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NOTIZIE BREVI

ESTERI

EGITTO

È salito a 25 il numero dei profughi rimasti uccisi ieri mattina dalla polizia egiziana al Cairo durante lo sgombero di migliaia di rifugiati sudanesi accampati da settimane nei pressi della locale sede dell'Onu. Il nuovo bilancio è stato fornito stamane da fonti giudiziarie. Un'inchiesta giudiziaria è stata aperta ieri pomeriggio e gli inquirenti si sono recati all'obitorio di Zeinhom al Cairo, dove hanno contato 25 cadaveri, hanno indicato le fonti. Fra i morti, riferiscono fonti mediche, ci sono almeno dieci bambini e sette donne. I feriti dei violenti scontri all'alba di ieri sono in tutto, compresi gli agenti, poco meno di un centinaio. Per il pomeriggio è stata organizzata una manifestazione per commemorare le vittime: tutti dovranno portare mazzi di fiori sulla piazza, accanto alla sede dell'Unhcr, dove si trovava l'accampamento.

RUSSIA

Un piccolo aereo partito da Mosca e' precipitato oggi in Ucraina presso l'aeroporto di Khariv. Lo ha reso noto il ministero russo per le Emergenze, citato dall'agenzia stampa Interfax. Non si conosce il numero delle persone che erano a bordo del velivolo, un Bae-125.

Intanto in merito alla vicenda del GAS, l'Eni sta riscontrando in questo momento un sensibile calo della pressione del gas in arrivo dalla Russia verso l'Italia in seguito alla crisi con l'Ucraina. Secondo quanto risulta all'ANSA, l'amministratore delegato dell'Eni Paolo Scaroni ha parlato con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il sottosegretario alla presidenza Gianni Letta, il ministro degli Esteri Gianfranco Fini e il ministro delle Attivita' Produttive Claudio Scajola per spiegare la situazione che si sta creando. Per il momento non ci sono indicazioni ufficiali da parte dell'Eni sull'evolvere della situazione.

CHIAPAS

Guidando una moto da cross nera, con stampata sul davanti in rosso la sigla Ezln ed una bandiera messicana inastata nel sedile posteriore, il subcomandante Marcos - alla testa di vecchi camion e autobus colmi di zapatisti - e' giunto ieri a La Garrincha, municipio di Ocosingo, nello Stato del Chiapas. Accolto con incessanti applausi da migliaia di zapatisti che lo aspettavano da ore, Marcos, e' poi ripartito con l'intera carovana alla volta di San Cristobal de las Casas, lontana 120 chilometri, dove effetuerà il primo degli eventi della cosidetta 'altra campagna', in alternativa a quella in corso per le presidenziali del prossimo luglio. Con questo scopo, Marcos, che d'ora in avanti si fara' chiamare 'Subdelegato Zero', visitera' in sei mesi i 31 Stati messicani e Citta' del Messico e, secondo quanto ha anticipato oggi un suo portavoce, alla carovana potra' aggregarsi anche chi non e' zapatista e, senza restrizioni, giornalisti della stampa locale e internazionale.

SIRIA

L'agenzia stampa ufficiale siriana Sana ha reso noto che il Comando nazionale del Baath ha deciso l'espulsione dal partito dell'ex vice presidente siriano Abdel Halim Khaddam, dopo l'intervista concessa alla tv Al Arabiya. Il comunicato spiega che la voce di Khaddam si è aggiunta al coro ostile alla Siria, sposando in questo modo lo schema israelo-americano: "Khaddam ha tradito il partito, la patria e la nazione".

IRAQ

Quattro persone sono state uccise nei pressi di Kirkuk nel corso di una protesta contro il rincaro dei prodotti petroliferi. Non è chiaro se ad aprire il fuoco sui manifestanti inferociti sia stata la polizia irachena o dei militari statunitensi. Una bomba è esplosa nei pressi della raffineria di Doura, a Baghdad, provocando un incendio. Tre soldati americani sono rimasti uccisi a Miqdadiya, quando il mezzo su cui viaggiavano è saltato su un ordigno. Una base Usa nel centro di Falluja è stata attaccata con razzi e armi leggere da combattenti iracheni. A Mosul uomini armati hanno assalito un check point della polizia, uccidendo una persona.

YEMEN: ESERCITO ASSEDIA AREA DOVE SONO SEQUESTRATI ITALIANI

Le forze armate yemenite stanno assediando l'area tribale dove sono tenuti in ostaggio i cinque turisti italiani, ha dichiarato oggi il primo ministro dello Yemen Abdel Kader Bajammal. Il premier ha affermato che non vi saranno negoziati con i rapitori, ma che verranno esercitate pressioni al fine di un rilascio pacifico.

Afghanistan. Kandahar: kamikaze contro convoglio militare

Un kamikaze alla guida di un'autobomba si è lanciato a Kandahar contro un convoglio della coalizione militare in Afghanistan. Secondo fonti locali, l'attentatore è l'unica vittima, mentre una donna e un bambino sono rimasti feriti. L'attacco è avvenuto nel centro della città, un tempo roccaforte delle milizie talebane. Secondo testimoni, il convoglio attaccato è delle forze canadesi che garantiscono la sicurezza delle squadre di ricostruzione del Paese. Nell'ambito dell'espansione della Nato in Afghanistan, il Canada, insieme a Gran Bretagna e Olanda, ha in programma di aumentare il numero dei militari impegnati nella missione Isaf.

RIBELLI MAOISTI ANNUNCIANO FINE TREGUA UNILATERALE

I ribelli maoisti attivi dal 1996 in Nepal hanno annunciato la fine di una tregua unilaterale proclamata il 3 settembre scorso, sostenendo che il suo proseguimento sarebbe stato “non solo impossibile ma anche suicida”. In un comunicato diffuso dal capo della guerriglia, Prachanda, gli estremisti hanno detto di aver “compreso profondamente” gli appelli di vari organismi internazionali, tra cui Nazioni Unite ed Unione europea, all’estensione del cessate-il-fuoco, ma hanno fatto intendere di voler continuare nelle loro attività contro “il regime reale autocratico” e attualmente mirate a contrastare le elezioni municipali del prossimo 8 febbraio. Nel documento i ribelli, che lottano per il rovesciamento della monarchia e una più equa redistribuzione delle risorse partendo da una radicale riforma agraria, hanno poi confermato il loro impegno nell’alleanza stretta nei mesi scorsi con sette partiti di opposizione. La tregua finora in vigore doveva inizialmente durare tre mesi, ed era stata prolungata di un ulteriore mese lo scorso 3 dicembre, facendo sperare che l’annoso conflitto, costato la vita a quasi 13.000 persone, potesse prendere la strada della riconciliazione. Al momento il potere politico è nella mani del sovrano che, con un colpo di mano politico mirato proprio a sconfiggere la ribellione, a febbraio aveva licenziato l’esecutivo, nominandone uno di suo gradimento, e limitato le libertà civili, oltre ad aver fatto arrestare centinaia di dissidenti e oppositori.

ITALIA

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