutte le manifestazioni contro la sua presenza in Argentina - ha detto Maradona, intervistato dalla televisione cubana - Bush ci ha fatto troppo male, e per questo lo considero un assassino.

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Iraq: due soldati americani uccisi

Due soldati americani sono morti, in due attacchi distinti, a Baghdad e Ramadi (a ovest della capitale), ha annunciato l'esercito. 'Un soldato della Task Force Baghdad (responsabile della sicurezza della capitale e dei suoi dintorni) e' morto in seguito alle ferite provocate dall'esplosione di un ordigno artigianale contro la sua pattuglia', afferma una nota. Un altro soldato e' stato ucciso dall'esplosione di una bomba a Ramadi, 110 km a ovest di Baghdad, secondo un altro comunicato.

Francia: notte disordini a Parigi

Notte di disordini a Clichy-sous-Bois, vicino a Parigi: danneggiati edifici pubblici, bruciate una ventina di auto e cassonetti dei rifiuti. A innescare gli scontri, la morte di due minorenni che, cercando di sfuggire alla polizia dopo un furto, si erano rifugiati in una cabina elettrica, rimanendo fulminati. Immediata la reazione di decine e decine di giovani del quartiere, che hanno attaccato anche i mezzi dei pompieri e mandato in frantumi vetrine di negozi e centri commerciali.

RAPPORTO ONU: “CONTINUANO GRAVI VIOLAZIONI DIRITTI UMANI”

Crescenti violenze, torture, detenzioni illegali, delitti d’onore e matrimoni forzati sono solo alcuni degli abusi perpetrati in Afghanistan a quattro anni dalla caduta del regime talebano. Lo denuncia un rapporto diffuso dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Louise Arbour, che descrive uno scenario particolarmente crudo e preoccupante. “I comandanti delle milizie e gli ex signori della guerra – si legge nel documento – restano i principali detentori del potere e i continui contrasti tra gli organismi anti-governativi e le forze nazionali e internazionali continuano a provocare un numero elevato di morti tra i civili”. Nel rapporto si sottolineano gli scarsi progressi realizzati per punire i responsabili delle gravi violazioni dei diritti umani compiute in Afghanistan negli ultimi decenni. Non solo: gli abusi “continuano ad essere eseguiti con apparente impunità da uomini armati in molte parti del paese”. Ne sono spesso coinvolte anche le forze di sicurezza locali e internazionali che in realtà dovrebbero riportare l’ordine: “Restano frequenti le detenzioni arbitrarie e prolungate in attesa di processo e la tortura rimane una pratica comune per estorcere confessioni”. Il rapporto dell’Onu non manca di ricordare che spesso i reclusi dalle forze della coalizione internazionale a guida statunitense si sono visti derubare, costringere alla nudità forzata e a un regime di detenzione “particolarmente duro e arbitrario”. Il sistema giudiziario, poi, è minato dalla corruzione e dall’influenza dei signori della guerra e dei comandanti locali. Soffermandosi sulla condizione femminile, il testo ribadisce che le donne rimangono prive dell’istruzione di base e dell’accesso ai servizi sanitari, aggiungendo che dopo il rovesciamento dei talebani, al potere dal 1996 al 2001, la situazione è migliorata solo in parte. Considerate sostanzialmente proprietà dell’uomo, le afgane sono uccise in delitti d’onore, costrette alla prostituzione e soggette a violenze domestiche. Un’altra fonte di preoccupazione arriva dai diffusi matrimoni tra bambini: una piccola afgana di 7 anni può essere costretta a sposarsi con uomini persino di 30 o 40 anni più grandi. I bambini non hanno una sorte molto migliore: a volte sono costretti a lavorare già a sei anni oppure vengono reclutati dai talebani per la guerriglia. La percentuale di mortalità materna resta alta – 1.600 donne su 100.000 muoiono di parto – e circa il 20% dei bimbi afgani perde la vita prima dei 5 anni d’età, in maggioranza per malattie che in Occidente sarebbero facilmente curabili. La speranza di vita è 44,5 anni, una percentuale spiegabile anche con il fatto che solo il 23% della popolazione ha accesso all’acqua potabile e il 12% usufruisce di adeguati servizi igienici.

ITALIA

Finanziaria, approvato il Dl Passa l'esenzione Ici per la Chiesa

Approvata l'esenzione dell'Ici per la Chiesa. La commissione Finanze del Senato ha dato il via libera al decreto fiscale collegato alla Finanziaria. La principale modifica approvata è appunto l'emendamento che esenta dal pagamento dell'Ici per gli immobili utilizzati per attività commerciali (quelli destinati al culto sono già esclusi dalla tassa comunale) la Chiesa, le altre confessioni religiose riconosciute dallo Stato e le organizzazioni nonprofit.

Il provvedimento fu al centro di aspre polemiche nelle scorse settimane tanto che il governo fu costretto a ritirarlo dal decreto legge sulle infrastrutture dove inizialmente era contenuto e che era già stato approvato al Senato. Le proteste arrivarono non solo dall'opposizione, che parlò di mossa elettorale della Cdl e nuovo attacco alla laicità dello Stato, ma dai rappresentanti delle altre confessioni che si sentirono esclusi dal beneficio fiscale.

Oggi il governo è corso ai ripari e per far passare la norma ha allargato l'esenzione anche "a tutti gli enti riconosciuti da altre confessioni religiose con cui lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese", ebrei, valdesi, metodisti, luterani, evangelisti del settimo giorno, pentacostali, buddisti, ma non i musulmani.

Resta da quantificare l'entità del mancato gettito nelle casse dello Stato. "Non è stato quantificato il mancato incasso" ha detto il sottosegretario Maria Teresa Armosino uscendo dalla commissione. Recepito il parere della Bilancio la commissione Finanze si è subito riunita per votare l'emendamento".

Chimica: Marghera, sciopero 4 ore

  • I lavoratori chimici del polo industriale di Marghera hanno scioperato oggi, attuando una assemblea al Petrolchimico e un volantinaggio.La protesta e' stata convocata contro la delibera della giunta Galan che fissa al 31 dicembre 2015 il termine ultimo per la produzione di cloro. Il volantinaggio e' iniziato alle 6.30 ed e' stato seguito da una assemblea del lavoratori nel capannone del Petrolchimico. Successivamente i manifestanti sono tornati a distribuire volantini agli automobilisti.

TARANTO: Ilva «mannara», muore un altro operaio

Un operaio di 47 anni, di Savona, Giovanni Satta, dipendente di una ditta appaltatrice, è morto durante i lavori di demolizione del reparto agglomerato «1» nello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto. Mentre si demolivano le strutture del reparto, fermo da tempo e che non doveva essere ricostruito, l’operaio è stato travolto dal crollo di alcuni materiali. A fine settembre per la caduta di una putrella da un carro ponte un altro operaio era rimasto ucciso nell’ennesimo infortunio sul lavoro nello stabilimento. E’ da sottolineare che da alcuni giorni una società di consulenza inglese è al lavoro per monitorare le condizioni di sicurezza degli impianti su incarico del gruppo Riva che detiene la proprietà dello stabilimento.

UNIVERSITA': STUDENTI INTERROMPONO INAUGURAZIONE BOCCONI

FUORI PROGRAMMA NEL CORSO DELL'INAUGURAZIONE DELL'ANNO ACCADEMICO DELL'UNIVERSITA' BOCCONI DI MILANO. NELL'INTERVALLO TRA L'INTERVENTO DEL MAGNIFICO RETTORE ANGELO PROVASOLI, E QUELLO DELL'EX MEMBRO DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA, TOMMASO PADOA SCHIOPPA, UNA STUDENTESSA DELL' UNIVERSITA' STATALE DI MILANO, A SORPRESA, HA PRESO LA PAROLA PER MANIFESTARE IL DISSENSO DI PARTE DEGLI STUDENTI VERSO LA RIFORMA PREPARATA DAL GOVERNO. LA GIOVANE, xxxxxxx DELL'UNIVERSITA' MILANESE, E' ENTRATA NELL'AULA MAGNA DELLA BOCCONI "PER PORTARE LA VOCE DEI RAGAZZI, SIAMO IN TANTI FUORI, MIGLIAIA TRA UNIVERSITARI E LICEALI, PER CONTESTARE LA RIFORMA E 'DEMORATTIZZARE' QUEST'AREA. NON MI HANNO LASCIATO PARLARE TANTO - HA AGGIUNTO AI CRONISTI CHE LE CHIEDEVANO DEL SUO INTERVENTO - MA ERA IMPORTANTE PORTARE DENTRO LA NOSTRA VOCE PER CONTESTARE QUESTA RIFORMA CHE SVILISCE LA SCUOLA, LA CULTURA, TAGLIA I FONDI E INSERISCE IL PRECARIATO NELL'ISTRUZIONE". LA GIOVANE, IN QUALITA' DI PORTAVOCE DEGLI STUDENTI IN PRESIDIO FUORI DALL'AULA MAGNA DELL'UNIVERSITA' BOCCONI HA POI CONSIDERATO UN SUCCESSO IL MANCATO ARRIVO DEL MINISTRO LETIZIA MORATTI PER L'INAUGURAZIONE DELL'ATENEO MILANESE. "SIAMO CONTENTI, MOLTO CONTENTI, CHE IL MINISTRO NON SIA VENUTO, TUTTE LE VOLTE CHE VIENE A MILANO MOSTRA DI AVERE PAURA DI NOI. SIAMO CONTENTI - HA CONCLUSO - NON LA VOLEVAMO QUI E TANTO MENO LA VOGLIAMO COME SINDACO". L'INTERRUZIONE DELLA GIOVANE E' DURATA POCHI MINUTI E SI E' SVOLTA, IN TONI PACATI, IN TOTALE TRANQUILLITA' SOTTO LO SGUARDO DI UNA PLATEA GREMITA DA DOCENTI, STUDENTI, ESPONENTI DELL'ECONOMIA E DELLA FINANZA. SUBITO DOPO IL FUORI PROGRAMMA, HA PRESO LA PAROLA PER IL SUO INTERVENTO L'EX MEMBRO DELLA BCE, TOMMASO PADOA SCHIOPPA.(

Siparietto


Gr 9:30

ESTERI

UN NUOVO BOLLETTINO DI GUERRA

Almeno 21 uomini dell’esercito del Mahdi, la formazione fedele al capo radicale sciita Moqtada al Sadr, e due poliziotti iracheni sono morti in un imboscata tesa loro da miliziani sunniti nel villaggio di Nahrawan, a sudest di Baghdad; lo riferisce il ministero dell’Interno iracheno. I miliziani sciiti avevano fatto irruzione in una abitazione per liberare un loro compagno sequestrato dai sunniti, ma l’azione si è poi rivelata una trappola. Nello scontro a fuoco sono rimasti feriti altri 12 uomini dell’esercito del Mahdi e 5 poliziotti chiamati in aiuto; non si conoscono le perdite dal lato dei sunniti. Continua intanto il quotidiano stillicidio di vite nella capitale e in altri centri iracheni: a Baghdad un passante è morto durante un attacco suicida a bordo di un autobomba contro un convoglio militare statunitense, che è costato il ferimento di nove civili e di un soldato; nel quartiere di Dora un alto ufficiale della polizia irachena è stato assassinato da miliziani che hanno esploso una raffica di mitra da un’auto in corsa; un passante è morto in un attacco simile nel centro della capitale. Sempre una raffica sparata da un’auto in corsa ha ucciso un poliziotto a Kirkuk, polo petrolifero 150 chilometri a est di Baghdad, dove sono avvenuti anche due attentati dinamitardi contro altrettante pattuglie della polizia causando un morto e sei feriti. A Fallujah, 30 chilometri ovest di Baghdad, i ribelli hanno sparato colpi di mortaio contro il quartier generale dell’esercito iracheno provocando la risposta dei soldati che hanno involontariamente ucciso un insegnante e ferito due suoi colleghi che stavano recandosi a scuola in auto. Infine il comando statunitense ha reso noto che ieri altri tre soldati Usa sono morti e 4 sono rimasti feriti in due diversi attacchi a Baghdad, in cui i ribelli hanno fatto esplodere bombe al passaggio degli automezzi dei militari.

STRISCIA DI GAZA: MORTI E FERITI IN RAID AEREO ISRAELIANO CONTRO JIHAD

Sarebbe di almeno 7 morti e 15 feriti il bilancio ancora provvisorio dell’attacco aereo portato nei pressi della località di Jabaliya dalle forze armate israeliane contro un’automobile a bordo della quale viaggiavano due appartenenti all’organizzazione terroristica della Jihad islamica. Fonti militari israeliane hanno confermato l’attacco, che rientra nella risposta di Israele all’attentato kamikaze palestinese di ieri al mercato all’aperto della città di Hadera. Tra le vittime vi sarebbero i due obiettivi dell’attacco, identificati come Shadi Mhanna e Mohammed Kandil. Tel Aviv ricercava in particolare Mhanna con l’accusa di aver organizzato o effettuato attacchi contro truppe israeliane e di aver lanciato razzi Qassam contro obiettivi di Israele.

CIA-GATE: BRACCIO DESTRO CHENEY SARA' INCRIMINATO

Lewis Libby, capo di gabinetto del vicepresidente Usa, Dick Cheney, sara' accusato di aver reso falsa testimonianza sul caso della soffiata, arrivata dalla Casa Bianca,che brucio' la copertura dell'agente segreto della Cia, Valery Plame. E' quanto scrive il 'New York Times', alla vigilia della sentenza del Gran Giuri' federale dell'inchiesta sul cosiddetto Cia-Gate. Secondo la versione on-line del quotidiano new-yorkese, non ci saranno accuse contro Karl Rove, l'altro uomo chiave dell'amministrazione finito nell'inchiesta, ma il "cervello" politico del presidente -secondo le informazioni che il Nyt attribuisce agli avvocati che partecipano al caso- rimarra' sotto inchiesta; e Patrick Fitzgerald, il procuratore speciale che guida l'inchiesta, chiedera' un'estensione che termini che originariamente dovrebbero scadere proprio oggi. Il quotidiano cita fonti della Casa Bianca, secondo le quali dopo la presentazione formale delle accuse, il consigliere di Cheney lascera' l'incarico di capo di gabinetto del vice-presidente.

PARLAMENTO UE CHIEDE A MAROCCO DI LIBERARE PRIGIONIERI SAHARAWI

Il Parlamento europeo ha approvato con 98 voti a favore, nessuno contro e una astensione una risoluzione che “plaude la decisione del Fronte Polisario” presa lo scorso agosto di liberare gli ultimi 404 prigionieri di guerra marocchini detenuti nelle carceri saharawi (alcuni dei quali da quasi trent’anni) e, contestualmente, “chiede al Marocco di prendere una simile decisione e di liberare i difensori dei diritti umani Aminatu Haidar e Ali Salem Tamek e altri 35 prigionieri politici saharawi” detenuti nelle carceri di Rabat. L’Europarlamento ha inoltre constatato che 43 saharawi risultano scomparsi e ha espresso preoccupazione per le denunce di torture e violazioni dei diritti umani attribuite da associazioni come Amnesty International al Marocco. I parlamentari europei hanno inoltre condannato a maggioranza l’espulsione da El Aaiun, capitale amministrativa del Sahara Occidentale, di molte delegazioni di pacifisti e di europarlamentari, recatesi sul posto per verificare di persona il rispetto dei diritti umani e il regolare svolgimento dei processi contro i saharawi arrestati dalle autorità marocchine.

ITALIA

Legittima difesa, sì alla proposta di legge Licenza di uccidere per salvare i beni

ROMA - Ci si potrà difendere con armi in casa e nei posti di lavoro contro ladri e rapinatori che minacciano l'incolumità di persone e beni. Chi si sente aggredito o minacciato può reagire come crede, anche uccidendo, perché la sua reazione sarà sempre considerata "proporzionata". E' questo in sintesi quanto prevede la proposta di legge sulla legittima difesa approvata oggi dalla commissione Giustizia della Camera.

Il testo, già approvato dal Senato, prevede in sostanza che la reazione di chi si senta aggredito in casa propria o nel luogo di lavoro debba essere sempre considerata proporzionata all'offesa. Il che, spiega Giovanni Kessler dei Ds, significa che uno può anche arrivare a uccidere lo zingarello che gli entra nel giardino di casa senza timore di venire condannato per eccesso di difesa.

La proposta di legge - che modifica l'articolo 52 del codice penale sulla legittima difesa e il diritto di all'autotutela nel privato domicilio - stabilisce in pratica che il rapporto di proporzione esista sempre se qualcuno che si trova in casa propria o nel posto dove lavora "usa un'arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo" per difendere non solo la "propria o altrui incolumità", ma anche i beni "propri o altrui".

Ma non basta. Questo tipo di difesa, che non conoscerà più "l'eccesso" per il quale si poteva venire condannati, potrà essere esercitata anche in ogni altro luogo "ove venga esercitata un'attività commerciale, professionale o imprenditoriale".

Il provvedimento è stato voluto fortemente dalla Lega ma la Casa delle libertà l'ha approvato in modo compatto, anche se con qualche dubbio. Il problema, a quanto si apprende, è stato sollevato soprattutto dagli avvocati del Polo che hanno qualche perplessità. Questo potrebbe anche portare a piccole modifiche in vista dell'aula (dove la proposta di legge approderà a fine mese) ma ci saranno, specificano da ambienti leghisti, solo se saranno condivise da tutti gli alleati di centrodestra. Altrimenti, ed è questa l'ipotesi più probabile, il testo resterà così com'è.

Il provvedimento, formato da una sola norma non piace anche a gran parte dei penalisti italiani, che nei giorni scorsi hanno inviato alla commissione Giustizia della Camera un documento contro la proposta di legge.

"Dal punto di vista politico-criminale - scrivono gli avvocati tra cui Carlo Federico Grosso - questa legge avrà un solo effetto: la rincorsa al possesso più o meno legittimo di armi da parte delle categorie e dei ceti più esposti e la conseguente maggiore aggressività di una delinquenza, già di per sé ben agguerrita, consapevole dell'accresciuta aggressività difensiva delle potenziali vittime".

Il provvedimento, che ha ricevuto i "sì" della sola maggioranza, non è stato votato dal presidente della commissione Gaetano Pecorella e ha ricevuto un parere dalla commissione Affari Costituzionali non proprio lineare. In sostanza infatti il parere è favorevole, ma con una condizione. E cioè la commissione Giustizia dovrebbe verificare "l'effettiva congruità sotto il profilo della ragionevolezza" della modifica al codice penale che si intende introdurre con questo testo.

Visto che di fatto collega al luogo dove si svolge l'aggressione o il tentativo di aggressione la possibilità di reagire senza preoccuparsi del principio della proporzionalità esistente nella normativa vigente. La proposta di legge introduce infatti la presunzione che la reazione dell'aggredito sia sempre e comunque proporzionata all'offesa minacciata quando il fatto avvenga nel domicilio dell'aggredito o nel luogo dove lavora.

(27 ottobre 2005)


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