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INGHILTERRA

Il premier britannico Tony Blair potrebbe essere incriminato per crimini di guerra se ordinera' un attacco contro l'Iraq senza una seconda risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che autorizzi espressamente l'uso della forza. Ma anche anche se, in una guerra autorizzata dall'Onu, civili iracheni rimarranno uccisi nei bombardamenti. Lo sostiene un gruppo di avvocati britannici, i Public Interest Lawyers di Birmingham. Il primo caso sarebbe possibile in base alle norme della Corte Penale Internazionale (ICC), ha spiegato uno dei legali, Phil Shiner, istituita con il Trattato di Roma, che Washington non ha firmato ne' di conseguenza ratificato ma Londra si'. Per la morte di civili, Blair potrebbe essere perseguito in base alle Convenzioni di Ginevra, che la Gran Bretagna ha ratificato nel 1957. - Shiner spiega che Blair, come capo di governo, puo' essere chiamato a rispondere personalmente e processato come si sta facendo per l'ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic. La risoluzione 1441, spiega infatti il docente di diritto internazionale della Bournemouth University, Nicholas Greif, non e' sufficiente a legittimare una guerra: nel testo infatti si usa l'espressione "serie conseguenze" in caso di inadempienza irachena e non quella che indica la minaccia dell'uso della forza, cioe' "l'uso di tutti i mezzi necessari". L'avvocato Tony Aust, ex consulente legale del governo britannico, ha affermato che le Nazioni Unite usano un linguaggio consapevolmente ambiguo e che quindi questa tesi e' tutta di dimostrare.